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scalzi in montagna

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Alexey
aldo1953
Elan
vecchio scarpone
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Messaggio  vecchio scarpone Gio Apr 05 2012, 01:20

Intervengo sull'argomento, sollecitato da post recenti, ci avviciniamo alla stagione buona e più invitante per le escursioni in montagna?...
Ho già scritto in passato che vado scalzo esclusivamente in montagna, preferibilmente quando il sentiero o quello che c'è si inerpica e più è ripido tanto meglio è.
In montagna vado spesso, per me non è difficile, basta aprire la porta di casa e il sentiero è lì che ti aspetta per salire...ne ho il tempo e sto ancora bene, sotto questo punto di vista sono più fortunato di altri che frequentano il forum e che fanno da carbonari fra la macchina e l'ufficio, timorosi quasi di esser visti calpestare l'asfalto coperto da scatarrature tardoinvernali o cacche del cane di qualche fighetto di città o paese - chiedo scusa, ma non saprei come definire chi porta il cane a cagare e pisciare sui marciapiedi, ansiosi di sostituire le suole delle scarpe con una nera suola callosa.
Vorrei dire agli amici scalzi che non lo hanno potuto fare fin ad ora, di cimentarsi, se ne hanno l'occasione, su di un sentiero di montagna, fra un bosco di larici o abeti o faggi, o salendo un pascolo oltre il limitar della vegetazione.
In salita, non ci sono limiti a dove si può andare - escluso naturalmente quelli oggettivi di neve, ghiaccio e temperatura. Credo di aver sperimentato ogni tipo di terreno. L'unica cosa che non m'è riuscito di fare è quella di calzare i ramponi da ghiaccio direttamente al piede nudo...anche se ieri, ero a oltre 2.400 mt, salendo un breve tratto obbligato in cresta di neve riportata ho dovuto fare con i piedi nudi le tacche nella neve per non scivolare.
Camminando scalzi in salita non vengono nemmeno le famose "solette" - magari qualcuno è proprio ciò che vuole - lo posso confermare anche se le escursioni sono prolungate e ripetute - (solo per capire nel mese di marzo ho fatto un dislivello in salita di oltre 14.000 mt, di cui una metà circa a piedi nudi nella parte più in alto dell'ascensione)
L'impatto del piede è molto più dolce e il movimento naturale contribuisce a tenere pulita la pianta del piede. Questo ti permette di sentire tutte le variazioni del terreno, anche le più piccole e a volte sembra di sentire il respiro della terra.
Diverso è quando fatta la salita bisogna affrontare la relativa discesa. Io regolarmente metto la calzatura - sandali o scarponcino a seconda del periodo. Si può fare anche in discesa, dipende quanto, dove, come è il terreno, la pendenza, ecc ecc. Io lo ho fatto, anche in condizioni limite, ma la godibilità è completamente diversa. Per non parlare della sicurezza, possibilità di scivolare, accentuazione della posizione di difesa assunta dal piede, contrazione dei muscoli con l'istinto a chiudere le dita. Credo che l'amico che parlava entusiasta delle dita del piede che in discesa si allargano sul terreno stesse parlando di una discesa su un prato in leggerissima pendenza. Quando si è fatto un 2000 mt di dislivello in salita magari con pendenze medie del 20% e più e si deve ritornare da dove si è partiti, se non si vuol essere autolesionisti è inevitabile infilare i piedi almeno in un paio di sandali...
Non voglio togliere nulla a chi è contento della soletta nera sotto i piedi, che ama calpestare l'asfalto, frequentare i grandi magazzini e mettere la propria pelle a contatto diretto con il terreno dove gli altri sono passati con le scarpe dopo usciti da un gabinetto...ma a questi solo rivolgo un invito: regalatevi una bella escursione in montagna, la fine dell'inverno è la stagione migliore per gustare tutte le diversità del terreno, calpestate le foglie secche di un faggeto, gli aghi dei larici, i rametti secchi e le pigne, il prato della malga ancora secco, respirate il profumo delle resine e dei primi fiori.

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Messaggio  Elan Gio Apr 05 2012, 13:11

Quando vado a Carpi (MO) a trovare i suoceri, basta attraversare scalzi il piazzale davanti alla casa dove abitiamo, per avere una bella (si fa per dire) patina nera sotto i piedi.

Qui in Toscana, anche girando scalzi per ore nei piccoli centri abitati, visitando negozi ecc., ciò non avviene. Al massimo ci si ritroverà con le suole leggermente grige, più frequentmente semplicemente del colore della polvere. Direi che la differenza di inquinamento si vede ... del resto anche al termine della escursione scalza a Venezia le suole erano solo impolverate.

Girando scalzi nella natura, i piedi si impolverano di grigio o di beige (a seconda del terreno), mentre a volte si tingono, camminando su certa erba, specialmente ora in primavera.

Anche secondo me, camminare scalzi in natura è più bello che non in città.

Per quanto riguarda salite e discese, confermo quanto da te sostenuto: in salita è molto più facile... in discesa più impegnativo ed è molto più facile farsi male, anche perchè di solito, la discesa è la seconda parte della camminata, proprio quando si comincia ad essere stanchi. La discesa mette a prova le ginocchia, la posizione del corpo è più sfavorevole, col peso indietro e le dita dei piedi più esposte. Dopo un po' diventa difficile regolare il peso sul tallone e si rischia di appoggiarlo con più forza, proprio quando incontri il sasso aguzzo in agguato e son dolori.

Ciononostante, io di solito non porto con me calzature e affronto anche le discese, a volte scoscese e sassose, magari con pause di riposo e ripresa e se il percorso circolare lo consente, cerco mettere la discesa all'inizio, invece che alla fine.

Certo non sto parlando di alta montagna, ma di collina con sentieri che a tratti possono essere ripidi ed aspri. Se sapessi di dover affrontare un ghiaione, credo proprio che mi porterei dietro gli utensili adatti.... forse non i sandali, però, perchè dove l'appoggio è incerto è bene che la scarpa sia solidale con il piede, quindi bene allacciata.




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Messaggio  aldo1953 Gio Apr 05 2012, 15:03

vecchio scarpone ha scritto:Intervengo sull'argomento, sollecitato da post recenti, ci avviciniamo alla stagione buona e più invitante per le escursioni in montagna?...
Ho già scritto in passato che vado scalzo esclusivamente in montagna, preferibilmente quando il sentiero o quello che c'è si inerpica e più è ripido tanto meglio è.
In montagna vado spesso, per me non è difficile, basta aprire la porta di casa e il sentiero è lì che ti aspetta per salire...ne ho il tempo e sto ancora bene, sotto questo punto di vista sono più fortunato di altri che frequentano il forum e che fanno da carbonari fra la macchina e l'ufficio, timorosi quasi di esser visti calpestare l'asfalto coperto da scatarrature tardoinvernali o cacche del cane di qualche fighetto di città o paese - chiedo scusa, ma non saprei come definire chi porta il cane a cagare e pisciare sui marciapiedi, ansiosi di sostituire le suole delle scarpe con una nera suola callosa.
Vorrei dire agli amici scalzi che non lo hanno potuto fare fin ad ora, di cimentarsi, se ne hanno l'occasione, su di un sentiero di montagna, fra un bosco di larici o abeti o faggi, o salendo un pascolo oltre il limitar della vegetazione.
In salita, non ci sono limiti a dove si può andare - escluso naturalmente quelli oggettivi di neve, ghiaccio e temperatura. Credo di aver sperimentato ogni tipo di terreno. L'unica cosa che non m'è riuscito di fare è quella di calzare i ramponi da ghiaccio direttamente al piede nudo...anche se ieri, ero a oltre 2.400 mt, salendo un breve tratto obbligato in cresta di neve riportata ho dovuto fare con i piedi nudi le tacche nella neve per non scivolare.
Camminando scalzi in salita non vengono nemmeno le famose "solette" - magari qualcuno è proprio ciò che vuole - lo posso confermare anche se le escursioni sono prolungate e ripetute - (solo per capire nel mese di marzo ho fatto un dislivello in salita di oltre 14.000 mt, di cui una metà circa a piedi nudi nella parte più in alto dell'ascensione)
L'impatto del piede è molto più dolce e il movimento naturale contribuisce a tenere pulita la pianta del piede. Questo ti permette di sentire tutte le variazioni del terreno, anche le più piccole e a volte sembra di sentire il respiro della terra.
Diverso è quando fatta la salita bisogna affrontare la relativa discesa. Io regolarmente metto la calzatura - sandali o scarponcino a seconda del periodo. Si può fare anche in discesa, dipende quanto, dove, come è il terreno, la pendenza, ecc ecc. Io lo ho fatto, anche in condizioni limite, ma la godibilità è completamente diversa. Per non parlare della sicurezza, possibilità di scivolare, accentuazione della posizione di difesa assunta dal piede, contrazione dei muscoli con l'istinto a chiudere le dita. Credo che l'amico che parlava entusiasta delle dita del piede che in discesa si allargano sul terreno stesse parlando di una discesa su un prato in leggerissima pendenza. Quando si è fatto un 2000 mt di dislivello in salita magari con pendenze medie del 20% e più e si deve ritornare da dove si è partiti, se non si vuol essere autolesionisti è inevitabile infilare i piedi almeno in un paio di sandali...
Non voglio togliere nulla a chi è contento della soletta nera sotto i piedi, che ama calpestare l'asfalto, frequentare i grandi magazzini e mettere la propria pelle a contatto diretto con il terreno dove gli altri sono passati con le scarpe dopo usciti da un gabinetto...ma a questi solo rivolgo un invito: regalatevi una bella escursione in montagna, la fine dell'inverno è la stagione migliore per gustare tutte le diversità del terreno, calpestate le foglie secche di un faggeto, gli aghi dei larici, i rametti secchi e le pigne, il prato della malga ancora secco, respirate il profumo delle resine e dei primi fiori.

So che non dovrei intervenire, essendo l' ultimo arrivato, però mi sento di difendere i "poveretti" come me che hanno la (s)ventura di vivere e lavorare in città e magari in una grossa città (almeno per i parametri italiani ). In pratica il tuo scalzismo puoi farlo proprio solo sul marciapiede (che non fa poi così schifo) e magari tra la macchina e l' ufficio o il supermercato o dentro lo stesso. E magari ti vergogni un po' perchè i "fighetti" cittadini , di cui certo non faccio parte e chi mi conosce può dirlo, magari non sono sempre così simpatici. Piacerebbe anche a me aprire la porta e vedere... il mare (francamente la montagna la lascio agli altri), ma se vedo dalla finestra il verde del Parco Nord è già tanto, e se qualche volta alla domenica ci vado pedalando scalzo... è un lusso. Però posso assicurare che, con un po' di attenzione, un marciapiede tiepido per il sole primaverile, se ti accontenti, non è malaccio e per certi versi può essere una conquista personale maggiore di un sentiero dove nessuno ti vede. Quanto al nero ... beh, acqua e sapone esistono per quello. Mi scuso con gli amanti della montagna, ma... datemi un po' d' acqua, magari salata e mi farete felice, al limite il deserto, ma per favore, non le salite. L' importante alla fine è essere naturali ed amare la natura, se poi bisogna fare i carbonari... lo faremo. Aggiungo che anche in città conosco alcuni viali dove lo scalzismo tra le piante è piacevolissimo .
saluti (purtroppo) cittadini

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Messaggio  Alexey Gio Apr 05 2012, 15:24

Anche a me piace molto la natura e la montagna, però è anche vero che non potendo viverci o andarci tutti i giorni è bello assaporare ogni "attimo" anche in ambienti urbani, secondo me occorre godersi ogni momento di vita quotidiana e trovo piacevole percepire anche il marciapiede tiepido o il fresco pavimento di un supermercato.
Per quanto riguarda il discorso escursionistico, vorei puntualizzare che i nostri "deficit" non derivano dal camminare scalzi in se, ma dal fatto che siamo scalzi di "ritorno", non a vita...
Se prendiamo uno che non ha mai indossato scarpe e lo portiamo anche sul sentiero per noi più impegnativo, penso che "je faccia 'na pippa"...
Gli anni in cui abbiamo costretto i nostri piedi dentro alle "iron maiden" hanno creato uno sbilanciamento posturale difficile da correggere, occorre "reinventarsi", la distribuzione dei pesi, l' impatto con il terreno, ecc..., tutto è stato scombinato, e ora per reimparare occorre tempo e concentrarsi in modo zen su ogni singolo passo e imparare a percepire il movimento del peso e del nostro baricentro, come insegnano alcune arti marziali.
E' come quando impariamo a sciare o a nuotare da soli senza apprendere la tecnica corretta, quando vogliamo perfezionarci dopo anni (mi è capitato con lo sci) è molto più difficile correggere questo schema mentale radicato, è molto più semplice partire da "vergini" imparando da subito la tecnica corretta.
Quindi non è solo un problema di rinforzare le suole, ma di lavoro sull' equilibrio posturale globale del corpo.











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Messaggio  Grand Choeur Gio Apr 05 2012, 15:40

A proprosito di equilibrio posturale, come ho già detto nella mia presentazione, durante l'inverno, quando ero scalzo al lavoro, poteva succedere che mi prendesse qualche crampo, tanto doloroso quanto passeggero, al tendine d'Achille sinistro.
Avrà sicuramente influito la bassa temperatura, con tendini non ben scaldati ed accorciati dall'uso di calzature, però ho notato anche che certe volte ho l'impressione di qualcosa "che non va" anche con i sandali, sintomo di una pregressa postura sbagliata, confermato anche dal fatto che, quando la sera vado a lavarmi i piedi, il piede destro è sempre più sporco dell'altro, o meglio, il nero è più "incallito", cioè viene via più difficilmente, quindi indice di una pressione maggiore sul piede destro rispetto che sul sinistro.
Per adesso non ho occasione di provare percorsi di campagna o di collina / montagna, a parte un caso isolato, ma credo che se lo facessi regolarmente, variando il tipo di terreno, questo "vizio" dovrebbe correggersi. Comunque penso sia già un grosso passo avanti il camminare intanto sulle superfici piane o quasi che ho a disposizione.
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Messaggio  Spyro Gio Apr 05 2012, 15:47

Io sono in parte fortunato in quanto abito tra Carso e campagna e quindi di terreno naturale e non molto impegnativo per camminare scalzo c'è l'ho. Svantaggio è che d'inverno fa troppo freddo e d'estate troppo caldo. Il mio sogno è di avere una bella seconda casetta vacanza in montagna e là rintanarmi nei torridi mesi estivi e calcare a piedi nudi i sentieri montani per irrobustirmi ancora di più le suole naturali....anche se per me la montagna è bella in tutte e quattro le stagioni, mi ci trovo benissimo sempre...non a caso sono iscritto al CAI da ormai dieci anni.
Io vivo a 4 km in linea d'aria dal mare ma una parte di me vive per sempre tra le alte cime alpine ^^
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Messaggio  ALEBO Gio Apr 05 2012, 16:02

vecchio scarpone ha scritto:Intervengo sull'argomento, sollecitato da post recenti, ci avviciniamo alla stagione buona e più invitante per le escursioni in montagna?...
Ho già scritto in passato che vado scalzo esclusivamente in montagna, preferibilmente quando il sentiero o quello che c'è si inerpica e più è ripido tanto meglio è.
In montagna vado spesso, per me non è difficile, basta aprire la porta di casa e il sentiero è lì che ti aspetta per salire...ne ho il tempo e sto ancora bene, sotto questo punto di vista sono più fortunato di altri che frequentano il forum e che fanno da carbonari fra la macchina e l'ufficio, timorosi quasi di esser visti calpestare l'asfalto coperto da scatarrature tardoinvernali o cacche del cane di qualche fighetto di città o paese - chiedo scusa, ma non saprei come definire chi porta il cane a cagare e pisciare sui marciapiedi, ansiosi di sostituire le suole delle scarpe con una nera suola callosa.
Vorrei dire agli amici scalzi che non lo hanno potuto fare fin ad ora, di cimentarsi, se ne hanno l'occasione, su di un sentiero di montagna, fra un bosco di larici o abeti o faggi, o salendo un pascolo oltre il limitar della vegetazione.
In salita, non ci sono limiti a dove si può andare - escluso naturalmente quelli oggettivi di neve, ghiaccio e temperatura. Credo di aver sperimentato ogni tipo di terreno. L'unica cosa che non m'è riuscito di fare è quella di calzare i ramponi da ghiaccio direttamente al piede nudo...anche se ieri, ero a oltre 2.400 mt, salendo un breve tratto obbligato in cresta di neve riportata ho dovuto fare con i piedi nudi le tacche nella neve per non scivolare.
Camminando scalzi in salita non vengono nemmeno le famose "solette" - magari qualcuno è proprio ciò che vuole - lo posso confermare anche se le escursioni sono prolungate e ripetute - (solo per capire nel mese di marzo ho fatto un dislivello in salita di oltre 14.000 mt, di cui una metà circa a piedi nudi nella parte più in alto dell'ascensione)
L'impatto del piede è molto più dolce e il movimento naturale contribuisce a tenere pulita la pianta del piede. Questo ti permette di sentire tutte le variazioni del terreno, anche le più piccole e a volte sembra di sentire il respiro della terra.
Diverso è quando fatta la salita bisogna affrontare la relativa discesa. Io regolarmente metto la calzatura - sandali o scarponcino a seconda del periodo. Si può fare anche in discesa, dipende quanto, dove, come è il terreno, la pendenza, ecc ecc. Io lo ho fatto, anche in condizioni limite, ma la godibilità è completamente diversa. Per non parlare della sicurezza, possibilità di scivolare, accentuazione della posizione di difesa assunta dal piede, contrazione dei muscoli con l'istinto a chiudere le dita. Credo che l'amico che parlava entusiasta delle dita del piede che in discesa si allargano sul terreno stesse parlando di una discesa su un prato in leggerissima pendenza. Quando si è fatto un 2000 mt di dislivello in salita magari con pendenze medie del 20% e più e si deve ritornare da dove si è partiti, se non si vuol essere autolesionisti è inevitabile infilare i piedi almeno in un paio di sandali...
Non voglio togliere nulla a chi è contento della soletta nera sotto i piedi, che ama calpestare l'asfalto, frequentare i grandi magazzini e mettere la propria pelle a contatto diretto con il terreno dove gli altri sono passati con le scarpe dopo usciti da un gabinetto...ma a questi solo rivolgo un invito: regalatevi una bella escursione in montagna, la fine dell'inverno è la stagione migliore per gustare tutte le diversità del terreno, calpestate le foglie secche di un faggeto, gli aghi dei larici, i rametti secchi e le pigne, il prato della malga ancora secco, respirate il profumo delle resine e dei primi fiori.

Io abito al mare , ma in estate vado spesso in montagna in Val d'Aosta o in Trentino ed ho fatto alcune escursioni in montagna scalzo. In salita è più semplice, ma ho provato anche in discesa, certamente le difficoltà della discesa sono maggiori soprattutto per la postura del piede. In discesa c'è il rischio di scivolare più facilmente e ci vuole una attenzione maggiore a dove posare il piede.
Le sensazioni sono quelle descritte molto bene da "vecchio scarpone", anche io non posso andare spesso in montagna e devo camminare quando voglio su marciapiedi e strade di città, ma se devo essere sincero non trovo però il piacere delle camminate scalze della montagna o delle strade di campagna.

Certamente mi ritengo fortunato perchè posso fare soprattutto in inverno camminate lungo la spiaggia di Tirrenia ed anche qui è un bel camminare con l'acqua che ti bagna i piedi che sull'inizio sembra un po' fredda, però con il passare del tempo questa sensazione sparisce per lasciare il posto ad una sensazione piacevole e tonificante non solo per i piedi, ma per tutto il corpo.

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Messaggio  cyberteam Mar Apr 10 2012, 10:33

Ciao

Ogniuno fa quello che può e dove può. L'alternativa è non farlo. Se hai a portata di mano solo marciapiedi e centri commerciali, ti adatti.
Chiaro che potendo nella natura è meglio, anche dal punto di vista psicologico.
Io abitando in estrema periferia di Roma, dalla parte che guarda verso gli Appennini, la montagna piu vicina ce l'ho ad una mezz'ora di macchina e diverse volte ho fatto escursioni scalzo, anche se con dislivelli ridotti.
Certo, non sono le cime delle Alpi, però dobbiamo farcele bastare (per inciso, se qualche altro socio di Roma fosse interessato, si potrebbe anche organizzare qualcosa).

Ciao
cyberteam
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