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Una escursione scalza di 100 Km in 5 giorni

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Messaggio  Elan Mer Gen 16 2013, 13:02

Promemoria primo messaggio :

http://www.jugend-wandert.de/wettbewerbsbeitraege/09.htm

Allego una interessante pagina dal sito della DWJ ( Deutsche Wander Jugend - associazione giovanile escursionistica tedesca) con il report circa un concorso annuale di escursionismo dedicato alle scuole, nel quale una classe di liceali si è vista assegnare il 3. premio, in virtù del loro progetto: una escursione a piedi nudi, in svizzera, di 100km da percorrere in 5 giorni. Come spiega il report i ragazzi ce l'hanno fatta quasi tutti (una eccezione), anche se qualcuno, pochi tuttavia, ha percorso l'ultimo tratto con le scarpe ai piedi.

Trovo significativa la motivazione data dalla giuria, che vi traduco:

„Barfußwanderungen sind in den letzten Jahren zumindest in Deutschland durchaus in Mode gekommen. Große Barfußparks werden mittlerweile angelegt. Eine 100 km Tour barfuß zurückzulegen, ist jedoch etwas ganz anderes und erfordert mehr von den Beteiligten. Der Jury taten teilweise die Füße allein durch das Anschauen der Fotos weh. Diskutiert wurde auch darüber, ob 100 km nicht zu heftig und überfordernd sind. Bei Betrachtung der Zielgruppe jedoch konnten wir diese Gedanken zur Seite schieben. Eine solche Aktion überhaupt anzugehen, sie durchzustehen, die Zähne zusammen zu beißen, die eigenen Grenzen zu überschreiten und über sich hinauszuwachsen sind Aspekte, die für Schülerinnen und Schüler auch am Beginn des Berufslebens anstehen. Aus dieser Sicht erschien der Jury ein solches Angebot, an dem sich junge Menschen ausprobieren können, sehr sinnvoll.”

"L'escusionismo a piedi nudi è diventato piuttosto di moda negli ultimi anni, perlomeno in Germania. Ultimamente vediamo sorgere grandi parchi per lo scalzismo, ma un Tour di 100 Km a piedi nudi è certamente qualcosa di molto diverso che richede un ben diverso impegno da parte dei partecipanti. Ad alcuni membri di questa giuria facevano male i piedi solo alla vista delle foto. Abbiamo anche discusso se 100 Km non rappresentassero un traguardo troppo ambizioso ed eccessivamente impegnativo, ma ogni riserva al riguardo è stata messa da parte dopo avere visto il gruppo giunto al traguardo. Il solo fatto di affrontare una tale prova, portarla fino in fondo, stringendo i denti per superare i propri limiti e crescere nella autoconsapevolezza, sono situazioni che studenti e studentesse ritroveranno nell' affrontare il mondo del lavoro. Per questo motivo la giuria ritiene che questo progetto, nel quale giovani persone hanno la possibilità di mettersi alla prova, sia molto significativo."

Al di là dello scalzismo e della evidente considerazione di cui inizia a godere in Germania, nonchè della sua interessante diffusione, vi prego di confrontare le iniziative della scuola tedesca ed il suo approccio alla educazione dei giovani cittadini, che vengono cresciuti nell' ottica della capacità di impegnarsi per affrontare le difficoltà che la vita metterà loro davanti, con la nostra scuola per bamboccioni, che dà poca preparazione e nella quale, per assecondare i desideri dei genitori italiani, si crescono cittadini sempre pronti a lamentarsi dei loro diritti offesi ed a pretendere la strada spianata, il posticino sicuro e di proprio gradimento e tanta comoda bambagia che li protegga come erano abituati a casa e ditemi se non è davvero ora che ci svegliamo e cominciamo a cambiare.


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Messaggio  tarzone Gio Gen 24 2013, 21:19

È chi ha parlato di call center?
Non posso evidentemente citare l' azienda ma vi diró che sta a Torino, non è la Fiat, ma quasi , e la prima lettera del suo nome è una I che sta per "international" , ma potrei citarne a dozzine che si comportano in quel modo.
Saluti precari
Valerio


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Messaggio  tarzone Gio Gen 24 2013, 21:26

È poi vogliamo mettere le "privatizzazioni & liberalizzazioni" all' italiana? Vedasi assicurazioni e carburanti, due bei cartelli alla faccia del libero mercato e dei consumatori. Di liberismo così non so che fammene.
Avete mai visto scendere il costo di queste due cose? Mai.
Le privatizzazioni e liberalizzazioni in Italia si riassumono in poche parole: concentrazione degli utili e divisione delle perdite( a carico dei soliti noti contribuenti)
Saluti liberalizzati
Valerio

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Messaggio  Elan Ven Gen 25 2013, 12:24

Sulle liberalizzazioni all italian siamo d'accordo: il problema è proprio lì ... Lo Stato continua a voler proteggere e controllare il mercato. E' come se dicesse alle imprese: io vi soffoco di tasse e di obblighi asurdi, però in cambio, ti garantisco dalla concorrenza e ti autorizza a fare prezzi alti, così ribalti sui cittadini ciò che io ti rubo.

Un esempio? le farmacie. Lo Stato le usa come banche ritardando i pagamenti dei medicinali a carico delle ASL fino all' impossibile, in più pretende che facciano da CUP, per togliere lavoro alle ASL e ridurre i costi (sic!), in cambio limita le licenze ed il numero delle farmacie ed autorizza a vendere ai prezzi più alti d'europa.

E' lo Stato il problema (sistema, classe politica ed istituzioni), ma qualcuno continua ad illudersi che statalizzando tutto i problemi si risolvano ...

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Messaggio  Elan Ven Gen 25 2013, 12:27

Che azienda è? a questo punto sono curioso. non c'è niente di male a citarne il nome

E' per caso l'IVECO ? e che tipo di lavoro ci svolge un laureato in lettere? Capisci che c'è anche un problema di professionalità? magari se fosse un bravo saldatore o un meccanico qualificato sarebbe assai meno precario, non credi? Quando un ragazzo ( o meglio migliaia di ragazzi) decide di studiare lettere, perchè a lui piace, ha tutta la mia ammirazione ... ma si deve rendere conto che gli studi non sono un biglietto garantito verso una professione e scegliere sulla base delle proprie passioni anzichè di una qualche ricerca di mercato, comporta dei rischi.

Io ho scelto ingegneria, mentre mi sarebbe piaciuto fare il ricercatore in biologia, però mi ero sentito un po' in giro e credo di avere fatto una scelta razionale ...

Un laureato in lettere può trovare una collocazione aziendale (a parte nell' editoria) solo se aggiunge altre conoscenze al suo bagaglio ... per esempio marketing e comunicazione, oppure può tentare la strada del venditore ... strada dura, ma con un altissimo tasso di ricollocamento e massime possibilità di carriera aziendale (molto più di un ingegnere).

Poi può anche darsi che ,per inclinazione ed indole personale, questo ragazzo non sia tagliato per il mondo aziendale e abbia la vocazione del docente o del letterato e allora è giusto che allarghi gli orizzonti della sua ricerca, perchè in Italia non c'è accesso alle università se non restandoci dentro dal giorno dopo la laurea e quelli che lo tentanto sono tantissimi (in generale per un posto di insegnante c'è la ressa). Purtroppo in Italia non esiste mobilità tra carriere e tipi di lavoro ... a me sarebbe piaciuto molto, dopo tanti anni di aziende, poter trovare un incarico di insegnamento universitario, ma è pura utopia, perchè all' università ci sono solo quelli che non hann omai lavorato in una azienda ... in america invece, la mobilità tra lavori diversi è molto comune.

L'alternativa è un mondo socialista in cui all' univeristà, poniamo a lettere, ammettono solo tanti studenti quanti il piano quinquennale prevede di dover piazzare nell' insegnamento. E' meglio? secondo me no, perchè lascia ugualmente ampio spazio alle ingiustizie e in più ti limita le possibilità di scelta. Ogni individuo deve essere libero nella sua personale ricerca della felicità, il che non vuol dire che la felicità possa essere garantita a tutti.



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Messaggio  lucignolo Ven Gen 25 2013, 15:25

Una premessa: il sottoscritto ha fatto quattro anni di Università, più un anno di "internato" non in un manicomio, ma in un istituto di Chimica Fisica.
Poi ha dovuto fare un anno di tirocinio obbligatorio gratuito (i medici no, sono pagati, non ho capito bene la differenza), perché a quanto pare una laurea ed un anno di internato non bastano a garantire che tu sappia svolgere la tua professione, serve proprio quell'esame istituzionale ridicolo come garanzia.
Durante quell'anno non avevo diritto a nulla: alla mensa, ad un parcheggio all'interno della struttura ospedaliera, entravo alle ore otto di mattina, mangiavo un pasto freddo conservato in un contenitore di plastica nella lavanderia del laboratorio e digerivo sul bancone di lavoro.
La sera (come erano buoni) i capi mi offrivano, a volte, una pizza, poi si rientrava in laboratorio e si continuava a lavorare (ricerca) fino alle ore 24.
E si doveva fare, se volevo una firma sul libricino che mi faceva accedere all'Esame di Stato.
Poi ho fatto per quattro anni il volontario, con i capi seduti sulle mie spalle con un bastone con la carota legata alla punta (leggi: se possiamo ti aiutiamo ad essere assunto, ma nessuno ti può, ovviamente, garantire qualcosa) che si allontanava ad ogni passo.
E se vuoi la carota devi stare qui a tempo pieno: niente supplenze a scuola, niente lavori extra.
Il tutto per una cifra massima (parlo dell'ultimo anno su quattro) di dieci milioni delle vecchie lire, tasse escluse.
Poi arrivò il concorso che riuscii a vincere ed entrai in ruolo.
Feci ulteriori cinque anni di scuola di specializzazione in Biochimica e Chimica Clinica, perché un laureato non può lavorare in un laboratorio senza una specializzazione (oggi la cosa è stringente).
Non avevo diritto, come volontario obbligato, né a malattie, ferie o agevolazioni varie.
Quei cinque anni contributivi mancati chi me li ridà? E fui l'ultimo dei fortunati, perché oggi ho colleghi di quarant'anni che vengono assunti, se tutto va bene, con contratti di anno in anno.
Chi stipulerà con loro un mutuo?
Potranno mantenere una famiglia?
Avranno la capacità reddituale di comprare una casa o di pagare un affitto di 600 - 700 euro al mese?
E poi si chiedono 42 anni di contributi.
Mi sembra che queste anomalie, chiamiamole così perché sono buono, succedano da decenni, visto che vi ho parlato di cose accadute trent'anni fa e che, al di la del succedersi di partiti che promettono la luna nel pozzo, nulla sia cambiato, comprese le chiacchiere reiterate su esperienze che sembra che tutti abbiano toccato con mano, ma che nessuno sembra aver recepito fino in fondo, con la ferrea volontà di cambiare qualcosa.
Ed il barefooting, tanto per tornare in argomento, non smentisce queste leggi comportamentali storiche.

Al di la di questo, non vi sembra che tutto ciò c'entri molto, ma molto poco con i cento chilometri in cinque giorni?

Il moderatore.
Wink
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Messaggio  tarzone Ven Gen 25 2013, 16:37

Cosa ci fa una laureata in mediazione linguistica all' Iveco? Parla in spagnolo o in francese o in inglese con le consociate estere. Oppure risponde al call center al quale si rivolgono gli autisti dei camion in caso di avarie, disguidi, ecc.
Sarà anche inutile ma ogni tanto serve.
Ma poi siamo così sicuri che gli (pseudo)imprenditori italiani siano così bravi e lo Stato così stupido? A me pare invece che sappiano sin troppo bene come farsi gli affari loro, poi quando non c'è più niente da mungere, compreso dallo stato, saluti & arrivederci.
La liberalizzazione delle assicurazioni e dei carburanti sono state fortemente volute da questi soggetti per poi creare un cartello dove, tutti d' accordo, bloccano i prezzi a loro convenienza a danno dei consumatori.
Non mi pare che questi signori siano delle mammolette benefattrici.
Saluti
Valerio
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Messaggio  tarzone Ven Gen 25 2013, 21:57

È poi concludo l'OT.
Se c'é una categoria che non riesce a farmi pena sono i farmacisti. Si lamentano come vitelli al mattatoio, ne conosco tanti, c'è ne fosse uno che ha qualche problema della gente normale, ovvero pagare il mutuo, vestire e istruire i figli, fare la spesa, etc.etc.
Il loro problema è scegliere tra l' Audi e la Mercedes, dove andare in ferie, come investire i soldi in quelle strane macchine mangiasoldi chiamate banche.
Se invece sei laureato in farmacia ma non ne sei il titolare sarai un operaio specializzato in lettura di bar code.(precario)
Appena qualcuno prova a rosicchiare uno dei loro tanti privilegi di casta si compattano come i metalmeccanici dei miei tempi a difesa dei loro diritti corporativi.
Non riescono a farmi pena anche se aspettano i soldi dalle Asl, il mio principale cliente é una Asl delPiemonte, aspetto i soldi un anno e le banche mi dicono"arrangiati" non possiamo aspettare così a lungo le loro rimesse. Loro no, io si.
Passo e chiudo
Valerio



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Messaggio  lucignolo Lun Gen 28 2013, 14:48

tarzone ha scritto:Se c'é una categoria che non riesce a farmi pena sono i farmacisti. Si lamentano come vitelli al mattatoio, ne conosco tanti, c'è ne fosse uno che ha qualche problema della gente normale, ovvero pagare il mutuo, vestire e istruire i figli, fare la spesa, etc.etc.
Il loro problema è scegliere tra l' Audi e la Mercedes, dove andare in ferie, come investire i soldi in quelle strane macchine mangiasoldi chiamate banche.
Scusami, ma proprio questo intervento non l'accetto.
Ma tu che ne sai?
E poi, era proprio necessario arrogarsi il diritto di stigmatizzare una categoria professionale (o qualunque altra)?
Un altro intervento del genere e lo banno brutalmente.
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Messaggio  John & Jane Lun Gen 28 2013, 18:59

Elan ha scritto:

E' per caso l'IVECO ? e che tipo di lavoro ci svolge un laureato in lettere? Capisci che c'è anche un problema di professionalità? magari se fosse un bravo saldatore o un meccanico qualificato sarebbe assai meno precario, non credi? Quando un ragazzo ( o meglio migliaia di ragazzi) decide di studiare lettere, perchè a lui piace, ha tutta la mia ammirazione ... ma si deve rendere conto che gli studi non sono un biglietto garantito verso una professione e scegliere sulla base delle proprie passioni anzichè di una qualche ricerca di mercato, comporta dei rischi.

esiste mobilità tra carriere e tipi di lavoro ...



Hai perfettamente ragione.
Come corso di studi, sono architetto con tanto di abilitazione. Ma io, l'architetto non l'ho mai fatto salvo il periodo in cui arredavo negozi di alimentaristi (mi ero appena sposato e dovevo sbarcare il lunario). Mi laureai con una tesi su "Ponti e Grandi Strutture". Ebbene, i parrucconi, i baroni ecc. del Consiglio di Facoltà, all'esame di laurea mi massacrarono: ne uscii con le ossa rotte, anche perché nel frattempo il mio relatore ebbe il pessimo gusto di morire, ma sostanzialmente intero e con un voto miserabile. Non potevano ammettere che io non potessi provare chi sa quale interesse per "la grande architettura". E poi, nel contesto temporale del mio corso di studi, la Facoltà era politicizzata all'estremo; vinceva la Sinistra. E io, essendo politicamente agnostico, ho subito tante di quelle angherie che la metà bastava e soperchiava.
E così, dopo il periodo di "arredatore", mi sono dedicato al calcolo strutturale: ai tempi in cui si faceva tutto col regolo calcolatore. Cosa molto formativa.
Aggiungo che non mi trovo affatto a mio agio con i miei colleghi: preferisco le frequentazioni con gli Ingeneri e i colleghi diplomati. I quali mi hanno insegnato moltissimo circa l'esercizio professionale, cosa che a scuola si guardano bene dall'approfondire. Tanto per concludere, mi venne l'estro di prendere la seconda laurea, in ingegneria elettrotecnica; era un pallino che avevo fin da adolescente. Pur avendo un'ottima media, stoppai alle soglie della laurea per i soliti motivi familiari.
Gli studi e la pratica, però li misi a frutto: finii in Albania, in Nicaragua, in Tanzania e in Sud Africa a progettare, a dirigere la ristrutturazione di impianti elettrici e a lavorarci di persona, dato che non avevo paura di sporcarmi le mani; cosa per cui ero portato in palma di mano dalle maestranze. Ed è vero: chi non è in grado di lavorare, non può dirigere.
Tanto per smorzare l'O.T. dirò che in Nicaragua eccetera, sono stato sempre felicemente scalzo; tranne quando dovevo intervenire su circuiti in tensione: lì bastavano le ciabatte di gomma (gli Zoori).
E ti confermo che hai ragione, Guido: io che giovane più non sono, sconsiglio vivamente le nuove leve dal fermarsi alla prima osteria: magari ti trovi bene, perché no. Ma come sarà la prossima?
Saluti elettrici & avvinazzati!
Gianc.

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Messaggio  tarzone Lun Gen 28 2013, 23:54

Aiutatemi a capire, per favore. Sono io che non riesco a spiegarmi o cos' altro?
Dai post che leggo devo arguire che se vali e sai lavorare fai carriera, mi pare che in Italia non avvenga sempre cosí, anzi il 99% delle volte accade il contrario. Nel pubblico e nel privato, i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Un interprete all' Iveco evidentemente non serve perchè all' Iveco (in Italia) si dovrebbero costruire componenti per camion di diverse portate, quindi a che serve una laureata in "scienze della mediazione linguistica"?
Rispondo anche a Flavio, se ho scritto quello che ho scritto, ho scritto conoscendo la realtà vivendola da vicino piú di quanto si immagini. Le corporazioni non godono delle mie simpatie, questo é evidente, non pretendo di essere nè condiviso nè approvato. Provo più empatia per i giovani precari, per gli emarginati e gli esodati che non per categorie professionali che non sempre hanno brillato per virtù.
Passo al silenzio.
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Messaggio  John & Jane Mar Gen 29 2013, 00:46

tarzone ha scritto:Aiutatemi a capire, per favore. Sono io che non riesco a spiegarmi o cos' altro?
Sia io che Guido (credo di interpretare il suo pensiero) volevamo dire che ci dobbiamo reinventare, all'occorrenza. E più che mai come oggi, vale il vecchio detto: "impara l'arte e mettila da parte".
Ciao

John & Jane

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Messaggio  Elan Mar Gen 29 2013, 13:02

Credo che Tarzone non capirà mai. Purtroppo ha una mentalità piuttosto rigida, irrigidimento da socialismo reale Smile ... per lui se uno è un bravo inteprete, lo Stato (che lui tanto ama ed in cui tanto crede) gli dovrà trovare un lavoro da interprete ... altrimenti perchè mai lo avrebbe lasciato studiare? E se non ci sono abbastanza posti, basta metterne due dove ce n'era uno ed il gioco è fatto.

Il problema è che persone in grado di parlare ad un camionista in una lingua straniera sono abbastanza facili da trovare, senza bisogno di "dottori della mediazione linguistica"... e quindi vengono trattati e pagati di conseguenza. Quando gli italiani che sapevano una lingua straniera erano pochissimi, il discorso era ben diverso ... ma ora non solo gli italiani cominciano a sapere qualche lingua strainera, ma siamo anche pieni di stranieri, di tutte le lingue, che, giocoforza, hanno imparato l'italiano.

Quindi, come hanno detto altri, primo, è meglio non fermarsi alla prima osteria, secondo, forse ancora più vero, occorre inventarsi il proprio lavoro, aggiungendo a delle conoscenza non sufficientemente specialistiche, altre conoscenze che danno plusvalore. Per esempio, un interprete diventa mediatore linguistico, quando comincia ad essere un esperto di una certa materia (o di diverse culture), di cui conosce non solo tutte le locuzioni in uso, in entrambe le lingue, ma anche quanto più è possibile della materia stessa ed inizia a mediare, non solo le parole, ma anche i pensieri che le producono.

Con questo non è che io ed altri vogliamo mettere in dubbio che in Italia (ed anche altrove) esistano scorciatoie per il successo, il potere ed il denaro, trappresentate da raccomandazioni, parentele, conoscenze, POLITICA e criminalità, ma questo non deve essere un alibi per una fatalistica accettazione del proprio destino, per la rinuncia a cercare di governarlo con l'unica consolazione di poter brontolare costantemente contro il sistema e di urlare ogni tantoche "ha da venì Peppone!"

Niente sostituisce l'impegno individuale, la duttilità mentale e la capacità di adattamento, nel ricercare la nostra via in questa vita, che forse non ci porterà ai vertici delle imprese e dalla finanza, ma a condizioni di benessere relativo e anche a qualche soddisfazione. La società, a mio modesto avviso, deve fornirci i mezzi e le opportunità, in misura più paritaria possibile, ma poi non può garantirci il successo perchè quello dipende il larga parte da noi, dalle nostre qualità intrinseche, ma anche e molto da impegno, testardaggine, spirito di sacrificio ... ed ecco perchè considero, come la commissione d'esame di cui in apertura, la scelta di una classe di portare a termine un viaggio a piedi nudi di quella portata un eccellente esercizio formativo.


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Messaggio  tarzone Mar Gen 29 2013, 14:04

Non mi pare che l' Iveco sia un impresa statale, tantomeno lo stato stesso.
Forse sei tu che non hai capito, io con peppone & soci non c'entro nulla.
Basterebbe, forse, ogni tanto ispirarsi ai quei principi, che pure non sono i miei, tanto cari al 99% degli italiani che professano il cattolicesimo, ovvero la solidarieta.
Saluti
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Messaggio  Elan Mar Gen 29 2013, 15:48

Se non c'entri, forse dovresti andarli a trovare ... magari vi piacereste Smile

Cosa c'entra il fatto che l'IVECO non sia statale? proprio perchè non lo è agisce sulla base di regole di mercato e non di solidarietà cristiana. Se fosse statale, sarebbe piena di interpreti in pianta stabile, immagino.

La solidarietà sociale è una cosa importante, ma non si traduce nell dare qualcuno qualcosa che non merita, solo in virtù del fatto che la vuole. La solidarietà vuol dire occuparsi dei più deboli, di chi non può, di chi non ha mezzi, cercando di dare un minimo vitale o di aiutare a ripartire. In pratica, sostegno ai disoccupati, ai malati, agli handicappati ed agli sfortunati in genere, non dare un lavoro da laureato a chiunque sia laureato ... o inventarsi lavori che non servono in enti inutili ... non so se mi spiego ...

Eppoi, non disperidamoci: il succo della discussione è se nella vita di un giovane che si affaccia la mondo del lavoro contino le sue doti e la sua voglia di lottare e di emergere, o sia un mondo in cui senza una spinta, una corruttlea o una conoscenza si sia condannati alla'inedia ed alla sconfitta. Io sostengo che non è così, nonostante tutti i fenomeni negativi che ben conosciamo e che esistono e niente sia più antieducativo e sbagliato che fare credere ai ragazzi che le cose vadano in questo modo e indurli a credere che darsi da fare non serve e che invece debbano aspettare un leader o un partito che faccia giustizia per loro, regandogli ciò a cui ambiscono. questo è il succo dle problema e sono convinto che se ci pensi bene e metti da parte per un attimo la tua voglia di rivendicazioni, non la pensi poi in modo tanto diverso da me, Flavio o John ...

Mio figlio, che sta studiando ingegneria con bassa velocità e risultati non brillanti, l'ho già messo in guardia ... gli ho detto testualmente: "guarda che di ingegneri mediocri non sa ché farsene nessuno" e lo sto spingendo ad aggiungere al suo curriculum altre caratteristiche, come la conoscenza delle lingue o capacità pratiche ... ma non mi faccio illusioni, temo che non farà strada, a meno che al momento opportuno non tiri fuori grinta, perseveranza, impegno ed un po' di astuzia (un po' di culo non guasterebbe) ... altrimenti sarà uno dei tanti che ci metteranno una vita a trovare una collocazione, magari insoddisfacente e mi toccherà mantenerlo ... ma non mi sentirò in colpa, perchè non ho mai mancato di mostrargli la strada. Si può portare il cavallo all' acqua, ma non lo si può costringere a bere ...
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Messaggio  tarzone Mar Gen 29 2013, 19:36

E poi la finiamo.
Io con Peppone & soci non sono mai andato d' accordo, (da studente mi sono pure preso un paio di sprangate da loro, ma anche dai loro anntagonisti) ma nemmeno con quelli di Don Camillo, tanto per capirci.
La mia mentalità da riformato non accetta alcuna limitazione di libertà di pensiero, opinione ed espressione, per cui....
Per il resto lasciamo perdere, non hai capito, probabilmente, anzi certamente non sono in gardo di esplicitare correttamente il mio pensiero, d'altronde io non pretendo che tu cambi idea, e, ritengo, tu ti comporti in egual maniera, per conseguenza possiamo considerare chiuso definitivamente l' argomento.
Saluti definitivi
Valerio
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Messaggio  Elan Mer Gen 30 2013, 01:07

Non è tanto difficile esplicitare il proprio pensiero, ma bisogna poi avere il coraggio di guardarlo in faccia. Tu hai sostenuto che viviamo in una società ingiusta, dove le qualità personali, l'impegno, il sacrificio contano poco o pochissimo e va avanti solo chi è vicino a chi detiene il potere, chi ha denaro, conoscenze. In pratica vanno avanti solo i mediocri alla faccia di chi invece avrebbe valore, ma non conta o non appartiene alla casta che conta e, alla fine i poveri resteranno sempre poveri, maltrattati, ingannati e fregati ed i ricchi saranno sempre più potenti e si appropriano di tutto.

Ovviamente c'è del vero anche nella tua nera visione, ma questo non è un quadro completo della società, perchè i ricchi ed i potenti non sarebbero né l'uno , né l'altro, o lo sarebbero per ben poco tempo, se non avessero anche delle qualità e capacità, mentre, dall' altra parte, coloro che hanno qualità e le abbinano a ingegno, perseveranza, applicazione ed un minimo di intelligenza analitica e coraggio, le società come la nostra (alcune in misura maggiore) offrono sempre, anche nei momenti peggiori, interessanti possibilità di ascesa sociale, perchè, comunque e sempre, servono anche persone che sappiano fare e portare risultati.

Ognuno di noi due è convinto di ciò che dice ... può darsi che abbia più ragione io, come può darsi che abbia percentualmente più ragione tu... certo è che partire prendendo come base il tuo punto di vista (che per fortuna hai ormai 56 anni) è come partire per una corsa portandosi dietro un'ancora di incrociatore ... non credo sia l'insegnamento migliore da impartire a chi di anni ne ha 20 e tutta la sua vita da costruire.

La mia mentalità da agnostico liberale e libertario, mi dovrebbe porre ancora meno limitazioni e pregiudizi, non credi?

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Messaggio  lucignolo Mer Gen 30 2013, 23:11

tarzone ha scritto:Rispondo anche a Flavio, se ho scritto quello che ho scritto, ho scritto conoscendo la realtà vivendola da vicino piú di quanto si immagini.
Non ho capito se fai finta di non capirmi o se non mi capisci realmente.
Quando tu affermi che "Se c'é una categoria che non riesce a farmi pena sono i farmacisti" ti metti nella posizione di generalizzare su un'intera categoria, mentre, se ho ben compreso, la tua esperienza non può che essere verosimilmente limitata ad alcuni individui.
E dobbiamo stare molto attenti a certi facili processi induttivi.
Tu sai che oggi, più che mai, tutto ciò che viene scritto è nero su bianco, innegabile e perseguibile penalmente.
Difficile appellarsi a malintesi e/o buona fede.
Perciò invito tutti a moderare giudizi lesivi od interpretabili come tali sul forum potenzialmente leggibile da tutti.
Si rischia facilmente una denuncia per diffamazione, come nel caso citato da te, dove sembra che un certo tipo di professionista anteponga per definizione (arbitraria, questo lo aggiungo io) i suoi interessi personali ai suoi sacrosanti doveri deontologici.
Spero di essermi spiegato.

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Messaggio  tarzone Gio Gen 31 2013, 00:30

Ciao Flavio,
Nel mio messaggio ho detto che i farmacisti non riescono a farmi pena.
Non ravviso in questa affermazione "gli estremi del reato", non li ho insultati né accusati di nefandezze o malversazioni. Lungi da me tutto ciò. Il mio messaggio stigmatizzava un' affermazione di elan nella quale si affermava che i farmacisti debbano agire da finanziatori dello stato a causa dei ritardi dei pagamenti delle Asl, vivo questo problema sulla mia pelle e so quanto sia doloroso, ma noto altresì che per loro lo é di meno.
Se queste affermazioni possono arrecare sanno all' associazione cancella tutto, non c' è alcun problema, l' unico responsabile delle mie idee e affermazioni solo e soltanto io.
Malgrado ciò che può pensare elan sono perfettamente in grado di guardare in faccia alla realtà e ai miei pensieri oltrechè alle mie affermazioni.
Saluti
Valerio
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Messaggio  lucignolo Ven Feb 01 2013, 23:27

tarzone ha scritto:Se queste affermazioni possono arrecare sanno all' associazione cancella tutto, non c' è alcun problema, l' unico responsabile delle mie idee e affermazioni solo e soltanto io.
Malgrado ciò che può pensare elan sono perfettamente in grado di guardare in faccia alla realtà e ai miei pensieri oltrechè alle mie affermazioni.
Saluti
Valerio
Lasciamo da parte le troppe frequenti polemiche, nonché le battaglie ideologiche personali.
Pensiamo seriamente, almeno qui, a diffondere la parola dello scalzismo, non per creare nuove adepti (se accade, ben venga), ma per indurre la tolleranza e per aiutare i neofiti a vincere le loro paure interiori.
Insomma, che mi lascino camminare a piedi nudi senza rompermi i bounce bounce , pur nel rispetto di alcune (quali?) situazioni inderogabili.
Non cancellerò nulla, solo cerchiamo di convincerci che siamo nudi davanti ad una finestra spalancata esposta al pubblico.
E cerchiamo di comportarci di conseguenza.
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