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Messaggio  Young_barefooter Ven Lug 12 2013, 10:41

La mia recente iscrizione al forum mi ha galvanizzato a tal punto che mi sto "lanciando" sempre di più, quasi superando alcuni limiti che mi ero imposto in passato.

Ieri per esempio sono uscito piuttosto tardi dal lavoro, ero molto di fretta e rischiavo di perdere il treno. Dovevo correre e la temperatura dell'asfalto nei tratti assolati mi sembrava vulcanica, così ho rinunciato alla consueta passeggiata scalza di circa 15 minuti dall'ufficio alla stazione. Naturalmente sono arrivato al treno "cotto" e con i piedi bolliti, così durante il viaggio in treno verso casa ho fatto sparire  le scarpe nello zaino. Fin qua nulla di speciale direte...

Il fatto è questo: pur salendo spesso in treno direttamente scalzo (tanto nella ressa generale in stile assalto alla diligenza quasi nessuno mi nota), giunto in vista della mia stazione di destinazione rimetto le scarpe a causa del consueto timore di incontrare qualche conoscente.
Ieri pomeriggio però, visto il caldo assurdo che faceva anche in treno mi son detto "rimettermi le scarpe? ma chi me lo fa fare!".
Ovviamente avevo il cuore a mille ma avendo aspettato fino all'ultimo secondo non c'era più tempo per rimettere le scarpe, il treno era praticamente fermo e se aspettavo restavo su fino alla stazione successiva...

Così ho fatto un bel respiro profondo e con aria noncurante sono sceso dal treno a piedi nudi.
Probabilmente sarò stato oggetto di parecchi sguardi increduli ma sinceramente me ne sono fregato, e soprattutto ho sperimentato una sensazione nuova: mi sentivo come felice di ostentare il fatto che ero scalzo, quasi desideravo essere il più visibile possibile.
Non voglio fare l'esibizionista, però sono convinto che tra quegli sguardi sicuramente c'era qualcuno che ha provato un po' di sana invidia e magari ammirazione nei miei confronti. In quel momento ero orgoglioso di mostrarmi libero dai condizionamenti di cui loro stessi erano vittime.

Erano all'incirca le 5 del pomeriggio, la temperatura dell'asfalto era perfettamente sopportabile. Uscito dalla stazione il mio orgoglio era al 100%, menefreghismo totale verso gli sguardi altrui e via scalzo fino alla macchina... Ho attraversato un pezzo di parcheggio dove qualche fesso aveva disintegrato una bottiglia di birra schivando vari pezzi di vetro, assolutamente zero danni riportati. Ho sorpassato a passo veloce su un marciapiede di asfalto a grana grossa piuttosto caldo diverse persone, per entrare infine nel parcheggio sotterraneo dove ho la macchina.
Lì sotto è spettacolare: pavimento di cemento perfettamente liscio e fresco, non sporchissimo ma in grado di regalare un bel colore nero in pochi passi. Naturalmente sono stato pienamente avvistato da una signora sui 50 che aveva parcheggiato vicino. Ormai mi aveva visto, se avessi armeggiato con le scarpe avrei attirato ancora di più la sua attenzione. Così con grande naturalezza sono salito in macchina scalzo e sono partito.  
Prima di andare a casa sono passato dal barbiere per una rapida "tosata" in vista della partenza per il mare. Però lì prima di entrare ho indossato le scarpe, non mi sentivo di osare così tanto. All'uscita però mi sono rimesso alla guida scalzo e tale sono rimasto anche alla stazione di servizio dove ho fatto il pieno di gasolio.

Arrivato a casa ho fatto una doccia veloce e sono passato a trovare i miei nuovi vicini di casa (si sono trasferiti questa settimana).
Ammetto che non sono sconosciuti, lui è un cugino di mia moglie che è al corrente delle mie stravaganze. Naturalmente mi sono presentato alla sua porta scalzo. Sono entrato, abbiamo chiacchierato per 15 minuti, e solo a quel punto lui si è accorto che ero scalzo e mi ha chiesto se camminassi sempre così (comunque non sembrava molto stupito della cosa). Mia moglie ha risposto "si si è sempre scalzo, stai tranquillo!". Io ho approfittato della situazione avvisando di non stupirsi in futuro in quanto inverno o estate che sia io sono sempre scalzo.
Gli ho fatto anche i complimenti per i pavimenti belli lisci e freschi di casa sua (lui mi ha detto: non ci ho mai fatto caso! e a quel punto ha tolto le ciabatte per sentire anche lui il pavimento...)
Visto che ora ho il "pass" ufficiale dei vicini, sono uscito scalzo in cortile, ho preso la macchina e sempre scalzo ho fatto su e giù dalle scale diverse volte per caricare i bagagli. Mia moglie che mi aiutava non ha avuto assolutamente niente da ridire. Verso le 10 sono sceso ancora a prendere una cosa in macchina, tra l'altro venendo avvistato in pieno dalla signora anziana della palazzina davanti, che è sempre alla finestra a "spiare" quel che succede.

Spero che tutto questo sia solo l'inizio!
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Messaggio  bfpaul Ven Lug 12 2013, 11:05

young_barefooter ha scritto:La mia recente iscrizione al forum mi ha galvanizzato a tal punto che mi sto "lanciando" sempre di più, quasi superando alcuni limiti che mi ero imposto in passato.

Ieri per esempio sono uscito piuttosto tardi dal lavoro, ero molto di fretta e rischiavo di perdere il treno. Dovevo correre e la temperatura dell'asfalto nei tratti assolati mi sembrava vulcanica, così ho rinunciato alla consueta passeggiata scalza di circa 15 minuti dall'ufficio alla stazione. Naturalmente sono arrivato al treno "cotto" e con i piedi bolliti, così durante il viaggio in treno verso casa ho fatto sparire  le scarpe nello zaino. Fin qua nulla di speciale direte...

Il fatto è questo: pur salendo spesso in treno direttamente scalzo (tanto nella ressa generale in stile assalto alla diligenza quasi nessuno mi nota), giunto in vista della mia stazione di destinazione rimetto le scarpe a causa del consueto timore di incontrare qualche conoscente.
Ieri pomeriggio però, visto il caldo assurdo che faceva anche in treno mi son detto "rimettermi le scarpe? ma chi me lo fa fare!".
Ovviamente avevo il cuore a mille ma avendo aspettato fino all'ultimo secondo non c'era più tempo per rimettere le scarpe, il treno era praticamente fermo e se aspettavo restavo su fino alla stazione successiva...

Così ho fatto un bel respiro profondo e con aria noncurante sono sceso dal treno a piedi nudi.
Probabilmente sarò stato oggetto di parecchi sguardi increduli ma sinceramente me ne sono fregato, e soprattutto ho sperimentato una sensazione nuova: mi sentivo come felice di ostentare il fatto che ero scalzo, quasi desideravo essere il più visibile possibile.
Non voglio fare l'esibizionista, però sono convinto che tra quegli sguardi sicuramente c'era qualcuno che ha provato un po' di sana invidia e magari ammirazione nei miei confronti. In quel momento ero orgoglioso di mostrarmi libero dai condizionamenti di cui loro stessi erano vittime.

Erano all'incirca le 5 del pomeriggio, la temperatura dell'asfalto era perfettamente sopportabile. Uscito dalla stazione il mio orgoglio era al 100%, menefreghismo totale verso gli sguardi altrui e via scalzo fino alla macchina... Ho attraversato un pezzo di parcheggio dove qualche fesso aveva disintegrato una bottiglia di birra schivando vari pezzi di vetro, assolutamente zero danni riportati. Ho sorpassato a passo veloce su un marciapiede di asfalto a grana grossa piuttosto caldo diverse persone, per entrare infine nel parcheggio sotterraneo dove ho la macchina.
Lì sotto è spettacolare: pavimento di cemento perfettamente liscio e fresco, non sporchissimo ma in grado di regalare un bel colore nero in pochi passi. Naturalmente sono stato pienamente avvistato da una signora sui 50 che aveva parcheggiato vicino. Ormai mi aveva visto, se avessi armeggiato con le scarpe avrei attirato ancora di più la sua attenzione. Così con grande naturalezza sono salito in macchina scalzo e sono partito.  
Prima di andare a casa sono passato dal barbiere per una rapida "tosata" in vista della partenza per il mare. Però lì prima di entrare ho indossato le scarpe, non mi sentivo di osare così tanto. All'uscita però mi sono rimesso alla guida scalzo e tale sono rimasto anche alla stazione di servizio dove ho fatto il pieno di gasolio.

Arrivato a casa ho fatto una doccia veloce e sono passato a trovare i miei nuovi vicini di casa (si sono trasferiti questa settimana).
Ammetto che non sono sconosciuti, lui è un cugino di mia moglie che è al corrente delle mie stravaganze. Naturalmente mi sono presentato alla sua porta scalzo. Sono entrato, abbiamo chiacchierato per 15 minuti, e solo a quel punto lui si è accorto che ero scalzo e mi ha chiesto se camminassi sempre così (comunque non sembrava molto stupito della cosa). Mia moglie ha risposto "si si è sempre scalzo, stai tranquillo!". Io ho approfittato della situazione avvisando di non stupirsi in futuro in quanto inverno o estate che sia io sono sempre scalzo.
Gli ho fatto anche i complimenti per i pavimenti belli lisci e freschi di casa sua (lui mi ha detto: non ci ho mai fatto caso! e a quel punto ha tolto le ciabatte per sentire anche lui il pavimento...)
Visto che ora ho il "pass" ufficiale dei vicini, sono uscito scalzo in cortile, ho preso la macchina e sempre scalzo ho fatto su e giù dalle scale diverse volte per caricare i bagagli. Mia moglie che mi aiutava non ha avuto assolutamente niente da ridire. Verso le 10 sono sceso ancora a prendere una cosa in macchina, tra l'altro venendo avvistato in pieno dalla signora anziana della palazzina davanti, che è sempre alla finestra a "spiare" quel che succede.

Spero che tutto questo sia solo l'inizio!
Piccoli passi? Beh, chissà cosa succede quando ne farai di grandi ed ora non pensare che "devi" fare chissaché!
Hai detto moooolte cose interessanti.
Sul treno:
- l'hai preso scalzo e ne sei disceso così. Ottimo, e continua a fregartene di sguardi e commenti di chicche e ssia, come diceva Totò. Se qualcuno mai ti dovesse fare osservazione gli dici che hai perso le scarpe.
Dal barbiere:
- La prossima volta vai scalzo, portati un giornale e mettiti a leggere. Quando sarà il tuo turno, delle due l'una: ti chiede come mai o fa un commento; gli rispondi che è una cosa che ti piace e vedrai che apprezzerà. Lui sta in piedi per ore e sa cosa vuol dire avere i piedi "freschi". Fregatene degli eventuali sguardi/commenti dei suoi clienti.
Dai vicini:
- Bravissimo ad apprezzare il fresco dei pavimenti; ha detto una cosa carina ed è pure vera. Quando capita riparlane e vuoi vedere che - almeno in casa - ci sarà un nuovo barefooter?
Comunque, ancora una volta complimenti; vedo che ormai sei ben sintonizzato, non puoi che fare progressi.

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Messaggio  Rei Ven Lug 12 2013, 13:01

bfpaul ha scritto:Se qualcuno mai ti dovesse fare osservazione gli dici che hai perso le scarpe.
E perché mai? Non è vietato, se qualcuno si sente a disagio è un problema suo, i controllori NON POSSONO dirti nulla, e se lo fanno possono passare dei guai se tu fai loro rapporto.
E poi puoi sempre trovare il cretino missionario che vuole darti lui un paio di scarpe, anche e soprattutto dopo che gli hai spiegato che che sei benestante e giri scalzo per "passione" (accaduto realmente).
Quindi, meglio dire la verità: "Certo che ho le scarpe.... a casa."
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Messaggio  bfpaul Sab Lug 13 2013, 14:31

Rei ha scritto:
bfpaul ha scritto:Se qualcuno mai ti dovesse fare osservazione gli dici che hai perso le scarpe.
E perché mai? Non è vietato, se qualcuno si sente a disagio è un problema suo, i controllori NON POSSONO dirti nulla, e se lo fanno possono passare dei guai se tu fai loro rapporto.
E poi puoi sempre trovare il cretino missionario che vuole darti lui un paio di scarpe, anche e soprattutto dopo che gli hai spiegato che che sei benestante e giri scalzo per "passione" (accaduto realmente).
Quindi, meglio dire la verità: "Certo che ho le scarpe.... a casa."
Rei, non far ragionare le persone con la tua testa.
Quando uno è a disagio [tu stesso hai scritto: "se uno è a disagio"] come in treno perché "non può scappare" davanti a domande che si valutano in qualche modo come contestazione, a mio parere, e sottolineo - a mio parere - è meglio una risposta tranchant come dire: " le ho perse" oppure "mi si sono rotte e e ho dovute buttare" piuttosto che dire: vado scalzo.
Ad essere printo a rispondere: "ma io vado scalzo sempre e dovunque" e sopportare una eventuuale contestazione, il nostro amico ci arriverà, e anche presto.
E ce lo racconterà ..
Quanto ai controllori, non si è mai vista una contestazione da parte loro e se mai dovesse accadere, vorrei proprio vedere la scena del controllore che ti caccia dal treno. E' pura fantascienza !!
In questo caso, un consiglio: tirate fuori lo smartphone, riprendete la scena e mettete su Fb. Dopodiché ci faremo un sacco di risate, ma davvero tante!!

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Messaggio  Rei Sab Lug 13 2013, 21:23

bfpaul ha scritto:Quando uno è a disagio...
Intendevo l'eventuale passeggero a disagio davanti ad uno scalzo. In quel caso è un problema del passeggero, non dello scalzo.
Quanto poi alla risposta da dare, se uno non se la sente, pazienza, ma l'esperienza personale mi dice che mettersi sulla difensiva ("le ho perse" oppure "mi si sono rotte e e ho dovute buttare") può scatenare l'aggressività di un potenziale rompiscalzi (Non si può, perché lo dico io!) e creare più problemi che la candida ammissione di essere uno scalzista.
Quest'ultima, infatti genera più curiosità che altro, favorendo un eventuale dialogo che parte sempre dal "Ma perché vai scalzo?".

Quanto alla diffusione di cellulari con telecamera, ricordiamoci che oltre al vostro (il mio non ce l'ha) ci sono anche quelli dei passeggeri. Molti potenziali inventori di regolamenti inesistenti si sono fatti più prudenti da quando hanno capito che avrebbero potuto ritrovare le proprie "gesta" su You Tube.Very Happy
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Messaggio  bfpaul Dom Lug 14 2013, 14:04

Rei ha scritto:
bfpaul ha scritto:Quando uno è a disagio...
Intendevo l'eventuale passeggero a disagio davanti ad uno scalzo. In quel caso è un problema del passeggero, non dello scalzo.
Non uno scalzo, ma lo scalzo che scriveva, con i suoi condizionamenti "transitori". Stiamo al punto.
Rei ha scritto:
bfpaul ha scritto:Quanto poi alla risposta da dare, se uno non se la sente, pazienza, ma l'esperienza personale mi dice che mettersi sulla difensiva ("le ho perse" oppure "mi si sono rotte e e ho dovute buttare") può scatenare l'aggressività di un potenziale rompiscalzi (Non si può, perché lo dico io!) e creare più problemi che la candida ammissione di essere uno scalzista.
Quest'ultima, infatti genera più curiosità che altro, favorendo un eventuale dialogo che parte sempre dal "Ma perché vai scalzo?".
La tua esperienza personale di viaggiatore in treno, credo non sia superiore a quella del nostro amico che è "un pensolare" e comunque è un dato soggettivo. Vale cioè quanto una qualunque esperienza esattamente opposta. Se il nostro amico sta cominciando a fare i primi passi come barefooter non diamogli consigli che andrebbero bene per uno molto più "scafato", si corre il rischio di fargli pensare che "non può farcela" e di arrendersi.
Nei miei post ho suggerito cose anche più forti di dire "le ho perse", che serve per troncare il discorso o per avere il tempo di inventarsi una storia. Non tutti hanno le storielle pronte e ben studiate come te ...
La mia idea è: a chi non si vuol dare una risposta articolata perché non si ha tempo o voglia, si dà una risposta a cui non ci sono obiezioni, a chi si vuol dare una risposta perché fa la domanda intelligente "perché vai scalzo?" si risponde in modo da avviare una conversazione.

Rei ha scritto:
bfpaul ha scritto:Quanto alla diffusione di cellulari con telecamera, ricordiamoci che oltre al vostro (il mio non ce l'ha) ci sono anche quelli dei passeggeri. Molti potenziali inventori di regolamenti inesistenti si sono fatti più prudenti da quando hanno capito che avrebbero potuto ritrovare le proprie "gesta" su You Tube.Very Happy
Ecco, qualche passeggero potrebbe fare qualche clip e così il "rompiscalzi" verrebbe senz' altro "messo in discussione..."

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Messaggio  Rei Dom Lug 14 2013, 20:12

bfpaul ha scritto:La tua esperienza personale di viaggiatore in treno, credo non sia superiore a quella del nostro amico che è "un pensolare" e comunque è un dato soggettivo.
La mia esperienza personale di viaggiatore in treno, in effetti, non può competere con quella di un pendolare.
Ma, soprattutto in questi ultimi mesi, ho lavorato a fianco di una psicologa, studiando alcune dinamiche comportamentali.
Curiosamente, il rapporto scalzo - non scalzo forniva un caso particolare di queste dinamiche oggetto del nostro lavoro.
I consigli che ho dato, infatti, non valgono solo per i viaggiatori in treno, ma per tutte le interazioni tra uno scalzo ed un calzato perplesso: alcuni atteggiamenti possono (possono, non necessariamente devono) provocare atteggiamenti negativi mentre altri portare ad atteggiamenti positivi nei nostri interlocutori.
Mentire per proteggersi è comprensibile, ma è un mettersi sulla difensiva, con tutto il linguaggio del corpo che trasmette il messaggio "sto mentendo perché ho paura di dire la verità, sto mentendo perché mi sento fuori posto, sto mentendo perché inconsciamente so che sto facendo qualcosa di sbagliato".
Questo messaggio non viene percepito consciamente dall'altro, ma a livello inconscio sì: è la percezione del cosiddetto "odore della paura".
Tutto bene se ci troviamo davanti una persona indifferente o solo curiosa, ma se ci troviamo davanti una persona potenzialmente aggressiva, allora stiamo rischiando.
Perché molta aggressività viene repressa dalle convenzioni sociali e dall'educazione, ma l'odore della paura abbassa le barriere autoimposte alla nostra aggressività.
Ed ecco che la guardia giurata, il controllore, il commesso di supermercato supera il dubbio che lo stava trattenendo (è proibito o no?) e si sente autorizzato a criticare e/o proibire ciò che non solo ritiene sbagliato, ma che percepisce come ritenuto sbagliato anche dallo scalzo timoroso.
Scherzosamente l'avevo chiamato "Effetto Lucignolo", anche se lui si arrabbia, ma è la spiegazione scientificamente corretta del fatto che beccavano sempre e solo lui, anche in presenza di una decina di scalzi.

Il dire tranquillamente la verità, meglio con un sorriso, blocca istantaneamente questo meccanismo, annullando addirittura la domanda "è proibito o no?" che il potenziale aggressore si stava ponendo.

A questo punto, in base alla curiosità del nostro interlocutore, può o non può partire un'eventuale discussione sul perché delle scalzismo, dei suoi vantaggi, eccetera, ma non è obbligatorio che accada.
Alcune barriere sociali sono tali che il discorso può cadere lì, dopo aver chiarito che stare scalzi (in treno ed altri posti) non è vietato.
Ma questo è un altro discorso...

Ci sono però delle persone che, per frustrazione personale, aggressività innata, stupidità congenita partono ugualmente in quarta anche senza sentire l'odore della paura: anche in questo caso, un'ostentata sicurezza  e fredda determinazione ("Lei l'ha letto il regolamento? Io sì!" oppure "Lo sa che sta violando l'art. 187 del Testo unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza? Il suo datore di lavoro non sarà certo contento di andare nei guai per colpa sua!") blocca immediatamente ogni velleità di aggressione, come hanno sperimentato tutti quelli che hanno seguito i consigli che ho dato negli anni su come comportarsi in questi casi.
Assumere un atteggiamento colpevole, emanare l'odore della paura, invece porta sempre all'essere cacciati da un posto dove si ha tutti i diritti di stare o essere costretti a calzarsi quando non è vietato stare scalzi ed altre violazioni illegali della nostra libertà e dei nostri diritti.
Come è successo a chi, sentendosi sotto sotto colpevole, si è lasciato sopraffare.
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Messaggio  bfpaul Dom Lug 14 2013, 21:02

Rei ha scritto:
bfpaul ha scritto:La tua esperienza personale di viaggiatore in treno, credo non sia superiore a quella del nostro amico che è "un pensolare" e comunque è un dato soggettivo.
La mia esperienza personale di viaggiatore in treno, in effetti, non può competere con quella di un pendolare.
Ma, soprattutto in questi ultimi mesi, ho lavorato a fianco di una psicologa, studiando alcune dinamiche comportamentali.
Curiosamente, il rapporto scalzo - non scalzo forniva un caso particolare di queste dinamiche oggetto del nostro lavoro.
I consigli che ho dato, infatti, non valgono solo per i viaggiatori in treno, ma per tutte le interazioni tra uno scalzo ed un calzato perplesso: alcuni atteggiamenti possono (possono, non necessariamente devono) provocare atteggiamenti negativi mentre altri portare ad atteggiamenti positivi nei nostri interlocutori.
Mentire per proteggersi è comprensibile, ma è un mettersi sulla difensiva, con tutto il linguaggio del corpo che trasmette il messaggio "sto mentendo perché ho paura di dire la verità, sto mentendo perché mi sento fuori posto, sto mentendo perché inconsciamente so che sto facendo qualcosa di sbagliato".
Questo messaggio non viene percepito consciamente dall'altro, ma a livello inconscio sì: è la percezione del cosiddetto "odore della paura".
Tutto bene se ci troviamo davanti una persona indifferente o solo curiosa, ma se ci troviamo davanti una persona potenzialmente aggressiva, allora stiamo rischiando.
Perché molta aggressività viene repressa dalle convenzioni sociali e dall'educazione, ma l'odore della paura abbassa le barriere autoimposte alla nostra aggressività.
Ed ecco che la guardia giurata, il controllore, il commesso di supermercato supera il dubbio che lo stava trattenendo (è proibito o no?) e si sente autorizzato a criticare e/o proibire ciò che non solo ritiene sbagliato, ma che percepisce come ritenuto sbagliato anche dallo scalzo timoroso.
Scherzosamente l'avevo chiamato "Effetto Lucignolo", anche se lui si arrabbia, ma è la spiegazione scientificamente corretta del fatto che beccavano sempre e solo lui, anche in presenza di una decina di scalzi.

Il dire tranquillamente la verità, meglio con un sorriso, blocca istantaneamente questo meccanismo, annullando addirittura la domanda "è proibito o no?" che il potenziale aggressore si stava ponendo.

A questo punto, in base alla curiosità del nostro interlocutore, può o non può partire un'eventuale discussione sul perché delle scalzismo, dei suoi vantaggi, eccetera, ma non è obbligatorio che accada.
Alcune barriere sociali sono tali che il discorso può cadere lì, dopo aver chiarito che stare scalzi (in treno ed altri posti) non è vietato.
Ma questo è un altro discorso...

Ci sono però delle persone che, per frustrazione personale, aggressività innata, stupidità congenita partono ugualmente in quarta anche senza sentire l'odore della paura: anche in questo caso, un'ostentata sicurezza  e fredda determinazione ("Lei l'ha letto il regolamento? Io sì!" oppure "Lo sa che sta violando l'art. 187 del Testo unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza? Il suo datore di lavoro non sarà certo contento di andare nei guai per colpa sua!") blocca immediatamente ogni velleità di aggressione, come hanno sperimentato tutti quelli che hanno seguito i consigli che ho dato negli anni su come comportarsi in questi casi.
Assumere un atteggiamento colpevole, emanare l'odore della paura, invece porta sempre all'essere cacciati da un posto dove si ha tutti i diritti di stare o essere costretti a calzarsi quando non è vietato stare scalzi ed altre violazioni illegali della nostra libertà e dei nostri diritti.
Come è successo a chi, sentendosi sotto sotto colpevole, si è lasciato sopraffare.
Guarda, non riuscirai a trascinarmi in una disputa infinita come ti è regolarmente accaduto con diversi di noi.
Tu hai sempre ragione, sopratutto quando hai torto. (Legge del Capo Art. 1, 2 , 3)
E ti pareva che non mi tiravi fuori una tua una amica psicologa per spegarmi come e qualmente hai esaminato a fondo la questione raggiungendo l'ennesima certezza?
Il discorso sul linguaggio del corpo è valido, ma lo capisce solo lo psicologo, mica tutti, almenoché non sia di una evidenza patologica.
Personalmente ho espresso le mie convinzioni e tu hai espresso le tue certezze, finiamola perché rischiamo di dare fastidio all'interessato.

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Messaggio  tarzone Dom Lug 14 2013, 21:35

Prendo in prestito, con alcuni adattamenti, lo spot della Lavazza:se il caffé non é buono che piacere é?.
Ovvero, se l' andar scalzi é per noi un piacere mi chiedo se rimane tale se devo essere laureato in legge, psicologia, e non so cos' altro ancora per difendere i miei diritti, seppure nel pieno della ragione.
Dal mio punto di vista preferisco lasciar perdere, non perdere tempo e non rovinarmi il mio tempo nel quale mi sto godendo la mia scalzitudine.
Se poi il " cretino con intelligenza di zucchina bollita" * (copyright Rei) pensa di avere ragione, se la tenga pure, non sono geloso.
Lasciamo perdere, nei limiti del possibile diatribe, discussioni, polemiche, ecc. Il nostro é un piacere e tale deve rimanere, secondo voi mettersi a disquisire in punta di diritto rimane un piacere? Per me no.
Poi, magari, se riuscissimo, quando abbiamo persone nuove nel forum a non sopraffarli con una quantità industriale di consigli , avvertimenti & amminimenti, magari, forse, avremo anche piú postanti.
Proviamo a pensare che su questa terra siamo 6 milardi di persone o giù di lí, tutti uguali ma anche tutti diversi, ognuno di noi é un pezzo unico, nel bene e nel male, non esiste nessuna ricetta valida per tutti.
Saluti
Valerio
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Messaggio  Rei Dom Lug 14 2013, 22:36

tarzone ha scritto:Dal mio punto di vista preferisco lasciar perdere, non perdere tempo e non rovinarmi il mio tempo nel quale mi sto godendo la mia scalzitudine.
Non è che passo il mio tempo a litigare: se un cretino vuole impedirmi di entrare in un supermercato lo faccio nero, se quel cretino fa un commento per strada lo ignoro.
In effetti, lasciar perdere spesso è la soluzione migliore, quella che ci porta più vantaggi.
Ad esempio a ristorante: se qualcosa non ci soddisfa (non solo problemi con lo scalzismo), si lascia perdere e si va in locali più accoglienti, dove magari si mangia meglio.
Intestardirsi e litigare per far valere i propri diritti non vale la pena: i più vendicativi, al massimo, possono fare una telefonata ai NAS dicendo di aver visto degli scarafaggi, ma dedicarsi alla ricerca di un ristorante senza pregiudizi (e sono la maggioranza) è la cosa più saggia.

A proposito: ieri sono stato in un ristorante in corsa per una stella Michelin (è aperto da pochi mesi, ma già si parla di una stella).
Scalzo.
Ottimo cibo, servizio impeccabile, nemmeno un'alzata di ciglio per i miei piedi nudi.
Ci tornerò.
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Messaggio  Alexey Mer Lug 17 2013, 09:35

Sono d'accordo sul discorso riguardante la percezione inconscia del disagio, che può scatenare reazioni diverse a seconda del soggetto che abbiamo davanti e dalla situazione, anche se acquistare sicurezza richiede allenamento, forza di volontà e cambiamento, e un gran lavoro su se stessi. Spesso poi, una nostra reazione decisa ma gentile, può spiazzare l'attaccabrighe di turno che altro non aspetta di litigare per sfogare la rabbia repressa.

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