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Una trasformazione lenta

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Messaggio  Rei Ven Lug 26 2013, 13:23

Articolo interessante dal sito de "L'Unità".
http://co-moda-mente.com.unita.it/culture/2013/07/26/una-trasformazione-lenta/

Ne cito due passi:

Quel che si scopre invece, è che a lungo andare il gusto comunque cambia. Col tempo ci si ritrova a provare più piacere guardando il movimento sensuale di chi ha i piedi liberi e flessibili, e si è meno impressionati dal passo legnoso delle modelle.

Cambia quando cominciate a sentire la sofferenza fisica provocata da certi indumenti, quando vi rendete conto del suono duro con cui un tacco tocca terra, o percepite quel che limita le vostre possibilità di respirare con l’intero corpo.


Ci sono persone che per lavoro devono essere in grado di percepire quei segnali che porteranno a grandi cambiamenti tra qualche anno.
Gli articolisti sono due di loro, hanno percepito segnali che altri, privi della preparazione e delle informazioni che hanno loro, ancora non vedono.
Avremo delle belle(*) sorprese, nei prossimi anni.

(*) belle nel senso positivo del termine, piacevoli, a noi favorevoli.

E comunque, anche con gli articoli precedenti (quello sulla nascita della moda, ad esempio) non scherzano:
http://co-moda-mente.com.unita.it/

Per la cronaca: questa è l'immagine che gli articolisti usano come avatar:

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Messaggio  Alexey Ven Lug 26 2013, 17:03

Mi piace il discorso di lasciarsi guidare dalla percezione (ovviamente sempre con razionalità), che in questo caso si identifica con un ritorno a sè stessi, a quello che siamo veramente e non a quello che i maghi del marketing vogliono che siamo.
Che poi è anche quello su cui lavorano anche le filosofie orientali, anche se è molto difficile districarsi nei miliardi di "vocine" nascoste e ben mascherate che ogni giorno ci trapanano il cervello.
L' unico appunto che vorrei fare riguarda l' analogia col bodybuilding, mi rendo conto possa essere facile cadere nello "stereotipo", però anche qui meglio non farne una fin troppo scontata generalizzazione, perchè si può benissimo integrare l'allenamento coi pesi ad un lavoro marziale e posturale.
La cosa che condivido al 200% è il ritorno alla capacità percettiva, qualcosa di profondo che ci aiuta a rimetterci in pace con noi stessi, e che liberandoci dai condizionamenti, può far intuire anche istintivamente, che il tacco che sbatte per terra ha un nonsochè di sbagliato, per non parlare dell' alluce che vuole prendere il posto del mignolo...

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Messaggio  Elan Ven Lug 26 2013, 17:13

Se si potesse dimostrare una correlazione tra andare scalzi e minore incidenza delle patologie spinali (ernie, protrusioni, sciatica) e si procedesse a rendere noto questo fatto, credo che il comune sentire sullo scalzismo potrebbe evolvere molto rapidamente.

E' noto che queste patologie hanno una origine legata prevalentemente a vizi di postura ed infatti sono altrettanto diffuse tra i facchini, che sollevano grossi pesi, come tra gli impiegati bancari che stanno troppo tempo seduti e, generalmente, seduti in maniera scorretta.
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Messaggio  Rei Ven Lug 26 2013, 17:49

Elan ha scritto:Se si potesse dimostrare una correlazione tra andare scalzi e minore incidenza delle patologie spinali (ernie, protrusioni, sciatica)  e si procedesse a rendere noto questo fatto, credo che il comune sentire sullo scalzismo potrebbe evolvere molto rapidamente.
Beh, ci sono studi che dimostrano il legame tra tacchi (anche di un solo centimetro) e una maggiore incidenza di patologie spinali.
È già un inizio.
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Messaggio  aldo1953 Dom Lug 28 2013, 17:16

Alexey ha scritto:Mi piace il discorso di lasciarsi guidare dalla percezione (ovviamente sempre con razionalità), che in questo caso si identifica con un ritorno a sè stessi, a quello che siamo veramente e non a quello che i maghi del marketing vogliono che siamo.
Che poi è anche quello su cui lavorano anche le filosofie orientali, anche se è molto difficile districarsi nei miliardi di "vocine" nascoste e ben mascherate che ogni giorno ci trapanano il cervello.
L' unico appunto che vorrei fare riguarda l' analogia col bodybuilding, mi rendo conto possa essere facile cadere nello "stereotipo", però anche qui meglio non farne una fin troppo scontata generalizzazione, perchè si può benissimo integrare l'allenamento coi pesi ad un lavoro marziale e posturale.
La cosa che condivido al 200% è il ritorno alla capacità percettiva, qualcosa di profondo che ci aiuta a rimetterci in pace con noi stessi, e che liberandoci dai condizionamenti, può far intuire anche istintivamente, che il tacco che sbatte per terra ha un nonsochè di sbagliato, per non parlare dell' alluce che vuole prendere il posto del mignolo...
eloce


Credo di avere ormai un certo allenamento a camminare scalzo, a volte lo faccio con assoluta noncuranza (se mai il problema è il solito... sociale) e trovo che la mia percezione del mondo sia aumentata e che mi muova in modo più "naturale". Mi sento per così dire più "dentro" l' ambiente. per esempio (stupido) : di fronte al mio box si forma sempre una pozzanghera a causa dell' inaffiatrice automatica del giardino sovrastante che spruzza presto al mattino . Come rinunciare a una rinfrescatina prima di salire in macchina ? E pensare che prima badavo a non bagnare le scarpe ! E ora anche i 5 mm di Vibram delle Luna mi danno fastidio, un fastidio a volte necessario, ma sempre un fastidio. Quanto ai tacchi in effetti il loro toc toc mi dava un senso quasi di potenza, ma prima o poi si comprendono i proprii errori e quello che rimane è il rimpianto per tempo che si è perso. Peccato che accade quando ormai di tempo non se ne ha più così tanto Crying or Very sad . Ohè, cosa avete capito ? Volevo dire che ora lavoro molto, avessi scoperto tante cose da studente ... Wink 

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