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La voce della verità

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Messaggio  Angelica Sab Feb 13 2016, 20:06

I miei dirimpettai domani festeggiano i 30 anni di matrimonio e hanno invitato un po' tutto il condominio. La figlia sta organizzando loro una festa e oggi pomeriggio viene da me per chiedermi una mano per sistemare le cose. Quando apro la porta da' subito segno di aver notato che sono scalza, probabilmente stranita dal freddo e dalla pioggia di questi giorni. Come se mi piovesse in casa...
"Le ultime robe sono in macchina" mi fa. "Ok, andiamo a prenderle" e scendo così come sono per le scale e giù sul pianerottolo. Attraversiamo il pratino e fuori sull'asfalto del parcheggio. Lei sembra non fare più caso al mio essere scalza ma leggo nei suoi occhi che vorrebbe dire qualcosa Very Happy
Prendiamo le tonnellate di scatoloni e li portiamo su e chiedo se posso entrare così o se preferisce che mi metta le infradito. Mi dice che non c'è nessun problema. Entriamo nel suo appartamento, sistemiamo tutto, quello va lì, quell'altro va di là, quella scatola di su e quell'altra scatola di giù. Arriva la madre che mi saluta e ringrazia per l'aiuto e mi offrono un caffè. Ci sediamo, chiaccheriamo un po'. Nota ovviamente il mio essere a piedi nudi ma del resto mi aveva visto così più volte in giro per il condominio e fuori sul pratino esterno e nel parcheggio senza mai dirmi niente in proposito. Oggi invece, sarà stato il momento di rilassatezza e il non aver niente da fare, mi ha chiesto informazioni. Ho spiegato loro che mi piace e che sto così ogni volta che posso, che anche guidando non c'è nessun problema perché il codice della strada lo permette e ho risposto a tutte le domande che siamo un po' soliti sentirci fare, inclusi lo sporco e il dolore. Immancabile anche la domanda su varie filosofie orientali che seguissi. Ho specificato che non seguo nessuna dottrina new age ma sto scalza quando mi va solo perché sto bene e mi sento libera, senza nessuna dietrologia. Entrambe sembravano apprezzare.
A quel punto il fratellino piccolo sul divano alza finalmente gli occhi dal cellulare e "mamma, ma allora non è vero che fa schifo!!" LA VOCE DELLA VERITA' Very Happy


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Messaggio  Theuth Dom Feb 14 2016, 18:13

Ancora una conferma del fatto che spesso conoscere una cosa che ci sembra strana aiuta a capirla in modo intelligente e a volte ad apprezzarla.
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Messaggio  Giangiò Mer Feb 17 2016, 17:52

Intanto si erano permessi di dire che fai schifo!.........Ovviamente mai direttamente ......ipocriti........
Il bambino è stato cazziato in seguito..... Twisted Evil
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Messaggio  Grand Choeur Mer Feb 17 2016, 18:01

Io non credo che intendessero questo. Semmai che faceva schifo camminare scalzi.
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https://www.youtube.com/user/MicheleGinanneschi?feature=mhee

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Messaggio  Giangiò Mer Feb 17 2016, 18:12

Grand Choeur ha scritto:Io non credo che intendessero questo. Semmai che faceva schifo camminare scalzi.
Pensa al meglio ma preparati al peggio......questa è la mia filosofia....eheheheh.
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Messaggio  Arky Mer Feb 17 2016, 18:29

Quello che i bambini sentono in casa, ripetono. Quello che vogliono, dicono.
Apprezzo i bambini soprattutto per questo ultimo aspetto. Non sono ancora contaminati dall'ipocrisia della ns società.
Poter dire "Fanculo stronza, mi stai sulle palle" piuttosto che "buongiorno signora, come andiamo oggi?" alla tua vicina di ufficio che neanche ti saluta, e che fa liberare il suo cane sul cerchione della tua auto, oltre che catartico, sarebbe anche terapeutico.
Ma non si può. Così gli sfoderi un bel sorriso, augurandogli nel frattempo un attacco di diarrea come se non ci fosse un domani. Un bambino la manderebbe a cagare, infischiandosi del politically correct oggi dovuto.
Un bambino si meraviglia che tu sia scalzo, e chiede alla mamma come mai quel signore tutto sommato "messo bene" non porti le scarpe; perché non si uniformi alla massa di individui tutti vestiti uguali, che fanno tutti le stesse cose.
E la mamma, il più delle volte dirà "perchè è un po' strano"...ma la speranza è che un giorno, crescendo, quel bambino penserà a quel signore così diverso dai suoi "modelli" comportamentali, che non aveva scarpe, ma non aveva neanche un Rolex cinese da 40 euro al polso, come suo papà; che non ostentava il telefono da 1000 euro pagato in 60 comode rate mensili, come la sua mamma; che non era sceso da un'auto di lusso, che di li a poco avrebbe dovuto abbandonare, perché insolvente, come quella capra dell'amante della sua mamma.
Io spero questo. Perché penso che andare scalzi sia si una questione di piacere personale, ma anche qualcosa di più profondo. E', nei limiti del possibile, un'affermazione della propria personalità.
Fai una cosa che in primis ti piace, è vero, ma che è comunque contraria alla "normalità comune". E non è poco.
Io ci ho messo 36 anni per capirlo, e ora me la stra-godo.
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Messaggio  Laurentius Mer Feb 17 2016, 19:41

Meraviglioso!!!

Sono rotolato per terra XDDDDDDDDDDDDDD

Quindi già lo sapevano e già erano prevenute...ma c'è anche una seconda opzione ovvero che una volta il bimbo ci ha provato ed è stato cazziato con la scusa che "fa schifo".
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Messaggio  Young_barefooter Gio Feb 18 2016, 09:08

Mi avete fatto tornare in mente quella volta che, passando davanti a un bambino (avrà avuto al massimo 4 anni), l'ho visto indicare miei piedi gridando alla mamma poco distante "Mamma! Fungo!!!!!!".
Immagino non fosse "farina del suo sacco", sicuramente la paranoia di prendere funghi ai piedi andando scalzi era uno degli argomenti del terrorismo psicologico operato dalla madre per contenere la naturale inclinazione allo scalzismo del figlio.

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Messaggio  Giangiò Gio Feb 18 2016, 09:28

Arky ha scritto:Quello che i bambini sentono in casa, ripetono. Quello che vogliono, dicono.
Apprezzo i bambini soprattutto per questo ultimo aspetto. Non sono ancora contaminati dall'ipocrisia della ns società.
Poter dire "Fanculo stronza, mi stai sulle palle" piuttosto che "buongiorno signora, come andiamo oggi?" alla tua vicina di ufficio che neanche ti saluta, e che fa liberare il suo cane sul cerchione della tua auto, oltre che catartico, sarebbe anche terapeutico.
Ma non si può. Così gli sfoderi un bel sorriso, augurandogli nel frattempo un attacco di diarrea come se non ci fosse un domani. Un bambino la manderebbe a cagare, infischiandosi del politically correct oggi dovuto.
Un bambino si meraviglia che tu sia scalzo, e chiede alla mamma come mai quel signore tutto sommato "messo bene" non porti le scarpe; perché non si uniformi alla massa di individui tutti vestiti uguali, che fanno tutti le stesse cose.
E la mamma, il più delle volte dirà "perchè è un po' strano"...ma la speranza è che un giorno, crescendo, quel bambino penserà a quel signore così diverso dai suoi "modelli" comportamentali, che non aveva scarpe, ma non aveva neanche un Rolex cinese da 40 euro al polso, come suo papà; che non ostentava il telefono da 1000 euro pagato in 60 comode rate mensili, come la sua mamma; che non era sceso da un'auto di lusso, che di li a poco avrebbe dovuto abbandonare, perché insolvente, come quella capra dell'amante della sua mamma.
Io spero questo. Perché penso che andare scalzi sia si una questione di piacere personale, ma anche qualcosa di più profondo. E', nei limiti del possibile, un'affermazione della propria personalità.
Fai una cosa che in primis ti piace, è vero, ma che è comunque contraria alla "normalità comune". E non è poco.
Io ci ho messo 36 anni per capirlo, e ora me la stra-godo.
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Concordo pienamente con ciò che hai scritto.....ma si deve aver passato gli''anta'' per arrivare ad avere la consapevolezza che un vaffa....non si nega a nessuno.....tanto meno a quei tizi '' omologati benpensanti con il senso della morale comune '' che son sempre pronti a stigmatizzare e a giudicare un comportamento che è diverso dai loro ;io non sono un '' cercarogne '' ma talvolta detesto talmente la gente ''normale ''che divento veramente cattivo.......


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Messaggio  Young_barefooter Gio Feb 18 2016, 10:06

Arky ha scritto:Quello che i bambini sentono in casa, ripetono. Quello che vogliono, dicono.
Apprezzo i bambini soprattutto per questo ultimo aspetto. Non sono ancora contaminati dall'ipocrisia della ns società.
Poter dire "Fanculo stronza, mi stai sulle palle" piuttosto che "buongiorno signora, come andiamo oggi?" alla tua vicina di ufficio che neanche ti saluta, e che fa liberare il suo cane sul cerchione della tua auto, oltre che catartico, sarebbe anche terapeutico.
Ma non si può. Così gli sfoderi un bel sorriso, augurandogli nel frattempo un attacco di diarrea come se non ci fosse un domani. Un bambino la manderebbe a cagare, infischiandosi del politically correct oggi dovuto.
Un bambino si meraviglia che tu sia scalzo, e chiede alla mamma come mai quel signore tutto sommato "messo bene" non porti le scarpe; perché non si uniformi alla massa di individui tutti vestiti uguali, che fanno tutti le stesse cose.
E la mamma, il più delle volte dirà "perchè è un po' strano"...ma la speranza è che un giorno, crescendo, quel bambino penserà a quel signore così diverso dai suoi "modelli" comportamentali, che non aveva scarpe, ma non aveva neanche un Rolex cinese da 40 euro al polso, come suo papà; che non ostentava il telefono da 1000 euro pagato in 60 comode rate mensili, come la sua mamma; che non era sceso da un'auto di lusso, che di li a poco avrebbe dovuto abbandonare, perché insolvente, come quella capra dell'amante della sua mamma.
Io spero questo. Perché penso che andare scalzi sia si una questione di piacere personale, ma anche qualcosa di più profondo. E', nei limiti del possibile, un'affermazione della propria personalità.
Fai una cosa che in primis ti piace, è vero, ma che è comunque contraria alla "normalità comune". E non è poco.
Io ci ho messo 36 anni per capirlo, e ora me la stra-godo.
Non ti piace? non ti va bene? me ne sbatto i maroni...

Condivido anch'io in pieno la tua visione!
E aggiungo che a mio avviso il discorso va ben oltre l'argomento omologazione ai diffusi canoni dell'apparire/ostentare.

Nel senso che, almeno nel nostro Paese, mi pare sia poco diffusa l'educazione all'accettazione e al rispetto della diversità, in qualunque forma essa si manifesti.
Tutto ciò che in qualche modo diverge dal rigido conformismo sociale viene percepito come una minaccia, come qualcosa da tenere a distanza. E credo che il motivo sia molto semplice: confrontarci con realtà e modi di essere diversi dal nostro ci induce a pensare, ci mette nella condizione di riflettere su noi stessi e probabilmente fa nascere scomodi dubbi e fa vacillare le certezze di una vita.
Oggi le persone si sentono smarrite, sole e sballottate qua e la, magari sono giunte con fatica a costruirsi uno stato di relativo equilibrio e sul più bello incontrano qualcuno che stravolge le loro convinzioni e le fa dubitare. E' molto probabile che provino paura e si mettano sulla difensiva.

Per fare un esempio legato allo scalzismo, mettetevi nei panni della madre che da sempre proibisce al figlio di andare scalzo con le più disparate motivazioni. Un bel giorno il figlio nota una persona dall'aspetto sano e felice che cammina tranquillamente scalza per strada, magari in un freddo giorno d'inverno. Come pensate possa sentirsi quella madre vedendo messe in discussione le sue ferree posizioni, sulle quali magari è arroccata da anni?
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Messaggio  Arky Gio Feb 18 2016, 12:22

young_barefooter ha scritto:
...Nel senso che, almeno nel nostro Paese, mi pare sia poco diffusa l'educazione all'accettazione e al rispetto della diversità...

Sfatiamo questo luogo comune.
E' vero, in Italia non si accetta la diversità.
Così come in Germania, Francia, America, Siria, Inghilterra, Libia, Arabia, ecc...

Purtroppo, per fortuna, non lo so, ma per lavoro giro il mondo. Nel senso vero del termine. E quando fai questa vita impari a conoscere 3 cose: aeroporti, alberghi e culture.
Non sono un esterofilo, ma neanche un campanilista ossessivo-compulsivo. Però sta cosa dei luoghi comuni sull'Italia credimi, non va bene.
In Italia, paese di arbitri e burocrati, funziona tutto a cazzo; vero. In Inghilterra, dove per aprire una società bastano 15 minuti, è uguale. Non avrai gli stessi problemi, ma ne hai altri.
In Italia si va avanti solo per corruzione...verissimo. Sai qual'è il paese con più corruzione in Europa? Scoprilo, saltando la prima pagina di Google. E' lo stesso che ha un tasso di disoccupazione che oscilla dallo 0.3 allo 0.8.
In italia non accettiamo "i diversi"...giustissimo. Vuoi sapere che succede in Libia? Germania? Vietnam? Arabia Saudita? Egitto? Inghilterra...ecc?

Ragazzi viaggiate...ma non 3 giorni a Londra o una settimana a Parigi. Scoprirete che il vecchio detto "tutto il mondo è paese" non è poi una così grande stronzata.
Ogni popolo ha le sue sfumature, i suoi pregi, i suoi difetti...ma sempre di uomini è fatto.
Se vai a Monaco di Baviera non frega nulla a nessuno se sei scalzo; e ne vedrai tanti altri come te. Spostati un po'. Vai scalzo a Stoccarda. Poi scrivi un post sulle tue sensazioni, e ne riparliamo.

Il grosso problema dell'Italiano medio è un altro, ed è racchiuso in una verbo: APPARIRE. A questo diamo importanza, non all'essere. E non capisco perché. potremmo "essere" molto più di qualcun altro; sono sicuro di questo.
Eppure no, scegliamo l'esteriorità...Non siamo gli unici, va detto...ma siamo abbastanza esperti in questo.

Meditiamo. Smile

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Messaggio  BarefootSoul Mar Mar 08 2016, 23:41

Bellissima esperienza, complimenti a te e al bambino ! Very Happy

Il fatto è che nasciamo con molti condizionamenti pregressi, ormai sedimentati nella cultura a cui apparteniamo, per cui ce li portiamo dietro anche se magari i genitori ci danno un'educazione diversa.

Correggetemi se sbaglio, ma io penso che un bambino il quale possa stare liberamente scalzo fin da piccolo, perché i genitori glielo permettono, avrà comunque il dubbio di stare facendo una cosa "vietata", perché a quel punto scatta il condizionamento culturale, restrittivo, che vince sull'educazione impartitagli dai genitori, permissiva.

Credo che sia un po' come per chi si scopre omosessuale: se anche in famiglia il coming out viene accolto senza problemi e con la massima apertura mentale (caso raro ma c'è), la persona avrà comunque difficoltà a rapportarsi con il resto del mondo perché, in fondo, ne teme il giudizio e sente una spinta a "normalizzarsi".

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Messaggio  Laurentius Mer Mar 09 2016, 09:40

BarefootSoul ha scritto:

Correggetemi se sbaglio, ma io penso che un bambino il quale possa stare liberamente scalzo fin da piccolo, perché i genitori glielo permettono, avrà comunque il dubbio di stare facendo una cosa "vietata", perché a quel punto scatta il condizionamento culturale, restrittivo, che vince sull'educazione impartitagli dai genitori, permissiva.

Credo che sia un po' come per chi si scopre omosessuale: se anche in famiglia il coming out viene accolto senza problemi e con la massima apertura mentale (caso raro ma c'è), la persona avrà comunque difficoltà a rapportarsi con il resto del mondo perché, in fondo, ne teme il giudizio e sente una spinta a "normalizzarsi".

Questo ragionamento ha un errore di base che compromette l'intera teoria: se ad un bambino insegniamo subito che l'opinione altrui è importante e che bisogna sempre guardarsene in ogni dove è naturale conseguenza che il piccolo crescerà conformandosi alla massa.

La prima regola per essere barefooters (ma anche per essere "liberi" nel senso relativo del termine) è imparare che le opinioni degli altri non ci devono toccare minimamente (a meno che non stiamo commettendo un illecito)
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Messaggio  bfpaul Mer Mar 09 2016, 13:08

BarefootSoul ha scritto:Bellissima esperienza, complimenti a te e al bambino ! Very Happy

Il fatto è che nasciamo con molti condizionamenti pregressi, ormai sedimentati nella cultura a cui apparteniamo, per cui ce li portiamo dietro anche se magari i genitori ci danno un'educazione diversa.

Correggetemi se sbaglio, ma io penso che un bambino il quale possa stare liberamente scalzo fin da piccolo, perché i genitori glielo permettono, avrà comunque il dubbio di stare facendo una cosa "vietata", perché a quel punto scatta il condizionamento culturale, restrittivo, che vince sull'educazione impartitagli dai genitori, permissiva.

Credo che sia un po' come per chi si scopre omosessuale: se anche in famiglia il coming out viene accolto senza problemi e con la massima apertura mentale (caso raro ma c'è), la persona avrà comunque difficoltà a rapportarsi con il resto del mondo perché, in fondo, ne teme il giudizio e sente una spinta a "normalizzarsi".

In Italia sicuramente i genitori-condizionati insegneranno ai figli "che andare scalzi non si fa, non va bene" e magari gli diranno pure perché. (Mi chiedo quali argomenti corretti possano usare, ma non importa, sono condizionati e potranno educare solo secondo i loro condizionamenti...)
I genitori non condizionati lasceranno andare i figli scalzi da sempre e gli compreranno le scarpe solo quando "sarà necessario" cioè abbastanza presto perché o vivono in campagna e potranno fare quello che vogliono (fino a un certo punto, non illudiamoci ..) oppure in città è estremamente difficile che possano accontentare i figli che volessero camminare sempre scalzi perché abituati così.
Infatti, se i genitori non-condizionati lasciassero liberi i bambini, questi verrebbero condizionati da tutti gli altri bambini-condizionati, state pur certi; non tutti, ma la stragrande maggioranza, si.
Perché la "società civile" è condizionata e pensa, agisce e giudica secondo i suoi condizionamenti; non può fare altrimenti.
I genitori vengono per primi, poi viene la "cosidetta società civile" che non si fa i cavolacci propri e deve mettere lingua su ogni cosa per poi fregarsene invece di tante cose importanti come la solidarietà umana.
Solo quando uno cresce e riesce a mantenere la sua autonomia di giudizio ed a comportarsi di conseguenza - un'accoppiata difficilmente raggiungibile - se decide di andare scalzo, lo fa senza problemi.

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Messaggio  Laurentius Mer Mar 09 2016, 16:06

bfpaul ha scritto:
Perché la "società civile" è condizionata e pensa, agisce e giudica secondo i suoi condizionamenti; non può fare altrimenti.
I genitori vengono per primi, poi viene la "cosidetta società civile" che non si fa i cavolacci propri e deve mettere lingua su ogni cosa per poi fregarsene invece di tante cose importanti come la solidarietà umana.
Solo quando uno cresce e riesce a mantenere la sua autonomia di giudizio ed a comportarsi di conseguenza - un'accoppiata difficilmente raggiungibile - se decide di andare scalzo, lo fa senza problemi.

Questa è la chiave di volta allo stesso tempo, però.
La società ti giudica a prescindere: se non vieni giudicato per i tuoi piedi scalzi, verrai COMUNQUE giudicato per qualcos'altro. Perchè è nella natura umana degli altri. A questo punto, se mi devono giudicare perchè sono scalzo (tipo effetto parafulmine) a me va meglio :V
Certo, spiegarlo ad un bimbo è più difficile, come fai notare giustamente. Ma qui si parrà la vostra nobilitate (al massimo quella futura), o pargoletti.
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Messaggio  BarefootSoul Mer Mar 09 2016, 16:13

@ Laurentius : il tuo appunto è giusto e ti ringrazio per la correzione. Ma saprai anche tu che è molto difficile imparare a non curarsi dell'opinione degli altri. E saprai anche che ci sono categorie di persone che sono DIPENDENTI dal giudizio degli altri, al punto che devono sempre avere qualcuno intorno e vanno nel panico se rimangono sole, perché hanno paura di stare con se stesse.
Finora non mi è capitato che qualcuno mi fermi vedendomi camminare a piedi nudi (tranne qualche prostituta, dato che come ho detto preferisco farlo di notte), ma quando succederà intendo rispondere "Perché mi piace, mi va, non faccio niente di male, non sono mica nudo." Dopodiché mi preparò a ribattere alle classiche obiezioni.


@ bfpaul : più che il discorso sui condizionamenti, giustissimo, credo si debbano sottolineare l'abitudine, la tradizione, l'evoluzione sociale, il luogo e il tempo in cui si vive. Ai tempi di Tom Sawyer (che ho citato nel mio messaggio di presentazione), nell'America rurale di metà Ottocento, era normale per i ragazzi indossare le scarpe solo la domenica in chiesa e per il pranzo con i parenti, ma per il resto andavano a piedi nudi anche a scuola (quei pochi che potevano beneficiare di un minimo di istruzione). Nell'India di oggi girare a piedi nudi è del tutto nella norma, anzi possedere un paio di scarpe è indice di un primo, limitato benessere.
Quanto all'Italia, ricordo il film "Nuovomondo" di Crialese, con Charlotte Gainsbourg. Il protagonista, povero pastore siciliano di fine Ottocento, vive da sempre scalzo, perché non può permettersi le scarpe, e come lui la sua famiglia. A fornirle loro saranno i mafiosi grazie ai quali trova un imbarco per l'America, i quali gli raccomandano di indossarle solo poco prima di salire sulla nave, per non rovinarle lungo la strada e presentarsi in ordine ai funzionari doganali.
Ciò che disturba oggi, forse, è proprio il ricordo della povertà estrema che c'era anche da noi, e che è finita non poi così tanti anni fa. Vedere uno a piedi nudi richiama, io credo, i tempi in cui il bagno era in mezzo al cortile, un buco per terra con intorno quattro assi di legno. E', forse, una forma di rimozione del passato.

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Messaggio  aldo1953 Mer Mar 09 2016, 16:41

BarefootSoul ha scritto:@ Laurentius : il tuo appunto è giusto e ti ringrazio per la correzione. Ma saprai anche tu che è molto difficile imparare a non curarsi dell'opinione degli altri. E saprai anche che ci sono categorie di persone che sono DIPENDENTI dal giudizio degli altri, al punto che devono sempre avere qualcuno intorno e vanno nel panico se rimangono sole, perché hanno paura di stare con se stesse.
Finora non mi è capitato che qualcuno mi fermi vedendomi camminare a piedi nudi (tranne qualche prostituta, dato che come ho detto preferisco farlo di notte), ma quando succederà intendo rispondere "Perché mi piace, mi va, non faccio niente di male, non sono mica nudo." Dopodiché mi preparò a ribattere alle classiche obiezioni.


@ bfpaul : più che il discorso sui condizionamenti, giustissimo, credo si debbano sottolineare l'abitudine, la tradizione, l'evoluzione sociale, il luogo e il tempo in cui si vive. Ai tempi di Tom Sawyer (che ho citato nel mio messaggio di presentazione), nell'America rurale di metà Ottocento, era normale per i ragazzi indossare le scarpe solo la domenica in chiesa e per il pranzo con i parenti, ma per il resto andavano a piedi nudi anche a scuola (quei pochi che potevano beneficiare di un minimo di istruzione). Nell'India di oggi girare a piedi nudi è del tutto nella norma, anzi possedere un paio di scarpe è indice di un primo, limitato benessere.
Quanto all'Italia, ricordo il film "Nuovomondo" di Crialese, con Charlotte Gainsbourg. Il protagonista, povero pastore siciliano di fine Ottocento, vive da sempre scalzo, perché non può permettersi le scarpe, e come lui la sua famiglia. A fornirle loro saranno i mafiosi grazie ai quali trova un imbarco per l'America, i quali gli raccomandano di indossarle solo poco prima di salire sulla nave, per non rovinarle lungo la strada e presentarsi in ordine ai funzionari doganali.
Ciò che disturba oggi, forse, è proprio il ricordo della povertà estrema che c'era anche da noi, e che è finita non poi così tanti anni fa. Vedere uno a piedi nudi richiama, io credo, i tempi in cui il bagno era in mezzo al cortile, un buco per terra con intorno quattro assi di legno. E', forse, una forma di rimozione del passato.


Mmmmm, sull' India avrei qualche dubbio, ci sei stato? Limitato benessere ? Quale idea hai del benessere ? Scusa ma ripeto, ci sei stato, di recente ? ?  Io ci vado ogni anno da più di 25 anni, a Luglio tornerò per un tour che comprenderà Calcutta, Varanasi e Mumbay. E di andare scalzi. là......   occorrerebbe parlarne al di fuori degli stereotipi troppo spesso ripetuti quando la sostanza non c' è più. Un po' come gli Italiani con i baffi e la brillantina.


Ultima modifica di aldo1953 il Mer Mar 09 2016, 16:50 - modificato 1 volta.

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Messaggio  Laurentius Mer Mar 09 2016, 16:47

BarefootSoul ha scritto:@ Laurentius : il tuo appunto è giusto e ti ringrazio per la correzione. Ma saprai anche tu che è molto difficile imparare a non curarsi dell'opinione degli altri. E saprai anche che ci sono categorie di persone che sono DIPENDENTI dal giudizio degli altri, al punto che devono sempre avere qualcuno intorno e vanno nel panico se rimangono sole, perché hanno paura di stare con se stesse.

Lo so bene, io ero così una volta ma ho guardato oltre, nella bigger picture. Ed è stato liberatorio, te lo assicuro.

Poi, come dicevo in altri post, i giudizi degli altri sono inevitabili e fa parte della natura umana. Le opere filosofiche e letterarie sull'argomento sono infinite, specialmente Uno, nessuno e centomila di Pirandello.
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Messaggio  BarefootSoul Mer Mar 09 2016, 17:37

In India non ci sono mai stato di persona, ma recentemente ho parlato con una ragazza, scalzista convinta, che ci è stata poco tempo fa e mi ha detto proprio questo.

Ha aggiunto che sognava proprio l'India perché la vedeva come luogo dove camminare a piedi nudi senza i problemi che si incontrano qui, e che è stata una bellissima esperienza, proprio come se l'era immaginata.

Poi non so che giro abbia fatto e dove sia stata di preciso, mi immagino niente di troppo costoso perché anche lei è precaria, diceva che stava risparmiando da anni proprio per l'India.

Il discorso sul benessere invece è mio, se mi dici che ho sbagliato è possibilissimo: tenete presente che io sono un po' come Emilio Salgari, profonda cultura libresca ma nessuna possibilità di andare di persona. Lui scriveva dei pirati della Malesia senza esser mai uscito dall'Italia, io al massimo guardo "Alle falde del Kilimangiaro" e leggo, fra gli altri, libri di viaggi.

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Messaggio  aldo1953 Mer Mar 09 2016, 19:12

BarefootSoul ha scritto:In India non ci sono mai stato di persona, ma recentemente ho parlato con una ragazza, scalzista convinta, che ci è stata poco tempo fa e mi ha detto proprio questo.

Ha aggiunto che sognava proprio l'India perché la vedeva come luogo dove camminare a piedi nudi senza i problemi che si incontrano qui, e che è stata una bellissima esperienza, proprio come se l'era immaginata.

Poi non so che giro abbia fatto e dove sia stata di preciso, mi immagino niente di troppo costoso perché anche lei è precaria, diceva che stava risparmiando da anni proprio per l'India.

Il discorso sul benessere invece è mio, se mi dici che ho sbagliato è possibilissimo: tenete presente che io sono un po' come Emilio Salgari, profonda cultura libresca ma nessuna possibilità di andare di persona. Lui scriveva dei pirati della Malesia senza esser mai uscito dall'Italia, io al massimo guardo "Alle falde del Kilimangiaro" e leggo, fra gli altri, libri di viaggi.

Credo che la differenza sia : vado in India sull' onda della ' immagine stereotipata e come turista, o ci vado come conoscitore dell' ambiente  che lì ci sta bene o frequenta la società indiana a tutti i livelli ?  Che poi lo stare scalzi sia a volte un obbligo come dentro ai templi o in luoghi privati o sia indifferente alla maggior parte della gente è un altra cosa. Ma non è  che scambiamo uno stato di un miliardo e trecentomila persone registrate,  uno dei più vecchi stati consolidati al mondo e una delle più vecchie democrazie per una situazione da new age ( Twisted Evil  ?  Andare in India solo per l' idea che lì si possa camminare scalzi....   mi sembra davvero un poco riduttivo e antiquato.
Oggi l' India e ben più di un posto per girare scalzi  con la testa fra le nuvole . Questo non vuol dire che là io non vada scalzo, ma non più nè meno che a Milano. Anzi forse meno. E perchè non può andare scalza anche qui ?Non sempre e non dappertutto, OK, ma perchè eliminare la possibilità ?
E poi perchè nessuna possibilità di viaggiare...     ci sono gli ostelli della gioventù, il cibo in Oriente costa nulla.
Vai, parti finchè puoi farlo !!!!!!


Si può viaggiare low cost, basta volerlo.

A proposito,la tua a amica gira scalza anche qui ?  Se è così presentale il Club.

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Messaggio  BarefootSoul Mer Mar 09 2016, 20:46

Sì, gira scalza anche qui, ma non è una mia amica, solo una tizia che ho conosciuto durante uno dei tanti lavori precari, stupidamente non ho pensato di chiederle un contatto prima di andarmene, e ora non so nemmeno se la riconoscerei incontrandola per strada (anche se fosse a piedi nudi), né credo che lei riconoscerebbe me ! Embarassed

Sto cercando di ricontattarla tornando nel posto dove ancora lavora, spero di riuscire a beccarla prima o poi (quantomeno prima di essere preso per uno stalker). tongue

Di sicuro ha dell'India un'idea, come dici, molto new-age, ma del resto per quel poco che ci avevo parlato non mi pareva un'aquila quanto a intelligenza. rabbit

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Messaggio  aldo1953 Gio Mar 10 2016, 16:11

BarefootSoul ha scritto:Sì, gira scalza anche qui,



Di sicuro ha dell'India un'idea, come dici, molto new-age, ma del resto per quel poco che ci avevo parlato non mi pareva un'aquila quanto a intelligenza. rabbit

Vuoi dire che girava scalza anche sul lavoro ?   Allora è "grande " !  Per il resto non farti problemi, a me all' estero dicono ancora "mafia" e cose del genere, figuriamoci se mi pongo problemi per un India che, per certi versi per fortuna, non c' è più....
Il vero problema non è stare scalzi in luoghi esotici, ma stare scalzi nel quotidiano e fare capire che "sotto" non c' è alcuna scelta mistica o settaria.

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Messaggio  BarefootSoul Gio Mar 10 2016, 22:37

No, al lavoro non è scalza, per il semplice motivo che il suo lavoro è fermare le persone per strada per poi tentare di convincerti a diventare socio di qualcosa. E ovviamente se stesse scalza non beccherebbe neanche una vitt...un cliente, perché la prenderebbero per una barbona che vuole soldi (poi sì, vuole effettivamente soldi, ma per lavoro, eh... Razz )

Ma - stando a quello che diceva lei, non ho avuto modo di appurarlo - appena terminava il turno girava l'angolo e si toglieva le scarpe, andando scalza a casa o uscendo con gli amici.

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Messaggio  bfpaul Ven Mar 11 2016, 10:53

BarefootSoul ha scritto:
@ bfpaul : più che il discorso sui condizionamenti, giustissimo, credo si debbano sottolineare l'abitudine, la tradizione, l'evoluzione sociale, il luogo e il tempo in cui si vive. Ai tempi di Tom Sawyer (che ho citato nel mio messaggio di presentazione), nell'America rurale di metà Ottocento, era normale per i ragazzi indossare le scarpe solo la domenica in chiesa e per il pranzo con i parenti, ma per il resto andavano a piedi nudi anche a scuola (quei pochi che potevano beneficiare di un minimo di istruzione). Nell'India di oggi girare a piedi nudi è del tutto nella norma, anzi possedere un paio di scarpe è indice di un primo, limitato benessere.
Quanto all'Italia, ricordo il film "Nuovomondo" di Crialese, con Charlotte Gainsbourg. Il protagonista, povero pastore siciliano di fine Ottocento, vive da sempre scalzo, perché non può permettersi le scarpe, e come lui la sua famiglia. A fornirle loro saranno i mafiosi grazie ai quali trova un imbarco per l'America, i quali gli raccomandano di indossarle solo poco prima di salire sulla nave, per non rovinarle lungo la strada e presentarsi in ordine ai funzionari doganali.
Ciò che disturba oggi, forse, è proprio il ricordo della povertà estrema che c'era anche da noi, e che è finita non poi così tanti anni fa. Vedere uno a piedi nudi richiama, io credo, i tempi in cui il bagno era in mezzo al cortile, un buco per terra con intorno quattro assi di legno. E', forse, una forma di rimozione del passato.

Sono + che d'accordo.

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Messaggio  bfpaul Ven Mar 11 2016, 10:56

BarefootSoul ha scritto:No, al lavoro non è scalza, per il semplice motivo che il suo lavoro è fermare le persone per strada per poi tentare di convincerti a diventare socio di qualcosa. E ovviamente se stesse scalza non beccherebbe neanche una vitt...un cliente, perché la prenderebbero per una barbona che vuole soldi (poi sì, vuole effettivamente soldi, ma per lavoro, eh... Razz )

Ma - stando a quello che diceva lei, non ho avuto modo di appurarlo - appena terminava il turno girava l'angolo e si toglieva le scarpe, andando scalza a casa o uscendo con gli amici.

Beh, stamattina ho una nuova richiesta di attivazione di account, magari è la stessa persona..
Scherzo, vedremo, ma se riesci a rintracciarla cerca di farla approdare qui!

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