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Messaggio  castagna Ven Feb 20 2009, 07:51

Promemoria primo messaggio :

Ho trovato per caso un articolo del 2007, su un giornale danese, che racconta di un tale Frank Larsen
un "barfodet" dall'etá di 6 anni.
Se vi interessa posso tradurre, magari a grandi linee, l'articolo. Il quale contiene anche un elenco dei vari luoghi copenaghesi ottimi per lo scopo.

Ecco l'articolo:
http://ibyen.dk/article375156.ece


A presto
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Messaggio  Andrea77 Gio Mar 05 2009, 23:12

Rispondo in ordine sparso.
Farei un chiaro distinguo tra coloro che vanno scalzi x mitivi religiosi di penitenza (Medjugorje, crough patrick in Irlanda) e noi nati scalzi. Credo che a parte il sottosctitto che è stato scalzo in entrambi i luoghi di culto citati non x devozione ma x il gusto di stare scalzo e di 'studiarne' il fenomeno gli altri nn trovino questa cosa piacevole.
La marcia della Pace Perugia Assisi è un po' diversa (non è una marcia di fede e di penitenza ma chùredo che coloro che si scalzano lo facciano solo in quell'occasione tranne magari qualche rara eccezione (l'ultima volta ho conosciuto un barefooter di Roma). Crdo che la mggior parte si tolga le scarpe xchè ha i piedi bolliti.
Anche se c'è da dire che è già un piccolo risultato visto che molti piuttosto che scalzarsi continuerebbero a lessarsi i piedi...
A proposito credo che ad ottobre ci sarà la solita marcia Perugia Assisi che si svole regolarmente in quel periodo ogni due anni, se qualcuno fosse interessato io potrei ritornarci...

Tieno conto che molti di noi (io x primo) si ricalzerebbero subito se venissero ripresi da una telecamera. E' un discorso che si è già affrontato. Personalmente non sono molto favorevole ad un eccessiva pubblicità del sito in quanto temo che possa passare sotto occhi che nn gradirebbero di vedermi su questo sito...
Il mio discorso, + che x propaganda, è x nn passare x matti. Non che un berretto con il logo possa risolvere tutti i problemi ma credo che se uno vedesse che quel strano tizio, o quello strano gruppo, che va in giro scalzo porta un berretto con la scritta 'club nati scalzi' forse intuisce qualche cosa, magari ci fa qualche domanda al posto di cacciarci pensando a chissà che cosa.
Diciamo che forse potrebbe renderci la vita un po' + semplice in certe occasioni?
Credo che il cappellino sia la cosa + semplice e usabile (costa poco, lo metti in tutte le stagioni,...)
Ciao
Andrea

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Messaggio  lucignolo Ven Mar 06 2009, 13:29

Andrea77 ha scritto:A proposito credo che ad ottobre ci sarà la solita marcia Perugia Assisi che si svole regolarmente in quel periodo ogni due anni, se qualcuno fosse interessato io potrei ritornarci...
Si potrebbe fare, ma..........quanti chilometri sono? Shocked
Andrea77 ha scritto:Tieno conto che molti di noi (io x primo) si ricalzerebbero subito se venissero ripresi da una telecamera.
Io e Nancy non abbiamo questi problemi, però mi preoccupa la distanza.
In bicicletta non avrei problemi a fare anche 60 chilometri di fila (in pianura, eh.. Smile ), ma a piedi....
Andrea77 ha scritto:Personalmente non sono molto favorevole ad un eccessiva pubblicità del sito in quanto temo che possa passare sotto occhi che nn gradirebbero di vedermi su questo sito...
Fare propaganda non vuol dire pubblicare tutte le fotografie su tutti i giornali, ci mancherebbe.
È cosa certa che più persone consultano il sito, maggiori sono le probabilità di incappare in qualcuno che ci conosce, ma considera quanti entrano già nel sito e quanti ci hanno fotografato a Venezia.
Forse non immagini nemmeno per quante mani possono passare le nostre immagini.....e prima o poi..!
Oppure considera quanto accaduto ad Antonino.
Insomma, il mondo è molto piccolo: allora o ci si fa cancellare del tutto dal fotoalbum o si cripta quest'ultimo o lo si inserisce nel forum del club, ammesso che non sia già stato sepolto ed ammesso e non concesso che ci si voglia iscrivere.
Però continuo ad avere parecchi dubbi: che senso ha inviare immagini di cui ci si vergogna?
Si pensa davvero che ci vedano così in pochi?
Oppure ci tieni a mostrare la tua attività a chi è veramente motivato e se sei motivato perché non ti iscrivi al club?
Capisco che si voglia andare scalzi senza vincoli, ma questi ce li siamo già creati nel momento in cui il nostro agire diventa sociale (nel senso di uscire per strada, non c'entra l'andare in gruppo).
Inoltre ci fidiamo dei registrati: dobbiamo farlo, ma ognuno di loro potrebbe mostrare le nostre immagini a decine di persone.
Insomma, nel momento in cui mostriamo i nostri volti ci esponiamo inevitabilmente a molti rischi.
È curioso come tanti ragazzi non abbiano remore a mostrare filmati in internet di cui si dovrebbero davvero vergognare e di cui dovrebbero pure rispondere in sede penale, mentre noi che compiamo un atto così innocuo e naturale ci copriamo, senza che nessuno ci obblighi, di un cumulo di m...a.
Che peccato! Sad

lucignolo

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Messaggio  Marc_63 Ven Mar 06 2009, 14:22

Fare propaganda non vuol dire pubblicare tutte le fotografie su tutti i giornali, ci mancherebbe.
È cosa certa che più persone consultano il sito, maggiori sono le probabilità di incappare in qualcuno che ci conosce, ma considera quanti entrano già nel sito e quanti ci hanno fotografato a Venezia.
Forse non immagini nemmeno per quante mani possono passare le nostre immagini.....e prima o poi..!
Oppure considera quanto accaduto ad Antonino.
Insomma, il mondo è molto piccolo: allora o ci si fa cancellare del tutto dal fotoalbum o si cripta quest'ultimo o lo si inserisce nel forum del club, ammesso che non sia già stato sepolto ed ammesso e non concesso che ci si voglia iscrivere.
Però continuo ad avere parecchi dubbi: che senso ha inviare immagini di cui ci si vergogna?
Si pensa davvero che ci vedano così in pochi?
Oppure ci tieni a mostrare la tua attività a chi è veramente motivato e se sei motivato perché non ti iscrivi al club?
Capisco che si voglia andare scalzi senza vincoli, ma questi ce li siamo già creati nel momento in cui il nostro agire diventa sociale (nel senso di uscire per strada, non c'entra l'andare in gruppo).
Inoltre ci fidiamo dei registrati: dobbiamo farlo, ma ognuno di loro potrebbe mostrare le nostre immagini a decine di persone.
Insomma, nel momento in cui mostriamo i nostri volti ci esponiamo inevitabilmente a molti rischi.
È curioso come tanti ragazzi non abbiano remore a mostrare filmati in internet di cui si dovrebbero davvero vergognare e di cui dovrebbero pure rispondere in sede penale, mentre noi che compiamo un atto così innocuo e naturale ci copriamo, senza che nessuno ci obblighi, di un cumulo di m...a.
Che peccato!

Concordo in pieno con Flavio.
Io per esempio dispongo di pochissime foto, la maggior parte delle quali, come ho già detto in altre occasioni, mi ritraggono a piedi nudi.
Un'amica, proprio ieri mi ha chiesto di pubblicare su Facebook (che sicuramente molti di voi conoscono) altre foto mie oltre quella di presentazione; ebbene penso che pubblicherò alcune foto che ho postato anche nella nostra photogallery del sito NS.
Che problema c'è se la gente mi vede a piedi nudi ? Anzi, se qualcuno notasse il particolare ancora meglio; probabilmente mi chiederebbe spiegazioni e sarei ben felice di darle.
Naturalmente penso che le foto che si postano dovrebbero ritrarci in maniera del tutto spontanea e naturale; non amo affatto quelle pose che hanno il solo scopo di metterci in mostra o che enfatizzino sul fatto che stiamo scalzi. L'attenzione di chi guarda le foto dev'essere richiamata su tutta la persona, meglio, su tutta l'immagine nel suo insieme; il fatto che stiamo scalzi deve rappresentare solo un particolare della immagine, non il tema principale. Una cosa è mostrarsi, altra cosa è ostentare. Il fatto che ci hanno ritratto scalzi, in un determinato contesto, rappresenta un particolare simpatico, che si armonizza perfettamente con il contesto, che lo carica di connotati naturali e spontanei, che richiama alla spensieratezza e da l'idea di quanto ci sentiamo a nostro agio nell'ambiente ove veniamo ritratti.
Perchè provare vergogna ? Non lo capisco ! Magari, se devo dirvela tutta, mi mette più a disagio mostrare "la pancetta" che avevo messo su l'anno scorso Sad piuttosto che non i piedi nudi.
Secondo me, Flavio, non si corrono neppure rischi particolari, non ci stiamo neppure facendo ritrarre in veste adamitica in un campo nudisti con i nostri attributi in bella mostra ..... Very Happy
Poi permettetemi una considerazione : più ci nascondiamo e più contribuiamo a creare del camminare scalzi un tabù; invece più ci mostriamo in pose spontanee e naturali e più diffondiamo " l'andare scalzi" come un qualcosa di normale, di usuale di confortevole e di apprezzabile.
Stiamo attenti a non essere i primi a "remare contro" noi stessi e le nostre esigenze del tutto legittime.....e pulite !!

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Messaggio  Andrea77 Ven Mar 06 2009, 22:56

Si potrebbe fare, ma..........quanti chilometri sono?
---
Da viamichelin percorso da Perugia ad Assisi a piedi: 21km x 5h08'
La marcia viene fatta da svariate migliaia di persone di ogni età e ti assicuro che non sono sicuramente allenate.
Il percorso si svolge su strada asfaltata. Da Perugia la strada scende dolcemente, poi prosegue in piano, poi c'è un piccolo tratto di salita, poi spiana e in fine c'è l'ultima salita che porta alla basilica di San Francesco ma volendo questo ultimo tratto si può saltare (tieni conto che si tratta di dislivelli di poche decine di metri tipiche dei paesi di collina). Credo che l'idea migliore sia andare in macchina a Perugia, dormire li e poi una volta finita la marcia prendere il primo treno che da Assisi porta a Perugia, recuperare la macchina e rientrare a casa. X esperienza direi che si parte a camminare intorno alle 9.30 (tieni conto che essendo un corteo molto numeroso dipende se si è tra i primi o tra gli ultimi può passare anche + di 30' dalla partenza della testa alla coda).
Facendo una sosta x il pranzo al sacco si arriva ad Assisi intorno alle 17.00.
Tieni conto che un corteo va + lento di 4km/h e che magari i chilometri potrebbero qualcuno in più di 21 (onestamente nn saprei anche se grosso modo direi tra i 21 e i 25). Direi che grosso modo sono 6 ore di cammino senza fretta escluse le soste.

---
X il discorso foto so bene che lasciandole sul sito c'è il rischio che prima o poi qualcuno che mi conosce le veda.
Se andassi in TV o sul giornale direi che la cosa sarebbe sicura, quindio la differenza è notevole.
X il discordo di iscrivermi al club penso che lo farò e spingerò xché venga fatta una gallery all'interno del club accessibile solo agli iscritti. Poi uno sceglie se mettere li le proprie foto o se lasciarle dove sono.
Personalmente mi fa piacere che gli interessati possano vedere le foto ma sono contrario al fatto che chiunque le possa vedere. E' inutile prenderci in giro sappiamo benissimo che c'è un certo pregiudizio a riguardo e vorrei evitare che le mie foto vadano in mano a gente che mi conosce e che magari si farebbe una cattiva idea oppure mi romperebbe le scatole x farmi desistere (con le migliori intenzioni come x esempio i miei genitori che sicuramente rimarrebbero male nel vederle e nn voglio che restino male e si preoccupino). So che prima o poi potrebbe succedere 'l'irreparabile' e verrò scoperto ma vorrei limitare al minimo questo rischio. Non credo di essere l'unico ad avere questi timori. Se altri non li hanno sono contento x loro, sicuramente vivono meglio e + rilassati ma personalmente preferisco proseguire così.

Ciao
Andrea
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Messaggio  lucignolo Ven Mar 06 2009, 23:43

Andrea77 ha scritto:E' inutile prenderci in giro sappiamo benissimo che c'è un certo pregiudizio a riguardo e vorrei evitare che le mie foto vadano in mano a gente che mi conosce e che magari si farebbe una cattiva idea oppure mi romperebbe le scatole x farmi desistere (con le migliori intenzioni come x esempio i miei genitori che sicuramente rimarrebbero male nel vederle e nn voglio che restino male e si preoccupino).
Fai quello che ti senti, però non devi pensare che ci stiamo prendendo in giro.
Il fatto che ci nascondiamo rafforza l'idea che sappiamo di fare qualcosa di proibito o di sporco.
Tu batti e ribatti sulle barriere fisiche (e di certo non demordi), io ribatto su quelle psicologiche (e di certo non demordo).
E mentire è più morale che andare scalzi?
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Messaggio  Marc_63 Sab Mar 07 2009, 01:06

Ragazzi, mi voltete con voi alla marcia Perugia Assisi ?
Sono disponibile.
Prenderei un treno la mattina presto per Perugia e tornerei ad Assisi con voi. Mi piacerebbe tantissimo.
Ciao.
Marc.
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Messaggio  Andrea77 Sab Mar 07 2009, 10:03

Ragazzi, mi voltete con voi alla marcia Perugia Assisi ?
---
E c'è da chiederlo?! Ma sono anni che io tento di convincere questi testoni a venirci!Very Happy
Il discorso vale x tutte le iniziative è chiaro che l'invito è rivolto a tutti!

---
X Flavio
è inutile nascondersi anche se noi sappiamo benissimo di nn fare nulla di male sappiamo altrettanto bene che molti nn la pensano in questo modo. Di conseguenza personalmente preferisco evitare il problema al posso di affrontarlo (altrimenti non sarei un furfone:-). So che l'approccio giusto è il tuo ma è + forte di me. Embarassed
Probabilmente prima o poi dovrò affrontare l'agomento xché temo che prima o poi mi si scopra...affraid

A proposito forse mi è sfuggito ma com'è andata poi la storia fra Antonino e sua madre? Si sono chiariti?

Ciao
Andrea
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Messaggio  lucignolo Sab Mar 07 2009, 10:52

Andrea77 ha scritto:A proposito forse mi è sfuggito ma com'è andata poi la storia fra Antonino e sua madre? Si sono chiariti?
Ahimé, aleggia un silenzio di morte! Smile
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Messaggio  Marc_63 Sab Mar 07 2009, 14:11

E c'è da chiederlo?! Ma sono anni che io tento di convincere questi testoni a venirci!

Ma tu hai già partecipato alla marcia ? E come, scalzo ?

Probabilmente prima o poi dovrò affrontare l'agomento xché temo che prima o poi mi si scopra...

Certo che molti pregiudizi stupidi, da parte di certe persone, mi fanno pensare.
Spesso mi viene in mente che non sia neppure un atteggiamento che si richiama ad un problema morale, quanto piuttosto a ciò che l'andare scalzi rappresenta da un punto di vista "simbolico"; ovvero : il camminare scalzi viene associato (e non erroneamente, perchè l'iconografia è piena di immagini di questo tipo) alla povertà, all'umiltà e più spesso alla miseria.
Da poco guardavo un album di vecchie foto che ritraggono gruppi di persone, nella mia città, Cagliari, subito dopo la 2a Guerra Mondiale, durante la quale Cagliari subì violenti bombardamenti e fu quasi del tutto distrutta.
Si trattava di un periodo di estrema povertà, durante il quale per molti, possedere un paio di scarpe rappresentava un lusso.
Il mio concittadino bfpaul ve lo potrà sicuramente confermare.
Molti anziani (che hanno vissuto quel periodo) e che magari, come i miei genitori, per loro fortuna, vivevano in condizioni economiche discrete, ma che hanno ancora di fronte agli occhi le immagini di quella povertà diffusa, associano l'idea del camminare scalzi a quelle immagini, che desiderano cancellare dalla loro memoria. Spesso mia madre mi rimprovera, quando mi vede magari girare scalzo per casa, dicendomi che gli sembro uno "sfollato" della guerra.
In genere tutto ciò che richiama alla povertà, anche se solo come icona, viene rifiutato, fa paura, irrita, spesso indispone.
Guardate che molte volte sortisce un effetto negativo più un immagine che richiama ad una certa realtà che non la cosa in se e per se.
Il nostro è un popolo che, a prescindere da una certa chiusura mentale, ha comunque sofferto e che continua a soffrire ancora; soprattutto in certe zone del meridione d'Italia, dove mi è capitato di cogliere certe situazioni di sotto sviluppo che mi fanno pensare che il tempo si sia fermato a 40 anni fa.
Forse abbiamo la convinzione che il progresso abbia marciato dappertutto, ma per molti "Cristo è ancora fermo a Eboli" !
Sono realtà di cui non vogliamo neppure parlare, difronte alle quali vogliamo chiudere gli occhi, così come rifiutiamo tutto ciò che in un modo o nell'altro, ce le richiama alla mente (come il vedere uno che cammina scalzo).
Teniamo conto anche di un'altro aspetto; che molti genitori quest'idea, questi preconcetti, queste paure, oltre a portarsele dietro da anni, le hanno trasferite a figli e nipoti che, loro malgrado, le hanno assorbite e fatte proprie. Per cui non mi meraviglia affatto vedere dei giovani che, anche inconsciamente, rifiutano certe cose, e un po' non è neppure colpa loro.
Internet ha fatto molto, ma di strada da percorrere ce n'è ancora tanta.
Noi bf onestamente non possiamo fare tantissimo, ma quel poco che possiamo fare lo dobbiamo fare con coraggio e determinazione.
Sarà solo una goccia nell'oceano dell'ignoranza, della paura e dei luoghi comuni; ma almeno quell'oceano non sarà privato di quella piccola e umile goccia.
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Messaggio  lucignolo Dom Mar 08 2009, 13:12

Marc_63 ha scritto:Spesso mia madre mi rimprovera, quando mi vede magari girare scalzo per casa, dicendomi che gli sembro uno "sfollato" della guerra.
Sono le stesse perplessità di mia suocera.
"Come avrei voluto un paio di scarpe.
Si andava nei campi scalzi, si infilavano le spine nei piedi e bisognava aspettare che la natura facesse il suo corso per espellerle.
Poi i sassi, il caldo e il freddo.
E voi che avete le scarpe, che sono così comode, non le usate
".
Di certo la necessità uccide il piacere; i limiti fisiologici li superi facilmente, perché non hai alternative ed allora resta solo il dolore, inteso anche in senso non fisico.
E questo è un primo punto fondamentale: potendo scegliere, ci scalziamo se ne abbiamo voglia e, proprio per questo motivo, possiamo godere di un'ondata di endorfine che ci spinge a rendere sempre più frequente la nostra esplorazione sensoriale.
Marc_63 ha scritto:Il nostro è un popolo che, a prescindere da una certa chiusura mentale, ha comunque sofferto e che continua a soffrire ancora; soprattutto in certe zone del meridione d'Italia, dove mi è capitato di cogliere certe situazioni di sotto sviluppo che mi fanno pensare che il tempo si sia fermato a 40 anni fa..................

Teniamo conto anche di un'altro aspetto; che molti genitori quest'idea, questi preconcetti, queste paure, oltre a portarsele dietro da anni, le hanno trasferite a figli e nipoti che, loro malgrado, le hanno assorbite e fatte proprie. Per cui non mi meraviglia affatto vedere dei giovani che, anche inconsciamente, rifiutano certe cose, e un po' non è neppure colpa loro.
Qui mi sento un po' perplesso.
Quando studiamo la Storia, mettiamo sotto la lente anche i sottoparagrafi del nostro passato, sfocando inevitabilmente i particolari che ci circondano.
Durante il periodo bellico e post-bellico della seconda guerra mondiale tutta l'europa era ridotta ad un cumulo di macerie e nessuno si poteva definire ricco; credo che avere un paio di scarpe fosse difficile per tutti, un lusso superfluo, se pensiamo che mancavano le cose fondamentali; non siamo gli unici ad avere sofferto,
Forse siamo quelli più propensi ad autocommiserarci.
Perché, allora, una differenza così sostanziale fra mentalità italiana e resto d'Europa, se non del mondo?
Temo che i meccanismi siano molto più sottili.
Non credo si tratti di aver recepito certi discorsi dei nostri genitori.
Della storia recente i giovani si dimenticano presto, ricadendo in errori che si sarebbero potuto agevolmente evitare.
Possibile che possano recepire così facilmente soltanto il discorso relativo alle calzature?
No, credo che si tratti di un condizionamento più profondo e più subdolo: praticamente nasci con le scarpe, te le infilano già nei primi mesi di vita, forse hanno cominciato gli ex-poveri e la cosa si è perpetuata in modo acritico nella discendenza.
Poi si sono inserite abilmente le lobby calzaturiere, aiutate da esperti dell'arte subliminare, la moda, il concetto del bello (che, a questo punto, diventa anche utile).
Alla fine la scarpa diventa parte della cultura ed elemento distintivo.
Alle piume, alle collane, ai tatuaggi dei clan dominanti abbiamo sostituito bei cappelli, begli abiti e belle scarpe.
Insomma, il tuo discorso fila, ma penso che sia inserito in un ingranaggio molto più articolato di quanto non sembri.
Ma perché noi manifestiamo tutto questo in maniera così esasperata?
Cosa ci distingue da altri popoli del nord?
Perché spesso siamo così iperprotettivi nei confronti dei figli, con il rischio di diventare diseducativi?
Discorso complesso che esula il nostro forum, ma, a volte, al posto della punta di un iceberg che galleggia vedo un piede nudo.
Cosa saranno i nove decimi nascosti dalla superficie del nostro oceano sociale? Wink
Marc_63 ha scritto:
Sarà solo una goccia nell'oceano dell'ignoranza, della paura e dei luoghi comuni; ma almeno quell'oceano non sarà privato di quella piccola e umile goccia.
Anche fra due punti, per quanto vicini, ce ne sono infiniti altri.
Non potremo mai colmarne la distanza perché ci vuole un tempo infinito?
Non cadiamo nel paradosso del veloce Achille e della tartaruga.
E la nostra non è una goccia piccola quanto pensiamo, perché coinvolge a valanga un'infinità di aspetti.
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Messaggio  Marc_63 Dom Mar 08 2009, 14:40

Quando studiamo la Storia, mettiamo sotto la lente anche i sottoparagrafi del nostro passato, sfocando inevitabilmente i particolari che ci circondano.

Questo avviene quando si studia la storia senza "incarnarla" nel presente, quando si immagazzinano nozioni che restano del tutto avulse dal contesto evolutivo dei fatti e delle situazioni.

Durante il periodo bellico e post-bellico della seconda guerra mondiale tutta l'europa era ridotta ad un cumulo di macerie e nessuno si poteva definire ricco; credo che avere un paio di scarpe fosse difficile per tutti, un lusso superfluo, se pensiamo che mancavano le cose fondamentali; non siamo gli unici ad avere sofferto,
Forse siamo quelli più propensi ad autocommiserarci.

Ricordi cosa disse Camillo Benso Conte di Cavour in occasione dell'Unità d' Italia ? "Abbiamo fatto l'Italia, ora facciamo gli italiani".
Questo è stato un gravissimo errore che ci stiamo portando dietro da 150 anni; la pretesa di "fare gli italiani" e non di "fare l'Italiano".

[quote]Perché, allora, una differenza così sostanziale fra mentalità italiana e resto d'Europa, se non del mondo?Non credo si tratti di aver recepito certi discorsi dei nostri genitori.
Della storia recente i giovani si dimenticano presto, ricadendo in errori che si sarebbero potuto agevolmente evitare.
Possibile che possano recepire così facilmente soltanto il discorso relativo alle calzature?/quote]

Ti dirò di più; perchè c'è una differenza sostanziale fra mentalità all'interno della stessa Italia.
E comunque, forse non mi sono spiegato bene, i figli, dai genitori, non hanno recepito solo discorsi e solo relativi alle calzature.
Quello delle calzature era solo un esempio, visto che di questo stiamo parlando, hanno recepito le paure, le insicurezze, molti luoghi comuni, molti aspetti comportamentali, spesso gli stessi parametri di giudizio... e di esempi se ne possono fare tanti.

No, credo che si tratti di un condizionamento più profondo e più subdolo: praticamente nasci con le scarpe, te le infilano già nei primi mesi di vita, forse hanno cominciato gli ex-poveri e la cosa si è perpetuata in modo acritico nella discendenza.

Ecco vedi; questo è uno dei tanti condizionamenti.

Ma perché noi manifestiamo tutto questo in maniera così esasperata?
Cosa ci distingue da altri popoli del nord?
Perché spesso siamo così iperprotettivi nei confronti dei figli, con il rischio di diventare diseducativi?

Queste domande che hai posto sono di un interesse straordinario e meritano certamente un confronto serio.
Tuttavia, come dici giustamente tu, rischiamo di esulare dal tema principale, magari potremmo aprire un'apposita discussione su "A piede libero" Wink

E la nostra non è una goccia piccola quanto pensiamo, perché coinvolge a valanga un'infinità di aspetti.

Si, da questo punto di vista è verissimo !
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Messaggio  bfpaul Dom Mar 08 2009, 20:14

Marc_63 ha scritto:Quando studiamo la Storia, mettiamo sotto la lente anche i sottoparagrafi del nostro passato, sfocando inevitabilmente i particolari che ci circondano.

Questo avviene quando si studia la storia senza "incarnarla" nel presente, quando si immagazzinano nozioni che restano del tutto avulse dal contesto evolutivo dei fatti e delle situazioni.

Durante il periodo bellico e post-bellico della seconda guerra mondiale tutta l'europa era ridotta ad un cumulo di macerie e nessuno si poteva definire ricco; credo che avere un paio di scarpe fosse difficile per tutti, un lusso superfluo, se pensiamo che mancavano le cose fondamentali; non siamo gli unici ad avere sofferto,
Forse siamo quelli più propensi ad autocommiserarci.

Ricordi cosa disse Camillo Benso Conte di Cavour in occasione dell'Unità d' Italia ? "Abbiamo fatto l'Italia, ora facciamo gli italiani".
Questo è stato un gravissimo errore che ci stiamo portando dietro da 150 anni; la pretesa di "fare gli italiani" e non di "fare l'Italiano".

Perché, allora, una differenza così sostanziale fra mentalità italiana e resto d'Europa, se non del mondo?Non credo si tratti di aver recepito certi discorsi dei nostri genitori.
Della storia recente i giovani si dimenticano presto, ricadendo in errori che si sarebbero potuto agevolmente evitare.
Possibile che possano recepire così facilmente soltanto il discorso relativo alle calzature?/quote]

Ti dirò di più; perchè c'è una differenza sostanziale fra mentalità all'interno della stessa Italia.
E comunque, forse non mi sono spiegato bene, i figli, dai genitori, non hanno recepito solo discorsi e solo relativi alle calzature.
Quello delle calzature era solo un esempio, visto che di questo stiamo parlando, hanno recepito le paure, le insicurezze, molti luoghi comuni, molti aspetti comportamentali, spesso gli stessi parametri di giudizio... e di esempi se ne possono fare tanti.

No, credo che si tratti di un condizionamento più profondo e più subdolo: praticamente nasci con le scarpe, te le infilano già nei primi mesi di vita, forse hanno cominciato gli ex-poveri e la cosa si è perpetuata in modo acritico nella discendenza.

Ecco vedi; questo è uno dei tanti condizionamenti.

Ma perché noi manifestiamo tutto questo in maniera così esasperata?
Cosa ci distingue da altri popoli del nord?
Perché spesso siamo così iperprotettivi nei confronti dei figli, con il rischio di diventare diseducativi?

Queste domande che hai posto sono di un interesse straordinario e meritano certamente un confronto serio.
Tuttavia, come dici giustamente tu, rischiamo di esulare dal tema principale, magari potremmo aprire un'apposita discussione su "A piede libero" Wink

Meno male: guardate il titolo del thread ....
Siamo OFFTOPIC da pagine intere e non avevo ancora detto niente!
Inoltre vi siete scatenati a scrivere, accidenti!!
Per carità, cose interessanti, talvolta già dette, ma che giova sempre ripetere perchè ci sono sempre lettori nuovi.
Rispondo in modo estremamente sintetico e poi riapriamo il discorso nel forum giusto, però permettetemi anche di farvi notare che appena si va off topic, il primo che ci fa attenzione, dovrebbe chiudere il thread e spostarsi nel sottoforum giusto; i sottoforum ci sono per questo e sono per qualsiasi esigenza. Non credo ci sia la necessità di crearne nuovi.
Dunque, dicevo:
1 - d'accordo, non si parla di divise;
2 - T-shirt e cappellino; non c'è alcun problema, posso provvedere come ho fatto finora;
3 - farsi conoscere, vuol dire questo (l'abbiamo fatto), vuol dire fare le interviste (l'abbiamo fatto, sia in radio che in TV), fare i "raduni avvisando i media" (e non l'abbiamo fatto), avere un Club che cambia la sua "mission" (e non lo vogliamo fare).

C'era una marea di spunti nelle diue ultime pagine (la 5 e la 6) e non ci provo neppure a rispondere. Una cos aperò devo dirla; credo che la mia "idea di andare scalzo" risalga a quando ero sfollato (dal 43 al 45) dove sicuramente tutti i bambini andavano scalzi e siccome a me non veniva permesso mi è sempre restato il desiderio. Inoltre mi piaceva e questo lo so perchè alla ricreazione all'asilo mi nascondevo e camminavo a piedi nudi. Così ho cominciato ....

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Messaggio  Andrea77 Mer Mar 11 2009, 00:10

Ma tu hai già partecipato alla marcia ? E come, scalzo ?
---
Si ho fatto 2 volte la marcia della pace (vedi foto sul sito). La prima volta mi sono scalzato a metà èercorsco, la seconda l'ho fatta tutta scalza.
Ti assicuro che nn sono molto allenato ma si riesce a fare. Certo arrivi alla fine che i piedi sono indolenziti. Tieni conto che io i giorni seguenti sono andato al lavoro come sempre calzato e quindi nn ho + sforzato il piede.

X quanto riguarda il discorso dei genitori, visto che la cosa è nata dai miei, tieni conto che le mie sono supposizioni che xò credo realistiche conoscendoli.
X prima cosa viviamo a Milano che non è esattamente un paesino arretrato.
Come seconda cosa mia madre, parlo di lei xché credo che sarebbe quella che ci resterebbe peggio dal scoprirmi scalzo, proviene da una famiglia benestante e quindi ne lei ne sua madre sono andate scalze x povertà.
Ovvio avranno visto, soprattutto mia nonna, gente povera e scalza.
Credo che i timori sarebbero per prima cosa fisici (ti fai male, ti tagli, sporco,....) e tutto sommato a Milano nn posso darle tutti i torti in quanto nn è proprio pulita e un certo rischio c'è.
In secondo luogo credo che vedrebbe la cosa come una cosa indecorosa. Lei bada molto a vestirsi in modo curato e non trasandato x una certa 'etichetta' e ovviamente l'andare scalzo non è previsto.
Tieni poi conto che personalmente vivo lo scalzismo non come una necessità impellente ma come un hobby secondario e quindi non sono disposto a lottare + di tanto x farlo liberamente.
Diciamo che x ora lo riesco comunque a fare clandestinamente x evitare discussioni e dispiaceri ai miei.
Ho altro al momento a cui devo pensare e nn mi pare il caso di metterci pure questa.
Io sonopoi x il quieto vivere e quindi lascio perdere. So che sbaglio a fuggire da problemi ma nn sempre si ha la voglia di affrontarli. Uno nn vuole pensare 'se mi scopre...'. Quando verrà il momento ci penserò.
Un po' quando mio padre mi rimprovera 'se si gira vedi come dovrai correre...' Ma xché mai devo correre ora? Quando si girerà, se si girerà, ci penserò. Certo se fossi abituato già a correre sarebbe + facile ma se non si gira mai mi saei allenato a correre inutilmente.
Ciao
Andrea
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Messaggio  Marco53 Mer Mar 11 2009, 08:58

Il periodo della Guerra e la povertà che ha generato dev'essere stato tremendo. Noi fortunati lo leggiamo nei libri e nelle testimonianze che ormai a tanta distanza, cominciano a spegnersi. E' stato pubblicato lo scorso anno anche un bel libro Mondadori che credo si intitolasse "La Guerra dei bambini" o dei ragazzi, ma non nel senso che si facevano la guerra, ma di come l'hanno subìta... E i bambini sono quelli che ne hanno avuto gravi conseguenze. Ai bambini i piedi crescono velocemente. E migliaia di bambini europei hanno passato scalzi per necessità l'inverno 1945-46, che - i libri affermano - fu durissimo dal punto di vista del freddo intenso. Ciò insegna da un lato che la resistenza del corpo umano è molto superiore a quello che ci si immagina, e secondo, che al di là delle Alpi, nonostante tutto quello che si è passato, si continua a NON associare necessariamente l'andare a piedi nudi con la povertà, altrimenti non si vedrebbero tanti bambini scalzi da quelle parti, e neppure una mentalità degli adulti che non rifiuta uno scalzo che entri in un negozio/bar/ristorante e chi più ne ha più ne metta.
Qualcosa scatta nelle madri nostrane che sono iperprotettive nei confronti delle proprie creature, al punto di metter loro le scarpe quando ancora non sanno camminare, cominciando da lì la rovina dei piedini infantili.
E contraddicendo quanto dicono i pediatri più moderni, laddove si è scoperto che le calzature infantili sono inadatte nel 70% e più dei casi, e laddove i piedini lasciati crescere nudi accrescono la robustezza delle caviglie, migliorano l'equilibrio, rafforzano il sistema immunitario...
Mah...
Saluti d'oltralpe
Marco
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Messaggio  lucignolo Mer Mar 11 2009, 10:07

bfpaul ha scritto:Meno male: guardate il titolo del thread ....
Siamo OFFTOPIC da pagine intere e non avevo ancora detto niente!
Inoltre vi siete scatenati a scrivere, accidenti!!
Very Happy Very Happy Very Happy
Libera interpretazione di un titolo ambiguo.
Lo conoscete?.......Il barefooting, il problema di andare scalzi fra la gente, l'uomo scalzo in prima persona, il tuo IO.
Smile OK, scherzavo.
Però vallo a trovare un'altro forum così variegato.
Wink
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