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Messaggio  francescac Dom Dic 12 2010, 18:39

Ciao a tutti amici!
E' un po' di tempo che non scrivo..cosa è successo in questi mesi?Ho ricominciato la scuola (5^ superiore, quest'anno mi tocca studiare!), mi sono iscritta ai giovani democratici (ieri ero a Roma alla manifestazione) e ho iniziato a pensare seriamente a cosa fare del mio futuro. Ho fatto tante cose, ma non ho smesso di camminare scalza.
E' arrivato l'Inverno, stagione che adoro, e le giornate di sole hanno lentamente fatto spazio a lunghi pomerggi bui. Nelle poche giornate di sole di solito vado in collina, nei posti più isolati, e cammino scalza. E' freddo, certo, ma continuo a sentire la solita meravigliosa sensazione di libertà.
Mi piace camminare anche da sola, è un periodo in cui ho bisogno di ritagliarmi degli spazi per pensare e riflettere. Avete presente quei periodi di passaggio, in cui si deve decidere che strada prendere?Ecco, credo di esserci dentro, e camminare scalza, nel silenzio, con un paesaggio mozzafiato intorno, mi aiuta.

Voi invece cosa mi raccontate?

Vi mando un grande abbraccio,
Francesca.
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Messaggio  Andrea77 Dom Dic 12 2010, 18:52

Ben ritrovata!
Non so se le tue indecisioni siano dovute al dopo maturità o ad altro. Comunque una passeggiata scalza fa sempre bene e in questo periodo rischiara le idee Very Happy
Per curiosità alla manifestazione eri scalza? C'erano scalzi? Visto il clima immagino di no.
In quelle occasioni sembra strano ma sono abbastanza in pochi che si accorgono che sei scalza perché guardano ad altro.
Ciao
Andrea
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Messaggio  Andrea Grasselli Dom Dic 12 2010, 19:10

ciao Francesca,

bentornata! sono contento di rileggerti e di sapere che hai continuato a camminare scalza! trovo molto belle le parole che hai utilizzato per descrivere i benefici che ne trai, ti capisco, è così anche per me. mi piace moltissimo ritrovarmi solo a camminare e a riflettere! essere scalzo mi aiuta a essere più centrato in me.
penso che più ti rinforzi nel tuo essere scalza, più potrai vivere scalza anche nei posti meno isolati (se lo vorrai). anche questa è per me una bellissima sensazione!

francescac ha scritto:Voi invece cosa mi raccontate?
io vivo scalzo dappertutto senza problemi fino a +5°, sotto questa temperatura alterno scalzismo e crogs senza calze. qui ha già nevicato parecchio e, dove sto ristrutturando una vecchia fattoria, la temperatura è scesa fino al oltre -20°! una mattina il termometro segnava -23°! a quelle temperature mi sono tenuto le crogs ai piedi e per lavorare ho infilato scarpe di sicurezza e calze.
ho camminato scalzo diverse volte per brevi tratti sulla neve (con temperature intorno a 0°), è stato corroborante!
l'altroieri sera ho cantato scalzo al concerto della corale, è stato bello come sempre! ha cantato anche una corale ospite, e nel momento di condivisione alla fine del concerto mi sono intrattenuto con tre dei loro coristi: erano ammirativi del mio scalzismo e d'accordo con me sul fatto che è bello e salutare stare scalzi!
nella corale dove canto, oramai si sorprendono solo quando mi vedono con qualcosa ai piedi Very Happy

anche a te un grande abbraccio
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Messaggio  bfpaul Dom Dic 12 2010, 21:15

francescac ha scritto:Ciao a tutti amici!
E' un po' di tempo che non scrivo..cosa è successo in questi mesi?Ho ricominciato la scuola (5^ superiore, quest'anno mi tocca studiare!), mi sono iscritta ai giovani democratici (ieri ero a Roma alla manifestazione) e ho iniziato a pensare seriamente a cosa fare del mio futuro. Ho fatto tante cose, ma non ho smesso di camminare scalza.
E' arrivato l'Inverno, stagione che adoro, e le giornate di sole hanno lentamente fatto spazio a lunghi pomerggi bui. Nelle poche giornate di sole di solito vado in collina, nei posti più isolati, e cammino scalza. E' freddo, certo, ma continuo a sentire la solita meravigliosa sensazione di libertà.
Mi piace camminare anche da sola, è un periodo in cui ho bisogno di ritagliarmi degli spazi per pensare e riflettere. Avete presente quei periodi di passaggio, in cui si deve decidere che strada prendere?Ecco, credo di esserci dentro, e camminare scalza, nel silenzio, con un paesaggio mozzafiato intorno, mi aiuta.

Voi invece cosa mi raccontate?

Vi mando un grande abbraccio,
Francesca.
Franceschissima, ti abbraccio e non dico niente. Sai che vuol dire?
Significa che condivido la tua voglia di studiare, non dico niente sulla tua manifestazione di ieri (perché non voglio schierarmi politicamente altrimenti mi linciano, ma comunque si sa da che parte sto), mi entusiasma la tua voglia di camminare in solitudine perché mi ricorda come ho iniziato.
La solitudine è amica, apre la mente se si animati da voglia di fare, aiuta a prendere le decisioni e intanto ti fa camminare scalza. Che si vuole di più?
Continua così e fatti sentire più spesso, assieme agli altri giovani siete le nostre speranze. Vi abbraccio tutti.

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Messaggio  francescac Dom Dic 12 2010, 21:43

bfpaul ha scritto:
francescac ha scritto:Ciao a tutti amici!
E' un po' di tempo che non scrivo..cosa è successo in questi mesi?Ho ricominciato la scuola (5^ superiore, quest'anno mi tocca studiare!), mi sono iscritta ai giovani democratici (ieri ero a Roma alla manifestazione) e ho iniziato a pensare seriamente a cosa fare del mio futuro. Ho fatto tante cose, ma non ho smesso di camminare scalza.
E' arrivato l'Inverno, stagione che adoro, e le giornate di sole hanno lentamente fatto spazio a lunghi pomerggi bui. Nelle poche giornate di sole di solito vado in collina, nei posti più isolati, e cammino scalza. E' freddo, certo, ma continuo a sentire la solita meravigliosa sensazione di libertà.
Mi piace camminare anche da sola, è un periodo in cui ho bisogno di ritagliarmi degli spazi per pensare e riflettere. Avete presente quei periodi di passaggio, in cui si deve decidere che strada prendere?Ecco, credo di esserci dentro, e camminare scalza, nel silenzio, con un paesaggio mozzafiato intorno, mi aiuta.

Voi invece cosa mi raccontate?

Vi mando un grande abbraccio,
Francesca.
Franceschissima, ti abbraccio e non dico niente. Sai che vuol dire?
Significa che condivido la tua voglia di studiare, non dico niente sulla tua manifestazione di ieri (perché non voglio schierarmi politicamente altrimenti mi linciano, ma comunque si sa da che parte sto), mi entusiasma la tua voglia di camminare in solitudine perché mi ricorda come ho iniziato.
La solitudine è amica, apre la mente se si animati da voglia di fare, aiuta a prendere le decisioni e intanto ti fa camminare scalza. Che si vuole di più?
Continua così e fatti sentire più spesso, assieme agli altri giovani siete le nostre speranze. Vi abbraccio tutti.

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Carissimo,
per quanto riguarda la decisione di schierarmi, diciamo che è arrivata per esasperazione, dopo l'ennesimo schiaffo in faccia agli onesti lavoratori e agli studenti. Lo ammetto, è un impegno che mi sta appassionando molto, ma che svolgo comunque con gli occhi bene aperti e con la mente lucida, senza fanatismi che non condivido. Io ho una sola grande maestra che è la Costituzione Italiana.
Per quanto riguarda lo studio, è un altro paio di maniche. Sono indecisa tra quale facoltà scegliere, indecisa anche perchè quella che vorrei fare mi porterebbe sicuramente a una vita di precariato.
Non è solo un fatto di scelte scolastiche, probabilmente sono in uno di quei periodi di transizione in cui si hanno tante domande e nessuna risposta, e stare in mezzo alla natura, in riflessione, mi aiuta. E' nella mia natura, fa parte del mio carattere, ed è un lato di me a cui voglio molto bene. Smile




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Messaggio  Andrea Grasselli Dom Dic 12 2010, 21:55

Andrea Grasselli ha scritto:per lavorare ho infilato scarpe di sicurezza e calze.
Question Question Question

no, non ho infilato le calze sopra le scarpe di sicurezza Very Happy Very Happy Very Happy

è che oramai sono talmente poco pratico con questi "aggeggi" che fatico anche a descrivere come si fa a metterli Very Happy

viva la vita a piedi nudi e liberi cheers sunny cheers sunny cheers sunny

(salvo le occasioni in cui le protesi per piedi sono davvero utili)

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Messaggio  Ospite Lun Dic 13 2010, 01:16



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Messaggio  tarzone Gio Dic 16 2010, 09:41

Faccio un brevissimo O.T. per rispondere a Francesca, se poi l' argomento dovesse "esondare" mi sposterò/emo nel forum più consono. Ti rispondo da 54 enne "semi rimba" ( per essere gentili) padre di 2 figli, uno di 22 anni e uno di 16. Prendendo in considerazione quello di 22 che in febbraio si laurereà in "scienze della comunicazione linguistica" eufemismo politically correct per dire che si laurea in lingue.
Andrea, il laureando, ha buon per lui le idee chiare, avendo capito da tempo come funziona l' Italia si è girato già mezzo mondo e sa che se non vuole fare il precario a vita dovrà emigrare, esattamente come fecero i miei nonni delle valli piemontesi alla fine del 1800. A tanto siamo arrivati in poco più di un secolo, a non saper dare un futuro ai nostri giovani. Giusto ieri sentivo le affermazioni del rettore dell' università di Torino, in Italia si producono circa 39.000 laureati all' anno, di questi più della metà se ne vanno all' estero per poter avere un futuro che la loro nazione/paese/quello che volete non sa offrire loro, ne importiamo dall' estero circa 5/6.000, fate un po' il bilancio e traetene le conclusioni. Non voglio entrare nell' aspetto partitico della cosa altrimenti mi arrestano.
Cara Francesca, non so quali siano le tue preferenze nell' ambito dello studio, ma se mi posso permettere di darti un consiglio, cercati una facoltà che ti possa offrire un lavoro all' estero e impara BENE almeno 2 lingue straniere, una delle quali deve essere obbligatoriamente l' inglese e per favore imparalo bene non come, e io sono tra quelli, gli italiani che quando parlano una lingua straniera fanno ridere tutto l' universo (per conferma guarda ogni tanto cosa pensano di noi le TV inglesi, tedesche, francesi, americane,ecc.) a dispetto di quanto l' informazione di regime non ci propini quotidianamente.
Saluti disincantati
Valerio
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Messaggio  francescac Gio Dic 16 2010, 21:14

tarzone ha scritto:Faccio un brevissimo O.T. per rispondere a Francesca, se poi l' argomento dovesse "esondare" mi sposterò/emo nel forum più consono. Ti rispondo da 54 enne "semi rimba" ( per essere gentili) padre di 2 figli, uno di 22 anni e uno di 16. Prendendo in considerazione quello di 22 che in febbraio si laurereà in "scienze della comunicazione linguistica" eufemismo politically correct per dire che si laurea in lingue.
Andrea, il laureando, ha buon per lui le idee chiare, avendo capito da tempo come funziona l' Italia si è girato già mezzo mondo e sa che se non vuole fare il precario a vita dovrà emigrare, esattamente come fecero i miei nonni delle valli piemontesi alla fine del 1800. A tanto siamo arrivati in poco più di un secolo, a non saper dare un futuro ai nostri giovani. Giusto ieri sentivo le affermazioni del rettore dell' università di Torino, in Italia si producono circa 39.000 laureati all' anno, di questi più della metà se ne vanno all' estero per poter avere un futuro che la loro nazione/paese/quello che volete non sa offrire loro, ne importiamo dall' estero circa 5/6.000, fate un po' il bilancio e traetene le conclusioni. Non voglio entrare nell' aspetto partitico della cosa altrimenti mi arrestano.
Cara Francesca, non so quali siano le tue preferenze nell' ambito dello studio, ma se mi posso permettere di darti un consiglio, cercati una facoltà che ti possa offrire un lavoro all' estero e impara BENE almeno 2 lingue straniere, una delle quali deve essere obbligatoriamente l' inglese e per favore imparalo bene non come, e io sono tra quelli, gli italiani che quando parlano una lingua straniera fanno ridere tutto l' universo (per conferma guarda ogni tanto cosa pensano di noi le TV inglesi, tedesche, francesi, americane,ecc.) a dispetto di quanto l' informazione di regime non ci propini quotidianamente.

Saluti disincantati
Valerio


Ciao Valerio,
purtroppo la situazione è drammatica: pensa che mi sarebbe piaciuto diventare insegnante di storia e filosofia. Ancora non riesco a capacitarmi per come sia "sminuito" il ruolo dei docenti, io credo che sia una professione di grande responsabilità e molto molto molto bella.
Comunque, visto che sono sicuramente orientata verso una facoltà umanistica, sto decidendo quale fare, e la mia crisi è deriva anche da questo. Mi ritrovo a 18 anni senza futuro, con la sola alternativa di andare all'estero. E' quello che farò (già a fine Marzo me ne vado una settimana a Barcellona e poi in estate vado in Inghilterra), ma sinceramente la cosa mi dispiace, e non poco.
Amo l'Italia, non capisco perchè devo essere costretta ad andarmene, ma certo non posso spendere soldi per poi ritrovarmi senza lavoro, senza futuro.

Un caro saluto, anche il mio molto disincantato.

Francesca.
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Messaggio  hadashi Gio Dic 16 2010, 21:32

Ciao Francesca,
secondo me fai BENE ad andare all'estero adesso; fare l'università in un altro paese apre veramente gli occhi. Ed è un esperienza impagabile, non solo dal punto di vista professionale, ma anche "caratteriale".
Anch'io me se sono andato a 18 anni, sono stato all'estero per 15 anni, e dopo (a 32 anni) sono tornato...purtroppo, devo dire ora, che ho potuto fare un paragone.
E' prob. la decisione che rimpiango di più (e non solo dal punto di vista professionale :-/). Tanto che al momento sto pianificando di emigrare di nuovo...
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Messaggio  francescac Gio Dic 16 2010, 21:42

hadashi ha scritto:Ciao Francesca,
secondo me fai BENE ad andare all'estero adesso; fare l'università in un altro paese apre veramente gli occhi. Ed è un esperienza impagabile, non solo dal punto di vista professionale, ma anche "caratteriale".
Anch'io me se sono andato a 18 anni, sono stato all'estero per 15 anni, e dopo (a 32 anni) sono tornato...purtroppo, devo dire ora, che ho potuto fare un paragone.
E' prob. la decisione che rimpiango di più (e non solo dal punto di vista professionale :-/). Tanto che al momento sto pianificando di emigrare di nuovo...

Capisco, io non vedo l'ora di cominciare a fare esperienze di studio all'estero, ma ad essere sincera..amo l'Italia. Amo l'Italia anche se vivere qua è durissimo. Amo l'Italia anche se non amo gli italiani.
Perchè devo essere [/b]costretta[b] ad andarmene? Mi resta solo questa possibilità, ma ti assicuro che è dura.
Non voglio essere fraintesa, io non sono una persona paurosa o bigotta o timorosa, anzi, sono proprio il contrario. Ma amo l'Italia ed è qua che vorrei vivere, combattendo le mie battaglie.

Dove sei stato tu? Racconta racconta Smile
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Messaggio  hadashi Gio Dic 16 2010, 23:58

francescac ha scritto:Amo l'Italia anche se non amo gli italiani.
Perchè devo essere [/b]costretta[b] ad andarmene? Mi resta solo questa possibilità, ma ti assicuro che è dura.
Non voglio essere fraintesa, io non sono una persona paurosa o bigotta o timorosa, anzi, sono proprio il contrario. Ma amo l'Italia ed è qua che vorrei vivere, combattendo le mie battaglie.

Dove sei stato tu? Racconta racconta Smile

Ti capisco benissimo... non ha niente a che fare con paura o timore; è semplice realismo...
Purtroppo l'Italia sta reagendo nel peggiore dei modi alla "crisi" mondiale (che non è una crisi, ma un semplice cambiamento negli equilibri economici e politici) - non solo i politici, ma anche la gente. Per quello, finchè non cambia la mentalità del paese, cioè finchè la maggioranza delle persone non vuole un cambiamento, restare e combattere è nobile, ma si rischia di fare la fine di Don Quichotte e Sisifo messi insieme ... Wink Bisogna avere abbastanza risorse economice & emotive per poterselo permettere. Io dico che al momento l'Italia non si merita i giovani che ha (sia chiaro che non mi includo più in questo gruppo Wink); per quello, chi può, fa bene ad andarsene Sad
Cmq è meglio che smetta, altrimenti rischiamo andare OT; e poi il forum dovrebbe essere apolitico Wink

Aaaallora: io sono stato per 13 anni in Austria (a Vienna), con diversi brevi "intermezzi" in Francia ed Inghilterra (sempre all'Università; ho studiato informatica - per essere precisi, computergrafica e Realtà Virtuale). E dopo sono andato per 2 anni in Giappone (a Kyoto). Direi che sono stati i 2 anni più belli della mia vita; sia dal punto di vista professionale che dal punto di vista di qualità della vita Smile Solo per farti un esempio: i controllori dei trenti o i benzinai fanno l'inchino e ti ringraziano per essere stato un loro cliente. I bambini dopo scuola vanna a casa da soli (oppure donne singole girano tranquillamente per le città anche di notte) perchè la micro-criminalità è quasi inesistente. Quando si litiga sul lavoro, nessuno alza la voce o dice parolacce. Insomma, proprio come da noi Wink
Purtroppo è la lingua che mi ha fregato; la lingua giapponese è talmente difficile che ho faticato il triplo per portare avanti i miei progetti di ricerca, perciò alla fine ho decise di tornare in Europa. L'errore grosso che ho fatto era di tornare in Italia (il Giappone investi il 4% del PIL in ricerca e sviluppo. Noi invece...beh, lasciamo stare). Per quello infine ho mollato l'università (scelta che rimpiango ancora) e sono andato "nel privato" (per avere almeno un minimo di fondi).
Però anche nel privato la situazione sta peggiorando a vista d'occhio, per quello mi sto lentamente rompendo le ... palpebre, e punto di nuovo all'estero bounce

ciao!!!
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Messaggio  Andrea77 Ven Dic 17 2010, 00:43

Quello che leggo mi rende infinitamente triste.
In teoria se posso dare un consiglio punterei o sulle lingue oppure sulle materie scientifiche.
Bene o male con certi titoli di studio forse ti salvi ancora. Storia e filosofia sono sicuramente affascinanti ma ti rimarranno solo come tua cultura personale, di quelle lauree ci fai un quadretto e te le appendi in camera ma non servono a molto per trovare un lavoro decente e possibilmente non precario a vita.

Detto questo tieni però presente che non c'è il solo aspetto economico ma anche un discorso di piacere. E' un po' il dilemma di molti. E' meglio un posto fisso e sicuro ma che non piace o un lavoro precario e meno remunerato che però piace?
Al momento sono nella prima situazione ma se mi guardo indietro e peggio ancora se guardo avanti a me con una vita lavorativa che non mi interessa mi viene male.
Devo quindi prendere il coraggio, e non è da poco vista la situazione, di lasciare un posto sicuro per fare quello che mi piace veramente.
Purtroppo uscito dalle superiori ho cercato un lavoro senza chiedermi se mi sarebbe piaciuto anche perché non sempre è facile saperlo a priori senza provare. Per me l'importante era trovare lavoro. A fine anni 90 c'è stato il bum dell'informatica e sono diventato programmatore.

Ciao
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Messaggio  Angelica Dom Dic 19 2010, 01:03

[quote="francescac"]
hadashi ha scritto:Amo l'Italia anche se non amo gli italiani.

Questa frase dovrebbe essere stampata e incorniciata. Mi ci ritrovo perfettamente.
Ma purtroppo ognuno ha il governo che si merita. Le rivoluzioni sono inutili se non hanno dietro una qualche base di pensiero sociale/filosofico e oggi il tempo delle grandi rivoluzioni è finito. Oggi le rivoluzioni durano quel qualche mese di notorietà sui tg per essree dimenticate dopo qualche mese. Perchè spesso la gente non sa nemmeno per quale motivo protesta,lo fa e basta,perchè qualcuno l'ha deciso.

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Messaggio  Andrea77 Mar Dic 21 2010, 00:01

Le rivoluzioni non si fanno quando si ha la pancia piena. In Italia ci lamentiamo ma alla fine non si sta poi tanto male salvo quei pochi che per disperazione per rendersi visibili salgono sui tetti. Tieni poi in mente che il manovratore manovra anche i media e la propaganda è tutto.
Ciao
Andrea
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Messaggio  Elan Mar Dic 21 2010, 12:19

Non sono molto d'accordo con voi su tante cose. La diversità di opinioni è la base della democrazia e, a mano a mano che certe ideologie assolutistiche tramontano nelle menti e nelle coscienze, rimangono due visioni, quella liberale (la mia) e quella socialdemocratica (direi la tua), che sono entrambe significative e rispettabili e creano la dialettica politica nella maggior parte dei paesi moderni.

Quello su cui non sono d'accordo è quello che viene detto circa la mancanza di futuro per i giovani a causa dela precarietà che minaccia tutti.

Cominciamo col dire che se seguirai il consiglio di emigrare, forse farai una cosa giusta, perchè ci sono paesi molto più civili e progrediti del nostro, ma, certamente questo non ti aiuterà dal punto di vista della precarietà, dato che nella maggior parte dei paesi democratici occidentali i posti di lavoro sono di gran lunga più precari che in Italia.

Forse sarebbe più corretto dire che la risolubilità dei contratti di lavoro è un fatto assodato in misura maggiore o minore, ma comunque più che in Italia. Negli Stati Uniti, paradiso dei ricercatori e dei laureati con ambizioni nel campo della ricerca, questo aspetto è particolarmente spinto.
" The boss hires and fires" si dice, ovvero: "il capo assume e licenzia" questa è la regola americana e vale dappertutto ,anche nella ricerca e persino le borse di studio richiedono una performance di alto livello per essere mentenute, altrimenti sei "out" ...

Ma anche in Europa occidentale i contratti di lavoro, anche se a tempo intedeterminato, sono comunque risolubili dall' azienda, pur se con meccanismi di tutela di tipo diverso e più o meno limitativi.

Il precariato sul lavoro, inteso come l'uso di contratti a tempo determinato, di vario tipo, al posto del contratto a tempo indeterminato è una conseguenza della totale inamovibilità dei lavoratori garantiti dall' art. 18 della statuto dei lavoratori, che in Itialia è spesso un capestro peggio del matrimonio. Siccome non si vuole e non si può toccare quel tipo di ordinamento, ma si è ben coscienti della remora che esso rappresenta per il mercato, si aggira all' italiana con il precariato.

Tuttavia la rappresentazione di un futuro dei giovani fatto tutto di precariato è falsa e fuorviante: è vero che oggi l'accesso al lavoro non è più quello del contratto a tempo indeterminato subito e per sempre, tuttavia la maggior parte delle aziende garantisce comunque contratti di questo tipo, anche se non subito per tutti.

Io lavoro per una azienda privata, multinazionale, dove tutti i neoassunti passano per due contratti e termine consecutivi (un anno complessivo) prima di essere assunti a tempo indeterminato: è un modo per cercare di avere abbastanza tempo per valutare che tipo di persona ti stai mettendo in casa... non è una garanzia, ma sempre meglio dei 2 mesi di prova, che sono un vero salto nel buio.

Poi facciamo uso anche di personale interinale, anche questo in misura molto ridotta e temporanea. questo viene fatto soprattutto nei momenti di espansione, nei quali c'è incertezza sul futuro. Ma anche gli interinali, il più delle volte, vengono assorbiti ed entrano in organico con contratto a tempo indeterminato.

Pensa che per una azienda il personale è sempre un grosso investimento di tempo e denaro e nessuno ha tempo e denaro da buttare via, per cui non crediate che licenziare sia la massima aspirazione delle aziende: è assolutamente falso, licenziare è a volte una necessità e si fa di tutto per evitarlo, specialmente nei riguardi che dimostra di valere.

E qui vorrei aggiungere che, non c'è nessuna società, nessun sistema sociale e di lavoro, in cui il valore individuale non sia stimato e riconosciuto. Non credere a chi ti racconta che il mondo è tutto dei raccomandati e che il tuo valore non conta: è una balla, anzi è la balla per eccellenza, eternamente sulla bocca dei mediocri. Le aziende fanno salti mortali per non perdere la persone capaci e competenti, ma capace e compentente non è chi racconta di esserlo o crede di esserlo, o si illude di esserlo: sono gli altri che giudicano e specialmente chi ti paga e per il quale il tuo lavoro è fonte di guadagno.

Credimi, se vorrai lavorare, sarai ben preparata e capace, troverai la tua strada e le soddisfazioni non ti mancheranno ... te lo garantisco. Questo vale qualunque cosa tu decida di fare, anche se, una certa attenzione al mercato è raccomandabile. Se non senti una vocazione autentica per un certo tipo di lavoro, scegli tra quelli che il mercato maggiormente richiede.

Un altro aspetto molto importante è la distinzione tra cercare un lavoro o cercare un "posto". La Costituzione parla di lavoro come diritto e dovere, ma la maggior parte degli italiani pensa di avere diritto ad un "posto". Cosa si intende per posto? una contratto di lavoro a vita, possibilmente in un ente pubblico, con un impegno lavorativo virtuale, una buona retribuzione, l'illicenziabilità, nessuna pretesa di rendimento, dietro una bella scrivania, senza polvere, caldo o freddo, rumori fastidiosi, pericoli (a parte la scoliosi da scrivania) e l'assoluta mancanza di responsabilità individuale o di dover rendere conto a qualcuno di ciò che si fa. Se poi c'è anche qualche piccolo privilegio e la possibilità di far valere una autorità sul prossimo, ancora meglio.

La politica italiana, nella sua eterna ricerca di facili consensi, ha fatto di tutto per creare il massimo possibile di lavori di questo tipo, ma ad un certo punto, si raggiunge il limite e si rischia una situazione tipo Argentina. Come diceva Margaret Thacher: "il brutto, quando si spendono i soldi degli altri, è che ad un certo punto finiscono
Esattamente quello che è successo qui: non ci sono "posti" vecchia maniera per tutti, nonostante , Stato, Regioni, Provincie, Comuni, Enti pubblici, scuola ecc. ecc. .... a qualcuno tocca lavorare davvero. Se entri in questo ordine di idee, vedrai che non avrai problemi di precarietà e farai la tua strada come tutti noi, altrimenti, posso solo consigliarti di buttarti in politica, la strada migliore per chi non ha molta voglia di lavorare, ma ti avverto, c'è tanta, tanta concorrenza agguerrita..










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Messaggio  hadashi Mar Dic 21 2010, 19:31

D'accordo che in molto altri paesi il lavoro è ancora più precario, però c'è una grossissima differenza: in questi paesi è anche molto più facile trovare lavoro. Cioè "easy fire, easy hire". Se negli Stati Uniti perdi il posto di lavoro, è abbastanza facile trovarne un altro (ovviamente premesso che la persona sia qualificata).
Poi in Italia per la ricerca o materie umanistiche ci sono pochissimi posti di lavoro, mentre in alti posto hai molto più offerte. Per non parlare dei fondi/investimenti a disposizione e del supporto politici.
Cioè noi abbiamo la peggiore combinazione: poca offerta, tanta precarietà, e permanente carenza di fondi.
Mi sembra ovvio che giovani (e non solo Wink) motivati abbiano il desiderio di emigrare.

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Messaggio  hadashi Mar Dic 21 2010, 20:11

Elan ha scritto: Non credere a chi ti racconta che il mondo è tutto dei raccomandati e che il tuo valore non conta: è una balla, anzi è la balla per eccellenza, eternamente sulla bocca dei mediocri. Le aziende fanno salti mortali per non perdere la persone capaci e competenti, ma capace e compentente non è chi racconta di esserlo o crede di esserlo, o si illude di esserlo: sono gli altri che giudicano e specialmente chi ti paga e per il quale il tuo lavoro è fonte di guadagno.
Dipende da tanti fattori; dalla struttura dell'azienda, da quanto è grande, dal suo capitale, se è pubblica/privata, se è nazionale/internazionale, etc. etc...
Io lavoro in un'azienda semi-pubblica (spa con maggioranza delle azioni in mano pubblica) di media grandezza, e introiti "assicurati". Il che ha come conseguenza che quasi tutte le decisioni strategiche vengono prese in base a considerazioni politiche (e non di efficienza o produttività). E se ti dico la percentuale delle persone che è entrata in azienda perchè conosceva qualcuno, e la percentuale dei colleghi che "scalda le sedie", non ci crederesti. Non che non sia possibile avanzare per i propri meriti; per carità! Ma è più facile avanzare con altre strategie, il che ha portato ad un clima di lavoro non proprio ottimale.
Dipende proprio da dove capiti; e si vede che sei capitato bene. Certo, sarà così un pò dappertutto! Ma resto della mia opinione che in Italia (in media) preferiamo il parlare al fare, e che troppe decisioni vengono prese in base a considerazioni politiche (e non meritocratiche).

Però forse meglio continuare in "chiacchere in libertà". mi sa che siamo un pò OT Wink
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Messaggio  Luca T Mar Dic 21 2010, 21:51

A proposito dello stare in Italia, credo che non basti il pensiero di ciò che è bene o ciò che è male.
Una mia carissima amica australiana si è sposata in Italia ha fatto un figlio ed è poi rimasta vedova. Il figlio, perfettamente bilingue e con doppia cittadinanza, è andato a vivere in Australia. Le ho chiesto se ha intenzione di tornare là, tanto più dopo l'inferno di ghiaccio che ha coinvolto tutti i toscani nella più totale disorganizzazione dei gestori delle strade e autostrade. Mi ha risposto che lei dall'Italia non verrà mai via perchè anche se tante cose non funzionano come altrove è comunque un paese dove si sta tanto bene. Mi ha detto che anche se il figlio le farà avere dei nipotini lei andrà avanti e indietro perché non vuole venir via da Firenze
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Messaggio  Andrea77 Mer Dic 22 2010, 00:36

Elan, i dati dicono che 1 giovane su 4 è disoccupato (non so se poi lavorano in nero). A me sta bene che un azienda prima di assumere faccia dei contratti a tempo determinato per 1-2 anni (quando ho iniziato io c'erano i contratti di formazione e lavoro e l'apprendistato).
Non è però accettabile che finiti questi 2 anni uno venga mandato via non perché incapace ma perché alle aziende che mirano al massimo profitto conviene assumere altri precari per 2 anni perché costano meno e sono ricattabili 'se non fai questo posso mandarti via senza giusta causa'. In questo modo si vive da servi e non da persone libere.
Poi vai in banca e chiedi un mutuo e quando vedono che sei precario ti ridono in faccia e poi ci stupiamo che ci siano i bamboccioni che vivono ancora con i genitori?
L'industriale miope ed ingordo chiude gli stabilimenti qui per aprirli in paesi dove la manodopera costa meno e i diritti dei lavoratori sono meno che qui da noi.
Non si rendono conto che in questo modo innescano un flusso negativo perché chi è precario o in cassa integrazione o disoccupato spende poco o nulla e questo a lungo andare è un danno per l'azienda che ha inevitabilmente un crollo delle vendite. Alcune possono andare a vendere all'estero ma altre no e chiudono a causa della loro miopia e brama di guadagni.
Altrove se uno perde il lavoro ha più possibilità di trovarne uno e ha dei meccanismi di sostegno da parte dello stato.
Oppure mandano via noi e prendono un extracomunitario che pagano meno e non può chiedere diritti perché non li conosce o perché è clandestino e rischierebbe l'espulsione.
In qesto modo si innesca una guerra fra poveri e si alimenta l'intolleranza.
Concordo che purtroppo soprattutto in enti pubblici c'è un sacco di gente che non fa nulla ma che nessuno può toccare perché raccomandato.
Ciao
Andrea
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Messaggio  Rei Mer Dic 22 2010, 02:03

Sulle aziende private italiane che puntano sulla meritocrazia (nota leggenda metropolitana) vi consiglio di leggere un articolo tratto da "Il Sole 24":
Manager a chi? - Col senno di poi
scritto da Bruno Ballardini, una delle menti più brillanti che abbia potuto conoscere personalmente.
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Messaggio  hadashi Mer Dic 22 2010, 09:11

Bellissimo articolo...!
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Messaggio  hadashi Mer Dic 22 2010, 09:39

Luca T ha scritto:Una mia carissima amica australiana ....
Proprio l'Australia dovevi scegliere come confronto con l'Italia!!! Wink Sarebbe interessante parlare con questa tua amica Australiana e scoprire il perchè preferisce stare qua, perchè praticamente tutti quelli che conosco che sono stati in Australia non fanno altro che ripetere quanto si stia bene, quanto gli piacerebbe vivere lì, etc... (pare quasi essere la nuova "America" Shocked)
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Messaggio  bfpaul Mer Dic 22 2010, 12:47

hadashi ha scritto:
Luca T ha scritto:Una mia carissima amica australiana ....
Proprio l'Australia dovevi scegliere come confronto con l'Italia!!! Wink Sarebbe interessante parlare con questa tua amica Australiana e scoprire il perchè preferisce stare qua, perchè praticamente tutti quelli che conosco che sono stati in Australia non fanno altro che ripetere quanto si stia bene, quanto gli piacerebbe vivere lì, etc... (pare quasi essere la nuova "America" Shocked)
Ragazzi siete OT. O trasferite la discussione o chiudo il topic.

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Messaggio  hadashi Mer Dic 22 2010, 13:43

Dato che l'Australia sembra essere il paradiso dei barefooter (prob. subito dopo la Nuova Zelanda) forse ci perdonerai Wink
Però hai ragione, fermiamoci qui Razz
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