I limiti nella nostra testa
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I limiti nella nostra testa
Forse è anche colpa dell'inverno che rende l'andare scalzi molto più difficile, ma mi pare che ultimamente c'è stato un netto squilibrio tra messaggi "negati" e "positivi" nel forum, perciò cercherò di scrivere più spesso delle piccole vittorie quotidiane che ottengo quando trovo il coraggio per uscire scalzo di casa
Questo fine settimana appunto, complice anche del bel tempo che c'era a Udine, mi sono fatto coraggio e sono rimasto scalzo anche in situazioni dove finora avevo troppa fifa. Ecco un piccolo cronoprogramma (a partire da venerdi mattiana):
* venerdi mattina: porto la bambina all'asilo (faccio ponte, perciò niente lavoro oggi ). Non avevo ancora preso la decisione di provare a fare lo scalzo "integrale", perciò indosso dei sandali semi-chiusi (che ho usato spessissimo questo'inverno)
* venerdi nel corso della giornata mi parte finalmente l'embolo (ma perchè mi devo mettere le scarpe solo perchè ho troppa fifa di rimanere scalzo ?!?)
* venerdì pomeriggio: appuntamento dal barbiere. Nel quartiere chic della città (ma il barbiere non è un fighetto, per quello ci vado volentieri . Parcheggio la macchina. Ho i sandali con me (in uno zainetto). Prendo lo zainetto, esco dalla macchina, attraverso la strada, ed entro nel salone. Scalzo. C'è un tizio seduto che aspetto, mi lancia una breve occhiata, continua a leggere. O non gli frega niente, o non lo fa vedere. Vedo il barbiere, ci salutiamo, e prendo posto. Ha visto che ero scalzo, ma non fa una piega. Dopo ca 15 minuti di attesa (durante i quali entrano altri due clienti; notano i miei piedi, anche da loro zero reazione) è il mio turno. Prendo posto sulla sedia, chiaccheriamo; dopo pochi minuti già in tono molto amichevole (ci diamo del tu, parliamo di moto, etc; per quello se avrebbe voluto avrebbe potuto tranquillamente chiederemi del perchè vado scalzo), ma non tocca l'argomento. Semplicemente non gli importava niente se avevo le scarpe o meno (per farla breve, un professionista). Pago, ci salutiamo, esco. Prima vittoria personale
* Tornando a casa mi fermo al supermercato. Entro scalzo. Faccia spesa, vedo che alcune persone mi notano, ma niente commenti (almeno non sento niente, neanche sforzandomi). Alla cassa c'è un addetto della sicurezza, ma non fiata (anzi, gli vedo un punto di domanda scritto in faccia, ma ho l'impressione che tenti di non mettermi a disagio (fissare un cliente sarebbe metterlo a disagio, no ?). Alla cassa parlo con una signora (che vede che sono scalzo), ma come se niente fosse. Non è la prima volta che entro scalzo in un supermercato, ma comunque: vittoria personale numero due
* Sabato mattina: gasato delle mie due vittorie personali di ieri (), proseguo le mie esperienze scalze in citta. Prima faccio un salto in farmacia. Come se niente fosse. Dopo porto a passeggio la bambina, per un oretta circa. Non raggiungo il centro città (è un pò troppo lontano), ma quasi, perciò cmq c'è parecchia gente. Noto che alcuni mi guardano meravigliati, sento un paio di esclamazioni sottovoce ("scalzo!"), ma niente più (sottolineo "sottovoce". E niente parole offensive.). Vittoria personale numero tre e quattro
* Sabato pomeriggio: devo portare la mia mountain bike al decathlon per far aggiustare il cambio. Entro con la bici, e mi apposto vicino all "information desk" per chiedere il tagliando (da mettere sulla bici, per poi poter uscire senza passare per ladro ). Vedo che mi si avvicina l'addetto alla sicurezza. Oooook, pensavo, ho beccato la famigerata guardia antiscalzi di turno. "Mi scusi", dice, "...serve qualcosa ?". "Vorrei portare dentro la bici a far riparare il cambio". "Non serve più, ora abbiamo un laboratorio fuori dal negozio per le riparazioni. E' la in fondo". "Grazie!". Tutto qui, voleva solo aiutarmi. Nessun commento sui piedi. Porto la bici in "laboratorio", e il ragazzo che la prende in consegna nota i miei piedi nudi, e complettamente disinvolto (e con un sorriso genuino) mi chiede "Scalzo ? ... posso chiedere il perchè ? è uno stile di vita, oppure ... ?" ("Stile di vita". Mi piace proprio questa definizione ). Brevemente gli spiego i miei perchè (perchè mi piace e mi rilassa, perchè è molto salutare da tanti punti di vista, e perchè è un ottimo allenamento per la corsa (rafforza muscoli, tendini, etc). Dice che gli sembra interessante, e poi parliamo della bici (in fondo sono andato lì per quello). In quella situazione sembrava che il mio stare scalzo fosse la cosa più naturale al mondo.
Mentre mi ripara la bici, decido di fare un giro del negozio, ed entro di nuovo dall'entrata principale (passando la guardia giurata incontrata prima). Faccio un breve giro, ma non trovo niente, ed esco dall'uscita "senza acquisti". Di nuovo di fronte alla guardia giurata. Nessun commento, nessun segno di diffidenza (del tipo "quello è scalzo perciò forse un ladro" etc.etc). Riprendo la bici ed esco. Vittoria personale numero cinque
* Dopo faccio ancora un salto ad un negozio per bambini per guardare seggiolini per auto. Entro e vado nel reparto seggiolini. Dietro il banco ci sono due commesse. Una mi vede e fa cenno ad avvicinarsi quando vede che sono scalzo. Per un microsecondo, quasi impercettibilmente, si blocca meravigliata, ma in una frazione di secondo "si riprende" e mi si avvicina sorridendo, chiedendo di cosa ho bisogno. Le spiego che cerco un seggiolino, così lei mi mostra i modelli più interessanti e mi da le informazioni di cui io ho bisogno. Probabilmente si farà un sacco di domande, magari non approva. Ma può anche darsi che mi invidiasse, o pesino che approvasse. Chi lo sa. Ma non fa differenza, dato che mi tratta con la stessa cortesia come se avessi le scarpe. Noto che si forza a non guardami i piedi. Ma non lo fa, perchè non vuole essere sgarbata. Una commessa professionale. Tornerò volentieri in quel negozio. Vittoria personale numero sei
* Domenica mattina: pomeriggio vengono i suoceri (... ...). Mia moglie mi chiede di andare in gelateria a prendere una torta gelato. Esco scalzo, con i sandali nel mio piccolo zainetto. Entro scalzo anche in gelateria ... ? Sento che in posti dove si mangia (o si vende cibo) faccio più fatica a stare scalzo, perchè mi sembra dia più fastidio. Forse perchè mettere la pelle in contatto diretto col terreno da una sensazione "subconscia" di sporco, che in posti legati al cibo da più fastidio. Ma mi rendo conto che è una interpretazione mia, non so veramente cosa pensano gli altri. Ad alcuni darà fastidio, ad altri meno. Mi faccio presente che entrando a piedi nudi non è per niente "più sporco" che entrare con le scarpe (la polvere sulle suole è sempre la stessa), e vado avanti. Entro, vado al banco, scelgo la torta, e pago. Alcuni clienti mi vedono (tra cui anche bambini), ma nessun commento. Pago, esco, e mi avvio verso casa. Vittoria personale numero sette
* Arriva il momento tanto temuto; i suoceri bussano alla porta Gli apro (ovviamente scalzo), ci salutiamo, e li faccio accomodare. Anche mia moglie è scalza (anche se non esce (ancora) scalza, in casa lo è praticamente sempre). I suoceri si tolgono le scarpe e si mettono delle ciabatte che teniamo per gli ospiti, perchè sanno che entrare con le scarpe in casa ci da fastidio. Io e mia moglie stiamo scalzi. Mangiamo, e poi usciamo per un giro. Qui mi metto le ciabatte per la prima volta dopo quasi due giorni. So che li metterebbe un pò a disagio se fossi scalzo durante la passeggiata familiare, perciò mi metto le ciabatte. Loro hanno sempre cercato di mettermi a mio agio (non gli è mai passato per la testa di commentare il fatto che noi (io e mia moglie) stiamo scalzi in casa nostra, e mi permettono di stare scalzo in casa loro); perciò non vedo perchè dovrei fare qualcosa che li mette a disagio (razionale o no che sia). Anche perchè non devo dimostrargli niente (so che non avrebbero detto niente nemmeno se fossi uscito scalzo con loro). Per quello, direi un bel "neutro"
* Lunedì mattina, torno al lavoro. La vittoria personale più grande di questo fine settimana forse l'ho avuto proprio oggi in ufficio. Già da tempo mi tolgo le scarpe dietro la scrivania (del tipo chiuso), e sono convinto che il mio collega d'ufficio l'avesso notato, però finora nessuno di noi due ha mai accennato il tema. Lui probabilmente per rispetto; io, perchè parlare del mio stare scalzo con persone che conosco bene mi è molto più difficile che non con persone estranee (p.es. commessi di negozi, etc).
Oggi gli ho chiesto candidamente se gli da fastidio se sto scalzo in ufficio. Lui ha solo detto che sa di diverse altre persone del reparto che mi hanno notato e che non approvano (perche hanno chiesto a lui se non gli da fastidio), ma che a lui personalmente non disturba (ed è anche quello che ha risposto agli altri). E mi ha ringraziato di aver chiesto la sua opinione (un atto di rispetto che ha apprezzato).
Perciò, ora mi sento anche libero di girare scalzo in ufficio senza nascondermi dietro la scrivania. Quando siamo da soli. Mi metterò le scarpe quando arrivano ospiti o rappresentanti, e sicuramente non girerò scalzo per i corridoi, perchè so che verrei richiamato dai dirigenti (*), ma nel mio ufficio mi sono ritagliato uno spazio personale.
[* qui vorrei aggiungere che i dirigenti sanno che corro scalzo, e che approvano (!) - purchè in contesto sportivo. Per essere precisi, lo sa tutta l'azienda che corro a piedi nudi, perchè agosto scorso una giornalista sportiva della zona mi ha visto allenarmi, e mi ha chiesto un intervista, che poi è finita in prima pagina del giornale regionale. tre dei dirigenti hanno poi toccato l'argomento - e tutti e tre mi hanno fatto i complimenti -per le "prestazioni sportive". Devo dire che non me l'aspettavo. Sarebbe del tutto diverso se girassi scalzo in azienda, so che non approverebbero - e mi sembra anche normale, dato che abbiamo cmq contatti col pubblico etc. - ma fuori dal lavoro, ed in contesto sportivo, non gli da minimamente fastidio. Anzi, mi ha persino portato qualche vantaggio. Alla faccia delle ripercussioni negative... lo credevo anch'io, ma - almeno nel mio caso - si è dimonstrato essere una paura infondata.]
...Mi rendo conto di aver scritto una pergamena; spero di non essere stato troppo lungo, ma mi sono reso conto come non mai che i limiti stanno veramente nella nostra testa. Non possiamo sapere che reazione hanno gli altri finche non lo dicono esplicitamente, o non gli chiediamo. E molto più spesso di quello che temiamo le reazioni sono positive!
A presto
Questo fine settimana appunto, complice anche del bel tempo che c'era a Udine, mi sono fatto coraggio e sono rimasto scalzo anche in situazioni dove finora avevo troppa fifa. Ecco un piccolo cronoprogramma (a partire da venerdi mattiana):
* venerdi mattina: porto la bambina all'asilo (faccio ponte, perciò niente lavoro oggi ). Non avevo ancora preso la decisione di provare a fare lo scalzo "integrale", perciò indosso dei sandali semi-chiusi (che ho usato spessissimo questo'inverno)
* venerdi nel corso della giornata mi parte finalmente l'embolo (ma perchè mi devo mettere le scarpe solo perchè ho troppa fifa di rimanere scalzo ?!?)
* venerdì pomeriggio: appuntamento dal barbiere. Nel quartiere chic della città (ma il barbiere non è un fighetto, per quello ci vado volentieri . Parcheggio la macchina. Ho i sandali con me (in uno zainetto). Prendo lo zainetto, esco dalla macchina, attraverso la strada, ed entro nel salone. Scalzo. C'è un tizio seduto che aspetto, mi lancia una breve occhiata, continua a leggere. O non gli frega niente, o non lo fa vedere. Vedo il barbiere, ci salutiamo, e prendo posto. Ha visto che ero scalzo, ma non fa una piega. Dopo ca 15 minuti di attesa (durante i quali entrano altri due clienti; notano i miei piedi, anche da loro zero reazione) è il mio turno. Prendo posto sulla sedia, chiaccheriamo; dopo pochi minuti già in tono molto amichevole (ci diamo del tu, parliamo di moto, etc; per quello se avrebbe voluto avrebbe potuto tranquillamente chiederemi del perchè vado scalzo), ma non tocca l'argomento. Semplicemente non gli importava niente se avevo le scarpe o meno (per farla breve, un professionista). Pago, ci salutiamo, esco. Prima vittoria personale
* Tornando a casa mi fermo al supermercato. Entro scalzo. Faccia spesa, vedo che alcune persone mi notano, ma niente commenti (almeno non sento niente, neanche sforzandomi). Alla cassa c'è un addetto della sicurezza, ma non fiata (anzi, gli vedo un punto di domanda scritto in faccia, ma ho l'impressione che tenti di non mettermi a disagio (fissare un cliente sarebbe metterlo a disagio, no ?). Alla cassa parlo con una signora (che vede che sono scalzo), ma come se niente fosse. Non è la prima volta che entro scalzo in un supermercato, ma comunque: vittoria personale numero due
* Sabato mattina: gasato delle mie due vittorie personali di ieri (), proseguo le mie esperienze scalze in citta. Prima faccio un salto in farmacia. Come se niente fosse. Dopo porto a passeggio la bambina, per un oretta circa. Non raggiungo il centro città (è un pò troppo lontano), ma quasi, perciò cmq c'è parecchia gente. Noto che alcuni mi guardano meravigliati, sento un paio di esclamazioni sottovoce ("scalzo!"), ma niente più (sottolineo "sottovoce". E niente parole offensive.). Vittoria personale numero tre e quattro
* Sabato pomeriggio: devo portare la mia mountain bike al decathlon per far aggiustare il cambio. Entro con la bici, e mi apposto vicino all "information desk" per chiedere il tagliando (da mettere sulla bici, per poi poter uscire senza passare per ladro ). Vedo che mi si avvicina l'addetto alla sicurezza. Oooook, pensavo, ho beccato la famigerata guardia antiscalzi di turno. "Mi scusi", dice, "...serve qualcosa ?". "Vorrei portare dentro la bici a far riparare il cambio". "Non serve più, ora abbiamo un laboratorio fuori dal negozio per le riparazioni. E' la in fondo". "Grazie!". Tutto qui, voleva solo aiutarmi. Nessun commento sui piedi. Porto la bici in "laboratorio", e il ragazzo che la prende in consegna nota i miei piedi nudi, e complettamente disinvolto (e con un sorriso genuino) mi chiede "Scalzo ? ... posso chiedere il perchè ? è uno stile di vita, oppure ... ?" ("Stile di vita". Mi piace proprio questa definizione ). Brevemente gli spiego i miei perchè (perchè mi piace e mi rilassa, perchè è molto salutare da tanti punti di vista, e perchè è un ottimo allenamento per la corsa (rafforza muscoli, tendini, etc). Dice che gli sembra interessante, e poi parliamo della bici (in fondo sono andato lì per quello). In quella situazione sembrava che il mio stare scalzo fosse la cosa più naturale al mondo.
Mentre mi ripara la bici, decido di fare un giro del negozio, ed entro di nuovo dall'entrata principale (passando la guardia giurata incontrata prima). Faccio un breve giro, ma non trovo niente, ed esco dall'uscita "senza acquisti". Di nuovo di fronte alla guardia giurata. Nessun commento, nessun segno di diffidenza (del tipo "quello è scalzo perciò forse un ladro" etc.etc). Riprendo la bici ed esco. Vittoria personale numero cinque
* Dopo faccio ancora un salto ad un negozio per bambini per guardare seggiolini per auto. Entro e vado nel reparto seggiolini. Dietro il banco ci sono due commesse. Una mi vede e fa cenno ad avvicinarsi quando vede che sono scalzo. Per un microsecondo, quasi impercettibilmente, si blocca meravigliata, ma in una frazione di secondo "si riprende" e mi si avvicina sorridendo, chiedendo di cosa ho bisogno. Le spiego che cerco un seggiolino, così lei mi mostra i modelli più interessanti e mi da le informazioni di cui io ho bisogno. Probabilmente si farà un sacco di domande, magari non approva. Ma può anche darsi che mi invidiasse, o pesino che approvasse. Chi lo sa. Ma non fa differenza, dato che mi tratta con la stessa cortesia come se avessi le scarpe. Noto che si forza a non guardami i piedi. Ma non lo fa, perchè non vuole essere sgarbata. Una commessa professionale. Tornerò volentieri in quel negozio. Vittoria personale numero sei
* Domenica mattina: pomeriggio vengono i suoceri (... ...). Mia moglie mi chiede di andare in gelateria a prendere una torta gelato. Esco scalzo, con i sandali nel mio piccolo zainetto. Entro scalzo anche in gelateria ... ? Sento che in posti dove si mangia (o si vende cibo) faccio più fatica a stare scalzo, perchè mi sembra dia più fastidio. Forse perchè mettere la pelle in contatto diretto col terreno da una sensazione "subconscia" di sporco, che in posti legati al cibo da più fastidio. Ma mi rendo conto che è una interpretazione mia, non so veramente cosa pensano gli altri. Ad alcuni darà fastidio, ad altri meno. Mi faccio presente che entrando a piedi nudi non è per niente "più sporco" che entrare con le scarpe (la polvere sulle suole è sempre la stessa), e vado avanti. Entro, vado al banco, scelgo la torta, e pago. Alcuni clienti mi vedono (tra cui anche bambini), ma nessun commento. Pago, esco, e mi avvio verso casa. Vittoria personale numero sette
* Arriva il momento tanto temuto; i suoceri bussano alla porta Gli apro (ovviamente scalzo), ci salutiamo, e li faccio accomodare. Anche mia moglie è scalza (anche se non esce (ancora) scalza, in casa lo è praticamente sempre). I suoceri si tolgono le scarpe e si mettono delle ciabatte che teniamo per gli ospiti, perchè sanno che entrare con le scarpe in casa ci da fastidio. Io e mia moglie stiamo scalzi. Mangiamo, e poi usciamo per un giro. Qui mi metto le ciabatte per la prima volta dopo quasi due giorni. So che li metterebbe un pò a disagio se fossi scalzo durante la passeggiata familiare, perciò mi metto le ciabatte. Loro hanno sempre cercato di mettermi a mio agio (non gli è mai passato per la testa di commentare il fatto che noi (io e mia moglie) stiamo scalzi in casa nostra, e mi permettono di stare scalzo in casa loro); perciò non vedo perchè dovrei fare qualcosa che li mette a disagio (razionale o no che sia). Anche perchè non devo dimostrargli niente (so che non avrebbero detto niente nemmeno se fossi uscito scalzo con loro). Per quello, direi un bel "neutro"
* Lunedì mattina, torno al lavoro. La vittoria personale più grande di questo fine settimana forse l'ho avuto proprio oggi in ufficio. Già da tempo mi tolgo le scarpe dietro la scrivania (del tipo chiuso), e sono convinto che il mio collega d'ufficio l'avesso notato, però finora nessuno di noi due ha mai accennato il tema. Lui probabilmente per rispetto; io, perchè parlare del mio stare scalzo con persone che conosco bene mi è molto più difficile che non con persone estranee (p.es. commessi di negozi, etc).
Oggi gli ho chiesto candidamente se gli da fastidio se sto scalzo in ufficio. Lui ha solo detto che sa di diverse altre persone del reparto che mi hanno notato e che non approvano (perche hanno chiesto a lui se non gli da fastidio), ma che a lui personalmente non disturba (ed è anche quello che ha risposto agli altri). E mi ha ringraziato di aver chiesto la sua opinione (un atto di rispetto che ha apprezzato).
Perciò, ora mi sento anche libero di girare scalzo in ufficio senza nascondermi dietro la scrivania. Quando siamo da soli. Mi metterò le scarpe quando arrivano ospiti o rappresentanti, e sicuramente non girerò scalzo per i corridoi, perchè so che verrei richiamato dai dirigenti (*), ma nel mio ufficio mi sono ritagliato uno spazio personale.
[* qui vorrei aggiungere che i dirigenti sanno che corro scalzo, e che approvano (!) - purchè in contesto sportivo. Per essere precisi, lo sa tutta l'azienda che corro a piedi nudi, perchè agosto scorso una giornalista sportiva della zona mi ha visto allenarmi, e mi ha chiesto un intervista, che poi è finita in prima pagina del giornale regionale. tre dei dirigenti hanno poi toccato l'argomento - e tutti e tre mi hanno fatto i complimenti -per le "prestazioni sportive". Devo dire che non me l'aspettavo. Sarebbe del tutto diverso se girassi scalzo in azienda, so che non approverebbero - e mi sembra anche normale, dato che abbiamo cmq contatti col pubblico etc. - ma fuori dal lavoro, ed in contesto sportivo, non gli da minimamente fastidio. Anzi, mi ha persino portato qualche vantaggio. Alla faccia delle ripercussioni negative... lo credevo anch'io, ma - almeno nel mio caso - si è dimonstrato essere una paura infondata.]
...Mi rendo conto di aver scritto una pergamena; spero di non essere stato troppo lungo, ma mi sono reso conto come non mai che i limiti stanno veramente nella nostra testa. Non possiamo sapere che reazione hanno gli altri finche non lo dicono esplicitamente, o non gli chiediamo. E molto più spesso di quello che temiamo le reazioni sono positive!
A presto
hadashi- Numero di messaggi : 772
Età : 53
Data d'iscrizione : 08.05.09
Re: I limiti nella nostra testa
Vedo che sono il primo a rispondere e lo faccio con particolare piacere.hadashi ha scritto:Forse è anche colpa dell'inverno che rende l'andare scalzi molto più difficile, ma mi pare che ultimamente c'è stato un netto squilibrio tra messaggi "negati" e "positivi" nel forum, perciò cercherò di scrivere più spesso delle piccole vittorie quotidiane che ottengo quando trovo il coraggio per uscire scalzo di casa
Questo fine settimana appunto, complice anche del bel tempo che c'era a Udine, mi sono fatto coraggio e sono rimasto scalzo anche in situazioni dove finora avevo troppa fifa. Ecco un piccolo cronoprogramma (a partire da venerdi mattiana):
* venerdi mattina: porto la bambina all'asilo (faccio ponte, perciò niente lavoro oggi ). Non avevo ancora preso la decisione di provare a fare lo scalzo "integrale", perciò indosso dei sandali semi-chiusi (che ho usato spessissimo questo'inverno)
* venerdi nel corso della giornata mi parte finalmente l'embolo (ma perchè mi devo mettere le scarpe solo perchè ho troppa fifa di rimanere scalzo ?!?)
* venerdì pomeriggio: appuntamento dal barbiere. Nel quartiere chic della città (ma il barbiere non è un fighetto, per quello ci vado volentieri . Parcheggio la macchina. Ho i sandali con me (in uno zainetto). Prendo lo zainetto, esco dalla macchina, attraverso la strada, ed entro nel salone. Scalzo. C'è un tizio seduto che aspetto, mi lancia una breve occhiata, continua a leggere. O non gli frega niente, o non lo fa vedere. Vedo il barbiere, ci salutiamo, e prendo posto. Ha visto che ero scalzo, ma non fa una piega. Dopo ca 15 minuti di attesa (durante i quali entrano altri due clienti; notano i miei piedi, anche da loro zero reazione) è il mio turno. Prendo posto sulla sedia, chiaccheriamo; dopo pochi minuti già in tono molto amichevole (ci diamo del tu, parliamo di moto, etc; per quello se avrebbe voluto avrebbe potuto tranquillamente chiederemi del perchè vado scalzo), ma non tocca l'argomento. Semplicemente non gli importava niente se avevo le scarpe o meno (per farla breve, un professionista). Pago, ci salutiamo, esco. Prima vittoria personale
* Tornando a casa mi fermo al supermercato. Entro scalzo. Faccia spesa, vedo che alcune persone mi notano, ma niente commenti (almeno non sento niente, neanche sforzandomi). Alla cassa c'è un addetto della sicurezza, ma non fiata (anzi, gli vedo un punto di domanda scritto in faccia, ma ho l'impressione che tenti di non mettermi a disagio (fissare un cliente sarebbe metterlo a disagio, no ?). Alla cassa parlo con una signora (che vede che sono scalzo), ma come se niente fosse. Non è la prima volta che entro scalzo in un supermercato, ma comunque: vittoria personale numero due
* Sabato mattina: gasato delle mie due vittorie personali di ieri (), proseguo le mie esperienze scalze in citta. Prima faccio un salto in farmacia. Come se niente fosse. Dopo porto a passeggio la bambina, per un oretta circa. Non raggiungo il centro città (è un pò troppo lontano), ma quasi, perciò cmq c'è parecchia gente. Noto che alcuni mi guardano meravigliati, sento un paio di esclamazioni sottovoce ("scalzo!"), ma niente più (sottolineo "sottovoce". E niente parole offensive.). Vittoria personale numero tre e quattro
* Sabato pomeriggio: devo portare la mia mountain bike al decathlon per far aggiustare il cambio. Entro con la bici, e mi apposto vicino all "information desk" per chiedere il tagliando (da mettere sulla bici, per poi poter uscire senza passare per ladro ). Vedo che mi si avvicina l'addetto alla sicurezza. Oooook, pensavo, ho beccato la famigerata guardia antiscalzi di turno. "Mi scusi", dice, "...serve qualcosa ?". "Vorrei portare dentro la bici a far riparare il cambio". "Non serve più, ora abbiamo un laboratorio fuori dal negozio per le riparazioni. E' la in fondo". "Grazie!". Tutto qui, voleva solo aiutarmi. Nessun commento sui piedi. Porto la bici in "laboratorio", e il ragazzo che la prende in consegna nota i miei piedi nudi, e complettamente disinvolto (e con un sorriso genuino) mi chiede "Scalzo ? ... posso chiedere il perchè ? è uno stile di vita, oppure ... ?" ("Stile di vita". Mi piace proprio questa definizione ). Brevemente gli spiego i miei perchè (perchè mi piace e mi rilassa, perchè è molto salutare da tanti punti di vista, e perchè è un ottimo allenamento per la corsa (rafforza muscoli, tendini, etc). Dice che gli sembra interessante, e poi parliamo della bici (in fondo sono andato lì per quello). In quella situazione sembrava che il mio stare scalzo fosse la cosa più naturale al mondo.
Mentre mi ripara la bici, decido di fare un giro del negozio, ed entro di nuovo dall'entrata principale (passando la guardia giurata incontrata prima). Faccio un breve giro, ma non trovo niente, ed esco dall'uscita "senza acquisti". Di nuovo di fronte alla guardia giurata. Nessun commento, nessun segno di diffidenza (del tipo "quello è scalzo perciò forse un ladro" etc.etc). Riprendo la bici ed esco. Vittoria personale numero cinque
* Dopo faccio ancora un salto ad un negozio per bambini per guardare seggiolini per auto. Entro e vado nel reparto seggiolini. Dietro il banco ci sono due commesse. Una mi vede e fa cenno ad avvicinarsi quando vede che sono scalzo. Per un microsecondo, quasi impercettibilmente, si blocca meravigliata, ma in una frazione di secondo "si riprende" e mi si avvicina sorridendo, chiedendo di cosa ho bisogno. Le spiego che cerco un seggiolino, così lei mi mostra i modelli più interessanti e mi da le informazioni di cui io ho bisogno. Probabilmente si farà un sacco di domande, magari non approva. Ma può anche darsi che mi invidiasse, o pesino che approvasse. Chi lo sa. Ma non fa differenza, dato che mi tratta con la stessa cortesia come se avessi le scarpe. Noto che si forza a non guardami i piedi. Ma non lo fa, perchè non vuole essere sgarbata. Una commessa professionale. Tornerò volentieri in quel negozio. Vittoria personale numero sei
* Domenica mattina: pomeriggio vengono i suoceri (... ...). Mia moglie mi chiede di andare in gelateria a prendere una torta gelato. Esco scalzo, con i sandali nel mio piccolo zainetto. Entro scalzo anche in gelateria ... ? Sento che in posti dove si mangia (o si vende cibo) faccio più fatica a stare scalzo, perchè mi sembra dia più fastidio. Forse perchè mettere la pelle in contatto diretto col terreno da una sensazione "subconscia" di sporco, che in posti legati al cibo da più fastidio. Ma mi rendo conto che è una interpretazione mia, non so veramente cosa pensano gli altri. Ad alcuni darà fastidio, ad altri meno. Mi faccio presente che entrando a piedi nudi non è per niente "più sporco" che entrare con le scarpe (la polvere sulle suole è sempre la stessa), e vado avanti. Entro, vado al banco, scelgo la torta, e pago. Alcuni clienti mi vedono (tra cui anche bambini), ma nessun commento. Pago, esco, e mi avvio verso casa. Vittoria personale numero sette
* Arriva il momento tanto temuto; i suoceri bussano alla porta Gli apro (ovviamente scalzo), ci salutiamo, e li faccio accomodare. Anche mia moglie è scalza (anche se non esce (ancora) scalza, in casa lo è praticamente sempre). I suoceri si tolgono le scarpe e si mettono delle ciabatte che teniamo per gli ospiti, perchè sanno che entrare con le scarpe in casa ci da fastidio. Io e mia moglie stiamo scalzi. Mangiamo, e poi usciamo per un giro. Qui mi metto le ciabatte per la prima volta dopo quasi due giorni. So che li metterebbe un pò a disagio se fossi scalzo durante la passeggiata familiare, perciò mi metto le ciabatte. Loro hanno sempre cercato di mettermi a mio agio (non gli è mai passato per la testa di commentare il fatto che noi (io e mia moglie) stiamo scalzi in casa nostra, e mi permettono di stare scalzo in casa loro); perciò non vedo perchè dovrei fare qualcosa che li mette a disagio (razionale o no che sia). Anche perchè non devo dimostrargli niente (so che non avrebbero detto niente nemmeno se fossi uscito scalzo con loro). Per quello, direi un bel "neutro"
* Lunedì mattina, torno al lavoro. La vittoria personale più grande di questo fine settimana forse l'ho avuto proprio oggi in ufficio. Già da tempo mi tolgo le scarpe dietro la scrivania (del tipo chiuso), e sono convinto che il mio collega d'ufficio l'avesso notato, però finora nessuno di noi due ha mai accennato il tema. Lui probabilmente per rispetto; io, perchè parlare del mio stare scalzo con persone che conosco bene mi è molto più difficile che non con persone estranee (p.es. commessi di negozi, etc).
Oggi gli ho chiesto candidamente se gli da fastidio se sto scalzo in ufficio. Lui ha solo detto che sa di diverse altre persone del reparto che mi hanno notato e che non approvano (perche hanno chiesto a lui se non gli da fastidio), ma che a lui personalmente non disturba (ed è anche quello che ha risposto agli altri). E mi ha ringraziato di aver chiesto la sua opinione (un atto di rispetto che ha apprezzato).
Perciò, ora mi sento anche libero di girare scalzo in ufficio senza nascondermi dietro la scrivania. Quando siamo da soli. Mi metterò le scarpe quando arrivano ospiti o rappresentanti, e sicuramente non girerò scalzo per i corridoi, perchè so che verrei richiamato dai dirigenti (*), ma nel mio ufficio mi sono ritagliato uno spazio personale.
[* qui vorrei aggiungere che i dirigenti sanno che corro scalzo, e che approvano (!) - purchè in contesto sportivo. Per essere precisi, lo sa tutta l'azienda che corro a piedi nudi, perchè agosto scorso una giornalista sportiva della zona mi ha visto allenarmi, e mi ha chiesto un intervista, che poi è finita in prima pagina del giornale regionale. tre dei dirigenti hanno poi toccato l'argomento - e tutti e tre mi hanno fatto i complimenti -per le "prestazioni sportive". Devo dire che non me l'aspettavo. Sarebbe del tutto diverso se girassi scalzo in azienda, so che non approverebbero - e mi sembra anche normale, dato che abbiamo cmq contatti col pubblico etc. - ma fuori dal lavoro, ed in contesto sportivo, non gli da minimamente fastidio. Anzi, mi ha persino portato qualche vantaggio. Alla faccia delle ripercussioni negative... lo credevo anch'io, ma - almeno nel mio caso - si è dimonstrato essere una paura infondata.]
...Mi rendo conto di aver scritto una pergamena; spero di non essere stato troppo lungo, ma mi sono reso conto come non mai che i limiti stanno veramente nella nostra testa. Non possiamo sapere che reazione hanno gli altri finche non lo dicono esplicitamente, o non gli chiediamo. E molto più spesso di quello che temiamo le reazioni sono positive!
A presto
Non dirò molto, solo questo:
Bravo, bravissimo, se tutti quelli che scrivono qui avessero raggiunto lo stesso risultato, sarebbe una cosa magnifica!!
Hai provato con fatti concreti ciò che alcuni di noi dicono da tempo: togliamoci le nostre sovrastrutture mentali e diamo sfogo a ciò che in un modo o nell'altro ci vitalizza e ci fa stare bene con noi stessi e con gli altri.
Coraggio a tutti, è arrivata la primavera!!
bfpaul
Re: I limiti nella nostra testa
bfpaul ha scritto:Bravo, bravissimo, se tutti quelli che scrivono qui avessero raggiunto lo stesso risultato, sarebbe una cosa magnifica!!
Hai provato con fatti concreti ciò che alcuni di noi dicono da tempo: togliamoci le nostre sovrastrutture mentali e diamo sfogo a ciò che in un modo o nell'altro ci vitalizza e ci fa stare bene con noi stessi e con gli altri.
Coraggio a tutti, è arrivata la primavera!!
Concordo in pieno con Paolo.
Ma, insomma, Christian! Hai fatto........non so.........una Scala Reale o un Poker d'Assi.
Scegli la cosa che vale di più e falla tua.
Hai vergogna eppure ti superi: ecco l'atteggiamento giusto.
Un poco di invidia la provo, perché a me avrebbero detto: <Lei, dove va a piedi nudi? Ma si metta le ciabatte (Barbone)!>.
Non lo dico in quanto pessimista, ma perché mazziato più e più volte.
Forse da te non ci sono tutte le paranoie proibizioniste dei le......
Lasciamo perdere, niente politica.
Ma, insomma, Christian! Hai fatto........non so.........una Scala Reale o un Poker d'Assi.
Scegli la cosa che vale di più e falla tua.
Hai vergogna eppure ti superi: ecco l'atteggiamento giusto.
Un poco di invidia la provo, perché a me avrebbero detto: <Lei, dove va a piedi nudi? Ma si metta le ciabatte (Barbone)!>.
Non lo dico in quanto pessimista, ma perché mazziato più e più volte.
Forse da te non ci sono tutte le paranoie proibizioniste dei le......
Lasciamo perdere, niente politica.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
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Re: I limiti nella nostra testa
*ggg* mah, diciamo che secondo me i Friulani (quest'avventura l'ho fatta a Udine!) non sono meno le... che da te - però si fanno i fatti loro (caratteristica che apprezzo veramente tanto!!! )lucignolo ha scritto:Un poco di invidia la provo, perché a me avrebbero detto: <Lei, dove va a piedi nudi? Ma si metta le ciabatte (Barbone)!>.
Non lo dico in quanto pessimista, ma perché mazziato più e più volte.
Forse da te non ci sono tutte le paranoie proibizioniste dei le......
cmq mi pare di notare che l'abbigliamento influenza parecchio il comportamento della gente (solo per curiosità: cosa portavi quando ti hanno detto qualcosa ?); io p.es. portavo jeans e camicia, entrambi blu scuri e sullo sportivo/elegante. potrebbe benissimo darsi che in t-shirt e pantaloncini le reazioni sarebbero state diverse
hadashi- Numero di messaggi : 772
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Andrea77- Numero di messaggi : 1101
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Re: I limiti nella nostra testa
hadashi ha scritto:
*ggg* mah, diciamo che secondo me i Friulani (quest'avventura l'ho fatta a Udine!) non sono meno le... che da te - però si fanno i fatti loro (caratteristica che apprezzo veramente tanto!!! )
cmq mi pare di notare che l'abbigliamento influenza parecchio il comportamento della gente (solo per curiosità: cosa portavi quando ti hanno detto qualcosa ?); io p.es. portavo jeans e camicia, entrambi blu scuri e sullo sportivo/elegante. potrebbe benissimo darsi che in t-shirt e pantaloncini le reazioni sarebbero state diverse
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Ciaooooooooooooooooooooooooooooo!!!
E' incredibile!! Il tuo fine settimana assomiglia moltissimo alle mie uscite estive/primaverili (le più toste)!
Ci troviamo più o meno alla stessa latitudine, ma sono 500 km più ad ovest.
Le reazioni della gente direi che sono identiche!!
Vivendo in un paesino di soli 4000 abitanti, puoi immaginare quanto mi ci sia voluto prima di poter andare scalzo senza troppe remore nell'unico ufficio postale, nell'unica farmacia, o nelle varie filiali di banche, parrucchiere, tabaccai ecc... -N.B., la mia famiglia, per vari motivi economico/sociali, da 3 generazioni qui è conosciutissima- moltissimi mi conoscono "di vista"...
Ovviamente stessi comportamenti "professionali" anche nella vicina Biella (50.000 abitanti).
I solicommenti ad alta voce sono dei bambini: "Mamma! Maaammaaaaa!!!! Guardaaaa!!!!!....)
E venendo all' abbigliamento...concordo in pieno. Solitamente mi sento molto più sicuro, disinvolto e
a mio agio vestendomi di tinte chiarissime, rigorosamente camicia & pantaloni lunghi in tela.
Chissà, forse mi danno l'idea di pulito, bho?
N. B. : non è un travestimento, ma una cosa che mi fasentire meglio. Punto.
Non vorrei innescare una vecchia discussione di tanto tempo fa ( " Ma come? Allora io sembrerei un barbone?? Ecc... ecc... bla bla bla...
Si tratta solo di una constatazione. Se indossassi bermudoni strappati, a fiorelloni, canottiera da muratore, barba di un po' di giorni e magari anche un fiasco di vino nero in una mano, per giunta SCALZO (!!!) , è probabile che l'addetto alla sicurezza abbia UN motivo in più che lo spinga a venirmi a dire qualcosa...
Spiace dirlo, ma l' abito FA il monaco... [size=24]Ciaoooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
[/size] - A - N - D - Y -
Andy- Numero di messaggi : 301
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Re: I limiti nella nostra testa
Andy ha scritto:Si tratta solo di una constatazione. Se indossassi bermudoni strappati, a fiorelloni, canottiera da muratore, barba di un po' di giorni e magari anche un fiasco di vino nero in una mano, per giunta SCALZO (!!!) , è probabile che l'addetto alla sicurezza abbia UN motivo in più che lo spinga a venirmi a dire qualcosa...
Spiace dirlo, ma l' abito FA il monaco...
hadashi ha scritto:cosa portavi quando ti hanno detto qualcosa ?); io p.es. portavo jeans e camicia, entrambi blu scuri e sullo sportivo/elegante. potrebbe benissimo darsi che in t-shirt e pantaloncini le reazioni sarebbero state diverse
Non porto mai canottiere o pantaloncini corti.
Mi conoscete tutti e sapete cosa indosso, perché ai raduni ufficiali mi avete visto, no?
Evito i jeans perché mi danno fastidio se si cammina a lungo, perciò preferisco un paio di pinocchietti.
In genere vesto come tutti i giorni: camicetta e pantaloni sempre abbondantemente sotto il ginocchio.
Così vado al lavoro o a qualche museo e nessuno ha mai avuto da ridire, ovviamente non scalzo.
Molto più elegante di me è di solito Nancy, che tuttavia è stata buttata fuori da un supermercato sul lago di Garda così come eravamo mooolto più decenti di tanti che sono entrati in condizioni inamissibili per una chiesa, quando siamo stati bloccati all'ingresso di Santa Croce, a Firenze.
Ed in quell'intervento che vi ho citato poco tempo fa, a Cagliari, una coppia è stata bloccata mentre tentava di andare a messa scalza, anche se, per ammissione stessa del "guardiano", era una coppia molto ben vestita, ma a piedi nudi.
E quando sono entrato al Cimitero Monumentale di Milano mi dica Paolo Fratter se ero vestito sciatto o in modo indecente, a parte i piedi nudi.
Eddai Andy, anche tu mi conosci e mi hai visto ai raduni, perciò ti ho chiesto se ti sembravo un barbone; non credo di averti offeso per questo, ma vedo che ne hai fatto un problema.
Secondo me è solo questione di chi si ha la sfortuna di incontrare; evito accuratamente di entrare in negozi, supermercati, cimiteri, grandi magazzini, ecc. scalzo, perché mi è già capitato il classico "Non si può" o "Si rimetta le scarpe".
Proverò scalzo in giacca e cravatta (orribile, per il contrasto), ma dubito che cambi qualcosa.
L'abito fa il monaco, è vero, ma nemmeno il monaco va più scalzo.
Mi conoscete tutti e sapete cosa indosso, perché ai raduni ufficiali mi avete visto, no?
Evito i jeans perché mi danno fastidio se si cammina a lungo, perciò preferisco un paio di pinocchietti.
In genere vesto come tutti i giorni: camicetta e pantaloni sempre abbondantemente sotto il ginocchio.
Così vado al lavoro o a qualche museo e nessuno ha mai avuto da ridire, ovviamente non scalzo.
Molto più elegante di me è di solito Nancy, che tuttavia è stata buttata fuori da un supermercato sul lago di Garda così come eravamo mooolto più decenti di tanti che sono entrati in condizioni inamissibili per una chiesa, quando siamo stati bloccati all'ingresso di Santa Croce, a Firenze.
Ed in quell'intervento che vi ho citato poco tempo fa, a Cagliari, una coppia è stata bloccata mentre tentava di andare a messa scalza, anche se, per ammissione stessa del "guardiano", era una coppia molto ben vestita, ma a piedi nudi.
E quando sono entrato al Cimitero Monumentale di Milano mi dica Paolo Fratter se ero vestito sciatto o in modo indecente, a parte i piedi nudi.
Eddai Andy, anche tu mi conosci e mi hai visto ai raduni, perciò ti ho chiesto se ti sembravo un barbone; non credo di averti offeso per questo, ma vedo che ne hai fatto un problema.
Secondo me è solo questione di chi si ha la sfortuna di incontrare; evito accuratamente di entrare in negozi, supermercati, cimiteri, grandi magazzini, ecc. scalzo, perché mi è già capitato il classico "Non si può" o "Si rimetta le scarpe".
Proverò scalzo in giacca e cravatta (orribile, per il contrasto), ma dubito che cambi qualcosa.
L'abito fa il monaco, è vero, ma nemmeno il monaco va più scalzo.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
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Re: I limiti nella nostra testa
lucignolo ha scritto:Andy ha scritto:Si tratta solo di una constatazione. Se indossassi bermudoni strappati, a fiorelloni, canottiera da muratore, barba di un po' di giorni e magari anche un fiasco di vino nero in una mano, per giunta SCALZO (!!!) , è probabile che l'addetto alla sicurezza abbia UN motivo in più che lo spinga a venirmi a dire qualcosa...
Spiace dirlo, ma l' abito FA il monaco...hadashi ha scritto:cosa portavi quando ti hanno detto qualcosa ?); io p.es. portavo jeans e camicia, entrambi blu scuri e sullo sportivo/elegante. potrebbe benissimo darsi che in t-shirt e pantaloncini le reazioni sarebbero state diverseNon porto mai canottiere o pantaloncini corti.
Mi conoscete tutti e sapete cosa indosso, perché ai raduni ufficiali mi avete visto, no?
Evito i jeans perché mi danno fastidio se si cammina a lungo, perciò preferisco un paio di pinocchietti.
In genere vesto come tutti i giorni: camicetta e pantaloni sempre abbondantemente sotto il ginocchio.
Così vado al lavoro o a qualche museo e nessuno ha mai avuto da ridire, ovviamente non scalzo.
Molto più elegante di me è di solito Nancy, che tuttavia è stata buttata fuori da un supermercato sul lago di Garda così come eravamo mooolto più decenti di tanti che sono entrati in condizioni inamissibili per una chiesa, quando siamo stati bloccati all'ingresso di Santa Croce, a Firenze.
Ed in quell'intervento che vi ho citato poco tempo fa, a Cagliari, una coppia è stata bloccata mentre tentava di andare a messa scalza, anche se, per ammissione stessa del "guardiano", era una coppia molto ben vestita, ma a piedi nudi.
E quando sono entrato al Cimitero Monumentale di Milano mi dica Paolo Fratter se ero vestito sciatto o in modo indecente, a parte i piedi nudi.
Eddai Andy, anche tu mi conosci e mi hai visto ai raduni, perciò ti ho chiesto se ti sembravo un barbone; non credo di averti offeso per questo, ma vedo che ne hai fatto un problema.
Secondo me è solo questione di chi si ha la sfortuna di incontrare; evito accuratamente di entrare in negozi, supermercati, cimiteri, grandi magazzini, ecc. scalzo, perché mi è già capitato il classico "Non si può" o "Si rimetta le scarpe".
Proverò scalzo in giacca e cravatta (orribile, per il contrasto), ma dubito che cambi qualcosa.
L'abito fa il monaco, è vero, ma nemmeno il monaco va più scalzo.
Secondo me nei ragionamenti di tutti e due c'è del vero, ma c'è qualche osservazione da fare.
E' vero che l'abito fa il monaco, ma non è vero sempre; è vero che un certo abbigliamento può essere più o meno apprezzato dai singoli per praticità ed altro e quindi usato abitualmente, ma vorrei porre l'attenzione anche su questo:
- un abbigliamento favorisce più o meno la "sopportazione" di uno che va scalzo da parte degli altri
- se vado scalzo sciatto e sbrindellato non posso aspettarmi di essere ben accolto perché non lo sarei neppure con le scarpe
- se vado con zoccoli di legno rumorosi cha annunciano il mio arrivo è difficile passare inosservato, così se andando scalzo mi vedono da 100 m di distanza, hanno tutto il tempo per prepararsi a rompere se credono sia loro dovere farlo ..
Flavio, secondo me i tuoi pinocchietti ti annunciano da "lontano" e forse anche per questo dai il tempo ai guardiani di prepararsi i loro sermoncini e di crearti problemi.
A mio avviso, un paio di jeans o altri pantaloni comodi - ovviamente un po' corti - ti renderebbero meno visibile da lontano e forse, dico forse, troveresti meno guardiani pronti ad obiettare e rompere le
Sono comunque d'accordo che questa non è una cosa risolutiva, infatti può benissimo accadere anche con i jeans o in qualunque altro modo vestiti, anche il più anonimo possibile.
bfpaul
E' vero che l'abito fa il monaco, ma non è vero sempre; è vero che un certo abbigliamento può essere più o meno apprezzato dai singoli per praticità ed altro e quindi usato abitualmente, ma vorrei porre l'attenzione anche su questo:
- un abbigliamento favorisce più o meno la "sopportazione" di uno che va scalzo da parte degli altri
- se vado scalzo sciatto e sbrindellato non posso aspettarmi di essere ben accolto perché non lo sarei neppure con le scarpe
- se vado con zoccoli di legno rumorosi cha annunciano il mio arrivo è difficile passare inosservato, così se andando scalzo mi vedono da 100 m di distanza, hanno tutto il tempo per prepararsi a rompere se credono sia loro dovere farlo ..
Flavio, secondo me i tuoi pinocchietti ti annunciano da "lontano" e forse anche per questo dai il tempo ai guardiani di prepararsi i loro sermoncini e di crearti problemi.
A mio avviso, un paio di jeans o altri pantaloni comodi - ovviamente un po' corti - ti renderebbero meno visibile da lontano e forse, dico forse, troveresti meno guardiani pronti ad obiettare e rompere le
Sono comunque d'accordo che questa non è una cosa risolutiva, infatti può benissimo accadere anche con i jeans o in qualunque altro modo vestiti, anche il più anonimo possibile.
bfpaul
Re: I limiti nella nostra testa
Beh, una quota di intolleranti la si trova sempre, e statisticamente dovrebbero toccarne un po' a ciascuno di noi.lucignolo ha scritto:Secondo me è solo questione di chi si ha la sfortuna di incontrare...
Ma visto come vanno le cose, mi sa che la mia quota e anche quella di almeno altri due o tre postanti finisce sempre a te.
Propongo alcune soluzioni:
1) Esorcismo pronunciato da un frate francescano riformato (vanno scalzi).
2) Benedizione di un monaco buddista birmano (vanno scalzi).
3) Portare con te l'amuleto scacciasfiga degli antichi romani: un piccolo piede (scalzo, ovviamente) in osso, pietra o corallo.
4) Cerimonia antisfiga di una sciamana maya (vanno scalze).
Se qualcuno ha altri metodi li posti qui.
Quale usare?
Visto il livello di sfiga (pure contagiosa, vedi la povera Nancy), direi tutti.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Io mi sono preso questi
http://www.dealextreme.com/p/valentine-s-day-gift-stainless-steel-cute-foot-couple-s-keychains-19443
Non li ho presi come portafortuna, ma a furia di portarli con me lo sono diventati
http://www.dealextreme.com/p/valentine-s-day-gift-stainless-steel-cute-foot-couple-s-keychains-19443
Non li ho presi come portafortuna, ma a furia di portarli con me lo sono diventati
hadashi- Numero di messaggi : 772
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Data d'iscrizione : 08.05.09
I limiti nella nostra testa
A proposito delle "vittorie personali" di Hadashi. Secondo me sono qualche cosa di più di vittorie personale, sono anche degli atti di rispetto verso se stessi. Se se si desidera essere scalzi in determinate situazioni, il rinunciarvi per timidezza o timori di varia natura è decisamente frustrante. Secondo la mia esperienza, abito in una cittadina dove sono più numerosi quelli che conoscono me che viceversa, l'ottenere una delle suddette vittorie mi dà la soddisfazione di un dovere compiuto. Verso me stesso
Per quanto riguarda l'abbigliamento consigliabile per uno scalzo che non si vuole fare importunare penso che debba essere pulito, ordinato, sportivo quanto basta, non particolarmente economico e assolutamente non vistoso. Saluti a tutti.
Per quanto riguarda l'abbigliamento consigliabile per uno scalzo che non si vuole fare importunare penso che debba essere pulito, ordinato, sportivo quanto basta, non particolarmente economico e assolutamente non vistoso. Saluti a tutti.
marco 45- Numero di messaggi : 37
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Re: I limiti nella nostra testa
Infatti, proprio lei che ci tiene al ben vestire, ma quando incontri il coglione che si fa prendere dalle convulsioni quando vede uno scalzo non c'è proprio niente da fare.Rei ha scritto:Visto il livello di sfiga (pure contagiosa, vedi la povera Nancy), direi tutti.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
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Re: I limiti nella nostra testa
Molto belli: dove li hai trovati?hadashi ha scritto:Io mi sono preso questi
http://www.dealextreme.com/p/valentine-s-day-gift-stainless-steel-cute-foot-couple-s-keychains-19443
Non li ho presi come portafortuna, ma a furia di portarli con me lo sono diventati
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
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Re: I limiti nella nostra testa
http://www.dealextreme.com (io li ho ordinati direttamente dal sito; é un negozio internet che si trova a Hong Kong). Non so se si trovano anche altrove.lucignolo ha scritto:Molto belli: dove li hai trovati?
hadashi- Numero di messaggi : 772
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Re: I limiti nella nostra testa
lucignolo ha scritto:Andy ha scritto:Si tratta solo di una constatazione. Se indossassi bermudoni strappati, a fiorelloni, canottiera da muratore, barba di un po' di giorni e magari anche un fiasco di vino nero in una mano, per giunta SCALZO (!!!) , è probabile che l'addetto alla sicurezza abbia UN motivo in più che lo spinga a venirmi a dire qualcosa...
Spiace dirlo, ma l' abito FA il monaco...hadashi ha scritto:cosa portavi quando ti hanno detto qualcosa ?); io p.es. portavo jeans e camicia, entrambi blu scuri e sullo sportivo/elegante. potrebbe benissimo darsi che in t-shirt e pantaloncini le reazioni sarebbero state diverseNon porto mai canottiere o pantaloncini corti.
Mi conoscete tutti e sapete cosa indosso, perché ai raduni ufficiali mi avete visto, no?
Evito i jeans perché mi danno fastidio se si cammina a lungo, perciò preferisco un paio di pinocchietti.
In genere vesto come tutti i giorni: camicetta e pantaloni sempre abbondantemente sotto il ginocchio.
Così vado al lavoro o a qualche museo e nessuno ha mai avuto da ridire, ovviamente non scalzo.
Molto più elegante di me è di solito Nancy, che tuttavia è stata buttata fuori da un supermercato sul lago di Garda così come eravamo mooolto più decenti di tanti che sono entrati in condizioni inamissibili per una chiesa, quando siamo stati bloccati all'ingresso di Santa Croce, a Firenze.
Ed in quell'intervento che vi ho citato poco tempo fa, a Cagliari, una coppia è stata bloccata mentre tentava di andare a messa scalza, anche se, per ammissione stessa del "guardiano", era una coppia molto ben vestita, ma a piedi nudi.
E quando sono entrato al Cimitero Monumentale di Milano mi dica Paolo Fratter se ero vestito sciatto o in modo indecente, a parte i piedi nudi.
Eddai Andy, anche tu mi conosci e mi hai visto ai raduni, perciò ti ho chiesto se ti sembravo un barbone; non credo di averti offeso per questo, ma vedo che ne hai fatto un problema.
Secondo me è solo questione di chi si ha la sfortuna di incontrare; evito accuratamente di entrare in negozi, supermercati, cimiteri, grandi magazzini, ecc. scalzo, perché mi è già capitato il classico "Non si può" o "Si rimetta le scarpe".
Proverò scalzo in giacca e cravatta (orribile, per il contrasto), ma dubito che cambi qualcosa.
L'abito fa il monaco, è vero, ma nemmeno il monaco va più scalzo.
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Ciaoooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
----premetto che nel post NON ti avevo citato... ---
Si, so benissimo come ti vesti. Nulla di sbagliato: è qui che non sono mai riuscito a capire il perchè di tante osservazioni & rotture di ....verso Te & Nancy da parte dei... come chiamarli? -(qualcuno vuole inventare un termine?)- per ora bacchettascalzi.
Francamente è una cosa che mi è sempre spiaciuta moltissimo. Una vera spina proprio verso te che hai preso molto a cuore il bf e dedichi molto del tuo tempo al club, al forum, alle dettagliate spiegazioni, documentazioni e tanto altro!
Evitare di entrare in negozi, supermercati, grandi magazzini??? GULP! Ma allora, che gusto c'è? Credo di averne girati parecchie decine in diverse regioni, eppure non ho beccato m-a-i- nessun rompicose.
Quindi, qual'è il nocciolo?
Paul ipotizza il riconoscimento da lontano. Può essere. Io, come detto, indosso frequentemente pantaloni molto chiari. Forse così si mimetizzano un po' i piedi nudi? Con dei pantaloni molto scuri il contrasto sarebbe nettissimo, che so, colpirebbero molto di più...
Un' altra cosa che mi viene in mente: se ne parla spesso sui libri che trattano l'allevamento ed il possesso dei cani: " l' odore della paura ". Vi sono alcune persone che provano un terrore pazzo verso i quattrozampe . Ebbene: se in un gruppo di persone c'nè uno solo di 'sti tapini, il cagnone di turno che si incontra con chi va a prendersela (anche solo bonariamente solo per giocare) ? Indovinate un po'... -Cosa realmente provata più volte quando possedevo un grosso Labrador-
Forse un certo atteggiamento, un rifuggire lo sguardo, il voler sembrare "più piccoli" per non essere visti o chissà cos'altro, costituiscono "l' odore della paura" che viene subito captato, da cani o "cani"... .che ne approfittano, sentendosi così più forti.
Certo Flavio è tuttaltro che un timoroso, anzi! Sappiamo tutti che è un vero guerriero.
Ma forse certi atteggiamenti inconsci, impercettibili ai più, vengono colti da chi di mestiere deve osservare maree di persone agli ingressi...
Non so se si tratta di una forma preventiva di autodifesa, ma quando vado nei luoghi a rischio rompi... mi viene spontaneo un certo atteggiamento. Per definirlo vi devo citare un pezzettino dei Promessi Sposi (scusate...):
" In che posso ubbidirla?! " disse Don Rodrigo, piantandosi in piedi nel mezzo della sala. Il suono delle parole era tale; ma il modo in cui erano proferite, voleva dir chiaramente: bada a chi sei davanti, pesa le parole, e sbrigati ". Poi non è matamatico... In 6 anni due piantagrane li ho trovati...
Ciaoooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!![/size]
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Ultima modifica di Andy il Mar Mar 22 2011, 23:31 - modificato 2 volte.
Andy- Numero di messaggi : 301
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
[quote="lucignolo"][E quando sono entrato al Cimitero Monumentale di Milano mi dica Paolo Fratter se ero vestito sciatto o in modo indecente, a parte i piedi nudi. [quote]
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Cimiteri? Non saprei... No, non credo che andrei scalzo in un cimitero, monumentale o no.
Perchè? Bho? Mi viene solo in mente una frase dal "Don Camillo" di Guareschi. Quando Peppone, rivolgendosi al consiglio comunale che NON voleva permettere l'esposizione della Bandiera con gli stemmi reali, come richiesto per il funerale della vecchia maestra morta, concluse esclamando: " ...e questo perchè ho molto più rispetto per lei da morta, che di tutti voi da vivi! "...
-per me i "tutti voi da vivi" in tal caso sarebbero gli eventuali guardiani rompi-scalzi dei cimiteri.
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Scalzi in giacca & cravatta? No... il carnevale è già finito... C I A O !
- A - N - D - Y -[b]
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Cimiteri? Non saprei... No, non credo che andrei scalzo in un cimitero, monumentale o no.
Perchè? Bho? Mi viene solo in mente una frase dal "Don Camillo" di Guareschi. Quando Peppone, rivolgendosi al consiglio comunale che NON voleva permettere l'esposizione della Bandiera con gli stemmi reali, come richiesto per il funerale della vecchia maestra morta, concluse esclamando: " ...e questo perchè ho molto più rispetto per lei da morta, che di tutti voi da vivi! "...
-per me i "tutti voi da vivi" in tal caso sarebbero gli eventuali guardiani rompi-scalzi dei cimiteri.
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lucignolo ha scritto: Proverò scalzo in giacca e cravatta (orribile, per il contrasto), ma dubito che cambi qualcosa.
L'abito fa il monaco, è vero, ma nemmeno il monaco va più scalzo.[/color] [/justify]
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Scalzi in giacca & cravatta? No... il carnevale è già finito... C I A O !
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Andy- Numero di messaggi : 301
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Io non sono granchè come scrittore... Ti rispondo quindi in due sole parole: TROPPO BELLO!!!! Chicco.hadashi ha scritto:Forse è anche colpa dell'inverno che rende l'andare scalzi molto più difficile, ma mi pare che ultimamente c'è stato un netto squilibrio tra messaggi "negati" e "positivi" nel forum, perciò cercherò di scrivere più spesso delle piccole vittorie quotidiane che ottengo quando trovo il coraggio per uscire scalzo di casa
Questo fine settimana appunto, complice anche del bel tempo che c'era a Udine, mi sono fatto coraggio e sono rimasto scalzo anche in situazioni dove finora avevo troppa fifa. Ecco un piccolo cronoprogramma (a partire da venerdi mattiana):
* venerdi mattina: porto la bambina all'asilo (faccio ponte, perciò niente lavoro oggi ). Non avevo ancora preso la decisione di provare a fare lo scalzo "integrale", perciò indosso dei sandali semi-chiusi (che ho usato spessissimo questo'inverno)
* venerdi nel corso della giornata mi parte finalmente l'embolo (ma perchè mi devo mettere le scarpe solo perchè ho troppa fifa di rimanere scalzo ?!?)
* venerdì pomeriggio: appuntamento dal barbiere. Nel quartiere chic della città (ma il barbiere non è un fighetto, per quello ci vado volentieri . Parcheggio la macchina. Ho i sandali con me (in uno zainetto). Prendo lo zainetto, esco dalla macchina, attraverso la strada, ed entro nel salone. Scalzo. C'è un tizio seduto che aspetto, mi lancia una breve occhiata, continua a leggere. O non gli frega niente, o non lo fa vedere. Vedo il barbiere, ci salutiamo, e prendo posto. Ha visto che ero scalzo, ma non fa una piega. Dopo ca 15 minuti di attesa (durante i quali entrano altri due clienti; notano i miei piedi, anche da loro zero reazione) è il mio turno. Prendo posto sulla sedia, chiaccheriamo; dopo pochi minuti già in tono molto amichevole (ci diamo del tu, parliamo di moto, etc; per quello se avrebbe voluto avrebbe potuto tranquillamente chiederemi del perchè vado scalzo), ma non tocca l'argomento. Semplicemente non gli importava niente se avevo le scarpe o meno (per farla breve, un professionista). Pago, ci salutiamo, esco. Prima vittoria personale
* Tornando a casa mi fermo al supermercato. Entro scalzo. Faccia spesa, vedo che alcune persone mi notano, ma niente commenti (almeno non sento niente, neanche sforzandomi). Alla cassa c'è un addetto della sicurezza, ma non fiata (anzi, gli vedo un punto di domanda scritto in faccia, ma ho l'impressione che tenti di non mettermi a disagio (fissare un cliente sarebbe metterlo a disagio, no ?). Alla cassa parlo con una signora (che vede che sono scalzo), ma come se niente fosse. Non è la prima volta che entro scalzo in un supermercato, ma comunque: vittoria personale numero due
* Sabato mattina: gasato delle mie due vittorie personali di ieri (), proseguo le mie esperienze scalze in citta. Prima faccio un salto in farmacia. Come se niente fosse. Dopo porto a passeggio la bambina, per un oretta circa. Non raggiungo il centro città (è un pò troppo lontano), ma quasi, perciò cmq c'è parecchia gente. Noto che alcuni mi guardano meravigliati, sento un paio di esclamazioni sottovoce ("scalzo!"), ma niente più (sottolineo "sottovoce". E niente parole offensive.). Vittoria personale numero tre e quattro
* Sabato pomeriggio: devo portare la mia mountain bike al decathlon per far aggiustare il cambio. Entro con la bici, e mi apposto vicino all "information desk" per chiedere il tagliando (da mettere sulla bici, per poi poter uscire senza passare per ladro ). Vedo che mi si avvicina l'addetto alla sicurezza. Oooook, pensavo, ho beccato la famigerata guardia antiscalzi di turno. "Mi scusi", dice, "...serve qualcosa ?". "Vorrei portare dentro la bici a far riparare il cambio". "Non serve più, ora abbiamo un laboratorio fuori dal negozio per le riparazioni. E' la in fondo". "Grazie!". Tutto qui, voleva solo aiutarmi. Nessun commento sui piedi. Porto la bici in "laboratorio", e il ragazzo che la prende in consegna nota i miei piedi nudi, e complettamente disinvolto (e con un sorriso genuino) mi chiede "Scalzo ? ... posso chiedere il perchè ? è uno stile di vita, oppure ... ?" ("Stile di vita". Mi piace proprio questa definizione ). Brevemente gli spiego i miei perchè (perchè mi piace e mi rilassa, perchè è molto salutare da tanti punti di vista, e perchè è un ottimo allenamento per la corsa (rafforza muscoli, tendini, etc). Dice che gli sembra interessante, e poi parliamo della bici (in fondo sono andato lì per quello). In quella situazione sembrava che il mio stare scalzo fosse la cosa più naturale al mondo.
Mentre mi ripara la bici, decido di fare un giro del negozio, ed entro di nuovo dall'entrata principale (passando la guardia giurata incontrata prima). Faccio un breve giro, ma non trovo niente, ed esco dall'uscita "senza acquisti". Di nuovo di fronte alla guardia giurata. Nessun commento, nessun segno di diffidenza (del tipo "quello è scalzo perciò forse un ladro" etc.etc). Riprendo la bici ed esco. Vittoria personale numero cinque
* Dopo faccio ancora un salto ad un negozio per bambini per guardare seggiolini per auto. Entro e vado nel reparto seggiolini. Dietro il banco ci sono due commesse. Una mi vede e fa cenno ad avvicinarsi quando vede che sono scalzo. Per un microsecondo, quasi impercettibilmente, si blocca meravigliata, ma in una frazione di secondo "si riprende" e mi si avvicina sorridendo, chiedendo di cosa ho bisogno. Le spiego che cerco un seggiolino, così lei mi mostra i modelli più interessanti e mi da le informazioni di cui io ho bisogno. Probabilmente si farà un sacco di domande, magari non approva. Ma può anche darsi che mi invidiasse, o pesino che approvasse. Chi lo sa. Ma non fa differenza, dato che mi tratta con la stessa cortesia come se avessi le scarpe. Noto che si forza a non guardami i piedi. Ma non lo fa, perchè non vuole essere sgarbata. Una commessa professionale. Tornerò volentieri in quel negozio. Vittoria personale numero sei
* Domenica mattina: pomeriggio vengono i suoceri (... ...). Mia moglie mi chiede di andare in gelateria a prendere una torta gelato. Esco scalzo, con i sandali nel mio piccolo zainetto. Entro scalzo anche in gelateria ... ? Sento che in posti dove si mangia (o si vende cibo) faccio più fatica a stare scalzo, perchè mi sembra dia più fastidio. Forse perchè mettere la pelle in contatto diretto col terreno da una sensazione "subconscia" di sporco, che in posti legati al cibo da più fastidio. Ma mi rendo conto che è una interpretazione mia, non so veramente cosa pensano gli altri. Ad alcuni darà fastidio, ad altri meno. Mi faccio presente che entrando a piedi nudi non è per niente "più sporco" che entrare con le scarpe (la polvere sulle suole è sempre la stessa), e vado avanti. Entro, vado al banco, scelgo la torta, e pago. Alcuni clienti mi vedono (tra cui anche bambini), ma nessun commento. Pago, esco, e mi avvio verso casa. Vittoria personale numero sette
* Arriva il momento tanto temuto; i suoceri bussano alla porta Gli apro (ovviamente scalzo), ci salutiamo, e li faccio accomodare. Anche mia moglie è scalza (anche se non esce (ancora) scalza, in casa lo è praticamente sempre). I suoceri si tolgono le scarpe e si mettono delle ciabatte che teniamo per gli ospiti, perchè sanno che entrare con le scarpe in casa ci da fastidio. Io e mia moglie stiamo scalzi. Mangiamo, e poi usciamo per un giro. Qui mi metto le ciabatte per la prima volta dopo quasi due giorni. So che li metterebbe un pò a disagio se fossi scalzo durante la passeggiata familiare, perciò mi metto le ciabatte. Loro hanno sempre cercato di mettermi a mio agio (non gli è mai passato per la testa di commentare il fatto che noi (io e mia moglie) stiamo scalzi in casa nostra, e mi permettono di stare scalzo in casa loro); perciò non vedo perchè dovrei fare qualcosa che li mette a disagio (razionale o no che sia). Anche perchè non devo dimostrargli niente (so che non avrebbero detto niente nemmeno se fossi uscito scalzo con loro). Per quello, direi un bel "neutro"
* Lunedì mattina, torno al lavoro. La vittoria personale più grande di questo fine settimana forse l'ho avuto proprio oggi in ufficio. Già da tempo mi tolgo le scarpe dietro la scrivania (del tipo chiuso), e sono convinto che il mio collega d'ufficio l'avesso notato, però finora nessuno di noi due ha mai accennato il tema. Lui probabilmente per rispetto; io, perchè parlare del mio stare scalzo con persone che conosco bene mi è molto più difficile che non con persone estranee (p.es. commessi di negozi, etc).
Oggi gli ho chiesto candidamente se gli da fastidio se sto scalzo in ufficio. Lui ha solo detto che sa di diverse altre persone del reparto che mi hanno notato e che non approvano (perche hanno chiesto a lui se non gli da fastidio), ma che a lui personalmente non disturba (ed è anche quello che ha risposto agli altri). E mi ha ringraziato di aver chiesto la sua opinione (un atto di rispetto che ha apprezzato).
Perciò, ora mi sento anche libero di girare scalzo in ufficio senza nascondermi dietro la scrivania. Quando siamo da soli. Mi metterò le scarpe quando arrivano ospiti o rappresentanti, e sicuramente non girerò scalzo per i corridoi, perchè so che verrei richiamato dai dirigenti (*), ma nel mio ufficio mi sono ritagliato uno spazio personale.
[* qui vorrei aggiungere che i dirigenti sanno che corro scalzo, e che approvano (!) - purchè in contesto sportivo. Per essere precisi, lo sa tutta l'azienda che corro a piedi nudi, perchè agosto scorso una giornalista sportiva della zona mi ha visto allenarmi, e mi ha chiesto un intervista, che poi è finita in prima pagina del giornale regionale. tre dei dirigenti hanno poi toccato l'argomento - e tutti e tre mi hanno fatto i complimenti -per le "prestazioni sportive". Devo dire che non me l'aspettavo. Sarebbe del tutto diverso se girassi scalzo in azienda, so che non approverebbero - e mi sembra anche normale, dato che abbiamo cmq contatti col pubblico etc. - ma fuori dal lavoro, ed in contesto sportivo, non gli da minimamente fastidio. Anzi, mi ha persino portato qualche vantaggio. Alla faccia delle ripercussioni negative... lo credevo anch'io, ma - almeno nel mio caso - si è dimonstrato essere una paura infondata.]
...Mi rendo conto di aver scritto una pergamena; spero di non essere stato troppo lungo, ma mi sono reso conto come non mai che i limiti stanno veramente nella nostra testa. Non possiamo sapere che reazione hanno gli altri finche non lo dicono esplicitamente, o non gli chiediamo. E molto più spesso di quello che temiamo le reazioni sono positive!
A presto
ChiccoB- Numero di messaggi : 958
Età : 52
Data d'iscrizione : 05.09.08
Re: I limiti nella nostra testa
Mi conoscete tutti e sapete cosa indosso, perché ai raduni ufficiali mi avete visto, no?
https://www.youtube.com/watch?v=AEM4Wn05lSY
https://www.youtube.com/watch?v=q8xG9dIp1lA
Andrea77- Numero di messaggi : 1101
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Andy ha scritto:Forse un certo atteggiamento, un rifuggire lo sguardo, il voler sembrare "più piccoli" per non essere visti o chissà cos'altro, costituiscono "l' odore della paura" che viene subito captato, da cani o "cani"... .che ne approfittano, sentendosi così più forti.
Certo Flavio è tuttaltro che un timoroso, anzi! Sappiamo tutti che è un vero guerriero.
Ma forse certi atteggiamenti inconsci, impercettibili ai più, vengono colti da chi di mestiere deve osservare maree di persone agli ingressi...
Purtroppo temo che questo sia il punto cruciale.
In effetti non mi sento a mio agio in situazioni a rischio.
Un po' come quando misuro la pressione arteriosa a casa ed è perfetta, ma quando la misura il medico della Medicina Preventiva, durante le visite periodiche obbligatorie, penso: <Oddio, adesso la trova alta!>.
E, vigliacca la miseria, puntualmente i miei timori si realizzano.
In effetti non mi sento a mio agio in situazioni a rischio.
Un po' come quando misuro la pressione arteriosa a casa ed è perfetta, ma quando la misura il medico della Medicina Preventiva, durante le visite periodiche obbligatorie, penso: <Oddio, adesso la trova alta!>.
E, vigliacca la miseria, puntualmente i miei timori si realizzano.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Ne abbiamo parlato quando ci siamo visti a Roma.lucignolo ha scritto:Purtroppo temo che questo sia il punto cruciale.
In effetti non mi sento a mio agio in situazioni a rischio.
E ti dirò una cosa: da adolescente avevo anch'io "l'odore della paura": era più che altro un modo di porsi verso il mondo, il modo di muoversi, di agire in modo da segnalare a tutti "Ehi! Sono debole! Non reagirò!"
E così tutti i frustrati che dovevano sfogarsi lo facevano con me, sicuri che non avrei reagito.
Poi un giorno mi sono stufato e, poco a poco sono diventato il "killer" che sono ora.
Grazie alle mie (ex-)fidanzate attrici (non tutto il male viene per nuocere) ho imparato a "recitare" l'aggressività e la sicurezza anche quando sotto sotto non ci sono.
E a forza di recitare la persona sicura, lo sono diventato davvero.
In Tunisia, poi, anni fa ho avuto la fortuna di veder recitare Art Malik, una pasta d'uomo che recita sempre le parti da cattivissimo. Da lui ho imparato a fare lo sguardo da killer.
Non c'è nulla di più terrificante di uno che vi parla gentilmente, sorridendo, ma con lo sguardo da killer.
Il tono secco, sferzante che mi ha visto sfoderare Paolo Selis in metropolitana si impara in una settimana di scuola di teatro (o fidanzandosi con una attrice, o attore, a seconda dei propri gusti).
Poi, per la prontezza di riflessi nel replicare ai vari rompiscalzi, ho già spiegato in altri post che uso la tecnica della commedia dell'arte: canovacci già pronti su cui improvvisare al momento.
Canovacci che riporto sempre sul sito affinché gli altri postanti possano usarli con profitta alla bisogna.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
lucignolo ha scritto:Andy ha scritto:Forse un certo atteggiamento, un rifuggire lo sguardo, il voler sembrare "più piccoli" per non essere visti o chissà cos'altro, costituiscono "l' odore della paura" che viene subito captato, da cani o "cani"... .che ne approfittano, sentendosi così più forti.
Certo Flavio è tuttaltro che un timoroso, anzi! Sappiamo tutti che è un vero guerriero.
Ma forse certi atteggiamenti inconsci, impercettibili ai più, vengono colti da chi di mestiere deve osservare maree di persone agli ingressi...Purtroppo temo che questo sia il punto cruciale.
In effetti non mi sento a mio agio in situazioni a rischio.
Un po' come quando misuro la pressione arteriosa a casa ed è perfetta, ma quando la misura il medico della Medicina Preventiva, durante le visite periodiche obbligatorie, penso: <Oddio, adesso la trova alta!>.
E, vigliacca la miseria, puntualmente i miei timori si realizzano.
............................................................
Ehiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!
Un camice bianco con la sindrome del camice bianco?? E' possibile??
Saluti 120 - 80 mm hg
- A - N - D - Y -
Andy- Numero di messaggi : 301
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWRei ha scritto:Ne abbiamo parlato quando ci siamo visti a Roma.lucignolo ha scritto:Purtroppo temo che questo sia il punto cruciale.
In effetti non mi sento a mio agio in situazioni a rischio.
E ti dirò una cosa: da adolescente avevo anch'io "l'odore della paura": era più che altro un modo di porsi verso il mondo, il modo di muoversi, di agire in modo da segnalare a tutti "Ehi! Sono debole! Non reagirò!"
E così tutti i frustrati che dovevano sfogarsi lo facevano con me, sicuri che non avrei reagito.
Poi un giorno mi sono stufato e, poco a poco sono diventato il "killer" che sono ora.
Grazie alle mie (ex-)fidanzate attrici (non tutto il male viene per nuocere) ho imparato a "recitare" l'aggressività e la sicurezza anche quando sotto sotto non ci sono.
E a forza di recitare la persona sicura, lo sono diventato davvero.
In Tunisia, poi, anni fa ho avuto la fortuna di veder recitare Art Malik, una pasta d'uomo che recita sempre le parti da cattivissimo. Da lui ho imparato a fare lo sguardo da killer.
Non c'è nulla di più terrificante di uno che vi parla gentilmente, sorridendo, ma con lo sguardo da killer.
Il tono secco, sferzante che mi ha visto sfoderare Paolo Selis in metropolitana si impara in una settimana di scuola di teatro (o fidanzandosi con una attrice, o attore, a seconda dei propri gusti).
Poi, per la prontezza di riflessi nel replicare ai vari rompiscalzi, ho già spiegato in altri post che uso la tecnica della commedia dell'arte: canovacci già pronti su cui improvvisare al momento.
Canovacci che riporto sempre sul sito affinché gli altri postanti possano usarli con profitta alla bisogna.
Ciaoooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ROMPISCALZI !!!
Ecco il termine giusto!!!
Che è assiomatico a rompica--i, che è più o meno la stessa cosa...
Però per avere sempre la risposta pronta bisogna provare e riprovare di continuo ogni giorno come fanno gli attori... o sbaglio?
Ciaooooooooo!!!!!!!!!!!
- A - N - D - Y -
Andy- Numero di messaggi : 301
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Beh, in un certo senso sì. Quando siamo in ozio, o mentre passeggiamo, quando insomma il cervello ha il tempo di pensare e lo fa a vuoto, creando ed alimentando le paure ingiustificate e tutti gli altri fantasmi della mente che io chiamo pippe mentali, possiamo usare questo tempo per fare qualche pensiero più utile, e se non ci viene in mente nulla di meglio, fare qualche esercizio mentale sui canovacci comportamentali.Andy ha scritto:Però per avere sempre la risposta pronta bisogna provare e riprovare di continuo ogni giorno come fanno gli attori... o sbaglio?
C'è stato un saggio, tempo fa, che rispondendo ad una persona che aveva difficoltà a comportarsi sempre in modo eticamente corretto, gli consigliò di "recitare" seguendo un canovaccio comportamentale che gli avrebbe dato un suggerimento sicuro su come comportarsi in modo eticamente corretto in ogni circostanza.
Quello che non gli disse è che continuando a "recitare" la parte della persona eticamente corretta, avrebbe interiorizzato la parte al punto che sarebbe diventato una persona eticamente corretta.
In effetti questa è la base della psicologia buddista, che il saggio in questione si è praticamente certi avesse studiato da giovane.
Il canovaccio comportamentale era questo:
"Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te."
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Di questo non posso che darti ragione; in questo periodo mi sembra di fare proprio questo tipo di esperienza... Poi vedendo che le reazioni della gente la maggior parte delle volte non sono terribili come ce lo aspettiamo (se ci comportiamo in maniera - e anche se solo apparentemente - sicura!), incrementa ulteriormente la sicurezza di se stessi.Rei ha scritto:E a forza di recitare la persona sicura, lo sono diventato davvero.
Di questo volevo già ringraziarti da tempo; strumento che ritengo utilissimo per recitare sicurezza, finche non la interorizzi e diventa tuaRei ha scritto:
Canovacci che riporto sempre sul sito affinché gli altri postanti possano usarli con profitta alla bisogna.
Rei ha scritto: Quando siamo in ozio, o mentre passeggiamo, quando insomma il cervello ha il tempo di pensare e lo fa a vuoto, creando ed alimentando le paure ingiustificate e tutti gli altri fantasmi della mente che io chiamo pippe mentali, possiamo usare questo tempo per fare qualche pensiero più utile, e se non ci viene in mente nulla di meglio, fare qualche esercizio mentale sui canovacci comportamentali.
Le tecnica dell'ideoprogrammazione... è veramente sorprendente i risultati che riesce a dare
Christian
hadashi- Numero di messaggi : 772
Età : 53
Data d'iscrizione : 08.05.09
Re: I limiti nella nostra testa
Io credo che la cosa fondamentale sia quella di accettare in primo luogo se stessi, con la propria personalità e col proprio corpo.
Spesso il disagio nell'andare scalzi, le paure del giudizio altrui, le fisime dell'essere scoperti da persone conosciute, nascono dalla non accettazione di se stessi e in modo particolare del proprio corpo; se non ci si accetta scalzi, non ci si accetta neppure con le scarpe ai piedi, solo che, in quest'ultimo caso, abbiamo solo l'illusione che, seguendo un'abitudine consolidata, possiamo, quanto meno, passare un po' più inosservati. Ma sono certo, che trovandosi tra la gente, pure con le scarpe ai piedi, le insicurezze e le paranoie di certe persone, si manifestano comunque in una qualche forma di disagio personale : sentirsi gli occhi addosso, la paura che due persone che discorrono stiano parlando di noi, che un insulto o una risata che vola per strada sia indirizzata alla nostra persona, che un automobilista suoni un clacson per canzonarci, che un gruppetto di ragazzi che sghignazzano per i fatti loro ci stiano in realtà sfottendo.....e questo, ribadisco, anche quando si è vestiti normalmente e con le scarpe ai piedi. Credo, ma un esperto di psicologia lo potrebbe confermare o confutare, che nel caso in cui questa tipologia di persone trovasse uno spazio "sicuro" ove andare a piedi nudi, sarebbe un tentativo maldestro di misurarsi con se stessi, cercando di esorcizzare, inutilmente, le proprie paure e le proprie insicurezze, col risultato poi di ammantare di un profondo senso del "proibito" un'attività del tutto naturale ed innocente finendo col vergognarsene ancora di più...
Spesso il disagio nell'andare scalzi, le paure del giudizio altrui, le fisime dell'essere scoperti da persone conosciute, nascono dalla non accettazione di se stessi e in modo particolare del proprio corpo; se non ci si accetta scalzi, non ci si accetta neppure con le scarpe ai piedi, solo che, in quest'ultimo caso, abbiamo solo l'illusione che, seguendo un'abitudine consolidata, possiamo, quanto meno, passare un po' più inosservati. Ma sono certo, che trovandosi tra la gente, pure con le scarpe ai piedi, le insicurezze e le paranoie di certe persone, si manifestano comunque in una qualche forma di disagio personale : sentirsi gli occhi addosso, la paura che due persone che discorrono stiano parlando di noi, che un insulto o una risata che vola per strada sia indirizzata alla nostra persona, che un automobilista suoni un clacson per canzonarci, che un gruppetto di ragazzi che sghignazzano per i fatti loro ci stiano in realtà sfottendo.....e questo, ribadisco, anche quando si è vestiti normalmente e con le scarpe ai piedi. Credo, ma un esperto di psicologia lo potrebbe confermare o confutare, che nel caso in cui questa tipologia di persone trovasse uno spazio "sicuro" ove andare a piedi nudi, sarebbe un tentativo maldestro di misurarsi con se stessi, cercando di esorcizzare, inutilmente, le proprie paure e le proprie insicurezze, col risultato poi di ammantare di un profondo senso del "proibito" un'attività del tutto naturale ed innocente finendo col vergognarsene ancora di più...
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