I limiti nella nostra testa
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I limiti nella nostra testa
Promemoria primo messaggio :
Forse è anche colpa dell'inverno che rende l'andare scalzi molto più difficile, ma mi pare che ultimamente c'è stato un netto squilibrio tra messaggi "negati" e "positivi" nel forum, perciò cercherò di scrivere più spesso delle piccole vittorie quotidiane che ottengo quando trovo il coraggio per uscire scalzo di casa
Questo fine settimana appunto, complice anche del bel tempo che c'era a Udine, mi sono fatto coraggio e sono rimasto scalzo anche in situazioni dove finora avevo troppa fifa. Ecco un piccolo cronoprogramma (a partire da venerdi mattiana):
* venerdi mattina: porto la bambina all'asilo (faccio ponte, perciò niente lavoro oggi ). Non avevo ancora preso la decisione di provare a fare lo scalzo "integrale", perciò indosso dei sandali semi-chiusi (che ho usato spessissimo questo'inverno)
* venerdi nel corso della giornata mi parte finalmente l'embolo (ma perchè mi devo mettere le scarpe solo perchè ho troppa fifa di rimanere scalzo ?!?)
* venerdì pomeriggio: appuntamento dal barbiere. Nel quartiere chic della città (ma il barbiere non è un fighetto, per quello ci vado volentieri . Parcheggio la macchina. Ho i sandali con me (in uno zainetto). Prendo lo zainetto, esco dalla macchina, attraverso la strada, ed entro nel salone. Scalzo. C'è un tizio seduto che aspetto, mi lancia una breve occhiata, continua a leggere. O non gli frega niente, o non lo fa vedere. Vedo il barbiere, ci salutiamo, e prendo posto. Ha visto che ero scalzo, ma non fa una piega. Dopo ca 15 minuti di attesa (durante i quali entrano altri due clienti; notano i miei piedi, anche da loro zero reazione) è il mio turno. Prendo posto sulla sedia, chiaccheriamo; dopo pochi minuti già in tono molto amichevole (ci diamo del tu, parliamo di moto, etc; per quello se avrebbe voluto avrebbe potuto tranquillamente chiederemi del perchè vado scalzo), ma non tocca l'argomento. Semplicemente non gli importava niente se avevo le scarpe o meno (per farla breve, un professionista). Pago, ci salutiamo, esco. Prima vittoria personale
* Tornando a casa mi fermo al supermercato. Entro scalzo. Faccia spesa, vedo che alcune persone mi notano, ma niente commenti (almeno non sento niente, neanche sforzandomi). Alla cassa c'è un addetto della sicurezza, ma non fiata (anzi, gli vedo un punto di domanda scritto in faccia, ma ho l'impressione che tenti di non mettermi a disagio (fissare un cliente sarebbe metterlo a disagio, no ?). Alla cassa parlo con una signora (che vede che sono scalzo), ma come se niente fosse. Non è la prima volta che entro scalzo in un supermercato, ma comunque: vittoria personale numero due
* Sabato mattina: gasato delle mie due vittorie personali di ieri (), proseguo le mie esperienze scalze in citta. Prima faccio un salto in farmacia. Come se niente fosse. Dopo porto a passeggio la bambina, per un oretta circa. Non raggiungo il centro città (è un pò troppo lontano), ma quasi, perciò cmq c'è parecchia gente. Noto che alcuni mi guardano meravigliati, sento un paio di esclamazioni sottovoce ("scalzo!"), ma niente più (sottolineo "sottovoce". E niente parole offensive.). Vittoria personale numero tre e quattro
* Sabato pomeriggio: devo portare la mia mountain bike al decathlon per far aggiustare il cambio. Entro con la bici, e mi apposto vicino all "information desk" per chiedere il tagliando (da mettere sulla bici, per poi poter uscire senza passare per ladro ). Vedo che mi si avvicina l'addetto alla sicurezza. Oooook, pensavo, ho beccato la famigerata guardia antiscalzi di turno. "Mi scusi", dice, "...serve qualcosa ?". "Vorrei portare dentro la bici a far riparare il cambio". "Non serve più, ora abbiamo un laboratorio fuori dal negozio per le riparazioni. E' la in fondo". "Grazie!". Tutto qui, voleva solo aiutarmi. Nessun commento sui piedi. Porto la bici in "laboratorio", e il ragazzo che la prende in consegna nota i miei piedi nudi, e complettamente disinvolto (e con un sorriso genuino) mi chiede "Scalzo ? ... posso chiedere il perchè ? è uno stile di vita, oppure ... ?" ("Stile di vita". Mi piace proprio questa definizione ). Brevemente gli spiego i miei perchè (perchè mi piace e mi rilassa, perchè è molto salutare da tanti punti di vista, e perchè è un ottimo allenamento per la corsa (rafforza muscoli, tendini, etc). Dice che gli sembra interessante, e poi parliamo della bici (in fondo sono andato lì per quello). In quella situazione sembrava che il mio stare scalzo fosse la cosa più naturale al mondo.
Mentre mi ripara la bici, decido di fare un giro del negozio, ed entro di nuovo dall'entrata principale (passando la guardia giurata incontrata prima). Faccio un breve giro, ma non trovo niente, ed esco dall'uscita "senza acquisti". Di nuovo di fronte alla guardia giurata. Nessun commento, nessun segno di diffidenza (del tipo "quello è scalzo perciò forse un ladro" etc.etc). Riprendo la bici ed esco. Vittoria personale numero cinque
* Dopo faccio ancora un salto ad un negozio per bambini per guardare seggiolini per auto. Entro e vado nel reparto seggiolini. Dietro il banco ci sono due commesse. Una mi vede e fa cenno ad avvicinarsi quando vede che sono scalzo. Per un microsecondo, quasi impercettibilmente, si blocca meravigliata, ma in una frazione di secondo "si riprende" e mi si avvicina sorridendo, chiedendo di cosa ho bisogno. Le spiego che cerco un seggiolino, così lei mi mostra i modelli più interessanti e mi da le informazioni di cui io ho bisogno. Probabilmente si farà un sacco di domande, magari non approva. Ma può anche darsi che mi invidiasse, o pesino che approvasse. Chi lo sa. Ma non fa differenza, dato che mi tratta con la stessa cortesia come se avessi le scarpe. Noto che si forza a non guardami i piedi. Ma non lo fa, perchè non vuole essere sgarbata. Una commessa professionale. Tornerò volentieri in quel negozio. Vittoria personale numero sei
* Domenica mattina: pomeriggio vengono i suoceri (... ...). Mia moglie mi chiede di andare in gelateria a prendere una torta gelato. Esco scalzo, con i sandali nel mio piccolo zainetto. Entro scalzo anche in gelateria ... ? Sento che in posti dove si mangia (o si vende cibo) faccio più fatica a stare scalzo, perchè mi sembra dia più fastidio. Forse perchè mettere la pelle in contatto diretto col terreno da una sensazione "subconscia" di sporco, che in posti legati al cibo da più fastidio. Ma mi rendo conto che è una interpretazione mia, non so veramente cosa pensano gli altri. Ad alcuni darà fastidio, ad altri meno. Mi faccio presente che entrando a piedi nudi non è per niente "più sporco" che entrare con le scarpe (la polvere sulle suole è sempre la stessa), e vado avanti. Entro, vado al banco, scelgo la torta, e pago. Alcuni clienti mi vedono (tra cui anche bambini), ma nessun commento. Pago, esco, e mi avvio verso casa. Vittoria personale numero sette
* Arriva il momento tanto temuto; i suoceri bussano alla porta Gli apro (ovviamente scalzo), ci salutiamo, e li faccio accomodare. Anche mia moglie è scalza (anche se non esce (ancora) scalza, in casa lo è praticamente sempre). I suoceri si tolgono le scarpe e si mettono delle ciabatte che teniamo per gli ospiti, perchè sanno che entrare con le scarpe in casa ci da fastidio. Io e mia moglie stiamo scalzi. Mangiamo, e poi usciamo per un giro. Qui mi metto le ciabatte per la prima volta dopo quasi due giorni. So che li metterebbe un pò a disagio se fossi scalzo durante la passeggiata familiare, perciò mi metto le ciabatte. Loro hanno sempre cercato di mettermi a mio agio (non gli è mai passato per la testa di commentare il fatto che noi (io e mia moglie) stiamo scalzi in casa nostra, e mi permettono di stare scalzo in casa loro); perciò non vedo perchè dovrei fare qualcosa che li mette a disagio (razionale o no che sia). Anche perchè non devo dimostrargli niente (so che non avrebbero detto niente nemmeno se fossi uscito scalzo con loro). Per quello, direi un bel "neutro"
* Lunedì mattina, torno al lavoro. La vittoria personale più grande di questo fine settimana forse l'ho avuto proprio oggi in ufficio. Già da tempo mi tolgo le scarpe dietro la scrivania (del tipo chiuso), e sono convinto che il mio collega d'ufficio l'avesso notato, però finora nessuno di noi due ha mai accennato il tema. Lui probabilmente per rispetto; io, perchè parlare del mio stare scalzo con persone che conosco bene mi è molto più difficile che non con persone estranee (p.es. commessi di negozi, etc).
Oggi gli ho chiesto candidamente se gli da fastidio se sto scalzo in ufficio. Lui ha solo detto che sa di diverse altre persone del reparto che mi hanno notato e che non approvano (perche hanno chiesto a lui se non gli da fastidio), ma che a lui personalmente non disturba (ed è anche quello che ha risposto agli altri). E mi ha ringraziato di aver chiesto la sua opinione (un atto di rispetto che ha apprezzato).
Perciò, ora mi sento anche libero di girare scalzo in ufficio senza nascondermi dietro la scrivania. Quando siamo da soli. Mi metterò le scarpe quando arrivano ospiti o rappresentanti, e sicuramente non girerò scalzo per i corridoi, perchè so che verrei richiamato dai dirigenti (*), ma nel mio ufficio mi sono ritagliato uno spazio personale.
[* qui vorrei aggiungere che i dirigenti sanno che corro scalzo, e che approvano (!) - purchè in contesto sportivo. Per essere precisi, lo sa tutta l'azienda che corro a piedi nudi, perchè agosto scorso una giornalista sportiva della zona mi ha visto allenarmi, e mi ha chiesto un intervista, che poi è finita in prima pagina del giornale regionale. tre dei dirigenti hanno poi toccato l'argomento - e tutti e tre mi hanno fatto i complimenti -per le "prestazioni sportive". Devo dire che non me l'aspettavo. Sarebbe del tutto diverso se girassi scalzo in azienda, so che non approverebbero - e mi sembra anche normale, dato che abbiamo cmq contatti col pubblico etc. - ma fuori dal lavoro, ed in contesto sportivo, non gli da minimamente fastidio. Anzi, mi ha persino portato qualche vantaggio. Alla faccia delle ripercussioni negative... lo credevo anch'io, ma - almeno nel mio caso - si è dimonstrato essere una paura infondata.]
...Mi rendo conto di aver scritto una pergamena; spero di non essere stato troppo lungo, ma mi sono reso conto come non mai che i limiti stanno veramente nella nostra testa. Non possiamo sapere che reazione hanno gli altri finche non lo dicono esplicitamente, o non gli chiediamo. E molto più spesso di quello che temiamo le reazioni sono positive!
A presto
Forse è anche colpa dell'inverno che rende l'andare scalzi molto più difficile, ma mi pare che ultimamente c'è stato un netto squilibrio tra messaggi "negati" e "positivi" nel forum, perciò cercherò di scrivere più spesso delle piccole vittorie quotidiane che ottengo quando trovo il coraggio per uscire scalzo di casa
Questo fine settimana appunto, complice anche del bel tempo che c'era a Udine, mi sono fatto coraggio e sono rimasto scalzo anche in situazioni dove finora avevo troppa fifa. Ecco un piccolo cronoprogramma (a partire da venerdi mattiana):
* venerdi mattina: porto la bambina all'asilo (faccio ponte, perciò niente lavoro oggi ). Non avevo ancora preso la decisione di provare a fare lo scalzo "integrale", perciò indosso dei sandali semi-chiusi (che ho usato spessissimo questo'inverno)
* venerdi nel corso della giornata mi parte finalmente l'embolo (ma perchè mi devo mettere le scarpe solo perchè ho troppa fifa di rimanere scalzo ?!?)
* venerdì pomeriggio: appuntamento dal barbiere. Nel quartiere chic della città (ma il barbiere non è un fighetto, per quello ci vado volentieri . Parcheggio la macchina. Ho i sandali con me (in uno zainetto). Prendo lo zainetto, esco dalla macchina, attraverso la strada, ed entro nel salone. Scalzo. C'è un tizio seduto che aspetto, mi lancia una breve occhiata, continua a leggere. O non gli frega niente, o non lo fa vedere. Vedo il barbiere, ci salutiamo, e prendo posto. Ha visto che ero scalzo, ma non fa una piega. Dopo ca 15 minuti di attesa (durante i quali entrano altri due clienti; notano i miei piedi, anche da loro zero reazione) è il mio turno. Prendo posto sulla sedia, chiaccheriamo; dopo pochi minuti già in tono molto amichevole (ci diamo del tu, parliamo di moto, etc; per quello se avrebbe voluto avrebbe potuto tranquillamente chiederemi del perchè vado scalzo), ma non tocca l'argomento. Semplicemente non gli importava niente se avevo le scarpe o meno (per farla breve, un professionista). Pago, ci salutiamo, esco. Prima vittoria personale
* Tornando a casa mi fermo al supermercato. Entro scalzo. Faccia spesa, vedo che alcune persone mi notano, ma niente commenti (almeno non sento niente, neanche sforzandomi). Alla cassa c'è un addetto della sicurezza, ma non fiata (anzi, gli vedo un punto di domanda scritto in faccia, ma ho l'impressione che tenti di non mettermi a disagio (fissare un cliente sarebbe metterlo a disagio, no ?). Alla cassa parlo con una signora (che vede che sono scalzo), ma come se niente fosse. Non è la prima volta che entro scalzo in un supermercato, ma comunque: vittoria personale numero due
* Sabato mattina: gasato delle mie due vittorie personali di ieri (), proseguo le mie esperienze scalze in citta. Prima faccio un salto in farmacia. Come se niente fosse. Dopo porto a passeggio la bambina, per un oretta circa. Non raggiungo il centro città (è un pò troppo lontano), ma quasi, perciò cmq c'è parecchia gente. Noto che alcuni mi guardano meravigliati, sento un paio di esclamazioni sottovoce ("scalzo!"), ma niente più (sottolineo "sottovoce". E niente parole offensive.). Vittoria personale numero tre e quattro
* Sabato pomeriggio: devo portare la mia mountain bike al decathlon per far aggiustare il cambio. Entro con la bici, e mi apposto vicino all "information desk" per chiedere il tagliando (da mettere sulla bici, per poi poter uscire senza passare per ladro ). Vedo che mi si avvicina l'addetto alla sicurezza. Oooook, pensavo, ho beccato la famigerata guardia antiscalzi di turno. "Mi scusi", dice, "...serve qualcosa ?". "Vorrei portare dentro la bici a far riparare il cambio". "Non serve più, ora abbiamo un laboratorio fuori dal negozio per le riparazioni. E' la in fondo". "Grazie!". Tutto qui, voleva solo aiutarmi. Nessun commento sui piedi. Porto la bici in "laboratorio", e il ragazzo che la prende in consegna nota i miei piedi nudi, e complettamente disinvolto (e con un sorriso genuino) mi chiede "Scalzo ? ... posso chiedere il perchè ? è uno stile di vita, oppure ... ?" ("Stile di vita". Mi piace proprio questa definizione ). Brevemente gli spiego i miei perchè (perchè mi piace e mi rilassa, perchè è molto salutare da tanti punti di vista, e perchè è un ottimo allenamento per la corsa (rafforza muscoli, tendini, etc). Dice che gli sembra interessante, e poi parliamo della bici (in fondo sono andato lì per quello). In quella situazione sembrava che il mio stare scalzo fosse la cosa più naturale al mondo.
Mentre mi ripara la bici, decido di fare un giro del negozio, ed entro di nuovo dall'entrata principale (passando la guardia giurata incontrata prima). Faccio un breve giro, ma non trovo niente, ed esco dall'uscita "senza acquisti". Di nuovo di fronte alla guardia giurata. Nessun commento, nessun segno di diffidenza (del tipo "quello è scalzo perciò forse un ladro" etc.etc). Riprendo la bici ed esco. Vittoria personale numero cinque
* Dopo faccio ancora un salto ad un negozio per bambini per guardare seggiolini per auto. Entro e vado nel reparto seggiolini. Dietro il banco ci sono due commesse. Una mi vede e fa cenno ad avvicinarsi quando vede che sono scalzo. Per un microsecondo, quasi impercettibilmente, si blocca meravigliata, ma in una frazione di secondo "si riprende" e mi si avvicina sorridendo, chiedendo di cosa ho bisogno. Le spiego che cerco un seggiolino, così lei mi mostra i modelli più interessanti e mi da le informazioni di cui io ho bisogno. Probabilmente si farà un sacco di domande, magari non approva. Ma può anche darsi che mi invidiasse, o pesino che approvasse. Chi lo sa. Ma non fa differenza, dato che mi tratta con la stessa cortesia come se avessi le scarpe. Noto che si forza a non guardami i piedi. Ma non lo fa, perchè non vuole essere sgarbata. Una commessa professionale. Tornerò volentieri in quel negozio. Vittoria personale numero sei
* Domenica mattina: pomeriggio vengono i suoceri (... ...). Mia moglie mi chiede di andare in gelateria a prendere una torta gelato. Esco scalzo, con i sandali nel mio piccolo zainetto. Entro scalzo anche in gelateria ... ? Sento che in posti dove si mangia (o si vende cibo) faccio più fatica a stare scalzo, perchè mi sembra dia più fastidio. Forse perchè mettere la pelle in contatto diretto col terreno da una sensazione "subconscia" di sporco, che in posti legati al cibo da più fastidio. Ma mi rendo conto che è una interpretazione mia, non so veramente cosa pensano gli altri. Ad alcuni darà fastidio, ad altri meno. Mi faccio presente che entrando a piedi nudi non è per niente "più sporco" che entrare con le scarpe (la polvere sulle suole è sempre la stessa), e vado avanti. Entro, vado al banco, scelgo la torta, e pago. Alcuni clienti mi vedono (tra cui anche bambini), ma nessun commento. Pago, esco, e mi avvio verso casa. Vittoria personale numero sette
* Arriva il momento tanto temuto; i suoceri bussano alla porta Gli apro (ovviamente scalzo), ci salutiamo, e li faccio accomodare. Anche mia moglie è scalza (anche se non esce (ancora) scalza, in casa lo è praticamente sempre). I suoceri si tolgono le scarpe e si mettono delle ciabatte che teniamo per gli ospiti, perchè sanno che entrare con le scarpe in casa ci da fastidio. Io e mia moglie stiamo scalzi. Mangiamo, e poi usciamo per un giro. Qui mi metto le ciabatte per la prima volta dopo quasi due giorni. So che li metterebbe un pò a disagio se fossi scalzo durante la passeggiata familiare, perciò mi metto le ciabatte. Loro hanno sempre cercato di mettermi a mio agio (non gli è mai passato per la testa di commentare il fatto che noi (io e mia moglie) stiamo scalzi in casa nostra, e mi permettono di stare scalzo in casa loro); perciò non vedo perchè dovrei fare qualcosa che li mette a disagio (razionale o no che sia). Anche perchè non devo dimostrargli niente (so che non avrebbero detto niente nemmeno se fossi uscito scalzo con loro). Per quello, direi un bel "neutro"
* Lunedì mattina, torno al lavoro. La vittoria personale più grande di questo fine settimana forse l'ho avuto proprio oggi in ufficio. Già da tempo mi tolgo le scarpe dietro la scrivania (del tipo chiuso), e sono convinto che il mio collega d'ufficio l'avesso notato, però finora nessuno di noi due ha mai accennato il tema. Lui probabilmente per rispetto; io, perchè parlare del mio stare scalzo con persone che conosco bene mi è molto più difficile che non con persone estranee (p.es. commessi di negozi, etc).
Oggi gli ho chiesto candidamente se gli da fastidio se sto scalzo in ufficio. Lui ha solo detto che sa di diverse altre persone del reparto che mi hanno notato e che non approvano (perche hanno chiesto a lui se non gli da fastidio), ma che a lui personalmente non disturba (ed è anche quello che ha risposto agli altri). E mi ha ringraziato di aver chiesto la sua opinione (un atto di rispetto che ha apprezzato).
Perciò, ora mi sento anche libero di girare scalzo in ufficio senza nascondermi dietro la scrivania. Quando siamo da soli. Mi metterò le scarpe quando arrivano ospiti o rappresentanti, e sicuramente non girerò scalzo per i corridoi, perchè so che verrei richiamato dai dirigenti (*), ma nel mio ufficio mi sono ritagliato uno spazio personale.
[* qui vorrei aggiungere che i dirigenti sanno che corro scalzo, e che approvano (!) - purchè in contesto sportivo. Per essere precisi, lo sa tutta l'azienda che corro a piedi nudi, perchè agosto scorso una giornalista sportiva della zona mi ha visto allenarmi, e mi ha chiesto un intervista, che poi è finita in prima pagina del giornale regionale. tre dei dirigenti hanno poi toccato l'argomento - e tutti e tre mi hanno fatto i complimenti -per le "prestazioni sportive". Devo dire che non me l'aspettavo. Sarebbe del tutto diverso se girassi scalzo in azienda, so che non approverebbero - e mi sembra anche normale, dato che abbiamo cmq contatti col pubblico etc. - ma fuori dal lavoro, ed in contesto sportivo, non gli da minimamente fastidio. Anzi, mi ha persino portato qualche vantaggio. Alla faccia delle ripercussioni negative... lo credevo anch'io, ma - almeno nel mio caso - si è dimonstrato essere una paura infondata.]
...Mi rendo conto di aver scritto una pergamena; spero di non essere stato troppo lungo, ma mi sono reso conto come non mai che i limiti stanno veramente nella nostra testa. Non possiamo sapere che reazione hanno gli altri finche non lo dicono esplicitamente, o non gli chiediamo. E molto più spesso di quello che temiamo le reazioni sono positive!
A presto
hadashi- Numero di messaggi : 772
Età : 53
Data d'iscrizione : 08.05.09
Re: I limiti nella nostra testa
Beh, in un certo senso sì. Quando siamo in ozio, o mentre passeggiamo, quando insomma il cervello ha il tempo di pensare e lo fa a vuoto, creando ed alimentando le paure ingiustificate e tutti gli altri fantasmi della mente che io chiamo pippe mentali, possiamo usare questo tempo per fare qualche pensiero più utile, e se non ci viene in mente nulla di meglio, fare qualche esercizio mentale sui canovacci comportamentali.Andy ha scritto:Però per avere sempre la risposta pronta bisogna provare e riprovare di continuo ogni giorno come fanno gli attori... o sbaglio?
C'è stato un saggio, tempo fa, che rispondendo ad una persona che aveva difficoltà a comportarsi sempre in modo eticamente corretto, gli consigliò di "recitare" seguendo un canovaccio comportamentale che gli avrebbe dato un suggerimento sicuro su come comportarsi in modo eticamente corretto in ogni circostanza.
Quello che non gli disse è che continuando a "recitare" la parte della persona eticamente corretta, avrebbe interiorizzato la parte al punto che sarebbe diventato una persona eticamente corretta.
In effetti questa è la base della psicologia buddista, che il saggio in questione si è praticamente certi avesse studiato da giovane.
Il canovaccio comportamentale era questo:
"Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te."
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Di questo non posso che darti ragione; in questo periodo mi sembra di fare proprio questo tipo di esperienza... Poi vedendo che le reazioni della gente la maggior parte delle volte non sono terribili come ce lo aspettiamo (se ci comportiamo in maniera - e anche se solo apparentemente - sicura!), incrementa ulteriormente la sicurezza di se stessi.Rei ha scritto:E a forza di recitare la persona sicura, lo sono diventato davvero.
Di questo volevo già ringraziarti da tempo; strumento che ritengo utilissimo per recitare sicurezza, finche non la interorizzi e diventa tuaRei ha scritto:
Canovacci che riporto sempre sul sito affinché gli altri postanti possano usarli con profitta alla bisogna.
Rei ha scritto: Quando siamo in ozio, o mentre passeggiamo, quando insomma il cervello ha il tempo di pensare e lo fa a vuoto, creando ed alimentando le paure ingiustificate e tutti gli altri fantasmi della mente che io chiamo pippe mentali, possiamo usare questo tempo per fare qualche pensiero più utile, e se non ci viene in mente nulla di meglio, fare qualche esercizio mentale sui canovacci comportamentali.
Le tecnica dell'ideoprogrammazione... è veramente sorprendente i risultati che riesce a dare
Christian
hadashi- Numero di messaggi : 772
Data d'iscrizione : 08.05.09
Re: I limiti nella nostra testa
Io credo che la cosa fondamentale sia quella di accettare in primo luogo se stessi, con la propria personalità e col proprio corpo.
Spesso il disagio nell'andare scalzi, le paure del giudizio altrui, le fisime dell'essere scoperti da persone conosciute, nascono dalla non accettazione di se stessi e in modo particolare del proprio corpo; se non ci si accetta scalzi, non ci si accetta neppure con le scarpe ai piedi, solo che, in quest'ultimo caso, abbiamo solo l'illusione che, seguendo un'abitudine consolidata, possiamo, quanto meno, passare un po' più inosservati. Ma sono certo, che trovandosi tra la gente, pure con le scarpe ai piedi, le insicurezze e le paranoie di certe persone, si manifestano comunque in una qualche forma di disagio personale : sentirsi gli occhi addosso, la paura che due persone che discorrono stiano parlando di noi, che un insulto o una risata che vola per strada sia indirizzata alla nostra persona, che un automobilista suoni un clacson per canzonarci, che un gruppetto di ragazzi che sghignazzano per i fatti loro ci stiano in realtà sfottendo.....e questo, ribadisco, anche quando si è vestiti normalmente e con le scarpe ai piedi. Credo, ma un esperto di psicologia lo potrebbe confermare o confutare, che nel caso in cui questa tipologia di persone trovasse uno spazio "sicuro" ove andare a piedi nudi, sarebbe un tentativo maldestro di misurarsi con se stessi, cercando di esorcizzare, inutilmente, le proprie paure e le proprie insicurezze, col risultato poi di ammantare di un profondo senso del "proibito" un'attività del tutto naturale ed innocente finendo col vergognarsene ancora di più...
Spesso il disagio nell'andare scalzi, le paure del giudizio altrui, le fisime dell'essere scoperti da persone conosciute, nascono dalla non accettazione di se stessi e in modo particolare del proprio corpo; se non ci si accetta scalzi, non ci si accetta neppure con le scarpe ai piedi, solo che, in quest'ultimo caso, abbiamo solo l'illusione che, seguendo un'abitudine consolidata, possiamo, quanto meno, passare un po' più inosservati. Ma sono certo, che trovandosi tra la gente, pure con le scarpe ai piedi, le insicurezze e le paranoie di certe persone, si manifestano comunque in una qualche forma di disagio personale : sentirsi gli occhi addosso, la paura che due persone che discorrono stiano parlando di noi, che un insulto o una risata che vola per strada sia indirizzata alla nostra persona, che un automobilista suoni un clacson per canzonarci, che un gruppetto di ragazzi che sghignazzano per i fatti loro ci stiano in realtà sfottendo.....e questo, ribadisco, anche quando si è vestiti normalmente e con le scarpe ai piedi. Credo, ma un esperto di psicologia lo potrebbe confermare o confutare, che nel caso in cui questa tipologia di persone trovasse uno spazio "sicuro" ove andare a piedi nudi, sarebbe un tentativo maldestro di misurarsi con se stessi, cercando di esorcizzare, inutilmente, le proprie paure e le proprie insicurezze, col risultato poi di ammantare di un profondo senso del "proibito" un'attività del tutto naturale ed innocente finendo col vergognarsene ancora di più...
Re: I limiti nella nostra testa
Rei ha scritto:Non c'è nulla di più terrificante di uno che vi parla gentilmente, sorridendo, ma con lo sguardo da killer.
Il tono secco, sferzante che mi ha visto sfoderare Paolo Selis in metropolitana si impara in una settimana di scuola di teatro (o fidanzandosi con una attrice, o attore, a seconda dei propri gusti).
Allora: quando ti dico di venire a trovarmi a Brescia, probabilmente penserai ad un atto di sfida.
Ebbene sì, un po' lo è, ma la scuola di teatro la devo fare con qualcuno capace di farla.
Ho uno zio così simpatico e buono che persino quando si inc...a sul serio ti fa ridere, perché ha gli occhi buoni che ridono; io sono simile.
Se facessi la faccia da cattivo mi riderebbero in faccia!
Alcuni mi dicono che quando mi incazzo davvero ho gli occhi del demonio........boh, il fatto è che scalzo (non linciatemi, eh?)......mi sento in torto per definizione.
Ecco lo sapevo, forse non avrei dovuto dirlo!
Via al linciaggio.....
Ebbene sì, un po' lo è, ma la scuola di teatro la devo fare con qualcuno capace di farla.
Ho uno zio così simpatico e buono che persino quando si inc...a sul serio ti fa ridere, perché ha gli occhi buoni che ridono; io sono simile.
Se facessi la faccia da cattivo mi riderebbero in faccia!
Alcuni mi dicono che quando mi incazzo davvero ho gli occhi del demonio........boh, il fatto è che scalzo (non linciatemi, eh?)......mi sento in torto per definizione.
Ecco lo sapevo, forse non avrei dovuto dirlo!
Via al linciaggio.....
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
macchè linciaggio... credo sia così per quasti tutti noi (almeno io non è che mi senta molto diversamente)...lucignolo ha scritto:il fatto è che scalzo (non linciatemi, eh?)......mi sento in torto per definizione.
Ecco lo sapevo, forse non avrei dovuto dirlo!
Via al linciaggio..... [/color]
secondo me Marc (spero di ricordare bene) intendeva proprio questo quando ha detto che per riuscire ad andare scalzi tranquillamente in mezzo alla gente dobbiamo per primo riuscire ad accettarci noi stessi; che il nostro nemico più grande sta nella nostra testa.
sono proprio questi gli schemi mentali che (a furia di sentirceli ripetere dalla società) abbiamo interizzato - aka, le nostre pippe mentali - che dobbiamo vincere per primo
hadashi- Numero di messaggi : 772
Età : 53
Data d'iscrizione : 08.05.09
Re: I limiti nella nostra testa
Hadashi ha scritto :
macchè linciaggio... credo sia così per quasti tutti noi (almeno io non è che mi senta molto diversamente)...
secondo me Marc (spero di ricordare bene) intendeva proprio questo quando ha detto che per riuscire ad andare scalzi tranquillamente in mezzo alla gente dobbiamo per primo riuscire ad accettarci noi stessi; che il nostro nemico più grande sta nella nostra testa.
sono proprio questi gli schemi mentali che (a furia di sentirceli ripetere dalla società) abbiamo interizzato - aka, le nostre pippe mentali - che dobbiamo vincere per primo
Esatto ! Era proprio quello che intendevo. Una volta noi maschietti ci accettavamo di più per quello che eravamo, forse si trattava di generazioni più forti e più pragmatiche, poco inclini a tutto ciò che poteva rappresentare l'estetica e molto più attenti ad incarnare certi stereotipi tipicamente maschili; mentre erano le donne a preoccuparsi di più, del loro fisico, della loro pelle, del trucco, dell'abbigliamento....
Oggi stiamo assistendo spesso ad una inversione di comportamenti : la donna appare sempre più sicura e pragmatica (una ragazza che ama camminare scalza non ci sta molto a togliersi le scarpe e a farlo...se ci pensi in giro dei pochi barefooters che vediamo in giro la maggior parte sono donne), mentre l'uomo comincia ad interrogarsi un po' troppo sul suo aspetto: a ricercare il capo di tendenza, a preoccuparsi delle rughe, dei capelli che dopo una certa età si cominciano a perdere, delle occhiaie che vanno corrette...ecc. Guarda negli aeroporti : una volta i beauty case li portavano appresso solo le donne, oggi anche noi maschi abbiamo il nostro bel bauletto con creme, balsami per la pelle, spesso anche fondo tinta.... per coprire i segni dell' età.
Una volta la donna si preoccupava molto del giudizio che gli altri potessero avere di lei, oggi sono forse di più i maschi a preoccuparsene.
Guarda anche nel nostro forum, la presenza delle donne è esigua, e quelle poche ci hanno dato sempre segni di estrema decisione, mentre non sono pochi i maschi che, talvolta anche in maniera polemica e spesso irritante, fanno delle loro insicurezze un baluardo inespugnabile.
Una volta il vittimismo era una prerogativa principalmente femminile, ma ora anche tanti maschietti adottano questo atteggiamento, e non lo noto solo nei forum che trattano argomenti a sfondo sociale, lo noto anche fra i ragazzi che seguo nella pastorale giovanile.
Solo che, mentre spesso la donna fa un uso "strumentale" delle proprie debolezze, delle proprie paure, per l'uomo esse rappresentano realmente un sintomo di sofferenza, e il peggio è che in tanti neppure acquisiscono la coscienza di questo.
Tante volte noi maschi raccontiamo le nostre imprese con orgoglio, con soddisfazione, abbiamo piacere di dire a noi stessi e agli altri che ci siamo riusciti, che ce l'abbiamo fatta a vincere...ma chi ? Che cosa ? Forse la nostra paura, il nostro senso di disagio, come dice Flavio ?
Flavio ha scritto :
"Alcuni mi dicono che quando mi incazzo davvero ho gli occhi del demonio........boh, il fatto è che scalzo (non linciatemi, eh?)......mi sento in torto per definizione.
Ecco lo sapevo, forse non avrei dovuto dirlo!
Via al linciaggio..... "
Nessun linciaggio Flavio, anzi, ti ringrazio perchè è forse la prima volta che riusciamo a "guardarci in faccia" e ad essere sinceri sino in fondo.
Re: I limiti nella nostra testa
Ed è proprio questo tuo sentirti in torto dentro che si riflette nel tuo atteggiamento esteriore.lucignolo ha scritto:boh, il fatto è che scalzo (non linciatemi, eh?)......mi sento in torto per definizione.
E come gli squali sono attirati dal sangue, i rompiscalzi sono attirati a frotte da chi mostra questo atteggiamento.
Da quelli che mostrano un atteggiamento sicuro di sé, arrivando a volte allo sguardo da killer, girano prudentemente alla larga.
Senza accorgersi che a volte tutta quella sicurezza è solo recitata.
Quindi:
1) recitando una sicurezza esteriore, un po' alla volta acquisterai la sicurezza vera, interiore.
2) a questo punto ti chiederai: "Ma per che cavolo avevo paura?" e avrai una (piccola) illuminazione. E sarai in grado di affrontare e sconfiggere SEMPRE i rompiscalzi.
3) scoprirai quanto sia divertente incenerire (metaforicamente) i rompiscalzi. Te lo garantisco: io mi diverto moltissimo.
Rei- Numero di messaggi : 2678
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Re: I limiti nella nostra testa
Rei, e vacci a Brescia, dai!lucignolo ha scritto:Rei ha scritto:Non c'è nulla di più terrificante di uno che vi parla gentilmente, sorridendo, ma con lo sguardo da killer.
Il tono secco, sferzante che mi ha visto sfoderare Paolo Selis in metropolitana si impara in una settimana di scuola di teatro (o fidanzandosi con una attrice, o attore, a seconda dei propri gusti).Allora: quando ti dico di venire a trovarmi a Brescia, probabilmente penserai ad un atto di sfida.
Ebbene sì, un po' lo è, ma la scuola di teatro la devo fare con qualcuno capace di farla.
Ho uno zio così simpatico e buono che persino quando si inc...a sul serio ti fa ridere, perché ha gli occhi buoni che ridono; io sono simile.
Se facessi la faccia da cattivo mi riderebbero in faccia!
Alcuni mi dicono che quando mi incazzo davvero ho gli occhi del demonio........boh, il fatto è che scalzo (non linciatemi, eh?)......mi sento in torto per definizione.
Ecco lo sapevo, forse non avrei dovuto dirlo!
Via al linciaggio.....
Così, una delle due: o ti picchiano quattro delinquentelli/teppistelli o li metti in riga .....
Però procurate una microcamera, un telefonino, e fateci vedere la scena; in ogni caso sarà divertente, ne sono sicuro!
bfpaul
Re: I limiti nella nostra testa
Un pensierino ce l'ho fatto. In fondo, quando vado a trovare i parenti per le feste comandate sono in zona...bfpaul ha scritto:Rei, e vacci a Brescia, dai!
Spero di ricordarmi ancora le lezioni di karatè che prendevo prima di infortunarmi la caviglia.bfpaul ha scritto:Così, una delle due: o ti picchiano quattro delinquentelli/teppistelli o li metti in riga .....
Oppure li batterò... sul piano intellettuale.
Come sai, io non possiedo un cellulare. Dovrà portarlo Flavio.bfpaul ha scritto:Però procurate una microcamera, un telefonino, e fateci vedere la scena; in ogni caso sarà divertente, ne sono sicuro!
P.s.: a proposito di parenti. Uno dei pochi vantaggi dell'essere orfano è che posso evitare discussioni con mia madre, che era affettuosamente soprannominata "il colonnello", visto che "il generale" era mia nonna.
Quanto al mio grado militare, a scelta: riformato o obbiettore di coscienza.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
bfpaul ha scritto:Così, una delle due: o ti picchiano quattro delinquentelli/teppistelli o li metti in riga .....
Ragazzi, non fatemi ridere!Rei ha scritto:Spero di ricordarmi ancora le lezioni di karatè che prendevo prima di infortunarmi la caviglia.
Oppure li batterò... sul piano intellettuale.
In realtà, per stazza e per vecchi ricordi di Kick Boxing svolti ad un certo livello, i quattro teppistelli non mi tangono per nulla, salvo con coltello in mano e qui dove abito......
Ho una bella videocamera, che uso poco, ma che potrebbe servire mentre un guardiano peloso e gorillesco lancia letteralmente Rei fuori da un supermercato con il Codice Civile in mano.bfpaul ha scritto:Però procurate una microcamera, un telefonino, e fateci vedere la scena; in ogni caso sarà divertente, ne sono sicuro!
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
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Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
La donna piange, la donna geme, la donna vorrebbe un protettore accanto, ma alla fine dimostra una forza insospettabile.Marc_63 ha scritto:Solo che, mentre spesso la donna fa un uso "strumentale" delle proprie debolezze, delle proprie paure, per l'uomo esse rappresentano realmente un sintomo di sofferenza, e il peggio è che in tanti neppure acquisiscono la coscienza di questo.
E l'uomo scopre che con una donna trova di nuovo la sicurezza che gli dava la mamma......ed è meglio che non si renda conto di essere fondamentalmente un pirla.
Poi, chi è che appena nati ci infila un paio di scarpine e che urla se andiamo scalzi anche in casa?
Sempre lei, la donna-mamma iperprotettiva e noi ce ne beiamo.
Alla fine, morale della favola, l'uomo si innamora di se stesso, sogna una compagna-mamma, va a letto con le scarpe , mentre le giovani donne, future mamme, muguleranno alle loro spalle: <Che schiiiiiiiiifoo> se ne troveranno uno con le palle che si è rotto di fare il padre-bambino e se ne va scalzo per la strada.
Flavio ha scritto :
"Alcuni mi dicono che quando mi incazzo davvero ho gli occhi del demonio........boh, il fatto è che scalzo (non linciatemi, eh?)......mi sento in torto per definizione.
Ecco lo sapevo, forse non avrei dovuto dirlo!
Via al linciaggio..... "
Spesso ci siamo guardati in faccia, ma più spesso ancora ci siamo dimenticati di averlo fatto ed allora ci autoaccusiamo di ipocrisia e/o di facili trionfalismi.Marc_63 ha scritto:Nessun linciaggio Flavio, anzi, ti ringrazio perchè è forse la prima volta che riusciamo a "guardarci in faccia" e ad essere sinceri sino in fondo.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
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Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Ma che gente fa il guardiano dalle tue parti?lucignolo ha scritto:Ho una bella videocamera, che uso poco, ma che potrebbe servire mentre un guardiano peloso e gorillesco lancia letteralmente Rei fuori da un supermercato con il Codice Civile in mano.
Comunque, se sono così gorilleschi, porterò un casco di banane...
Magari funziona...
Comunque, al di là del cazzeggio, non credo che ci siano poi molte differenze tra i comportamenti dei vari guardiani a Roma o a Brescia.
Purtroppo, quando siete venuti a Roma, il programma sprint di Ares non vi ha lasciato neppure un secondo per tentare un ingresso in un supermercato, ma non ci sono stati problemi in bar, ristoranti, chiese, giardini pubblici con bambina scalza sulla ghiaia amorevolmente seguita dai genitori, eccetera, eccetera.
Sono proprio curioso di vedere cosa succede a Brescia e farò di tutto per passare.
È una promessa (o una minaccia, dipende dai punti di vista ).
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Ovviamente era una battuta........però quando si inventano divieti come quello di mangiare per strada, anche un semplice gelato.....Rei ha scritto:Sono proprio curioso di vedere cosa succede a Brescia e farò di tutto per passare.
È una promessa (o una minaccia, dipende dai punti di vista ).
Ma poi perché ti stupisci tanto? Pavia è un caso limite, ma che potrebbe costituire un pericoloso precedente, con un seguito ancora peggiore!
Per questo credo che sia importante farci conoscere: in fin dei conti anche l'avversione, condivisa da molti o da pochi non importa, verso chi si mostra scalzo è sempre un segno di palese ignoranza e su quest'ultima (meglio non andare troppo oltre) troppi ci hanno anche guadagnato voti.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Veramente bella questa discussione a cuore aperto davanti al caminetto!
E’ una regola aurea: quando siamo a nostro agio e sicuri di noi stessi, va tutto per il meglio, ma appena ci sentiamo in imbarazzo ci capitano un sacco di guai.
E’ lo stato d’animo che fa la differenza, quell’energia vitale che ti viene da dentro, che non si vede ma che funziona esattamente come lo scudo spaziale di Goladrake!
Perciò bisogna imparare ad ascoltare se stessi e fare esattamente ciò che ci si sente in animo di fare, senza forzare mai la mano. Come dire? Seguire il flusso della propria personale armonia (si capisce? boh).
Quanto all’abbigliamento, a me piace l'abbigliamento in stile "arte povera": una semplice maglietta fuori da un paio di vecchi jeans frangiati lunghi fino a terra. Ma per fortuna le mie uscite in queste condizioni si limitano ai lavori nell’orto e a qualche passeggiata agreste…
Certo che, se andassi in città in scalzo conciato così, potrei raccogliere un bel gruzzoletto di monetine!
Sono convinto anch’io che il problema sia l’odore della paura”, in senso metaforico, s’intende.Andy ha scritto:
Forse un certo atteggiamento, un rifuggire lo sguardo, il voler sembrare "più piccoli" per non essere visti o chissà cos'altro, costituiscono "l' odore della paura" che viene subito captato, da cani o "cani"...
E’ una regola aurea: quando siamo a nostro agio e sicuri di noi stessi, va tutto per il meglio, ma appena ci sentiamo in imbarazzo ci capitano un sacco di guai.
E’ lo stato d’animo che fa la differenza, quell’energia vitale che ti viene da dentro, che non si vede ma che funziona esattamente come lo scudo spaziale di Goladrake!
Perciò bisogna imparare ad ascoltare se stessi e fare esattamente ciò che ci si sente in animo di fare, senza forzare mai la mano. Come dire? Seguire il flusso della propria personale armonia (si capisce? boh).
Quanto all’abbigliamento, a me piace l'abbigliamento in stile "arte povera": una semplice maglietta fuori da un paio di vecchi jeans frangiati lunghi fino a terra. Ma per fortuna le mie uscite in queste condizioni si limitano ai lavori nell’orto e a qualche passeggiata agreste…
Certo che, se andassi in città in scalzo conciato così, potrei raccogliere un bel gruzzoletto di monetine!
Biagio- Numero di messaggi : 377
Data d'iscrizione : 19.10.10
Limiti mentali
Ciao, mi trovo piacevolmente stupito dal fatto che tu abbia trovato molte persone comprensive e rispettose; penso anch'io che una certa
disinvoltura aiuti, perchè se ti fai vedere indeciso e tentennante è peggio.
Nella cittadina in cui abito la limitatezza mentale è particolarmente sorprendente, dal momento che anche un abbigliamento leggermente sgargiante è subito criticato, figuriamoci lo scalzismo...
Io esco con le infradito anche in inverno e non mi importa dei commenti, ma per ora pratico solo in campagna lo scalzismo "integrale", dal momento che mia moglie deve ancora superare il "discorso delle infradito", anche se fortunatamente è abbastanza comprensiva.
Pensa che ieri mattina sono andato da Decathlon e una ragazza era semplicemente inorridita dal fatto che "con questo freddo" io ero con la polo e le infradito e appena il centro ha aperto ho sentito che commentava ad alta voce col suo amico "devo prendere un caffè per scaldarmi dopo che ho visto questa scena", manco ci fosse stata lei vestita così...
Io impassibile ho compatito l'ignoranza e ho proseguito. Personalmente rispetto anche chi per moda d'estate gira con gli UGG col pelo,non vedo perchè gli altri non possano fare il salto di qualità mentale, anche se mi rendo conto la loro limitatezza non è condannabile al 100%; occorre un cetro lavoro su se stessi per arrivare a togliere i "paletti" mentali imposti dalla società e soprattutto dai nostri genitori!!
Una cosa che non mi va giù però è che "noi" dobbiamo "rispettare" gli altri mettendoci le scarpe, quando dovrebbero essere "loro" a rispettare noi lasciandoci andare scalzi ovunque; è paradossale che un comportamento che segue la NATURA venga condannato, è come se ci fosse vietato accoppiarci per riprodurci ma fosse imposta l'inseminzaione artificiale.
Non capisco semplicemente perchè debba dare fastidio vedere dei piedi nudi, è un limite mentale ridicolo, quando al mare (e non solo) vediamo persone "praticamente" nude!!
disinvoltura aiuti, perchè se ti fai vedere indeciso e tentennante è peggio.
Nella cittadina in cui abito la limitatezza mentale è particolarmente sorprendente, dal momento che anche un abbigliamento leggermente sgargiante è subito criticato, figuriamoci lo scalzismo...
Io esco con le infradito anche in inverno e non mi importa dei commenti, ma per ora pratico solo in campagna lo scalzismo "integrale", dal momento che mia moglie deve ancora superare il "discorso delle infradito", anche se fortunatamente è abbastanza comprensiva.
Pensa che ieri mattina sono andato da Decathlon e una ragazza era semplicemente inorridita dal fatto che "con questo freddo" io ero con la polo e le infradito e appena il centro ha aperto ho sentito che commentava ad alta voce col suo amico "devo prendere un caffè per scaldarmi dopo che ho visto questa scena", manco ci fosse stata lei vestita così...
Io impassibile ho compatito l'ignoranza e ho proseguito. Personalmente rispetto anche chi per moda d'estate gira con gli UGG col pelo,non vedo perchè gli altri non possano fare il salto di qualità mentale, anche se mi rendo conto la loro limitatezza non è condannabile al 100%; occorre un cetro lavoro su se stessi per arrivare a togliere i "paletti" mentali imposti dalla società e soprattutto dai nostri genitori!!
Una cosa che non mi va giù però è che "noi" dobbiamo "rispettare" gli altri mettendoci le scarpe, quando dovrebbero essere "loro" a rispettare noi lasciandoci andare scalzi ovunque; è paradossale che un comportamento che segue la NATURA venga condannato, è come se ci fosse vietato accoppiarci per riprodurci ma fosse imposta l'inseminzaione artificiale.
Non capisco semplicemente perchè debba dare fastidio vedere dei piedi nudi, è un limite mentale ridicolo, quando al mare (e non solo) vediamo persone "praticamente" nude!!
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: I limiti nella nostra testa
Alexey ha scritto:Una cosa che non mi va giù però è che "noi" dobbiamo "rispettare" gli altri mettendoci le scarpe, quando dovrebbero essere "loro" a rispettare noi lasciandoci andare scalzi ovunque; è paradossale che un comportamento che segue la NATURA venga condannato, è come se ci fosse vietato accoppiarci per riprodurci ma fosse imposta l'inseminzaione artificiale.
Eh, con me sfondi una porta aperta.
Per questo mi arrabbio, ma è un po' come inc......i quando piove. Puoi farci qualcosa?
Nemmeno la nudità è condannabile, a mio avviso, è la malizia con cui la si accompagna spesso che fa la differenza.
Anche se si dice che la nudità abituale dovrebbe disinnescare il suo potenziale erogeno, in realtà non penso che sia così, proprio per la diversità di forme e situazioni in cui possiamo incappare, nuove micce pronte a far brillare la carica.
Forse per questo motivo sono nate le imperfette regole umane: una sorta di guinzaglio per tenere a freno il paleocervello.
Possiamo discutere all'infinito, ma le regole ce le impone la maggioranza.
Per questo mi arrabbio, ma è un po' come inc......i quando piove. Puoi farci qualcosa?
Nemmeno la nudità è condannabile, a mio avviso, è la malizia con cui la si accompagna spesso che fa la differenza.
Anche se si dice che la nudità abituale dovrebbe disinnescare il suo potenziale erogeno, in realtà non penso che sia così, proprio per la diversità di forme e situazioni in cui possiamo incappare, nuove micce pronte a far brillare la carica.
Forse per questo motivo sono nate le imperfette regole umane: una sorta di guinzaglio per tenere a freno il paleocervello.
Possiamo discutere all'infinito, ma le regole ce le impone la maggioranza.
Non capisco semplicemente perchè debba dare fastidio vedere dei piedi nudi, è un limite mentale ridicolo, quando al mare (e non solo) vediamo persone "praticamente" nude!!
La gente ragiona più per analogia che per logica: se tutti agiscono in un certo modo, allora vuol dire che si tratta di un comportamento corretto.
Se tutti condividono un certo ragionamento, allora vuol dire che quel ragionamento è corretto.
Siamo noi i devianti, perciò ci concedono al più tolleranza; siamo noi che dobbiamo rispettare gli altri, perché noi siamo pochi.
Se si riuscisse a diffondere la percezione che camminare scalzi è sano e naturale, allora saremo comunque in pochi, ma almeno guarderanno a noi solo come una strana, a volte simpatica, anomalia.
Non pensiamo ad una società scalza, non ci credo, almeno qui in Italia ed in tempi inferiori ai cento anni.
E dobbiamo agire per persuadere, non per convincere: non è la stessa cosa.
La logica , la ragione aiutano molto, ma la simpatia e la comunicatività agiscono sui cuori.
Se tutti condividono un certo ragionamento, allora vuol dire che quel ragionamento è corretto.
Siamo noi i devianti, perciò ci concedono al più tolleranza; siamo noi che dobbiamo rispettare gli altri, perché noi siamo pochi.
Se si riuscisse a diffondere la percezione che camminare scalzi è sano e naturale, allora saremo comunque in pochi, ma almeno guarderanno a noi solo come una strana, a volte simpatica, anomalia.
Non pensiamo ad una società scalza, non ci credo, almeno qui in Italia ed in tempi inferiori ai cento anni.
E dobbiamo agire per persuadere, non per convincere: non è la stessa cosa.
La logica , la ragione aiutano molto, ma la simpatia e la comunicatività agiscono sui cuori.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Sono due giorni che non metto le scarpe, le indosserò solo domattina per andare al lavoro.Alexey ha scritto:Ciao, mi trovo piacevolmente stupito dal fatto che tu abbia trovato molte persone comprensive e rispettose; penso anch'io che una certa
disinvoltura aiuti, perchè se ti fai vedere indeciso e tentennante è peggio.
Oggi ero in giardino, stavo accatastando la legna ed è passato un ospite, che molto discretamente mi ha fatto capire di non apprezzare, ma la cosa mi ha lasciato del tutto indifferente, ormai a casa mia non c'è nulla e nessuno che mi possa far sentire a disagio.
Cosa c'è di diverso tra il prato di casa mia e quello ad un chilometro da casa? Nulla. Eppure lo stesso apprezzamento in quel caso avrebbe potuto mettermi a disagio.
Cosa cambia? Cambia lo stato d'animo, cambia l'odore...
Biagio- Numero di messaggi : 377
Data d'iscrizione : 19.10.10
Re: I limiti nella nostra testa
[quote="Andy"][quote="lucignolo"]
Scusa Flavio,se mi intrometto... Nel racconto della visita al cimitero monumentale,da quanto ricordo,mi dicevi che camminavi scalzo tenendo in mano le infradito. Ed il guardiano ti ha "apostrofato":"E LEI,SI METTA LE CIABATTE"!!! Ora non vorrei avere confuso il racconto,ma ricordo che tu hai detto questo. Probabilmente in quell'occasione hai attirato l'attenzione,non camminando scalzo,ma tenendo appunto in mano le ciabatte. Chicco.do sono entrato al Cimitero Monumentale di Milano mi dica Paolo Fratter se ero vestito sciatto o in modo indecente, a parte i piedi nudi. [quote]
&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&
Cimiteri? Non saprei... No, non credo che andrei scalzo in un cimitero, monumentale o no.
Perchè? Bho? Mi viene solo in mente una frase dal "Don Camillo" di Guareschi. Quando Peppone, rivolgendosi al consiglio comunale che NON voleva permettere l'esposizione della Bandiera con gli stemmi reali, come richiesto per il funerale della vecchia maestra morta, concluse esclamando: " ...e questo perchè ho molto più rispetto per lei da morta, che di tutti voi da vivi! "...
-per me i "tutti voi da vivi" in tal caso sarebbero gli eventuali guardiani rompi-scalzi dei cimiteri.
$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$lucignolo ha scritto: Proverò scalzo in giacca e cravatta (orribile, per il contrasto), ma dubito che cambi qualcosa.
L'abito fa il monaco, è vero, ma nemmeno il monaco va più scalzo.[/color] [/justify]
---------------------------------------
Scalzi in giacca & cravatta? No... il carnevale è già finito... C I A O !
- A - N - D - Y -[b]
ChiccoB- Numero di messaggi : 958
Età : 52
Data d'iscrizione : 05.09.08
Re: I limiti nella nostra testa
Una delle mie caratteristiche più irritanti è che ho sempre con me una busta di plastica (robusta ed elegante, del negozio di fumetti dove mi rifornisco), che tiro fuori a sorpresa quando serve.
Uno degli usi più frequenti è far sparire sandali o infradito che sono stato costretto ad indossare causa freddo mattutino o appuntamento di lavoro: appena cessato l'obbligo, le odiate calzature spariscono alla vista in modo di non dare a custodi di cimitero ed altre persone che si credono investite dell'autorità divina di ordinarmi di "mettere le ciabatte".
Uno degli usi più frequenti è far sparire sandali o infradito che sono stato costretto ad indossare causa freddo mattutino o appuntamento di lavoro: appena cessato l'obbligo, le odiate calzature spariscono alla vista in modo di non dare a custodi di cimitero ed altre persone che si credono investite dell'autorità divina di ordinarmi di "mettere le ciabatte".
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
ChiccoB ha scritto:Scusa Flavio,se mi intrometto... Nel racconto della visita al cimitero monumentale,da quanto ricordo,mi dicevi che camminavi scalzo tenendo in mano le infradito. Ed il guardiano ti ha "apostrofato":"E LEI,SI METTA LE CIABATTE"!!! Ora non vorrei avere confuso il racconto,ma ricordo che tu hai detto questo. Probabilmente in quell'occasione hai attirato l'attenzione,non camminando scalzo,ma tenendo appunto in mano le ciabatte.
Quasi.
In realtà erano agganciate alla cintura con un moschettone (a quell'epoca non portavo lo zainetto).
Ma se uno vede uno scalzo come un trasgressore od un barbone è difficile che ti conceda qualcosa solo perché le ciabatte non le hai appresso.
In quell'occasione, secondo il guardiano, avevo mancato di rispetto al cimitero circolando in modo indecoroso.
Il decoro si valuta dalle scarpe: vedi Santa Croce di Firenze (meglio una pancia scoperta femminile che due piedi nudi) o certi episodi già citati su questo sito dove a messa non si viene ammessi se scalzi (nemmeno se ben vestiti), anche se il rettore la pensa diversamente (Cagliari).
Non illudiamoci troppo, nemmeno dei giovani che sanno stupirsi più degli anziani e pronunciano la solita frase "Che schifo" (specialmente le donne).
In realtà erano agganciate alla cintura con un moschettone (a quell'epoca non portavo lo zainetto).
Ma se uno vede uno scalzo come un trasgressore od un barbone è difficile che ti conceda qualcosa solo perché le ciabatte non le hai appresso.
In quell'occasione, secondo il guardiano, avevo mancato di rispetto al cimitero circolando in modo indecoroso.
Il decoro si valuta dalle scarpe: vedi Santa Croce di Firenze (meglio una pancia scoperta femminile che due piedi nudi) o certi episodi già citati su questo sito dove a messa non si viene ammessi se scalzi (nemmeno se ben vestiti), anche se il rettore la pensa diversamente (Cagliari).
Non illudiamoci troppo, nemmeno dei giovani che sanno stupirsi più degli anziani e pronunciano la solita frase "Che schifo" (specialmente le donne).
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Almeno con lo zainetto puoi sempre dire che non hai scarpe con te. Che poi voi stavate uscendo dal cimitero quindi mal che andava vi sbatteva fuori.
X il resto hai ragione (a Santa Croce probabilmente c'era anche un discorso di sicurezza). Molti ci mettono in guardia dei pericoli reali o presunti pensando veramente di fare una cosa a fin di bene. La questione è che molti nonessendo mai andati scalzi credono che sia molto + pericoloso e doloroso di quanto sia in realtà. I pericoli ci sono ma come detto molte volte basta un minimo di bunsenso e di attenzione x ridurli quasi a zero. Sul discorso del 'che schifo' a volte devo ammettere che certe strade non invogliano ad andare scalzi ma spesso ci troviamo di fronte a persone che hanno eccessive remore igieniche.
A tutto questo va aggiunto il fatto che avvistare uno scalzo è + raro che avvistare un UFO e quindi quando ne vedono uno sganano gli occhi
Ciao
Andrea
X il resto hai ragione (a Santa Croce probabilmente c'era anche un discorso di sicurezza). Molti ci mettono in guardia dei pericoli reali o presunti pensando veramente di fare una cosa a fin di bene. La questione è che molti nonessendo mai andati scalzi credono che sia molto + pericoloso e doloroso di quanto sia in realtà. I pericoli ci sono ma come detto molte volte basta un minimo di bunsenso e di attenzione x ridurli quasi a zero. Sul discorso del 'che schifo' a volte devo ammettere che certe strade non invogliano ad andare scalzi ma spesso ci troviamo di fronte a persone che hanno eccessive remore igieniche.
A tutto questo va aggiunto il fatto che avvistare uno scalzo è + raro che avvistare un UFO e quindi quando ne vedono uno sganano gli occhi
Ciao
Andrea
Andrea77- Numero di messaggi : 1101
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Concordo.Andrea77 ha scritto:Almeno con lo zainetto puoi sempre dire che non hai scarpe con te. Che poi voi stavate uscendo dal cimitero quindi mal che andava vi sbatteva fuori.
X il resto hai ragione (a Santa Croce probabilmente c'era anche un discorso di sicurezza). Molti ci mettono in guardia dei pericoli reali o presunti pensando veramente di fare una cosa a fin di bene. La questione è che molti nonessendo mai andati scalzi credono che sia molto + pericoloso e doloroso di quanto sia in realtà. I pericoli ci sono ma come detto molte volte basta un minimo di bunsenso e di attenzione x ridurli quasi a zero. Sul discorso del 'che schifo' a volte devo ammettere che certe strade non invogliano ad andare scalzi ma spesso ci troviamo di fronte a persone che hanno eccessive remore igieniche.
A tutto questo va aggiunto il fatto che avvistare uno scalzo è + raro che avvistare un UFO e quindi quando ne vedono uno sganano gli occhi
Però mi resta ancora quel tarlo inspiegabile: le donne mostrano i piedi molto più degli uomini, ma sono le più propense ad urlarti "Che schifo!".
Sono semplicemente più spontanee a dire ciò che pensano?
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Però mi resta ancora quel tarlo inspiegabile: le donne mostrano i piedi molto più degli uomini, ma sono le più propense ad urlarti "Che schifo!".
Sono semplicemente più spontanee a dire ciò che pensano?
No credo che siano in genere + schifiltose ed igieniste di noi uomini.
Lo schifo non è perché vedono un piede nudo ma perché il piede nudo va a contatto con il suolo sporco.
Ciao
Andrea
Andrea77- Numero di messaggi : 1101
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
Scusa Giorgio, ma non penso che i commenti e gli sguardi attoniti che abbiamo suscitato anche a Vienna (e non solo a Vienna....chiedi a Flavio e Ares quando eravamo a Padova....!!!!) fossero derivati anche da qualcos'altro che non fossero solo i nostri piedi nudi...non mi pare che somigliassimo ad extraterristi, barboni o ad aborigeni (....pur con il massimo rispetto che nutro per per questi ultimi ben inteso)....e dunque perchè avremmo dovuto suscitare tanto scalpore se non esclusivamente per le nostre belle fette in mostra? E' ovvio che scalzi in gruppo si viene notati di più, mentre pure io personalmente quando giro scalzo da solo vengo decisamente notato meno o ignorato del tutto, e in episodi negativi ti assicuro di non essere mai stato coinvolto finora! Dunque non è che si voglia fare sempre le vittime e i perseguitati ma è un dato di fatto che l'andare in giro scalzi può talvolta creare qualche problemino....peraltro scontato...tutto qui!
Saluti a tutti.
Paolo F.
Saluti a tutti.
Paolo F.
paolo fratter- Numero di messaggi : 434
Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: I limiti nella nostra testa
paolo fratter ha scritto:Scusa Giorgio, ma non penso che i commenti e gli sguardi attoniti che abbiamo suscitato anche a Vienna (e non solo a Vienna....chiedi a Flavio e Ares quando eravamo a Padova....!!!!) fossero derivati anche da qualcos'altro che non fossero solo i nostri piedi nudi...non mi pare che somigliassimo ad extraterristi, barboni o ad aborigeni (....pur con il massimo rispetto che nutro per per questi ultimi ben inteso)....e dunque perchè avremmo dovuto suscitare tanto scalpore se non esclusivamente per le nostre belle fette in mostra? E' ovvio che scalzi in gruppo si viene notati di più, mentre pure io personalmente quando giro scalzo da solo vengo decisamente notato meno o ignorato del tutto, e in episodi negativi ti assicuro di non essere mai stato coinvolto finora! Dunque non è che si voglia fare sempre le vittime e i perseguitati ma è un dato di fatto che l'andare in giro scalzi può talvolta creare qualche problemino....peraltro scontato...tutto qui!
Saluti a tutti.
Paolo F.
Ovviamente, non mi permetto di rispondere per Giorgio, ma lo ho conosciuto personalmente ed abbiamo molto parlato della "naturalezza dell'andare scalzi".
A Giorgio ciò riesce molto bene, forse più che ad altri, e lo vedrete se viene a Milano.
Anch'io ho più volte detto che in nove anni di barefooting (li compio a Pasqua!) ho ricevuto pochissimi commenti negativi e molti pù apprezzamenti, pochi sguardi inorriditi e tanti di meraviglia, inoltre nessuno mi ha ancora buttato fuori da alcunché.
Fortuna, o che altro? Vivo in una terra particolarmente ospitale?
Non saprei, so che non faccio niente per farmi notare e non ho mai paura che mi notino; credo che questa serenità debba essere il primo bagaglio di noi barefoters, accompagnata da una buona dose di pazienza mista ad autoironia.
bfpaul
A Giorgio ciò riesce molto bene, forse più che ad altri, e lo vedrete se viene a Milano.
Anch'io ho più volte detto che in nove anni di barefooting (li compio a Pasqua!) ho ricevuto pochissimi commenti negativi e molti pù apprezzamenti, pochi sguardi inorriditi e tanti di meraviglia, inoltre nessuno mi ha ancora buttato fuori da alcunché.
Fortuna, o che altro? Vivo in una terra particolarmente ospitale?
Non saprei, so che non faccio niente per farmi notare e non ho mai paura che mi notino; credo che questa serenità debba essere il primo bagaglio di noi barefoters, accompagnata da una buona dose di pazienza mista ad autoironia.
bfpaul
Re: I limiti nella nostra testa
bfpaul ha scritto:Non saprei, so che non faccio niente per farmi notare e non ho mai paura che mi notino; credo che questa serenità debba essere il primo bagaglio di noi barefoters, accompagnata da una buona dose di pazienza mista ad autoironia.
Francamente non so cosa rispondere, anche perché si continua ad insistere su questa storia della naturalezza, pensando, evidentemente di avere a che fare non con adulti, ma con bambini che si inventano paure per essere coccolati.
Intendiamoci bene, ma come pensate che vada in giro? Piegato in due, strisciando contro i muri, con una canottiera bianca piena di buchi e circondato di mosche?
In quasi cinque anni che vado scalzo in ogni stagione ho raccolto pochi consensi, tanta (finta) indifferenza e pochissimi espliciti commenti positivi.
Insomma: "Ha dimenticato le scarpe", "Le hanno rubato le scarpe", "YABADABADU", "Sarà uno zingaro", "Ma come si fa ad andare in giro così", "È pazzo"............non so devo continuare o pensate che mi inventi le cose?
Tu, Paolo, vivi in una città di mare, non in una città, magari provinciale, dove la frase più carina è: "Pensi di essere in spiaggia? Guarda che questa è una città", lanciatami da un giovane mentre andavo al lavoro con un paio di infradito Birkenstock.
E quei famosi "Che schifo!", sono proprio allusioni al fatto di toccare scalzi il suolo dove c'è di tutto, non inventiamoci scuse, 'ché fra di noi barboni non ce ne sono.
Non dobbiamo buttarci giù, perché gente che se ne frega di noi ce n'è molta e c'è anche chi simpatizza (quattro gatti), ma non dobbiamo neanche continuare a fare ottimismo gratuito, pensando che quasi tutti vorrebbero ma non osano.
Bella teoria, tutta da dimostrare.
La sfida l'ho lanciata molto tempo fa: attivate una zona del sito dove si possa esprimere liberamente quello che si pensa di noi, tutti, iscritti e non iscritti, registrati e non, poi vediamo se vi sentirete così euforici.
Dico questo perché, pur essendo considerato un guerriero scalzo e pur essendo convinto che si debba lottare per guadagnarci un minimo di libertà, non ho ancora perso i contatti con la realtà e non mi va di far finta che tutto va bene.
Poi, se preferite, date la colpa all'atteggiamento, ai pinocchietti, allo zainetto e fate pure finta che la gente sia così cogliona da non accorgersi che siamo scalzi perché indossiamo un paio di jeans, con quei piedi chiari che sembrano lampeggiare, perché senza scarpe.
Ma a mio avviso si deve capire che il barefooting è un esercizio formidabile per il carattere e che lo si può praticare solo se si hanno due palle cosi.
Altrimenti si molla presto o non si incontrano problemi, perché (inutile offendersi) si va scalzi una o due volte all'anno o perché ci si mettono due tappi nelle orecchie o ci si isola totalmente (in modo quasi autistico) dall'ambiente che ci circonda.
E quindi si sappia che qui non stiamo giocando una partita a briscola: stiamo mettendo in discussione la nostra stessa immagine.
Chi vuole fare il barefooter lancia una sfida a se stesso ed all'ambiente che lo circonda.
È una cosa seria che si vive giorno dopo giorno, fra alti e bassi.
Chi si iscrive per ricevere incoraggiamenti e conforto li troverà, ma non regaliamo con faciloneria comode illusioni, perché non saremmo onesti.
Intendiamoci bene, ma come pensate che vada in giro? Piegato in due, strisciando contro i muri, con una canottiera bianca piena di buchi e circondato di mosche?
In quasi cinque anni che vado scalzo in ogni stagione ho raccolto pochi consensi, tanta (finta) indifferenza e pochissimi espliciti commenti positivi.
Insomma: "Ha dimenticato le scarpe", "Le hanno rubato le scarpe", "YABADABADU", "Sarà uno zingaro", "Ma come si fa ad andare in giro così", "È pazzo"............non so devo continuare o pensate che mi inventi le cose?
Tu, Paolo, vivi in una città di mare, non in una città, magari provinciale, dove la frase più carina è: "Pensi di essere in spiaggia? Guarda che questa è una città", lanciatami da un giovane mentre andavo al lavoro con un paio di infradito Birkenstock.
E quei famosi "Che schifo!", sono proprio allusioni al fatto di toccare scalzi il suolo dove c'è di tutto, non inventiamoci scuse, 'ché fra di noi barboni non ce ne sono.
Non dobbiamo buttarci giù, perché gente che se ne frega di noi ce n'è molta e c'è anche chi simpatizza (quattro gatti), ma non dobbiamo neanche continuare a fare ottimismo gratuito, pensando che quasi tutti vorrebbero ma non osano.
Bella teoria, tutta da dimostrare.
La sfida l'ho lanciata molto tempo fa: attivate una zona del sito dove si possa esprimere liberamente quello che si pensa di noi, tutti, iscritti e non iscritti, registrati e non, poi vediamo se vi sentirete così euforici.
Dico questo perché, pur essendo considerato un guerriero scalzo e pur essendo convinto che si debba lottare per guadagnarci un minimo di libertà, non ho ancora perso i contatti con la realtà e non mi va di far finta che tutto va bene.
Poi, se preferite, date la colpa all'atteggiamento, ai pinocchietti, allo zainetto e fate pure finta che la gente sia così cogliona da non accorgersi che siamo scalzi perché indossiamo un paio di jeans, con quei piedi chiari che sembrano lampeggiare, perché senza scarpe.
Ma a mio avviso si deve capire che il barefooting è un esercizio formidabile per il carattere e che lo si può praticare solo se si hanno due palle cosi.
Altrimenti si molla presto o non si incontrano problemi, perché (inutile offendersi) si va scalzi una o due volte all'anno o perché ci si mettono due tappi nelle orecchie o ci si isola totalmente (in modo quasi autistico) dall'ambiente che ci circonda.
E quindi si sappia che qui non stiamo giocando una partita a briscola: stiamo mettendo in discussione la nostra stessa immagine.
Chi vuole fare il barefooter lancia una sfida a se stesso ed all'ambiente che lo circonda.
È una cosa seria che si vive giorno dopo giorno, fra alti e bassi.
Chi si iscrive per ricevere incoraggiamenti e conforto li troverà, ma non regaliamo con faciloneria comode illusioni, perché non saremmo onesti.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
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Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: I limiti nella nostra testa
lucignolo ha scritto:bfpaul ha scritto:Non saprei, so che non faccio niente per farmi notare e non ho mai paura che mi notino; credo che questa serenità debba essere il primo bagaglio di noi barefoters, accompagnata da una buona dose di pazienza mista ad autoironia.Francamente non so cosa rispondere, anche perché si continua ad insistere su questa storia della naturalezza, pensando, evidentemente di avere a che fare non con adulti, ma con bambini che si inventano paure per essere coccolati.
Intendiamoci bene, ma come pensate che vada in giro? Piegato in due, strisciando contro i muri, con una canottiera bianca piena di buchi e circondato di mosche?
In quasi cinque anni che vado scalzo in ogni stagione ho raccolto pochi consensi, tanta (finta) indifferenza e pochissimi espliciti commenti positivi.
Insomma: "Ha dimenticato le scarpe", "Le hanno rubato le scarpe", "YABADABADU", "Sarà uno zingaro", "Ma come si fa ad andare in giro così", "È pazzo"............non so devo continuare o pensate che mi inventi le cose?
Tu, Paolo, vivi in una città di mare, non in una città, magari provinciale, dove la frase più carina è: "Pensi di essere in spiaggia? Guarda che questa è una città", lanciatami da un giovane mentre andavo al lavoro con un paio di infradito Birkenstock.
E quei famosi "Che schifo!", sono proprio allusioni al fatto di toccare scalzi il suolo dove c'è di tutto, non inventiamoci scuse, 'ché fra di noi barboni non ce ne sono.
Non dobbiamo buttarci giù, perché gente che se ne frega di noi ce n'è molta e c'è anche chi simpatizza (quattro gatti), ma non dobbiamo neanche continuare a fare ottimismo gratuito, pensando che quasi tutti vorrebbero ma non osano.
Bella teoria, tutta da dimostrare.
La sfida l'ho lanciata molto tempo fa: attivate una zona del sito dove si possa esprimere liberamente quello che si pensa di noi, tutti, iscritti e non iscritti, registrati e non, poi vediamo se vi sentirete così euforici.
Dico questo perché, pur essendo considerato un guerriero scalzo e pur essendo convinto che si debba lottare per guadagnarci un minimo di libertà, non ho ancora perso i contatti con la realtà e non mi va di far finta che tutto va bene.
Poi, se preferite, date la colpa all'atteggiamento, ai pinocchietti, allo zainetto e fate pure finta che la gente sia così cogliona da non accorgersi che siamo scalzi perché indossiamo un paio di jeans, con quei piedi chiari che sembrano lampeggiare, perché senza scarpe.
Ma a mio avviso si deve capire che il barefooting è un esercizio formidabile per il carattere e che lo si può praticare solo se si hanno due palle cosi.
Altrimenti si molla presto o non si incontrano problemi, perché (inutile offendersi) si va scalzi una o due volte all'anno o perché ci si mettono due tappi nelle orecchie o ci si isola totalmente (in modo quasi autistico) dall'ambiente che ci circonda.
E quindi si sappia che qui non stiamo giocando una partita a briscola: stiamo mettendo in discussione la nostra stessa immagine.
Chi vuole fare il barefooter lancia una sfida a se stesso ed all'ambiente che lo circonda.
È una cosa seria che si vive giorno dopo giorno, fra alti e bassi.
Chi si iscrive per ricevere incoraggiamenti e conforto li troverà, ma non regaliamo con faciloneria comode illusioni, perché non saremmo onesti.
Certe volte non capisco.
Non capisco perché fare di ogni risposta un caso personale.
Probabilmente se abitassi in altro luogo avrei molti problemi, chi dice di no?
Però dalle mie parti, questa è la situazione.
Neppure io passo rasente ai muri, vado in giro sbrindellato o cose del genere, ma alcune volte - poche, pochissime - ho sentito gli apprezzamenti del tipo: Puah, che odore di pedi! oppure: E comprati le scarpe!!
che mi lasciano però completamente indifferente, questo è il punto.
Non mi arrabbio, perché ho già messo tutto nel conto, perché la mia scelta l'ho fatta - come dicevo - nove anni fa e non ho motivo di cambiarla; dopodiché non me ne frega niente degli sghignazzi o delle eventuali frasi provocatorie.
Ottimismo gratuito?
Non credo, le situazioni sono diversissime da luogo a luogo e non si può dare una risposta per il nord, una per il centro, una per il sud ed una per le isole. Personalmete preciso quello che vale per me e cerco di dire in genere ciò che potrebbe valere per tutti.
Non c'è dubbio che al nord vi siano molti più problemi, ne sei esempio tu e Andrea77, con la differenza che tu hai un animo da agonista, lui un animo tranquillo che non vuole crearsi più problemi di quanti ce ne siano già in giro. E sinceramente, a parte che lo ha detto in tutte le salse un milione di volte, il concetto è quello: al nord il barefooting viene visto come una cosa fondamentalmente "incivile" e quindi incomprensibile e di conseguenza da condannare.
Al centro, prontissimo alla battaglia c'è Rei, ma poi dove sono i barefooters del centro, centro nord e sud?
E delle isole?
Mai o poco pervenuti, si fanno sentire a fine estate, rientrano poi ordinatamente nelle scarpe e chi si è visto, si è visto. Che fine fanno? Vallo a sapere ...
Il bello è che sono giovani, che su di loro fondavamo le nostre speranze, ecc. ecc.
Su che basi? Il nostro solito ottimismo, che però dovrebbe valere per tutti, giovani e meno giovani e di ogni parte di Italia, visto che siamo l'unico Club Italiano che si propone di diffondere il barefooting in Italia. O no?
bfpaul
Non capisco perché fare di ogni risposta un caso personale.
Probabilmente se abitassi in altro luogo avrei molti problemi, chi dice di no?
Però dalle mie parti, questa è la situazione.
Neppure io passo rasente ai muri, vado in giro sbrindellato o cose del genere, ma alcune volte - poche, pochissime - ho sentito gli apprezzamenti del tipo: Puah, che odore di pedi! oppure: E comprati le scarpe!!
che mi lasciano però completamente indifferente, questo è il punto.
Non mi arrabbio, perché ho già messo tutto nel conto, perché la mia scelta l'ho fatta - come dicevo - nove anni fa e non ho motivo di cambiarla; dopodiché non me ne frega niente degli sghignazzi o delle eventuali frasi provocatorie.
Ottimismo gratuito?
Non credo, le situazioni sono diversissime da luogo a luogo e non si può dare una risposta per il nord, una per il centro, una per il sud ed una per le isole. Personalmete preciso quello che vale per me e cerco di dire in genere ciò che potrebbe valere per tutti.
Non c'è dubbio che al nord vi siano molti più problemi, ne sei esempio tu e Andrea77, con la differenza che tu hai un animo da agonista, lui un animo tranquillo che non vuole crearsi più problemi di quanti ce ne siano già in giro. E sinceramente, a parte che lo ha detto in tutte le salse un milione di volte, il concetto è quello: al nord il barefooting viene visto come una cosa fondamentalmente "incivile" e quindi incomprensibile e di conseguenza da condannare.
Al centro, prontissimo alla battaglia c'è Rei, ma poi dove sono i barefooters del centro, centro nord e sud?
E delle isole?
Mai o poco pervenuti, si fanno sentire a fine estate, rientrano poi ordinatamente nelle scarpe e chi si è visto, si è visto. Che fine fanno? Vallo a sapere ...
Il bello è che sono giovani, che su di loro fondavamo le nostre speranze, ecc. ecc.
Su che basi? Il nostro solito ottimismo, che però dovrebbe valere per tutti, giovani e meno giovani e di ogni parte di Italia, visto che siamo l'unico Club Italiano che si propone di diffondere il barefooting in Italia. O no?
bfpaul
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