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Messaggio  lucignolo Lun Gen 07 2008, 23:27

Ha scritto Daniela: Dissento decisamente dalla tua posizione che camminare scalzi sia un'attivita' simile al naturismo, da praticare in apposite aree dove non infastidisce la sensibilita' altrui.
Ferma lì, Daniela.
Non ho mai detto una cosa, anzi, un'eresia simile.
Secondo me, leggendo il mio post, hai dimenticato un pezzo.
Infatti ho scritto: "Sono convinto che piano piano si farà sempre di più, ma, ripeto, rimane sempre l'immagine di una persona normale, che pratica un'attività fondamentalmente naturistica e non quella dell'alieno piombato da un altro pianeta."
E poi: "Insomma, per me il barefooting è un'attività piacevole, non disdicevole, da praticare ovunque, quando si vuole, ma pur sempre un grande hobby, non un modus vivendi (almeno socialmente parlando)."
L'attività naturistica presuppone aree predisposte solo nel caso che la si pratichi completamente nudi; ma naturismo e nudismo non sono sinonimi, se non nel linguaggio comune.

Ha scritto Daniela: Non ho nessun problema se ciascuno ritiene di andare scalzo secondo i propri tempi, modi, e desideri, ne' tanto meno se questi sono differenti dai miei.
Nemmeno io e mi sembra di averlo detto più che chiaramente e più di una volta.

Ha scritto Daniela: Ma trovo inaccettabile la posizione secondo cui una "persona normale" (contrapposto all' "alieno piombato da un altro pianeta") e' chi "quando e' il momento di farlo" indossa le scarpe.
Vedi, lo scalzista "normale" è chi, quando è il momento di farlo, si toglie le scarpe e va scalzo.
Il momento lo decide in base al contesto sociale ed alla sua disponibilità psicologica.
In questo senso è "normale", cioè mentalmente equilibrato; è un comune mortale perché fa quello che si sente senza dimenticare il contesto in cui vive.
Ci sono, a mio modesto avviso, piccole regole dettate dal buon senso: non mi permetterei mai di entrare in casa di una persona che ritiene offensivo l'essere scalzo, né riceverei un cliente o un paziente se percepisco da parte sua un certo fastidio.
Poi tu trovi inaccettabile il barefooting condizionato, gli altri (e non vivi in un eremo) trovano inaccettabile il barefooting incondizionato.
E bene o male tutti noi dimostriamo di non sapere rinunciare totalmente ai condizionamenti sociali.

Ha scritto Daniela: Ritenevo che il punto cruciale del nostro lavoro non fosse di esibire alla pubblica curiosita' l'ennesima attivita' pseudonaturistica, da affiancare alle diete esotiche e alle acconciature per cani (almeno cosi' la tv ci avrebbe presentato); ritenevo invece che il nostro lavoro fosse di far sapere in giro che, a fianco di milioni e milioni di modelli di calzature, dalle diavolerie col tacco ai sandali a quelle coi colori piu' estrosi ai mocassini agli stivali, il tutto nelle varianti "uomo" "donna" e "unisex", e tutti senza eccezione oggi considerati socialmente accettabili (e anche se qualche anziana signora e qualche anziano signore - pochi - forse pensa che certe calzature sono un po' ridicole, nessuno e dico nessuno si permetterebbe di fiatare, o neanche di guardare fisso i piedi...) accanto a questi, c'e' una possibilita' in piu'.
Va benissimo, ma è solo una possibilità in più.
Non è la panacea di tutti i mali, piace tanto a noi, può non piacere ai più.
Se vogliamo conquistare dei consensi dobbiamo essere umili e persuadere con la simpatia, più che con la logica (o peggio, con le pretese).

Ha scritto Daniela: A proposito: personalmente non metterei mai e poi mai e poi mai un paio di scarpe coi tacchi - mi ritroverei in ortopedia 15 minuti dopo - ma se immagino l'analogo del tuo post scritto da una signora che sostituisce "piedi liberi" con "tacchi a spillo" non so voi, ma a me viene spontanea una sonora risata. Se poi questi discorsi li sentissi alla sfilata primavera-estate delle calzature...
Ma su questo argomento mi trovi pienamente d'accordo.
Sottolineo anche che non porto tacchi a spillo Wink e che le scarpe che uso sono sempre particolarmente comode.
Cosa dovrei fare, secondo te? Andare scalzo al lavoro e beccarmi una sanzione per violazione della legge 626 o mettere in imbarazzo mia moglie in circostanze in cui è meglio non essere scalzi?; e poi, anche un appassionato ciclista, tanto per farti un esempio, usa l'automobile.
E' obbligatorio essere un integrale? Se fosse così vi saluterei e......amici come prima.
A me sembra, in un anno e mezzo, di aver fatto anche troppo!
Voglio comunque farti una domanda alla quale ti chiedo di rispondere con assoluta sincerità: al di la delle argomentazioni più o meno condivise, alla luce dei fatti, prove alla mano, ti ho mai dato la sensazione di essere un barefooter poco convinto? Smile
Ciao.
Flavio
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Messaggio  Daniela Mar Gen 15 2008, 13:30

Ciao Flavio e scusa il ritardo nella risposta, anche al nuovo forum ci ho messo qualche giorno a prenderci la mano. Incomincio dalla tua domanda conclusiva. Io non sono la prefettura e non rilascio patenti di nessun tipo; aggiungo anche che se sono pienamente d'accordo sull'utilita' di un documento che autorizzi alla guida di veicoli, mi sembra che per andare scalzi non ci voglia l'approvazione di nessuno nemmeno la mia. Prendo atto con una punta di fierezza che sono anormale, in quanto mi dimentico del contesto in cui vivo e faccio solamente quello che ritengo giusto e di cui ritengo di non dovermi, ne' ora ne' in futuro, sentire imbarazzata. Il barefooting condizionato a me fa venire in mente un ipotetico capellone degli anni 60 (i tempi erano diversi, molto diversi) che decide di farsi crescere i capelli lunghi, ma in determinate occasioni sociali vorrebbe portarli corti. Credo che converrai che e' difficile decidere se e' piu' assurdo o piu' ridicolo. E se esistono certamente ragioni legittime per farlo, magari con l'aiuto di un cappello - di quelli che negli anni 60 si usavano ancora - (esempio: un attore che recita due parti differenti in due spettacoli diversi, uno e' un musicista e l'altro un impiegato di banca); e' altrettanto vero che queste ragioni legittime sono, diciamo, poco probabili. E' poi ovvio che il nostro ipotetico amico dalla lunga chioma - e il suo omologo socialmente accettabile, la bionda signorina - si legheranno i capelli e magari se li copriranno anche, dove questo e' necessario (il laboratorio di chimica con fiamme libere varie), ma tutti quanti non avranno dubbi che il nostro ipotetico amico porta i capelli lunghi, senza contare che tutti quanti, dal professore agli altri studenti, l'hanno visto arrivare con i lunghi capelli liberi, l'hanno visto entrare in laboratorio, poggiare la sua roba, togliersi la giacca, tirar fuori guanti e occhiali, e prima di accendere tutto, legarsi i capelli. Tu scrivi che non ti permetteresti mai di interagire con persone ai quali [tu ritieni che] i tuoi piedi scalzi arrechino fastidio. Mi permetto di osservare che certo fai benissimo - soprattutto se glielo dici esplicitamente, cosicche' sia chiaro che si tratti di una forma di rispetto nei loro confronti, magari per persone di differente sensibilita' e cultura, e non un insulto alla loro intelligenza (si' perche' il 99.999% delle persone capisce benissimo il concetto, e infatti, non si registrano casi di gente allontanata o comunque infastidita perche' e' coperta di tatuaggi e piercing, o perche' ha i capelli rasta, anche se la maggior parte delle persone, loro personalmente, non lo farebbero mai; e forse, qualcuno, non la prenderebbe bene, se venisse a sapere che li consideriamo, il piu' delle volte sbagliando, dei mentecatti pieni di pregiudizi e che non vedono oltre il proprio naso); ma devo anche aggiungere, siccome ho avuto occasione di farlo (viaggiando anche molto, e incontrando persone, appunto, di cultura e sensibilita' molto diverse da quella in cui io sono cresciuta) che si deve stare attenti; perche' la persona, magari a fatica e zoppicando, potrebbe togliersi platealmente le scarpe di fronte a noi all'incontro successivo. Tu scrivi che andare scalzo sul tuo luogo di lavoro e' una violazione della legge 626: io mi fido di quello che dici; pero' siccome ho avuto occasione di indossare - per poche decine di minuti alla volta - delle scarpe antiinfortunio, beh, ho dovuto spiegare a tutti che non sono, per mia fortuna, zoppa, e' soltanto che cammino scalza e non ho l'abitudine di portare scarpe. Se scalza qualcuno avrebbe potuto non farci caso, con il pretesto delle scarpe lo hanno saputo tutti. Fai l'esempio del ciclista e dell'automobile; in realta' sarebbe piu' aderente ai fatti una persona che possiede un'auto e una moto e guida entrambe con piacere, magari lasciando a riposo la moto quando piove a dirotto, insomma, vive felice prezzi della benzina a parte... fin tanto che un giorno non spunta un cartello che certe strade sono vietate alle moto... Credo che chiunque, prima ancora di arrabbiarsi, si metterebbe a ridere.... Infine vorrei osservare che, a mio avviso, qui non si tratta di essere umili e persuadere con la simpatia, ne' si tratta di essere arroganti e imporsi con la forza; il mio scalzismo e' su un altro piano. E a me non interessa persuadere nessuno, tanto piu' che - non essendo possibile vendere le scarpe del modello che indosso - gli altri facciano quello che vogliono, io non ci guadagno niente. Daniela

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Messaggio  lucignolo Mar Gen 15 2008, 23:32

Daniela ha scritto:Ciao Flavio e scusa il ritardo nella risposta, anche al nuovo forum ci ho messo qualche giorno a prenderci la mano.
Ci mancherebbe. Ero sicuro che avresti risposto appena possibile.
Daniela ha scritto:Il barefooting condizionato a me fa venire in mente un ipotetico capellone degli anni 60 (i tempi erano diversi, molto diversi) che decide di farsi crescere i capelli lunghi, ma in determinate occasioni sociali vorrebbe portarli corti.
Beh, i capelli crescono lentamente, li puoi raccogliere, ma non nascondere. O li tieni lunghi o li tagli.
Il vantaggio delle calzature è che le puoi togliere o mettere quando meglio ti aggrada.
Daniela ha scritto:Credo che converrai che e' difficile decidere se e' piu' assurdo o piu' ridicolo.
Non vedo cosa ci sia di ridicolo o di assurdo ad alternare scalzismo e camminata calzata.
Negli anni '60 andava di moda la contestazione; io, che non sto contestando niente, continuo a camminare a piedi nudi per puro piacere e se lo ritengo opportuno.
Daniela ha scritto:....non si registrano casi di gente allontanata o comunque infastidita perche' e' coperta di tatuaggi e piercing
Non è la stessa cosa; in futuro, forse, sarà anche peggio.
Daniela ha scritto:Tu scrivi che andare scalzo sul tuo luogo di lavoro e' una violazione della legge 626: io mi fido di quello che dici
Devi. Qui si sta parlando di un laboratorio ospedaliero a rischio chimico e biologico.
Circa un mese fa, durante una visita ispettiva dall'ASL, si è corso il rischio di una sanzione pecuniaria (qualche migliaio di euro, una bazzecola) perché un dipendende non indossava la divisa "completa": mancavano i pantaloni bianchi, col rischio di portarsi a casa qualche microbo pericoloso. Figurati a piedi nudi.
Trascuriamo anche il piccolo particolare che se andassi scalzo al lavoro, oltre a diventare la barzelletta di tutto l'ospedale, sarei convocato dalla Direzione che mi imporrebbe una visita psichiatrica urgente o forse mi allontanerebbero semplicemente a calci nel c..o.
Ce lo vedi un signore scalzo in camice bianco? Credo che l'ufficio relazioni col pubblico diventerebbe un po' affollato.
Insomma, cerchiamo di essere seri e realisti.
Daniela ha scritto:Fai l'esempio del ciclista e dell'automobile; in realta' sarebbe piu' aderente ai fatti una persona che possiede un'auto e una moto e guida entrambe con piacere, magari lasciando a riposo la moto quando piove a dirotto, insomma, vive felice prezzi della benzina a parte... fin tanto che un giorno non spunta un cartello che certe strade sono vietate alle moto...
Perché più aderente ai fatti? Che differenza c'è?
Conosco decine di persone che fanno tranquillamente lunghe escursioni in bicicletta ed altrettante che fanno la stessa cosa in motocicletta, salvo poi recarsi al lavoro in autobus o in automobile; non per questo amano di meno il loro mezzo a due ruote.
Semmai comincerebbero ad odiarlo qualora venisse meno la possibilità di scegliere.
In quanto ai divieti, a me verrebbe proprio da piangere ed in ogni caso spesso li dobbiamo subire, al di la di facili guasconate.
Mi sembra evidente ed espressa più volte la mia preoccupazione per un improvviso futuro colpo di testa di qualche illuminato legislatore che si erge a paladino contro il dilagante malcostume sociale, magari facendo leva sul concetto di salute pubblica, come già accade in qualche altro paese.
Il lato peggiore di casa nostra lo dobbiamo ancora vedere
Daniela ha scritto:E a me non interessa persuadere nessuno
Nemmeno a me.
Camminare scalzo per il sottoscritto continua ad essere (e non mi stancherò mai di ripeterlo) un piacere ed una libera scelta; il giorno in cui dovessi intuire che per non essere assurdo o ridicolo dovrei essere scalzo ad oltranza, sempre, comunque e a dispetto di tutti, credimi, perderei il piacere di farlo e smetterei di essere un barefooter.
Ciao.
Flavio
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Messaggio  Badboy Mer Gen 16 2008, 10:07

lucignolo ha scritto:
Camminare scalzo per il sottoscritto continua ad essere (e non mi stancherò mai di ripeterlo) un piacere ed una libera scelta; il giorno in cui dovessi intuire che per non essere assurdo o ridicolo dovrei essere scalzo ad oltranza, sempre, comunque e a dispetto di tutti, credimi, perderei il piacere di farlo e smetterei di essere un barefooter.

Questo è il principio fondamentale su cui baso la mia intera esistenza, non solo l'andare scalzi...
La scelta del camminare senza scarpe, nel caso specifico, è dettata dal piacere che ne consegue...un piacere che voglio assaporare ogni volta che mi va...senza essere costretto a pensare se il mio modo di fare sia coerente,secondo il punto di vista altrui, o meno...
Per me l'importante è essere coerente con me stesso...e questo si traduce, per me ovviamente, nell'andare scalzo ogni volta che ci siano i giusti presupposti:
1)Voglia di farlo (ci possono essere momenti in cui, per un motivo o per un altro, non mi va)
2)Condizioni ambientali (e non mi riferisco solo al clima o al terreno, ma anche all'ambiente nella sua connotazione "sociale")...Per esempio non mi recherei mai ad un appuntamento di lavoro scalzo...O non farei mai un sopralluogo in cantiere senza scarpe... affraid
3)Varie ed eventuali...esempio: ho voglia di farlo, le condizioni ambientali ci sono(vedi posso permettermelo visto l'ambiente, sociale e non) ma sono accompagnato da una persona a cui da fastidio il fatto che io sia scalzo (per motivi suoi, che possono essere i più vari e che non sta a me giudicare, visto che io stesso non voglio si giudichino le mie abitudini)...-> quindi non mi scalzo...molti potrebbero dire che per essere coerente dovrei fregarmene, sono fatti suoi....per me non è così...dal momento che ho scelto, in quel momento, la sua compagnia, vengo incontro ad una sua esigenza...sarò scalzo in un altro momento senza questa persona...

Questo ovviamente è il mio personalissimo parere, condivisibile o meno, lungi dal pretendere di essere la verità assoluta, ci mancherebbe...
Ho solo esposto scratch il mio modo di vedere l'essere scalzo nel mio caso specifico...
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Messaggio  Ospite Mer Gen 16 2008, 10:50

Badboy ha scritto:3)Varie ed eventuali...esempio: ho voglia di farlo, le condizioni ambientali ci sono(vedi posso permettermelo visto l'ambiente, sociale e non) ma sono accompagnato da una persona a cui da fastidio il fatto che io sia scalzo (per motivi suoi, che possono essere i più vari e che non sta a me giudicare, visto che io stesso non voglio si giudichino le mie abitudini)...-> quindi non mi scalzo...molti potrebbero dire che per essere coerente dovrei fregarmene, sono fatti suoi....per me non è così...dal momento che ho scelto, in quel momento, la sua compagnia, vengo incontro ad una sua esigenza...sarò scalzo in un altro momento senza questa persona...

D'altra parte l'altra persona ha scelto la tua compagnia, sapendo che vai scalzo..... Rolling Eyes

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Messaggio  Badboy Mer Gen 16 2008, 16:14

Franco ha scritto:

D'altra parte l'altra persona ha scelto la tua compagnia, sapendo che vai scalzo..... Rolling Eyes

Forse sì forse no...se è una persona che conosco da poco può non conoscere questa mia abitudine...non è che appena mi presento dichiaro il mio essere scalzo...e se non esce l'occasione può capitare che la cosa non venga fuori per un po'...
Inoltre se come dici te ha scelto la mia compagnia sapendo che vado scalzo è lo stesso...se le da fastidio questa mia abitudine amen...a me da fastidio che qualcuno fumi in macchina mia...non per questo evito di uscire con gente che ha invece questa abitudine...solo chiedo di non farlo...
E' una questione di venirsi incontro, finchè si può... Wink
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Messaggio  Daniela Mer Gen 16 2008, 22:29

Non e' vero che le scarpe - a meno di scarpe su misura, se conoscete ancora qualche calzolaio artigiano che le faccia - uno scalzo le possa mettere e togliere quando desidera. Cercando con google ho trovato questo link - di calzature "comode" eh: http://www.italiancomfort.com/misure.htm Credo che queste misure parlino da se', credo che la cesura non colmabile tra chi indossa scarpe, salvo andare occasionalmente scalzo - e chi cammina scalzo, salvo indossare occasionalmente calzature (e comunque, non calzature di quel tipo: non entrerebbero proprio) - stia tutta in questi numeri. Preciso che io vado scalza abitualmente da anni e che prima indossavo calzature comode e andavo occasionalmente scalza; pero', sono cresciuta calzata, e il mio piede non e' certamente quello del barefooter naturale. Inoltre, se ho occasione di indossare, non i miei mocassini-guanto in morbida pelle e con le suole non soltanto flessibili, ma bucate; ma al contrario, scarpe "normali" con una suola rigida e un dorso, il loro peso (i calzati neanche se ne accorgono, di quanto pesano un paio di scarpe normali) e la loro rigidita' fanno si' che la mia andatura rigida e innaturale e rallentata sia evidente a tutti, e tutti quanti se ne accorgono. Per cui viene non soltanto naturale, ma inevitabile, spiegare che non ho l'abitudine di indossare calzature.
Tu scrivi che il tuo laboratorio e' a rischio chimico e biologico e che dunque devi indossare calzature chiuse, e io non lo contesto. Mi domando pero', ad esempio, se si indossino sovrascarpe usa e getta. Questo dettaglio chiarirebbe se il problema e' davvero nella possibile contaminazione batterica (interno-esterno o esterno-interno) o se le norme vengono emanate per abitudine e in assenza di una adeguata riflessione sulla loro efficacia e appropriatezza. Nel secondo caso - che ritengo probabile - e anche dando per scontato che sia necessario indossare comunque calzature chiuse sotto le sovrascarpe, ad esempio per protezione da infortuni vari, contatto con liquidi corrosivi o biologici che dovessero accidentalmente versarsi, oggetti taglienti/pungenti biologicamente contaminati, schiacciamento del piede eccetera - mi sembra che io, se fossi al tuo posto, farei osservare al responsabile della 626 che le calzature - la cui carica batterica difficilmente viene ridotta passando ad ogni ingresso/ uscita attraverso apposita vaschettina con soluzione disinfettante, che dubito fortemente ci sia - andrebbero ricoperte da sovrascarpe usa e getta per una miglior protezione di tutti, aggiungendo che questa osservazione ti e' stata suggerita da una riflessione piu' generale sulle calzature nella nostra societa' e dalla tua passione per lo scalzismo che pratichi nel tuo tempo libero. Forse dovrai continuare a indossare scarpe sul lavoro - o forse "casualmente" il responsabile della 626 ti comunichera' che devi indossare scarpe chiuse quando maneggi materiale biologico mentre sei autorizzato a rimuoverle e a restare con le sole sovrascarpe quando sei seduto alla scrivania, e lo mettera' per iscritto - ma sicuramente qualcuno (che magari, e non per colpa sua bensi' soltanto perche' siamo in pochi, non ha mai conosciuto uno scalzo di persona e neanche credeva esistessero) si porra' delle domande, e di solito lo fara' col massimo rispetto, perche' chi indossa scarpe ha un cervello, e ce lo ha (nella quasi totalita' dei casi) acceso come ce lo abbiamo noi. A proposito, qualche volta le persone che indossano scarpe chiuse e scarponi hanno fatto scelte molto piu' controcorrente delle nostre e qualche volta le hanno anche pagate a caro prezzo. Mi sembra, per questo, del tutto fuori luogo la frase "il lato peggiore di casa nostra lo dobbiamo ancora vedere" in un paese che negli ultimi 100 anni ha vissuto due guerre mondiali con relativa coscrizione di massa e invio al macello di intere generazioni, l'avventura coloniale, il fascismo, le leggi razziali e il binario 21, le stragi di stato, il terrorismo di varia matrice, e migliaia di altri scandali - non ultima la sicurezza sul lavoro, che non e' una barzelletta, altro che calzature - e scomodare tutto questo "lato peggiore di casa nostra" per la faccenda dell'addetto a un centro commerciale che ci "rompe" peraltro senza averne alcun diritto e in ogni caso zittendosi al "buongiorno!" amichevole che il direttore, passando, ci ha lanciato. Credo infine che dovremmo noi per primi riflettere su certi stereotipi e pregiudizi, ad esempio l'identificazione del medico psichiatra con un repressore/coercitore a tutela dell'ordine sociale. Qui lascerei la parola all'amico Luca T. Di mio aggiungo solo che ci sono tante cose che non vanno in tanti settori - non esclusa la medicina psichiatrica - ma da qui a ragionare per frasi fatte e banalizzando l'altro, ce ne corre.

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Messaggio  Enzo Gio Gen 17 2008, 06:38

-


Ultima modifica di Enzo il Ven Dic 03 2010, 16:26 - modificato 1 volta.

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Mi butto - risposta per Daniela Empty Scalzi sul lavoro?

Messaggio  lucignolo Sab Gen 19 2008, 15:10

Ciao a tutti. Spero di continuare a postare.
Sono alle prese con un crash di sistema che mi sta facendo sudare le proverbiali sette camice. Crying or Very sad
Per fortuna ho un vecchio computer da usare in caso di emergenza.
Temo di dover procedere ad una reinstallazione del sistema operativo.
Se non mi sentirete per un po' non temete o non brindate: tornerò!Mi butto - risposta per Daniela Armati3
Daniela ha scritto:Non e' vero che le scarpe - a meno di scarpe su misura, se conoscete ancora qualche calzolaio artigiano che le faccia - uno scalzo le possa mettere e togliere quando desidera.
Allora non sono uno scalzo.
Vuoi vedere che a Milano, a Como e a Brescia girava un mio sosia?
Daniela ha scritto:Preciso che io vado scalza abitualmente da anni e che prima indossavo calzature comode e andavo occasionalmente scalza......
Ecco, forse questo è un punto importante di cui tenere conto.
Molti di noi non sono ancora al tuo livello, forse non lo saranno mai, io compreso.
Questione di esperienza, ma anche di scelte e di punti di vista non del tutto coincidenti.
Daniela ha scritto:Tu scrivi che il tuo laboratorio e' a rischio chimico e biologico e che dunque devi indossare calzature chiuse.........
Cerchiamo di chiarire bene, perché il discorso non è poi banale come sembra.
La legge sancisce che in ambiente lavorativo a rischio si devono indossare i dispositivi di protezione individuali efficaci e idonei a difenderci dagli insulti chimico-fisici specifici della nostra attività; è dovere del lavoratore ottemperare a queste indicazioni.
In teoria, cessate le condizioni di pericolo, verrebbe meno anche l'obbligo; il problema è stabilire quali siano i margini ragionevoli di sicurezza in cui muoversi. Dato il flusso continuo di materiali potenzialmente dannosi in un laboratorio chimico-clinico non è mai possibile escludere del tutto un incidente che sembrava sì poco probabile in quel momento, ma non impossibile.
Siccome siamo tutte (potenzialmente) persone di buon senso, spesso facciamo qualche strappo alla regola: magari siamo molto pignoli nell'uso dei guanti, ma, specialmente nella stagione calda, si indulge nell'uso di calzature aperte o, addirittura, di sandali.
Nessuno ha mai sollevato obiezioni in merito, pur consapevoli, in caso di ispezione, di rischiare delle sanzioni; lo stesso discorso vale anche durante quelle attività che non comportano maneggio di materiale pericoloso.
Piedi liberi, insomma, se ne vedono in quantità, molte donne e pochi uomini.
Qui, però, stavamo parlando del camminare scalzi; spero ti renda conto che ci sono regole deontologiche che prevedono un rigido tipo di abbigliamento in certe categorie professionali e che lo stesso codice obbliga il professionista a mantenere un comportamento dignitoso e decoroso nei confronti del "cliente".
Si tratta, ne convengo, di definizioni piuttosto difficili da delineare, ma, proprio perché di confini molto sfumati, possono essere usate a piacimento contro di noi.
A ciò si aggiungono anche espliciti divieti aziendali: l'area coperta dal nostro nosocomio è davvero enorme, ma, per esempio, non ti puoi spostare con mezzi meccanici privati, specie se a due ruote.
In caso di incidente decade la condizione di infortunio "professionale", anzi, in caso di lesioni causate per propria inosservanza o negligenza, forse l'Azienda potrebbe rivalersi sul lavoratore "colposo"; lasciamo stare il codice deontologico, ma non oso pensare cosa accadrebbe se un dipendente si infortunasse perché scalzo.
Insomma, poniamo pure che certe posizioni del datore di lavoro non siano del tutto corrette o legalmente sostenibili, tuttavia preferisco non mettermi nelle condizioni di "finire sul banco degli imputati" o di subire un lungo e doloroso iter inquisitorio, qualsiasi ne siano le conclusioni.
In fin dei conti vale davvero la pena di fare battaglie contro i mulini a vento lavorativi, quando abbiamo a disposizione tanto tempo e spazio per soddisfare la nostra anima scalza?
Cammino tranquillamente a piedi nudi nel mio quartiere, lo faccio integralmente durante le mie vacanze, mi sono divertito in compagnia di altri barefooters persino nella mia città e mi toglierò molte altre soddisfazioni, ne sono certo.
Pur con qualche limitazione sul posto di lavoro, davvero non cerco altro né intendo crearmi problemi che non esistono.
Daniela ha scritto:Mi sembra, per questo, del tutto fuori luogo la frase "il lato peggiore di casa nostra lo dobbiamo ancora vedere" in un paese che negli ultimi 100 anni ha vissuto due guerre mondiali.....
Se sbagliassi, credimi, sarei il primo a brindare con te.
Me lo auguro di cuore, ma non basta deplorare le guerre; non vedo segnali positivi a livello individuale.
Noto molta aggressività, arroganza, intolleranza e poco senso dell'equilibrio; lo tocco con mano sulla strada, tutti i giorni.......e non azzardarti a difenderti od a reclamare le tue giuste ragioni, altrimenti rischi davvero la tua incolumità fisica.
Probabilmente sbaglio, ma dove è più facile trovare gente scalza è anche più facile che sorga un divieto.
Sarà per stupido decoro, per motivi assicurativi o igienico-sanitari, ma si tratta sempre e comunque di una grave minaccia nei nostri confronti, oltre che di una gran rottura di Mad Mad
Daniela ha scritto:Di mio aggiungo solo che ci sono tante cose che non vanno in tanti settori - non esclusa la medicina psichiatrica - ma da qui a ragionare per frasi fatte e banalizzando l'altro, ce ne corre.
Di mio aggiungo che si possono confrontare i propri e diversi punti di vista, che dipendono in buona percentuale dalle proprie esperienze di vita, nella consapevolezza di poter sbagliare e senza tirare in ballo presunte frasi fatte o banalizzazione dell'altro.
Né tu ne io siamo l'oracolo di Delfi, nemmeno chi cammina scalzo da cent'anni e nemmeno uno psichiatra.
Flavio
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Messaggio  Enzo Sab Gen 19 2008, 20:57

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Ultima modifica di Enzo il Ven Dic 03 2010, 16:27 - modificato 1 volta.

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Messaggio  Daniela Dom Gen 20 2008, 03:21

La legge sancisce che in ambiente lavorativo a rischio si devono indossare i dispositivi di protezione individuali efficaci e idonei a difenderci dagli insulti chimico-fisici specifici della nostra attività; è dovere del lavoratore ottemperare a queste indicazioni.

Infatti se rileggi il mio messaggio non ho scritto da nessuna parte che ti invito a violare le direttive in materia di sicurezza sul tuo luogo di lavoro, direttive che io non conosco nemmeno. Ben diversa e' la faccenda di *neanche nominare* il fatto che si vada scalzi, e ben diversa e' la premessa alla base di commenti quali
obbliga il professionista a mantenere un comportamento dignitoso e decoroso nei confronti del "cliente"
. Allora decidiamoci! E' dignitoso e decoroso portare i piedi liberi? O e' una cosa piacevole e che fa bene alla salute, ma da fare di nascosto come quelle che si fanno in bagno??

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Messaggio  lucignolo Dom Gen 20 2008, 14:17

Daniela ha scritto:Infatti se rileggi il mio messaggio non ho scritto da nessuna parte che ti invito a violare le direttive in materia di sicurezza sul tuo luogo di lavoro, direttive che io non conosco nemmeno.
Ma io non ho mai detto che tu mi inviti a violare la legge.
Ho solo sottolineato che una legge, anche se iniqua, non va violata; dura lex, sed lex.
Daniela ha scritto:Allora decidiamoci! E' dignitoso e decoroso portare i piedi liberi?
Qui mi sembrava di essere stato chiaro: dignità, ma, soprattutto, decoro sono concetti difficili da definire. Perciò sono facilmente sfruttabili da bacchettoni benpensanti a nostro (e non solo) svantaggio.
Non è colpa mia se questi concetti riempiono la bocca di coloro che ci vogliono impedire di camminare scalzi in certi ambienti, né è colpa mia se vengono citati nei codici deontologici professionali.
Portare i piedi nudi non è privo di dignità né indecoroso, ma nemmeno l'esatto contrario: è un modo di essere e basta.
Daniela ha scritto:O e' una cosa piacevole e che fa bene alla salute, ma da fare di nascosto come quelle che si fanno in bagno??
Dico, ma scrivo in arabo?
Se pensassi che è cosa poco piacevole, che fa male alla salute, da fare di nascosto ti pare che mi sarei preso la briga di camminare scalzo persino nella mia città natale, a rischio di farmi vedere da molte persone che mi conoscono? Quanti lo fanno o l'hanno fatto?
In ogni caso, visto che siamo tutti maggiorenni e vaccinati, è giusto che ognuno faccia quello che ritiene più opportuno e che si scalzi quando cavolo gli pare, sul posto di lavoro, se gli viene consentito o nella sua vita privata, qualora lo ritenesse opportuno.
Non vedo, allo stato attuale, in una fase delicata in cui stiamo cercando con discrezione di farci conoscere da chi non sa nemmeno che esistiamo, l'opportunità di mettersi a fare sante crociate contro i datori di lavoro o contro divieti ancora allo stato nascente.
La speranza (flebile, ma sempre l'ultima a morire) è che la conoscenza porti un poco più di buon senso e cambi il modo preconcetto di vedere il nostro costume di barefooters come sconveniente e indecoroso.
Siccome anche noi siamo vittime del pensiero preconcetto sociale, per cortesia, ci si lasci almeno l'ultimo baluardo di libertà individuale di scalzarci quando ci pare e di essere capiti almeno dagli scalzisti più avanzati o integrali.
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Messaggio  lucignolo Dom Gen 20 2008, 18:29

Enzo ha scritto:Caro lucignolo il tuo discorso è realistico e lo condivido, ma non posso non riflettere che ciò dimostra che non siamo una società libera, non c'è apertura di vedute e raziocinio, perché l'abito deve fare il monaco.
C'è di peggio, ma intanto guardiamo in casa nostra.
Fa male sapere che la gente ha perso la fiducia nel proprio voto al punto di non esprimere più le proprie preferenze, così come fa male vedere tanti soldi gettati al vento per referendum i cui risultati vengono sfacciatamente ignorati se fa comodo.
Ci troviamo in un momento difficile, uno dei tanti nella storia; abbiamo imparato che si tratta di movimenti sinusoidali, si sale fino alla cresta dell'onda per ripiombare nel cavo fra due onde e quanto questo cavo sia profondo lo si può stabilire soltanto a posteriori.
Non sappiamo, in questa fase storica, se il fondo è ancora lontano e quanto si debba scendere ancora; lo capiremo dopo il peggio.
La gente è stanca, disorientata, sente un vago malessere che la rende poco propensa alla comprensione reciproca.
Forse, in cuor nostro, tutti pensiamo che la colpa sia degli altri, dimenticando che la società è fatta da tutti.
Si ha paura di tutto e di ogni cosa che minacci la nostra già precaria stabilità, anche di un costume mai visto e fondamentalmente innocuo come il nostro.
Lo si tollera, qualcuno probabilmente lo invidia, ma chi ha potere decisionale si difende come può.
Credo si debba avere molta pazienza e non avere mai paura della luce del sole, di sussurrare a tutti la nostra scelta senza alzare la voce in caso di fallimento.
I consensi vengono piano piano e vanno tesorizzati come piccole gocce di pioggia su un terreno arido.
Enzo ha scritto:......è triste osservare che ci reputiamo civili ed evoluti, ma non lo siamo.
È triste, soprattutto, il tragico equivoco di aver scambiato le cause con gli effetti, di pensare che ciò che è derivato dalla nostra evoluzione tecnologica sia la Civiltà stessa, che valga di più un Jumbo Jet della maturazione del pensiero umano e che basti uno status simbol per sentirci al passo coi tempi.
Si guardano i piedi dei popoli ed in base alle loro calzature si stila una graduatoria; in primis, però, si creano due grandi categorie: i calzati e gli scalzi, il mondo civile ed il mondo selvaggio, primitivo.
Cosa si regala ad un uomo "presuntuosamente" giudicato incivile? Il primo kit per diventare un uomo "come si deve" (e com'é che si deve?): un paio di mutante (scusate, mi vien da ridere) ed un paio di calzature (e qui mi vien da piangere).
Enzo ha scritto:E vero che un eventuale incidente si ripercuoterebbe sull'azienda, se non altro come malattia, ma se fossimo seri e liberali, basterebbe mettere in chiaro che sono richieste certe protezioni, e chi non le usa non verrà risarcito o dovrà pagare se l'inosservanza sarà causa di danno agli altri (è ovvio che se il danno è prevedibile ci deve essere divieto, ma è difficile prevedere che uno scalzo possa causare danni agli altri).
Premesso che uno scalzo non provocherà mai danno agli altri, il problema è che non siamo seri, né coerenti, perché tutti fanno i leoni quando godono di buona salute, ma quando si scopre che certe cose non capitano solo agli altri, ma anche a noi, specialmente dopo esserci comportati irresponsabilmente, si corre piangenti dal medico pretendendo di essere curati gratuitamente, perché si versano i contributi sanitari.
Certe invalidità "volute" dalla propria ignoranza spesso comportano costi ingenti su tutta la società e, quindi, su tutti i contribuenti.
Poi, d'accordo, nell'esercizio di tante professioni tranquille l'unico problema è rappresentato dalle idee preconcette.
Mi piacerebbe vivere in una società dove si può lavorare in banca, in un ufficio pubblico, a scuola, in un negozio, e chi più ne ha più ne metta, a piedi nudi e convivere pacificamente con i calzati.
Utopia o preveggenza?
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Messaggio  Daniela Mar Gen 22 2008, 00:28

Ritengo che la legge quando iniqua e rivoltante non soltanto possa ma DEBBA essere violata, come tante persone coraggiose hanno fatto prima di noi. Questo naturalmente non si riferisce alle leggi sui piedi nudi, le quali, peraltro, nella maggior parte dei casi neanche esistono. Ritengo che non si dovrebbero stare a scomodare parole come "liberta'" o "ingiustizia" a proposito dei piedi liberi o di altre attivita' sportive o ludiche, praticate da un numero ristretto di persone, e che per un motivo o per l'altro colpiscono in negativo l'immaginario collettivo. Sta di fatto che non mi riconosco in una prospettiva dove il mio scalzismo e lo scalzismo di altri come me e' visto come un fastidio in quanto ben visibile, e' accusato di mettere a repentaglio l'altrui liberta' in quanto "sopra le righe", per concludere con l'accusa opposta, di attentare alla liberta' degli scalzi "bene educati" di indossare scarpe quando credono (come peraltro facciamo tutti).

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Messaggio  lucignolo Mar Gen 22 2008, 21:06

Daniela ha scritto:Ritengo che la legge quando iniqua e rivoltante non soltanto possa ma DEBBA essere violata, come tante persone coraggiose hanno fatto prima di noi.
Capisco la tua posizione e non mi sento di darti torto, anche se non condivido la linea d'azione.
Se si è in pochi si rischia grosso e più che coraggiosi c'è il pericolo di diventare dei "suicidi".
Piuttosto, abbiamo un'arma che ci permette di combattere una legge iniqua con gli strumenti stessi della legge, raccogliendo firme per proporre l'abrogazione della normativa ritenuta ingiusta.
Il problema, ne convengo, è quello di raggiungere un "quorum", ma se ciò non accade significa che quella tal legge non è percepita come ingiusta da un numero consistente di persone, tanto meno dalla maggioranza e, come noto, a dispetto di ogni ragione logica, è la maggioranza che si impone; è sempre, purtroppo, una questione di rapporti di forze.
Daniela ha scritto:Sta di fatto che non mi riconosco in una prospettiva dove il mio scalzismo e lo scalzismo di altri come me e' visto come un fastidio in quanto ben visibile, e' accusato di mettere a repentaglio l'altrui liberta' in quanto "sopra le righe", per concludere con l'accusa opposta, di attentare alla liberta' degli scalzi "bene educati" di indossare scarpe quando credono (come peraltro facciamo tutti).
Nemmeno a me piacciono certe prospettive; il problema è che l'andare a piedi nudi, attività che a noi piace moltissimo, non è percepito da molte altre persone nello stesso modo positivo in cui lo percepiamo noi.
Per strada le cose non vanno poi così male, almeno apparentemente (bisognerebbe entrare nella testa della gente e smascherare cosa realmente pensa); le difficoltà insorgono quando le distanze si accorciano e quando c'è qualcuno abilitato a decidere per gli altri.
Allora è più facile che nascano dei conflitti: sale d'aspetto, mezzi pubblici, musei, cinema e, alla fine, negozi, dove la parola del proprietario fa la parte del leone.
Secondo me la politica migliore è quella di avere tanta pazienza, delicatezza e non demordere mai.
I frutti non matureranno presto, ma almeno non rischieranno di abortire sul nascere.
In quanto al calzarsi in certi frangenti, in parte lo si fa per rispetto, in parte per obbligo, ma il larga parte per il nostro stesso condizionamento, dal quale, non volercene, non è facile liberarsi come a dirlo.
Ciao.
Flavio
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Messaggio  Badboy Mer Gen 23 2008, 10:31

lucignolo ha scritto: il problema è che l'andare a piedi nudi, attività che a noi piace moltissimo, non è percepito da molte altre persone nello stesso modo positivo in cui lo percepiamo noi.

Nella mia (poca) esperienza ho potuto notare le diverse reazioni della gente, a volte eccessive ed altre moderate, educate o meno, costruttive o non, ecc...

Tutti questi comportamenti però mi portano a pensare che esistano due diverse tipologie di denigratori del barefooting...
La prima è quella dei "moderati"...sono quelli che non condividono il nostro modo di fare ma non rafforzano la loro posizione con comportamenti sopra le righe...sono quelli che ti guardano, magari male, o che si limitano a qualche commento innocuo e non offensivo...
Di solito individuo questa gente come quella a cui fa davvero "schifo" il pensare di poter appoggiare un piede sulla "sporca terra", lontana dalla sicurezza domestica...o quelli che davvero temono per la propria incolumità...Ne ho conosciuti diversi che hanno una così totale avversione...Non pensano di essere "migliori di noi", ma solo di avere una visione contrapposta alla nostra...loro non lo faranno mai... tu vuoi continuare a farlo nonostante tutti i rischi, problemi, bla bla bla (che non evitano di ricordarti ogni volta comunque)?fallo pure, scelta tua...

Gli altri sono quelli che chiamo ironicamente i "talebani"...gente abbastanza ristretta mentalmente, che per mascherare le proprie frustazioni ed i propri sensi di inferiorità non perde occasione di cercare di sopraffare l' altro con arroganza e stupidità...
Frustrazioni perchè sono sicuro che più fanno la voce grossa su quale moralità stiamo calpestando andando in giro a piedi scalzi, più vorrebbero imitarci...ma non possono, la loro mente ristretta fa si che debbano viaggiare sempre sui due binari che la ns società gli ha imposto fin dalla nascita...
Scalzi non si sta gli hanno sempre detto...quindi loro lo fanno...non osano rompere gli schemi, osare un po' di più, anche se per un qualcosa che potrebbe piacere...
Sensi di inferiorità perchè non possono che sentirsi inferiori davanti ad una persona che invece ha rotto gli schemi, è andata oltre per inseguire qualcosa che veramente voleva...
Non lo ammetteranno mai ma un pizzico di invidia ed ammirazione credo che lo provino mentre, guardandoci camminare scalzi in una piazza, sotto i loro occhi "benpensanti", commentano con i loro pari su che scempio sono costretti, loro malgrado, a vedere.

Con la prima categoria puoi parlare, spiegarti...ti fa schifo???ok...a me fa schifo vedere che mangi senza esserti lavato le mani...o che non ti fai la doccia dopo una seduta in palestra...questione di punti di vista...
Hai paura di farti male?mah...eppure al mare, sullo scooter ci vai praticamente nudo (boxer e se va bene canottiera...con infradito affraid )...oppure il sabato sera (e non solo) ti distruggi fegato e cellule celebrali con una bella botte d'alcool...se poi aggiungiamo il fatto che fumi come un turco... affraid
Come sopra...scelte personali...
Con i talebani invece...beh credo sia ovvio...come parlare ad un muro...peraltro maleducato...visto che risponde pure... Laughing

P.S.: una ragazza, appartenente alla prima categoria, la quale non avrei mai pensato potesse togliersi una scarpa neanche a pagarla, sono due anni che mi sorprende accompagnandomi in piacevoli gite "scalze"...anzi, a volte è lei che prende l'iniziativa, e mi chiede: "ci togliamo le scarpe?" Very Happy Very Happy Very Happy
Dice che si sente libera e che sta bene...una sera, a Riccione, esce dalla macchina e mi fa:"quanto si sta bene scalzi"...la guardo un po' sorpreso e penso "ma che c'entra, stavamo parlando del mio lavoro...mah"...non avevo visto che aveva lasciato le scarpe in macchina!!! cheers cheers cheers
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Messaggio  Spyro Mer Gen 23 2008, 16:31

Tutti questi comportamenti però mi portano a pensare che esistano due diverse tipologie di denigratori del barefooting...
La prima è quella dei "moderati"...sono quelli che non condividono il nostro modo di fare ma non rafforzano la loro posizione con comportamenti sopra le righe...sono quelli che ti guardano, magari male, o che si limitano a qualche commento innocuo e non offensivo...
Di solito individuo questa gente come quella a cui fa davvero "schifo" il pensare di poter appoggiare un piede sulla "sporca terra", lontana dalla sicurezza domestica...o quelli che davvero temono per la propria incolumità...Ne ho conosciuti diversi che hanno una così totale avversione...Non pensano di essere "migliori di noi", ma solo di avere una visione contrapposta alla nostra...loro non lo faranno mai... tu vuoi continuare a farlo nonostante tutti i rischi, problemi, bla bla bla (che non evitano di ricordarti ogni volta comunque)?fallo pure, scelta tua...

Non so come fa la gente a dire che la terra è sporca! La terra è sempre stata così: marrone, granulosa, umida/secca punto! Io ritengo invece che la terra genuina sia il pavimento più pulito che esista visto che non vi sono veleni, vetri, chiodi ed altri oggetti pericolosi lasciati dall'uomo. Da quando ho cominciato a camminare scalzo mi piace molto cercare la chiazza di nuda terra (senz'erba) e colorare di marrone le piante e, se è morbita, affondare il piede fino alla caviglia! Se poi torno a cammainare sull'erba, la pianta quasi si pulisce da sola!
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Messaggio  Badboy Mer Gen 23 2008, 16:43

Spyro ha scritto:

Non so come fa la gente a dire che la terra è sporca! La terra è sempre stata così: marrone, granulosa, umida/secca punto! Io ritengo invece che la terra genuina sia il pavimento più pulito che esista visto che non vi sono veleni, vetri, chiodi ed altri oggetti pericolosi lasciati dall'uomo. Da quando ho cominciato a camminare scalzo mi piace molto cercare la chiazza di nuda terra (senz'erba) e colorare di marrone le piante e, se è morbita, affondare il piede fino alla caviglia! Se poi torno a cammainare sull'erba, la pianta quasi si pulisce da sola!

La mia "sporca terra" era riferito un po' ai vari terreni che uno può trovare al di fuori delle mura domestiche...Ho scritto l'uno per il tutto, intendendo con "terra" ogni ""superficie" esterna...(asfalto, vari tipi di pavimentazione cittadina, erba, terra, ghiaia, ecc...)...
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Messaggio  lucignolo Mer Gen 23 2008, 20:59

Badboy ha scritto:Con la prima categoria puoi parlare, spiegarti...ti fa schifo???ok...a me fa schifo vedere che mangi senza esserti lavato le mani...o che non ti fai la doccia dopo una seduta in palestra...questione di punti di vista...
Hai paura di farti male?mah...eppure al mare, sullo scooter ci vai praticamente nudo (boxer e se va bene canottiera...con infradito,oppure il sabato sera (e non solo) ti distruggi fegato e cellule celebrali con una bella botte d'alcool...se poi aggiungiamo il fatto che fumi come un turco...
Anch'io la penso come te.
Mi fa piacere che ci siano giovani che ragionano con la propria testa e che hanno il coraggio di uscire dai binari.
Il futuro non ha strade preconcette.
Badboy ha scritto:P.S.: una ragazza, appartenente alla prima categoria, la quale non avrei mai pensato potesse togliersi una scarpa neanche a pagarla, sono due anni che mi sorprende accompagnandomi in piacevoli gite "scalze"...anzi, a volte è lei che prende l'iniziativa, e mi chiede: "ci togliamo le scarpe?"
Dice che si sente libera e che sta bene...una sera, a Riccione, esce dalla macchina e mi fa:"quanto si sta bene scalzi"...la guardo un po' sorpreso e penso "ma che c'entra, stavamo parlando del mio lavoro...mah"...non avevo visto che aveva lasciato le scarpe in macchina!!!
E ti lamenti!!
Sai che anche mia moglie comincia a farmi nutrire delle speranze? E poi, SVEGLIA!!, bello parlare di lavoro, ma poi......Mi butto - risposta per Daniela Love4
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Messaggio  Badboy Gio Gen 24 2008, 15:48

lucignolo ha scritto:
E poi, SVEGLIA!!, bello parlare di lavoro, ma poi......
Tranquillo...NON DORMO MAI!!! Very Happy Very Happy Very Happy
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