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Messaggio  Marc_63 Ven Ago 09 2013, 10:58

Ciao amici,
ho letto con grande interesse molti dei vostri interventi; soprattutto quelli di quanti muovono i primi passi a piedi nudi in mezzo alla gente o a contatto con essa.
Esperienze spesso sofferte, ma affrontate con coraggio e determinazione tanto che, alla fine, ci si è goduti il tanto sospirato "trofeo"; ovvero le sensazioni che si provano camminando scalzi.
Ormai, per quanto mi riguarda, salvo che in giornate fredde o piovose, cammino scalzo sempre e dovunque (meno che quando mi devo recare in un ospedale).
Non ci faccio più caso e mi ricordo di essere scalzo solo quando qualcuno mi chiede spiegazioni (per la verità sempre meno persone, visto che ormai tutti i miei vecchi conoscenti sono abituati a vedermi scalzo).
Devo dirvi però che, più vado avanti, e meno riesco a godermi "il trofeo". Quando muovevo i primi passi a piedi nudi, lo facevo sempre in zone poco frequentate, magari in pineta o vicino al mare o ai bordi di una campagna; camminavo piano, spesso a passi stentati, soprattutto in presenza di un selciato con asfalto a grana grossa (mi sembrava di camminare scalzo su una grattugia). Tutto ciò mi consentiva di "assaporare" maggiormente ciò che mi circondava, persino le lunghe fila di formiche lungo i bordi delle strade. Camminare scalzo a passo lento mi "costringeva" a guardarmi davanti e intorno con molta attenzione, riuscendo a cogliere dei particolari che spesso nella vita si danno per scontati.
L'esperienza "fisica" del contatto dei piedi nudi col terreno (alle volte anche doloroso), si univa ad una esperienza visiva, conoscitiva di straordinaria importanza, oltre che fornirmi una buona scusa per staccarmi dal contesto urbano e vivere maggiormente all' "aria aperta".
Col passare del tempo, poi, e acquisendo una maggiore sicurezza in me stesso, nelle mie capacità, nel mio stare scalzo fra la gente, nel mio camminare scalzo più deciso grazie all'allenamento, ho cominciato a camminare scalzo anche nei centri urbani e in pieno centro cittadino a tutte le ore del giorno (e della notte), a frequentare ipermercati, centri commerciali, locali di vario tipo, bar, ristoranti .... sempre e rigorosamente a piedi nudi.
Vi confesso però che non provo più quel piacere profondo che provavo i primi tempi; quando cercavo di superare con me stesso le mie titubanze, le mie paure, quando mi sentivo gli occhi della gente addosso, quando ogni passo diventava una conquista ....
Oggi, che giro scalzo con totale disinvoltura, a contatto con la gente, in maniera del tutto serena e rilassata, forse sto iniziando a dare il camminare scalzo per scontato; e con l'abitudine e l'allenamento, neppure la sensazione fisica è la stessa di prima .... è come avere una suola comunque sotto i piedi ....
Spesso mi guardo indietro e mi verrebbe da "resetare" il tutto e rincominciare da capo; da quei primi passi stentati e titubanti di anni fa ....
Invidio molto che vive oggi le prime esperienze, quelle piccole e grandi emozioni, sensazioni, quelle piccole e grandi conquiste, i primi contatti dei piedi nudi col suolo e i primi raffronti con la gente .... e con la mentalità .... altrui..
Mi sono tuffato a capofitto nel vivere scalzo, come fosse una disciplina sportiva, col risultato che oggi non sopporto neppure l'idea di indossare un paio di sandali o infradito; ma mi domando se quella "coppa" che ho conquistato, oggi, abbia lo stesso pregio e lo stesso valore che aveva ieri ....Rolling Eyes 
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Messaggio  Nexus Flâneur Ven Ago 09 2013, 11:22

Ciao!

Mi ritrovo un po' in quello che dici. Anche se non ho i tuoi stessi trascorsi - mi ritengo un full-time bf quasi 24/7 almeno da febbraio scorso - comunque è vero che si modifica molto la percezione dell'esperienza una volta cominciata una routine.

Io all'inizio mi emozionavo semplicemente perchè stavo facendo qualcosa di "proibito" (secondo i modelli con che avevo conosciuto fino a quel momento), poi l'emozione si è mescolata alla sensazione benefica della scoperta della superficie nuova, poi della consapevolezza dello spazio e della realtà circostante, poi il tutto si è modificato ancora in una presa di coscienza "estetica". Insomma il tutto è stato un crescendo positivo di rafforzamento - sia fisico che mentale - che però contemporaneamente faceva affievolire il potenziale "emozionale".

Però io non credo che sia un aspetto negativo. Anzi, il tutto deve essere bagaglio per step successivi. Anche se i primi passaggi, in cui abbiamo rotto il ghiaccio, sono rimasti nel nostro cuore, è giusto che le sensazioni evolvano. Diciamo che le energie che risparmiamo dall'affievolimento delle emozioni - perchè non possiamo negare che tutti quei batticuore e ansie iniziali abbiano risucchiato molte nostre energie e dato scompensi nervosi - dobbiamo reinvestirle in altro. Magari in rafforzamento di rapporti o potenziamento di altre attività, sempre associalte al barefooting, che prima magari non saremmo riusciti a gestire.

Per esempio ieri ho avuto questo feeling: stavo passeggiando in spiaggia, e quando mi sono imbattuto in un tappeto di conchiglie aguzze, le mie suole "non hanno battuto ciglio". Ho continuato a camminarci sopra senza neanche sentirle. Questo mi ha lasciato stupito al momento, perchè in genere è proprio l'unico tipo di condizione di terreno che io evito. Invece ora neanche me ne accorgo a livello tattile. Ma dopo lo stupore iniziale, c'è stata la presa d'atto. E poi ho continuato a parlare tranquillamente col mio amico, non interrompendo la nostra importante discussione.

Sono sicuro che se avessi avuto le piante sottili come sempre, avrei dovuto interrompermi per tutto il tragitto, concentrandomi unicamente nel superamento sofferto di quel tratto di terreno. Invece dopo l'allenamento di mesi, in queste situazioni posso continuare a "fare altro" senza dovermi troppo focalizzare sui miei passi.

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Messaggio  bfpaul Ven Ago 09 2013, 12:22

Marc_63 ha scritto:Ciao amici,
ho letto con grande interesse molti dei vostri interventi; soprattutto quelli di quanti muovono i primi passi a piedi nudi in mezzo alla gente o a contatto con essa.
Esperienze spesso sofferte, ma affrontate con coraggio e determinazione tanto che, alla fine, ci si è goduti il tanto sospirato "trofeo"; ovvero le sensazioni che si provano camminando scalzi.
Ormai, per quanto mi riguarda, salvo che in giornate fredde o piovose, cammino scalzo sempre e dovunque
...........
Eilà!!
Lo so che è troppo tardi, ma se vieni stasera a camminare con me da Marina Piccola al Forte di S. Vincenzo, sopra il Faro, vedrai che le nostre "suole carrarmato" sono sempre preziose e senza di loro faresti qualche fatica.
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Messaggio  Appleseed Dom Ago 11 2013, 22:04

Marc_63 ha scritto: Vi confesso però che non provo più quel piacere profondo che provavo i primi tempi; quando cercavo di superare con me stesso le mie titubanze, le mie paure, quando mi sentivo gli occhi della gente addosso, quando ogni passo diventava una conquista ....
Oggi, che giro scalzo con totale disinvoltura, a contatto con la gente, in maniera del tutto serena e rilassata, forse sto iniziando a dare il camminare scalzo per scontato; e con l'abitudine e l'allenamento, neppure la sensazione fisica è la stessa di prima .... è come avere una suola comunque sotto i piedi ....
Spesso mi guardo indietro e mi verrebbe da "resetare" il tutto e rincominciare da capo; da quei primi passi stentati e titubanti di anni fa ....
E a chi non piacerebbe riavvolgere il nastro e ripercorrere la propria vita (soprattutto i momenti più belli)?  Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume, diceva un esperto nuotatore greco:  le prime volte, se ripetute, diventano seconde, terze … ennesime volte ed hanno un altro sapore.   Un tuttologo italiano diceva che una cosa è l’innamoramento e altra cosa è l’amore.  Così una cosa è il momento “passionale” in cui ci si decide a camminare scalzi (con i passi indietro, i dubbi, le brutte figure, ma di fondo la sensazione liberatoria di trasgredire nel senso letterale di “andare di là”, superare una barriera), un conto è la sana, piacevole, duratura abitudine di camminare scalzi.  La “maturità” è anche nel godere di queste situazioni che sono possibili però solo se si sono fatte le scelte giuste in precedenza.  Dal mio punto di vista essere ancora  alle prese, alla mia età, con la questione dei piedi scalzi non è poi il massimo.  “Per ogni cosa c’è una stagione”, diceva un saggio (ma “non è mai troppo tardi”, ci incoraggiava un maestro…).  A questo proposito: tutta la mia stima e simpatia  a Nexus Flaneur  che ha già deciso di vivere scalzo e che ha una vita davanti per inventarsi ancora qualcos’altro.  P.S.: credo che un giorno gli chiederò il motivo del suo strano nick …
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Messaggio  Nexus Flâneur Lun Ago 12 2013, 11:29

Appleseed ha scritto:
A questo proposito: tutta la mia stima e simpatia  a Nexus Flaneur  che ha già deciso di vivere scalzo e che ha una vita davanti per inventarsi ancora qualcos’altro.  P.S.: credo che un giorno gli chiederò il motivo del suo strano nick …
Grazie Appleseed! Hehe, quando vuoi, sono pronto a fornirti delucidazioni. Però se ti ci metti un po' puoi decifrarlo =)
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Messaggio  Appleseed Lun Ago 12 2013, 22:18

Nexus Flâneur ha scritto:
Appleseed ha scritto:
A questo proposito: tutta la mia stima e simpatia  a Nexus Flaneur  che ha già deciso di vivere scalzo e che ha una vita davanti per inventarsi ancora qualcos’altro.  P.S.: credo che un giorno gli chiederò il motivo del suo strano nick …
Grazie Appleseed! Hehe, quando vuoi, sono pronto a fornirti delucidazioni. Però se ti ci metti un po' puoi decifrarlo =)
Caro Nex, accetto la sfida.
Partiamo dal facile. Flâner in francese sta per bighellonare, gironzolare, andare a zonzo: per cui tradurrei  liberamente Flâneur come “zonzolo”.
L’ambiguità è tutta nel termine Nexus. Se con ciò si intende un modello di smarfone con cui usi fotografarti quando vai in giro, sarei portato a classificarti nella categoria dei “fotozonzoli”.
Se invece il riferimento è al Nesso, la Causa Ultima che ricerchi camminando a casaccio dovrei invece sistemarti tra i filosofi ed in particolare tra i “metafisici peripatetici”.
Fotozonzoli e metafisici peripatetici sono tipi umani di solito innocui e di piacevole compagnia e, dal mio punto di vista,  perfettamente equivalenti.  Fammi sapere  quale ti calza (Laughing ) meglio…
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Messaggio  Marco53 Mar Ago 13 2013, 16:02

Beh, tralasciando i tentativi etimologici su Nexus, tornerei all'argomento per confermare come le sensazioni permangano anche con le suole più spesse, aggiungendo che, almeno per me, la contemplazione non è sparita (altrimenti in città si rischia sempre di pestare qualcosa che non si vorrebbe), eppure c'é una bella sicurezza in più passo dopo passo.
E poi ti accorgi che solo qualcuno ti nota. Dopo decenni di falsi pensieri alla fine ci si accorge che la gente ha altro cui pensare che non farsi domande sui tuoi piedoni scalzi e anneriti.
Ci sono quelli che vagano col pilota automatico che solo lui sa dove li sta portando, altri che hanno una meta precisa e non pensano che a quella, poi quelli che telefonano e non sanno neppure più di essere al mondo.
Così scopri finalmente di esistere solo tu, che ascolti i tuoi passi grazie alle sensazioni che i piedi trasmettono e quei pochissimi che ti lanciano un'occhiata e in rarissimi casi trovano il fiato per domandare. Il resto se lo domandano nel proprio cervellino. Se hanno il dono dell'intelligenza possono anche arrivare a determinate conclusioni, se hanno un mondo di stereotipi piantati nel cervello (sul tipo "E'proibito"-"che schifo!"-"ci sono vetri e siringhe" ecc ecc) difficilmente ne verranno fuori perché si aggrapperanno a quelli.
E intanto noi continueremo la nostra strada, coi piedi che ci diranno come variarla per non passare dove non vorremmo...
Non è una bella sensazione.
Saluti scalzi continuativi... senza perdita di sensazioni!
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Messaggio  Alexey Gio Ago 15 2013, 22:25

Molto bella quella discussione, ottimi i punti citati da tutti... Anche per me la conquista di una certa sucurezza ha portato verso un'altra dimensione l'andat scalzi, a quslcosa di più maturo, come l'amore coniugale rispetto alla passione da primi giorni di fidanzamento, ma le sensazioni ci sono eccome, molto più mature come il rapporto consolidato tra due partner che si amano e si conoscono. Sta solo a noi vivere l'attimo e la vita con pienezza e non lasciare che il rumore caotico della mente indaffarata abbia il sopravvento e oscuri la nostra visuale. Sicurezza non vuole per forza dire trascurare le cose, se viviamo l'attimo possiamo assaporare tutte le sensazioni, non solo quelle che provengono dalle suole dei nostri piedi, non esiste solo quello, perché se non viviamo pienamente alla lunga niente ci darà più siddisfazione, al contrario possiamo godere delle piccole cose. Noi siamo fortunati perché abbiamo un senso in più con cui assaporare il mondo, però dobbiamo saperlo assaporare e rendere vivo ogni giorno, altrimenti la coppia che si ama prima o poi scoppia quando subentra la routine, invece vivendo l'attimo presente con tutti noi stessi, teniamo vivo l'amore e cresciamo ogni giorno di più, il segreto sta anche nel percepire che il cammino è infinito, se ci si sente arrivati è la fine...

Alexey

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