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Ciao a tutti
Oggi per 15 minuti sono sceso a sbrigare delle commissioni in strada e la temperatura si aggirava tra 0 e - 1 volevo sapere se qualcuno ha qualche consiglio perché vi giuro che i piedi si stavano per congelare !!! A pensare di passare un intera serata fuori mi verrebbe male!!!
Oggi per 15 minuti sono sceso a sbrigare delle commissioni in strada e la temperatura si aggirava tra 0 e - 1 volevo sapere se qualcuno ha qualche consiglio perché vi giuro che i piedi si stavano per congelare !!! A pensare di passare un intera serata fuori mi verrebbe male!!!
Shade1987- Numero di messaggi : 3
Data d'iscrizione : 13.10.16
Re: -1 esperienza
Io ti consiglio di allenarti a fare regolarmente brevi camminate con temperature fresco-fredde, tenendo i piedi in movimento su superfici irregolari in modo da stimolare la produzione di calore e mantenere i piedi caldi; però stai MOLTO attento a non superare i tuoi limiti: appena inizi a sentirti a disagio ricalzati immediatamente e fai magari alcuni saltelli o batti forte i piedi (con le scarpe) sul terreno per ripristinare la circolazione sanguigna. Personalmente con temperature sui 7 °C (e terreno asciutto) riesco a camminare bene anche per alcune decine di minuti, però andando sottozero solo alcuni secondi. I terreni bagnati raffreddano molto di più, inoltre rendono anche difficoltoso rimettersi le scarpe: il piede fa più fatica a rientrare nel calzetto ed inoltre rimane bagnato dentro la scarpa.
Ascolta il tuo corpo e non strafare, potrebbe essere pericoloso.
Ciao
Ascolta il tuo corpo e non strafare, potrebbe essere pericoloso.
Ciao
disc- Numero di messaggi : 146
Data d'iscrizione : 23.06.15
Re: -1 esperienza
Giusto questa mattina ho fatto 10-12 minuti di tragitto scalzo a circa 1-2 °C senza fastidi particolari (a parte, ovviamente, la necessità di rimettere le scarpe prima di entrare in ufficio!).
Chiaramente non ero fermo ma camminavo a passo svelto.
Il segreto secondo me è abituarsi gradualmente e prestare attenzione ai "segnali" che il corpo ti da: se la perdita di sensibilità della pianta del piede è eccessiva o se cominci a sentire dolore nelle dita o in altre zone del piede è meglio rimettere le scarpe.
Anche il colore assunto dalla pelle dei piedi ti da utili indicazioni: il colorito rossastro è indice di buona circolazione, se invece vedi che la pelle tende a essere molto pallida o, peggio, violacea invece è meglio interrompere subito la passeggiata scalza.
Attenzione anche quando rimetti le scarpe: all'inizio a mio avviso è bene NON mettere i calzini e lasciare le scarpe stringate larghe, in questo modo non comprimi eccessivamente i vasi sanguigni e la muscolatura, favorendo un più rapido ritorno alla temperatura abituale dei piedi.
Se eventualmente al termine della passeggiata scalza ti lavi i piedi meglio farlo con acqua fredda e ed evitare per un po' il contatto dei piedi con superfici od oggetti eccessivamente caldi.
Chiaramente non ero fermo ma camminavo a passo svelto.
Il segreto secondo me è abituarsi gradualmente e prestare attenzione ai "segnali" che il corpo ti da: se la perdita di sensibilità della pianta del piede è eccessiva o se cominci a sentire dolore nelle dita o in altre zone del piede è meglio rimettere le scarpe.
Anche il colore assunto dalla pelle dei piedi ti da utili indicazioni: il colorito rossastro è indice di buona circolazione, se invece vedi che la pelle tende a essere molto pallida o, peggio, violacea invece è meglio interrompere subito la passeggiata scalza.
Attenzione anche quando rimetti le scarpe: all'inizio a mio avviso è bene NON mettere i calzini e lasciare le scarpe stringate larghe, in questo modo non comprimi eccessivamente i vasi sanguigni e la muscolatura, favorendo un più rapido ritorno alla temperatura abituale dei piedi.
Se eventualmente al termine della passeggiata scalza ti lavi i piedi meglio farlo con acqua fredda e ed evitare per un po' il contatto dei piedi con superfici od oggetti eccessivamente caldi.
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 1601
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: -1 esperienza
Incomincia gradualmente, muoviti non stare fermo dopo i primi 5-10 minuti la circolazione riprende a pulsare, metti un cappello per non disperdere calore dalla testa.
GECO- Numero di messaggi : 1082
Data d'iscrizione : 25.05.16
Re: -1 esperienza
Mi associo pure io nel consiglio di andare per gradi e non strafare.
Pure io, in questi giorni, se devo fare lavoretti in giardino, prendere la posta o simili scendo tranquillamente scalzo anche se comincia ad essere freddino.
Ammetto i miei limiti: oltre 10 minuti fatico a resistere
Pure io, in questi giorni, se devo fare lavoretti in giardino, prendere la posta o simili scendo tranquillamente scalzo anche se comincia ad essere freddino.
Ammetto i miei limiti: oltre 10 minuti fatico a resistere
FrancoR18- Numero di messaggi : 497
Età : 36
Data d'iscrizione : 20.09.15
Re: -1 esperienza
FrancoR18 ha scritto:Mi associo pure io nel consiglio di andare per gradi e non strafare.
Pure io, in questi giorni, se devo fare lavoretti in giardino, prendere la posta o simili scendo tranquillamente scalzo anche se comincia ad essere freddino.
Ammetto i miei limiti: oltre 10 minuti fatico a resistere
MEMO:
- Non siete in gara con nessuno, nemmeno con voi stessi.
- Se credete di aver battuto un record, fatecelo sapere.
bfpaul
Re: -1 esperienza
bfpaul ha scritto:FrancoR18 ha scritto:Mi associo pure io nel consiglio di andare per gradi e non strafare.
Pure io, in questi giorni, se devo fare lavoretti in giardino, prendere la posta o simili scendo tranquillamente scalzo anche se comincia ad essere freddino.
Ammetto i miei limiti: oltre 10 minuti fatico a resistere
MEMO:
- Non siete in gara con nessuno, nemmeno con voi stessi.
- Se credete di aver battuto un record, fatecelo sapere.
bfpaul
Mica è una gara la mia anzi. Da un lato, giustamente, mi associavo nell'andare per gradi e non strafare. Dall'altro mi ha fatto piacere notare i progressi fatti. Temevo d'essere più freddoloso. Così non è. Se penso che due anni fa non mi sarei mai immaginato d'uscire di casa scalzo. Soprattutto d'inverno. Anche semplicemente per prendere la posta
FrancoR18- Numero di messaggi : 497
Età : 36
Data d'iscrizione : 20.09.15
Re: -1 esperienza
Scusate, ma è proprio il caso di lanciarsi in queste "imprese" ?
A me non pare che girare per strada a piedi nudi d'inverno con temperature sotto zero sia un comportamento molto intelligente.
Lo scopo di un barefooter, mi pare di capire, è di far accettare come normale il fatto di camminare scalzo.
Benissimo. Ma camminare scalzo in inverno NON E' NORMALE.
Le calzature, così come gli altri indumenti, sono state inventate nel momento in cui gli esseri umani, che come immagino sappiate si sono evoluti in Africa, sono usciti dalle zone equatoriali e tropicali (dove non c'era necessità alcuna di coprirsi, in nessuna delle due sole stagioni lì presenti, entrambe calde : una secca e una umida) e si sono spostati a nord.
Vestiti e calzature sono quindi nati in primo luogo per difendere il corpo dal freddo. Anche perché intanto scompariva la spessa peluria che in origine ricopriva i nostri antenati (sì, anche le donne).
Con il tempo poi i vestiti - e quindi anche le calzature - hanno assunto un significato morale, ed è nato il concetto di "vergogna" : mostrarsi nudi in mezzo ai propri simili, come si era sempre fatto in passato, non fu più accettato. Si cominciò a parlare di "parti intime", di "coprire le vergogne". E questo, ovviamente, molti millenni prima della nascita del Cristianesimo e delle altre religioni monoteistiche.
I barefooters, così come i nudisti, vogliono (sempre se ho capito bene) superare i condizionamenti imposti dalla morale e tornare a vivere appieno il proprio corpo, senza doversi appunto "vergognare".
Questo va molto bene finché si è in condizioni meteorologiche e di temperatura che consentono di stare nudi/scalzi.
Ma quando fa freddo bisogna coprirsi.
Forse che i moderni Eschimesi se ne vanno in giro scalzi e/o nudi per il pack artico ? Ovviamente no, perché il corpo degli esseri umani non è fatto per affrontare freddi così estremi senza adeguata copertura.
Al contrario gli Indios dell'Amazzonia girano da millenni per le giungle completamente nudi e scalzi, perché in quelle regioni il caldo e l'umido sono tali da non aver mai avuto bisogno di vestiti. E dato che si tratta di popolazioni primitive non conoscono il concetto di "vergogna" (se oggi lo conoscono sicuramente gli è stato inculcato dai "bianchi", missionari e altri venuti per sfruttare loro e la foresta e per costringerli a occidentalizzarsi : il primo passo di questa acculturazione forzata è ovviamente rappresentato dall'obbligo di indossare vestiti e scarpe).
Quindi mi sembra che esercitarsi a camminare scalzi con temperature sottozero, nella zona climatica in cui viviamo (quella temperata, caratterizzata dall'alternarsi di due stagioni fredde e di due stagioni calde), sia perlomeno sciocco.
Va benissimo farlo quando e dove il clima lo consente.
Ma non quando, facendolo o cercando di farlo, si va contro i limiti imposti dalla natura del nostro pianeta e del nostro corpo così come si è evoluto in milioni di anni.
A me non pare che girare per strada a piedi nudi d'inverno con temperature sotto zero sia un comportamento molto intelligente.
Lo scopo di un barefooter, mi pare di capire, è di far accettare come normale il fatto di camminare scalzo.
Benissimo. Ma camminare scalzo in inverno NON E' NORMALE.
Le calzature, così come gli altri indumenti, sono state inventate nel momento in cui gli esseri umani, che come immagino sappiate si sono evoluti in Africa, sono usciti dalle zone equatoriali e tropicali (dove non c'era necessità alcuna di coprirsi, in nessuna delle due sole stagioni lì presenti, entrambe calde : una secca e una umida) e si sono spostati a nord.
Vestiti e calzature sono quindi nati in primo luogo per difendere il corpo dal freddo. Anche perché intanto scompariva la spessa peluria che in origine ricopriva i nostri antenati (sì, anche le donne).
Con il tempo poi i vestiti - e quindi anche le calzature - hanno assunto un significato morale, ed è nato il concetto di "vergogna" : mostrarsi nudi in mezzo ai propri simili, come si era sempre fatto in passato, non fu più accettato. Si cominciò a parlare di "parti intime", di "coprire le vergogne". E questo, ovviamente, molti millenni prima della nascita del Cristianesimo e delle altre religioni monoteistiche.
I barefooters, così come i nudisti, vogliono (sempre se ho capito bene) superare i condizionamenti imposti dalla morale e tornare a vivere appieno il proprio corpo, senza doversi appunto "vergognare".
Questo va molto bene finché si è in condizioni meteorologiche e di temperatura che consentono di stare nudi/scalzi.
Ma quando fa freddo bisogna coprirsi.
Forse che i moderni Eschimesi se ne vanno in giro scalzi e/o nudi per il pack artico ? Ovviamente no, perché il corpo degli esseri umani non è fatto per affrontare freddi così estremi senza adeguata copertura.
Al contrario gli Indios dell'Amazzonia girano da millenni per le giungle completamente nudi e scalzi, perché in quelle regioni il caldo e l'umido sono tali da non aver mai avuto bisogno di vestiti. E dato che si tratta di popolazioni primitive non conoscono il concetto di "vergogna" (se oggi lo conoscono sicuramente gli è stato inculcato dai "bianchi", missionari e altri venuti per sfruttare loro e la foresta e per costringerli a occidentalizzarsi : il primo passo di questa acculturazione forzata è ovviamente rappresentato dall'obbligo di indossare vestiti e scarpe).
Quindi mi sembra che esercitarsi a camminare scalzi con temperature sottozero, nella zona climatica in cui viviamo (quella temperata, caratterizzata dall'alternarsi di due stagioni fredde e di due stagioni calde), sia perlomeno sciocco.
Va benissimo farlo quando e dove il clima lo consente.
Ma non quando, facendolo o cercando di farlo, si va contro i limiti imposti dalla natura del nostro pianeta e del nostro corpo così come si è evoluto in milioni di anni.
BarefootSoul- Numero di messaggi : 409
Età : 43
Data d'iscrizione : 07.03.16
Re: -1 esperienza
Nella tua esposizione c'è una incongruenza: affermi che dobbiamo far accettare lo scalzismo come normale e poi affermi che andare scalzi in inverno non è normale. Il fatto che tu affermi che dobbiamo farlo accettare come normale implica il fatto che non è ritenuto normale né in inverno, né in nessun'altra stagione.
Non è normale neanche in estate, quando in alcuni casi il suolo ha temperature realmente proibitive.
Personalmente vado scalzo in inverno senza alcun problema anche con temperature poco sotto lo zero. Senza alcun problema vuol dire che per me stare scalzo a 0° non è una cosa estrema. Anzi, lo trovo anche piacevole. Per me diventa estremo se si va a -5° o -10°. Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che fra noi ci sia chi va scalzo anche a quelle temperature. Dalle mie parti molto difficilmente ci si arriva ma penso che se abituassi gradatamente i miei piedi potrei arrivarci anch'io.
Ognuno ha i propri limiti che, se vuole, può provare a superare (ma col cervello e senza farsi male), così come con qualsiasi allenamento fisico.
Non è normale neanche in estate, quando in alcuni casi il suolo ha temperature realmente proibitive.
Personalmente vado scalzo in inverno senza alcun problema anche con temperature poco sotto lo zero. Senza alcun problema vuol dire che per me stare scalzo a 0° non è una cosa estrema. Anzi, lo trovo anche piacevole. Per me diventa estremo se si va a -5° o -10°. Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che fra noi ci sia chi va scalzo anche a quelle temperature. Dalle mie parti molto difficilmente ci si arriva ma penso che se abituassi gradatamente i miei piedi potrei arrivarci anch'io.
Ognuno ha i propri limiti che, se vuole, può provare a superare (ma col cervello e senza farsi male), così come con qualsiasi allenamento fisico.
_________________
L'impossibile non esiste.
Re: -1 esperienza
Lo scopo primario di un barefooter è di camminare scalzo quando gli va.BarefootSoul ha scritto:
Scusate, ma è proprio il caso di lanciarsi in queste "imprese" ?
A me non pare che girare per strada a piedi nudi d'inverno con temperature sotto zero sia un comportamento molto intelligente.
Lo scopo di un barefooter, mi pare di capire, è di far accettare come normale il fatto di camminare scalzo.Benissimo. Ma camminare scalzo in inverno NON E' NORMALE
A me camminare scalzo con il freddo (diciamo meno di 10°) non piace e non lo faccio.
Ad altri invece sì e non li trovo né più né meno intelligenti di me.
Personalmente, più che tracciare nuovi confini per la “normalità,” preferirei fossero socialmente accettati tutti quelli che per qualsiasi motivo si allontanano dalla norma intesa in senso statistico (comportamento che si verifica con la massima frequenza).
Che con il freddo sia opportuno coprirsi è di buon senso.BarefootSoul ha scritto:
Ma quando fa freddo bisogna coprirsi.
Forse che i moderni Eschimesi se ne vanno in giro scalzi e/o nudi per il pack artico ? ..
Quindi mi sembra che esercitarsi a camminare scalzi con temperature sottozero, nella zona climatica in cui viviamo (quella temperata, caratterizzata dall'alternarsi di due stagioni fredde e di due stagioni calde), sia perlomeno sciocco.
Va benissimo farlo quando e dove il clima lo consente.
Ma non quando, facendolo o cercando di farlo, si va contro i limiti imposti dalla natura del nostro pianeta e del nostro corpo così come si è evoluto in milioni di anni.
La percezione del freddo però è soggettiva.
Innanzi tutto parlando di piedi quella che rileva è la temperatura del terreno: a parità di temperatura atmosferica è diverso camminare su un terreno asciutto, bagnato o (brrr) innevato.
Sul ghiaccio non si cammina scalzi perché, se non scivoli prima, ti congeli come ben sanno gli eschimesi.
Per il resto è questione di resistenza personale, di abitudini e di gusti.
E sui gusti dicevano i saggi latini, non si discute.
Appleseed- Vicepresidente Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 879
Data d'iscrizione : 01.08.13
Re: -1 esperienza
BarefootSoul ha scritto:Scusate, ma è proprio il caso di lanciarsi in queste "imprese" ?
A me non pare che girare per strada a piedi nudi d'inverno con temperature sotto zero sia un comportamento molto intelligente.
Lo scopo di un barefooter, mi pare di capire, è di far accettare come normale il fatto di camminare scalzo.
Benissimo. Ma camminare scalzo in inverno NON E' NORMALE.
Le calzature, così come gli altri indumenti, sono state inventate nel momento in cui gli esseri umani, che come immagino sappiate si sono evoluti in Africa, sono usciti dalle zone equatoriali e tropicali (dove non c'era necessità alcuna di coprirsi, in nessuna delle due sole stagioni lì presenti, entrambe calde : una secca e una umida) e si sono spostati a nord.
Vestiti e calzature sono quindi nati in primo luogo per difendere il corpo dal freddo. Anche perché intanto scompariva la spessa peluria che in origine ricopriva i nostri antenati (sì, anche le donne).
Con il tempo poi i vestiti - e quindi anche le calzature - hanno assunto un significato morale, ed è nato il concetto di "vergogna" : mostrarsi nudi in mezzo ai propri simili, come si era sempre fatto in passato, non fu più accettato. Si cominciò a parlare di "parti intime", di "coprire le vergogne". E questo, ovviamente, molti millenni prima della nascita del Cristianesimo e delle altre religioni monoteistiche.
I barefooters, così come i nudisti, vogliono (sempre se ho capito bene) superare i condizionamenti imposti dalla morale e tornare a vivere appieno il proprio corpo, senza doversi appunto "vergognare".
Questo va molto bene finché si è in condizioni meteorologiche e di temperatura che consentono di stare nudi/scalzi.
Ma quando fa freddo bisogna coprirsi.
Forse che i moderni Eschimesi se ne vanno in giro scalzi e/o nudi per il pack artico ? Ovviamente no, perché il corpo degli esseri umani non è fatto per affrontare freddi così estremi senza adeguata copertura.
Al contrario gli Indios dell'Amazzonia girano da millenni per le giungle completamente nudi e scalzi, perché in quelle regioni il caldo e l'umido sono tali da non aver mai avuto bisogno di vestiti. E dato che si tratta di popolazioni primitive non conoscono il concetto di "vergogna" (se oggi lo conoscono sicuramente gli è stato inculcato dai "bianchi", missionari e altri venuti per sfruttare loro e la foresta e per costringerli a occidentalizzarsi : il primo passo di questa acculturazione forzata è ovviamente rappresentato dall'obbligo di indossare vestiti e scarpe).
Quindi mi sembra che esercitarsi a camminare scalzi con temperature sottozero, nella zona climatica in cui viviamo (quella temperata, caratterizzata dall'alternarsi di due stagioni fredde e di due stagioni calde), sia perlomeno sciocco.
Va benissimo farlo quando e dove il clima lo consente.
Ma non quando, facendolo o cercando di farlo, si va contro i limiti imposti dalla natura del nostro pianeta e del nostro corpo così come si è evoluto in milioni di anni.
Mi permetto pure io: come ha detto Grand Choeur il definire "ANORMALE" camminare scalzi d'inverno ma "accettarlo" nelle stagioni più calde è un anomalia. Secondo me rischi di commettere il medesimo errore della "gente comune" (detesto questi virgolettati ma sono necessari) che vede "ANORMALE" chi va scalzo anche nelle stagioni più miti.
Ribadisco il mio pensiero mettendoci parte della mia esperienza personale:
-Ognuno di noi, chi più chi meno, va scalzo quando può e quando gli va
-Come ha pure detto Appleseed: ognuno ha i suoi limiti. E bisogna saper ascoltare il proprio corpo senza strafare. Personalmente, ed oggi piove, i 7 gradi di questa giornata non sono "freddo". Per altri è una temperatura glaciale.
-Personalmente in questi "freddi giorni" esco scalzo per prendere la posta, il pane, firmare la bolla dei corrieri (e ultimamente me ne arrivano non pochi ) e per mettere al riparo le piante nella serra. E non lo trovo "ANORMALE". Ovvio che sono conscio dei miei limiti. Sia col freddo che con l'asfalto rovente d'estate. E pensare che 2 anni mai m'immaginavo di stare scalzo d'estate e, per quanto poco, d'inverno. Neanche a casa stavo scalzo.
-Ricollegandomi a sopra: il camminare scalzi d'inverno non deve essere un esibizionismo, una prova di forza un dire "ehi, guardatemi!!! Sto scalzo a -6!! Sono più figo di voi!!" Come detto: ognuno ha i suoi limiti. Senza strafare.
PS: sia chiaro. La mia non è una critica/attacco nei tuoi confronti. Siamo in un forum di discussione dopotutto
FrancoR18- Numero di messaggi : 497
Età : 36
Data d'iscrizione : 20.09.15
Re: -1 esperienza
BarefootSoul ha scritto:
...........................
A me non pare che girare per strada a piedi nudi d'inverno con temperature sotto zero sia un comportamento molto intelligente.
Lo scopo di un barefooter, mi pare di capire, è di far accettare come normale il fatto di camminare scalzo.
Benissimo. Ma camminare scalzo in inverno NON E' NORMALE.
Cosa dovrei dire io che ti ho visto a maggio vestito da pieno inverno?
L'intelligenza si vede in altri modi..
BarefootSoul ha scritto:Ma quando fa freddo bisogna coprirsi.
.........................
E chi stabilisce quando fa freddo?
Ciascuno di noi ha la sua sensibilità e ciascuno stabilisce quando ha freddo.
Ma lo stabilisce per sè e basta.
BarefootSoul ha scritto:Quindi mi sembra che esercitarsi a camminare scalzi con temperature sottozero, nella zona climatica in cui viviamo (quella temperata, caratterizzata dall'alternarsi di due stagioni fredde e di due stagioni calde), sia perlomeno sciocco.
Va benissimo farlo quando e dove il clima lo consente.
Ma non quando, facendolo o cercando di farlo, si va contro i limiti imposti dalla natura del nostro pianeta e del nostro corpo così come si è evoluto in milioni di anni.
Torno a dire: quello che a te pare poco intelligente o sciocco per altri è nella normalità, oppure stimola a superare i propri limiti.
Se l'uomo non avesse continuamente superato i suoi limiti saremmo ancora all'età della pietra ...
bfpaul
Re: -1 esperienza
bfpaul ha scritto:BarefootSoul ha scritto:
...........................
A me non pare che girare per strada a piedi nudi d'inverno con temperature sotto zero sia un comportamento molto intelligente.
Lo scopo di un barefooter, mi pare di capire, è di far accettare come normale il fatto di camminare scalzo.
Benissimo. Ma camminare scalzo in inverno NON E' NORMALE.
Cosa dovrei dire io che ti ho visto a maggio vestito da pieno inverno?
L'intelligenza si vede in altri modi..BarefootSoul ha scritto:Ma quando fa freddo bisogna coprirsi.
.........................
E chi stabilisce quando fa freddo?
Ciascuno di noi ha la sua sensibilità e ciascuno stabilisce quando ha freddo.
Ma lo stabilisce per sè e basta.BarefootSoul ha scritto:Quindi mi sembra che esercitarsi a camminare scalzi con temperature sottozero, nella zona climatica in cui viviamo (quella temperata, caratterizzata dall'alternarsi di due stagioni fredde e di due stagioni calde), sia perlomeno sciocco.
Va benissimo farlo quando e dove il clima lo consente.
Ma non quando, facendolo o cercando di farlo, si va contro i limiti imposti dalla natura del nostro pianeta e del nostro corpo così come si è evoluto in milioni di anni.
Torno a dire: quello che a te pare poco intelligente o sciocco per altri è nella normalità, oppure stimola a superare i propri limiti.
Se l'uomo non avesse continuamente superato i suoi limiti saremmo ancora all'età della pietra ...
bfpaul
Concordo. Se penso che alle prime piogge di Settembre sentivo parlare "e' arrivato il freddo". Beh si: 20 gradi sono più freddi e/o meno caldi di 35.
Ma il concetto di freddo o caldo è mooooooooooooooooooooooooooooooooooolto relativo. Sarà che ho metà origini montanare, personalmente, come detto, i 9 gradi di ora dalle mie parti non li percepisco come freddo. Comincio a definirlo "freddo" quando si va pesantemente sottozero (e a me il freddo piace rispetto al caldo).
FrancoR18- Numero di messaggi : 497
Età : 36
Data d'iscrizione : 20.09.15
Re: -1 esperienza
BarefootSoul ha scritto:
Benissimo. Ma camminare scalzo in inverno NON E' NORMALE.
Normale rispetto cosa ?
Il concetto di normalità si basa sul comportamento medio del gruppo di individui preso come riferimento.
Ad esso è legato il concetto di conformismo, la tendenza dei medesimi individui a conformarsi a tale comportamento medio.
Ma se fossimo conformisti non frequenteremmo un forum che si chiama NatiScalzi .....
Personalmente dal punto di vista termico, se non mi servono i guanti non mi servono neppure le scarpe, con le ovvie varianti riguardo al terreno (bagnato, ghiacciato).
cyberteam- Numero di messaggi : 807
Data d'iscrizione : 16.04.09
Re: -1 esperienza
E' vero che freddo e caldo sono soggettivi, ma lo sono perché è questione di adattamento all'ambiente.
Immagino sia capitato a tutti voi, quando la stagione impone giacche a vento e maglie di lana, di vedere invece persone in maniche di camicia se non addirittura in t-shirt.
Molto spesso si tratta di turisti del Nord Europa (inglesi, tedeschi o scandinavi), i quali sono abituati a ben altri freddi e quando vengono qui da noi hanno caldo anche in autunno inoltrato.
Un esempio dal mondo animale è invece quello dei cani husky : razza tipica delle regioni polari, sono adattati a quelle temperature, e da noi soffrono il caldo.
Se lo scopo di un barefooter è migliorare il proprio adattamento all'ambiente allora stop, non c'è più niente da dire : è una scelta pratica, logica e condivisibile.
Se poi a questo si affianca il desiderio di recuperare un contatto con il proprio corpo e con la natura (ove questa sia ancora presente, quindi non nelle grandi città di cemento e asfalto), e questo contatto passa per i piedi nudi, di nuovo non c'è più niente da dire : anche questa è una scelta pratica, logica e condivisibile.
Non lo è invece lanciarsi in "imprese" come stare scalzi a vari gradi sottozero : perlomeno non senza adeguato allenamento, lunga preparazione e graduale percorso di avvicinamento.
Personalmente poi ritengo che sia solo un complicarsi la vita inutilmente. Se si vuole mostrare, spiegare, far accettare l'assoluta normalità e naturalezza del camminare scalzi è ben più facile farlo nei periodi caldi, quando anche "gli altri" sono meno vestiti e più liberi.
Molti di noi infatti hanno ancora problemi con il giudizio delle altre persone. Ed è stato detto molte volte che, nell'immaginario comune, "scalzo = povero/matto/tossico, ecc.".
Se qualcuno ci vede a piedi nudi in una stagione calda, anche in piena città, ci può guardare con curiosità ma niente di più.
Se lo stesso qualcuno ci vede a piedi nudi con temperature sottozero, state tranquilli che nella sua testa scatta immediatamente l'equazione di cui sopra.
Dunque perché complicarsi la vita ? Già rischiamo quotidianamente, in ogni stagione, che "gli altri" ci considerino strani : perché servire loro su un piatto d'argento un perfetto motivo per farlo ?
Immagino sia capitato a tutti voi, quando la stagione impone giacche a vento e maglie di lana, di vedere invece persone in maniche di camicia se non addirittura in t-shirt.
Molto spesso si tratta di turisti del Nord Europa (inglesi, tedeschi o scandinavi), i quali sono abituati a ben altri freddi e quando vengono qui da noi hanno caldo anche in autunno inoltrato.
Un esempio dal mondo animale è invece quello dei cani husky : razza tipica delle regioni polari, sono adattati a quelle temperature, e da noi soffrono il caldo.
Se lo scopo di un barefooter è migliorare il proprio adattamento all'ambiente allora stop, non c'è più niente da dire : è una scelta pratica, logica e condivisibile.
Se poi a questo si affianca il desiderio di recuperare un contatto con il proprio corpo e con la natura (ove questa sia ancora presente, quindi non nelle grandi città di cemento e asfalto), e questo contatto passa per i piedi nudi, di nuovo non c'è più niente da dire : anche questa è una scelta pratica, logica e condivisibile.
Non lo è invece lanciarsi in "imprese" come stare scalzi a vari gradi sottozero : perlomeno non senza adeguato allenamento, lunga preparazione e graduale percorso di avvicinamento.
Personalmente poi ritengo che sia solo un complicarsi la vita inutilmente. Se si vuole mostrare, spiegare, far accettare l'assoluta normalità e naturalezza del camminare scalzi è ben più facile farlo nei periodi caldi, quando anche "gli altri" sono meno vestiti e più liberi.
Molti di noi infatti hanno ancora problemi con il giudizio delle altre persone. Ed è stato detto molte volte che, nell'immaginario comune, "scalzo = povero/matto/tossico, ecc.".
Se qualcuno ci vede a piedi nudi in una stagione calda, anche in piena città, ci può guardare con curiosità ma niente di più.
Se lo stesso qualcuno ci vede a piedi nudi con temperature sottozero, state tranquilli che nella sua testa scatta immediatamente l'equazione di cui sopra.
Dunque perché complicarsi la vita ? Già rischiamo quotidianamente, in ogni stagione, che "gli altri" ci considerino strani : perché servire loro su un piatto d'argento un perfetto motivo per farlo ?
BarefootSoul- Numero di messaggi : 409
Età : 43
Data d'iscrizione : 07.03.16
Re: -1 esperienza
BarefootSoul ha scritto:E' vero che freddo e caldo sono soggettivi, ma lo sono perché è questione di adattamento all'ambiente.
Immagino sia capitato a tutti voi, quando la stagione impone giacche a vento e maglie di lana, di vedere invece persone in maniche di camicia se non addirittura in t-shirt.
Molto spesso si tratta di turisti del Nord Europa (inglesi, tedeschi o scandinavi), i quali sono abituati a ben altri freddi e quando vengono qui da noi hanno caldo anche in autunno inoltrato.
Un esempio dal mondo animale è invece quello dei cani husky : razza tipica delle regioni polari, sono adattati a quelle temperature, e da noi soffrono il caldo.
Se lo scopo di un barefooter è migliorare il proprio adattamento all'ambiente allora stop, non c'è più niente da dire : è una scelta pratica, logica e condivisibile.
Se poi a questo si affianca il desiderio di recuperare un contatto con il proprio corpo e con la natura (ove questa sia ancora presente, quindi non nelle grandi città di cemento e asfalto), e questo contatto passa per i piedi nudi, di nuovo non c'è più niente da dire : anche questa è una scelta pratica, logica e condivisibile.
Non lo è invece lanciarsi in "imprese" come stare scalzi a vari gradi sottozero : perlomeno non senza adeguato allenamento, lunga preparazione e graduale percorso di avvicinamento.
Personalmente poi ritengo che sia solo un complicarsi la vita inutilmente. Se si vuole mostrare, spiegare, far accettare l'assoluta normalità e naturalezza del camminare scalzi è ben più facile farlo nei periodi caldi, quando anche "gli altri" sono meno vestiti e più liberi.
Molti di noi infatti hanno ancora problemi con il giudizio delle altre persone. Ed è stato detto molte volte che, nell'immaginario comune, "scalzo = povero/matto/tossico, ecc.".
Se qualcuno ci vede a piedi nudi in una stagione calda, anche in piena città, ci può guardare con curiosità ma niente di più.
Se lo stesso qualcuno ci vede a piedi nudi con temperature sottozero, state tranquilli che nella sua testa scatta immediatamente l'equazione di cui sopra.
Dunque perché complicarsi la vita ? Già rischiamo quotidianamente, in ogni stagione, che "gli altri" ci considerino strani : perché servire loro su un piatto d'argento un perfetto motivo per farlo ?
Ed è il discorso fatto sopra: perchè è "NORMALE" stare scalzi d'estate e "ANORMALE" d'inverno? Se per quello per la "gente comune" stare scalzi non è "NORMALE" di primavera, d'estate, autunno, inverno.
E comunque: nessuno qui sta facendo gare di resistenza o dimostrazioni di altro tipo. Uno sta scalzo se può e quando può. Senza esibizionismi o gare di resistenza. Se poi uno vuole cimentarsi: libero di farlo. Deve essere conscio dei propri limiti.
La gente "penserà male" vedere uno scalzo d'inverno? Immagino sia dura (lo era per me e un pò lo è ancora). Ma se ci lasciamo condizionare dal pensiero degli altri: non ne andiamo più fuori.
Che poi del concetto di normalità potremmo starne a discutere fino a dopodomani
PS: parli di gente vestita leggera in stagioni "fredde"? Io ho cominciato ad indossare il cappotto invernale questo giovedì. Quando qualcuno avrà cominciato ad indossarlo a Settembre... Come abbiamo detto: questioni di abitudini
PPS: più facile stare scalzi d'estate? Personalmente non lo è causa asfalto rovente. Come vedi è tutto relativo.
FrancoR18- Numero di messaggi : 497
Età : 36
Data d'iscrizione : 20.09.15
Re: -1 esperienza
BarefootSoul ha scritto:
[...] Personalmente poi ritengo che sia solo un complicarsi la vita inutilmente. Se si vuole mostrare, spiegare, far accettare l'assoluta normalità e naturalezza del camminare scalzi è ben più facile farlo nei periodi caldi, quando anche "gli altri" sono meno vestiti e più liberi. [...]
[...] Dunque perché complicarsi la vita ? Già rischiamo quotidianamente, in ogni stagione, che "gli altri" ci considerino strani : perché servire loro su un piatto d'argento un perfetto motivo per farlo ?
Veramente è l'esatto contrario. Una cosa si fa accettare come naturale proprio nei contesti dove gli altri non lo ritengono tale.
Perché dev'essere una complicazione? Io vado scalzo a 0° perché mi piace. Punto. Nessuna complicazione.
Poi, se voglio, sperimento qual è il mio limite a temperature più basse e, sempre se voglio, cerco di superare gradualmente questo limite. Nessun problema.
_________________
L'impossibile non esiste.
Re: -1 esperienza
BarefootSoul ha scritto:Dunque perché complicarsi la vita ? Già rischiamo quotidianamente, in ogni stagione, che "gli altri" ci considerino strani : perché servire loro su un piatto d'argento un perfetto motivo per farlo ?
Guarda che se non ti senti quì nessuno ti obbliga o solo ti spinge a farlo.
Se qualcun altro lo fa e pubblica la sua esperienza lo fa certamente per condividerla, in caso incoraggiare gli altri o anche solo far presente che l'opzione esiste.
Ma certamente non per forzare nessuno. E' la politica del club, ognuno stia scalzo se e quando si sente di starci.
E poi, paradossalmente:
Se d'estate vai scalzo si chiederanno se sei matto.
Se lo fai d'inverno invece si chiederanno come riesci a farlo.
Tutto sommato meglio la seconda :-D
cyberteam- Numero di messaggi : 807
Data d'iscrizione : 16.04.09
Re: -1 esperienza
Evidentemente ragioniamo in modo opposto.
Tu dici "Se vai scalzo d'inverno si chiederanno come riesci a farlo". (1)
Io dico "Se vai scalzo d'inverno si chiederanno se sei matto". (2)
Abbiamo ragione entrambi, perché in entrambe le affermazioni c'è del vero. Le persone calzate, alla vista di un tizio scalzo in inverno, reagiscono alcune nel modo 1 (che da ragione a te) e alcune nel modo 2 (che da ragione a me).
Tu dici "Se vai scalzo d'inverno si chiederanno come riesci a farlo". (1)
Io dico "Se vai scalzo d'inverno si chiederanno se sei matto". (2)
Abbiamo ragione entrambi, perché in entrambe le affermazioni c'è del vero. Le persone calzate, alla vista di un tizio scalzo in inverno, reagiscono alcune nel modo 1 (che da ragione a te) e alcune nel modo 2 (che da ragione a me).
BarefootSoul- Numero di messaggi : 409
Età : 43
Data d'iscrizione : 07.03.16
Re: -1 esperienza
Probabilmente hai ragione
Comunque il continuare a stare scalzi anche nel periodo invernale (se ci si sente e compatibilmente con le condizioni ambientali ed il proprio allenamento) ha una propria motivazione, quando arriva la primavera i piedi saranno più allenati e le piante dovrebbero essere più robuste, mantenedo una parte dell'allenamento fatto in primavera-estate-autunno.
Comunque il continuare a stare scalzi anche nel periodo invernale (se ci si sente e compatibilmente con le condizioni ambientali ed il proprio allenamento) ha una propria motivazione, quando arriva la primavera i piedi saranno più allenati e le piante dovrebbero essere più robuste, mantenedo una parte dell'allenamento fatto in primavera-estate-autunno.
cyberteam- Numero di messaggi : 807
Data d'iscrizione : 16.04.09
Re: -1 esperienza
Per me il problema non è chi è più o meno normale, in un modo o nell'altro, in un periodo piuttosto che in un altro.
Il problema è voler essere considerato normale per forza.
Ma è davvero così necessario?
Tutti che vogliono "essere normali". Ma de che?
Guardate che "normale" non significa "migliore di" eh, sia chiaro.
E senza fare una disquisizione sul "chi" dice "cosa" sia normale o meno.
Io penso che sta storia dell'"essere considerato normale" stia un po' sfuggendo di mano; e lo scalzismo è solo uno dei tanti ambiti.
Uno che va scalzo a -1, possiamo raccontarcela un mese, non è "normale". E allora? E' un problema? no. E' più scemo di quello che va con gli scarponcini e i calzettoni? No. E' più intelligente? Nemmeno. Va scalzo a -1, cosa che il 99% della "normalità" non fa. Punto
Spesso il concetto di normalità deriva dal numero degli individui che fa qualcosa in un determinato campione rappresentativo.
Faccio un esempio. terra terra. Utilizzando un campione rappresentativo molto esiguo (ma su larga scala sarebbe lo stesso)
Considerando solo il livello dirigenziale, mediamente, il gruppo con cui lavoro è composto da ca. 25 individui. Io sono l'unico italiano.
Quindi sono l'unico che, in trasferta, più che un letto King Size, in albergo gradirebbe trovare un bidet ( a parte Dubai, li c'è).
Va da se che, essendo l'unico con questa esigenza, la normalità non è la mia, ma quella degli altri individui (bagno con lavabo, Wc e doccia).
Quindi, il lavarsi il cxxo dopo aver espletato i propri bisogni fisiologici (smettiamola di credere che gli altri utilizzino la doccia a tal scopo; è una leggenda metropolitana senza fondamento) non è "normale".
Ecco semplicemente come non sempre appartenere alla normalità sia sinonimo di "eccellenza".
Le diversità (e qui si aprirebbero scenari per qualcuno apocalittici) ci sono e vanno accettate per quello che sono; diversità appunto.
A volte essere "diversi" potrebbe significare essere migliori (vedi mio esempio di prima). A volte peggiori. Spesso potrebbe essere indifferente.
Io, che vado scalzo il più possibile (anche se non sotto una certa temperatura), non sono normale. lo so. E allora? ben venga.
Ma come, tutti a battersi il petto al grido di "Ridono di me perché sono diverso, io rido di loro perché sono tutti uguali...." e poi vogliamo essere per forza considerati "normali".
Boh...
Il problema è voler essere considerato normale per forza.
Ma è davvero così necessario?
Tutti che vogliono "essere normali". Ma de che?
Guardate che "normale" non significa "migliore di" eh, sia chiaro.
E senza fare una disquisizione sul "chi" dice "cosa" sia normale o meno.
Io penso che sta storia dell'"essere considerato normale" stia un po' sfuggendo di mano; e lo scalzismo è solo uno dei tanti ambiti.
Uno che va scalzo a -1, possiamo raccontarcela un mese, non è "normale". E allora? E' un problema? no. E' più scemo di quello che va con gli scarponcini e i calzettoni? No. E' più intelligente? Nemmeno. Va scalzo a -1, cosa che il 99% della "normalità" non fa. Punto
Spesso il concetto di normalità deriva dal numero degli individui che fa qualcosa in un determinato campione rappresentativo.
Faccio un esempio. terra terra. Utilizzando un campione rappresentativo molto esiguo (ma su larga scala sarebbe lo stesso)
Considerando solo il livello dirigenziale, mediamente, il gruppo con cui lavoro è composto da ca. 25 individui. Io sono l'unico italiano.
Quindi sono l'unico che, in trasferta, più che un letto King Size, in albergo gradirebbe trovare un bidet ( a parte Dubai, li c'è).
Va da se che, essendo l'unico con questa esigenza, la normalità non è la mia, ma quella degli altri individui (bagno con lavabo, Wc e doccia).
Quindi, il lavarsi il cxxo dopo aver espletato i propri bisogni fisiologici (smettiamola di credere che gli altri utilizzino la doccia a tal scopo; è una leggenda metropolitana senza fondamento) non è "normale".
Ecco semplicemente come non sempre appartenere alla normalità sia sinonimo di "eccellenza".
Le diversità (e qui si aprirebbero scenari per qualcuno apocalittici) ci sono e vanno accettate per quello che sono; diversità appunto.
A volte essere "diversi" potrebbe significare essere migliori (vedi mio esempio di prima). A volte peggiori. Spesso potrebbe essere indifferente.
Io, che vado scalzo il più possibile (anche se non sotto una certa temperatura), non sono normale. lo so. E allora? ben venga.
Ma come, tutti a battersi il petto al grido di "Ridono di me perché sono diverso, io rido di loro perché sono tutti uguali...." e poi vogliamo essere per forza considerati "normali".
Boh...
Arky- Numero di messaggi : 220
Data d'iscrizione : 21.02.12
Re: -1 esperienza
Arky ha scritto:Per me il problema non è chi è più o meno normale, in un modo o nell'altro, in un periodo piuttosto che in un altro.
Il problema è voler essere considerato normale per forza.
Ma è davvero così necessario?
Tutti che vogliono "essere normali". Ma de che?
Guardate che "normale" non significa "migliore di" eh, sia chiaro.
E senza fare una disquisizione sul "chi" dice "cosa" sia normale o meno.
Io penso che sta storia dell'"essere considerato normale" stia un po' sfuggendo di mano; e lo scalzismo è solo uno dei tanti ambiti.
Uno che va scalzo a -1, possiamo raccontarcela un mese, non è "normale". E allora? E' un problema? no. E' più scemo di quello che va con gli scarponcini e i calzettoni? No. E' più intelligente? Nemmeno. Va scalzo a -1, cosa che il 99% della "normalità" non fa. Punto
Spesso il concetto di normalità deriva dal numero degli individui che fa qualcosa in un determinato campione rappresentativo.
Faccio un esempio. terra terra. Utilizzando un campione rappresentativo molto esiguo (ma su larga scala sarebbe lo stesso)
Considerando solo il livello dirigenziale, mediamente, il gruppo con cui lavoro è composto da ca. 25 individui. Io sono l'unico italiano.
Quindi sono l'unico che, in trasferta, più che un letto King Size, in albergo gradirebbe trovare un bidet ( a parte Dubai, li c'è).
Va da se che, essendo l'unico con questa esigenza, la normalità non è la mia, ma quella degli altri individui (bagno con lavabo, Wc e doccia).
Quindi, il lavarsi il cxxo dopo aver espletato i propri bisogni fisiologici (smettiamola di credere che gli altri utilizzino la doccia a tal scopo; è una leggenda metropolitana senza fondamento) non è "normale".
Ecco semplicemente come non sempre appartenere alla normalità sia sinonimo di "eccellenza".
Le diversità (e qui si aprirebbero scenari per qualcuno apocalittici) ci sono e vanno accettate per quello che sono; diversità appunto.
A volte essere "diversi" potrebbe significare essere migliori (vedi mio esempio di prima). A volte peggiori. Spesso potrebbe essere indifferente.
Io, che vado scalzo il più possibile (anche se non sotto una certa temperatura), non sono normale. lo so. E allora? ben venga.
Ma come, tutti a battersi il petto al grido di "Ridono di me perché sono diverso, io rido di loro perché sono tutti uguali...." e poi vogliamo essere per forza considerati "normali".
Boh...
Bravoooo!!!!
Re: -1 esperienza
. Da cyberteam
Comunque il continuare a stare scalzi anche nel periodo invernale (se ci si sente e compatibilmente con le condizioni ambientali ed il proprio allenamento) ha una propria motivazione, quando arriva la primavera i piedi saranno più allenati e le piante dovrebbero essere più robuste, mantenedo una parte dell'allenamento fatto in primavera-estate-autunno.
E' quello che penso anche io.
Oggi pomeriggio camminavo scalzo con il mio cane per strada all' imbrunire, una ragazza mi vede e dice:"Non hai freddo?".Le rispondo "Per niente,bisogna provare e non avere pregiudizi se cammini il freddo con il movimento si sente poco".E lei "Forse ci proverò".
Comunque il continuare a stare scalzi anche nel periodo invernale (se ci si sente e compatibilmente con le condizioni ambientali ed il proprio allenamento) ha una propria motivazione, quando arriva la primavera i piedi saranno più allenati e le piante dovrebbero essere più robuste, mantenedo una parte dell'allenamento fatto in primavera-estate-autunno.
E' quello che penso anche io.
Oggi pomeriggio camminavo scalzo con il mio cane per strada all' imbrunire, una ragazza mi vede e dice:"Non hai freddo?".Le rispondo "Per niente,bisogna provare e non avere pregiudizi se cammini il freddo con il movimento si sente poco".E lei "Forse ci proverò".
ALEBO- Numero di messaggi : 527
Data d'iscrizione : 26.01.09
Re: -1 esperienza
bfpaul ha scritto:BarefootSoul ha scritto:
...........................
A me non pare che girare per strada a piedi nudi d'inverno con temperature sotto zero sia un comportamento molto intelligente.
Lo scopo di un barefooter, mi pare di capire, è di far accettare come normale il fatto di camminare scalzo.
Benissimo. Ma camminare scalzo in inverno NON E' NORMALE.
Cosa dovrei dire io che ti ho visto a maggio vestito da pieno inverno?
L'intelligenza si vede in altri modi..BarefootSoul ha scritto:Ma quando fa freddo bisogna coprirsi.
.........................
E chi stabilisce quando fa freddo?
Ciascuno di noi ha la sua sensibilità e ciascuno stabilisce quando ha freddo.
Ma lo stabilisce per sè e basta.BarefootSoul ha scritto:Quindi mi sembra che esercitarsi a camminare scalzi con temperature sottozero, nella zona climatica in cui viviamo (quella temperata, caratterizzata dall'alternarsi di due stagioni fredde e di due stagioni calde), sia perlomeno sciocco.
Va benissimo farlo quando e dove il clima lo consente.
Ma non quando, facendolo o cercando di farlo, si va contro i limiti imposti dalla natura del nostro pianeta e del nostro corpo così come si è evoluto in milioni di anni.
Torno a dire: quello che a te pare poco intelligente o sciocco per altri è nella normalità, oppure stimola a superare i propri limiti.
Se l'uomo non avesse continuamente superato i suoi limiti saremmo ancora all'età della pietra ...
bfpaul
Quoto parola per parola,bfpaul ;la normalità non è data dalla quantità di persone che compiono un determinato gesto,ma dalla capacità di compierlo perchè va di farlo. Ad esempio il cimento invernale degli''orsi polari '' che il primo di gennaio fanno il bagno nel Po, non è certo fatto da incoscienti o dementi ,mi sembra molto stupido stigmatizzare il comportamento altrui bollandolo come sciocco solo perchè non si è in grado di capire.....o perchè si ''gela'' a maggio........
Giangiò- Numero di messaggi : 177
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Data d'iscrizione : 25.03.15
Re: -1 esperienza
ALEBO ha scritto:. Da cyberteam
Comunque il continuare a stare scalzi anche nel periodo invernale (se ci si sente e compatibilmente con le condizioni ambientali ed il proprio allenamento) ha una propria motivazione, quando arriva la primavera i piedi saranno più allenati e le piante dovrebbero essere più robuste, mantenedo una parte dell'allenamento fatto in primavera-estate-autunno.
E' quello che penso anche io.
Oggi pomeriggio camminavo scalzo con il mio cane per strada all' imbrunire, una ragazza mi vede e dice:"Non hai freddo?".Le rispondo "Per niente,bisogna provare e non avere pregiudizi se cammini il freddo con il movimento si sente poco".E lei "Forse ci proverò".
Sarà che preferisco il freddo al caldo: ma sai che lo trovo più confortevole ora? Lo sopporto di più che l'asfalto rovente di Luglio-Agosto.
FrancoR18- Numero di messaggi : 497
Età : 36
Data d'iscrizione : 20.09.15
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