Prima uscita invernale
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Prima uscita invernale
Ciao a tutti
Sono le 8 di mattina e oggi a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, soffia un venticello leggero e tiepido che porta la temperatura a circa 9°.
Le condizioni sono ottime, è ormai da perecchio tempo che non faccio un'uscita di lunga durata; sono stato costantemente scalzo in casa e durante qualche uscita nei centri commerciali della zona, ma non sono più abituato alle superfici fredde e ruvide tipiche dei percorsi invernali all'aperto.
Mi vesto di tutto punto con materiali tecnici, ma i piedi sono scoperti, e questo dà una strana sensazione.
Li ho massaggiati con un gel per riscaldare i muscoli, ed ora prima di partire mi chiedo fino a che distanza potrò spingermi.
Non temo la bassa temperatura per il freddo in sé, so per esperienza che dopo circa 15 minuti di cammino i piedi si riscaldano e la sensazione di iniziale disagio si attenua fino quasi a scomparire, quanto per l'effetto anestetico che attenuando la sensibilità potrebbe spingermi troppo oltre.
L'entusiasmo per questa prima uscita a lungo attesa è forte, mi avvio quindi noncurante degli sguardi delle altre persone (c'è ancora poca gente a quest'ora) e decido di fare un check-up delle suole ogni circa 20 minuti.
Gli scorsi anni mi sono procurato abrasioni e vesciche all'avampiede e al tallone, quest'anno sono ancora più a rischio per la lunga inattività all'aperto, che data da settembre, dovuta ai numerosi impegni familiari.
Purtroppo parto con il 'piede sbagliato' nel senso che nella prima parte del percorso l'asfalto è troppo ruvido e ancora umido, e con i piedi infreddoliti e non ancora abituati il camminare è alquanto disagevole.
Dopo la prima mezz'ora di camminata a passo veloce con l'asfalto ora molto più liscio la condizione è perfetta, mi sono riscaldato ed i piedi non soffrono più il freddo, procedo quindi spedito.
Nei tratti dove il percorso è al sole è una vera goduria.
Dopo un'ora mi stupisco della buona resistenza alle condizioni atmosferiche e all'abrasività del suolo: posso proseguire oltre.
Ad un'ora e mezza comincio ad avvertire i primi indolenzimenti: ad occhio avrò percorso circa 7 Km e le suole cominciano a dolere nei punti più soggetti ad attrito col terreno.
Decido quindi di rallentare l'andatura, di prestare più cautela nell'appoggio del piede per non sollecitare oltre modo i punti dolenti, e di attenuare la sensazione di disagio.
E' ora di tornare alla base, ma la conclusione del percorso è ancora lontana, procedo quindi ancora per quasi mezz'ora.
Alla fine, stanco ma felice, ho percorso 8 Km alla prima uscita invernale.
I piedi sono indolenziti, gli avampiedi al di sotto degli alluci, in particolare al piede destro sono molto arrossati, speriamo che con un buon massaggio ed un bagno caldo l'infiammazione si riassorba senza provocarmi le solite vesciche che mi costringerebbero a dilazionare le prossime uscite.
Se riuscirò a dare continuità a queste uscite prevedo di raggiungere in breve tempo le tre ore ed una distanza di circa 12 Km, che era il limite raggiunto gli scorsi anni, anche se con un'allenamento iniziato in tempi più precoci e in condizioni climatiche più favorevoli.
Sono le 8 di mattina e oggi a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, soffia un venticello leggero e tiepido che porta la temperatura a circa 9°.
Le condizioni sono ottime, è ormai da perecchio tempo che non faccio un'uscita di lunga durata; sono stato costantemente scalzo in casa e durante qualche uscita nei centri commerciali della zona, ma non sono più abituato alle superfici fredde e ruvide tipiche dei percorsi invernali all'aperto.
Mi vesto di tutto punto con materiali tecnici, ma i piedi sono scoperti, e questo dà una strana sensazione.
Li ho massaggiati con un gel per riscaldare i muscoli, ed ora prima di partire mi chiedo fino a che distanza potrò spingermi.
Non temo la bassa temperatura per il freddo in sé, so per esperienza che dopo circa 15 minuti di cammino i piedi si riscaldano e la sensazione di iniziale disagio si attenua fino quasi a scomparire, quanto per l'effetto anestetico che attenuando la sensibilità potrebbe spingermi troppo oltre.
L'entusiasmo per questa prima uscita a lungo attesa è forte, mi avvio quindi noncurante degli sguardi delle altre persone (c'è ancora poca gente a quest'ora) e decido di fare un check-up delle suole ogni circa 20 minuti.
Gli scorsi anni mi sono procurato abrasioni e vesciche all'avampiede e al tallone, quest'anno sono ancora più a rischio per la lunga inattività all'aperto, che data da settembre, dovuta ai numerosi impegni familiari.
Purtroppo parto con il 'piede sbagliato' nel senso che nella prima parte del percorso l'asfalto è troppo ruvido e ancora umido, e con i piedi infreddoliti e non ancora abituati il camminare è alquanto disagevole.
Dopo la prima mezz'ora di camminata a passo veloce con l'asfalto ora molto più liscio la condizione è perfetta, mi sono riscaldato ed i piedi non soffrono più il freddo, procedo quindi spedito.
Nei tratti dove il percorso è al sole è una vera goduria.
Dopo un'ora mi stupisco della buona resistenza alle condizioni atmosferiche e all'abrasività del suolo: posso proseguire oltre.
Ad un'ora e mezza comincio ad avvertire i primi indolenzimenti: ad occhio avrò percorso circa 7 Km e le suole cominciano a dolere nei punti più soggetti ad attrito col terreno.
Decido quindi di rallentare l'andatura, di prestare più cautela nell'appoggio del piede per non sollecitare oltre modo i punti dolenti, e di attenuare la sensazione di disagio.
E' ora di tornare alla base, ma la conclusione del percorso è ancora lontana, procedo quindi ancora per quasi mezz'ora.
Alla fine, stanco ma felice, ho percorso 8 Km alla prima uscita invernale.
I piedi sono indolenziti, gli avampiedi al di sotto degli alluci, in particolare al piede destro sono molto arrossati, speriamo che con un buon massaggio ed un bagno caldo l'infiammazione si riassorba senza provocarmi le solite vesciche che mi costringerebbero a dilazionare le prossime uscite.
Se riuscirò a dare continuità a queste uscite prevedo di raggiungere in breve tempo le tre ore ed una distanza di circa 12 Km, che era il limite raggiunto gli scorsi anni, anche se con un'allenamento iniziato in tempi più precoci e in condizioni climatiche più favorevoli.
Piedi Neri- Numero di messaggi : 48
Età : 58
Data d'iscrizione : 27.08.13
Re: Prima uscita invernale
La parte esterna dell'avampiede più la parte sotto agli alluci sono quelle più pressate dal peso corporeo ergo sono anche quelle che "solidificano" prima. Nulla di strano. Col tempo diventeranno cuoio naturale.
Concordo con la storia dei tratti al sole.
Concordo con la storia dei tratti al sole.
Laurentius- Numero di messaggi : 383
Età : 41
Data d'iscrizione : 11.09.13
Re: Prima uscita invernale
Piedi Neri ha scritto:Ciao a tutti
Sono le 8 di mattina e oggi a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, soffia un venticello leggero e tiepido che porta la temperatura a circa 9°.
Le condizioni sono ottime, è ormai da perecchio tempo che non faccio un'uscita di lunga durata; sono stato costantemente scalzo in casa e durante qualche uscita nei centri commerciali della zona, ma non sono più abituato alle superfici fredde e ruvide tipiche dei percorsi invernali all'aperto.
Mi vesto di tutto punto con materiali tecnici, ma i piedi sono scoperti, e questo dà una strana sensazione.
Li ho massaggiati con un gel per riscaldare i muscoli, ed ora prima di partire mi chiedo fino a che distanza potrò spingermi.
Non temo la bassa temperatura per il freddo in sé, so per esperienza che dopo circa 15 minuti di cammino i piedi si riscaldano e la sensazione di iniziale disagio si attenua fino quasi a scomparire, quanto per l'effetto anestetico che attenuando la sensibilità potrebbe spingermi troppo oltre.
L'entusiasmo per questa prima uscita a lungo attesa è forte, mi avvio quindi noncurante degli sguardi delle altre persone (c'è ancora poca gente a quest'ora) e decido di fare un check-up delle suole ogni circa 20 minuti.
Gli scorsi anni mi sono procurato abrasioni e vesciche all'avampiede e al tallone, quest'anno sono ancora più a rischio per la lunga inattività all'aperto, che data da settembre, dovuta ai numerosi impegni familiari.
Purtroppo parto con il 'piede sbagliato' nel senso che nella prima parte del percorso l'asfalto è troppo ruvido e ancora umido, e con i piedi infreddoliti e non ancora abituati il camminare è alquanto disagevole.
Dopo la prima mezz'ora di camminata a passo veloce con l'asfalto ora molto più liscio la condizione è perfetta, mi sono riscaldato ed i piedi non soffrono più il freddo, procedo quindi spedito.
Nei tratti dove il percorso è al sole è una vera goduria.
Dopo un'ora mi stupisco della buona resistenza alle condizioni atmosferiche e all'abrasività del suolo: posso proseguire oltre.
Ad un'ora e mezza comincio ad avvertire i primi indolenzimenti: ad occhio avrò percorso circa 7 Km e le suole cominciano a dolere nei punti più soggetti ad attrito col terreno.
Decido quindi di rallentare l'andatura, di prestare più cautela nell'appoggio del piede per non sollecitare oltre modo i punti dolenti, e di attenuare la sensazione di disagio.
E' ora di tornare alla base, ma la conclusione del percorso è ancora lontana, procedo quindi ancora per quasi mezz'ora.
Alla fine, stanco ma felice, ho percorso 8 Km alla prima uscita invernale.
I piedi sono indolenziti, gli avampiedi al di sotto degli alluci, in particolare al piede destro sono molto arrossati, speriamo che con un buon massaggio ed un bagno caldo l'infiammazione si riassorba senza provocarmi le solite vesciche che mi costringerebbero a dilazionare le prossime uscite.
Se riuscirò a dare continuità a queste uscite prevedo di raggiungere in breve tempo le tre ore ed una distanza di circa 12 Km, che era il limite raggiunto gli scorsi anni, anche se con un'allenamento iniziato in tempi più precoci e in condizioni climatiche più favorevoli.
Tu esageri un po', a mio parere, e vai troppo veloce per non procurarti qualche abrasione.
Andare scalzi è cosa da fare gradualmente senza cercare "il limite"; quello lo stabilisci facendo allenamento e non prima.
Arriverai ai 12 km in 3 ore, ma prima insisti nel ripetere diverse volte quanto hai fatto, prima di passare ad un percorso più lungo.
bfpaul
Andare scalzi è cosa da fare gradualmente senza cercare "il limite"; quello lo stabilisci facendo allenamento e non prima.
Arriverai ai 12 km in 3 ore, ma prima insisti nel ripetere diverse volte quanto hai fatto, prima di passare ad un percorso più lungo.
bfpaul
Re: Prima uscita invernale
Avete ragione, ho un pò esagerato, e infatti sotto l'avampiede del piede destro si è formata la classica vescica per l'attrito col terreno, ma sta guarendo rapidamente.
Cosa volete, l'entusiasmo di poter camminare a piedi liberi mi porta spesso a strafare, ma è per puro piacere e non per battere qualche record.
Nelle prossime uscite sarò più cauto, aumentando gradualmente i tempi delle uscite e cercando percorsi dai fondi più vari e meno abrasivi, in modo che si riformino le suole, indebolite dalla lunga inattività.
Intanto invio i miei migliori auguri di Buon 2017.
Cosa volete, l'entusiasmo di poter camminare a piedi liberi mi porta spesso a strafare, ma è per puro piacere e non per battere qualche record.
Nelle prossime uscite sarò più cauto, aumentando gradualmente i tempi delle uscite e cercando percorsi dai fondi più vari e meno abrasivi, in modo che si riformino le suole, indebolite dalla lunga inattività.
Intanto invio i miei migliori auguri di Buon 2017.
Piedi Neri- Numero di messaggi : 48
Età : 58
Data d'iscrizione : 27.08.13
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