La prima domanda: che differenza c'è fra "a casa" e "fuori casa"
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Young_barefooter
Grand Choeur
mescal
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La prima domanda: che differenza c'è fra "a casa" e "fuori casa"
Save a tutti, vorrei cominciare con una prima (ingenua?) domanda: ho notato che il numero di persone che stanno scalze a casa propria è maggiore del numero di persone che stanno scalze anche fuori casa (per la strada, nei supermercati, ecc). Allora mi sono chiesto: gli effetti benefici, diciamo così, "generali/complessivi" del camminare scalzi fra le mura domestiche sono gli stessi che si riscontrano quando si cammina scalzi quando si è fuori casa oppure no? Eventualmente quali sono le differenze?
A dire il vero, la prima differenza che mi è balenata alla mente non è un effetto benefico bensì potrebbero essere i possibili rischi, per esempio dei fatidici vetri rotti (vedi l'assurda "moda" di rompere le bottiglie lanciandole una volta che siano rimaste vuote, soprattutto quelle di birra). Tuttavia poi mi son ricordato che anche sul pavimento di casa potrebbero trovarsi delle "insidie", la classica puntina da disegno caduta per terra .....e mai più ritrovata (!!!).
Dunque, forse il rischio non fa la differenza. Allora, eventualmente, cos'altro? E, ancora, i benefici sono gli stessi?
A dire il vero, la prima differenza che mi è balenata alla mente non è un effetto benefico bensì potrebbero essere i possibili rischi, per esempio dei fatidici vetri rotti (vedi l'assurda "moda" di rompere le bottiglie lanciandole una volta che siano rimaste vuote, soprattutto quelle di birra). Tuttavia poi mi son ricordato che anche sul pavimento di casa potrebbero trovarsi delle "insidie", la classica puntina da disegno caduta per terra .....e mai più ritrovata (!!!).
Dunque, forse il rischio non fa la differenza. Allora, eventualmente, cos'altro? E, ancora, i benefici sono gli stessi?
mescal- Numero di messaggi : 7
Data d'iscrizione : 06.06.22
Re: La prima domanda: che differenza c'è fra "a casa" e "fuori casa"
Fori casa i rischi sono potenzialmente maggiori (ma niente di che), ma anche i benefici: in casa il pavimento è sempre uguale e piatto, fuori ci sono asfalto di tanti tipi, terra, mattonelle, ecc., quindi terreno variato e maggiore stimolazione per la pelle, la circolazione e tutto il resto.
_________________
L'impossibile non esiste.
Re: La prima domanda: che differenza c'è fra "a casa" e "fuori casa"
L'amico Grand Choeur ha risposto in modo molto più conciso di me, io ti riporto comunque il mio pensiero a riguardo.
Stare scalzi in casa - per quanto in Italia non sia un'abitudine tanto diffusa - è considerato sicuramente più accettabile rispetto allo stare scalzi fuori casa.
Principalmente le motivazioni sono di natura sociale (timore del giudizio della gente, timore di mostrare una parte del corpo generalmente ritenuta poco decorosa) e igienica (timore della sporcizia/malattie ma anche di farsi male con vetri rotti ecc.).
Probabilmente più di quanti immaginiamo vorrebbero osare avventurarsi scalzi fuori casa ma coloro che trovano effettivamente il coraggio di farlo sono davvero rari, seppur esistano eccome (e questo forum lo dimostra!). Credo che per molti le scarpe siano considerate un "male necessario" del moderno vivere, come l'inquinamento, la criminalità, lo stress, il consumismo e i tanti altri problemi che attanagliano il nostro stile di vita occidentale.
Per quanto riguarda i benefici mi pare evidente che camminare scalzi dentro casa e fuori casa non sia esattamente la stessa cosa.
Prima di tutto valutando le distanze percorse è innegabile che dentro casa ci muoviamo molto meno rispetto all'esterno.
Poi se analizziamo il livello di comfort delle superfici e delle temperature ambientali ci rendiamo facilmente conto che in casa è tendenzialmente tutto liscio, perfetto e confortevole.
Fuori invece troviamo una serie di fattori morfologici e ambientali che a mio avviso sono la vera essenza del camminare scalzi: diverse superfici (divise tra artificiali e naturali), diverse temperature, diversi livelli di umidità, praticamente tutto ciò che ci consente di formarci le "suole" e allenare giorno per giorno l'intero nostro sistema di locomozione a lavorare per come è stato originariamente concepito. Ma non solo: camminare scalzi fuori casa sicuramente contribuisce a mantenere in piena efficienza il nostro sistema immunitario e aiuta pure a mantenere attivo il sistema di termoregolazione, che spesso sopprimiamo con l'abbigliamento inutilmente pesante (migliore regolazione termica = meno rischi di malattie "da raffreddamento").
Certamente fuori c'è qualche pericolo in più che dentro casa/giardino, anche se poi con un minimo di attenzione è davvero difficile farsi danni seri. Nel corso degli anni posso contare vari piccoli tagli da scheggine di vetro di varie dimensioni, ma tutta roba che guarisce da sola nel giro di un paio di giorni. I danni peggiori confermo che me li sono fatti tutti in casa: taglio relativamente profondo per aver calpestato un giocattolo dei miei figli, un dito probabilmente rotto dopo che ero inciampato nella gamba di una sedia. Paradossalmente di danni alle mani invece ne posso contare parecchi, e anche seri (in ultimo mi sono scorticato la nocca del dito indice destro mentre gonfiavo una gomma di bicicletta con una semplice pompa a mano che mi si è rotta mentre l'adoperavo).
Aggiungo che spesso tutti giorni facciamo cose che comportano rischi di infortunio/malanni anche gravi (andare in auto, fumare, viaggiare in aereo, fare sport ecc.) quindi mi pare ridicolo limitarci a evitare i soli (minimi) rischi di farci male camminando scalzi, non trovi?
Stendiamo un velo pietoso sul discorso bottiglie rotte. A quando la vendita consentita unicamente delle sole bevande in lattina? Considerato che il 99% dei cocci viene dalle bottiglie di birra direi che sarebbe fattibile subito e con zero disagi, senza contare la maggiore possibilità di riciclo dell'alluminio rispetto a mille cocci di vetro sparsi in giro...
Stare scalzi in casa - per quanto in Italia non sia un'abitudine tanto diffusa - è considerato sicuramente più accettabile rispetto allo stare scalzi fuori casa.
Principalmente le motivazioni sono di natura sociale (timore del giudizio della gente, timore di mostrare una parte del corpo generalmente ritenuta poco decorosa) e igienica (timore della sporcizia/malattie ma anche di farsi male con vetri rotti ecc.).
Probabilmente più di quanti immaginiamo vorrebbero osare avventurarsi scalzi fuori casa ma coloro che trovano effettivamente il coraggio di farlo sono davvero rari, seppur esistano eccome (e questo forum lo dimostra!). Credo che per molti le scarpe siano considerate un "male necessario" del moderno vivere, come l'inquinamento, la criminalità, lo stress, il consumismo e i tanti altri problemi che attanagliano il nostro stile di vita occidentale.
Per quanto riguarda i benefici mi pare evidente che camminare scalzi dentro casa e fuori casa non sia esattamente la stessa cosa.
Prima di tutto valutando le distanze percorse è innegabile che dentro casa ci muoviamo molto meno rispetto all'esterno.
Poi se analizziamo il livello di comfort delle superfici e delle temperature ambientali ci rendiamo facilmente conto che in casa è tendenzialmente tutto liscio, perfetto e confortevole.
Fuori invece troviamo una serie di fattori morfologici e ambientali che a mio avviso sono la vera essenza del camminare scalzi: diverse superfici (divise tra artificiali e naturali), diverse temperature, diversi livelli di umidità, praticamente tutto ciò che ci consente di formarci le "suole" e allenare giorno per giorno l'intero nostro sistema di locomozione a lavorare per come è stato originariamente concepito. Ma non solo: camminare scalzi fuori casa sicuramente contribuisce a mantenere in piena efficienza il nostro sistema immunitario e aiuta pure a mantenere attivo il sistema di termoregolazione, che spesso sopprimiamo con l'abbigliamento inutilmente pesante (migliore regolazione termica = meno rischi di malattie "da raffreddamento").
Certamente fuori c'è qualche pericolo in più che dentro casa/giardino, anche se poi con un minimo di attenzione è davvero difficile farsi danni seri. Nel corso degli anni posso contare vari piccoli tagli da scheggine di vetro di varie dimensioni, ma tutta roba che guarisce da sola nel giro di un paio di giorni. I danni peggiori confermo che me li sono fatti tutti in casa: taglio relativamente profondo per aver calpestato un giocattolo dei miei figli, un dito probabilmente rotto dopo che ero inciampato nella gamba di una sedia. Paradossalmente di danni alle mani invece ne posso contare parecchi, e anche seri (in ultimo mi sono scorticato la nocca del dito indice destro mentre gonfiavo una gomma di bicicletta con una semplice pompa a mano che mi si è rotta mentre l'adoperavo).
Aggiungo che spesso tutti giorni facciamo cose che comportano rischi di infortunio/malanni anche gravi (andare in auto, fumare, viaggiare in aereo, fare sport ecc.) quindi mi pare ridicolo limitarci a evitare i soli (minimi) rischi di farci male camminando scalzi, non trovi?
Stendiamo un velo pietoso sul discorso bottiglie rotte. A quando la vendita consentita unicamente delle sole bevande in lattina? Considerato che il 99% dei cocci viene dalle bottiglie di birra direi che sarebbe fattibile subito e con zero disagi, senza contare la maggiore possibilità di riciclo dell'alluminio rispetto a mille cocci di vetro sparsi in giro...
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 1601
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Re: La prima domanda: che differenza c'è fra "a casa" e "fuori casa"
…. Si ma la birra in bottiglia è più buona di quella in lattina….
Fasu79- Numero di messaggi : 97
Data d'iscrizione : 26.08.15
Re: La prima domanda: che differenza c'è fra "a casa" e "fuori casa"
Io sono per stare attenti a dove si mettono i piedi ( cosa che dopo un po’ diventa automatica ) e mantenere le bottiglie di vetro ….
Fasu79- Numero di messaggi : 97
Data d'iscrizione : 26.08.15
Re: La prima domanda: che differenza c'è fra "a casa" e "fuori casa"
Fasu79 ha scritto:Io sono per stare attenti a dove si mettono i piedi ( cosa che dopo un po’ diventa automatica ) e mantenere le bottiglie di vetro ….
Purtroppo stare attenti a dove si mettono i piedi non basta quando ti trovi ad attraversare strade o piazze ricoperte per buona parte di cocci di vetro grandi e piccoli.
Ed è una situazione capitata per davvero la scorsa domenica in occasione del giro a Bologna che abbiamo organizzato come incontro del Club.
E' vero che Appleseed e Darwin hanno attraversato la suddetta piazza scalzi senza danni, però io e i miei figli abbiamo preferito ricalzarci per proseguire in sicurezza.
Mai visto una tale concentrazione di cocci di vetro.
Probabilmente non ti è mai capitata una situazione del genere...
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 1601
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: La prima domanda: che differenza c'è fra "a casa" e "fuori casa"
Fasu79 ha scritto:…. Si ma la birra in bottiglia è più buona di quella in lattina….
Non lo metto in dubbio.
Si potrebbe ovviare al problema mettendo 5 euro di cauzione per ciascuna bottiglietta venduta, la cauzione sarebbe resa in forma di buono-acquisto quando il consumatore riconsegna la stessa integra una volta svuotata. Meno cocci e meno ubriachi in giro, più riciclo.
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 1601
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Re: La prima domanda: che differenza c'è fra "a casa" e "fuori casa"
young_barefooter ha scritto:Fasu79 ha scritto:Io sono per stare attenti a dove si mettono i piedi ( cosa che dopo un po’ diventa automatica ) e mantenere le bottiglie di vetro ….
Purtroppo stare attenti a dove si mettono i piedi non basta quando ti trovi ad attraversare strade o piazze ricoperte per buona parte di cocci di vetro grandi e piccoli.
Ed è una situazione capitata per davvero la scorsa domenica in occasione del giro a Bologna che abbiamo organizzato come incontro del Club.
E' vero che Appleseed e Darwin hanno attraversato la suddetta piazza scalzi senza danni, però io e i miei figli abbiamo preferito ricalzarci per proseguire in sicurezza.
Mai visto una tale concentrazione di cocci di vetro.
Probabilmente non ti è mai capitata una situazione del genere...
Ti assicuro che l’ho passata tante volte.
Torno oggi dalla Germania dove ho passato 5 giorni ( ovviamente le scarpe le ho lasciate tutte a Milano ), dopo le 10:30 è pieno di bottiglie rotte ( con anche piazze o vite piene di vetri )….. non è piacevole ma basta stare attenti ….. sembravamo i bambini che giocano a “Mondo”
Fasu79- Numero di messaggi : 97
Data d'iscrizione : 26.08.15
Re: La prima domanda: che differenza c'è fra "a casa" e "fuori casa"
young_barefooter ha scritto:Fasu79 ha scritto:…. Si ma la birra in bottiglia è più buona di quella in lattina….
Non lo metto in dubbio.
Si potrebbe ovviare al problema mettendo 5 euro di cauzione per ciascuna bottiglietta venduta, la cauzione sarebbe resa in forma di buono-acquisto quando il consumatore riconsegna la stessa integra una volta svuotata. Meno cocci e meno ubriachi in giro, più riciclo.
Altrimenti dare multe pesanti a chi lascia bottiglie in giro…. Non vedo perché per colpa di qualche “pirla” ci devono andare di mezzo tutti….
Fasu79- Numero di messaggi : 97
Data d'iscrizione : 26.08.15
Re: La prima domanda: che differenza c'è fra "a casa" e "fuori casa"
mescal ha scritto:Save a tutti, vorrei cominciare con una prima (ingenua?) domanda: ho notato che il numero di persone che stanno scalze a casa propria è maggiore del numero di persone che stanno scalze anche fuori casa (per la strada, nei supermercati, ecc). Allora mi sono chiesto: gli effetti benefici, diciamo così, "generali/complessivi" del camminare scalzi fra le mura domestiche sono gli stessi che si riscontrano quando si cammina scalzi quando si è fuori casa oppure no? Eventualmente quali sono le differenze?
A dire il vero, la prima differenza che mi è balenata alla mente non è un effetto benefico bensì potrebbero essere i possibili rischi, per esempio dei fatidici vetri rotti (vedi l'assurda "moda" di rompere le bottiglie lanciandole una volta che siano rimaste vuote, soprattutto quelle di birra). Tuttavia poi mi son ricordato che anche sul pavimento di casa potrebbero trovarsi delle "insidie", la classica puntina da disegno caduta per terra .....e mai più ritrovata (!!!).
Dunque, forse il rischio non fa la differenza. Allora, eventualmente, cos'altro? E, ancora, i benefici sono gli stessi?
I benefici nella vita vengono dal vivere… che consiste anche nel correre qualche rischio.
Per me la distinzione fondamentale non è tra casa e fuori, ma tra campagna e città. Infatti uso le scarpe solo le poche volte in cui mi dirigo verso la città per lavoro o commissioni. Per il resto del tempo, abitando in campagna, ne faccio beatamente a meno. Rischi nella campagna ne vedo davvero pochi, la sporcizia urbana per fortuna qui non arriva, io vado dappertutto senza problemi. Certo non tutte le superfici sono ugualmente confortevoli e ci vuole del tempo per imparare e per abituarsi, però alla fine l'unico posto in cui mi faccio male è proprio in casa. Più di una volta mi è capitato di ritrovarmi con un dito nero o un’unghia spezzata malamente per una banale distrazione.
Biagio- Numero di messaggi : 377
Data d'iscrizione : 19.10.10
Re: La prima domanda: che differenza c'è fra "a casa" e "fuori casa"
Le differenze sono enormi.
In casa non hai l'impatto emotivo del giudizio della gente, non hai rischi di farti male e i piedi non si sporcano più di tanto.
Non hai cacche di cane, piscio, vetri ecc. Non hai pavimenti roventi o gelati. Non hai chi ti discrimina dicendo qui non puoi entrare. La superficie è facile liscia non hai asfalto grezzo ghiaia ecc.
Fuori soprattutto in natura hai il piacere tattile di calpestare diverse superfici.
A qualcuno piace anche l'idea di fare qualcosa di 'trasgressivo' e persino di farsi notare.
Senso di liberà perché limitarlo a casa?
In casa non hai l'impatto emotivo del giudizio della gente, non hai rischi di farti male e i piedi non si sporcano più di tanto.
Non hai cacche di cane, piscio, vetri ecc. Non hai pavimenti roventi o gelati. Non hai chi ti discrimina dicendo qui non puoi entrare. La superficie è facile liscia non hai asfalto grezzo ghiaia ecc.
Fuori soprattutto in natura hai il piacere tattile di calpestare diverse superfici.
A qualcuno piace anche l'idea di fare qualcosa di 'trasgressivo' e persino di farsi notare.
Senso di liberà perché limitarlo a casa?
GECO- Numero di messaggi : 1082
Data d'iscrizione : 25.05.16
Re: La prima domanda: che differenza c'è fra "a casa" e "fuori casa"
Io vi devo confessare che se c'è un posto dove non amo troppo camminare scalzo è proprio la casa; anche se vi sto comunemente scalzo estate e inverno.
I motivi sono tanti: prima di tutto il pavimento liscio, uniforme spesso può diventare scivoloso (bastano poche gocce d'acqua cadute accidentalmente), poi basta che i piedi siano anche leggermente sudati (e d'estate capita) per non avvertire la presa piena e per vivere una sensazione di instabilità; poi condideriamo che anche normalmente, la casa è il luogo dove avvengono la maggior parte degli infortuni, e, a questo si aggiunga l'utilizzo da parte nostra di apparecchiature elettriche (foon, elettrodomestici di varia natura) e nel caso in cui la nostra casa non sia fornita di un impianto elettrico di ultima generazione e di massima sicurezza occorre evitare di utilizzare apparecchiature elettriche stando scalzi (infatti quando devo usare apparecchiature varie indosso sempre un paio di infradito).
Fuori di casa invece, è diverso; intanto per la molteplicità dei selciati che calpestiamo, ma anche per il dinamismo che esprimiamo nel camminare scalzi in un luogo aperto, privo di pareti, non in un ambiente, accogliente si, ma artificiale come la casa.
C'è poi un altro aspetto da considerare: fuori incontriamo la gente, non teniamo il nostro "camminare scalzi" come un tesoro prezioso da riservare solo a noi stessi; perché noi dobbiamo non solo godere del fatto di essere scalzi, ma anche proporre agli altri il nostro modello come un modello perseguibile, imitabile, e lo dobbiamo mostrare al maggior numero di persone che sia possibile (e non fuggire dalla gente come spesso fanno tanti barefooter che cercano i luoghi isolati per la vergogna di mostrarsi scalzi).
Noi dobbiamo essere "testimonial" del vivere scalzi. "influencer" come si dice oggi; senza esagerare e scadere nell'esibizionismo, ma mostrando semplicemente la nostra determinazione nell'utilizzare un metodo naturale di affrontare la vita (senza infilare i nostri piedi all'interno di ben due preservativi, calze e scarpe).
I motivi sono tanti: prima di tutto il pavimento liscio, uniforme spesso può diventare scivoloso (bastano poche gocce d'acqua cadute accidentalmente), poi basta che i piedi siano anche leggermente sudati (e d'estate capita) per non avvertire la presa piena e per vivere una sensazione di instabilità; poi condideriamo che anche normalmente, la casa è il luogo dove avvengono la maggior parte degli infortuni, e, a questo si aggiunga l'utilizzo da parte nostra di apparecchiature elettriche (foon, elettrodomestici di varia natura) e nel caso in cui la nostra casa non sia fornita di un impianto elettrico di ultima generazione e di massima sicurezza occorre evitare di utilizzare apparecchiature elettriche stando scalzi (infatti quando devo usare apparecchiature varie indosso sempre un paio di infradito).
Fuori di casa invece, è diverso; intanto per la molteplicità dei selciati che calpestiamo, ma anche per il dinamismo che esprimiamo nel camminare scalzi in un luogo aperto, privo di pareti, non in un ambiente, accogliente si, ma artificiale come la casa.
C'è poi un altro aspetto da considerare: fuori incontriamo la gente, non teniamo il nostro "camminare scalzi" come un tesoro prezioso da riservare solo a noi stessi; perché noi dobbiamo non solo godere del fatto di essere scalzi, ma anche proporre agli altri il nostro modello come un modello perseguibile, imitabile, e lo dobbiamo mostrare al maggior numero di persone che sia possibile (e non fuggire dalla gente come spesso fanno tanti barefooter che cercano i luoghi isolati per la vergogna di mostrarsi scalzi).
Noi dobbiamo essere "testimonial" del vivere scalzi. "influencer" come si dice oggi; senza esagerare e scadere nell'esibizionismo, ma mostrando semplicemente la nostra determinazione nell'utilizzare un metodo naturale di affrontare la vita (senza infilare i nostri piedi all'interno di ben due preservativi, calze e scarpe).
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