La paura di camminare scalzi
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La paura di camminare scalzi
Promemoria primo messaggio :
Ed ogni regola ha le sue eccezioni.
Io vado scalzo nel mio quartiere, ho osato farlo nel centro della mia città, eppure ogni volta sento in me l'angoscia; vorrei poter assecondare il mio desiderio con gioia, infischiandomene di tutto e di tutti, ma non ci riesco.
La mia esperienza mi conferma che nel forum sono tutti leoni, sul campo tanti mostrano i propri limiti; inevitabile e condivisa sindrome da condizionamento sociale?
Magari non chiamiamola paura, ma semplicemente imbarazzo o vergogna.
Assurdo? Si, lo so, ma le nostre paure si nutrono di irrazionale.
Il coraggio è togliere loro il cibo continuando a ripeterci che non facciamo niente di male.
Ma che fatica!
Flavio
Soggettivo, in questo caso appartenente ad ogni soggetto, cioè cosa molto diffusa.Federico ha scritto:Beh, questo però, Flavio, è pur sempre del tutto soggettivo... C'è chi può avere "paura" per tutta la vita e chi non ce l'ha neanche un minuto.Lucignolo ha scritto: paura e desiderio di andare scalzi. La prima non ti abbandona mai ...
Ed ogni regola ha le sue eccezioni.
Io vado scalzo nel mio quartiere, ho osato farlo nel centro della mia città, eppure ogni volta sento in me l'angoscia; vorrei poter assecondare il mio desiderio con gioia, infischiandomene di tutto e di tutti, ma non ci riesco.
La mia esperienza mi conferma che nel forum sono tutti leoni, sul campo tanti mostrano i propri limiti; inevitabile e condivisa sindrome da condizionamento sociale?
Magari non chiamiamola paura, ma semplicemente imbarazzo o vergogna.
Assurdo? Si, lo so, ma le nostre paure si nutrono di irrazionale.
Il coraggio è togliere loro il cibo continuando a ripeterci che non facciamo niente di male.
Ma che fatica!
Flavio
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
Sono proprio queste le cose che mi preoccupano.Badboy ha scritto:.......chieste informazioni all'ente preposto alla tutela del monte in questione nessuno ha saputo spiegarmi il perchè di tale stronzata...
E come questo di esempio ce ne sono tantissimi...
Non si reagisce alla contestazione con un "Mi scusi, provvediamo subito ad eliminare questa str.....a, in quanto priva di logica. Ci perdoni se non ci abbiamo pensato prima".
Anzi, si spegne l'interruttore mentale e si gioca, se tutto va bene, a scaricabarile.
Ho capito il senso del tuo discorso e, al di la di possibili polemiche, credo che sostanzialmente tutti noi barefooters la pensiamo allo stesso modo: niente paure ingiustificate, no ai soprusi, fermamente, irremovibilmente.
È vero, divieti ingiusti ce ne sono tanti, ma penso che, proprio per questo, non si possa rimanere sempre indifferenti.
Non ci sono soluzioni facili a portata di mano, ma, credimi, se devo scegliere da che parte schierarmi, allora lo faccio dalla parte dei cittadini (pochi) che non ci stanno.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
"Nel 99.99% del tempo, in cui nessuno ma proprio nessuno contesta ai nostri piedi di stare come meglio preferiscono, siamo scalzi o siamo calzati? Non sara' che per caso si stia utilizzando quello 0.01% dei casi in cui qualcuno contesta i nostri piedi liberi (e anche li', si potrebbe discutere, in molti casi con successo) come pseudogiustificazione al fatto che nel resto del tempo siamo calzati "perche' forse uno di quei calzati" (che sembrerebbero essere tutti stupidi per non dire razzisti) "potrebbe aggredirci verbalmente" o vattelapesca?"
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E' vero che c'è solo uno 0.01% di casi in cui è VIETATO entrare in un determinato posto scalzi x motivi di sicurezza o igiene.
Viasta la misera percentuale io non starei a perdere il tempo su questo ma passerei ad alcune situazioni meno chiare ma + frequenti.
Prendo come esempio il mio caso di semplice impiegato (che lavora per una società d'informatica presso il CED di una banca cliente).
Ora io non vedo da nessuna parte dei divieti ad entrare scalzi e credo che non ci sia alcun regolamento a proposito.
La voro in ufficio non in un cantiere o in una sala operatoria e quindi non vedo problemi di sicurezza o di igiene.
In estate alcune donne/ragazze si presentano senza problemi in infradito e alcuni miei colleghi vengono al lavoro con pantaloni a vita bassa, maglietta e scarpe da tennis e nessuno dice nulla nonostante la maggior parte delle persone che lavori in banca sia rigorosamente in giacca e cravatta.
Io non ho mai provato, e mai porverò, a presentarmi scalzo ma sono + che sicuro che qualcuno avrebbe da ridire.
Ora uno potrebbe rispondere che non essendoci divieti io posso tranquilamente fregarmene e continuare a stare scalzo nonostante il disappunto del cliente e dei miei superiori.
Proseguendo in questo modo xò il cliente potrebbe senza alcun problema rispedirmi al mittente.
La mia società essendo assunto a tempo indeterminato non mi può licenziare ma potrebbe farmi pressioni xchè non posso presentarmi scalzo dai clienti. Potrei a questo punto lavorare in sede e il problema sarebbe risolto.
Ora io mi chiedo è opportuno mettermi in cattiva luce con il cliente e i miei superiori re voler stare scalzo a tutti i costi al lavoro (pur essendo un mio diritto)?
Ora su 24 ore ne passo 8 a dormire, minimo 8 al alvoro. Quindi potrei stare scalzo in casa (ne abbiamo già parlato sul fatto che x mia scelta nn voglio stare a litigare con i miei che sono contrari a che io stia scalzo in casa xchè fa freddo, xchè lascio le impronte sul marmo,...). Di conseguenza rimane il tragitto casa-lavoro, la pausa pranzo e le eventuali ore di tempo libero. + ovviamente i fine settimana e le vacanze dove xò spesso mi diletto nel mio hobby principale che è l'alpinismo/escursionismo che ad un certo livello non è fattibile scalzo (non posso calzare ramponi o ciaspole sui piedi nudi e nn sono abbastanza allenato x camminare 8 ore su qualsiasi terreno ad una velocità accettabile da amici x non parlare del CAI e di altre associazioni dove è espressamente scritto l'obbligo di usare gli scarponi).
A conti fatti come vedi il tempo x stare scalzi si è ridotto moltissimo.
E' evidente che tra noi ci sono due 'fazioni' quelli che vedono lo stare scalzi come uno stile di vita una cosa fisicamente necessaria e quelli come me che vedono lo stare scalzi come un hobby (x me neppure il principale xchè se camminassi scalzo il tempo che dedico alla montagna avrei delle suole in acciaio!).
Da qui ovviamente nascono le differenze su come comportarsi.
I primi sono disposti a lottare e discutere x poter stare scalzi sempre mentre gli altri preferiscono spesso lasciar perdere xchè gli pesa di + litigare che ricalzarsi.
Sono solo 2 modi diversi di vedere le cose ma credo che gli uni debbano rispettare gli altri e smetterla col farsi la 'guerra' fra di noi. Già siamo 4 gatti (se ci contiamo quelli che scrivono assiduamente sono 20-30) se poi ci dividiamo fra di noi siamo rovinati!
X quanto riguarda altre discriminazioni posso portare ad esempio un mio collega che mi raccontava che anni fa aveva i capelli lunghi e spesso veniva fermato da vigili&C. x controlli (essendo in regola non succedeva poi nulla xò è seccante) da quando si è tagliato i capelli non è stato + fermato.
Un altro amico è entrato anni fa da COIN con capelli lunghi, chiodo e pantaloni strappati x prendere un vestito elegante x un matrimonio. Appena ha messo mano su un bel vestito costoso uno della sicurezza si è avvicinato, nello stesso momento è entrato il padre del mio amico (persona distinta) e quello della sicurezza si è allontanato.
E' inutile far finta di nulla ma il pregiudizio c'è e non è nello 0.01% delle persone!
Ciao
Andrea
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E' vero che c'è solo uno 0.01% di casi in cui è VIETATO entrare in un determinato posto scalzi x motivi di sicurezza o igiene.
Viasta la misera percentuale io non starei a perdere il tempo su questo ma passerei ad alcune situazioni meno chiare ma + frequenti.
Prendo come esempio il mio caso di semplice impiegato (che lavora per una società d'informatica presso il CED di una banca cliente).
Ora io non vedo da nessuna parte dei divieti ad entrare scalzi e credo che non ci sia alcun regolamento a proposito.
La voro in ufficio non in un cantiere o in una sala operatoria e quindi non vedo problemi di sicurezza o di igiene.
In estate alcune donne/ragazze si presentano senza problemi in infradito e alcuni miei colleghi vengono al lavoro con pantaloni a vita bassa, maglietta e scarpe da tennis e nessuno dice nulla nonostante la maggior parte delle persone che lavori in banca sia rigorosamente in giacca e cravatta.
Io non ho mai provato, e mai porverò, a presentarmi scalzo ma sono + che sicuro che qualcuno avrebbe da ridire.
Ora uno potrebbe rispondere che non essendoci divieti io posso tranquilamente fregarmene e continuare a stare scalzo nonostante il disappunto del cliente e dei miei superiori.
Proseguendo in questo modo xò il cliente potrebbe senza alcun problema rispedirmi al mittente.
La mia società essendo assunto a tempo indeterminato non mi può licenziare ma potrebbe farmi pressioni xchè non posso presentarmi scalzo dai clienti. Potrei a questo punto lavorare in sede e il problema sarebbe risolto.
Ora io mi chiedo è opportuno mettermi in cattiva luce con il cliente e i miei superiori re voler stare scalzo a tutti i costi al lavoro (pur essendo un mio diritto)?
Ora su 24 ore ne passo 8 a dormire, minimo 8 al alvoro. Quindi potrei stare scalzo in casa (ne abbiamo già parlato sul fatto che x mia scelta nn voglio stare a litigare con i miei che sono contrari a che io stia scalzo in casa xchè fa freddo, xchè lascio le impronte sul marmo,...). Di conseguenza rimane il tragitto casa-lavoro, la pausa pranzo e le eventuali ore di tempo libero. + ovviamente i fine settimana e le vacanze dove xò spesso mi diletto nel mio hobby principale che è l'alpinismo/escursionismo che ad un certo livello non è fattibile scalzo (non posso calzare ramponi o ciaspole sui piedi nudi e nn sono abbastanza allenato x camminare 8 ore su qualsiasi terreno ad una velocità accettabile da amici x non parlare del CAI e di altre associazioni dove è espressamente scritto l'obbligo di usare gli scarponi).
A conti fatti come vedi il tempo x stare scalzi si è ridotto moltissimo.
E' evidente che tra noi ci sono due 'fazioni' quelli che vedono lo stare scalzi come uno stile di vita una cosa fisicamente necessaria e quelli come me che vedono lo stare scalzi come un hobby (x me neppure il principale xchè se camminassi scalzo il tempo che dedico alla montagna avrei delle suole in acciaio!).
Da qui ovviamente nascono le differenze su come comportarsi.
I primi sono disposti a lottare e discutere x poter stare scalzi sempre mentre gli altri preferiscono spesso lasciar perdere xchè gli pesa di + litigare che ricalzarsi.
Sono solo 2 modi diversi di vedere le cose ma credo che gli uni debbano rispettare gli altri e smetterla col farsi la 'guerra' fra di noi. Già siamo 4 gatti (se ci contiamo quelli che scrivono assiduamente sono 20-30) se poi ci dividiamo fra di noi siamo rovinati!
X quanto riguarda altre discriminazioni posso portare ad esempio un mio collega che mi raccontava che anni fa aveva i capelli lunghi e spesso veniva fermato da vigili&C. x controlli (essendo in regola non succedeva poi nulla xò è seccante) da quando si è tagliato i capelli non è stato + fermato.
Un altro amico è entrato anni fa da COIN con capelli lunghi, chiodo e pantaloni strappati x prendere un vestito elegante x un matrimonio. Appena ha messo mano su un bel vestito costoso uno della sicurezza si è avvicinato, nello stesso momento è entrato il padre del mio amico (persona distinta) e quello della sicurezza si è allontanato.
E' inutile far finta di nulla ma il pregiudizio c'è e non è nello 0.01% delle persone!
Ciao
Andrea
Andrea77- Numero di messaggi : 1101
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
Piccolo OT: anch'io, da buon ascoltatore di musica metal, ho i capelli lunghi (ma non lunghissimi) e anch'io sono già stato fermato dalla polizia mentre passeggiavo tranquillo. E' successo a dicembre scorso, ero appena uscito dalla mia facoltà universitaria e stavo andando a prendere il bus. Erano le 5 e mezza di pomeriggio e a dicembre, a quell'ora, fa già buio. Siccome ero appena uscito dall'influenza ero tutto imbaccucato con sciarpa, berretto (degli Iron Maiden) con i miei capelli che spuntavano, inoltre avevo lo zaino e la catena del portafoglio bella in vista. La polizia, vedendomi con quelle caratteristiche mi ha fermato e chiesto i documenti ma tutto è andato per il meglio. Ma conosco alcuni amici che hanno capelli lunghi e felpe o magliette di gruppi musicali (come anche me) e solo perchè vanno in giro così vengono spesse volte fermati, mentre un apparente "bravo figlio di papà" con capelli corti e vestiti D&G va in giro con qualche bustina in tasca e questo non viene nemmeno calcolato dalle forze dell'ordine!
Spyro- Numero di messaggi : 799
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
La burocrazia è un organismo lento, enorme, inamovibile, con un'inerzia spaventosa. Una volta fatto un passo, anche sbagliato, non esiste nessuno stimolo che possa spingere la burocrazia e i burocrati a fare un passo indietro o una correzione spontaneamente.lucignolo ha scritto:Sono proprio queste le cose che mi preoccupano.
Non si reagisce alla contestazione con un "Mi scusi, provvediamo subito ad eliminare questa str.....a, in quanto priva di logica. Ci perdoni se non ci abbiamo pensato prima".
Anzi, si spegne l'interruttore mentale e si gioca, se tutto va bene, a scaricabarile.
Bisogna costringerli, non appellandosi alla ragione, ma con "armi improprie".
Ho promesso, appena avrò un po' più di tempo (spero domani stesso), di fare tre minute di lettere che potrebbero far cambiare i tre divieti citati da Lucignolo. Nessuno di essi farà appello alla ragione e ai diritti degli scalzi. Ma in guerra ogni arma è lecita.
Sto arrivando...
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
Io non ho nessun problema se qualcuno - anche su questo forum - si sente piu' comodo con le scarpe e le indossa in molte occasioni! Il mio problema e' rivolto alle affermazioni (dovrei chiamarle pregiudizi?) che leggo, implicitamente quando non esplicitamente, e con le quali sono in disaccordo totale:
1. che sono "i calzati" (tipicamente stupidi, arroganti, e coatti) a determinare la presunta impossibilita' di camminare scalzi
2. che gli scalzi "intelligenti" prendono lo scalzismo con le pinze, sia per non disturbare la PRESUNTA sensibilita' dei PRESUNTI stupidi intolleranti che secondo alcuni ci circonderebbero, sia per non rischiare di far cadere i nostri PRESUNTI limiti, fisiologici o altro (quando, fino a prova contraria, se e fino a che punto andare oltre i miei limiti per migliorarmi, lo decido io, io e soltanto io.... non prendo ordini da nessuno che mi fa marciare obice in spalla oltre il mio sfinimento, ma ne' tantomeno mi va di sentirmi dire che e' il momento di mettermi le scarpe, o di tornare dentro al tiepido, o di fermarmi, o quant'altro). Con l'implicito assunto che gli altri scalzi, quelli che camminano scalzi se quando e come gli pare, siano scalzi "poco intelligenti" e qui, chiedo perdono, ma la cosa mi sembra francamente inaccettabile.
Sugli incidenti sul lavoro il discorso e' ben piu' ampio e ben piu' complesso e dovrebbe prendere in considerazione il grosso pericolo dell'abitudinarieta' e l'almeno altrettanto grosso pericolo dell'abituazione (innalzamento soglia pericolo percepita soggettivamente) ma saremmo offtopic, resta il fatto che come i piedi scalzi possono essere (saltuariamente) pericolosi i capelli lunghi, o gli anelli, e che insomma al tornio o alla fresa, anche gli/le sposati/e che indossano abitualmente l'anello nuziale, se lo tolgono, e lo rimettono a fine turno, e nessuno percepisce discriminazione nei loro confronti, ne' tenta di estendere il divieto d'accesso in altri contesti dove sarebbe assurdo e ridicolo. Ovviamente nessuno di chi porta anelli di nessun genere si sente imbarazzato dal bjiou che lui/lei stesso ha scelto di portare al dito, o piu' d'uno.
1. che sono "i calzati" (tipicamente stupidi, arroganti, e coatti) a determinare la presunta impossibilita' di camminare scalzi
2. che gli scalzi "intelligenti" prendono lo scalzismo con le pinze, sia per non disturbare la PRESUNTA sensibilita' dei PRESUNTI stupidi intolleranti che secondo alcuni ci circonderebbero, sia per non rischiare di far cadere i nostri PRESUNTI limiti, fisiologici o altro (quando, fino a prova contraria, se e fino a che punto andare oltre i miei limiti per migliorarmi, lo decido io, io e soltanto io.... non prendo ordini da nessuno che mi fa marciare obice in spalla oltre il mio sfinimento, ma ne' tantomeno mi va di sentirmi dire che e' il momento di mettermi le scarpe, o di tornare dentro al tiepido, o di fermarmi, o quant'altro). Con l'implicito assunto che gli altri scalzi, quelli che camminano scalzi se quando e come gli pare, siano scalzi "poco intelligenti" e qui, chiedo perdono, ma la cosa mi sembra francamente inaccettabile.
Sugli incidenti sul lavoro il discorso e' ben piu' ampio e ben piu' complesso e dovrebbe prendere in considerazione il grosso pericolo dell'abitudinarieta' e l'almeno altrettanto grosso pericolo dell'abituazione (innalzamento soglia pericolo percepita soggettivamente) ma saremmo offtopic, resta il fatto che come i piedi scalzi possono essere (saltuariamente) pericolosi i capelli lunghi, o gli anelli, e che insomma al tornio o alla fresa, anche gli/le sposati/e che indossano abitualmente l'anello nuziale, se lo tolgono, e lo rimettono a fine turno, e nessuno percepisce discriminazione nei loro confronti, ne' tenta di estendere il divieto d'accesso in altri contesti dove sarebbe assurdo e ridicolo. Ovviamente nessuno di chi porta anelli di nessun genere si sente imbarazzato dal bjiou che lui/lei stesso ha scelto di portare al dito, o piu' d'uno.
Daniela- Numero di messaggi : 127
Data d'iscrizione : 01.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
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Ultima modifica di Enzo il Ven Dic 03 2010, 16:05 - modificato 1 volta.
Enzo- Numero di messaggi : 579
Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: La paura di camminare scalzi
Lungi da me voler chiudere la discussione, però consentitemi di osservare che ci stiamo avvitando attorno ad una questione fondamentale, cioé: siamo davvero barefooters?
Per pura semplicità di ragionamento, osservo che ci sono barefooters "privati" che pur essendo scalzi in casa, in giardino, in spiaggia (dove tutti vanno scalzi) non si azzarderebbero mai ad andare scalzi in contesti urbani comuni (paura degli altri o del modo di comportarsi degli altri, più o meno giustificata) oppure in natura-montagna (paura delle difficoltà fisiche).
Probabilmente non hanno suole adeguate, ma soprattutto non hanno carattere adeguato a resistere, sia ai terreni difficili, sia agli sguardi, ai commenti ed alle dicerie "degli altri".
Personalmente resto convinto che ci sia una quantità sterminata di questi barefooters.
Se invece vogliamo prendere in considerazione i barefooters "pubblici" ci sono gradi diversi di emancipazione e, posto che le suole siano adeguate a tutti i terreni c'è chi se ne frega altamente di sguardi e commenti altrui per qualunque motivo vengano espressi e chi invece non ha ancora acquisito una disinvoltura tale che gli permetta di essere "barefooter" a tutto tondo.
Do' comunque per scontato che chiunque, per i più svariati e validi motivi, possa (ri)mettere le scarpe.
Ebbene, avete notato quanti hanno scritto finora in questo topic?
Pochi utenti, certamente barefooters, nessuno che voglia affacciarsi alla "nobile arte del barefooting", cioè "nuove entryes".
Se noi per primi ci poniamo tanti problemi, come potremo mai incoraggiare "nuovi" barefooters?
Non che gli argomenti evidenziati non siano validi, ma credo che si insista troppo sulle difficoltà mentre dovremmo cercare di presentare - pur senza niente nascondere - il nostro "lifestyle" o il nostro "hobby" in modo più positivo ...
Circa gli stupidi ed i divieti, non sarànno uno o più stupidi a condizionarci se abbiamo risolto il "problema" di presentarci in pubblico e non sarà neppure un divieto a cui si può resistere opponendo una "giusta strategia" o anche rimettendoci - per opportunità - le scarpe. Nessuno sarà meno barefooter per questo!!
bfpaul
Per pura semplicità di ragionamento, osservo che ci sono barefooters "privati" che pur essendo scalzi in casa, in giardino, in spiaggia (dove tutti vanno scalzi) non si azzarderebbero mai ad andare scalzi in contesti urbani comuni (paura degli altri o del modo di comportarsi degli altri, più o meno giustificata) oppure in natura-montagna (paura delle difficoltà fisiche).
Probabilmente non hanno suole adeguate, ma soprattutto non hanno carattere adeguato a resistere, sia ai terreni difficili, sia agli sguardi, ai commenti ed alle dicerie "degli altri".
Personalmente resto convinto che ci sia una quantità sterminata di questi barefooters.
Se invece vogliamo prendere in considerazione i barefooters "pubblici" ci sono gradi diversi di emancipazione e, posto che le suole siano adeguate a tutti i terreni c'è chi se ne frega altamente di sguardi e commenti altrui per qualunque motivo vengano espressi e chi invece non ha ancora acquisito una disinvoltura tale che gli permetta di essere "barefooter" a tutto tondo.
Do' comunque per scontato che chiunque, per i più svariati e validi motivi, possa (ri)mettere le scarpe.
Ebbene, avete notato quanti hanno scritto finora in questo topic?
Pochi utenti, certamente barefooters, nessuno che voglia affacciarsi alla "nobile arte del barefooting", cioè "nuove entryes".
Se noi per primi ci poniamo tanti problemi, come potremo mai incoraggiare "nuovi" barefooters?
Non che gli argomenti evidenziati non siano validi, ma credo che si insista troppo sulle difficoltà mentre dovremmo cercare di presentare - pur senza niente nascondere - il nostro "lifestyle" o il nostro "hobby" in modo più positivo ...
Circa gli stupidi ed i divieti, non sarànno uno o più stupidi a condizionarci se abbiamo risolto il "problema" di presentarci in pubblico e non sarà neppure un divieto a cui si può resistere opponendo una "giusta strategia" o anche rimettendoci - per opportunità - le scarpe. Nessuno sarà meno barefooter per questo!!
bfpaul
Re: La paura di camminare scalzi
Interroghiamoci un attimo: che cosa e' la disinvoltura e che cosa e' la sua mancanza? E' davvero un adeguarsi / non adeguarsi alla maggioranza? O c'e' qualcosa di piu' sottile dietro? (neanche tanto sottile poi). C'e' stata a un certo punto una battuta (evidentemente soltanto una battuta) in cui uno scalzo abituale proponeva un incontro scalzo ad un certo ristorante cinese, aggiungendo che anche la moglie di uno di noi (che mi pare non vada scalza fuori dalla spiaggia e giardino) "avrebbe dovuto" presentarsi scalza anche lei (Ricordo che alcuni noti bf pongono proprio questa condizione per accettare interviste, quindi, non deve poi trattarsi di una proposta cosi' terribilmente offensiva). Tra l'altro la persona a cui l'invito era rivolto e' uno dei sostenitori della necessita' di adeguarsi alla norma dei calzati in molte circostanze della vita comune, per non urtare la sensibilita' della maggioranza. Ma alla proposta che la signora si presentasse scalza (su superfici, evidentemente, del tutto liscie) - apriti o cielo. Allora? E' mancanza di disinvoltura e desiderio di adeguarsi alla norma; o e' piuttosto il solito pregiudizio che noi per primi riteniamo valido, che in fondo camminare scalzi e' "poco pulito" socialmente prima ancora che igienicamente? Ah, a proposito, quanti (scalzi, semiscalzi, o calzati) si permetterebbero di fare storie quando all'ingresso di una moschea viene loro detto (se non l'hanno fatto spontaneamente, perche' distratti o ignoranti) di togliere le scarpe che eventualmente indossassero? Siamo in tanti e viaggiamo molto, sono sicura che tanti di noi hanno avuto occasione di andare in una (e piu' d'una) splendida moschea, in europa, asia, in africa, e altrove....
Ci sono, e' verissimo, dei maleducati che tentano di infastidire chiunque sia fuori dalla media e gli scalzi non fanno eccezione. (Anche se come scrivevo nel forum dei soci, spesso i piedi liberi passano inosservati, forse perche' molti danno del tutto per scontato che le scarpe - magari "strane" e magari minimalissime - ci siano.) Attribuire a tali maleducati la scelta, la liberissima e rispettabile scelta, di alcuni che si mettono o si rimettono le scarpe, e' assurdo e controproducente. Alcuni anche in questo forum indossano le scarpe in certi contesti perche' per le ragioni piu' svariate lo trovano piu' comodo, a me tanto basta, ciascuno fa quello che gli pare (compiendo la scelta piu' comoda oppure - SE QUANDO E COME LO DESIDERA - spingendo in la' i propri limiti - fisiologici o altro, non sono affari miei). Quello che non posso condividere e' che una SCELTA DI COMODITA' - rispettabilissima!! - venga fatta passare per una IMPOSIZIONE e attribuita all'INTOLLERANZA ALTRUI (intolleranza che auguro a tutti i lettori di non dover mai conoscere davvero). I maleducati, che sono in percentuale meno che infima, e che forse va detto che si attivano per ragioni non estranee alla NOSTRA percezione dello scalzismo come una pratica socialmente discutibile e in fondo in fondo maleducata, non determinano come mi vesto, come mi pettino, che sport faccio, se e in quale religione ritengo di credere, che partito voto - vorreste dirmi che c'e' meno pressione sociale su queste tematiche? - e con la stessa ovvieta' non determinerebbero se e quando mi scalzo, salvo, forse, farmi cambiare negozio o cinema in qualche rarissimo caso. Daniela
Ci sono, e' verissimo, dei maleducati che tentano di infastidire chiunque sia fuori dalla media e gli scalzi non fanno eccezione. (Anche se come scrivevo nel forum dei soci, spesso i piedi liberi passano inosservati, forse perche' molti danno del tutto per scontato che le scarpe - magari "strane" e magari minimalissime - ci siano.) Attribuire a tali maleducati la scelta, la liberissima e rispettabile scelta, di alcuni che si mettono o si rimettono le scarpe, e' assurdo e controproducente. Alcuni anche in questo forum indossano le scarpe in certi contesti perche' per le ragioni piu' svariate lo trovano piu' comodo, a me tanto basta, ciascuno fa quello che gli pare (compiendo la scelta piu' comoda oppure - SE QUANDO E COME LO DESIDERA - spingendo in la' i propri limiti - fisiologici o altro, non sono affari miei). Quello che non posso condividere e' che una SCELTA DI COMODITA' - rispettabilissima!! - venga fatta passare per una IMPOSIZIONE e attribuita all'INTOLLERANZA ALTRUI (intolleranza che auguro a tutti i lettori di non dover mai conoscere davvero). I maleducati, che sono in percentuale meno che infima, e che forse va detto che si attivano per ragioni non estranee alla NOSTRA percezione dello scalzismo come una pratica socialmente discutibile e in fondo in fondo maleducata, non determinano come mi vesto, come mi pettino, che sport faccio, se e in quale religione ritengo di credere, che partito voto - vorreste dirmi che c'e' meno pressione sociale su queste tematiche? - e con la stessa ovvieta' non determinerebbero se e quando mi scalzo, salvo, forse, farmi cambiare negozio o cinema in qualche rarissimo caso. Daniela
Daniela- Numero di messaggi : 127
Data d'iscrizione : 01.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
Ho cercato di essere più chiaro, ho cercato di essere gentile ed ho risposto in forme diverse per cercare di rendere più chiare le mie posizioni, ho anche smesso di postare certi argomenti, esasperato da chi si rifiuta di mettersi in discussione ed ho dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, che, quando decido di farlo, vado scalzo senza tante masturbazioni mentali, ma vedo che ritorni alla carica, indifferente ad ogni logica diversa dalla tua.Daniela ha scritto:C'e' stata a un certo punto una battuta (evidentemente soltanto una battuta) in cui uno scalzo abituale proponeva un incontro scalzo ad un certo ristorante cinese, aggiungendo che anche la moglie di uno di noi (che mi pare non vada scalza fuori dalla spiaggia e giardino) "avrebbe dovuto" presentarsi scalza anche lei (Ricordo che alcuni noti bf pongono proprio questa condizione per accettare interviste, quindi, non deve poi trattarsi di una proposta cosi' terribilmente offensiva).
Allora, senti un po’, cerchiamo di non giocare a nascondino e di non rompere tanto le scatole.
Nessuno deve qualcosa agli altri, nemmeno agli scalzi. Mia moglie apprezza molto la compagnia di certi scalzi, anche se non è una praticante, ammesso che lo diventi, considerando i tuoi "simpatici" approcci. Se qualcuno ha qualcosa da dire lo dica chiaramente e tu sei l'ultima a dover parlare.
Semmai, se c'è qualcosa da dire lo dovrebbe fare chi ha conosciuto la persona in questione.
Noi che siamo tanto tolleranti e così diversi dai talebani non dovremmo pretendere certi adeguamenti di costume, né escludere calzati dalla nostra compagnia per onor di divisa.
Nessuno si era offeso e Rei, che evidentemente ha più buon senso di te e che non smania dalla voglia di buttare fuori qualcuno dal gruppo (non sei cambiata per nulla, vero?), la cosa l'ha capita benissimo.
No, tanto per non smentire te stessa, non hai capito un tubo.Tra l'altro la persona a cui l'invito era rivolto e' uno dei sostenitori della necessita' di adeguarsi alla norma dei calzati in molte circostanze della vita comune, per non urtare la sensibilita' della maggioranza. Ma alla proposta che la signora si presentasse scalza (su superfici, evidentemente, del tutto liscie) - apriti o cielo.
Io sostengo, e non sono il solo, che non si può sempre discutere con gli altri e che non è la fine del mondo infilarsi un paio di infradito. Punto e basta.
E poi che cavolo stai dicendo? Quale "apriti cielo"? Sei tu che ti stai ponendo nei confronti dei più moderati con una spocchia che non ha limiti, facendo perdere la pazienza anche ad un santo.
Sono tante le cose che non condividi, Daniela: la prima è che qualcuno possa non pensarla come te.Quello che non posso condividere e' che una SCELTA DI COMODITA' - rispettabilissima!! - venga fatta passare per una IMPOSIZIONE e attribuita all'INTOLLERANZA ALTRUI (intolleranza che auguro a tutti i lettori di non dover mai conoscere davvero).
Stai pur certa, al di la delle tue battutine, che il sottoscritto non si infila un paio di infradito se non di fronte a situazioni in cui o litighi o stai zitto; non ho bisogno di dimostrartelo, ammesso che me ne freghi qualcosa.
Quando si tratta di mera comodità (o di dolore, visto che non sono un fachiro) lo dico senza fare tante pantomine.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Per favore ....
A chi mi precede,
vi prego di non andare sopra le righe, ci stiamo facendo male da soli, forse non è chiaro ....
Va bene la polemica, per carità non voglio certo tagliare post, ma rendiamoci conto che si crea un'atmosfera difficile che non ci aiuta. Vi ricordo che potete scrivervi in privato per chiarire ogni malinteso.
bfpaul
vi prego di non andare sopra le righe, ci stiamo facendo male da soli, forse non è chiaro ....
Va bene la polemica, per carità non voglio certo tagliare post, ma rendiamoci conto che si crea un'atmosfera difficile che non ci aiuta. Vi ricordo che potete scrivervi in privato per chiarire ogni malinteso.
bfpaul
Re: La paura di camminare scalzi
Per via degli impegni di lavoro non riesco a seguire e postare in modo consequenziale al fiume di interventi che qui scorre... Mi si perdonerà la sfasatura temporale!
Vedo che qui si continua a polemizzare, spesso un pochino "a vuoto" e cadendo nella scaramuccia personale... comunque...
Questo tipo di pseudo-statistiche mi sembra completamente campato in aria. Primo, perché si sottintende con essa che tutti coloro che vanno scalzi debbano per forza "presentarsi all'appello" di questo forum e poi si arrotonda un pochino per eccesso e buonasera. Secondo: perché un numero del genere non potrebbe mai essere veritiero di tutte le persone che "in Italia" (visto che di Italia parlate) vanno scalze ogni tanto, senza sentire la necessità di tematizzare l'argomento, o che anche solo sporadicamente o casualmente si trovino ad essere scalze in qualche luogo, nonché di turisti o visitatori stranieri. Intorno alla cinquantina era il numero delle persone scalze che avevo visto IO un'estate in cui mi ero preso la briga di tenermi il conto, girando tra luoghi di mare e città d'arte italiani + Svizzera italiana. Se facciamo con questo mio numero la statistica delle probabilità, ecco che l'intera tesi dei "magnifici 150" traballa....
Vedo che qui si continua a polemizzare, spesso un pochino "a vuoto" e cadendo nella scaramuccia personale... comunque...
Beh, io ho "osato" una marea di volte andare scalzo ad un ristorante e non mi è mai successo NULLA... Ma quei numeri, da dove vengono? Chi sono "gli scalzi"? La "carica dei 150"?! "NOI e LORO"?!Lucignolo ha scritto: i calzati non sono nostri nemici, ma non sono nemmeno amici. Dipende da come percepiscono certi rapporti di forza.
I soldi? Stai scherzando vero? Cento o centocinquanta italiani su 50 milioni? E di quei 150 quanti oserebbero andare scalzi ad un ristorante?
Questo tipo di pseudo-statistiche mi sembra completamente campato in aria. Primo, perché si sottintende con essa che tutti coloro che vanno scalzi debbano per forza "presentarsi all'appello" di questo forum e poi si arrotonda un pochino per eccesso e buonasera. Secondo: perché un numero del genere non potrebbe mai essere veritiero di tutte le persone che "in Italia" (visto che di Italia parlate) vanno scalze ogni tanto, senza sentire la necessità di tematizzare l'argomento, o che anche solo sporadicamente o casualmente si trovino ad essere scalze in qualche luogo, nonché di turisti o visitatori stranieri. Intorno alla cinquantina era il numero delle persone scalze che avevo visto IO un'estate in cui mi ero preso la briga di tenermi il conto, girando tra luoghi di mare e città d'arte italiani + Svizzera italiana. Se facciamo con questo mio numero la statistica delle probabilità, ecco che l'intera tesi dei "magnifici 150" traballa....
Federico- Numero di messaggi : 57
Data d'iscrizione : 21.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
Neanch'io posso assolutamente decidere autonomamente di stare scalzo sul "posto di lavoro" - per meglio dire: nel mio lavoro tutto quello che indosso non viene deciso da me...Andrea77 ha scritto: Ora io mi chiedo è opportuno mettermi in cattiva luce con il cliente e i miei superiori re voler stare scalzo a tutti i costi al lavoro (pur essendo un mio diritto)? [...] Quindi potrei stare scalzo in casa (ne abbiamo già parlato sul fatto che x mia scelta nn voglio stare a litigare con i miei che sono contrari a che io stia scalzo in casa xchè fa freddo, xchè lascio le impronte sul marmo,...).
Sono tanti i lavori nei/per i quali è necessario (o semplicemente uso) un determinato abbigliamento e francamente non la considero una tragedia adattarcisi... adattarvici... - adattarvicisi... adattarmicivisi... com'era la faccenda dell'Accademia della Crusca?!? :-))) - A me personalmente non frega NULLA dell'abbigliamento di un impiegato e se e cosa porti ai piedi. Mi interessa che svolga correttamente il suo lavoro e che mi tratti con gentilezza. Ma il mondo è fatto ahimé anche di "forme", piaccia o no... e quindi arrivo comprendere e ad accettare che certe istituzioni o esercizi commerciali vogliano presentare il proprio personale in un certo modo per dare una determinata immagine al fruitore...
Nella vita privata il discorso è diverso. Non si dovrebbe essere schiavi dei punti di vista di chi ci sta vicino. Io sono uscito di casa a 21 anni e ho sempre fatto tutto "di testa mia", nonostante questo ho tuttora uno splendido rapporto con i miei genitori. Chi magari non ha le possibilità economiche per rendersi autonomo, dovrebbe fare di tutto per crearsi il proprio spazio ed emanciparsi, specie da genitori iperprottettivi (che comunque sono quasi sempre genitori che amano molto i propri figli), dato che in fondo si vive (e si è giovani) una volta sola...
Io e la musica metal siamo su due pianeti differenti, ma anch'io ho i capelli lunghi!! :-) Però non mi hanno fatto perdere quella famosa aria da "bravo ragazzo" di cui avevo già parlato! Sì, è capitato anche a me di venire controllato dalla Polizia, ma francamente non credo che i capelli fossero stati necessariamente l'"indizio" determinante, anche perché i capelli lunghi maschili sono ormai davvero comunissimi e se si dovesse covare sospetto per ognuno che li porta, sarebbe necessario quintuplicare le pattuglie delle forze dell'ordine... :-)Spyro ha scritto: anch'io, da buon ascoltatore di musica metal, ho i capelli lunghi (ma non lunghissimi) e anch'io sono già stato fermato dalla polizia mentre passeggiavo tranquillo.
Quel che voglio anche dire è che è vero che possono esserci pregiudizi, ma non sono assolutamente a senso unico: capelli lunghi = tipo losco; scalzo = tipo strano/sporco/"messo male" ecc. Si può apparire molto loschi e pericolosi coi capelli cortissimi e dei veri gentlemen coi capelli lunghi. Si può apparire rozzi e trasandati con le scarpe (magari bastassero le scarpe a migliorare l'estetica di tante persone!) e belli ed ordinati senza...
Federico- Numero di messaggi : 57
Data d'iscrizione : 21.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
Federico ha scritto:
Beh, io ho "osato" una marea di volte andare scalzo ad un ristorante e non mi è mai successo NULLA... Ma quei numeri, da dove vengono? Chi sono "gli scalzi"? La "carica dei 150"?! "NOI e LORO"?!
Questo tipo di pseudo-statistiche mi sembra completamente campato in aria. Primo, perché si sottintende con essa che tutti coloro che vanno scalzi debbano per forza "presentarsi all'appello" di questo forum e poi si arrotonda un pochino per eccesso e buonasera. Secondo: perché un numero del genere non potrebbe mai essere veritiero di tutte le persone che "in Italia" (visto che di Italia parlate) vanno scalze ogni tanto, senza sentire la necessità di tematizzare l'argomento, o che anche solo sporadicamente o casualmente si trovino ad essere scalze in qualche luogo, nonché di turisti o visitatori stranieri. Intorno alla cinquantina era il numero delle persone scalze che avevo visto IO un'estate in cui mi ero preso la briga di tenermi il conto, girando tra luoghi di mare e città d'arte italiani + Svizzera italiana. Se facciamo con questo mio numero la statistica delle probabilità, ecco che l'intera tesi dei "magnifici 150" traballa....
Ho dato i numeri, ma non erano così importanti, in ogni caso non volevo fare statistiche o cose del genere; me ne guardo bene!
Mi era stato chiesto di dire quanti bf ci sono in Italia, ho risposto: Non lo so!
Ho provato a fare un ragionamento dicendo: Se potessi contare chi va scalzo solo in casa od occasionalmente, potrei dire che siamo migliaia; ma questi NON sono barefooters nel senso che comunemente intendiamo noi, cioè persone che vanno scalze fuori di casa.
Per quanto mi consta personalmente, hanno l'accesso a questo forum circa 130 persone; POSTO CHE siano tutti barefooters (ed è da vedere!) e tenendo conto che ci sono molti che leggono e non scrivono, stimo il numero totale in circa 150.
Ripeto: questo numero è un'approssimazione, una valutazione esclusivamente personale; insomma il numero dei barefooters in Italia è IRRILEVABILE. Ci ho provato molte volte fin dal 2002 e non ho neppure raccolto dati degni di essere presi in considerazione tanto erano scarni. Qualcuno ricorderà ...
bfpaul
Re: La paura di camminare scalzi
lucignolo ha scritto: credo che sostanzialmente tutti noi barefooters la pensiamo allo stesso modo: niente paure ingiustificate, no ai soprusi, fermamente, irremovibilmente.
E questo è quello che credo, e spero anch'io...
Badboy- Numero di messaggi : 114
Data d'iscrizione : 09.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
Andrea77 ha scritto:[...] (non posso calzare ramponi o ciaspole sui piedi nudi e nn sono abbastanza allenato x camminare 8 ore su qualsiasi terreno ad una velocità accettabile da amici x non parlare del CAI e di altre associazioni dove è espressamente scritto l'obbligo di usare gli scarponi). [...]
Come ho scritto altre volte, anch'io ho fatto numerose escursioni col CAI (di cui mi pregio di essere socio) a piedi nudi, senza ricevere alcuna critica, anzi raccogliendo apprezzamenti positivi. Quindi il CAI non obbliga a portare gli scarponi, pero` il capogita puo` obbligare i partecipanti a mettere scarponi (o ramponi, ciaspole...) a suo insindacabile giudizio. Questo e` giusto perche' generalmente le gite del CAI sono aperte anche a persone non esperte, che possono non rendersi conto delle difficolta` del terreno. D'altra parte e` raro che una persona inesperta si azzardi ad andare scalza in montagna, visto che i piu' hanno paura a camminare scalzi sul marciapiede.
Gli inesperti in montagna preferiscono delle comodissime scarpe con la suola liscia!
ciao,
andrea d.
Andrea D- Numero di messaggi : 222
Data d'iscrizione : 09.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
X curiosità in quale sezione del CAI sei riuscito ad andare scalzo?
Qui a Milano cito ultima gita fatta 2/3/08 traversata Moneglia - Sestri Levante (x me fattibile almeno in parte scalzi senza problemi): Eqipaggiamento: da bassa quota: giacca a vento (data la stagione) (ero in maniche corte e il capo degli escursionisti in calzoni corti e scarponi ramponabili...) e scarponi leggeri (sottolineato e in grassetto).
Essendo la prima gita ed essendo in 90 si è visto di tutto: pedule con suole lisce, scarpe da tennis, anfibi, un tizio con la tuta e sotto la calzamaglia e uno 'zaino' con 1 solo spallaccio,...
Giustamente questi sono stati 'caziati' 'x questa volta visto che è la prima gita ed è facile passi ma dalla prossima evitiamo certe cose'.
Credo che sarei riuscito a tenere il ritmo del gruppo persino a piedi scalzi data la lentezza di alcuni gitanti.
In questa occasione io ero con delle scarpe da trek leggere e i piedi ribollivano (le ho tolte solo in pausa pranzo).
Se il tempo è clemente vorrei proporre x il 15/3 di fare parte della gita a piedi scalzi.
Ciao
Andrea
Qui a Milano cito ultima gita fatta 2/3/08 traversata Moneglia - Sestri Levante (x me fattibile almeno in parte scalzi senza problemi): Eqipaggiamento: da bassa quota: giacca a vento (data la stagione) (ero in maniche corte e il capo degli escursionisti in calzoni corti e scarponi ramponabili...) e scarponi leggeri (sottolineato e in grassetto).
Essendo la prima gita ed essendo in 90 si è visto di tutto: pedule con suole lisce, scarpe da tennis, anfibi, un tizio con la tuta e sotto la calzamaglia e uno 'zaino' con 1 solo spallaccio,...
Giustamente questi sono stati 'caziati' 'x questa volta visto che è la prima gita ed è facile passi ma dalla prossima evitiamo certe cose'.
Credo che sarei riuscito a tenere il ritmo del gruppo persino a piedi scalzi data la lentezza di alcuni gitanti.
In questa occasione io ero con delle scarpe da trek leggere e i piedi ribollivano (le ho tolte solo in pausa pranzo).
Se il tempo è clemente vorrei proporre x il 15/3 di fare parte della gita a piedi scalzi.
Ciao
Andrea
Andrea77- Numero di messaggi : 1101
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
Andrea77 ha scritto:X curiosità in quale sezione del CAI sei riuscito ad andare scalzo?
Qui a Milano cito ultima gita fatta 2/3/08 traversata Moneglia - Sestri Levante (x me fattibile almeno in parte scalzi senza problemi): Eqipaggiamento: da bassa quota: giacca a vento (data la stagione) (ero in maniche corte e il capo degli escursionisti in calzoni corti e scarponi ramponabili...) e scarponi leggeri (sottolineato e in grassetto).
Essendo la prima gita ed essendo in 90 si è visto di tutto: pedule con suole lisce, scarpe da tennis, anfibi, un tizio con la tuta e sotto la calzamaglia e uno 'zaino' con 1 solo spallaccio,...
Giustamente questi sono stati 'caziati' 'x questa volta visto che è la prima gita ed è facile passi ma dalla prossima evitiamo certe cose'.
Credo che sarei riuscito a tenere il ritmo del gruppo persino a piedi scalzi data la lentezza di alcuni gitanti.
In questa occasione io ero con delle scarpe da trek leggere e i piedi ribollivano (le ho tolte solo in pausa pranzo).
Se il tempo è clemente vorrei proporre x il 15/3 di fare parte della gita a piedi scalzi.
Ciao
Andrea
Visto che sono presidente di una sezione CAI:
- il cosidetto "capogita" - che se è qualificato in ambito CAI si chiama Accompagnatore di Escursionismo (AE) - ha il diritto a suo insindacabile giudizio di escludere chi si presenti non adeguatamente equipaggiato;
- se non è qualificato, in genere nel Regolamento Gite della sezione organizzatrice è espressa una clausola come quella citata sopra e quindi può fare altrettanto.
Ciò detto, da 4 anni vado scalzo anche in escursione e mi ri-metto i miei sandali da trekking (avendo abolito gli scarponi) solo quando non posso andare alla stessa velocità degli altri o in discesa quando mi farei male e nessuno ha mai avuto da obiettare.
Diciamo pure che sono fuori dalle regole, ma visto chè cammino e non rompo, visto che non corro alcun pericolo in più degli altri perchè sono prudente, nessuno mi esclude; e se mi facessero osservazione metterei i sandali e amen, giusto perchè neppure il presidente può derogare alle regole di sicurezza di cui andiamo fieri.
bfpaul
Re: La paura di camminare scalzi
Con quella di Pisa. Le prime gite le avevo fatte con gli scarponi. Una volta abbiamo fatto un'uscita invernale con ramponi (e scarponi!), e alla fine della gita mi sono fermato a chiaccherare con gli altri prima di ripartire in macchina, stando a piedi nudi sulla neve, e ho dato un po' nell'occhio. Poi a un certo punto ho cominciato ad andare in gita scalzo, quando non c'era neve. Tempo fa stavo girando solo con la mia compagna, quando incontro una comitiva che mi saluta al grido di "Ehi, questo lo conosco, e` quello che andava scalzo!". Erano persone del CAI di Viareggio che mi avevano visto in un'escursione congiunta...Andrea77 ha scritto:X curiosità in quale sezione del CAI sei riuscito ad andare scalzo?
Ogni volta che vado scalzo in montagna mi aspetto di trovare qualcuno che mi faccia una predica sulla sicurezza e la necessita` di calzature adeguate, ma non mi e` ancora successo.
Appunto, per i principianti non e` immediato capire come conviene vestirsi e calzarsi.Andrea77 ha scritto:Essendo la prima gita ed essendo in 90 si è visto di tutto: pedule con suole lisce, scarpe da tennis, anfibi, un tizio con la tuta e sotto la calzamaglia e uno 'zaino' con 1 solo spallaccio,...
Io porto le pedule nello zaino e me le metto per non rallentare gli altri in discesa. Purtroppo quello che mi rallenta in salita e` il poco allenamento: da un po' di tempo non riesco ad andare in montagna regolarmente, e il fiato diminuisce. Non sono i piedi nudi il problema.Andrea77 ha scritto:Credo che sarei riuscito a tenere il ritmo del gruppo persino a piedi scalzi data la lentezza di alcuni gitanti.
ciao,
andrea
Andrea D- Numero di messaggi : 222
Data d'iscrizione : 09.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
-
Ultima modifica di Enzo il Ven Dic 03 2010, 16:05 - modificato 1 volta.
Enzo- Numero di messaggi : 579
Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: La paura di camminare scalzi
Anch'io sono iscritto al CAI (sezione di Monfalcone), facciamo sempre delle bellissime escursioni tra monti del Friuli, del Veneto e della Slovenia ma finora non ho mai avuto occasione di farne qualcuna scalza. Magari noi avere un presidente appassionato di barefooting.
Spyro- Numero di messaggi : 799
Età : 38
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
Spyro ha scritto:Anch'io sono iscritto al CAI (sezione di Monfalcone), facciamo sempre delle bellissime escursioni tra monti del Friuli, del Veneto e della Slovenia ma finora non ho mai avuto occasione di farne qualcuna scalza. Magari noi avere un presidente appassionato di barefooting.
Se tu sei in buoni rapporti con gli Accompagnatori o con i Direttori di escursione, prova pure ad andare scalzo in escursione; mi raccomando, devi essere in grado di farla per buona parte, almeno in salita se no sarebbe controproducente.
Vedrai che desterai molta curiosità a cui dovrai rispondere tranquillamente e con buoni argomenti. Facci sapere!
bfpaul
Re: La paura di camminare scalzi
-
Ultima modifica di Enzo il Ven Dic 03 2010, 16:05 - modificato 1 volta.
Enzo- Numero di messaggi : 579
Data d'iscrizione : 27.12.07
Re: La paura di camminare scalzi
meno male xchè, x me, 8 pagine oltre ad essere contro producenti x le liti sono ormai una noia!
Andrea77- Numero di messaggi : 1101
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: La paura di camminare scalzi
Ciao Andrea, sono perfettamente d'accordo con te e adesso che sta per iniziare la bella stagione cerchiamo di riprenedere a raccontare le nostre esperieze relative alle nuove passeggiate scalze che spero faremo ancora numerose e in buona compagnia.
Un ciao a tutti.
Paolo F.
Un ciao a tutti.
Paolo F.
paolo fratter- Numero di messaggi : 434
Data d'iscrizione : 27.12.07
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