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Non ti avevo riconosciuto

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Massimo
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Messaggio  Rei Lun Gen 14 2013, 10:31

Ieri faceva freddo, quindi sono uscito a fare la spesa ben imbacuccato nella mia giacca a vento da scalate himalaiane e, udite udite, scarpe chiuse.
Due o tre volte all'anno le metto, di solito per motivi diplomatici.
Ieri solo per fare un test, casomai dovessi metterle per un incontro di lavoro: sfregano, possono farmi venire una vescica, sono strette?
No, collaudo riuscito e scarpe tornate nella scarpiera.

Fin qui tutto normale, non meriterebbe un post, ma al ritorno, ormai vicino a casa, vedo davanti a me una mia conoscente.
Lei si volta, mi guarda (è un po' miope), aspetta che mi avvicini e poi mi dice:
"Ah, sei tu, non ti avevo riconosciuto... Hai le scarpe!"
E così ho scoperto che la "cecata", quando vede una figura sfocata che le sembra familiare, cerca qualche tratto distintivo che le permetta di riconoscere la persona.
Con le scarpe chiuse questo mancava e l'ho mandata in tilt fino a quando non sono stato abbastanza vicino per essere a fuoco.

Questo conferma che quando si esce dalla normale routine, si possono mettere a disagio le altre persone. Very Happy
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Messaggio  Massimo Lun Gen 14 2013, 15:00

In passato ho avuto esperienze simili.
Ai tempi degli ultimi anni di università, gli amici si erano ormai abituati a vedermi scalzo. Quando indossavo le scarpe senza motivi d'immediata evidenza si mostravano sorpresi, se non addirittura preoccupati.
Che fossi malato? pale

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Messaggio  bfpaul Lun Gen 14 2013, 19:03

Sentite questa.
Giovedì scorso vado ad un Laboratorio di analisi dove mi conoscono da anni e ci vado con le scarpe.
Il fatto è che successivamente dovevo fare qualcosa di "ufficiale" e non avevo voglia di uscire di casa con le scarpe in mano per togliermele prima di entrare al Laboratorio e rimetterle uscito da lì ...
In questo laboratorio alle 7:30 c'erano ormai 100 persone, giusto per rendersi conto.
Arrivo finalmente al prelievo venoso e il medico (uno dei tre presenti, col quale non mi era mai capitato di scambiare parola in tanti anni) dopo avermi fatto attendere due minuti ed avermi applicato un cerottino sopra il "buco", mi fa: Eh, però oggi ha le scarpe, come mai? Aveva freddo? Al che gli dico: No, non è questo, oggi non mi andava.
La dottoressa presente - che fa spesso da sostituto al mio medico di base - che mi ha visto cento volte lì in laboratorio ed in ambulatorio, ridendo fa: Ma no, non ha paura del freddo, vero? Sa anche io vado scalza, ma solo in casa!
Il terzo medico, zitto.
Allora, tiro fuori la tessera del Club dei NatiScalzi e la mostro al medico che mi aveva interpellato, e mi fa:
Ma certo, lo conosco, me lo sono ben visto! Comunque, bravo, fa bene.
Ah - gli ho detto - anche lei è della scuola del mio medico curante, che quando gli dissi della mia intenzione, or sono 11 anni fa, mi disse solo: Faccia l'antitetanica!
Si - mi fa - è giusto, anche per sentire il contatto con la terra ..
Beh, dovevo andar via, ma sono uscito ridendo fra me e me e mi avranno preso per matto ..
Non che sarebbe cambiato niente, fossi stato scalzo!

Giorni addietro, era capitata un'altra scenetta curiosa in farmacia.
Un tizio che stava in fila dietro me, come stavo per salutare la farmacista per andarmene fa, a voce alta: - Eh, questo signore si che risparmia! Non usa le scarpe .. Ma non ha freddo? -
No - gli rispondo - è questione di abitudine, ormai sono 11 anni che vado scalzo!
E non ha paura di farsi male, se le capita come fa? Ribatte il tizio.
Ed io: - Come per le mani; a lei non capita di tagliarsi o bucarsi una mano? Guarisce da sola, no? Uguale per i piedi... -
E la farmacista annuiva sorridendo; dopodiché me ne sono andato, ma avrei potuto continuare tranquillamente ...

A che scopo racconto tutto ciò?
Qui ci sono due fondamentali tipologie di barefooter che discutono da tempo immemore degli ostacoli che si possono trovare ad andare scalzi, in musei, mercati, chiese, metropolitane, per non dire delle strade infestate da ragazzini con l'acne e senza ma ugualmente rompiballe.
Dalle mie parti non ci sono metropolitane, tutto il resto si; vi garantisco che nessuno negli ultimi undici anni mi ha mai fatto la benchè minima obiezione in tutti gli altri posti ed aggiungiamo pure farmacie, banche, poste, bar, ristoranti, parchi cittadini.
Chiunque mi conosce mi saluta come sempre e quando capita il ragazz(in)o cretino non lo degno di attenzione; per parlare con gli sconosciuti non chiedo i documenti, ma mi devono dimostrare, guardandomi in faccia che vogliono parlare con me e non gridarmi dietro quando sono ormai passato: Ti sei dimenticato le scarpe!
Degli altri "non ti curar di lor ma guarda e passa...."

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Messaggio  lucignolo Lun Gen 14 2013, 21:37

bfpaul ha scritto:Dalle mie parti non ci sono metropolitane, tutto il resto si; vi garantisco che nessuno negli ultimi undici anni mi ha mai fatto la benchè minima obiezione in tutti gli altri posti ed aggiungiamo pure farmacie, banche, poste, bar, ristoranti, parchi cittadini.
Hai la fortuna di vivere in una città molto aperta; lo so perché ci sono stato e perché in Sardegna sono un po' di casa.
Ci abiterei, se potessi.
Però nel resto d'Italia è un po' diverso, anche se mi sembra che più ti conoscono, più ti tollerano.
Ed è quello che sostengo da anni con forza.
La gente ti percepisce come diverso, ma quando sa chi sei non sei più una potenziale minaccia.
Ti ha inquadrato e, spesso, ti investe di un'aura di simpatia.
Parla e fa domande.
Non importa se non si convince.
Non è quello che desideriamo o, meglio, se si convince va benissimo, ma non è cosa indispensabile.
L'importante è che sappiano che siamo (quasi) come tutti gli altri.
Il problema sono gli insofferenti irriducibili che, se sono investiti di una qualsiasi forma di potere (divisa di quarta categoria), si sentono in dovere di trasmetterti la loro illusoria forza con quell'antipatico "Non si può".
Mi da molto fastidio, specie quando tutti si voltano a guardarmi come se fossi l'idiota del villaggio.
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Messaggio  Rei Lun Gen 14 2013, 22:28

lucignolo ha scritto:Il problema sono gli insofferenti irriducibili che, se sono investiti di una qualsiasi forma di potere (divisa di quarta categoria), si sentono in dovere di trasmetterti la loro illusoria forza con quell'antipatico "Non si può".
Non si può? Lo dimostrino o tacciano. Rovesciare su di loro l'onere della prova è sempre una carta vincente.
Ricorda: non siamo noi a doverci giustificare, ma loro che debbono dimostrare che non si può.
lucignolo ha scritto:Mi da molto fastidio, specie quando tutti si voltano a guardarmi come se fossi l'idiota del villaggio.
Perché, nonostante tutto, non hai ancora imparato a rispondere a tono.
Ricordati che proprio chi indossa una divisa di quart'ordine è più vulnerabile di altri, perché ha dei superiori che, per difendere l'onorabilità di quella divisa, la possono togliere al rompiscalzi con molta facilità.
E se ti giochi bene le tue carte, puoi far credere (che sia vero o no NON importa) che a quei superiori tu ci arrivi facilmente e che staranno dalla tua parte.
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Messaggio  bfpaul Mar Gen 15 2013, 12:54

lucignolo ha scritto:
bfpaul ha scritto:Dalle mie parti non ci sono metropolitane, tutto il resto si; vi garantisco che nessuno negli ultimi undici anni mi ha mai fatto la benchè minima obiezione in tutti gli altri posti ed aggiungiamo pure farmacie, banche, poste, bar, ristoranti, parchi cittadini.
Hai la fortuna di vivere in una città molto aperta; lo so perché ci sono stato e perché in Sardegna sono un po' di casa.
Ci abiterei, se potessi.
Però nel resto d'Italia è un po' diverso, anche se mi sembra che più ti conoscono, più ti tollerano.
Ed è quello che sostengo da anni con forza.
La gente ti percepisce come diverso, ma quando sa chi sei non sei più una potenziale minaccia.
Ti ha inquadrato e, spesso, ti investe di un'aura di simpatia.
Parla e fa domande.
Non importa se non si convince.
Non è quello che desideriamo o, meglio, se si convince va benissimo, ma non è cosa indispensabile.
L'importante è che sappiano che siamo (quasi) come tutti gli altri.
Il problema sono gli insofferenti irriducibili che, se sono investiti di una qualsiasi forma di potere (divisa di quarta categoria), si sentono in dovere di trasmetterti la loro illusoria forza con quell'antipatico "Non si può".
Mi da molto fastidio, specie quando tutti si voltano a guardarmi come se fossi l'idiota del villaggio.
Flavio, io ti capisco.
Mi rendo conto che dove abito, godo della fortuna di non trovare rompi bounce bounce che mi impediscano di "accedere" a qualche luogo, i ragazzi(ni) stupidi li ignoro e cammino senza guardare in faccia le persone che incontro perché non devo avere né incoraggiamento né approvazione, né simpatia; né devo avere un atteggiamento di sfida.
Esattamente come farei se avessi le scarpe.
Ed è questo il punto: se solo per un momento pensiamo che riceveremo consenso o (dis)approvazione da tutti coloro che incrociamo, ci comporteremo come "strani". Infatti non facciamo così se abbiamo le scarpe.
Allora: i nostri piedi sono anche "le nostre scarpe" e non ha alcuna importanza se li vedono o no, se approvano o no. Forse che io appprovo (o no) tutti quelli che incontro per come sono vestiti?
Ho altro da fare ... Laughing
Se lo facessi mentalmente - e lo posso fare - non se ne accorgerebbe nessuno; le mie rotelle per funzionare non hanno bisogno di aprire la bocca ed emettere suoni più o meno sensati. Evil or Very Mad
Insomma, essere naturali e lasciare ciascuno ai suoi pensieri, direi che è l'atteggimento da imparare. Chi vuole interagire lo farà e se lo fa in modo educato e rispettoso avrà tutte le risposte che merita, gentili, documentate, amichevoli.
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Messaggio  Biagio Gio Gen 17 2013, 19:43

Rei ha scritto:"Ah, sei tu, non ti avevo riconosciuto... Hai le scarpe!"
Rei ha scritto:Questo conferma che quando si esce dalla normale routine, si possono mettere a disagio le altre persone. Very Happy
Fa riflettere...
In effetti i conoscenti ci vedono strani non perché ci comportiamo diversamente dagli altri, ma perché ci comportiamo in modo insolito, cioè diversamente da noi stessi.


bfpaul ha scritto:
Ed è questo il punto: se solo per un momento pensiamo che riceveremo consenso o (dis)approvazione da tutti coloro che incrociamo, ci comporteremo come "strani". Infatti non facciamo così se abbiamo le scarpe.
Come hai ragione!
Il fatto stesso che andiamo in giro e pensiamo al fatto che siamo scalzi, che ci osservano, che ci giudicano, ci fa capire che ci sentiamo ancora in torto come se stessimo facendo qualcosa di sbagliato.
Penso che solo quando riusciremo ad andare per strada dimenticandoci completamente dei nostri piedi potremo dire di avercela fatta veramente.


bfpaul ha scritto:
Insomma, essere naturali e lasciare ciascuno ai suoi pensieri, direi che è l'atteggiamento da imparare.
Semplice... ma non facile!
Un bel compito per casa.
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Messaggio  ALEBO Ven Gen 18 2013, 15:32

cammino senza guardare in faccia le persone che incontro perché non devo avere né incoraggiamento né approvazione, né simpatia; né devo avere un atteggiamento di sfida.
Esattamente come farei se avessi le scarpe.
Ed è questo il punto: se solo per un momento pensiamo che riceveremo consenso o (dis)approvazione da tutti coloro che incrociamo, ci comporteremo come "strani". Infatti non facciamo così se abbiamo le scarpe.
Allora: i nostri piedi sono anche "le nostre scarpe" e non ha alcuna importanza se li vedono o no, se approvano o no. Forse che io appprovo (o no) tutti quelli che incontro per come sono vestiti?
Insomma, essere naturali e lasciare ciascuno ai suoi pensieri, direi che è l'atteggimento da imparare. Chi vuole interagire lo farà e se lo fa in modo educato e rispettoso avrà tutte le risposte che merita, gentili, documentate, amichevoli. [/justify]
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E'quello che cerco di fare anche io a volte riuscendoci a volte no, non ho certo l'esperienza di bfpaul.
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