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Messaggio  Rei Mar Lug 31 2012, 15:01

Promemoria primo messaggio :

Vicino a casa mia c'è un negozio gestito da cinesi.
Ogni tanto acquisto qualcosa e, dopo un paio di volte che mi vedeva, la figlia dei proprietari (10/11 anni) mi ha chiesto lumi.
Io le ho spiegato perché vado scalzo e la cosa sembrava morta lì.
Ogni tanto mi incontrava, un saluto e via.
Stamattina esco, per motivi "tecnici", in infradito e la incontro per strada.
Mi guarda i piedi, fa un'espressione delusa, quasi schifata e non mi saluta.

Secondo me si è sentita tradita, le ho fatto crollare una delle sue certezze.
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Messaggio  lucignolo Dom Ago 05 2012, 11:53

Rei ha scritto:
ChiccoB ha scritto:Questa è la mia scelta.
Contento te...
Però ho la sensazione che fra un po' andrai in crisi di astinenza...
Per questo non cercherò di discutere o contrastare le tue argomentazioni.
Tanto ci ricaschi.
Chicco non è un barefooter perduto, anzi, camminerà scalzo in natura e se questo gli fa piacere, ben venga.
Penso che potrà avere piedi anche più forti della maggior parte di noi.
Penso anche che questa decisione fosse nell'aria già da molto tempo: Chicco è una persona sensibile e comunicativa e, forse, si sarà trovato sommerso da molti e molti commenti negativi e smontanti.
Oltre a ciò è un libero professionista e, come tale, è maggiormente dipendente dal giudizio della gente.
Rispetto la sua decisione e gli mando un grosso in bocca al lupo.

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Messaggio  Alexey Dom Ago 05 2012, 15:38

Rispettabilissima la scelta di Chicco, nessuno meglio di lui sa se andare scalzi in luoghi pubblici fa per lui o meno, camminare scalzi nella natura è molto piacevole e rilassante.
Concordo sul fatto che nei casi estremi in cui siamo fortemente penalizzati (colloqui di lavoro, ecc...) non è il caso di rischiare, però negli altri contesti come dice Flavio il modo migliore per promuovere il rispetto per l' andare scalzi è farsi vedere scalzi.
Le persone tendono ad avere atteggiamenti estremamente inerziali, e questo è in parte dovuto a istinti naturali di non dispersione di energia.
Il cambiamento costa energia, risorsa fondamentale per la sopravvivenza, per cui tutte le attività che richiedono spesa di energia sono percepite dal nostro sistema come "inutili o pericolose" per la sopravvivenza, per questo tendiamo a preferire guardare la tv che fare sport, prendere la macchina rispetto ad andare a piedi, mangiare cibi grassi e unti rispetto a cibi salutari, ecc...
Tutto questo per dire che una volta che uno si è abituato a farsi uno schema mentale degi altri, è inerzialmente predisposto a mantenerla, per cui vederlo poi in un' altra configurazione provoca stupore e "fatica" mentale.
Pertanto una volta che uno abitua la mente a vederci scalzi, farà poi fatica a comprendere le motivazioni che ci spingono talvolta ad indossare le scarpe.
Allo stesso modo, vedendo uno che gira liberamente scalzo, sarà anche più facile per i "potenziali barefooter" vincere l' inerzia che gli proibisce di provarci.
Un' ultima considerazione: la scelta di Chicco è stata presa senza alcuna contestazione, perchè ?
Perchè ha semplicemente ammesso che andare scalzi in pubblico, in questo momento della sua vita, non fa per lui, senza trovare come scusa che andare scalzi fa male.
Magari un giorno lo vedremo poi sul palco a piedi nudi, un mio amico un paio di settimane fa ha cantato scalzo ed è stato un delirio della folla, lo hanno tutti ammirato e osannato, facendogli i complimenti per essersi presentato scalzo sul palco, oltre che per aver cantato molto bene. cheers




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Messaggio  Rei Dom Ago 05 2012, 17:31

Alexey ha scritto:un mio amico un paio di settimane fa ha cantato scalzo ed è stato un delirio della folla, lo hanno tutti ammirato e osannato, facendogli i complimenti per essersi presentato scalzo sul palco, oltre che per aver cantato molto bene.
Appunto: si è presentato scalzo, non ha chiesto il permesso di presentarsi scalzo.
Altrimenti, per inerzia, gli avrebbero detto di no.

Successe la stessa cosa a Joss Stone.
E quando la BBC le impose gonne lunghe per coprire i piedi nudi lei si presentò al Festival di Glastonbury (gestito da una rete concorrente) scalza ed in minigonna e da allora anche alla BBC non hanno più osato dirle nulla.
Grinta, ci vuole.
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Anche sul lavoro (cum grano salis, ovviamente).

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Messaggio  John & Jane Dom Ago 05 2012, 17:37

Quando leggo post come questo di Chicco (o quelli precedenti di Antonino), confesso che ci rimango male. Non so che lavoro faccia né dove abiti. Se ha deciso così, avrà le sue buone ragioni: certo, ci sono contesti in cui l'andare scalzi è inopportuno; tuttavia, l'essere lui un libero professionista (come accennava Flavio) ha i suoi vantaggi: non ci sono obblighi di sudditanza verso un Capo o cose simili. Vero è anche che come tutti noi abbiamo notato, non siamo noi ad essere in imbarazzo: sono piuttosto gli altri. Però chi ci conosce e ci stima personalmente continua a stimarci, calzati o no; personalmente, io sono piuttosto vaccinato. Lo faccio da anni e annorum, da quando questo sito era al di là da venire (quanno che era in culo alla luna, diciamo a Roma); lo faccio io, lo fa mia moglie, lo fanno continuamente Rei, Flavio, Elan e tanti altri, per tacere di Paolo. Perciò rilassati, Chicco: scalzo, ci sei andato e parecchio; non credo abbia tu ricevuto manifestazioni di ostilità tali da farti desistere: è piuttosto un ripensamento tuo che io, scusa, non comprendo. Capisco che sia difficile lanciarsi ma, una volta fatto, perché desistere?
Ciao, Gianc.

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Messaggio  Marc_63 Dom Ago 05 2012, 19:02

Da parte mia, stimando tantissimo Chicco, non posso che accettare la sua decisione di evitare di andare scalzo in città, se questo gli crea un qualsiasi disagio. Tuttavia, proprio per la stima e l'affetto che nutro per Chicco vorrei che approfondisse insieme a noi due aspetti del suo ultimo messaggio che non mi risultano porticolarmente chiari. Chicco non hai mai espresso, neppure nelle conversazioni che abbiamo avuto in privato, una particolare passione per il camminare scalzo in centro città, e, la sua decisione da questo punto di vista non mi meraviglia più di tanto; tuttavia, lo chiedo a lui, ma lo chiedo a tanti altri che "non osano farlo", quali sono i problemi maggiori che pensano di poter avere camminando scalzi in città e se ci sono stati episodi, degni di nota, recenti o meno recenti, che possono averli scoraggiati dal perseverare nel tentativo di farlo.
Secondo ; posso comprendere la scelta di camminare scalzo solo in campagna, ma per quale motivo Chicco hai deciso di non partecipare più alle discussioni sul forum ? Forse credi che siano meno interessanti le esperienze che si vivono scalzi a contatto con la natura e col "Creato" ? O credi che, camminando scalzo solo in campagna tu possa essere ritenuto un "barefooter di serie B" ? Se poi pensi che il tenore generale di questo forum, possa scoraggiare, per un qualsiasi motivo, gli interventi tuoi e di altri, credo che a maggior ragione questa sia la sede adatta per farlo presente. Ciascuno di noi, vorrà dire che si confronterà con quanto dirai e, se è persona intelligente, potrà anche mettere in discussione il proprio modo di fare e cercare di correggerlo se ritiene di essere in errore. Nessuno è esente da errori, tutto sta nel confrontarsi e nel trovare assieme, collegialmente, la strada migliore per essere sempre più autentici, rispettosi e disponibili verso gli altri della community al fine di esserlo poi altrettanto con le persone "esterne". Wink
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Messaggio  lucignolo Dom Ago 05 2012, 20:00

Alexey ha scritto:Un' ultima considerazione: la scelta di Chicco è stata presa senza alcuna contestazione, perchè ?
Perchè ha semplicemente ammesso che andare scalzi in pubblico, in questo momento della sua vita, non fa per lui, senza trovare come scusa che andare scalzi fa male.
Magari un giorno lo vedremo poi sul palco a piedi nudi, un mio amico un paio di settimane fa ha cantato scalzo ed è stato un delirio della folla, lo hanno tutti ammirato e osannato, facendogli i complimenti per essersi presentato scalzo sul palco, oltre che per aver cantato molto bene. cheers
Bravissimo.
Ma Chicco è una persona intelligente e non mi aspettavo niente di meno.
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Messaggio  bfpaul Dom Ago 05 2012, 20:31

Non dirò: Chicco, cosa ti è preso?
Perché ritengo che OGNI scelta meditata vada sempre trattata col massimo rispetto.
Posso però dire cosa penso: Chicco ha diritto di pensarci, come ha fatto, e anche di ripensarci; mi auguro che lo faccia e anche presto.
La scelta di praticare il barefooting non è mai "per omnia saecula saeculorum", non siamo mica "penitenti" e ciascuno lo fa nel modo che più gli piace e lo soddisfa.
Nel Forum accogliamo chiunque, anche chi non è barefooter ma è semplicemente interessato; altra cosa è il Club dove sono necessarie diverse motivazioni.
Il fatto di non scrivere più mi dispiace davvero; Chicco è un Ospite gradito per la sua lunga presenza, la correttezza e l' entusiamo.
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Messaggio  Alexey Lun Ago 06 2012, 14:12

Rei ha scritto:
Alexey ha scritto:un mio amico un paio di settimane fa ha cantato scalzo ed è stato un delirio della folla, lo hanno tutti ammirato e osannato, facendogli i complimenti per essersi presentato scalzo sul palco, oltre che per aver cantato molto bene.
Appunto: si è presentato scalzo, non ha chiesto il permesso di presentarsi scalzo.
Altrimenti, per inerzia, gli avrebbero detto di no.

Successe la stessa cosa a Joss Stone.
E quando la BBC le impose gonne lunghe per coprire i piedi nudi lei si presentò al Festival di Glastonbury (gestito da una rete concorrente) scalza ed in minigonna e da allora anche alla BBC non hanno più osato dirle nulla.
Grinta, ci vuole.
Grinta.
Anche sul lavoro (cum grano salis, ovviamente).

Hai perfettamente ragione, ci vuole grinta "ponderata", chi lavora in proprio se se la sente può anche provare ad "osare" con perizia,
per chi lavora in ambienti con regolamento aziendale scritto e sootoscritto, la vedo già un pò più dura, meglio non fare i "grintosi" dal momento che trovare un' altro lavoro coi tempi che corrono non è così facile. Crying or Very sad


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Messaggio  ChiccoB Mar Ago 07 2012, 00:55

Marc_63 ha scritto:Da parte mia, stimando tantissimo Chicco, non posso che accettare la sua decisione di evitare di andare scalzo in città, se questo gli crea un qualsiasi disagio. Tuttavia, proprio per la stima e l'affetto che nutro per Chicco vorrei che approfondisse insieme a noi due aspetti del suo ultimo messaggio che non mi risultano porticolarmente chiari. Chicco non hai mai espresso, neppure nelle conversazioni che abbiamo avuto in privato, una particolare passione per il camminare scalzo in centro città, e, la sua decisione da questo punto di vista non mi meraviglia più di tanto; tuttavia, lo chiedo a lui, ma lo chiedo a tanti altri che "non osano farlo", quali sono i problemi maggiori che pensano di poter avere camminando scalzi in città e se ci sono stati episodi, degni di nota, recenti o meno recenti, che possono averli scoraggiati dal perseverare nel tentativo di farlo.
Secondo ; posso comprendere la scelta di camminare scalzo solo in campagna, ma per quale motivo Chicco hai deciso di non partecipare più alle discussioni sul forum ? Forse credi che siano meno interessanti le esperienze che si vivono scalzi a contatto con la natura e col "Creato" ? O credi che, camminando scalzo solo in campagna tu possa essere ritenuto un "barefooter di serie B" ? Se poi pensi che il tenore generale di questo forum, possa scoraggiare, per un qualsiasi motivo, gli interventi tuoi e di altri, credo che a maggior ragione questa sia la sede adatta per farlo presente. Ciascuno di noi, vorrà dire che si confronterà con quanto dirai e, se è persona intelligente, potrà anche mettere in discussione il proprio modo di fare e cercare di correggerlo se ritiene di essere in errore. Nessuno è esente da errori, tutto sta nel confrontarsi e nel trovare assieme, collegialmente, la strada migliore per essere sempre più autentici, rispettosi e disponibili verso gli altri della community al fine di esserlo poi altrettanto con le persone "esterne". Wink
Hai ragione Marcello. Per il rispetto di chi legge il forum, desidero dare alcune spegazioni della mia scelta, per altro fatta molto serenamente, senza forzature esterne. Già da qualche anno, camminare scalzo in luoghi pubblici, come la città o negozi, mi dava un senso di disagio. Premetto che il disagio è mio, non necessariamente della gente che incontravo. Anche se, com'è stato per molti di noi, gli occhi incuriositi delle persone che incrociavo, mi davano fastidio. Ho notato che scalzo davo nell'occhio, troppo nell'occhio... I primi tempi, preso dall'entusiasmo non facevo caso a queste cose. Dentro me c'era la voglia di poter sperimentare, di capire sino a che punto fossi in grado di "gestire" la situazione. Era come se fossi "impermeabile" (come ha sottolineato un amico, tempo fa) agli estranei. Poi ho iniziato ad aprire gli occhi e "sbirciare" gli sguardi della gente, le espressioni che facevano. Ed è scattato qualcosa in me per cui, la cosa non mi è andata più bene. Tuttavia, non ho voluto rinunciare del tutto alla mie passeggiate scalzo in città, sperando con l'abitudine, di riuscire ad essere ancora "impermeabile" come un tempo. Purtroppo, le cose non sono migliorate, e il mio disagio aumentava. Ho quindi fatto un primo bilancio, domandandomi se era il caso di continuare ad andare scalzo per città. Ancora una volta, il piacere di stare scalzo è prevalso, e ho deciso di modificare le mie uscite a piedi nudi. Ho scoperto la collina, e i suoi percorsi immersi nella natura. Lì, in quel contesto, ho trovato ciò che cercavo! La pace, l'assenza di persone, ed il contatto con la terra. Un' altra domanda che mi sono posto è stata: quanto voglio stare scalzo? Tutto il giorno? Solo una parte? Mi sono dato una risposta chiara e semplice, che mi ha illuminato su cosa intendessi fare: per me il barefooting è una filosofia, molto importante e molto seria. Ma soprattutto è una ginnastica, per il piede ed anche per tutto il corpo. Partendo da questo presupposto, associando la mia filosofia ad un allenamento, mi sono detto: l'allenamento deve avere un tempo preciso, non deve durare tutto il giorno. Ecco chiarito un altro punto su quanto stare scalzo. Per me, è sufficiente mettermi a piedi nudi per un tempo determinato della giornata. Avevo bisogno di fare chiarezza su tutti questi aspetti. Non me nendevo conto, ma avevo bisogno di mettermi delle regole, e rispettarle. Ecco spiegata la mia decisione di porre fine, in un certo senso al barefooting. Non in modo permanente. C'è poi un altro aspetto, a cui non avevo mai dato importanza prima d'ora. Sino adesso, avevo sempre visto soltanto le mie piante dei piedi, annerite dalle camminate. Esclusi ovviamente gli amici del forum con cui mi ero incontrato. Recentemente ho incontrato alcune persone scalze, per città. Incuriosito, ho guardato i loro piedi nudi. Ho provato una sensazione di disgusto alla vista dei loro piedi neri. Non so se sarò capace di spiegare con poche semplici parole quello che ho provato. Premetto che queste persone erano stranieri, vestiti malamente, e dall'aspetto trasandato. Erano in bicicletta, e avevano enormi zaini sulle spalle. Non erano i soliti turisti, magari abbigliati in modo "stravagante", come spesso accade quando fa caldo. Ecco, la cosa che mi ha fatto riflettere è stata questa: ho associato il camminare a piedi nudi con un senso di "trasandato". Probabilmente, se avessi incontrato una persona vestita in modo decoroso, penso che mi avrebbe fatto un' altra impressione. Ma purtroppo in tutti questi anni, di persone scalze per città, in tutta onestà non ne ho mai incontrate, a parte me... Quello che mi ha turbato, è stata l'idea (quando cammono scalzo in ambienti urbani) di dare di me un'immagine di persona poco pulita e disordinata, nel senso letterario del termine. Ora voi giustamente penserete: "ma anche camminare scalzi in campagna è la stessa cosa, l'immagine che si da di noi non cambia"... Io credo che ci debba essere sempre un giusto contesto in ogni cosa che si compie... E per me, il contesto che più mi si addice, quando vado a piedi nudi, è un luogo dove ha "senso farlo". Ovvero, percorsi dedicati al footing, oppure piste per podisti. Ora, sperando di avere fatto chiarezza ( e non avere annoiato) su quanto ho scritto, vi abbraccio tutti. In futuro, desidererò spiegare anche alcuni aspetti negativi del barefooting. So che molti di voi non lo troveranno necessario, ma ritengo che qualsiasi esperienza, sensazione, emozione, positiva o negativa, se la si è provata, la si debba dire. Nel bene e nel male.

Chicco.


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Messaggio  Marc_63 Mar Ago 07 2012, 02:55

Devo dire, Chicco, che hai fornito una risposta degna della tua onestà. Tuttavia, seppur rispettando il tuo punto di vista, desidero esprimere il mio punto di vista. Intanto il "Centro Città", anche secondo me non è il posto migliore per camminare scalzi; io lo faccio spesso, e non ti nascondo che talvolta mi sento anche un po' a disagio. Tuttavia, riflettendo bene mi sono reso conto che quel disagio che provo non è determinato dal fatto che sia scalzo, ma dalla troppa confusione che si crea in centro. Il "Centro Città", in ogni città, è un crocevia di gente diversa, diversa per estrazione culturale, sociale, economica; crocevia di uomini d'affari, di impiegati, di "politici", di extracomunitari, di gente la più disparata e dai comportamenti più disparati. In questi casi, tu non ti stai confrontando con la cultura della tua città, ma con una multicultura che, in certi casi, può non essere così tollerante quanto quella dei cittadini, più avezzi a vederne di ogni colore e generalmente "più sgamati" e aperti di coloro che magari provvengono da piccoli centri, magari isolati. Personalmente posso dire che le peggiori reazioni che ho riscontrato nella gente, andando scalzo, sono state proprio da parte di giovani donne "di paese", estremamente intransigenti e del tutto incapaci di controllare la propria lingua e le proprie reazioni. Almeno qui da noi la donna provinciale è di una chiusura mentale spaventosa, molto più dell'uomo. In una cultura matriarcale come quella sarda, poi, la donna, non si limita a "comandare" in casa propria, ma estende questo suo desiderio di "dominio" anche sulla società in cui si trava a vivere o con la quale, anche occasionalmente, si trova ad interagire. Pretende di controllare i modi di essere degli altri, le mode, gli atteggiamenti altrui e desidera che essi siano a sua misura e che rispondano ai suoi parametri. Io non sono ne' razzista, ne' classista, ma devo dire che le donne paesane che ho potuto incontrare in centro, così come le zingare e gli extracomunitari, sono gli elementi che mi hanno creato, se così si può dire, i maggiori problemi. Spesso mi sono sentito addirittura rimproverare da "vucumprà" per il fatto di camminare scalzo..... (anche l'altro ieri in un grande magazzino del Centro). Del resto il "Centro Città" è il primo luogo di cui si appropria un forestiero, e dopo che lo frequenta varie volte, lo considera un "suo territorio", nel quale si può permettere di spadroneggiare a suo uso e consumo sentendosi come a casa propria, e dove far valere la propria cultura del tutto intollerante. Ecco perchè io detesto recarmi, comunque in Centro, sia con le scarpe sia scalzo...peggio che mai d'estate quando desidero stare in piena libertà e circolare, quando non sono al lavoro, in canottiera e pantaloncini corti (oltre che scalzo, naturalmente). Ormai ho individuato le zone della mia città dove poter stere scalzo tranquillamente. Quando poi mi capita di dovermi recare in zone dove prevale un certo stile, nulla mi vieta di indossare un abbigliamento sportivo di marca, proprio per evitare, pur stando scalzo, di passare per uno "zotico", come dicevi tu.
Anche in questo caso spetta a noi adeguare il nostro abbigliamento ai luoghi che frequentiamo; se al mare una canottiera e un pantaloncino da mercatino posso andare anche bene, in altre zone, soprattutto di sera e soprattutto se stiamo a piedi nudi, occorre "compensare" con il resto dell'abbigliamento, creandoci un look personale ed esclusivo che si adatti alla nostra persona fornendo di noi un'immagine si particolare ma al contempo sobria e armoniosa.
Per quanto riguarda lo sporco delle piante dei piedi, spero che anche tu non ti faccia prendere dalla "sindrome dei piedi neri", tipica degli oppositori dello scalzismo... Very Happy Sinceramente mi fanno molto più schifo i piedi di chi cammina con infradito di gomma che fanno sudare terribilmente la pianta dei piedi tanto che spesso, in luoghi chiusi, ne puoi avvertire anche l'odore, un misto di sudore e di gomma che fa veramente ribrezzo, o i piedi tenuti in scarpe chiuse anche per andare al mare che quando sulla spiaggia vengono liberati,... sconsigliano di porsi sottovento...... Crying or Very sad
Cosa vuoi che sia un po' di polvere sulle piante asciutte ? Sai quanti non si curano minimamente dello sporco delle suole delle scarpe tanto da conservarle nello stesso armadio degli abiti...? I piedi neri si lavano, nessuno, se non uno sporcaccione, uno zotico, un maiale.... si metterebbe a letto con i piedi neri; ma quanti la sera si levano scarpe e calze e si ficcano a letto con i piedi puzzolenti, senza neppure sciacquarli ? Spesso capita anche a me di vedere giovani che vanno scalzi in bicicletta, do un'occhiata al portapacchi e il più delle volte vedo che non si portano neppure appresso un paio di ciabatte e le piante nere dei piedi, come dici tu, dimostrano il fatto che oltre che pedalare hanno anche camminato, scalzi... ne più ne' meno di come facciamo noi.... Il più delle volte un piede "nero" è un piede sano, mentre un piede "bianco", apparentemente pulito, nasconde molte più "insidie" e "magagne".
Tu poi hai parlato di "filosofia"; per me camminare scalzo non è solo "filosofia", è una continua esperienza spirituale. Non potrei mai, infatti, dire di amare il Creato, la Natura, la Terra e, al contempo difendermi da essa, staccarmi da essa, isolarmi da essa; sarebbe come fare l'amore con l'uso di un profilattico..... no, non è per me ! Wink
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Messaggio  Rei Mar Ago 07 2012, 07:29

Pippa mentale (©️ Rei) o sega mentale (©️ Giulio Cesare Giacobbe, scrittore e psicologo evolutivo) è un ragionamento corretto in ogni sua parte, che, date certe premesse, porta ad una conclusione logica ed ineccepibile.
Ma le premesse sono sbagliate e quindi anche le conclusioni sono sbagliate.
Le pippe o seghe mentali sono, secondo Giacobbe, all'origine di molte delle nostre paure e di molte delle nostre nevrosi.

Caro Chicco, le tue sono pippe (o seghe) mentali.
E, come dice Giacobbe, "La paura è una sega mentale".
Anche la vergogna di stare scalzi in centro città.
Fidati, te lo dice un esperto.

E che tu ti fidi o no, leggiti due libri illuminanti di Giulio Cesare Giacobbe: "Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita" (per primo) e "La paura è una sega mentale".
Ti spiegheranno molto. Se poi ti piacciono, leggiti anche gli altri.

Se poi pensi che io sia pagato da Giacobbe per fargli pubblicità (o che io sia Giacobbe), ti sbagli, è una tua pippa mentale. Razz
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Messaggio  John & Jane Mar Ago 07 2012, 12:34

Rei ha scritto:Pippa mentale (©️ Rei) o sega mentale (©️ Giulio Cesare Giacobbe, scrittore e psicologo evolutivo) è un ragionamento corretto in ogni sua parte, che, date certe premesse, porta ad una conclusione logica ed ineccepibile.
Ma le premesse sono sbagliate e quindi anche le conclusioni sono sbagliate.
Le pippe o seghe mentali sono, secondo Giacobbe, all'origine di molte delle nostre paure e di molte delle nostre nevrosi.

Caro Chicco, le tue sono pippe (o seghe) mentali.
E, come dice Giacobbe, "La paura è una sega mentale".
Anche la vergogna di stare scalzi in centro città.
Fidati, te lo dice un esperto.

E che tu ti fidi o no, leggiti due libri illuminanti di Giulio Cesare Giacobbe: "Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita" (per primo) e "La paura è una sega mentale".
Ti spiegheranno molto. Se poi ti piacciono, leggiti anche gli altri.

Se poi pensi che io sia pagato da Giacobbe per fargli pubblicità (o che io sia Giacobbe), ti sbagli, è una tua pippa mentale. Razz

Non essere così severo, Rei: magari quella di Chicco è una crisi momentanea. Strano, dopo anni di "pratica professionale"; come ho detto più sopra, leggendo post del genere ci rimango male. Per noi forse è più facile; sarà magari anche lo jus senectutis (se ricordo ancora il latino) che ci porta a non curarci delle opinioni del prossimo. Quanto detto sulla sciatteria è vero: personalmente non andrei mai in giro con il dorso dei piedi annerito e men che mai col nero tra le dita. Stile, ci vuole. Ed è uno stile che ci conferisce l'evitare di andare in giro vestiti di stracci o seminudi; e sopratutto evitare di sfuggire gli sguardi della gente; c'è ben altro di cui vergognarsi: ci sono persone che dovrebbero girare con le mutande in faccia, altro che con le scarpe! E si capisce di chi parlo: intelligenti, pauca.
Buone cose, Gianc.

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Messaggio  Marc_63 Mar Ago 07 2012, 14:06

Sono d'accordo sia con Rei che con Giancarlo. Occorre trovare in tutte le cose la via di mezzo; che da un lato significa non farsi le cd "seghe mentali", ma dall'altro trovare uno stile che mostri di noi un'immagine gradevole e che, nonostante a piedi nudi, ci consenta di presentarci agli altri come "persone rispettabili". Tuttavia c'è un elemento che spesso trascuriamo, ovvero il contesto socio - culturale nel quale ciascuno di noi vive o temporaneamente si trova.
Fermo restando che la pulizia personale (piante dei piedi a parte, è ovvio) è il primo canone di integrazione sociale a cui ci si dovrebbe riferire; sulla moda e sull'abbigliamento non esiste un criterio universale al quale fare riferimento.
Se nella mia città, Cagliari, città di mare, in estate, è frequentissimo vedere persone circolare anche in pantaloncini corti, canottiera e infradito, anche la sera e anche nelle vie del Centro, e la cosa non stona affatto, così come mi è capitato di vedere spesso anche a Firenze, è chiaro che in città come Milano, Pavia, Genova e altre ciò è piuttosto raro (almeno per la mia esperienza).
La difficoltà, non sta solo, e questo lo dobbiamo riconoscere, nel creare armonia in se stessi, ma nell'armonizzare se stessi col contesto. Senza necessariamente stare scalzi, in una città come Benevento, ad esempio, già circolare in pantaloncini corti per le vie del centro, soprattutto la sera, anche con scarpe chiuse ai piedi, non è ben visto; in pieno Agosto, poco meno di tre anni fa, in una giornata torrida, non c'era una sola persona vestita leggera (tutti in pantaloni lunghi e scarpe chiuse, neppure una persona in infradito. Dobbiamo convenire che ci sono zone, In Italia, ma non solo, dove praticare lo scalzismo è più facile e zone dove risulterebbe impossibile, salvo passare per un "fenomeno da baraccone". Io non conosco la città dove abita Chicco; ma da quel che so, è una città che tiene molto alla "forma", per cui, non so fino a che punto si tratti, nel suo caso, di seghe mentali o di una reale difficoltà da parte sua a "forzare" il contesto socio culturale nel quale vive.
Sarebbe interessante, a questo proposito, cercare di realizzare una sorta di "mappatura" sulle zone d'Italia più facili per i BF e quelle più difficili, e, badate, la mia non è una battuta; oltre ad un uso pratico, questo ci consentirebbe anche di avere una visione più ampia, seppur ancora limitata, della diversità delle mentalità e delle culture nel nostro Paese. Wink ..oltre che orientare le nostre scelte verso quei luoghi di vacanza ideali... Very Happy
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Messaggio  Elan Mar Ago 07 2012, 15:00

Anche secondo me c'entrano le pippe mentali ... ma con pippe mentali non intendo il fatto che, se ti senti a disagio scalzo in un certo contesto, è meglio allora tenersi le scarpe, quanto piuttosto tutti i ragionamenti fatti per razionalizzare questo fatto e trarne conclusioni che siano ferree dottrine di comportamento futuro per te e gli altri.

Pippe mentali è, insomma il volerne discutere più di tanto: se il piacere supera il disagio, stai scalzo, se il disagio supera il piacere, no.

Secondo me non è nemmeno tanto semplice incasellare i perchè ed i percome del disagio/piacere in una regola... un giorno ti senti libero, euforico e contento a piedi nudi in piazza, un 'altro giorno, nella stessa piazza, invece sei a disagio (e non necessariamente perchè sei capitato in mezzo ad un comizio di skin heads adoratori dello scarpone ferrato).

In giro scalzo in città ci sono andato, sia nel mio paese di residenza, che anche a Roma ... ma non lo faccio sempre. In inverno, per esempio, quasi mai, perchè mi sembra di dare un po' troppo nell' occhio ... però a volte è capitato. Bisogna seguire le proprie inclinazioni del momento.

Quello che invece mi è piaciuto poco è tutto il discorso critico di Chicco sullo straniero scalzo e trasandato con i piedi neri .... e credo che forse lì si possa individuare il nocciolo del problema: se non sei disposto a tollerare le "eccentricità" degli altri, è evidente che avrai dei problemi ad accettare anche le tue e che, di riflesso, leggerai il rimprovero nello sguardo di ogni passante. Se vuoi essere libertario, non puoi porre (come fanno purtroppo tanti) il confine tra lecito ed illecito, tra accettabile e non accettabile, sempre un millimetro davanti ai tuoi piedi ed essere pronto a puntare il dito su chi sta oltre il tuo limite. Bisogna essere tolleranti. Chi va scalzo ha le suole dei piedi impolverate e, in città, nere. Non ci si può fare niente. Un turista, giovane, ha il diritto di vestire casual e di avere l'aria un po' trasandata ed impolverata ... secondo me i piedi nudi in quel contesto ci stanno molto bene, assai meglio che se vedessi uno che gira scalzo con marsina, cilindro e sciarpa bianca ...

Non sarà che per te stare scalzo è fondamentalmente trasgressione e quindi associ mentalmente piacere-peccato-vergogna?

Comunque non vedo perchè dovresti smettere di scrivere sul forum per questo ....



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Messaggio  Marc_63 Mar Ago 07 2012, 18:30

Non sarà che per te stare scalzo è fondamentalmente trasgressione e quindi associ mentalmente piacere-peccato-vergogna?

Concordo in pieno con il discorso di Elan; cito solo questa frase che, secondo me, enuncia il fulcro del problema, che non riguarda, eventualmente solo Chicco, ma tanti di noi. L'andare scalzi piace perchè ci fa riscoprire la libertà e la naturalezza, o piace perchè si tratta di un comportamento trasgressivo, che eccita, passatemi il termine, che ci crea adrenalina... ?
Io credo che il disagio, in larga misura possa derivare dalla risposta che possiamo dare a questa domanda, e soprattutto da come viviamo con noi stessi una motivazione o l'altra. Io posso desiderare la trasgressione ma in essa trovarmi pienamente a mio agio, oppure posso essere spinto dal desiderio di libertà e naturalezza eppure avvertire un disagio incredibile. Dipende dalla nostra personalità, dal nostro carattere, e dipende soprattutto dalla misura in cui riusciamo ad esprimere coerenza fra pensieri e azione, al dilà di ogni possibile e naturale conflitto.

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Messaggio  Rei Mar Ago 07 2012, 19:01

Una delle due cose che ho in comune con Steve Jobs è l'essermi creato, nel tempo, una "divisa". Sì, mi vesto in modo ripetitivo, sempre uguale o quasi.
La mia divisa è cambiata negli anni, fino ad arrivare, secondo i dettami del design Apple, alla semplicità assoluta unita alla praticità assoluta.
Quella estiva consiste in pantaloni neri con tasconi laterali e polo bianca. Niente scarpe.
Mi da un'aria distinta e riconoscibile, che rende impossibile scambiarmi per un barbone, al punto che spesso le nuove conoscenze impiegano un po', a volte molto più di un po', per accorgersi che sono scalzo.
Questo perché l'essere scalzo, per quanto mi riguarda, è associato al mio abituale modo di vestire: mettere le scarpe sarebbe come indossare un paio di pantaloni arancioni.
Nessuna associazione quindi a trasgressioni, piacere-peccato-vergogna, non più di quanto lo associ al fatto che abitualmente NON indosso guanti sulle mani.
Tutto qui.
E forse per questo non mi faccio tante pippe mentali.

Sì, nel mio armadio ci sono una fila di polo bianche tutte uguali e due file di pantaloni neri con tasconi, una invernale e l'altra estiva.
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Messaggio  Marc_63 Mar Ago 07 2012, 20:04

Si, ok Rei; ma un abbigliamento (usuale o no, abitudiario o no ), in genere, non risponde solo ad esigenze puramente estetiche, ma, il più delle volte, lo si sceglie perchè ci "calza bene", ci fa stare comodi. Il camminare scalzi, poi non è solo un "complemento della divisa", è un elemento che la caratterizza in modo particolare e che non ha le sue ragioni nella divisa stessa. Non nasce come look, semmai diventa look.. Se vai scalzo, significa che ami la naturalezza del contatto diretto del tuo "fisico" con il suolo che calpesti e non sopporti di avere i piedi ingabbiati nelle calzature. Dunque c'è sempre alla base un desiderio di naturalezza e di libertà, al quale adegui poi l'abbigliamento e quant'altro... Wink
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Messaggio  lucignolo Mar Ago 07 2012, 20:18

Se faccio qualche escursione in città vesto con una bella maglietta ed un paio di jeans; se giro nel mio quartiere di periferia basta una tuta od un paio di calzoncini e canottiera (in estate ovviamente! Very Happy ).
In inverno vale la stessa regola: certo, gli sguardi sono più numerosi e lo stupore molto maggiore, ma, francamente, la cosa non mi tange e non sono mai stato picchiato per questo, né ricoperto di sputi.
Anzi, sarò anche un fenomeno da baraccone, quel matto che gira scalzo anche d'inverno, ma che volete, sono unico ed irripetibile, lavoro bene e con impegno e con uno stipendio da non disprezzare.

Tuttavia mi sono sentito a disagio nel centro di Parma quasi come a Pavia o a Padova: mi perdoni Chicco, ma è una città molto provinciale.
Peccato.
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Messaggio  Alexey Mer Ago 08 2012, 22:24

Elan ha scritto:Anche secondo me c'entrano le pippe mentali ... ma con pippe mentali non intendo il fatto che, se ti senti a disagio scalzo in un certo contesto, è meglio allora tenersi le scarpe, quanto piuttosto tutti i ragionamenti fatti per razionalizzare questo fatto e trarne conclusioni che siano ferree dottrine di comportamento futuro per te e gli altri.

Pippe mentali è, insomma il volerne discutere più di tanto: se il piacere supera il disagio, stai scalzo, se il disagio supera il piacere, no.

Secondo me non è nemmeno tanto semplice incasellare i perchè ed i percome del disagio/piacere in una regola... un giorno ti senti libero, euforico e contento a piedi nudi in piazza, un 'altro giorno, nella stessa piazza, invece sei a disagio (e non necessariamente perchè sei capitato in mezzo ad un comizio di skin heads adoratori dello scarpone ferrato).

In giro scalzo in città ci sono andato, sia nel mio paese di residenza, che anche a Roma ... ma non lo faccio sempre. In inverno, per esempio, quasi mai, perchè mi sembra di dare un po' troppo nell' occhio ... però a volte è capitato. Bisogna seguire le proprie inclinazioni del momento.

Quello che invece mi è piaciuto poco è tutto il discorso critico di Chicco sullo straniero scalzo e trasandato con i piedi neri .... e credo che forse lì si possa individuare il nocciolo del problema: se non sei disposto a tollerare le "eccentricità" degli altri, è evidente che avrai dei problemi ad accettare anche le tue e che, di riflesso, leggerai il rimprovero nello sguardo di ogni passante. Se vuoi essere libertario, non puoi porre (come fanno purtroppo tanti) il confine tra lecito ed illecito, tra accettabile e non accettabile, sempre un millimetro davanti ai tuoi piedi ed essere pronto a puntare il dito su chi sta oltre il tuo limite. Bisogna essere tolleranti. Chi va scalzo ha le suole dei piedi impolverate e, in città, nere. Non ci si può fare niente. Un turista, giovane, ha il diritto di vestire casual e di avere l'aria un po' trasandata ed impolverata ... secondo me i piedi nudi in quel contesto ci stanno molto bene, assai meglio che se vedessi uno che gira scalzo con marsina, cilindro e sciarpa bianca ...

Non sarà che per te stare scalzo è fondamentalmente trasgressione e quindi associ mentalmente piacere-peccato-vergogna?

Comunque non vedo perchè dovresti smettere di scrivere sul forum per questo ....





Sono perfettamente d' accordo con te!!!
In realtà, il vero problema siamo solo noi stessi, pensiamo di essere tolleranti, in realtà, è molto difficile essere totalmente esenti dai condizionamenti sociali, per cui a nostra volta ci eleggiamo a giudici degli altri per dettare quello che è o non è di bun gusto, quindi non riuscendo ad essere totalmente liberi e tolleranti, non tolleriamo nemmeno noi stessi, facendoci così le cosiddette pippe mentali.
Se noi giudichiamo "barboni" gli stranieri perchè a loro frega meno del vestito, vuol dire che il condizionamento da "milanese" fighetto ha raggiunto inconsciamente pure noi, questo è innegabile.
Per questo molte volte veniamo discriminati da altri "strani", quelli che magari ci aspetteremmo essere "solidali" e magari la persona che ci fa "paura" si scopre poi una nostra sostenitrice.
Detto questo non voglio assolutamente criticare Chicco, perchè capita a tutti in molti contesti della vita...

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Messaggio  Alexey Mer Ago 08 2012, 22:31

Concordo anche con Marcello che le motivazioni che ci spingono ad andare scalzi sono anche importanti per capire in profondità i nostri comportamenti e le nostre paure, se lo facciamo per essere "trasgressivi" questa passione può anche passare in fretta per occuparsi di qualcos' altro, se invece ad esempio siamo totalmente presi dal senso di intimità e dalla connessione permanente con la terra assaporando ogni superficie e godendo ogni momento, allora le nostre motivazioni saranno più "forti" e ci daranno anche più determinazione per superare gli eventuali ostacoli di percorso.

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Messaggio  Marc_63 Gio Ago 09 2012, 01:52

....se invece ad esempio siamo totalmente presi dal senso di intimità e dalla connessione permanente con la terra assaporando ogni superficie e godendo ogni momento, allora le nostre motivazioni saranno più "forti" e ci daranno anche più determinazione per superare gli eventuali ostacoli di percorso.

E' proprio questo il punto, e vedo che lo hai centrato perfettamente. Ci sono delle motivazioni che per quanto forti, nascono da un desiderio, spesso momentaneo, di appagare più il bisogno di "superare" se stessi e le convenzioni, che da una reale necessità di vivere sino in fondo un rapporto diretto, schietto, "fisico" con la natura che ci circonda e col suolo che calpestiamo.
Se l'andare scalzi non entra a far parte di noi come caratteristica del nostro "essere", rischia di rimanere un vezzo passeggero, uno sfizio che, una volta soddisfatto, si abbandona per tornare alla "normalità". Ma se, come dici tu si desidera realmente quel rapporto "intimo" col suolo che trasmette sensazioni sempre diverse, come se stessimo assaporando piatti sempre nuovi di una cucina raffinata, sapori dal gusto unico e ricercato, allora penso davvero che l'andare scalzi non possa che entrare realmente a far parte di noi come elemento caratterizzante del nostro modo di vivere. Very Happy
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Messaggio  aldo1953 Gio Ago 09 2012, 12:33

ChiccoB ha scritto:Bene, è da un po' di tempo che sto meditando. Quanto mi piace andare scalzo? Tantissimo. Quando posso andare scalzo? Bella domanda... Da sempre, molto tempo prima di iscrivermi al forum, ho desiderato dare un senso ed un motivo al mio desiderio di andare scalzo, soprattutto fuori casa. L'ho trovato appunto in questo sito. BAREFOOTING: ecco la parola che mi mancava. Ho sperimentato, ho conosciuto persone con cui condividere questa esperienza, ho avuto modo di provare le varie situazioni in cui andare scalzo: la città, la campagna, i luoghi pubblici. Adesso per me è arrivato il momento di fare un piccolo bilancio. Nella vita, se ne ho la possibilità, è bene per me sperimentare, giusto per poter stabilire se poi le scelte fatte, erano veramente ciò in cui credevo. Dopo avere fatto questo bilancio, attualmente ho concluso e dico: per me il barefooting finisce quì. Non andrò più in futuro scalzo in luoghi pubblici, la cosa non fa per me. Non andrò a piedi nudi in casa si amici, per il motivo che la maggior parte nella cerchia delle mia amicizie non gradisce. Perchè dovrei imporre la mia volontà in casa altrui? Le mie uniche attività in fatto di barefooting tuttavia non si esauriranno del tutto. Continuerò a camminare scalzo in natura, conscio del benessere che ne deriva, ma la cosa finirà lì. Non mi farò cancellare dal forum, perchè rimarrò sempre un "simpatizzante" del barefooting. Tuttavia non credo che posterò altri messaggi. Sarò un lettore come tanti, che apprezzerà chi continua a praticare questa "filosofia". Questa è la mia scelta.

Chicco.

Eh, questo è un post che mi fa pensare... amo tantissimo andare scalzo o al massimo, in infradito, anzi in Lunasandals che sono in pratica la mia unica calzatura da Marzo, infatti ne ho comperato un altro paio.. Tanto che vedo con disagio il momento in cui dovrò, sia pure non sempre, indossare scarpe chiuse a cui i miei piedi non sono più abituati. Se poi penso che non uso calze da più di un anno... ma a quelle si può rinunciare anche con le scarpe. Il fatto è però che sto perdendo un po' di fiducia, mi pare a volte di stare infantilmente a intesdardirmi su una cosa che ai più appare un capriccio o uno snobismo estremo. Mi rendo conto che il coraggio che avevo all' inizio mi sta un po' mancando. Certo vado a fare la spesa nel solito market scalzo, vado scalzo dal solito barbiere o dal giornalaio, ma sempre in un certo quartiere dove mi sento sicuro. E parlo di un periodo estivo in cui tutto o quasi è permesso come abbigliamento. In famiglia non ho certo un aiuto, ieri mia moglie mi ha messo sotto il naso un paio di sandali nuovi, piuttosto chiusi ed "eleganti", dicendomi "Così lascerai quelle ciabatte !" Ovvio che "quelle ciabatte" non le lascerò di certo per parecchio tempo ancora, ma avete capito il clima. Sia chiaro , il piacere di stare scalzo è troppo forte per rinunciarvi e il disagio di mettere scarpe chiuse eccessivo per i miei piedi ormai "viziati". Non ho una vita sociale intensa, pochi amici e pochissimi parenti (che si fanno i fatti loro) così su quel versante sono tranquillo, ma a volte ho l' impressione che l' imprinting sociale (mio e degli altri) possa a certo punto prevalere, se non altro per stanchezza . Però, Chicco, non sarà un po' di depressione estiva che ti fa vedere tutto un po' più nero ?

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Messaggio  aldo1953 Gio Ago 09 2012, 13:36

lucignolo ha scritto:
Rei ha scritto:
ChiccoB ha scritto:Questa è la mia scelta.
Contento te...
Però ho la sensazione che fra un po' andrai in crisi di astinenza...
Per questo non cercherò di discutere o contrastare le tue argomentazioni.
Tanto ci ricaschi.
Chicco non è un barefooter perduto, anzi, camminerà scalzo in natura e se questo gli fa piacere, ben venga.
Penso che potrà avere piedi anche più forti della maggior parte di noi.
Penso anche che questa decisione fosse nell'aria già da molto tempo: Chicco è una persona sensibile e comunicativa e, forse, si sarà trovato sommerso da molti e molti commenti negativi e smontanti.
Oltre a ciò è un libero professionista e, come tale, è maggiormente dipendente dal giudizio della gente.
Rispetto la sua decisione e gli mando un grosso in bocca al lupo.

Quoto completamente perchè moralmente mi trovo nella stessa situazione del tipo "e piantatela !" e professionalmente ricopro un ruolo in cui ci vuole davvero poco per perdere.. indice di gradimento. Ma sono convinto che chi è diventato scalzista non possa tornare indietro, magari moderarsi, quello sì.

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Messaggio  John & Jane Gio Ago 09 2012, 13:46

Marc_63 ha scritto:
....se invece ad esempio siamo totalmente presi dal senso di intimità e dalla connessione permanente con la terra assaporando ogni superficie e godendo ogni momento, allora le nostre motivazioni saranno più "forti" e ci daranno anche più determinazione per superare gli eventuali ostacoli di percorso.

E' proprio questo il punto, e vedo che lo hai centrato perfettamente. Ci sono delle motivazioni che per quanto forti, nascono da un desiderio, spesso momentaneo, di appagare più il bisogno di "superare" se stessi e le convenzioni, che da una reale necessità di vivere sino in fondo un rapporto diretto, schietto, "fisico" con la natura che ci circonda e col suolo che calpestiamo.
Se l'andare scalzi non entra a far parte di noi come caratteristica del nostro "essere", rischia di rimanere un vezzo passeggero, uno sfizio che, una volta soddisfatto, si abbandona per tornare alla "normalità". Ma se, come dici tu si desidera realmente quel rapporto "intimo" col suolo che trasmette sensazioni sempre diverse, come se stessimo assaporando piatti sempre nuovi di una cucina raffinata, sapori dal gusto unico e ricercato, allora penso davvero che l'andare scalzi non possa che entrare realmente a far parte di noi come elemento caratterizzante del nostro modo di vivere. Very Happy

A questo punto, dovrei puntualizzare: perché lo faccio? Ma perché mi piace, è ovvio. Tutte le altre motivazioni (ortopediche, dermatologiche e perché no, religiose) si scoprono dopo e rappresentano un valore aggiunto. Certo, che mi piace: altrimenti perché il 19 maggio a Roma mi sarei fatto la bellezza di 12 km e oltre in compagnia di Elan e altri Amici? E perché mi sarei fatto il pellegrinaggio notturno al Divino Amore -15 km garantiti- in tutta serenità e comodità? In quella occasione ho considerato che la vera penitenza sarebbe stata averlo fatto con le scarpe ai piedi!
Mia moglie, da me traviata da oltre un trentennio, condivide le mie opinioni. Per me e lei, la condizione naturale consiste nel non portarle proprio, le scarpe. Disgraziatamente, non abitiamo a Papetee, ma più banalmente ai Castelli Romani; qualcuno si meraviglia, qualcuno si è abituato e c'è chi si complimenta: ma sono pochi.
E' pur vero che un chiodo non entra alla prima martellata; però, la benevola tolleranza che abbiamo raggiunto ci conforta.
Saluti selvaggi, Gianc.

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Messaggio  aldo1953 Gio Ago 09 2012, 14:20

ChiccoB ha scritto:
Marc_63 ha scritto:Da parte mia, stimando tantissimo Chicco, non posso che accettare la sua decisione di evitare di andare scalzo in città, se questo gli crea un qualsiasi disagio. Tuttavia, proprio per la stima e l'affetto che nutro per Chicco vorrei che approfondisse insieme a noi due aspetti del suo ultimo messaggio che non mi risultano porticolarmente chiari. Chicco non hai mai espresso, neppure nelle conversazioni che abbiamo avuto in privato, una particolare passione per il camminare scalzo in centro città, e, la sua decisione da questo punto di vista non mi meraviglia più di tanto; tuttavia, lo chiedo a lui, ma lo chiedo a tanti altri che "non osano farlo", quali sono i problemi maggiori che pensano di poter avere camminando scalzi in città e se ci sono stati episodi, degni di nota, recenti o meno recenti, che possono averli scoraggiati dal perseverare nel tentativo di farlo.
Secondo ; posso comprendere la scelta di camminare scalzo solo in campagna, ma per quale motivo Chicco hai deciso di non partecipare più alle discussioni sul forum ? Forse credi che siano meno interessanti le esperienze che si vivono scalzi a contatto con la natura e col "Creato" ? O credi che, camminando scalzo solo in campagna tu possa essere ritenuto un "barefooter di serie B" ? Se poi pensi che il tenore generale di questo forum, possa scoraggiare, per un qualsiasi motivo, gli interventi tuoi e di altri, credo che a maggior ragione questa sia la sede adatta per farlo presente. Ciascuno di noi, vorrà dire che si confronterà con quanto dirai e, se è persona intelligente, potrà anche mettere in discussione il proprio modo di fare e cercare di correggerlo se ritiene di essere in errore. Nessuno è esente da errori, tutto sta nel confrontarsi e nel trovare assieme, collegialmente, la strada migliore per essere sempre più autentici, rispettosi e disponibili verso gli altri della community al fine di esserlo poi altrettanto con le persone "esterne". Wink
Hai ragione Marcello. Per il rispetto di chi legge il forum, desidero dare alcune spegazioni della mia scelta, per altro fatta molto serenamente, senza forzature esterne. Già da qualche anno, camminare scalzo in luoghi pubblici, come la città o negozi, mi dava un senso di disagio. Premetto che il disagio è mio, non necessariamente della gente che incontravo. Anche se, com'è stato per molti di noi, gli occhi incuriositi delle persone che incrociavo, mi davano fastidio. Ho notato che scalzo davo nell'occhio, troppo nell'occhio... I primi tempi, preso dall'entusiasmo non facevo caso a queste cose. Dentro me c'era la voglia di poter sperimentare, di capire sino a che punto fossi in grado di "gestire" la situazione. Era come se fossi "impermeabile" (come ha sottolineato un amico, tempo fa) agli estranei. Poi ho iniziato ad aprire gli occhi e "sbirciare" gli sguardi della gente, le espressioni che facevano. Ed è scattato qualcosa in me per cui, la cosa non mi è andata più bene. Tuttavia, non ho voluto rinunciare del tutto alla mie passeggiate scalzo in città, sperando con l'abitudine, di riuscire ad essere ancora "impermeabile" come un tempo. Purtroppo, le cose non sono migliorate, e il mio disagio aumentava. Ho quindi fatto un primo bilancio, domandandomi se era il caso di continuare ad andare scalzo per città. Ancora una volta, il piacere di stare scalzo è prevalso, e ho deciso di modificare le mie uscite a piedi nudi. Ho scoperto la collina, e i suoi percorsi immersi nella natura. Lì, in quel contesto, ho trovato ciò che cercavo! La pace, l'assenza di persone, ed il contatto con la terra. Un' altra domanda che mi sono posto è stata: quanto voglio stare scalzo? Tutto il giorno? Solo una parte? Mi sono dato una risposta chiara e semplice, che mi ha illuminato su cosa intendessi fare: per me il barefooting è una filosofia, molto importante e molto seria. Ma soprattutto è una ginnastica, per il piede ed anche per tutto il corpo. Partendo da questo presupposto, associando la mia filosofia ad un allenamento, mi sono detto: l'allenamento deve avere un tempo preciso, non deve durare tutto il giorno. Ecco chiarito un altro punto su quanto stare scalzo. Per me, è sufficiente mettermi a piedi nudi per un tempo determinato della giornata. Avevo bisogno di fare chiarezza su tutti questi aspetti. Non me nendevo conto, ma avevo bisogno di mettermi delle regole, e rispettarle. Ecco spiegata la mia decisione di porre fine, in un certo senso al barefooting. Non in modo permanente. C'è poi un altro aspetto, a cui non avevo mai dato importanza prima d'ora. Sino adesso, avevo sempre visto soltanto le mie piante dei piedi, annerite dalle camminate. Esclusi ovviamente gli amici del forum con cui mi ero incontrato. Recentemente ho incontrato alcune persone scalze, per città. Incuriosito, ho guardato i loro piedi nudi. Ho provato una sensazione di disgusto alla vista dei loro piedi neri. Non so se sarò capace di spiegare con poche semplici parole quello che ho provato. Premetto che queste persone erano stranieri, vestiti malamente, e dall'aspetto trasandato. Erano in bicicletta, e avevano enormi zaini sulle spalle. Non erano i soliti turisti, magari abbigliati in modo "stravagante", come spesso accade quando fa caldo. Ecco, la cosa che mi ha fatto riflettere è stata questa: ho associato il camminare a piedi nudi con un senso di "trasandato". Probabilmente, se avessi incontrato una persona vestita in modo decoroso, penso che mi avrebbe fatto un' altra impressione. Ma purtroppo in tutti questi anni, di persone scalze per città, in tutta onestà non ne ho mai incontrate, a parte me... Quello che mi ha turbato, è stata l'idea (quando cammono scalzo in ambienti urbani) di dare di me un'immagine di persona poco pulita e disordinata, nel senso letterario del termine. Ora voi giustamente penserete: "ma anche camminare scalzi in campagna è la stessa cosa, l'immagine che si da di noi non cambia"... Io credo che ci debba essere sempre un giusto contesto in ogni cosa che si compie... E per me, il contesto che più mi si addice, quando vado a piedi nudi, è un luogo dove ha "senso farlo". Ovvero, percorsi dedicati al footing, oppure piste per podisti. Ora, sperando di avere fatto chiarezza ( e non avere annoiato) su quanto ho scritto, vi abbraccio tutti. In futuro, desidererò spiegare anche alcuni aspetti negativi del barefooting. So che molti di voi non lo troveranno necessario, ma ritengo che qualsiasi esperienza, sensazione, emozione, positiva o negativa, se la si è provata, la si debba dire. Nel bene e nel male.

Chicco.


Ecco cosa mi mancavo, caro Chicco. Avevo l' impressione che a volte mi capita sul lavoro di non riuscire a capire la situazione perchè manca quell' indizio preciso. Ora ce l' ho. Eri già a disagio per conto tuo (a chi lo dici), ma entusiasta. poi ti sei "visto da fuori" quando hai visto quei due globetrotter anche se tu non avevi nulla a che fare con loro. L' inverno scorso, mentre prelevavo a un Bancomat in giacca di velluto, jeans e... piedi nudi fui preso da una ragazzina per un possibile orco. Nulla accadde ma fui talmente toccato dall' episodio che decisi di non fare più un passo scalzo fuori di casa. poi tanti amici del sito mi aiutarono, ma ancora oggi in "quel" bancomat non ci ho rimesso ... piede nè scalzo nè scarpato. Ero davvero terrorizzato, mi vedevo sporco, maleducato, cosa che per certo non sono, mi sentivo come caduto nel fango. poi mi ripresi ma anche la mia impermeabilità era rotta. Ci sono evidentemente persone con più o meno faccia tosta, chi non fa parte di esse
è inevitabilmente più sensibile all' ambiente e a volte finisce per evitare a priori situazioni potenzialmente imbarazzanti. Non ti conosco personalmente, ma i tuoi scritti sono sempre stati utili a tutti, dunque perchè non continuare a seguire attivamente il forum. Sai come si dice "Barefooter una volta, barefooter per sempre". me lo sono inventato ma va bene lo stesso. Un abbraccio

Aldo

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