Chiarimenti

Colleziono fumetti che acquisto in un negozio vicino ai Musei Vaticani. Il che significa che da casa mia c'è una distanza che, in città come Brescia, si cambierebbe non solo il quartiere, ma anche il comune.
Il negozio è a 150 metri dalla fermata della metro di "Cipro - Musei Vaticani", quindi il mio solo contatto con questo quartiere è un'apparizione scalza più o meno settimanale sui 150 metri di Via Candia che separano la metro dal negozio.
Per lavori alla metropolitana ieri ho dovuto percorrere (andata e ritorno) via Candia prendendola dall'altra parte, dalla fermata "Ottaviano - San Pietro". Circa 800 / 900 metri.
Per motivi tecnici ero, di malavoglia, in infradito.
Al ritorno, arrivato a pochi metri dalla fermata della metro, un signore a me totalmente sconosciuto mi ferma e mi chiede perché questa volta avevo le scarpe.
Mentre cercavo di capire chi fosse e non volendo raccontargli i fatti miei ho risposto che i marciapiedi scottavano troppo per andare scalzo.
Vista la faccia perplessa ho aggiunto "Però adesso si è rinfrescato e sto meditando di toglierle."
Rassicurato, mi ha salutato se ne è andato.
Continuo a non avere la più pallida idea di chi fosse.
Però sono contento di non aver sconvolto le sue certezze.

Nonostante gli anni una delle prime cose che la gente fa (anche molti amici) quando mi vede è quella di controllare se sono scalzo.

Nonostante sia risaputo che in inverno vado con i sandali (Chaco) senza calze al lavoro e nel tempo libero metto le infradito. Puntualmete alla prima gelata o neve appena salito in treno controllano e mi chiedono "Ma non hai freddo?"

Penso che effettivamente il desiderio che molti anno di andare scalzi ci promuova a modelli di coerenza.