Anche in tempi .. "non sospetti" ....
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Marco53
Alexey
Marc_63
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Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Carissimi,
spesso noi che andiamo scalzi viviamo, raccontiamo e leggiamo di tutta una serie di difficoltà e di incomprensioni che, andando a piedi nudi, riscontriamo nel praticare il barefooting tra la gente. Leggendo tanti interventi sul forum, ci capita spesso di attribuire queste nostre difficoltà alla moda diffusa (quella di indossare le scarpe), all'ignoranza, e al "ben pensare" dei tempi d'oggi; mentre altre volte riecheggia in noi una certa nostalgia per i tempi passati nei quali lo stare scalzi rappresentava quasi uno standard di vita (soprattutto tra i meno abbienti).
Approfondendo i miei studi francescani, per meglio conoscere sotto ogni punto di vista, la personalità eccezionale e unica di San Francesco D' Assisi, che possiamo a ben ragione considerare il più grande barefooter della storia (quanto meno quello più conosciuto e ammirato), mi sono imbattuto in un libro, intitolato appunto "Francesco di Assisi", scritto da un francescano tutt'ora vivente che si chiama Gianmaria Polidoro (Casa editrice Porziuncola).
Oltre che interessante da un punto di vista spirituale (per chi ovviamente, ama il genere) l'ho trovato estremamente utile nel descrivere non solo la missione del Santo, ma vari aspetti psicologici legati a quel tipo di missione nel mondo e al rapporto che Francesco e i suoi primi seguaci vivevano con i loro contemporanei; un rapporto che non sempre era felice.
Nel libro è riportata una cronaca curiosa, di cui vi riporto integralmente un breve ma significativo stralcio (autore un certo Sabbatino, seguace di Francesco); si legge :" .... e quando facevamo vedere che si poteva essere lieti anche con una tunica soltanto e delle mutande e che si poteva stare scalzi senza aver rancore per quelli calzati; ebbene, allora ci prendevano anche per matti. Ma alcuni restavano colpiti da quello che dicevamo e da quello che facevamo. Si convertivano e volevano lasciare tutto per seguirci."
Ora, la cosa che più mi ha colpito leggendo questo brano (a pag. 56/57 del libro sopra citato) è stato non tanto il fatto di essere prese per matti perchè andavano scalzi, (all'epoca i poveri andavano tutti scalzi), ma dell'andare scalzi senza provare rancore per i calzati. Sappiamo che Francesco e i suoi primi seguaci erano benestanti, se non di nobili casate, e ciò che dunque scandalizzava la gente, già da allora, nel vederli scalzi, non era il fatto in se ma la scelta che essi avevano operato nello spogliarsi di tutto e nello scegliere la povertà andando (tra le altre cose) a piedi nudi. Se ci pensiamo bene, le cose non andavano in quell'epoca remota (anni 1200 e seguenti) in maniera molto diversa da oggi. Anche allora, la scelta dell'apparire o dell'essere diversi nelle scelte di vita, era ritenuta disdicevole, come una forma di pazzia.
Cosa dunque ci ha portato la civiltà, almeno sotto certi punti di vista, se non un inasprimento di certe mentalità ottuse che la storia registra sin dall'antichità ?
spesso noi che andiamo scalzi viviamo, raccontiamo e leggiamo di tutta una serie di difficoltà e di incomprensioni che, andando a piedi nudi, riscontriamo nel praticare il barefooting tra la gente. Leggendo tanti interventi sul forum, ci capita spesso di attribuire queste nostre difficoltà alla moda diffusa (quella di indossare le scarpe), all'ignoranza, e al "ben pensare" dei tempi d'oggi; mentre altre volte riecheggia in noi una certa nostalgia per i tempi passati nei quali lo stare scalzi rappresentava quasi uno standard di vita (soprattutto tra i meno abbienti).
Approfondendo i miei studi francescani, per meglio conoscere sotto ogni punto di vista, la personalità eccezionale e unica di San Francesco D' Assisi, che possiamo a ben ragione considerare il più grande barefooter della storia (quanto meno quello più conosciuto e ammirato), mi sono imbattuto in un libro, intitolato appunto "Francesco di Assisi", scritto da un francescano tutt'ora vivente che si chiama Gianmaria Polidoro (Casa editrice Porziuncola).
Oltre che interessante da un punto di vista spirituale (per chi ovviamente, ama il genere) l'ho trovato estremamente utile nel descrivere non solo la missione del Santo, ma vari aspetti psicologici legati a quel tipo di missione nel mondo e al rapporto che Francesco e i suoi primi seguaci vivevano con i loro contemporanei; un rapporto che non sempre era felice.
Nel libro è riportata una cronaca curiosa, di cui vi riporto integralmente un breve ma significativo stralcio (autore un certo Sabbatino, seguace di Francesco); si legge :" .... e quando facevamo vedere che si poteva essere lieti anche con una tunica soltanto e delle mutande e che si poteva stare scalzi senza aver rancore per quelli calzati; ebbene, allora ci prendevano anche per matti. Ma alcuni restavano colpiti da quello che dicevamo e da quello che facevamo. Si convertivano e volevano lasciare tutto per seguirci."
Ora, la cosa che più mi ha colpito leggendo questo brano (a pag. 56/57 del libro sopra citato) è stato non tanto il fatto di essere prese per matti perchè andavano scalzi, (all'epoca i poveri andavano tutti scalzi), ma dell'andare scalzi senza provare rancore per i calzati. Sappiamo che Francesco e i suoi primi seguaci erano benestanti, se non di nobili casate, e ciò che dunque scandalizzava la gente, già da allora, nel vederli scalzi, non era il fatto in se ma la scelta che essi avevano operato nello spogliarsi di tutto e nello scegliere la povertà andando (tra le altre cose) a piedi nudi. Se ci pensiamo bene, le cose non andavano in quell'epoca remota (anni 1200 e seguenti) in maniera molto diversa da oggi. Anche allora, la scelta dell'apparire o dell'essere diversi nelle scelte di vita, era ritenuta disdicevole, come una forma di pazzia.
Cosa dunque ci ha portato la civiltà, almeno sotto certi punti di vista, se non un inasprimento di certe mentalità ottuse che la storia registra sin dall'antichità ?
Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Chiamiamola civiltà o dominazione, è iniziata 10mila anni fa con l'era agricola. Da una parte ha portato alla nascita di cultura, tecnologia, ecc.., dall'altra ha portato a vivere in schiavitù e a rispettare stupide regole e ci ha disconnesso dalla nostra natura e dalla nostra nicchia evolutiva. L'uomo è un animale intelligente ma cog...ne...e la storia insegna, si ripetono sempre le stesse cose anche se in modalità diverse. Gli studiosi che sono andati a vedere le popolazioni che vivono ancora come cacciatori raccoglitori sono rimasti stupiti dal fatto che cacciano e raccolgono poche ore al giorno e riposano e festeggiano un sacco, sempre felici, sorridenti e in salute, altro che selvaggi... E senza i-phone ecc..ovviamente noi non possiamo vivere come loro, ma imparare qualcosa si...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
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Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Ovviamente i loro pari che sono passati allo stile di vita occidentale sono malnutriti, malati, poveri e coatti, perché non hanno i mezzi per imitarci in tutto...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Hai ragione .... vorrei approfondire la mia risposta ma temo che cadrei nel terreno religioso - spirituale - antropologico e preferisco non farlo per rispetto a chi non la pensa come me....
Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Alle considerazioni che hai fatto c'è da aggiungere anche la suddivisione della popolazione in due sole classi sociali (nobiltà e pezzenti) con in mezzo una nascente terza classe che prese il nome generalizzato di borghesia. Il passaggio da una classe all'altra era quasi inesistente (al più appunto si passava da pezzenti a borghesi se le cose andavano al meglio o diventavi nobile per meriti eccelsi in guerra).
In ogni caso era praticamente impensabile un percorso inverso. Al massimo chi era nobile passava agli ordini religiosi, ma praticamente finiva di fare l'abate o il cardinale e difficilmente il parroco di campagna. Pensare a uno di ricca e stimata famiglia che si fa povero fra i poveri era considerata pazzia.
Mentalità che con sfumature e "ammodernamenti" esistono ancora e da qui gli stessi pensieri verso chi non segue la corrente. Pensate anche all'impatto del movimento hippie sulla società neo-consumistica degli anni Sessanta, almeno nella accezione pulita del termine hippy (eccetto che per il di sotto dei piedi ) e cioé prima che fosse corrotto dalla droga, anche se questa fase pre-marjuana durò effettivamente poco.
Com'erano visti ? Più o meno come gli zingari. Solo che gli hippies si sono praticamente estinti, mentre gli zingari non vanno manco più scalzi.
Noi comunque non siamo hippy: abbiamo solo riscoperto un senso in più, un piacere e una comodità in più, accettiamo qualche rischio in più (nel senso delle piccole ferite ai piedi e di qualche sfottò da chi deve sempre insegnarti come lui vuole che gli altri debbano stare al mondo). Tutto qui. Ignoriamo il secondo che ho detto e preoccupiamoci solo di non farci male. Con un po' di attenzione ce la facciamo benissimo !!!
La quadratura della questione non la troveremo mai. Ci sarà sempre un cretino o un perfetto ignorante dall'elettroencefalogramma piatto che troverà qualcosa da ridire. Una volta che facciamo scudo contro quello non ci ferma più nessuno!
Saluti medievali (ma illuminati).
Marco53
In ogni caso era praticamente impensabile un percorso inverso. Al massimo chi era nobile passava agli ordini religiosi, ma praticamente finiva di fare l'abate o il cardinale e difficilmente il parroco di campagna. Pensare a uno di ricca e stimata famiglia che si fa povero fra i poveri era considerata pazzia.
Mentalità che con sfumature e "ammodernamenti" esistono ancora e da qui gli stessi pensieri verso chi non segue la corrente. Pensate anche all'impatto del movimento hippie sulla società neo-consumistica degli anni Sessanta, almeno nella accezione pulita del termine hippy (eccetto che per il di sotto dei piedi ) e cioé prima che fosse corrotto dalla droga, anche se questa fase pre-marjuana durò effettivamente poco.
Com'erano visti ? Più o meno come gli zingari. Solo che gli hippies si sono praticamente estinti, mentre gli zingari non vanno manco più scalzi.
Noi comunque non siamo hippy: abbiamo solo riscoperto un senso in più, un piacere e una comodità in più, accettiamo qualche rischio in più (nel senso delle piccole ferite ai piedi e di qualche sfottò da chi deve sempre insegnarti come lui vuole che gli altri debbano stare al mondo). Tutto qui. Ignoriamo il secondo che ho detto e preoccupiamoci solo di non farci male. Con un po' di attenzione ce la facciamo benissimo !!!
La quadratura della questione non la troveremo mai. Ci sarà sempre un cretino o un perfetto ignorante dall'elettroencefalogramma piatto che troverà qualcosa da ridire. Una volta che facciamo scudo contro quello non ci ferma più nessuno!
Saluti medievali (ma illuminati).
Marco53
Marco53- Numero di messaggi : 1116
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Marco53 ha scritto:Alle considerazioni che hai fatto c'è da aggiungere anche la suddivisione della popolazione in due sole classi sociali (nobiltà e pezzenti) con in mezzo una nascente terza classe che prese il nome generalizzato di borghesia. Il passaggio da una classe all'altra era quasi inesistente (al più appunto si passava da pezzenti a borghesi se le cose andavano al meglio o diventavi nobile per meriti eccelsi in guerra).
In ogni caso era praticamente impensabile un percorso inverso. Al massimo chi era nobile passava agli ordini religiosi, ma praticamente finiva di fare l'abate o il cardinale e difficilmente il parroco di campagna. Pensare a uno di ricca e stimata famiglia che si fa povero fra i poveri era considerata pazzia.
Mentalità che con sfumature e "ammodernamenti" esistono ancora e da qui gli stessi pensieri verso chi non segue la corrente. Pensate anche all'impatto del movimento hippie sulla società neo-consumistica degli anni Sessanta, almeno nella accezione pulita del termine hippy (eccetto che per il di sotto dei piedi ) e cioé prima che fosse corrotto dalla droga, anche se questa fase pre-marjuana durò effettivamente poco.
Com'erano visti ? Più o meno come gli zingari. Solo che gli hippies si sono praticamente estinti, mentre gli zingari non vanno manco più scalzi.
Noi comunque non siamo hippy: abbiamo solo riscoperto un senso in più, un piacere e una comodità in più, accettiamo qualche rischio in più (nel senso delle piccole ferite ai piedi e di qualche sfottò da chi deve sempre insegnarti come lui vuole che gli altri debbano stare al mondo). Tutto qui. Ignoriamo il secondo che ho detto e preoccupiamoci solo di non farci male. Con un po' di attenzione ce la facciamo benissimo !!!
La quadratura della questione non la troveremo mai. Ci sarà sempre un cretino o un perfetto ignorante dall'elettroencefalogramma piatto che troverà qualcosa da ridire. Una volta che facciamo scudo contro quello non ci ferma più nessuno!
Saluti medievali (ma illuminati).
Marco53
Bravo Marco!
Se ce la facciamo, proprio per rispettare quanto dici, (vale a dire che se cerchiamo l'approvazione degli altri possiamo aspettare ...) direi di ignorare per quanto possibile sguardi e/o commenti altrui restando invece disponibili a spiegare a chi dimostra interesse e vuole capire.
Questo non significa che non se ne deve parlare qui, beninteso; però teniamo sempre presente che con i cretini e gli ignoranti è difficile confrontarsi. E non solo sul barefooting!
bfpaul
Se ce la facciamo, proprio per rispettare quanto dici, (vale a dire che se cerchiamo l'approvazione degli altri possiamo aspettare ...) direi di ignorare per quanto possibile sguardi e/o commenti altrui restando invece disponibili a spiegare a chi dimostra interesse e vuole capire.
Questo non significa che non se ne deve parlare qui, beninteso; però teniamo sempre presente che con i cretini e gli ignoranti è difficile confrontarsi. E non solo sul barefooting!
bfpaul
Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Alexey ha scritto:Chiamiamola civiltà o dominazione, è iniziata 10mila anni fa con l'era agricola. Da una parte ha portato alla nascita di cultura, tecnologia, ecc.., dall'altra ha portato a vivere in schiavitù e a rispettare stupide regole e ci ha disconnesso dalla nostra natura e dalla nostra nicchia evolutiva. L'uomo è un animale intelligente ma cog...ne...e la storia insegna, si ripetono sempre le stesse cose anche se in modalità diverse. Gli studiosi che sono andati a vedere le popolazioni che vivono ancora come cacciatori raccoglitori sono rimasti stupiti dal fatto che cacciano e raccolgono poche ore al giorno e riposano e festeggiano un sacco, sempre felici, sorridenti e in salute, altro che selvaggi... E senza i-phone ecc..ovviamente noi non possiamo vivere come loro, ma imparare qualcosa si...
Attenzione ragazzi che anche nelle sociatà "primitive", anzi in QUALUNQUE società, ci sono regole, a volte ancor piu' stringengti di quella della cosiddetta "civiltà occidentale".
SI puo' far passare che lo scalzismo sia un valore (o almeno non sia un dis-valore) senza sparare a zero sul cammino fatto dall'uomo. A me non dispiace affatto non essere morto a 24-25 anni per una polmonite, o di poter scegliere di non manomettre il mio corpo, o di aver constretto la mia donna a far un figlio all'anno per averne vivi al piu' un paio, o di godere dell'annunciata di Antonello o semplicenente di sapere cosa succede in un raggio un po' piu' ampio dei 10 km del mio territorio di caccia
Sorry, ma su questo non vi seguo.
Roberto
BWV1001- Numero di messaggi : 22
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Il problema è sempre legato a quello che ti raccontano, ai miti, e ai condizionamenti, in realtà le cose non stanno proprio esattamente come dici te, è un analogo a come viene presentato a volte lo scalzismo, pericoloso e da selvaggio. Certo che la vita in natura è dura, ma dipende sempre dagli indicatori con i quali misuriamo salute, felicità, ecc., dipende dai punti di vista e ci sono pro e contro...è vero che grazie ad alcuni farmaci oggi sopravviviamo a cose che magari uccidevano in passato, ma è anche vero che oggi curiamo malattie che ci siamo creati con le nostre mani (circa il 90%)... È vero che in natura se ti tagli puoi anche morire e la mortalità infantile è elevata, ma non esistono quasi la sindrome metabolica, diabete, tumori e neppure le carie. Guardati il lavoro di Weston Price, te lo scarichi dal web, è stato fatto anni e anni fa ma ti mostra le differenze di salute tra le varie tribù del mondo prima e dopo l'occidentalizzazione...
Non siamo una razza "fallata" di natura, la maggior parte dei problemi ce li creiamo noi stessi, mixando la giusta tecnologia con un ritorno ad una vita più sintonica con le leggi di Madre Natura si potrebbe vivere a lungo e in salute...
Non siamo una razza "fallata" di natura, la maggior parte dei problemi ce li creiamo noi stessi, mixando la giusta tecnologia con un ritorno ad una vita più sintonica con le leggi di Madre Natura si potrebbe vivere a lungo e in salute...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Ed è anche sbagliato il discorso della fertilità, la donna in natura era fertile solo in certi periodi come gli animali, è diventata cronicamente fertile solo col surplus cronico di zuccheri, inoltre, se dal nostro punto di vista sembra crudele, da un punto di vista della natura, il controllo naturale delle nascite serve per evitare la sovrapopolazione, come sta avvenendo per noi, aspettiamo che 10 miliardi di persone abbiano frigo, auto, ecc... e attingano alle risorse agricole come noi, poi non ci trastulleremo più
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Dal punto di vista antropologico, per quel che ne so dai miei studi, le femmine degli ominidi non mi pare fossero fertili solo in certi periodi, come del resto non lo sono parecchie specie di animali, scimmie comprese. Comunque non estremizziamo il concetto, sennò ci cacciamo in un tunnel da soli.Alexey ha scritto:Ed è anche sbagliato il discorso della fertilità, la donna in natura era fertile solo in certi periodi come gli animali, è diventata cronicamente fertile solo col surplus cronico di zuccheri, inoltre, se dal nostro punto di vista sembra crudele, da un punto di vista della natura, il controllo naturale delle nascite serve per evitare la sovrapopolazione, come sta avvenendo per noi, aspettiamo che 10 miliardi di persone abbiano frigo, auto, ecc... e attingano alle risorse agricole come noi, poi non ci trastulleremo più
E' vero che la vita media è passata da 25 a 75 anni nel corso di 'appena' qualche millennio, ed è anche vero che la morte precoce di tanti bambini piccoli permetteva a quelli più sani/robusti/dotati di sopravvivere e irrobustire la specie. Ma è anche vero che qui dobbiamo vivere e il mondo com'é, il più delle volte è una responsabilità non nostra ma di generazioni di cosiddetti "potenti" (e sfruttatori) contro i quali poco possiamo se non adottare uno stile più sobrio e consapevole di vita. Visto che magari l'automobile ci serve (anche solo per incontrarci, visto che non stiamo tutti negli stessi 10 km di caccia), possiamo benissimo rinunciare ad altro. A cominciare dalle scarpe, che ne dite
Dobbiamo adattarci alla vita del 2014 e non pensare a quella di 4000 o anche solo 400 anni fa.
Penso che se tornassimo a quei tempi la cosa più sconvolgente che potremmo avvertire sia la puzza . Non avremmo il naso adatto a superare lo choc di odori che il nostro modo di vivere ha rimosso o al massimo relegato in piccoli orifizi delle case o nei bidoni del pattume. Ci avete mai pensato?
Saluti profumati.
Marco53
Marco53- Numero di messaggi : 1116
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Secondo me non è mai esistita una "società idilliaca" a misura d'uomo e a misura del singolo uomo.
Una volta chi camminava scalzo aveva le piante dei piedi color marrone, della terra, oggi, vediamo che, dopo aver camminato per strada, ci troviamo le piante nere, color particolato.
Nel Medio Evo un benestante che camminava scalzo era considerato un pazzo, oggi, quanto meno, passa per uno stravagante.
Ogni società, oltre ad avere abitudini, regole, (spesso anche non scritte), ha avuto un (suo) senso dell'armonia.
Anticamente un povero che camminava scalzo, faceva parte di quell'armonia generale alla quale i nostri "nonni" erano abituati, mentre, già allora, un benestante che camminava scalzo costituiva un "fatto insolito". Oggi ancora peggio, in una società dove neppure i poveri vanno più scalzi, quel "fatto insolito" diventa un vero e proprio elemento di disarmonia sociale.
C'è poco da fare, anche con la più grande buona volontà, l'occhio va a cogliere il "diverso", è questo è un fatto del tutto naturale, che spesso capita anche a noi.
Rido al pensiero di quanto mi capitò circa tre anni fa a Firenze. Giravo tranquillamente scalzo per il Centro, fra i numerosi turisti, distratto dalle bellezze artistiche della Città, distratto da una folla senza volto, immensa e multicolore di turisti di ogni parte del mondo, quando l'occhio mi cade su una giovane coppia, un ragazzo e una ragazza che, sandali in mano, camminavano scalzi. Mi rivolgo alla persona che stava con me e le dico serio :"Guarda quei due .. scalzi ... ma che son matti ?"
Solo dopo aver visto lo sguardo sconcertato, rivolto a me, di chi mi accompagnava, ho realizzato che anch'io ero scalzo e che avevo, seppur inconsciamente, in un momento di distrazione, reagito come un qualunque "calzato benpensante".
Se vogliamo, ma ne abbiamo parlato anche altre volte, neppure noi siamo completamente immersi in una mentalità "scalzista", se lo fossimo, penso che vivremmo la cosa in maniera così naturale e "scontata" che non avremmo bisogno certo di confrontarci tra noi in un forum o in un' associazione.
Se vediamo un'altra persona che cammina scalza, ci può forse far piacere, ma è fuori dubbio che la "disarmonia" la cogliamo, eccome, e che abbiamo bisogno di un istante prima di "riaverci" dal "sogno o son desto?"
Ora, vedete, tutte le disarmonie che si possono cogliere, creano un certo shock alla persona, e c'é chi reagisce facendo finta di nulla, chi reagisce fissando lo sguardo come inebetito, chi con una smorfia di disprezzo, chi con domande spudorate, chi, addirittura con insulti (più o meno velati) o con rimproveri.
Il problema non è solo un "fatto culturale", il problema, secondo me, sta nell'incapacità di molti a saper reagire in maniera equilibrata e razionale di fronte ad un qualcosa di insolito (anche se innocuo); costoro, ai quali spesso mancano persino gli elementi basilari dell'educazione e del rispetto per gli altri, non si pongono neppure il problema se, con il loro modo di reagire, possano mettere o no in imbarazzo una persona; non è un problema loro ... il nostro essere scalzi ha creato loro una sorta di "imbarazzo", ebbene, per molti, in casi come questo, esiste la legge del "Taglione", cioè infliggere in chi ha causato una "pena", una pena analoga a quella ricevuta :"Se mi scandalizzi, ti scandalizzo !"
La gente è uguale oggi a quella del tempo di Francesco D'Assisi, che veniva insultato dagli stessi poveri per essersi fatto povero, da coloro che andavano scalzi, per essersi fatto scalzo. E, badate, non c'é, ne' ci sarà mai civiltà, progresso, tecnologia, moda, cultura, che cambieranno il modo di porsi della gente all'interno della società (e peggio in una società provinciale come la nostra). Consideriamo però, che ogni libertà ha il suo prezzo, in qualsiasi epoca.
Una volta chi camminava scalzo aveva le piante dei piedi color marrone, della terra, oggi, vediamo che, dopo aver camminato per strada, ci troviamo le piante nere, color particolato.
Nel Medio Evo un benestante che camminava scalzo era considerato un pazzo, oggi, quanto meno, passa per uno stravagante.
Ogni società, oltre ad avere abitudini, regole, (spesso anche non scritte), ha avuto un (suo) senso dell'armonia.
Anticamente un povero che camminava scalzo, faceva parte di quell'armonia generale alla quale i nostri "nonni" erano abituati, mentre, già allora, un benestante che camminava scalzo costituiva un "fatto insolito". Oggi ancora peggio, in una società dove neppure i poveri vanno più scalzi, quel "fatto insolito" diventa un vero e proprio elemento di disarmonia sociale.
C'è poco da fare, anche con la più grande buona volontà, l'occhio va a cogliere il "diverso", è questo è un fatto del tutto naturale, che spesso capita anche a noi.
Rido al pensiero di quanto mi capitò circa tre anni fa a Firenze. Giravo tranquillamente scalzo per il Centro, fra i numerosi turisti, distratto dalle bellezze artistiche della Città, distratto da una folla senza volto, immensa e multicolore di turisti di ogni parte del mondo, quando l'occhio mi cade su una giovane coppia, un ragazzo e una ragazza che, sandali in mano, camminavano scalzi. Mi rivolgo alla persona che stava con me e le dico serio :"Guarda quei due .. scalzi ... ma che son matti ?"
Solo dopo aver visto lo sguardo sconcertato, rivolto a me, di chi mi accompagnava, ho realizzato che anch'io ero scalzo e che avevo, seppur inconsciamente, in un momento di distrazione, reagito come un qualunque "calzato benpensante".
Se vogliamo, ma ne abbiamo parlato anche altre volte, neppure noi siamo completamente immersi in una mentalità "scalzista", se lo fossimo, penso che vivremmo la cosa in maniera così naturale e "scontata" che non avremmo bisogno certo di confrontarci tra noi in un forum o in un' associazione.
Se vediamo un'altra persona che cammina scalza, ci può forse far piacere, ma è fuori dubbio che la "disarmonia" la cogliamo, eccome, e che abbiamo bisogno di un istante prima di "riaverci" dal "sogno o son desto?"
Ora, vedete, tutte le disarmonie che si possono cogliere, creano un certo shock alla persona, e c'é chi reagisce facendo finta di nulla, chi reagisce fissando lo sguardo come inebetito, chi con una smorfia di disprezzo, chi con domande spudorate, chi, addirittura con insulti (più o meno velati) o con rimproveri.
Il problema non è solo un "fatto culturale", il problema, secondo me, sta nell'incapacità di molti a saper reagire in maniera equilibrata e razionale di fronte ad un qualcosa di insolito (anche se innocuo); costoro, ai quali spesso mancano persino gli elementi basilari dell'educazione e del rispetto per gli altri, non si pongono neppure il problema se, con il loro modo di reagire, possano mettere o no in imbarazzo una persona; non è un problema loro ... il nostro essere scalzi ha creato loro una sorta di "imbarazzo", ebbene, per molti, in casi come questo, esiste la legge del "Taglione", cioè infliggere in chi ha causato una "pena", una pena analoga a quella ricevuta :"Se mi scandalizzi, ti scandalizzo !"
La gente è uguale oggi a quella del tempo di Francesco D'Assisi, che veniva insultato dagli stessi poveri per essersi fatto povero, da coloro che andavano scalzi, per essersi fatto scalzo. E, badate, non c'é, ne' ci sarà mai civiltà, progresso, tecnologia, moda, cultura, che cambieranno il modo di porsi della gente all'interno della società (e peggio in una società provinciale come la nostra). Consideriamo però, che ogni libertà ha il suo prezzo, in qualsiasi epoca.
Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Occhio a non berti le fesserie sugli zuccheri.Alexey ha scritto:è diventata cronicamente fertile solo col surplus cronico di zuccheri
Sono fesserie senza prove scientifiche.
Non starò qui a confutarle, ma lascio la parola ad un vero scienziato, non ad un demente che non sa neppure cos'è lo zucchero ma spara scemenze a raffica:
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/06/03/miti-culinari-6-lo-zucchero-veleno-bianco/
Passiamo al resto:
I tumori venivano anche in antichità, il punto era sopravvivere abbastanza affinché si manifestassero.
Sulle carie non saprei dirti, ma diabete ed altre malattie moderne erano presenti anche negli uomini primitivi.
Il punto è che TUTTE le malattie legate ad un'età avanzata per gli standard dell'epoca (diciamo dai 40 in poi), non avevano tempo di manifestarsi nella stragrande maggioranza delle persone dell'epoca, semplicemente perché morivano prima.
In compenso sono scomparse molte malattie da usura.
Altre ce le siamo inventate e poi sono scomparse, come la spina ossea che provocava la sordità nei forti frequentatori delle terme romane.
In compenso le malattie infettive non sono più confinate in zone ristrette, ma viaggiano allegramente per il mondo, o meglio viaggerebbero se non vi fosse un'organizzazione estremamente efficiente nel bloccarle.
Organizzazione di cui vediamo poco: non fa azioni eclatanti, ma quando un mio amico è morto per la Legionella, non c'è stata nessuna epidemia perché, appena saputo della sua malattia (era ancora vivo), subito si è attivata una struttura d'emergenza che ha individuato il focolaio d'infezione, stroncando sul nascere la possibilità di altre infezioni.
Conclusione: avremo forse qualche malattia in più che ci siamo "inventati" con il progresso, ma in generale siamo molto ma molto più in salute di qualunque nostro antenato di epoche precedenti.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Guarda, ci sono degli esempi viventi, i popoli di cacciatori raccoglitori, con studi fatti da veri scienziati, e anche il discorso del surplus di zuccheri, vedi gli studi anche dell'università di Padova sui composti AGES, ormai è assodata la correlazione dell'invecchiamento precoce e malattie correlate all'iperglicemia-iperinsulinemia cronica. Poi, per antichi non si intende 3-4000 anni fa, ma il paleolitico, i paleontologi e i biologi evolutivi stanno studiando da anni sia i fossili che i fossili viventi, le suddette tribù, è tutto alla luce del sole, sono studiosi e scienziati veri, non c' è nessuna dietrologia o nessun voler tornare a vivere con arco e frecce, si parla di pro e contro dello stile di vita moderno, vi siete mai chiesti perché la natura avrebbe deciso che la nostra specie è fallata rispetto alle altre? È questo che si sono chiesti i biologi evolutivi, è lo stesso discorso dell'andare scalzi, l'evoluzione in milioni di anni ci ha plasmato in un certo modo, come tutti gli animali, se una macchina è fatta per funzionare in un certo modo se la si fa funzionare in un altro si rovina. Poi i biologi comparano la salute dei 40 enni occidentali con quelli "selvaggi", ecc.. ecc.., il discorso delle malattie che compaiono dopo una certa età vale per la somma delle cattive abitudini fino a quel momento, in natura si arriva fino alla morte in ottima salute perché se no non si riuscirebbe ad essere autosufficienti da malati. A parità di età noi siamo molto più malati ed inefficienti ed incapaci di vivere senza farmaci. Guardatevi comunque il lavoro di Price che è molto bello. È la stessa cosa dell'andar scalzi, se siamo fatti per andare scalzi le scarpe ci limitano e distorcono, lo stesso vale anche per altre cose...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Ultima cosa, tutti gli idrati di carbonio che entrano nel sangue entrano sotto forma di glucosio, quando si parla di zuccheri si parla di glucosio, e l'eccesso porta a iperglicemia, iperinsulinemia e tutte le malattie ad esse collegate. Ovviamente gli zuccheri servono ma non in quantità eccessive come assumiamo noi per giunta sedentari, se si vuole discutere in modo veramente scientifico si può parlare in separata sede. Per rimanere più nel topic, il mio punto era quello non di rinunciare alla vita moderna ma fare tesoro di alcuni spunti di sobrietà del passato e ritrovare un po la connessione con l'animale uomo e i ritmi che regolano qualsiasi entità biologica. In questo modo forse potremmo trovare anche un po più di rispetto per noi stessi e i nostri simili, anche se concordo con Marcello sul fatto che per come è impostata la società e la cultura, il diverso genera sempre sorpresa, sta a noi renderla il più positiva possibile.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
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Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Rei ha scritto:Occhio a non berti le fesserie sugli zuccheri.Alexey ha scritto:è diventata cronicamente fertile solo col surplus cronico di zuccheri
Sono fesserie senza prove scientifiche.
Non starò qui a confutarle, ma lascio la parola ad un vero scienziato, non ad un demente che non sa neppure cos'è lo zucchero ma spara scemenze a raffica:
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/06/03/miti-culinari-6-lo-zucchero-veleno-bianco/
Passiamo al resto:
I tumori venivano anche in antichità, il punto era sopravvivere abbastanza affinché si manifestassero.
Sulle carie non saprei dirti, ma diabete ed altre malattie moderne erano presenti anche negli uomini primitivi.
Il punto è che TUTTE le malattie legate ad un'età avanzata per gli standard dell'epoca (diciamo dai 40 in poi), non avevano tempo di manifestarsi nella stragrande maggioranza delle persone dell'epoca, semplicemente perché morivano prima.
In compenso sono scomparse molte malattie da usura.
Altre ce le siamo inventate e poi sono scomparse, come la spina ossea che provocava la sordità nei forti frequentatori delle terme romane.
In compenso le malattie infettive non sono più confinate in zone ristrette, ma viaggiano allegramente per il mondo, o meglio viaggerebbero se non vi fosse un'organizzazione estremamente efficiente nel bloccarle.
Organizzazione di cui vediamo poco: non fa azioni eclatanti, ma quando un mio amico è morto per la Legionella, non c'è stata nessuna epidemia perché, appena saputo della sua malattia (era ancora vivo), subito si è attivata una struttura d'emergenza che ha individuato il focolaio d'infezione, stroncando sul nascere la possibilità di altre infezioni.
Conclusione: avremo forse qualche malattia in più che ci siamo "inventati" con il progresso, ma in generale siamo molto ma molto più in salute di qualunque nostro antenato di epoche precedenti.
Attenzione a non prendere per malattie quelli che sono "normali" segni di usura. Un saggio mio Paziente diceva che di salute non si muore, ed è evidente che, a parte eventi traumatici, si muore sempre per qualche patologia.
Proprio ieri mi sono trovato di fronte ad una signora del tipo : so tutto io / tu cosa pensi di sapere solo perchhè sei un medico / io vivo e mangio bene, tu certo no / la civiltà fa male perche tutti i vecchi sono malati mentre un tempo erano sani (nota mia : e magari leggevano senza occhiali !).
Ovvia la risposta : Cara signora solo quanche decennio fa il medico a cui si rivolge ( e perchè poi lo fa ?) sarebbe stato considerato un vecchio inutile e forse non starebbe nemmeno più su questa terra. E poi c' è un modo certo per evitare le malattie della vecchiaia, suicidarsi a quarant' anni.
Tra l' altro lo sapete che secondo le statistiche si vive di più in citta che in campagna ? E l' inquinamento ? E il rumore ? E lo stress ? Ovvio che c' è il trucco ed è anche semplice, se hai un ospedale attrezzato nello spazio di due chilometri avrai cure più tempestive quando servissero !
E' però chiaro che le patologie sono cambiate in rapporto alla vita moderna e alle sue esigenze. Parliamo di zuccheri per esempio. Sto leggendo un libro sulla vita nel Medioevo, un' epoca abbondantemente storica anche biologicamente per il gran numero di ossa ritrovabili. Ebbene la carie era sconosciuta proprio per l' alimentazione priva di zuccheri raffinati, però in compenso i denti erano consumati fino alle radici dalle farine macinate a pietra che contenevano anche la stessa pietra polverizzata. L' artrosi non era molto diffusa, perchè si moriva giovani, ma l' artrite (fenomeno infiammatorio) era diffusa molto più che oggi. Non pochi scheletri portano i segni di traumi, quali fratture o ferite da taglio che se non avevano ucciso il "proprietario" delle ossa certo lo avevano fatto soffrire parecchio.
Ciò detto, se qualcuno vuole convincermi che il ritorno alla Natura sarebbe auspicabile, sfonda una porta aperta, lo penso da anni e cerco da anni di praticare anche. E lo scalzismo di ritorno ne è una prova; però in linea di massima i miei Pazienti stanno un po' meglio ora di quando iniziai un po' più di trent' anni fa.
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
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Ecco un post che mi piace davvero
Marc_63 ha scritto:Secondo me non è mai esistita una "società idilliaca" a misura d'uomo e a misura del singolo uomo.
Una volta chi camminava scalzo aveva le piante dei piedi color marrone, della terra, oggi, vediamo che, dopo aver camminato per strada, ci troviamo le piante nere, color particolato.
Nel Medio Evo un benestante che camminava scalzo era considerato un pazzo, oggi, quanto meno, passa per uno stravagante.
Ogni società, oltre ad avere abitudini, regole, (spesso anche non scritte), ha avuto un (suo) senso dell'armonia.
Anticamente un povero che camminava scalzo, faceva parte di quell'armonia generale alla quale i nostri "nonni" erano abituati, mentre, già allora, un benestante che camminava scalzo costituiva un "fatto insolito". Oggi ancora peggio, in una società dove neppure i poveri vanno più scalzi, quel "fatto insolito" diventa un vero e proprio elemento di disarmonia sociale.
C'è poco da fare, anche con la più grande buona volontà, l'occhio va a cogliere il "diverso", è questo è un fatto del tutto naturale, che spesso capita anche a noi.
Rido al pensiero di quanto mi capitò circa tre anni fa a Firenze. Giravo tranquillamente scalzo per il Centro, fra i numerosi turisti, distratto dalle bellezze artistiche della Città, distratto da una folla senza volto, immensa e multicolore di turisti di ogni parte del mondo, quando l'occhio mi cade su una giovane coppia, un ragazzo e una ragazza che, sandali in mano, camminavano scalzi. Mi rivolgo alla persona che stava con me e le dico serio :"Guarda quei due .. scalzi ... ma che son matti ?"
Solo dopo aver visto lo sguardo sconcertato, rivolto a me, di chi mi accompagnava, ho realizzato che anch'io ero scalzo e che avevo, seppur inconsciamente, in un momento di distrazione, reagito come un qualunque "calzato benpensante".
Se vogliamo, ma ne abbiamo parlato anche altre volte, neppure noi siamo completamente immersi in una mentalità "scalzista", se lo fossimo, penso che vivremmo la cosa in maniera così naturale e "scontata" che non avremmo bisogno certo di confrontarci tra noi in un forum o in un' associazione.
Se vediamo un'altra persona che cammina scalza, ci può forse far piacere, ma è fuori dubbio che la "disarmonia" la cogliamo, eccome, e che abbiamo bisogno di un istante prima di "riaverci" dal "sogno o son desto?"
Ora, vedete, tutte le disarmonie che si possono cogliere, creano un certo shock alla persona, e c'é chi reagisce facendo finta di nulla, chi reagisce fissando lo sguardo come inebetito, chi con una smorfia di disprezzo, chi con domande spudorate, chi, addirittura con insulti (più o meno velati) o con rimproveri.
Il problema non è solo un "fatto culturale", il problema, secondo me, sta nell'incapacità di molti a saper reagire in maniera equilibrata e razionale di fronte ad un qualcosa di insolito (anche se innocuo); costoro, ai quali spesso mancano persino gli elementi basilari dell'educazione e del rispetto per gli altri, non si pongono neppure il problema se, con il loro modo di reagire, possano mettere o no in imbarazzo una persona; non è un problema loro ... il nostro essere scalzi ha creato loro una sorta di "imbarazzo", ebbene, per molti, in casi come questo, esiste la legge del "Taglione", cioè infliggere in chi ha causato una "pena", una pena analoga a quella ricevuta :"Se mi scandalizzi, ti scandalizzo !"
La gente è uguale oggi a quella del tempo di Francesco D'Assisi, che veniva insultato dagli stessi poveri per essersi fatto povero, da coloro che andavano scalzi, per essersi fatto scalzo. E, badate, non c'é, ne' ci sarà mai civiltà, progresso, tecnologia, moda, cultura, che cambieranno il modo di porsi della gente all'interno della società (e peggio in una società provinciale come la nostra). Consideriamo però, che ogni libertà ha il suo prezzo, in qualsiasi epoca.
Lo quoto tutto in ogni senso. Finalmente uno scalzista ( e uno DOC) che ammette il disagio e la diversità di quello che fa. Il problema è proprio la disarmonia, l' evento che sconvolge un modo di vivere e vedere le cose instaurato e ben fissato nella nostra mente. Se uno scalzista scalzo nota negativamente un altro che fa lo stesso... possiamo capire cosa passa nella testa di chi scalzista non è. Insomma la strada è davvero ancora lunga, ma certo vale la pena di percorrerla.
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
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Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Attenzione però che le farine sono amidi che hanno un effetto ancora più devastante degli zuccheri semplici stessi sullo smalto dei denti, il medioevo è un periodo storico ma non preistorico. Ci tengo a precisare una cosa, sono appassionato di evoluzione, fisiologia e alimentazione e come hobby da anni leggo tutta la letteratura del settore, non per questo voglio vendere niente o dire di andare a vivere nelle caverne, ogni epoca della nostra evoluzione ha avuto i suoi pro e i suoi contro. Grazie alla medicina e ai farmaci possiamo curarci e sopravvivere anche a cose piuttosto gravi, ma dall'altro lato secondo me occorre investire di più sulla prevenzione che sulla semplice cura, ne avrebbe da guadagnare anche la sanità, forse un po meno le case farmaceutiche, che se da una parte fanno sorridere le ridicole teorie che ci vogliono avvelenare, dall'altra è palese che i colossi del farmaco hanno poco da guadagnare nell'investire soldi per divulgare la prevenzione prima della cura.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
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Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Il reportage che ho consigliato sopra, è stato redatto da un dentista Weston Price appunto, al quale è ora dedicata una fondazione, che era partito per il mondo spinto dalla curiosità, si era chiesto se denti storti, mandibola malformata, carie, ecc.. Fossero dovute ad una scarsa genetica del genere umano (quella stessa interpretazione che ci vede incapaci di deambulare a piedi nudi per intenderci), oppure fossero indotte o peggiorate dalle abitudini. Confrontando una moltitudine di etnie diverse (maori, aborigeni, boscimani, inuit,ecc...) in tutto il mondo, ha confrontato quelli "allo stato brado" con i "civilizzati" e i risultati con tanto di foto si vedono nel libro. Inoltre, il grande ritrovamento di Atapuerca, sito patrimonio dell'umanità nel quale sono stati rinvenuti centinaia di scheletri appartenenti alla razza homo heidelbergensis, mostrano una dentatura ancora perfetta dopo centinaia di migliaia di anni. L'obiezione comune è l'usura dovuta alla vecchiaia, ma l'incidenza negli aborigeni 60 o 70 enni è molto più bassa per non dire quasi inesistente rispetto a noi, si vive di più ma con salute ed efficienza minore. L'aborigeno 70 enne caccia come quello di 20, due settimane prima di morire comincia il declino e si abbandona alla morte come gli animali, logico no dal punto di vista della natura? L'aspettativa di vita è stata calcolata mediando tutto i termini 0 della mortalità infantile, te credo che scende... GRAZIE alle nostre scoperte potremmo vivere meglio di tutte le epoche storiche, se fossimo capaci di toglierci molti condizionamenti unicamente indotti dalla cultura, non da leggi naturali alle quali anche noi volenti o no dobbiamo sottostare. Si deve partire dall'animale uomo biologicamente parlando e dimostrare poi che l'innovazione migliora, non partire dall'abusare dell'innovazione salvo poi dimostrare dopo anni e sofferenze che "ci eravamo sbagliati", e la cultura della scarpa insegna per rimanere nel nostro campo.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
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Caro Alexey
Non posso quotare tutti i tuoi ultimi due scritti, troppo lunghi ma...
prima di tutto mi fa piacere avere una passione in comune. credo che la storia del cibo, come quella dell' abbigliamento permetta di capire il passare e l' evolversi del tempo più di tante date ed eventi importanti.
Il Medioevo, dicevo appunto, è un' epoca storica e i tantissimi scheletri dell' epoca disponibili danno davvero tante informazioni chiare ed utili.
Poi, sulla case farmaceutiche, vuoi che non ne sappia ? Il problema è che la prevenzione paga in tempi lunghi, mentre i contratti di certi (non tutti, per fortuna) dirigenti, sono a breve termine o addirittura ad obiettivo e questo altera parecchio la loro visione. Questo credo che capiti in ogni campo del lavoro.
Parliamo di efficienza fisica nel tempo : E' chiaro che io non sono stato costruito per stare 8 o 9 ore alla scrivania, davanti al computer o comunque "ristretto" in pochi metri quadri. Logico che alla fine subentrino malanni come lombalgia, mialgie e via dicendo. E anche la vista ne soffre non essendo nati i nostri occhi per vedere "da vicino", nè per uno schermo che ti scintilla davanti per ore ed ore. Ma cosa posso farci ? Il mio e non solo il mio, lavoro è fatto così, prendere o lasciare, e tra l' altro è proprio lui che mi permette poi di viaggiare, comperare libri e in definitiva essere libero.
Alimentazione : il problema è nato quando qualcuno ha iniziato a chiedersi ( e poi a imporci) cosa "fa bene" e cosa "fa male". Nessuno in natura se lo chiede e nemmeno gli uomini di un paio di secoli fa se lo chiedevano, semplicemente mangiavano quello che appetibile e che potevano permettersi. Nel momento in cui abbiamo cominciato a pensare al cibo in modo scientifico siamo caduti nella dieto-mania. E' un poco come quando fai le scale, se procedi senza pensarci non cadi, se pensi ad ogni gradino inciampi.
E, per non essere del tutto OT, anche per lo scalzismo il discorso è lo stesso. Non sono predisposto per le scarpe, mi fanno male, mi fanno camminare male e in modo innaturale però... se mi convincono fin da piccolo che sono necessarie va a finire che ci credo e giudico brutto un piede "libero" . Almeno fin quando non scopro, magari per caso, la realtà della "libertà di piede" , ma allora mi scontro con la consuetudine che come sempre è più forte delle leggi, perchè la legge te la può imporre solo un addetto ai lavori, mentre la consuetudine te la può imporre chiunque incontri, come diceva giustamente Marc : Mi hai messo a disagio ? E adesso te la faccio pagare.
Ora saluto perchè il suddetto computer reclama altro compito.
prima di tutto mi fa piacere avere una passione in comune. credo che la storia del cibo, come quella dell' abbigliamento permetta di capire il passare e l' evolversi del tempo più di tante date ed eventi importanti.
Il Medioevo, dicevo appunto, è un' epoca storica e i tantissimi scheletri dell' epoca disponibili danno davvero tante informazioni chiare ed utili.
Poi, sulla case farmaceutiche, vuoi che non ne sappia ? Il problema è che la prevenzione paga in tempi lunghi, mentre i contratti di certi (non tutti, per fortuna) dirigenti, sono a breve termine o addirittura ad obiettivo e questo altera parecchio la loro visione. Questo credo che capiti in ogni campo del lavoro.
Parliamo di efficienza fisica nel tempo : E' chiaro che io non sono stato costruito per stare 8 o 9 ore alla scrivania, davanti al computer o comunque "ristretto" in pochi metri quadri. Logico che alla fine subentrino malanni come lombalgia, mialgie e via dicendo. E anche la vista ne soffre non essendo nati i nostri occhi per vedere "da vicino", nè per uno schermo che ti scintilla davanti per ore ed ore. Ma cosa posso farci ? Il mio e non solo il mio, lavoro è fatto così, prendere o lasciare, e tra l' altro è proprio lui che mi permette poi di viaggiare, comperare libri e in definitiva essere libero.
Alimentazione : il problema è nato quando qualcuno ha iniziato a chiedersi ( e poi a imporci) cosa "fa bene" e cosa "fa male". Nessuno in natura se lo chiede e nemmeno gli uomini di un paio di secoli fa se lo chiedevano, semplicemente mangiavano quello che appetibile e che potevano permettersi. Nel momento in cui abbiamo cominciato a pensare al cibo in modo scientifico siamo caduti nella dieto-mania. E' un poco come quando fai le scale, se procedi senza pensarci non cadi, se pensi ad ogni gradino inciampi.
E, per non essere del tutto OT, anche per lo scalzismo il discorso è lo stesso. Non sono predisposto per le scarpe, mi fanno male, mi fanno camminare male e in modo innaturale però... se mi convincono fin da piccolo che sono necessarie va a finire che ci credo e giudico brutto un piede "libero" . Almeno fin quando non scopro, magari per caso, la realtà della "libertà di piede" , ma allora mi scontro con la consuetudine che come sempre è più forte delle leggi, perchè la legge te la può imporre solo un addetto ai lavori, mentre la consuetudine te la può imporre chiunque incontri, come diceva giustamente Marc : Mi hai messo a disagio ? E adesso te la faccio pagare.
Ora saluto perchè il suddetto computer reclama altro compito.
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
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Data d'iscrizione : 08.11.11
Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Sporco trucco: diventare artificialmente miopi di circa una diottria.aldo1953 ha scritto:E anche la vista ne soffre non essendo nati i nostri occhi per vedere "da vicino", nè per uno schermo che ti scintilla davanti per ore ed ore. Ma cosa posso farci ?
Per chi è miope come me, avere un paio di occhiali con una correzione inferiore a quella richiesta (0.75 - 1 diottria), per chi è presbite una sovracorrezione analoga, per chi ha la vista buona, un paio di occhiali da presbite da 0,75 diottrie.
Risultato? La messa a fuoco si sposta (studiatevi ottica per sapere come) e quando l'occhio crede di mettere a fuoco all'infinito, nella posizione di riposo del cristallino per cui l'occhio è ottimizzato, in effetti mette a fuoco ad un metro.
Dove sta il libro o il monitor.
Dopo anni di "miopia artificiale" posso garantirvi che funziona.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Rei ha scritto:Sporco trucco: diventare artificialmente miopi di circa una diottria.aldo1953 ha scritto:E anche la vista ne soffre non essendo nati i nostri occhi per vedere "da vicino", nè per uno schermo che ti scintilla davanti per ore ed ore. Ma cosa posso farci ?
Per chi è miope come me, avere un paio di occhiali con una correzione inferiore a quella richiesta (0.75 - 1 diottria), per chi è presbite una sovracorrezione analoga, per chi ha la vista buona, un paio di occhiali da presbite da 0,75 diottrie.
Risultato? La messa a fuoco si sposta (studiatevi ottica per sapere come) e quando l'occhio crede di mettere a fuoco all'infinito, nella posizione di riposo del cristallino per cui l'occhio è ottimizzato, in effetti mette a fuoco ad un metro.
Dove sta il libro o il monitor.
Dopo anni di "miopia artificiale" posso garantirvi che funziona.
Non così facile... -5,5 OS / + 3 OD corretti con lenti a contatto , presbiopia da età... insomma un bel c... ino. Però un consiglio certamente utile per gli altri. (In realtà con un paio di lento progressive "da ufficio" non va malaccio).
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
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Re: Anche in tempi .. "non sospetti" ....
Non ho detto che è facile: quando mi sono trasferito da Mantova a Roma e di conseguenza ho cambiato ottico, non è stato facile spiegarglielo.aldo1953 ha scritto:Non così facile...
Una volta chiarito il punto, mi ha fatto gli occhiali "da lettura" perfetti.
Li puoi usare anche insieme alle lenti a contatto, inforcandoli solo quando hai bisogno di "diventare temporaneamente miope".
Poi, quando li togli, torni alla normalità.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
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