Gita sul Lago di Garda: ultima di stagione?
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Gita sul Lago di Garda: ultima di stagione?
Alle otto di mattina spalanco le ante e non vedo nulla.
Una fitta nebbia mi impedisce di distinguere le case vicine: c'è un punto, là nel cielo, che lascia filtrare un po' più di luce.
Segno che lo spessore umido è di poco conto e che fra poco il sole splenderà.
Incontro Andrea77 poco prima delle dieci, alle soglie della stazione ferroviaria di Brescia, pronto ad iniziare la nuova avventura.
La temperatura è intorno ai dieci gradi centigradi, ma non è poi così difficile posare a terra le suole nude.
Il cielo è una distesa di pecorelle che si perde all'orizzonte e che impedisce alla nostra vicina stella di scaldarci un poco di più.
La meta è la sponda veronese del lago più grande d'Italia: Garda, Bardolino o Lazise?
Andrea punta su Garda.
Percorriamo un tratto di lungolago sassoso, difficilotto anche per i miei piedi discretamente allenati, ma il peggio deve ancora venire.
Mi chiedo, a questo punto, cosa si debba fare per potersi permettere il lusso di camminare scalzi ovunque e vorrei avere le suole d'acciaio di Tom Perry.
Il talento naturale del mio compagno di gita nello scegliere percorsi che sanno mettere alla prova i limiti delle persone si realizza presto in grossi ciotoli che si infilano malignamente sotto l'arco plantare.
Camminiamo lentamente, posando i piedi con attenzione.
Accidenti, non voglio cedere così presto.
Il livello del lago è molto alto ed in un paio di punti siamo costretti a guadare: le pietre sommerse sono anche peggio, ma la vista dei candidi piedi di Andrea mi sollevano il morale e mi fanno prorompere in una sonora risata.
Sono di un colore rosso vivo......questa sì che è riattivazione della circolazione!
L'acqua ci arriva a pochi centimetri dal ginocchio, ancora un guado, poi un'altro.... .....quasi quasi afferro un ciotolo e......
Ohlà, Andrea, che c'è dietro l'angolo? Si prosegue? Sì.....ma guarda che bella distesa di sassi!
No, al diavolo! Non sono qui a battere un record......e mi infilo le infradito, affrontando l'ultimo guado.
Una scaletta mi riporta su superfici più agevoli dove mi riscalzo.
Andrea arriva lentissimo, forse cederà e rimarrà lì ricoprendosi di alghe.
Macché, mi raggiunge e la sua espressione mi costringe a fare uno sforzo per non ricominciare a ridere.
Bello, questo lungolago, meno male che non c'era Nancy, sennò ci avrebbe mandati entrambi a quel paese.
Effettivamente, mi dice Andrea, da calzato mi era sembrato molto più agibile......
Nell'erba noto un nodoso randello, più o meno un metro di lunghezza, lo raccolgo di scatto e comincio ad infierire selvaggiamente sul compagno, facendo schizzare qua e là schegge di corteccia........un battito di palpebre e la fantasia si dilegua.
Da punta San Vigilio ripiombiamo su Garda, utilizzando la vicina strada asfaltata, in soli trenta minuti, un terzo rispetto al tempo d'andata.
Beh, vista l'ora decidiamo di mangiarci una pizza; optiamo per una gradevole veranda (coperta, naturalmente), mentre un'infreddolita proprietaria vorrebbe farci entrare all'interno.
Non si capacita, ma come, senza scarpe? Ma non è possibile!
Eppure i miei piedi sono piacevolmente caldi.
Il resto del pomeriggio verrà trascorso nella bella Lazise.
Belli e puliti i suoi vicoletti e.......l'avessimo saputo prima, un lungolago agevole e lunghissimo, di cui non riusciremo nemmeno a vederne la fine.
Ci sono dei tratti ghiaiosi, ma calpestabili da piedi nudi senza le suole già irritate e provate come le nostre, ne sono convinto.
In effetti va bene provare i propri limiti, ma se si è solo all'inizio della gita bisogna fare i conti con la repentina diminuzione della resistenza della pelle.
Un po' come quando, per la smania di prendere tanto sole, si finisce col patire anche l'ombra.
La gente? Non ci siamo sentiti a disagio, forse perché quello è il regno dei tedeschi, perciò, come mi spiegava Andrea, non è raro vedere gente scalza durante l'estate.
Ecco, piuttosto in questa stagione non si nota grande differenza fra gli sguardi di chi ti vede in infradito e chi ti vede scalzo.
Rientriamo a sole già tramontato.
Sarà proprio l'ultima uscita?
Una fitta nebbia mi impedisce di distinguere le case vicine: c'è un punto, là nel cielo, che lascia filtrare un po' più di luce.
Segno che lo spessore umido è di poco conto e che fra poco il sole splenderà.
Incontro Andrea77 poco prima delle dieci, alle soglie della stazione ferroviaria di Brescia, pronto ad iniziare la nuova avventura.
La temperatura è intorno ai dieci gradi centigradi, ma non è poi così difficile posare a terra le suole nude.
Il cielo è una distesa di pecorelle che si perde all'orizzonte e che impedisce alla nostra vicina stella di scaldarci un poco di più.
La meta è la sponda veronese del lago più grande d'Italia: Garda, Bardolino o Lazise?
Andrea punta su Garda.
Percorriamo un tratto di lungolago sassoso, difficilotto anche per i miei piedi discretamente allenati, ma il peggio deve ancora venire.
Mi chiedo, a questo punto, cosa si debba fare per potersi permettere il lusso di camminare scalzi ovunque e vorrei avere le suole d'acciaio di Tom Perry.
Il talento naturale del mio compagno di gita nello scegliere percorsi che sanno mettere alla prova i limiti delle persone si realizza presto in grossi ciotoli che si infilano malignamente sotto l'arco plantare.
Camminiamo lentamente, posando i piedi con attenzione.
Accidenti, non voglio cedere così presto.
Il livello del lago è molto alto ed in un paio di punti siamo costretti a guadare: le pietre sommerse sono anche peggio, ma la vista dei candidi piedi di Andrea mi sollevano il morale e mi fanno prorompere in una sonora risata.
Sono di un colore rosso vivo......questa sì che è riattivazione della circolazione!
L'acqua ci arriva a pochi centimetri dal ginocchio, ancora un guado, poi un'altro.... .....quasi quasi afferro un ciotolo e......
Ohlà, Andrea, che c'è dietro l'angolo? Si prosegue? Sì.....ma guarda che bella distesa di sassi!
No, al diavolo! Non sono qui a battere un record......e mi infilo le infradito, affrontando l'ultimo guado.
Una scaletta mi riporta su superfici più agevoli dove mi riscalzo.
Andrea arriva lentissimo, forse cederà e rimarrà lì ricoprendosi di alghe.
Macché, mi raggiunge e la sua espressione mi costringe a fare uno sforzo per non ricominciare a ridere.
Bello, questo lungolago, meno male che non c'era Nancy, sennò ci avrebbe mandati entrambi a quel paese.
Effettivamente, mi dice Andrea, da calzato mi era sembrato molto più agibile......
Nell'erba noto un nodoso randello, più o meno un metro di lunghezza, lo raccolgo di scatto e comincio ad infierire selvaggiamente sul compagno, facendo schizzare qua e là schegge di corteccia........un battito di palpebre e la fantasia si dilegua.
Da punta San Vigilio ripiombiamo su Garda, utilizzando la vicina strada asfaltata, in soli trenta minuti, un terzo rispetto al tempo d'andata.
Beh, vista l'ora decidiamo di mangiarci una pizza; optiamo per una gradevole veranda (coperta, naturalmente), mentre un'infreddolita proprietaria vorrebbe farci entrare all'interno.
Non si capacita, ma come, senza scarpe? Ma non è possibile!
Eppure i miei piedi sono piacevolmente caldi.
Il resto del pomeriggio verrà trascorso nella bella Lazise.
Belli e puliti i suoi vicoletti e.......l'avessimo saputo prima, un lungolago agevole e lunghissimo, di cui non riusciremo nemmeno a vederne la fine.
Ci sono dei tratti ghiaiosi, ma calpestabili da piedi nudi senza le suole già irritate e provate come le nostre, ne sono convinto.
In effetti va bene provare i propri limiti, ma se si è solo all'inizio della gita bisogna fare i conti con la repentina diminuzione della resistenza della pelle.
Un po' come quando, per la smania di prendere tanto sole, si finisce col patire anche l'ombra.
La gente? Non ci siamo sentiti a disagio, forse perché quello è il regno dei tedeschi, perciò, come mi spiegava Andrea, non è raro vedere gente scalza durante l'estate.
Ecco, piuttosto in questa stagione non si nota grande differenza fra gli sguardi di chi ti vede in infradito e chi ti vede scalzo.
Rientriamo a sole già tramontato.
Sarà proprio l'ultima uscita?
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Gita sul Lago di Garda: ultima di stagione?
Come al solito, a leggerti, Flavio, è spassosissimo!
Mi scuso se scrivo solo ora ma sono due giorni che arrivo a casa stanchissimo.
Mi dispiace che x i soliti impegni montani domenicali Nency sia rimasta a casa anche se x il percorso scelto forse è stato meglio altrimenti le legnate le beccavo veramente. Diciamo che forse se ci fosse stata lei avremmo optato x + miti percorsi?
Onestamente ho fatto + volte quel percorso ma essendo calzato non mi ero reso conto che fosse così arduo. In + le piogge hanno alzato il livello del lago rendendo le cose + complicate (tra l'altro su un tratto asciutto posto tra due allagati abbiamo incontrato 2 tizzi calzati e ci siamo chiesti da dove fossero arrivati senza xò capirlo).
Arrivati a punta San Vigilio abbiamo ovviamente optato x il rientro verso Garda lungo la strada gardesana (meglio rischiare di farsi investire che rifare quel percorso...). L'intenzione era di andare a mangiare in un ristorantino a Crero (balcone sul Garda) ma il posto è aperto solo domenica. Devo dire che gli sguardi ci sono stati + che altro x la stagione visto che in estate è abbastanza facile vedere dei tedeschi girare scalzi x Garda o altri paesi del lago.
Arrivati alla bella Lazzise ho dovuto pure io cedere e rimettermi i sandali (Flavio che saggiamente si era ricalzato nell'ultimo tratto prim di punta San Viglio è riuscito a stare scalzo ancora un po' tranne su qualche punto un po' ghiaioso fattibile normalmete ma improponibile dopo aver irritato la pianta del piede).
Vorrà dire che torneremo a Lazzise sperando di nn essere solo noi due. Spero che dopo l'accaduto Flavio nn mi mandi a quel paese alla prossima proposta....
Sul quando torneremo nn saprei. Sarei felice di tornarci presto ma temo che alla fine sarà x la prossima primavera...
Ciao
Andrea
Mi scuso se scrivo solo ora ma sono due giorni che arrivo a casa stanchissimo.
Mi dispiace che x i soliti impegni montani domenicali Nency sia rimasta a casa anche se x il percorso scelto forse è stato meglio altrimenti le legnate le beccavo veramente. Diciamo che forse se ci fosse stata lei avremmo optato x + miti percorsi?
Onestamente ho fatto + volte quel percorso ma essendo calzato non mi ero reso conto che fosse così arduo. In + le piogge hanno alzato il livello del lago rendendo le cose + complicate (tra l'altro su un tratto asciutto posto tra due allagati abbiamo incontrato 2 tizzi calzati e ci siamo chiesti da dove fossero arrivati senza xò capirlo).
Arrivati a punta San Vigilio abbiamo ovviamente optato x il rientro verso Garda lungo la strada gardesana (meglio rischiare di farsi investire che rifare quel percorso...). L'intenzione era di andare a mangiare in un ristorantino a Crero (balcone sul Garda) ma il posto è aperto solo domenica. Devo dire che gli sguardi ci sono stati + che altro x la stagione visto che in estate è abbastanza facile vedere dei tedeschi girare scalzi x Garda o altri paesi del lago.
Arrivati alla bella Lazzise ho dovuto pure io cedere e rimettermi i sandali (Flavio che saggiamente si era ricalzato nell'ultimo tratto prim di punta San Viglio è riuscito a stare scalzo ancora un po' tranne su qualche punto un po' ghiaioso fattibile normalmete ma improponibile dopo aver irritato la pianta del piede).
Vorrà dire che torneremo a Lazzise sperando di nn essere solo noi due. Spero che dopo l'accaduto Flavio nn mi mandi a quel paese alla prossima proposta....
Sul quando torneremo nn saprei. Sarei felice di tornarci presto ma temo che alla fine sarà x la prossima primavera...
Ciao
Andrea
Andrea77- Numero di messaggi : 1101
Data d'iscrizione : 02.01.08
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