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Appunti del cammino di Santiago

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Messaggio  Luca T Gio Lug 14 2011, 12:16

Le memorie di Santiago.

Nel camminare ogni gioia ha il suo proprio suono.
Ritrovare al mattino le forze che la sera avanti sembravano perdute.
Partire e incontrare fino dall’inizio altre persone che camminano con me.
Sentire il passo che si muove regolare.
Essere accompagnato dai segnali continui e puntuali come se fossero la voce di una guida che mi accoglie a quella pietra miliare, a quella freccia.
“Aspettavo te”

23 giugno, Sarria

Si preparano le valigie per spedirle.
Spedire le valigie e restare con lo zaino è già indossare una nuova pelle.
La sera tardi viene festeggiata la vigilia di S.Giovanni a Sarria. Preparano l’aguardiente bruciata, caramellata con lo zucchero e le mele. 32 grandi recipienti di coccio, cilindrici, larghi e bassi messi in fila su tavoli per metri e metri. Vengono incendiati prima uno poi un altro portando col mestolo l’acquavite infuocata. Il freddo passa col calore di queste fiaccole rimestate da uomini e donne, giovani per lo più, che girano il fondo per sciogliere lo zucchero ed ogni tanto fanno cadere dall’alto ramaiolate di fuoco.
Andiamo a letto, dobbiamo prepararci per l’inizio del cammino.
24 giugno.
Partiamo alle 8.30 da Sarria e lasciamo alle spalle il primo letto.
Ogni giorno sarà così, andare avanti portando tutto in spalla lasciando indietro ogni persona o cosa che ci ha ospitati, lavati, nutriti. Ogni cosa a cui vogliamo dire grazie per averci offerto casa lontano da casa.
Temevo di non riuscire a partire scalzo e invece cammino spedito, le piante dei piedi ascoltano il terreno, lo tastano, lo affrontano, lo ringraziano.
Una prima salita ed è ancora freddo, cominciano a succedersi le pietre miliari l’una dopo l’altra, di 500 metri in 500 metri.
Siamo partiti dal km.111.5
Le pietre miliari saranno le nostre più desiderate compagne di viaggio.
Intanto il sentiero si sta riempiendo di compagni di viaggio e comincia a sentirsi di continuo il saluto: “Buen camino”
All’inizio rispondo “Buongiorno” come se fosse l’ultima bandierina dei miei vecchi abiti mentali. A metà giornata comincerò a rispondere “Buon cammino”
Il giorno dopo dirò sempre “Buen camino”, per primo, mi ci sarà voluto un giorno per aprire la porta ed accogliere gli altri come gli altri accolgono me.
Comincia lo sterrato si entra in un bosco, i piedi reggono bene.
Il tempo scorre come se nello stesso tempo andasse avanti ma anche stesse fermo in un continuo di passi uguali e successivi tra paesaggi campestri, raggi di sole che filtrano come lame di luce tra i rami fitti dei boschi di quercia e di castagno.
Ci si ferma a mangiare, c’è un bel sole.
E poi si riparte. Ora l’asfalto è troppo caldo per andare scalzo. Anche sullo sterrato i piedi sono stanchi. Mi metto calzini e sandali come avevo programmato di fare in caso di necessità.
Mi fa male l’anca destra, sempre di più.
Fa caldo, dobbiamo fare ancora 8 chilometri, ho sete, bevo, ma fa ancora più caldo.
Verso le 5 arriviamo a Portomarin; è l’ora del riposo e della doccia.
Dopo la doccia mi addormento, mi copro molto ma mi fa freddo, avrò la febbre?
Poi andiamo a cena e sto bene. Avevo solo una gran fame.
A dormire presto, le 10 e mezzo.
25 giugno
Si parte alle 8, tappa lunga: 25 chilometri. Ogni dolore è passato.
Scalzo per 8 chilometri, poi più, è impossibile camminare sulla massicciata delle strade sterrate con i sassi che spuntano.
Strada al sole che batte implacabile, il caldo si fa sentire. Beviamo quasi continuamente.
Alle 6 si arriva a Palas de Rei.
Dopo la doccia di nuovo ho freddo. Mi passerà mangiando.
26 giugno
Strada ombreggiata, per fortuna perché il caldo è feroce.
8 km scalzo, faccio il conto: alla fine di questa giornata avrò fatto 29.5 km scalzo.
Mi metto i sandali senza i calzini, fa troppo caldo. Cammino bene.
A Melide mangiamo in un ristorante dapprima deserto che poi si riempie di gente. I nostri zaini sono dappertutto, ingombrano i passaggi ma il cameriere dice di non spostarli, di lasciarli lì.
Mi viene in mente che forse per loro accogliere e rispettare il pellegrino è sentito come una cosa che ingrazia il Cielo.
Arrivando a Castaňeda troviamo una temperatura folle, il barista dice 38 gradi.
27 giugno
Si parte per O Pino, è più fresco. Le pietre miliari, i compagni di viaggio, i passi continuano a susseguirsi.
Scalzo: 5.5 km. Sono in tutto 35 km da scalzo
28 giugno
Si parte per Lavacolla, 10 km e tutti scalzo.
29 giugno.
Alle prima luci del giorno spagnolo ci si incammina, è l’ultimo giorno, fa freddino. Si parte alle 7 in punto.
Solo 10 chilometri a Santiago, mi aspetto di avere delle emozioni.
Non ci sono più i pilastri miliari a partire dal km 12.5 del giorno precedente.
La strada dell’ultimo avvicinarsi a Santiago è diversa. Si prova un senso di attesa a differenza dei giorni passati dove i chilometri scorrevano su di un nastro continuo.
Si cammina. Oggi, sempre scalzo.
Verso le 9 si arriva al Monte Gozo, si vede la prima guglia della cattedrale da lontano.
Non mi fa un grande effetto.
Un cartello dice: km4.7 alla Cattedrale.
Si cammina, si entra in città, un ponte di legno passa sopra un’autostrada e poi avanti per le vie cittadine.
Alle 10.15 si arriva alla cattedrale.
Prima di lato, poi la facciata.
Peccato, non mi fa una grande emozione.
Andiamo all’Ufficio del Pellegrino e non troviamo, miracolosamente, nessuna coda: in un momento tocca a noi.
Mi danno la carta della Compostela e chissà come mi salgono le lacrime.
Le prime.
Da qui in poi è un lento crescendo, si va alla Cattedrale prendiamo posto per la Messa del Pellegrino a mezzogiorno.
Dopo un po’ una piccola suora va all’altare e con un sorriso gioioso invita i presenti, parlando in spagnolo, a preparare i canti in Latino.
Dalla sua bocca esce una bellissima voce d’angelo, sembra di sentire cantare il Cielo. All’inizio nessuno la segue ma lei dolcemente e tranquillamente insiste ed alla fine la Cattedrale risuona della voce corale dei pellegrini giunti alla mèta.
Nel frattempo la Cattedrale si è riempita, inizia la Messa con molte preghiere in Latino, Tedesco, Polacco, Italiano.
In modo impercettibile c’è un crescendo di gioia, la sensazione di pregare insieme dopo aver faticato tanto nel camminare, così tanto che questa fatica ci ha fatto dimenticare altre stanchezze.
La polvere sui piedi e sui sandali ha cancellato la polvere della quotidianità e tutti ci sentiamo tirati a lucido malgrado gli abiti portati per giorni e giorni.
Il suono finale dell’organo esalta la gioia che provo nello stringere la mano a persone di cui non conosco il nome, che non vedrò mai più ma che ho incontrato più e più volte nei giorni passati.
30 giugno
Finisterre. Gli ultimi 5 chilometri a piedi, scalzo.
In tutto ho percorso 60 chilometri scalzo su 120 circa.

“Ciò che Dio percepisce è la risonanza prodotta dalle grandi vibrazioni che si sprigionano da una moltitudine di persone che si sono riunite insieme col desiderio di pregare e dalla realizzazione dell’unità a livello interiore .”

Luca T
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Messaggio  cyberteam Gio Lug 14 2011, 14:31

Bellissimo
cyberteam
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Messaggio  Alexey Gio Lug 14 2011, 21:09

Racconto molto bello e toccante e complimenti per tutti quei Km percorsi di cui molti scalzo. cheers

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Messaggio  Elan Ven Lug 15 2011, 16:09

Anche io, pur agnostico e cattolico non praticante, mi sono un po' commosso nel leggere il tuo resoconto di questo viaggio tanto scalzo quanto spirituale. Non importa quale religione pratichi: ciascuna ha montagne sacre che vale la pena di scalare per scoprire qualcosa di antico in noi stessi e quel senso profondo di comunione con gli occasionali compagni di viaggio.

Vorrei cogliere questa occasione per provare a lanciare una proposta per un appuntamento che potrebbe avere un leggero contenuto di spiritualità e che nasce da un suggerimento regalatomi da un mio collaboratore ed amico. Proporrei di incontrarci a Bologna e di salire insieme da Porta Saragozza alla chiesa di S.Luca sulla collina. Si tratta di un pellegrinaggio molto praticato a Bologna, a volte persino dagli studenti universitari in cerca della grazia di un buon voto ad un esame temuto. Il percorso, mi dicono, è di 4 chilometri (8 andata a ritorno per chi vuole) ed è interamente protetto da antichi porticati, per cui non dovrebbero esserci problemi di temperatura del terreno. Penso che potrebbe essere un occasione per un bellissimo incontro tra nati scalzi, adatto anche ai più timidi, dato che non è inusuale per i pellegrini farlo a piedi nudi (molti lo fanno addirittura sulle ginocchia). Nella sezione appuntamenti proporrò la cosa in maniera ufficiale.
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