Lavori in giardino
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Elan
Biagio
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Lavori in giardino
Sabato mattina. Di fianco a casa c’è un pezzo di terra un po’ disordinato che aspetta di essere ripulito, livellato e trasformato in un bel prato all’inglese. Il cielo è nuvoloso ed il vento piuttosto freddo. Mi rivolto i pantaloni fin sotto il ginocchio per non sporcarli, passo il tagliaerba e lascio appassire il verde in superficie.
Nel pomeriggio, quando inizio i lavori, la terra è ancora fredda ed umida. Inizio a rivoltarla con la motozappa: è la tecnica del sovescio, che trasforma il verde in concime naturale. La macchina lavora con un po’ di fatica, la terra argillosa tende un po’ ad intasare le lame e mi lascio dietro delle zolle umide e gommose che ad ogni passaggio si sminuzzano un po’ di più; è una superficie molto irregolare ma non fastidiosa per i piedi: la consistenza ricorda quella della gommapane o del pongo.
Domenica invece è una gran bella giornata, le zolle si sono un po’ asciugate, le erbacce si sono seccate all’aria e la terra ha acquisito la consistenza ideale per essere lavorata, friabile ma non dura, anche molto meno fredda di sabato. Con decine e decine di giri, smuovendo il terreno con la motozappa e poi lavorando di pala e carriola, sposto la terra in eccesso nelle zone dove manca e preparo una bella superficie piana e liscia. Non è facile spostare la carriola carica in salita perché la ruota affonda nella terra smossa: bisogna mettercela davvero tutta a spingere! Cospargo un po’ di cenere che poi mescolo al terreno insieme agli sfalci seccati fresando la terra con motozappa, che questa volta lavora molto meglio, riducendo il terreno in piccoli frammenti. Ora il contatto con la terra è davvero piacevole, anche se bisogna evitare di calpestarla troppo perché l’argilla tende subito a compattarsi.
Pianto due tratti di siepe ed un paio di arbusti lavorando con la vanga e la zappa. Sempre con i piedi premo delicatamente e precisamente la soffice terra di rinvaso attorno alla zolla interrata mentre ho le mani occupate a reggere il giovane tronco nella posizione voluta.
A metà pomeriggio il sole ed il vento hanno seccato la terra e le piccole zollette frantumate si sono indurite come sassolini appuntiti. Camminarci sopra non è più così confortevole: il tallone ci sprofonda e l’arco del piede si appoggia pesantemente sulla terra spigolosa mentre le dita tendono istintivamente a chiudersi per alleggerire un po’ la pressione. Mi torna alla mente il tormento che provai la scorsa estate passeggiando giù per un tratto di strada coperta da uno spesso stato di pietrisco. Nei giorni successivi soprii che percorrere lo stesso tratto in salita era meno fastidioso e che lo era ancora meno passarci correndo: il “segreto” era tutto nel meraviglioso lavoro di molleggio e adattamento alla superficie svolto dall’avampiede. Qui però sono costretto a movimenti molto più lenti e pesanti, di molleggio manco a parlarne.
Il risultato dopo un giorno e mezzo sono i legamenti dei piedi un po‘affaticati (ma niente in confronto al male alle braccia e alla schiena!), con la pelle piuttosto abrasa e un po‘di bruciore sotto ai piedi. Ho fatto un bel lavoro, sono stanco e soddisfatto. L’ultima fatica nell’aria fresca all’imbrunire è bagnare da lontano il terreno spianato e seminato.
Nel pomeriggio, quando inizio i lavori, la terra è ancora fredda ed umida. Inizio a rivoltarla con la motozappa: è la tecnica del sovescio, che trasforma il verde in concime naturale. La macchina lavora con un po’ di fatica, la terra argillosa tende un po’ ad intasare le lame e mi lascio dietro delle zolle umide e gommose che ad ogni passaggio si sminuzzano un po’ di più; è una superficie molto irregolare ma non fastidiosa per i piedi: la consistenza ricorda quella della gommapane o del pongo.
Domenica invece è una gran bella giornata, le zolle si sono un po’ asciugate, le erbacce si sono seccate all’aria e la terra ha acquisito la consistenza ideale per essere lavorata, friabile ma non dura, anche molto meno fredda di sabato. Con decine e decine di giri, smuovendo il terreno con la motozappa e poi lavorando di pala e carriola, sposto la terra in eccesso nelle zone dove manca e preparo una bella superficie piana e liscia. Non è facile spostare la carriola carica in salita perché la ruota affonda nella terra smossa: bisogna mettercela davvero tutta a spingere! Cospargo un po’ di cenere che poi mescolo al terreno insieme agli sfalci seccati fresando la terra con motozappa, che questa volta lavora molto meglio, riducendo il terreno in piccoli frammenti. Ora il contatto con la terra è davvero piacevole, anche se bisogna evitare di calpestarla troppo perché l’argilla tende subito a compattarsi.
Pianto due tratti di siepe ed un paio di arbusti lavorando con la vanga e la zappa. Sempre con i piedi premo delicatamente e precisamente la soffice terra di rinvaso attorno alla zolla interrata mentre ho le mani occupate a reggere il giovane tronco nella posizione voluta.
A metà pomeriggio il sole ed il vento hanno seccato la terra e le piccole zollette frantumate si sono indurite come sassolini appuntiti. Camminarci sopra non è più così confortevole: il tallone ci sprofonda e l’arco del piede si appoggia pesantemente sulla terra spigolosa mentre le dita tendono istintivamente a chiudersi per alleggerire un po’ la pressione. Mi torna alla mente il tormento che provai la scorsa estate passeggiando giù per un tratto di strada coperta da uno spesso stato di pietrisco. Nei giorni successivi soprii che percorrere lo stesso tratto in salita era meno fastidioso e che lo era ancora meno passarci correndo: il “segreto” era tutto nel meraviglioso lavoro di molleggio e adattamento alla superficie svolto dall’avampiede. Qui però sono costretto a movimenti molto più lenti e pesanti, di molleggio manco a parlarne.
Il risultato dopo un giorno e mezzo sono i legamenti dei piedi un po‘affaticati (ma niente in confronto al male alle braccia e alla schiena!), con la pelle piuttosto abrasa e un po‘di bruciore sotto ai piedi. Ho fatto un bel lavoro, sono stanco e soddisfatto. L’ultima fatica nell’aria fresca all’imbrunire è bagnare da lontano il terreno spianato e seminato.
Biagio- Numero di messaggi : 377
Data d'iscrizione : 19.10.10
Re: Lavori in giardino
scusa se mi permetto, ma credo che lavorare scalzi con strumenti quali una vanga o una zappa, per non parlare di una motozappa o di una qualunque macchina utensile a motore, sia veramente da incoscienti. Anche se sei sicuro di te e credi di metterci tutta l'attenzione del mondo, un incidente può sempre essere in agguato e poi, a poco servirebbe darsi dall' idiota.
Fai i tuoi lavori agricoli -giardinieri indossando, possibilmente, scarpe di sicurezza e poi goditi il contatto con il terreno a piedi nudi in tutta pace tranquillità.
Per godere dello scalzismo, bisogna innazitutto avere piedi sani ed incolumi!
Fai i tuoi lavori agricoli -giardinieri indossando, possibilmente, scarpe di sicurezza e poi goditi il contatto con il terreno a piedi nudi in tutta pace tranquillità.
Per godere dello scalzismo, bisogna innazitutto avere piedi sani ed incolumi!
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: Lavori in giardino
Anche io trovo pericoloso utilizzare certe attrezzature scalzi. Un conto è usare un trattore (spesso in estate vedo contadini in mezzo ai campi guidare scalzi il trattore). Diverso è appunto usare un mezzo che non consente,come in questo caso,alcun riparo,come la moto zappa. Anzi,ricordo di avere letto in alcune istruzioni circa le macchine da giardinaggio (falciaerba,decespugliatori ecc..) di evitare di utilizzare la "macchina" a piedi nudi. Chicco.
ChiccoB- Numero di messaggi : 958
Età : 52
Data d'iscrizione : 05.09.08
Re: Lavori in giardino
I contadini, in passato, lavorarvano la terra a piedi nudi, è vero, ma avevano anche spesso incidenti, facevno una vita di m.... e a 40 anni erano finiti Non so quanto fosse una scelta.
Posso capire il discorso di sentire la terra, ma il pericolo, anche con una zappa mi sembra eccessivo. Ti confesso che ho fatto lavori a piedi nudi anche recentemente, ma anche solo un cacciavite che dal tavolo ti cade sul piede, può essere assai poco piacevole
Posso capire il discorso di sentire la terra, ma il pericolo, anche con una zappa mi sembra eccessivo. Ti confesso che ho fatto lavori a piedi nudi anche recentemente, ma anche solo un cacciavite che dal tavolo ti cade sul piede, può essere assai poco piacevole
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: Lavori in giardino
Veramente la mia intenzione era di parlarvi del giardinaggio e provare a trasmettervi la mia gioia dopo due giorni all’aria aperta, a contatto con il sole e con la terra, principio e fine di tutta la vita. Non volevo parlare di sicurezza, altrimenti avrei inserito il testo nell’area dedicata alla salute; però l’inatteso tono di allarmato dei vostri rimproveri mi ha costretto a riflettere su questo argomento e ad esprimervi le mie considerazioni.
Se ricordo bene, tu Elan, hai una ditta e perciò giustamente vedi il problema come datore di lavoro. In effetti, far sì che i lavoratori alle proprie dipendenze prendano tutte le precauzioni per evitare incidenti è un dovere morale prima ancora che un obbligo di legge. Lo scopo di lucro di una attività industriale non deve mai in nessun caso prendere il soppravvento sulla sicurezza e la salute di chi vi presta la propria opera.
Però qui non stiamo parlando di un luogo di lavoro, ma della nostra vita e del nostro tempo libero. La mia motozappetta è un cosetto largo 40 cm, con un motorino ridicolo (perciò ho impiegato tanto tempo!); ha un lungo manubrio che mi tiene ad un metro di distanza e funziona solo tenendo premuta una leva tipo il freno della bicicletta. Per farmi male dovrei impegnarmi in contorsioni da kamasutra, a meno che, come in un film dell’orrore, la macchina si mettesse in moto da sola ed iniziasse a rincorrermi per il giardino.
Insomma, non riesco a spiegarmi tutta questa tutta questa preoccupazione. In realtà i pericoli sono ovunque e spesso peggiori, proprio perché meno appariscenti e se davvero volessimo vivere in piena sicurezza, dovremmo cambiare gran parte delle nostre abitudini e rinunciare a gran parte dei piaceri della nostra vita.
Dovremmo rinunciare a correre da soli di notte nei boschi, perché potrebbe capitare di inciampare e battere la testa, oppure di essere caricati da un cinghiale spaventato o ferito.
Dovremmo rinunciare ad andare scalzi in montagna, perché le vipere sono più piccole e mimetizzate di quanto molti pensino ed una svista tutt’altro che improbabile.
Dovremmo evitare come la peste i prati dei giardini pubblici perché la puntura di una siringa potrebbe compromettere per sempre la nostra vita.
Dovremmo indossare le scarpe di gomma ogni volta che inseriamo una spina nella presa di corrente ed ogni volta che maneggiamo un elettrodomestico.
Dovremmo indossare una imbragatura prima di salire su di un albero per fare una potatura o per raccogliere la frutta e non dovremmo mai salire su di un cavallo, perché una caduta potrebbe spezzarci la schiena e costringerci all’immobilità per il resto dei nostri giorni (non vogliamo pensarci, ma purtroppo succede anche questo).
Dovremmo tenere un estintore in cucina, perché una pentola di olio bollente vicino ad una fiamma è di una pericolosità che in pochi si immaginano e la cucina di casa uno dei luoghi più pericolosi in assoluto ( https://www.youtube.com/watch?v=1IyTNh1glDk )
Dovremmo evitare di andare in bicicletta nel traffico e se possibile evitare anche le auto utilitarie perché nello scontro con un SUV o un mezzo pesante faremmo la fine di una sardina in scatola (esperienza provata in prima persona). https://www.youtube.com/watch?v=L8s8qmkSwik
Dovremmo evitare l’alcool, i grassi, lo stress, lo smog, la vita sedentaria e tutte le cattive abitudini scientificamente riconosciute come cause di malattie cardicocircolatorie e di tumori (le prime cause di morte, ben più degli incidenti!).
Che altro vi posso dire? Certo una minima dose di pericolo c'è, come in tante altre cose. Voi regolatevi come meglio credete, io sarò uno stupido incosciente ma a passare il fine settimana con gli scarponi antinfortunistici ai piedi (li avete mai provati?) non ci penso nemmeno.
La vita è una malattia mortale alla quale non scampa nessuno - diceva Kierkegaard, perciò, finché possiamo, cerchiamo di viverla serenamente - con un minimo di prudenza, ma senza esagerare!
Se ricordo bene, tu Elan, hai una ditta e perciò giustamente vedi il problema come datore di lavoro. In effetti, far sì che i lavoratori alle proprie dipendenze prendano tutte le precauzioni per evitare incidenti è un dovere morale prima ancora che un obbligo di legge. Lo scopo di lucro di una attività industriale non deve mai in nessun caso prendere il soppravvento sulla sicurezza e la salute di chi vi presta la propria opera.
Però qui non stiamo parlando di un luogo di lavoro, ma della nostra vita e del nostro tempo libero. La mia motozappetta è un cosetto largo 40 cm, con un motorino ridicolo (perciò ho impiegato tanto tempo!); ha un lungo manubrio che mi tiene ad un metro di distanza e funziona solo tenendo premuta una leva tipo il freno della bicicletta. Per farmi male dovrei impegnarmi in contorsioni da kamasutra, a meno che, come in un film dell’orrore, la macchina si mettesse in moto da sola ed iniziasse a rincorrermi per il giardino.
Insomma, non riesco a spiegarmi tutta questa tutta questa preoccupazione. In realtà i pericoli sono ovunque e spesso peggiori, proprio perché meno appariscenti e se davvero volessimo vivere in piena sicurezza, dovremmo cambiare gran parte delle nostre abitudini e rinunciare a gran parte dei piaceri della nostra vita.
Dovremmo rinunciare a correre da soli di notte nei boschi, perché potrebbe capitare di inciampare e battere la testa, oppure di essere caricati da un cinghiale spaventato o ferito.
Dovremmo rinunciare ad andare scalzi in montagna, perché le vipere sono più piccole e mimetizzate di quanto molti pensino ed una svista tutt’altro che improbabile.
Dovremmo evitare come la peste i prati dei giardini pubblici perché la puntura di una siringa potrebbe compromettere per sempre la nostra vita.
Dovremmo indossare le scarpe di gomma ogni volta che inseriamo una spina nella presa di corrente ed ogni volta che maneggiamo un elettrodomestico.
Dovremmo indossare una imbragatura prima di salire su di un albero per fare una potatura o per raccogliere la frutta e non dovremmo mai salire su di un cavallo, perché una caduta potrebbe spezzarci la schiena e costringerci all’immobilità per il resto dei nostri giorni (non vogliamo pensarci, ma purtroppo succede anche questo).
Dovremmo tenere un estintore in cucina, perché una pentola di olio bollente vicino ad una fiamma è di una pericolosità che in pochi si immaginano e la cucina di casa uno dei luoghi più pericolosi in assoluto ( https://www.youtube.com/watch?v=1IyTNh1glDk )
Dovremmo evitare di andare in bicicletta nel traffico e se possibile evitare anche le auto utilitarie perché nello scontro con un SUV o un mezzo pesante faremmo la fine di una sardina in scatola (esperienza provata in prima persona). https://www.youtube.com/watch?v=L8s8qmkSwik
Dovremmo evitare l’alcool, i grassi, lo stress, lo smog, la vita sedentaria e tutte le cattive abitudini scientificamente riconosciute come cause di malattie cardicocircolatorie e di tumori (le prime cause di morte, ben più degli incidenti!).
Che altro vi posso dire? Certo una minima dose di pericolo c'è, come in tante altre cose. Voi regolatevi come meglio credete, io sarò uno stupido incosciente ma a passare il fine settimana con gli scarponi antinfortunistici ai piedi (li avete mai provati?) non ci penso nemmeno.
La vita è una malattia mortale alla quale non scampa nessuno - diceva Kierkegaard, perciò, finché possiamo, cerchiamo di viverla serenamente - con un minimo di prudenza, ma senza esagerare!
Biagio- Numero di messaggi : 377
Data d'iscrizione : 19.10.10
Re: Lavori in giardino
Sono d'accordo con Biagio sul fatto che a volte siamo un pò troppo allarmisti, l'attenzione è d'obbligo in ogni cosa che facciamo, in quanto ci possiamo fare male in qualunque momento.
Le scarpe antinfortunistiche per alcuni lavori sono d'obbligo, ma non dimentichiamo che i regolamenti e a volte anche solo i consigli sono dispensati dai calzati perenni che non riescono nemmeno a fare 2 metri senza scarpe, immaginate quale pericolo possano rappresentare certe attività!!
Io è da 10 anni che mi alleno coi pesi scalzo, prima lo facevo inconsciamente per piacere e in qualche modo per "emulare" Arnold ai tempi d'oro che compariva su Muscle & Fitness senza scarpe, ma poi ho capito che involontariamente facevo la cosa "giusta", visto che con le scarpe come spiegato esaustivamente nel libro di Howell, gli archi non compiono la loro funzione ammortizzante e il peso si distribuisce in malo modo nella pianta del piede. Se questo squilibrio può portare problemi camminando (sui piedi grava solo il peso del corpo), immaginate cosa può succedere se il carico che grava sui piedi può arrivare al doppio,triplo,ecc. del peso corporeo?
Bene, nonostante questo quando sono andato in una palestra nuova perchè la mia era chiusa, arriva subito l'istruttore a dirmi: ma se ti cade un peso sul piede? Ma che cavolo vuoi che faccia un mm di pelle o tessuto che la scarpa ti può dare se ti cade un disco di ferro da 20kg sul piede? Quale impenetrabile protezione offre una nike!!
Allora, non sapendo cosa rispondere, mi ha lasciato fare.
In un'altra palestra ancora l'istruttore mi ha detto che il regolamento prevedeva l'uso di scarpe, allora lamentandomi col titolare e spiegando le mie ragioni, lui ha proposto la sera stessa alla riunione dei soci di cambiare il regolamento, e così è stato.
Quindi secondo me in certe occasioni le scarpe sono d'obbligo, ma in altre occorre rivalutare i rischi, perchè ricordiamo ancora una volta che le regole sono fatte da chi pensa che senza scarpe non si possa vivere nemmeno per un secondo!
Alessio
Le scarpe antinfortunistiche per alcuni lavori sono d'obbligo, ma non dimentichiamo che i regolamenti e a volte anche solo i consigli sono dispensati dai calzati perenni che non riescono nemmeno a fare 2 metri senza scarpe, immaginate quale pericolo possano rappresentare certe attività!!
Io è da 10 anni che mi alleno coi pesi scalzo, prima lo facevo inconsciamente per piacere e in qualche modo per "emulare" Arnold ai tempi d'oro che compariva su Muscle & Fitness senza scarpe, ma poi ho capito che involontariamente facevo la cosa "giusta", visto che con le scarpe come spiegato esaustivamente nel libro di Howell, gli archi non compiono la loro funzione ammortizzante e il peso si distribuisce in malo modo nella pianta del piede. Se questo squilibrio può portare problemi camminando (sui piedi grava solo il peso del corpo), immaginate cosa può succedere se il carico che grava sui piedi può arrivare al doppio,triplo,ecc. del peso corporeo?
Bene, nonostante questo quando sono andato in una palestra nuova perchè la mia era chiusa, arriva subito l'istruttore a dirmi: ma se ti cade un peso sul piede? Ma che cavolo vuoi che faccia un mm di pelle o tessuto che la scarpa ti può dare se ti cade un disco di ferro da 20kg sul piede? Quale impenetrabile protezione offre una nike!!
Allora, non sapendo cosa rispondere, mi ha lasciato fare.
In un'altra palestra ancora l'istruttore mi ha detto che il regolamento prevedeva l'uso di scarpe, allora lamentandomi col titolare e spiegando le mie ragioni, lui ha proposto la sera stessa alla riunione dei soci di cambiare il regolamento, e così è stato.
Quindi secondo me in certe occasioni le scarpe sono d'obbligo, ma in altre occorre rivalutare i rischi, perchè ricordiamo ancora una volta che le regole sono fatte da chi pensa che senza scarpe non si possa vivere nemmeno per un secondo!
Alessio
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Lavori in giardino
Guarda, già con le infradito può caderti sul piede una trave d'acciaio e non ti succede nulla...Alexey ha scritto:arriva subito l'istruttore a dirmi: ma se ti cade un peso sul piede? Ma che cavolo vuoi che faccia un mm di pelle o tessuto che la scarpa ti può dare se ti cade un disco di ferro da 20kg sul piede? Quale impenetrabile protezione offre una nike!!
Scherzi a parte, quando ero il quel limbo in cui basta un piccolo incentivo per diventare scalzisti, mi è effettivamente cascato un peso da tre chili sul piede.
Scalzo.
Ero in casa e senza scarpe e quello mi ha salvato: le ossa si sono aperte, i legamenti hanno fatto da ammortizzatore elastico e me la sono cavata con un grosso ematoma sul collo del piede.
Se avessi avuto delle scarpe, le ossa del piede non avrebbero potuto allargarsi, trattenute dalla scarpa, e mi sarei rotto qualcosa.
Invece, grazie all'ematoma, sono stato costretto ad uscire di casa per 4-5 giorni scalzo perché non potevo nemmeno infilare una infradito e se volevo mangiare dovevo uscire per comprarmi qualcosa. E gli amici? In vacanza, era ferragosto.
Così ho cominciato e non ho più smesso.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Lavori in giardino
Mah,guarda... Personalmente ti capisco tantissimo. I pericoli,soprattutto in casa sono sempre in agguato.Questo lo sappiamo bene. Credo che i commenti fatti sul tuo post quì sopra (il mio in primis) non siano stati per "fare osservazione" per il fatto che hai lavorato la terra scalzo,cosa che faccio anche io puntualmente (oggi pomeriggio per esempio ho zappato a mano un pezzetto di terra nel giardino,ed ero rigorosamente a piedi nudi ). Ci siamo solo preoccupati per l'eventuale pericolo della moto zappa. L'altra sera,per esempio,ero a cantare in un locale ed ho indossato le scarpe ( ) alle 21,30 poco prima di iniziare lo spettacolo e le ho tolte alle 2,30... Arrivato il momento di smontare gli strumenti sul palco,(premetto che quando parto da casa indosso le infradito) proprio non riuscivo a mettere nulla ai piedi:sono quindi rimasto a piedi nudi camminando sui cavi... Ecco,questo è un pericolo che pur sapendone le conseguenze,ho corso se vogliamo con un poco di incoscenza. Tuttavia la corrente era stata tolta,quindi a parte eventuali possibili incidenti (può sempre capitare di prendere sui piedi una valigia,oppure essere centrati sull'alluce da un'asta dei microfoni...) fortunatamente non è successo nulla. Personalmente, preferisco "cedere" al piacere di stare scalzo,anche in condizioni di potenziale pericolo,piuttosto che tenere i piedi prigionieri troppo tempo nelle scarpe. Infondo non bisogna poi essere troppo fatalisti... Chicco.Biagio ha scritto:Veramente la mia intenzione era di parlarvi del giardinaggio e provare a trasmettervi la mia gioia dopo due giorni all’aria aperta, a contatto con il sole e con la terra, principio e fine di tutta la vita. Non volevo parlare di sicurezza, altrimenti avrei inserito il testo nell’area dedicata alla salute; però l’inatteso tono di allarmato dei vostri rimproveri mi ha costretto a riflettere su questo argomento e ad esprimervi le mie considerazioni.
Se ricordo bene, tu Elan, hai una ditta e perciò giustamente vedi il problema come datore di lavoro. In effetti, far sì che i lavoratori alle proprie dipendenze prendano tutte le precauzioni per evitare incidenti è un dovere morale prima ancora che un obbligo di legge. Lo scopo di lucro di una attività industriale non deve mai in nessun caso prendere il soppravvento sulla sicurezza e la salute di chi vi presta la propria opera.
Però qui non stiamo parlando di un luogo di lavoro, ma della nostra vita e del nostro tempo libero. La mia motozappetta è un cosetto largo 40 cm, con un motorino ridicolo (perciò ho impiegato tanto tempo!); ha un lungo manubrio che mi tiene ad un metro di distanza e funziona solo tenendo premuta una leva tipo il freno della bicicletta. Per farmi male dovrei impegnarmi in contorsioni da kamasutra, a meno che, come in un film dell’orrore, la macchina si mettesse in moto da sola ed iniziasse a rincorrermi per il giardino.
Insomma, non riesco a spiegarmi tutta questa tutta questa preoccupazione. In realtà i pericoli sono ovunque e spesso peggiori, proprio perché meno appariscenti e se davvero volessimo vivere in piena sicurezza, dovremmo cambiare gran parte delle nostre abitudini e rinunciare a gran parte dei piaceri della nostra vita.
Dovremmo rinunciare a correre da soli di notte nei boschi, perché potrebbe capitare di inciampare e battere la testa, oppure di essere caricati da un cinghiale spaventato o ferito.
Dovremmo rinunciare ad andare scalzi in montagna, perché le vipere sono più piccole e mimetizzate di quanto molti pensino ed una svista tutt’altro che improbabile.
Dovremmo evitare come la peste i prati dei giardini pubblici perché la puntura di una siringa potrebbe compromettere per sempre la nostra vita.
Dovremmo indossare le scarpe di gomma ogni volta che inseriamo una spina nella presa di corrente ed ogni volta che maneggiamo un elettrodomestico.
Dovremmo indossare una imbragatura prima di salire su di un albero per fare una potatura o per raccogliere la frutta e non dovremmo mai salire su di un cavallo, perché una caduta potrebbe spezzarci la schiena e costringerci all’immobilità per il resto dei nostri giorni (non vogliamo pensarci, ma purtroppo succede anche questo).
Dovremmo tenere un estintore in cucina, perché una pentola di olio bollente vicino ad una fiamma è di una pericolosità che in pochi si immaginano e la cucina di casa uno dei luoghi più pericolosi in assoluto ( https://www.youtube.com/watch?v=1IyTNh1glDk )
Dovremmo evitare di andare in bicicletta nel traffico e se possibile evitare anche le auto utilitarie perché nello scontro con un SUV o un mezzo pesante faremmo la fine di una sardina in scatola (esperienza provata in prima persona). https://www.youtube.com/watch?v=L8s8qmkSwik
Dovremmo evitare l’alcool, i grassi, lo stress, lo smog, la vita sedentaria e tutte le cattive abitudini scientificamente riconosciute come cause di malattie cardicocircolatorie e di tumori (le prime cause di morte, ben più degli incidenti!).
Che altro vi posso dire? Certo una minima dose di pericolo c'è, come in tante altre cose. Voi regolatevi come meglio credete, io sarò uno stupido incosciente ma a passare il fine settimana con gli scarponi antinfortunistici ai piedi (li avete mai provati?) non ci penso nemmeno.
La vita è una malattia mortale alla quale non scampa nessuno - diceva Kierkegaard, perciò, finché possiamo, cerchiamo di viverla serenamente - con un minimo di prudenza, ma senza esagerare!
ChiccoB- Numero di messaggi : 958
Età : 52
Data d'iscrizione : 05.09.08
Re: Lavori in giardino
Concordo con Biagio.
Anche io faccio i miei lavori in giardino sempre scalzo. Ovviamente presto una particolare attenzione ai piedi sapendo che sono vulnerabili.
Certo, vangare e' un po' scomodo perche' l'appoggio per il piede della mia pala e' sottile e questo mi costa un po' di fatica, ma il gusto di lavorare
scalzo non me lo nego.
No ho poi motozappe ma solo una falciatrice elettrica con la quale e' difficile farsi male.
Lavorare scalzi in giardino fa parte dei piaceri della vita.
Anche io faccio i miei lavori in giardino sempre scalzo. Ovviamente presto una particolare attenzione ai piedi sapendo che sono vulnerabili.
Certo, vangare e' un po' scomodo perche' l'appoggio per il piede della mia pala e' sottile e questo mi costa un po' di fatica, ma il gusto di lavorare
scalzo non me lo nego.
No ho poi motozappe ma solo una falciatrice elettrica con la quale e' difficile farsi male.
Lavorare scalzi in giardino fa parte dei piaceri della vita.
alex65- Numero di messaggi : 303
Età : 59
Data d'iscrizione : 03.01.08
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