Ci sono (...ci siamo...) anche io...
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Ci sono (...ci siamo...) anche io...
Promemoria primo messaggio :
Carissimi barefooters,
vi scrivo da frequentatore quasi fantasma di questo forum, e con una certa presunzione credo di poter parlare a nome di altri che, come me, visitano il forum con una certa frequenza ma limitano gli interventi al minimo. Non è difficile accorgersene osservando un po' dalla lista utenti...
Che dire, leggere le vostre esperienze e anche le vostre riflessioni è sicuramente interessante. Molto bello il modo in cui sapete inquadrare certi comportamenti sociali verso gli schemi, le regole non scritte, che quindi si innescano anche nei confronti di chi va scalzo. Qui riconosco la mia pigrizia, per cui intervenire in un discorso di persone ben più esperte e consapevoli di me mi sembra, soprattutto in maniera inconscia, del tutto superfluo. Diciamo che ho pochissime esperienze a nome mio di cui raccontare o su cui sostenere un parere, e qui arrivo al punto.
Mi sembra di capire che il forum sia frequentato in larga parte da veterani, ovvero chi ha ormai una lunga esperienza e ha fatto dello scalzismo, seppur non totale, una vera parte della propria vita, e da "ipercoraggiosi", ovvero quelle persone che, in barba al mondo intero, abbracciano questa abitudine che, pur con tutti i loro limiti iniziali, portano avanti con una eccezionale, a mio parere, forza d'animo, e quindi entrano nel gruppo.
Tuttavia credo che la maggior parte dell'utenza più nascosta (con questo mi riferisco anche a chi non ha un account, ma gira da queste parti) abbia un enorme timore a fare questi primi passi. Provo a spiegarmi meglio.
Io non ha grandi dubbi, sono sicuro di avere il "fattore scalzo", che già da piccolo si manifestava, su questo non posso farci nulla, né voglio! Se mi dovessi immaginare una vita da scalzista non avrei grosse difficoltà, soprattutto considerando le vostre testimonianze, ma il freno sta proprio qui.
Come fa ad iniziare lo scalzismo un vent(un)enne come me, che ancora abita in una realtà sociale fortemente condizionata dai coetanei e, allo stesso tempo, non ha un coraggio da leoni nell'affrontare il mondo con quella spavalderia necessaria? Nell'ambiente universitario che frequento quelle volte che qualcuno (ragazze o ragazzi) indossa un abbigliamento bizzarro viene inevitabilmente schernito. Nessuno fa il bullo, per intenderci, ma se un nostro amico viene in maggio con una maglia senza maniche lo si prende in giro, e chi non lo fa esternamente, sicuramente ne sviluppa un ribrezzo che mostra più o meno apertamente. Siamo italiani insomma, anche se non del tutto adulti.
Ora dico, in un ambiente come questo, seppure di cordiali amicizie e sincere relazioni, come posso pensare di mostrarmi scalzo???? Il paradosso è che, a differenza di un luogo di lavoro, dove un certo tipo d'abbigliamento è d'obbligo, noi studenti abbiamo assoluta libertà. Non verrebbe nessuno, datore di lavoro o chicchesia, a dire "tu qui non puoi stare", ma una persona che non ha, per motivi di carattere, la forza di affrontare il mondo dei coetanei tutto da solo che fine fa?
Quello universitario è un esempio, come ne si può fare tanti nel mondo giovanile, vuoi le compagnie di amici, eccetera..
Chiaro che la ragione sta tutta qui, nella nostra cultura, nella nostra chiusura mentale, che altrove può benissimo essere più evoluta. Ma noi viviamo qui.
Penso che come me, su questo forum girino tanti "principianti assoluti" che abbiano con sé la voglia di provare l'esperienza scalza, ma non hanno il sostegno di qualcuno che sia nella loro stessa situazione.
Ecco, questo per ora è quanto, desideravo esprimermi da un po' ma dovevo tirare fuori il coraggio di farlo
Saluti, barefooters, avete tutta la mia stima se siete arrivati a leggere fin qui!!
Carissimi barefooters,
vi scrivo da frequentatore quasi fantasma di questo forum, e con una certa presunzione credo di poter parlare a nome di altri che, come me, visitano il forum con una certa frequenza ma limitano gli interventi al minimo. Non è difficile accorgersene osservando un po' dalla lista utenti...
Che dire, leggere le vostre esperienze e anche le vostre riflessioni è sicuramente interessante. Molto bello il modo in cui sapete inquadrare certi comportamenti sociali verso gli schemi, le regole non scritte, che quindi si innescano anche nei confronti di chi va scalzo. Qui riconosco la mia pigrizia, per cui intervenire in un discorso di persone ben più esperte e consapevoli di me mi sembra, soprattutto in maniera inconscia, del tutto superfluo. Diciamo che ho pochissime esperienze a nome mio di cui raccontare o su cui sostenere un parere, e qui arrivo al punto.
Mi sembra di capire che il forum sia frequentato in larga parte da veterani, ovvero chi ha ormai una lunga esperienza e ha fatto dello scalzismo, seppur non totale, una vera parte della propria vita, e da "ipercoraggiosi", ovvero quelle persone che, in barba al mondo intero, abbracciano questa abitudine che, pur con tutti i loro limiti iniziali, portano avanti con una eccezionale, a mio parere, forza d'animo, e quindi entrano nel gruppo.
Tuttavia credo che la maggior parte dell'utenza più nascosta (con questo mi riferisco anche a chi non ha un account, ma gira da queste parti) abbia un enorme timore a fare questi primi passi. Provo a spiegarmi meglio.
Io non ha grandi dubbi, sono sicuro di avere il "fattore scalzo", che già da piccolo si manifestava, su questo non posso farci nulla, né voglio! Se mi dovessi immaginare una vita da scalzista non avrei grosse difficoltà, soprattutto considerando le vostre testimonianze, ma il freno sta proprio qui.
Come fa ad iniziare lo scalzismo un vent(un)enne come me, che ancora abita in una realtà sociale fortemente condizionata dai coetanei e, allo stesso tempo, non ha un coraggio da leoni nell'affrontare il mondo con quella spavalderia necessaria? Nell'ambiente universitario che frequento quelle volte che qualcuno (ragazze o ragazzi) indossa un abbigliamento bizzarro viene inevitabilmente schernito. Nessuno fa il bullo, per intenderci, ma se un nostro amico viene in maggio con una maglia senza maniche lo si prende in giro, e chi non lo fa esternamente, sicuramente ne sviluppa un ribrezzo che mostra più o meno apertamente. Siamo italiani insomma, anche se non del tutto adulti.
Ora dico, in un ambiente come questo, seppure di cordiali amicizie e sincere relazioni, come posso pensare di mostrarmi scalzo???? Il paradosso è che, a differenza di un luogo di lavoro, dove un certo tipo d'abbigliamento è d'obbligo, noi studenti abbiamo assoluta libertà. Non verrebbe nessuno, datore di lavoro o chicchesia, a dire "tu qui non puoi stare", ma una persona che non ha, per motivi di carattere, la forza di affrontare il mondo dei coetanei tutto da solo che fine fa?
Quello universitario è un esempio, come ne si può fare tanti nel mondo giovanile, vuoi le compagnie di amici, eccetera..
Chiaro che la ragione sta tutta qui, nella nostra cultura, nella nostra chiusura mentale, che altrove può benissimo essere più evoluta. Ma noi viviamo qui.
Penso che come me, su questo forum girino tanti "principianti assoluti" che abbiano con sé la voglia di provare l'esperienza scalza, ma non hanno il sostegno di qualcuno che sia nella loro stessa situazione.
Ecco, questo per ora è quanto, desideravo esprimermi da un po' ma dovevo tirare fuori il coraggio di farlo
Saluti, barefooters, avete tutta la mia stima se siete arrivati a leggere fin qui!!
albimat90- Numero di messaggi : 62
Età : 34
Data d'iscrizione : 13.12.10
Re: Ci sono (...ci siamo...) anche io...
Io no ho resistito all'ora legale. per questo già la settimana scorsa ho inforcato la bici e ho fatto circa 30 Km pedalando scalzo... Oggi da noi le temperature erano veramente estive. Questa settimana non credo che replicherò, per motivi di tempo, ma so per certo quello che farò le settimane venture... E tutto avverrà mooooooooolto scalzo!!!bfpaul ha scritto:EliBet ha scritto:
Io penso che non sia sempre facile e soprattutto immediato essere noi stessi. Forse perchè a volte ci sono tante cose che vorrebbero impedircelo.
E si superano, ovviamente!Questo importa: superare le difficoltà e farlo con coraggio e cognizione del rischio.
Cerco di spiegarmi: tutta la storia umana è un superamento dell'ignoto e delle difficoltà fisiche che si incontrano per progredire.
Così noi bf's "usciamo dal guscio" mettendo i piedi in terra per scoprire che non c'è quasi niente che non vada, a parte le superfici che non riusciamo a superare. Ci vuole coraggio per affrontare l'ignoto.
Andando avanti ci si accorge che in realtà quasi ogni ostacolo è superabile e ci si impadronisce di una serie di sicurezze che vengono solo dalla propria esperienza personale che è sempre diversa; c'è chi va con prudenza "un passo dopo l'altro" rischiando poco o niente, e chi invece "si lancia nell'avventura" incontrando subito il suo limite attuale. Questo genera la cognizione del rischio e non dobbiamo superare certi limiti se non siamo ancora "attrezzati".
Insistere e migliorarsi, di fatto "allenarsi" è una questione di carattere, ma la forza delle sensazioni che ci accompagnano è una benefica "droga" che ha l'effetto di migliorare la nostra autovalutazione ed acquisire sempre maggiore sicurezza.EliBet ha scritto:E poi, io credo che noi SIAMO quello che facciamo, o quello che vogliamo fare (che poi è la stessa cosa...)
Siamo Nati Scalzi, e questo si vede perché andiamo a piedi scalzi...
o cmq ci andremo, un giorno, molto presto come dice Paolo: "E' arrivata la primavera" =D
Mi piacerebbe, alla fine di quest'estate, riuscire ad andarci in uni, con i piedi scalzi ^^ prima di abbandonarla del tutto...
e so che voi mi aiuterete tanto ^^ vorrei proprio incontrarvi a maggio!Perché dici "andremo"?bfpaul
Andiamo, subito.
Ripeto: "E' arrivata la primavera" e non è un modo di dire. Domani c'è di nuovo l'ora legale e le giornate più lunghe ci consentono di avere più tempo per andare scalzi.
Io domani vorrei leggere di un sacco di noi che finalmente sono riusciti ad andare scalzi, magari vedere i posti dove andiamo, le nostre foto ricordo dell'impresa ...
Facciamolo, cosa aspettiamo? Siamo i NatiScalzi.
Chicco.
ChiccoB- Numero di messaggi : 958
Data d'iscrizione : 05.09.08
Re: Ci sono (...ci siamo...) anche io...
albimat90 ha scritto:Mi sembra di capire che il forum sia frequentato in larga parte da veterani, ovvero chi ha ormai una lunga esperienza e ha fatto dello scalzismo, seppur non totale, una vera parte della propria vita, e da "ipercoraggiosi", ovvero quelle persone che, in barba al mondo intero, abbracciano questa abitudine che, pur con tutti i loro limiti iniziali, portano avanti con una eccezionale, a mio parere, forza d'animo, e quindi entrano nel gruppo.
No, caro amico.
Se pensi questo, allora rischi di sfalsare molti nostri interventi.
Diciamo che fra noi ci sono barefooters fortissimi, non tanto per le capacità fisiche, ma per convinzione e determinazione e fra questi mi ci metto pure io che vado scalzo dove vivo tutti i giorni e dove tutti sanno dove abito e quale porta apro per rincasare tutte le sere.
Ma vorrei che tu sapessi che non ho vinto tutte le mie paure e che vado scalzo quasi spavaldo a 57 anni compiuti, quando l'ho fatto clandestinamente fin dalla preadolescenza.
Ahimé, caro albimat, quanti anni buttati al vento, quante battaglie sotterranee contro gli spettri interiori.
Vorrei che tu ci abbracciassi e pensassi a quante ferite abbiamo dovuto rimarginare per sembrare dei punti di riferimento e, soprattutto, a quante ancora ne dobbiamo rimarginare.
No, noi non siamo gli immortali scalzi, siamo dei parziali vincitori che vorremmo che voi giovani foste migliori di noi e convinti di quanto sarebbe meraviglioso darvi l'opportunità che noi non abbiamo mai avuto: l'eredità di godere lo scalzismo per tanti, tanti anni.
Se pensi questo, allora rischi di sfalsare molti nostri interventi.
Diciamo che fra noi ci sono barefooters fortissimi, non tanto per le capacità fisiche, ma per convinzione e determinazione e fra questi mi ci metto pure io che vado scalzo dove vivo tutti i giorni e dove tutti sanno dove abito e quale porta apro per rincasare tutte le sere.
Ma vorrei che tu sapessi che non ho vinto tutte le mie paure e che vado scalzo quasi spavaldo a 57 anni compiuti, quando l'ho fatto clandestinamente fin dalla preadolescenza.
Ahimé, caro albimat, quanti anni buttati al vento, quante battaglie sotterranee contro gli spettri interiori.
Vorrei che tu ci abbracciassi e pensassi a quante ferite abbiamo dovuto rimarginare per sembrare dei punti di riferimento e, soprattutto, a quante ancora ne dobbiamo rimarginare.
No, noi non siamo gli immortali scalzi, siamo dei parziali vincitori che vorremmo che voi giovani foste migliori di noi e convinti di quanto sarebbe meraviglioso darvi l'opportunità che noi non abbiamo mai avuto: l'eredità di godere lo scalzismo per tanti, tanti anni.
Come fa ad iniziare lo scalzismo un vent(un)enne come me, che ancora abita in una realtà sociale fortemente condizionata dai coetanei e, allo stesso tempo, non ha un coraggio da leoni nell'affrontare il mondo con quella spavalderia necessaria? Nell'ambiente universitario che frequento quelle volte che qualcuno (ragazze o ragazzi) indossa un abbigliamento bizzarro viene inevitabilmente schernito. Nessuno fa il bullo, per intenderci, ma se un nostro amico viene in maggio con una maglia senza maniche lo si prende in giro, e chi non lo fa esternamente, sicuramente ne sviluppa un ribrezzo che mostra più o meno apertamente. Siamo italiani insomma, anche se non del tutto adulti.
Non del tutto adulti, appunto. Ma tu sei così sicuro che schernire gli altri voglia dire necessariamente rifiutare e non, piuttosto, criticare e mettere alla berlina noi stessi?
Sicuro che lo sfottere chi ha il coraggio di sfidare le consuetudini sociali non voglia, in fondo, trovare una giustificazione alla propria paura di osare di più?
Hai mai pensato quanto svendiamo di noi stessi in nome di un'immagine che non ci paga, che non ci fa progredire, che non aumenta il nostro stipendio, né ci evita lo spettro della disoccupazione e che non aumenterà il bilancio della nostra vita a pochi passi dalla morte?
Ne vale la pena?
Abbiamo poche certezze, l'unica è che prima o poi moriremo.
Sacrificare tutto per un flash nella notte eterna scattato da qualcun altro o provare ad illuminarci di qualcosa che viene da dentro di noi?
Sono abbastanza vecchio da cominciare a provare un po' di paura, ma vorrei vedere dei giovani capaci di osare e di capire che davanti ad uno specchio non ci sono giustificazioni e che le immagini di noi stessi creati dagli altri appartengono solo agli altri, a loro uso e consumo, lasciandoci soli ed insoddisfatti.
Vorrei potervi dare la forza che io non ho avuto fin da giovane, ma, in mancanza d'altro, leggeteci ed ascoltateci.
Sicuro che lo sfottere chi ha il coraggio di sfidare le consuetudini sociali non voglia, in fondo, trovare una giustificazione alla propria paura di osare di più?
Hai mai pensato quanto svendiamo di noi stessi in nome di un'immagine che non ci paga, che non ci fa progredire, che non aumenta il nostro stipendio, né ci evita lo spettro della disoccupazione e che non aumenterà il bilancio della nostra vita a pochi passi dalla morte?
Ne vale la pena?
Abbiamo poche certezze, l'unica è che prima o poi moriremo.
Sacrificare tutto per un flash nella notte eterna scattato da qualcun altro o provare ad illuminarci di qualcosa che viene da dentro di noi?
Sono abbastanza vecchio da cominciare a provare un po' di paura, ma vorrei vedere dei giovani capaci di osare e di capire che davanti ad uno specchio non ci sono giustificazioni e che le immagini di noi stessi creati dagli altri appartengono solo agli altri, a loro uso e consumo, lasciandoci soli ed insoddisfatti.
Vorrei potervi dare la forza che io non ho avuto fin da giovane, ma, in mancanza d'altro, leggeteci ed ascoltateci.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Ci sono (...ci siamo...) anche io...
Concordo con Flavio e aggiungo che nella mia vita ho cercato di essere sempre me stesso, senza maschere. E se mi guardo indietro scopro di essere stato molto più rivoluzionario di certi sessantottini tutti uguali da loro e tutti (o quasi) scomparsi alla prima curva. Non seguo le mode. Sono loro che seguono me. Se mi piace il giaccone di Loden è perché ci sto comodo e caldo dentro e perché costerà anche caro ma dura un casino così da non doverlo rinnovare troppo spesso. Non perché sono tirchio, ma perché dò ancora valore alle cose che valgono e in più torno di moda a rotazione ogni 4 o 5 anni...Sicuro che lo sfottere chi ha il coraggio di sfidare le consuetudini sociali non voglia, in fondo, trovare una giustificazione alla propria paura di osare di più?
Hai mai pensato quanto svendiamo di noi stessi in nome di un'immagine che non ci paga, che non ci fa progredire, che non aumenta il nostro stipendio, né ci evita lo spettro della disoccupazione e che non aumenterà il bilancio della nostra vita a pochi passi dalla morte?
Essere se stessi può farti sembrare una mosca bianca da ragazzo, perché non fai parte del "branco" (qualunque senso si voglia dare alla parola), ma alla lunga ripaga. Le amicizie che fai sono più robuste e con la A maiuscola, la tua vita scorre nel modo che vuoi tu e ciò che vorrebbero importi gli altri te lo lasci scivolare addosso. Così facendo resti giovane anche a 58 anni suonati, con lo spirito di un Peter Pan che molti tuoi coetanei non hanno perché stanno irrimediabilmente invecchiando nella loro giacca e cravatta modello Armani (o vattelapesca) mentre tu ti stupisci ancora del mondo coi tuoi pedini piccoli o grandi a contatto col terreno.
Loro non si stupiscono più e restano contraddetti dal tuo modo di essere. Ne esci catalogato come "matto" o "zozzone" o "stralunato" o qualunque aggettivo del genere ti passa per la testa (zingaro no perché anche loro ora portano le scarpe....).
E qui si pone il nostro potente ECCHISSENEFREGA accompagnato dal lasciar scorrere le critiche non costruttive alle spalle come l'acqua in una doccia. Loro saranno così, noi siamo cosà. Nel mondo c'é posto per tutti. Il motto del campanile di Coazze (TO) "Ciascuno a suo modo" deve rimanere sempre valido (anche se pare fosse stato oscurato durante il fascismo), perché è un simbolo di libertà e libertà è arrivare fin dove si può senza calpesatre quella degli altri in nome di qualche idea sbagliata (per esempio che le scarpe facciano "decoro" mentre due piedi belli e sani ma sporchi sotto no).
Perciò, anche se a 58 anni comincio a brontolare come tutti i vecchi (avendone già viste di tutti i colori) dentro mi sento un tuo pari, carissimo albimat90 (acc... però sono vecchio sul serio: non mi ricordo più il tuo vero nome), e leggo volentieri anche le tue esperienze e rispondo se la cosa è interessante, come in questo caso. Perché avrei voluto iniziare ad andare scalzo quando avevo la tua età, ragazzo mio, ma avevo i freni inibitori dei condizionamenti subiti e non esisteva ancora un forum come questo (non esistevano nemmeno i computer! ).
Saluti incoraggianti
Marco
Marco53- Numero di messaggi : 1116
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Ci sono (...ci siamo...) anche io...
coetanei non hanno perché stanno irrimediabilmente invecchiando nella loro giacca e cravatta modello Armani (o vattelapesca) mentre tu ti stupisci ancora del mondo coi tuoi pedini piccoli o grandi a contatto col terreno.
Loro non si stupiscono più
Questo è molto bello, la capacità di stupirsi è tipica della mente aperta dei bambini e purtroppo con gli anni si perde portando con se la conseguente e progressiva chiusura mentale.
L' adulto "medio" non si stupisce più di nulla, può attraversare la strada un' elefante rosa e lui lo schiverà leggendo il giornale, con le sue belle scarpe "di legno" che lo proteggono dal mondo...
E' bello riscoprire lo stupore e tornare bambini, e camminare scalzi è proprio quello che ci vuole.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Ci sono (...ci siamo...) anche io...
No, caro amico.
Se pensi questo, allora rischi di sfalsare molti nostri interventi.
Diciamo che fra noi ci sono barefooters fortissimi, non tanto per le capacità fisiche, ma per convinzione e determinazione e fra questi mi ci metto pure io che vado scalzo dove vivo tutti i giorni e dove tutti sanno dove abito e quale porta apro per rincasare tutte le sere.
Ma vorrei che tu sapessi che non ho vinto tutte le mie paure e che vado scalzo quasi spavaldo a 57 anni compiuti, quando l'ho fatto clandestinamente fin dalla preadolescenza.
Ahimé, caro albimat, quanti anni buttati al vento, quante battaglie sotterranee contro gli spettri interiori.
Vorrei che tu ci abbracciassi e pensassi a quante ferite abbiamo dovuto rimarginare per sembrare dei punti di riferimento e, soprattutto, a quante ancora ne dobbiamo rimarginare.
No, noi non siamo gli immortali scalzi, siamo dei parziali vincitori che vorremmo che voi giovani foste migliori di noi e convinti di quanto sarebbe meraviglioso darvi l'opportunità che noi non abbiamo mai avuto: l'eredità di godere lo scalzismo per tanti, tanti anni.
Voi siete i barefooters fortissimi, non immortali dici tu, ma ai miei occhi poco ci manca! Comunque la mia non era certo una critica rivolta ai vostri molti interventi, ma una mia impressione da neofita. Non vorrei che fosse così, anzi mi piacerebbe molto leggere di quelli che sono i problemi legati a chi vive la gioventù oggi ma, ahimé, non ho questa sensazione. Voglio dire che qui si legge di voi e delle vostre imprese titaniche (talmente titaniche da non sembrarlo ai vostri occhi )!! Ovvio che, conoscendovi meglio, potrò sicuramente farmi un'idea più completa. Comunque..
Ma tu sei così sicuro che schernire gli altri voglia dire necessariamente rifiutare e non, piuttosto, criticare e mettere alla berlina noi stessi?
Sicuro che lo sfottere chi ha il coraggio di sfidare le consuetudini sociali non voglia, in fondo, trovare una giustificazione alla propria paura di osare di più?
Hai mai pensato quanto svendiamo di noi stessi in nome di un'immagine che non ci paga, che non ci fa progredire, che non aumenta il nostro stipendio, né ci evita lo spettro della disoccupazione e che non aumenterà il bilancio della nostra vita a pochi passi dalla morte?
Ne vale la pena?
Abbiamo poche certezze, l'unica è che prima o poi moriremo.
Sacrificare tutto per un flash nella notte eterna scattato da qualcun altro o provare ad illuminarci di qualcosa che viene da dentro di noi?
Sono abbastanza vecchio da cominciare a provare un po' di paura, ma vorrei vedere dei giovani capaci di osare e di capire che davanti ad uno specchio non ci sono giustificazioni e che le immagini di noi stessi creati dagli altri appartengono solo agli altri, a loro uso e consumo, lasciandoci soli ed insoddisfatti.
è uno dei discorsi più belli che leggo!! Adesso me lo copio e salvo sul pc!!
Sicuramente non penso che schernire significhi rifiutare e, ancora di più, credo che tante libertà e gusti personali non sono altro che un assoluto successo della è la moda sulle nostre abitudini. Se una volta avere la macchina rossa era normale, a tutti piaceva averla rossa, ma se ora le auto sono al 90% grigie ecco che quella rossa diventa un pugno nell'occhio.
Però un po' mi difendo. L'immagine non ci paga? In gran parte è vero, ma forse non del tutto. Il vero amico, quello con la A, è chi sa entrare veramente nella nostra testa, che ci comprende e rispetta senza prima giudicare. Sicuramente vale la pena di costruire queste relazioni, ma solo di queste?? Se tra giovani ci si schernisce per l'aspetto fisico, appunto l'immagine, si rischia quasi del tutto di esularsi dalla rete sociale. Se la gente iniziasse ad evitarmi per il mio aspetto (fidatevi che nel 2012 a venti anni capita) avrei sicuramente anch'io un grande timore anche solo a rivolgere la parola a qualcuno.
Le immagini di noi stessi che infondiamo agli altri servono solo a loro, ma l'atteggiamento di rispetto con il quale loro si rivolgono a te credo sia molto importante per la mia crescita.
(acc... però sono vecchio sul serio: non mi ricordo più il tuo vero nome)
Piacere, Alberto!
albimat90- Numero di messaggi : 62
Età : 34
Data d'iscrizione : 13.12.10
Re: Ci sono (...ci siamo...) anche io...
Ciao Alberto, capisco che a 20 anni si possa sentire maggiormente il bisogno del "gruppo", è quello che era successo un pò anche a me, allora non mi sarei mai sognato di andare scalzo all' università, e comprendo che in alcuni contesti è meglio attenersi alle regole (ad es. non mi presenterei mai ad un colloquio di lavoro scalzo...), però laddove non vengono lesi i nostri interessi personali (quelli legati alla sopravvivenza, come il lavoro appunto) non dobbiamo lasciarci vincere dai timori, perchè ti assicuro che la maggior parte delle volte si rivelano infondati. Siamo noi che pensiamo che andando scalzi in quel posto verremo "fustigati", invece quando proviamo scopriamo piacevolmente che invece quasi nessuno ci bada, e andare scalzi in molti contesti non è poi un' impresa così ardua.
Vedi che anche Bouzono ha degli amici che gli hanno rotto un pò le scatole le prime volte perchè era la novità, poi quando la cosa diventa
"routine" nessuno ci fa più caso.
L' importante secondo me è anche come ci si pone e avere ben chiare le motivazioni che ci spingono ad andare scalzi, perchè l' atteggiamento è fondamentale.
L' immagine di una persona sicura di sè che cammina scalzo in armonia con l' ambiente circostante è ben diversa da quella di una persona spaventata che si guarda intorno con circospezione come un criminale che sta per essere scoperto.
Certo è che anche questa è questione di allenamento, e può scattare prima o dopo a seconda delle nostre peculiarità individuali.
Penso che la vita abbia fatto un grande dono, perchè essere consapevoli già prima dei 20 anni che ci piace andare scalzi e si può farlo è una grande fortuna; già mi ritengo fortunato io che ne ho "soltanto" 31 (tra un pò 32 aimè...), rispetto a chi lo ha scoperto a più di 50 anni.
Vedi che anche Bouzono ha degli amici che gli hanno rotto un pò le scatole le prime volte perchè era la novità, poi quando la cosa diventa
"routine" nessuno ci fa più caso.
L' importante secondo me è anche come ci si pone e avere ben chiare le motivazioni che ci spingono ad andare scalzi, perchè l' atteggiamento è fondamentale.
L' immagine di una persona sicura di sè che cammina scalzo in armonia con l' ambiente circostante è ben diversa da quella di una persona spaventata che si guarda intorno con circospezione come un criminale che sta per essere scoperto.
Certo è che anche questa è questione di allenamento, e può scattare prima o dopo a seconda delle nostre peculiarità individuali.
Penso che la vita abbia fatto un grande dono, perchè essere consapevoli già prima dei 20 anni che ci piace andare scalzi e si può farlo è una grande fortuna; già mi ritengo fortunato io che ne ho "soltanto" 31 (tra un pò 32 aimè...), rispetto a chi lo ha scoperto a più di 50 anni.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Ci sono (...ci siamo...) anche io...
Per questo visto che avete la fortuna di poter bruciare le tappe è meglio approfittarne, perchè altrimenti fra 10 anni vi domanderete come me:
"Ma come ho fatto a non scoprirlo prima?"
"Ma come ho fatto a non scoprirlo prima?"
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Ci sono (...ci siamo...) anche io...
In genere,da quel che mi è parso di capire, qui non c'é nessuno che ha scoperto di poter camminare scalzi a più di 50 anni, ma gente che è arrivata ai 50 prima di cominciare a scrostarsi di dosso dei tabù, delle idiosincrasie, dei patemi d'animo, chiamateli come volete, ma credo sia tutta gente che già prima e spesso molto prima dei 50 si poneva delle domande o azzardava a camminare scalzo in solitaria con la circospezione di un carbonaro.già mi ritengo fortunato io che ne ho "soltanto" 31 (tra un pò 32 aimè...), rispetto a chi lo ha scoperto a più di 50 anni.
Io ed un amico d'infanzia già a 10 anni o giù di lì esploravamo i marmi freddi del pavimento di casa sfilandoci scarpe e calze quando la mamma non c'era, e scoprendo le prime sensazioni tattili. Sono rimasto scalzo in pectoris fino alla vacanza in Alto Adige del 1969, quando vidi tantissimi bambini e molti ragazzi andare in giro senza scarpe sui verdi prati dolomitici e non solo. E pensavo a come l'agricoltura di montagna e un maggior rispetto dell'ambiente (fin dai tempi di Cecco Beppe, con legislazione austriaca) abbia tenuto le vipere più lontane dai prati che non sull'Altopiano di Asiago, dove ho fatto vacanze in altre annate e almeno ogni anno si avvistavano una o due vipere...
Ragionando su questo mi sono anche rassicurato: se i loro genitori lasciano scalzi i figli nei prati un motivo ci sarà e non ci saranno vipere... In diciotto soggiorni in altrettanti anni non ho mai visto nemmeno una serpe da quelle parti anche se una sola volta ho sentito di uno che ne aveva vista una ma non poteva confermare se vipera o serpe.
Insomma da allora la strada verso lo scalzismo si è spianata, ma solo da una dozzina d'anni è diventato un vero modo di vivere, grazie a internet e ai primi siti (in genere tedeschi) e poi questo dove il dialogo e le esperienze di tutti mi hanno molto aiutato.
Oggi ho fatto la mia solita escursione pre-pasqualizia in Canton Ticino. Le Birkenstock nel baule della macchina già in garage e tutta la giornata scalzo dappertutto, a cominciare dagli autogrill italiani (toilette comprese, incredibilmente pulite sulla Voltri Sempione che percorro da Biandrate a Sesto Calende). Scalzo nei centri commerciali, al distributore, insomma dappertutto, perfino sulle famigerate scale mobili vietate agli scalzi (solo da noi). Neanche per un minuto avrei pensato di stanare i sandali dal baule. Con 27-28°C perfino l'asfalto ancora tiepido del dopo-inverno cominciava a scaldarsi decisamente...
E a scaricare la macchina arrivando sotto casa a piedi nudi è stata ancora una goduria.
Adesso sono incerto se lavarli o conservare un po' di suolo elvetico sotto.
Scherzo li lavo, li lavo come al solito... con la pasta lava-mani ribattezzata lava-piedi per l'occasione
Saluti tiZinesi (che loro hanno le s e le c zibilanti)...
Marco
Marco53- Numero di messaggi : 1116
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Ci sono (...ci siamo...) anche io...
In genere,da quel che mi è parso di capire, qui non c'é nessuno che ha scoperto di poter camminare scalzi a più di 50 anni, ma gente che è arrivata ai 50 prima di cominciare a scrostarsi di dosso dei tabù, delle idiosincrasie, dei patemi d'animo, chiamateli come volete, ma credo sia tutta gente che già prima e spesso molto prima dei 50 si poneva delle domande o azzardava a camminare scalzo in solitaria con la circospezione di un carbonaro.
Forse mi sono spiegato male, intendevo proprio questo, non la possibilità fisica, ma quel tabù psicologico che non permette come dici te di stare scalzi tra la gente, che fa agire da carbonari...
E secondo me è anche grazie alle testimonianze di chi ci è passato prima come voi e ha capito che si può fare veramente alla luce del sole che i più giovani possono "bruciare" le tappe e farsi forza senza aspettare "ere geologiche" poter godersi queso piacere per il maggior numero possibile di anni.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Ci sono (...ci siamo...) anche io...
Un mio insegnante, una volta mi disse che il compito degli adulti è trasmettere la propria esperienza in modo che i giovani possano partire dal punto in cui loro sono arrivati ed andare avanti, senza dover reinventare la ruota ogni volta.Alexey ha scritto:E secondo me è anche grazie alle testimonianze di chi ci è passato prima come voi e ha capito che si può fare veramente alla luce del sole che i più giovani possono "bruciare" le tappe e farsi forza senza aspettare "ere geologiche" poter godersi queso piacere per il maggior numero possibile di anni.
Questo vale nelle scienze, nelle professioni e nei mestieri.
Nel come affrontare la vita è più difficile, nei rapporti personali, sentimentali e "pippe mentali", spesso ognuno deve reinventare la ruota daccapo.
Ma qualche volta trova delle persone (dal vivo o su un forum) che gli permettono di saltare qualche passaggio.
Se a vent'anni uno conquista la consapevolezza che altri hanno raggiunto a 50 ed oltre, cosa farà a 50?
Ora non lo sappiamo, ma sono molto ottimista.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Ci sono (...ci siamo...) anche io...
Rei ha scritto:Un mio insegnante, una volta mi disse che il compito degli adulti è trasmettere la propria esperienza in modo che i giovani possano partire dal punto in cui loro sono arrivati ed andare avanti, senza dover reinventare la ruota ogni volta.Alexey ha scritto:E secondo me è anche grazie alle testimonianze di chi ci è passato prima come voi e ha capito che si può fare veramente alla luce del sole che i più giovani possono "bruciare" le tappe e farsi forza senza aspettare "ere geologiche" poter godersi queso piacere per il maggior numero possibile di anni.
Questo vale nelle scienze, nelle professioni e nei mestieri.
Nel come affrontare la vita è più difficile, nei rapporti personali, sentimentali e "pippe mentali", spesso ognuno deve reinventare la ruota daccapo.
Ma qualche volta trova delle persone (dal vivo o su un forum) che gli permettono di saltare qualche passaggio.
Se a vent'anni uno conquista la consapevolezza che altri hanno raggiunto a 50 ed oltre, cosa farà a 50?
Ora non lo sappiamo, ma sono molto ottimista.
Il tuo insegnante aveva ragione, ma si riferiva a i suoi e tuoi tempi.
Oggi, molti sono diventati adulti con passaggi molto diversi e sicuramente non migliori; la massificazione dei costumi e dei cervelli è IMPRESSIONANTE, la gente - come si dice - non ha la più pallida idea di ciò a cui va dato ascolto e di ciò che va buttato letteralmente al cesso.
Nel nostro amato paese, complice la televisione, questo processo è stato portato avanti - e siccome sono cattivo, mi chiedo: cui prodest? lasciandovi la risposta sennò poi mi dite che ho innesscato un OT gigantesco-
per molti anni e soprattuto negli ultimi 10-20-30 fate voi, con questi esiti.
Noi forse siamo "antichi" come è antico il nostro modo di andare, però siamo persone che hanno raggiunto o stanno raggiungendo una nuova consapevolezza di sé, a tutto vantaggio del vivere meglio, in pace con sé stessi e, salvo non ci rompano le , con gli altri.
Abbiamo creato un sito internet, un forum ed un Club (al quale ci piacerebbe fossero iscritti molti per non dire tutti i nostri lettori), proprio con l'intento far conoscere le nostre idee e per raccogliere tutti coloro che sono convinti di fare bene e di dare un buon esempio.
Perché, alla fine è questo che conta: il "passaparola" - che è ciò che qui facciamo - ed il buon esempio.
Aiutateci ed aiutiamoci se volete, forse aumentemo di molto chi ce ne è grato.
bfpaulOggi, molti sono diventati adulti con passaggi molto diversi e sicuramente non migliori; la massificazione dei costumi e dei cervelli è IMPRESSIONANTE, la gente - come si dice - non ha la più pallida idea di ciò a cui va dato ascolto e di ciò che va buttato letteralmente al cesso.
Nel nostro amato paese, complice la televisione, questo processo è stato portato avanti - e siccome sono cattivo, mi chiedo: cui prodest? lasciandovi la risposta sennò poi mi dite che ho innesscato un OT gigantesco-
per molti anni e soprattuto negli ultimi 10-20-30 fate voi, con questi esiti.
Noi forse siamo "antichi" come è antico il nostro modo di andare, però siamo persone che hanno raggiunto o stanno raggiungendo una nuova consapevolezza di sé, a tutto vantaggio del vivere meglio, in pace con sé stessi e, salvo non ci rompano le , con gli altri.
Abbiamo creato un sito internet, un forum ed un Club (al quale ci piacerebbe fossero iscritti molti per non dire tutti i nostri lettori), proprio con l'intento far conoscere le nostre idee e per raccogliere tutti coloro che sono convinti di fare bene e di dare un buon esempio.
Perché, alla fine è questo che conta: il "passaparola" - che è ciò che qui facciamo - ed il buon esempio.
Aiutateci ed aiutiamoci se volete, forse aumentemo di molto chi ce ne è grato.
Re: Ci sono (...ci siamo...) anche io...
Nel come affrontare la vita è più difficile, nei rapporti personali, sentimentali e "pippe mentali", spesso ognuno deve reinventare la ruota daccapo.
In effetti è vero, spesso finchè non si sbatte la testa sulle cose in prima persona è difficile comprendere.
Quante volte i genitori ci hanno dato consigli su certe cose perchè ci sono passati prima e noi abbiamo "dovuto" sbatterci la testa ugualmente.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Ci sono (...ci siamo...) anche io...
Sì, è vero.albimat90 ha scritto:Le immagini di noi stessi che infondiamo agli altri servono solo a loro, ma l'atteggiamento di rispetto con il quale loro si rivolgono a te credo sia molto importante per la mia crescita.
Il desiderio di piacere agli altri è uno dei bisogni più impellenti della nostra vita sociale e psichica.
Per questo motivo è difficile rinunciarvi ed andare controcorrente.
Però quello è il lato più o meno meccanico ed inconscio della questione, è quella colla ancestrale che permette di creare un gruppo omogeneo, compatto e pronto a lottare insieme per la sopravvivenza.
Però siamo anche esseri razionali calati nella realtà degli anni 2000.
Forse è bene pensare anche a vivere bene, in armonia con noi stessi oltre che più a lungo.
Vorrei essere felice, oltre che (si spera) longevo.
Flavio.(acc... però sono vecchio sul serio: non mi ricordo più il tuo vero nome)
Piacere, Alberto!
Guarda più giù, la mia firma.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
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