La legge è uguale per tutti
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La legge è uguale per tutti
Ogni tanto leggiamo (soprattutto se sono io a scrivere, ma anche qui: Bistecca interrotta) che un titolare di esercizio pubblico (negozio, bar, ristorante, ecc.) NON può rifiutare di servirvi.
Se pagate, ovviamente.
In effetti è vero, ed il suddetto titolare è tenuto a conoscere gli articoli di legge che lo prescrivono.
Noi no, ma fa comodo poterli citare in caso d'emergenza.
Cominciamo con il “Testo unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza” (T.U.L.P.S.) che al capitolo 15 (Degli esercizi pubblici) recita:
Art. 187
Salvo quanto dispongono gli artt. 689 e 691 del codice penale, gli esercenti non possono senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo.
Essere scalzi, salvo un esplicito regolamento scritto (e valido) che imponga un dress code, secondo la giurisprudenza attuale NON è un valido motivo.
Creare disturbo, essere ubriachi molesti, essere sporchi e puzzare o infastidire gli altri commensali sì.
Qualora un cliente protestasse animatamente perché disturbato dai nostri piedi nudi, beh, ai sensi della legge sarebbe lui il disturbatore e, se il titolare ritiene che sia il caso, può allontanarlo.
Se allontana voi infrange la legge e può essere denunciato, multato e rischiare la chiusura del locale.
Se siete curiosi di conoscere gli articoli citati del Codice Penale, riguardano ESCLUSIVAMENTE la somministrazione di alcolici e recitano:
Articolo 689. Somministrazione di bevande alcooliche a minori o a infermi di mente. L’esercente un’osteria o un altro pubblico spazio di cibi o di bevande, il quale somministra, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, bevande alcooliche a un minore degli anni sedici, o a persona che appaia affetta da malattia di mente, o che si trovi in manifeste condizioni di deficienza psichica a causa di un’altra infermità, è punito con l’arresto fino a un anno.
Se dal fatto deriva l’ubriachezza, la pena è aumentata.
La condanna importa la sospensione dall’esercizio.
E per quanto siate paranoici, nessun professionista, cioè l'unico che possa attestare una malattia mentale, vi giudicherà matto se siete scalzi.
Quindi, anche se siete un po' paranoici, siete a posto e potete bere alcolici.
Articolo 691. Somministrazione di bevande alcooliche a persona in stato di manifesta ubriachezza. Chiunque somministra bevande alcooliche a una persona in stato di manifesta ubriachezza, è punito con l’arresto da tre mesi a un anno.
Qualora il colpevole sia esercente un’osteria o un altro pubblico spaccio di cibi o bevande, la condanna importa la sospensione dall’esercizio.
Insomma, se bevete fatelo con moderazione e nessuno vi potrà dire nulla.
In conclusione: se in qualche esercizio vi fanno storie, cercate un pubblico ufficiale, magari annoiato e con la voglia di chiudere un locale (sono più facili da trovare di quanto pensiate ), e fate la vostra denuncia, o meglio un esposto(*).
Come vittima non avete neppure bisogno di un avvocato: ci penserà il pubblico ufficiale a far passare la voglia di fare lo spiritoso al titolare dell'esercizio.
E se è il caso, a denunciarlo d'ufficio, senza bisogno di querela da parte vostra.
Fermo restando che, oltre alla denuncia d'ufficio, potete eventualmente aggiungerci una querela per i reati collegati contro la vostra persona: un avvocato sanguinario sarà sadicamente felice di aiutarvi.
Tutto il resto sono pippe mentali.
Tra l'altro, questo risponde alla domanda "Che potevo fare?" che si fecero le vittime di soprusi, come Nancy e Marcello nei rispettivi supermercati: PER LEGGE, se entrambi avessero denunciato la cosa, i rispettivi titolari avrebbero passato dei guai.
Vi siete mai chiesti perché i direttori dei supermercati dove le guardie giurate mi hanno fatto storie hanno cazziato loro e fatto entrare me?
Perché conoscono la legge.
E, tra cazziare un dipendente e farsi chiudere l'esercizio, trovano molto più gratificante cazziare il dipendente.
(*) L’esposto è l’atto con cui si richiede l'intervento dell'Autorità di Pubblica Sicurezza presentato in caso di dissidi tra privati da una o da entrambe le parti coinvolte.
A seguito della richiesta d’intervento l'ufficiale di Pubblica Sicurezza invita le parti in ufficio per tentare la conciliazione e redigere un verbale.
Se dai fatti si configura un reato, l'Ufficiale di P.S.:
• deve informare l'Autorità giudiziaria, se il fatto è perseguibile d'ufficio
• se si tratta di delitto perseguibile a querela può, a richiesta, esperire un preventivo componimento della vertenza, senza che ciò pregiudichi il successivo esercizio del diritto di querela.
In sostanza, l’esposto è la segnalazione che il cittadino fa all’autorità giudiziaria per sottoporre alla sua attenzione fatti di cui ha notizia affinché valuti se ricorre un’ipotesi di reato.
Fonte: Ministero della Giustizia Scheda pratica - Denuncia, esposto, querela
Se pagate, ovviamente.
In effetti è vero, ed il suddetto titolare è tenuto a conoscere gli articoli di legge che lo prescrivono.
Noi no, ma fa comodo poterli citare in caso d'emergenza.
Cominciamo con il “Testo unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza” (T.U.L.P.S.) che al capitolo 15 (Degli esercizi pubblici) recita:
Art. 187
Salvo quanto dispongono gli artt. 689 e 691 del codice penale, gli esercenti non possono senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo.
Essere scalzi, salvo un esplicito regolamento scritto (e valido) che imponga un dress code, secondo la giurisprudenza attuale NON è un valido motivo.
Creare disturbo, essere ubriachi molesti, essere sporchi e puzzare o infastidire gli altri commensali sì.
Qualora un cliente protestasse animatamente perché disturbato dai nostri piedi nudi, beh, ai sensi della legge sarebbe lui il disturbatore e, se il titolare ritiene che sia il caso, può allontanarlo.
Se allontana voi infrange la legge e può essere denunciato, multato e rischiare la chiusura del locale.
Se siete curiosi di conoscere gli articoli citati del Codice Penale, riguardano ESCLUSIVAMENTE la somministrazione di alcolici e recitano:
Articolo 689. Somministrazione di bevande alcooliche a minori o a infermi di mente. L’esercente un’osteria o un altro pubblico spazio di cibi o di bevande, il quale somministra, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, bevande alcooliche a un minore degli anni sedici, o a persona che appaia affetta da malattia di mente, o che si trovi in manifeste condizioni di deficienza psichica a causa di un’altra infermità, è punito con l’arresto fino a un anno.
Se dal fatto deriva l’ubriachezza, la pena è aumentata.
La condanna importa la sospensione dall’esercizio.
E per quanto siate paranoici, nessun professionista, cioè l'unico che possa attestare una malattia mentale, vi giudicherà matto se siete scalzi.
Quindi, anche se siete un po' paranoici, siete a posto e potete bere alcolici.
Articolo 691. Somministrazione di bevande alcooliche a persona in stato di manifesta ubriachezza. Chiunque somministra bevande alcooliche a una persona in stato di manifesta ubriachezza, è punito con l’arresto da tre mesi a un anno.
Qualora il colpevole sia esercente un’osteria o un altro pubblico spaccio di cibi o bevande, la condanna importa la sospensione dall’esercizio.
Insomma, se bevete fatelo con moderazione e nessuno vi potrà dire nulla.
In conclusione: se in qualche esercizio vi fanno storie, cercate un pubblico ufficiale, magari annoiato e con la voglia di chiudere un locale (sono più facili da trovare di quanto pensiate ), e fate la vostra denuncia, o meglio un esposto(*).
Come vittima non avete neppure bisogno di un avvocato: ci penserà il pubblico ufficiale a far passare la voglia di fare lo spiritoso al titolare dell'esercizio.
E se è il caso, a denunciarlo d'ufficio, senza bisogno di querela da parte vostra.
Fermo restando che, oltre alla denuncia d'ufficio, potete eventualmente aggiungerci una querela per i reati collegati contro la vostra persona: un avvocato sanguinario sarà sadicamente felice di aiutarvi.
Tutto il resto sono pippe mentali.
Tra l'altro, questo risponde alla domanda "Che potevo fare?" che si fecero le vittime di soprusi, come Nancy e Marcello nei rispettivi supermercati: PER LEGGE, se entrambi avessero denunciato la cosa, i rispettivi titolari avrebbero passato dei guai.
Vi siete mai chiesti perché i direttori dei supermercati dove le guardie giurate mi hanno fatto storie hanno cazziato loro e fatto entrare me?
Perché conoscono la legge.
E, tra cazziare un dipendente e farsi chiudere l'esercizio, trovano molto più gratificante cazziare il dipendente.
(*) L’esposto è l’atto con cui si richiede l'intervento dell'Autorità di Pubblica Sicurezza presentato in caso di dissidi tra privati da una o da entrambe le parti coinvolte.
A seguito della richiesta d’intervento l'ufficiale di Pubblica Sicurezza invita le parti in ufficio per tentare la conciliazione e redigere un verbale.
Se dai fatti si configura un reato, l'Ufficiale di P.S.:
• deve informare l'Autorità giudiziaria, se il fatto è perseguibile d'ufficio
• se si tratta di delitto perseguibile a querela può, a richiesta, esperire un preventivo componimento della vertenza, senza che ciò pregiudichi il successivo esercizio del diritto di querela.
In sostanza, l’esposto è la segnalazione che il cittadino fa all’autorità giudiziaria per sottoporre alla sua attenzione fatti di cui ha notizia affinché valuti se ricorre un’ipotesi di reato.
Fonte: Ministero della Giustizia Scheda pratica - Denuncia, esposto, querela
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: La legge è uguale per tutti
Rei, mi potresti dare un parere sul seguente caso inventato, volutamente segaiolo fino al parossismo?
Vado scalzo al ristorarante. Un geniale cliente mi nota, mi prende in antipatia e si lamenta col gestore perché secondo lui i miei piedi puzzano (sic!) e ciò lo infastidisce. Il gestore - un soggetto altrettanto geniale - si schiera dalla parte del senziente fetore e mi chiede di uscire.
In sostanza, il problema sarebbe la presunta puzza dei piedi, non la loro nudità.
Dal momento che...
... Se non disponessi nell'immediato di un profumo da spruzzare platealmente sulle mie parti incriminate, dovrei arrendermi e andar via?
Grazie!
Vado scalzo al ristorarante. Un geniale cliente mi nota, mi prende in antipatia e si lamenta col gestore perché secondo lui i miei piedi puzzano (sic!) e ciò lo infastidisce. Il gestore - un soggetto altrettanto geniale - si schiera dalla parte del senziente fetore e mi chiede di uscire.
In sostanza, il problema sarebbe la presunta puzza dei piedi, non la loro nudità.
Dal momento che...
Rei ha scritto:
Essere scalzi, salvo un esplicito regolamento scritto (e valido) che imponga un dress code, secondo la giurisprudenza attuale NON è un valido motivo.
Creare disturbo, essere ubriachi molesti, essere sporchi e puzzare o infastidire gli altri commensali sì.
... Se non disponessi nell'immediato di un profumo da spruzzare platealmente sulle mie parti incriminate, dovrei arrendermi e andar via?
Grazie!
Massimo- Numero di messaggi : 277
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: La legge è uguale per tutti
Tipico caso di pippa mentale (poi ti spiego).Massimo ha scritto:Rei, mi potresti dare un parere sul seguente caso inventato, volutamente segaiolo fino al parossismo?
Vado scalzo al ristorarante. Un geniale cliente mi nota, mi prende in antipatia e si lamenta col gestore perché secondo lui i miei piedi puzzano (sic!) e ciò lo infastidisce. Il gestore - un soggetto altrettanto geniale - si schiera dalla parte del senziente fetore e mi chiede di uscire.
In sostanza, il problema sarebbe la presunta puzza dei piedi, non la loro nudità.
Dal momento che...Rei ha scritto:
Essere scalzi, salvo un esplicito regolamento scritto (e valido) che imponga un dress code, secondo la giurisprudenza attuale NON è un valido motivo.
Creare disturbo, essere ubriachi molesti, essere sporchi e puzzare o infastidire gli altri commensali sì.
... Se non disponessi nell'immediato di un profumo da spruzzare platealmente sulle mie parti incriminate, dovrei arrendermi e andar via?
Grazie!
Comunque, questa cosa non accadrà mai, semplicemente perché i ristoratori conoscono la legge e sanno che se ti buttano fuori tu puoi fargli passare dei guai, dei grossi guai.
Quindi, o trovano una scusa (legale) per non farti entrare PRIMA, o, se ti sei seduto a tavola, non ti butteranno mai fuori.
Infatti un ristoratore che non ti vuole al limite può dire (è successo) che è tutto prenotato, ma se ti ha già fatto entrare e fatto sedere non può più rifiutare di servirti per qualcosa che era evidente quando sei entrato: è la legge.
Quanto al cliente che si inventa che puzzi, sarà gentilmente invitato a trovare, se vuole, un locale più di suo gradimento, ma se decide di restare non dovrà importunare gli altri clienti paganti, altrimenti sarà lui, il piantagrane, ad essere buttato fuori in piena legalità.
Questo perché i ristoratori non amano i piantagrane, che di solito si rivelano dei piantagrane professionisti e non occasionali, e preferiscono perdere loro come clienti.
A conti fatti, salvo il caso di un ristoratore "suicida" che voglia disperatamente farsi chiudere il locale, il caso da te ipotizzato non succederà mai.
Non può succedere.
Perché è una pippa mentale?
Perché pur sapendo che legalmente sei in una botte di ferro, nel tuo subconscio sei ancora convinto di fare qualcosa di sbagliato e che quindi gli altri cercheranno di impedirti di farlo.
Perciò cominci a fantasticare di situazioni che confermino le tue paure.
E magari, entrando in un ristorante, ad assumere un atteggiamento colpevole che inviti qualche rompiscalzi a provare ad infastidirti.
Il meccanismo è detto della profezia che si autoavvera, cioè il creare le condizioni affinché un evento improbabile e spesso dannoso nei nostri confronti accada davvero.
E se per caso incontrasi davvero un rompiscalzi, invece di difendere i tuoi sacrosanti diritti, sentendoti in colpa, gli daresti implicitamente ragione ed invece di andare di filato a denunciare l'illegalità della cosa (o minacciare di farlo), te ne andresti a testa bassa ed a digiuno.
E sbaglieresti di grosso.
Comunque sta a te decidere: dare retta al senso di colpa ingiustificato e subire passivamente un sopruso oppure reagire, conscio del fatto che la legge è dalla tua parte, senza se e senza ma, sapendo che ne usciresti sempre e comunque vincitore.
Io ho scelto sempre la seconda ed ho sempre vinto, così come, a volte sorprendendosi, TUTTI quelli che, dopo avr letto i miei post, hanno fatto come me.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: La legge è uguale per tutti
Non la farò lunga, ma mi chiedo solo perché un avvocato come Ares od un Cancelliere della Procura della Repubblica come Paolo Grandi abbiano sempre subito in modo così indegnamente remissivo le intemperanze dei gestori di luoghi pubblici.
Palle molli o consapevoli che in Italia le cose non sono così linearmente prevedibili?
Mi spiace solo che questi due bravi soci non si facciano mai sentire, perché penso che il loro parere professionale sia importantissimo e ci aiuterebbe a capire meglio come stanno realmente le cose.
Se ci piace, possiamo, comunque, continuare a giocare a fare gli avvocati, i giuristi, i giudici senza esserlo.
Palle molli o consapevoli che in Italia le cose non sono così linearmente prevedibili?
Mi spiace solo che questi due bravi soci non si facciano mai sentire, perché penso che il loro parere professionale sia importantissimo e ci aiuterebbe a capire meglio come stanno realmente le cose.
Se ci piace, possiamo, comunque, continuare a giocare a fare gli avvocati, i giuristi, i giudici senza esserlo.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: La legge è uguale per tutti
Il caso che ho posto voleva esemplificare il tipico problema «falso» (sono tutti contro di me) creato dalla mente al fine di mascherare il problema «vero» (ho paura che tutti siano contro di me).
Rei, peraltro su mia richiesta, lo ha analizzato e smontato correttamente. Non mi è sembrato che intendesse giocare a fare l'avvocato.
Nei miei trascorsi scalzi non ho mai avuto problemi con gestori ed esercenti, interessati al mio portafogli ma non alle mie calzature.
Idem per i clienti, dato che la voglia di impelacarsi in rognose discussioni è assai poca anche tra i calzati.
Ogni volta che ho incontrato ostacoli, insomma, è stato solo quando ho dato retta alle mie personali paure proiettate sugli altri.
Rei, peraltro su mia richiesta, lo ha analizzato e smontato correttamente. Non mi è sembrato che intendesse giocare a fare l'avvocato.
Nei miei trascorsi scalzi non ho mai avuto problemi con gestori ed esercenti, interessati al mio portafogli ma non alle mie calzature.
Idem per i clienti, dato che la voglia di impelacarsi in rognose discussioni è assai poca anche tra i calzati.
Ogni volta che ho incontrato ostacoli, insomma, è stato solo quando ho dato retta alle mie personali paure proiettate sugli altri.
Massimo- Numero di messaggi : 277
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: La legge è uguale per tutti
Se ti dicono "È tutto prenotato" stanno aggirando la legge senza violarla formalmente e dimostrare il contrario è una cosa lunga. Altro discorso se ti dicono di andartene perché sei scalzo: lì la violazione è palese.lucignolo ha scritto:Non la farò lunga, ma mi chiedo solo perché un avvocato come Ares od un Cancelliere della Procura della Repubblica come Paolo Grandi abbiano sempre subito in modo così indegnamente remissivo le intemperanze dei gestori di luoghi pubblici.
Entrambe le opzioni esprimono la stessa cosa: l'italiano medio si è abituato a subire il calpestamento dei suoi diritti fondamentali senza fiatare, anche e soprattutto quando basta una semplice parola per ridimensionare il bulletto di turno. In Italia (ma non solo) certe cose succedono semplicemente perché si subisce senza fiatare: chiamale pure "palle molli", se vuoi.lucignolo ha scritto:Palle molli o consapevoli che in Italia le cose non sono così linearmente prevedibili?
Ogni cittadino, pur non essendo un giudice, giurista o avvocato, dovrebbe avere un minimo di educazione civica, compresa la conoscenza dei propri diritti e doveri. Sta anche nei programmi scolastici, regolarmente svolti in quasi tutte le scuole, ma molti fanno sforzi inumani per non imparare e scelgono deliberatamente di essere dei sudditi e non dei cittadini. Ed accusano quelli che invece vogliono essere dei cittadini e conoscono i loro diritti di giocare a fare gli avvocati, i giuristi, i giudici senza esserlo.lucignolo ha scritto:Mi spiace solo che questi due bravi soci non si facciano mai sentire, perché penso che il loro parere professionale sia importantissimo e ci aiuterebbe a capire meglio come stanno realmente le cose.
Se ci piace, possiamo, comunque, continuare a giocare a fare gli avvocati, i giuristi, i giudici senza esserlo.
Non serve essere avvocati per scovare un articolo di legge: tutti i codici sono su Internet, spesso con i commenti "storici" di insigni giuristi.
Non serve essere avvocati per sapere la differenza tra querela, denuncia ed esposto: lo spiega il sito del Ministero di Giustizia a tutti i cittadini che non vogliono essere dei sudditi.
E nel caso specifico, te lo spiega anche un avvocato, chiacchierando al bar, perché sa che se mi buttano fuori dal ristorante, oltre al reato perseguibile d'ufficio, che quindi non richiede un avvocato per tutelarmi, ma solo le Forze dell'Ordine, si può intentare una causa civile per danni, materiali e psicologici, che magari dura qualche anno di troppo, ma, se il ristoratore è molto, ma molto fortunato, alla fine si chiuderà con il denunciante diventato proprietario del ristorante e con l'avvocato che ha incassato una lauta parcella pagata anch'essa dal perdente.
Per la cronaca, io al bar parlo con un avvocato molto, ma molto bravo.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: La legge è uguale per tutti
lucignolo ha scritto:Non la farò lunga, ma mi chiedo solo perché un avvocato come Ares od un Cancelliere della Procura della Repubblica come Paolo Grandi abbiano sempre subito in modo così indegnamente remissivo le intemperanze dei gestori di luoghi pubblici.
Palle molli o consapevoli che in Italia le cose non sono così linearmente prevedibili?
Mi spiace solo che questi due bravi soci non si facciano mai sentire, perché penso che il loro parere professionale sia importantissimo e ci aiuterebbe a capire meglio come stanno realmente le cose.
Se ci piace, possiamo, comunque, continuare a giocare a fare gli avvocati, i giuristi, i giudici senza esserlo.
Flavio, devi convincerti di un fatto: probabilmente gli iscritti al Club (non parlo dei sempllici postanti ...) non leggono se non sporadicamente il nostro Forum e poi, fossero pure il Presidente della Repubblica (il Presidente dei Magistrati in Italia) sanno bene come siamo combinati ....
In ogni caso, la legge in Italia esiste - mica siamo nelle giungla - e chi vuole o ha necessità di farla valere può trovare le informazioni corrette. (v. internet ..)
bfpaulIn ogni caso, la legge in Italia esiste - mica siamo nelle giungla - e chi vuole o ha necessità di farla valere può trovare le informazioni corrette. (v. internet ..)
Re: La legge è uguale per tutti
Bisogna tenere conto di una cosa: nei tribunali spesso si sente dire "La legge non ammette ignoranza".bfpaul ha scritto:In ogni caso, la legge in Italia esiste - mica siamo nelle giungla - e chi vuole o ha necessità di farla valere può trovare le informazioni corrette. (v. internet ..)
Un cittadino non può addurre a scusante per aver violato una legge (una qualunque) che ignorava la legge stessa.
Anche se non è un avvocato, un giudice o un giurista.
Il cittadino è tenuto a sapere le leggi che lo riguardano: un ristoratore quelle del suo settore, l'automobilista quelle che riguardano il codice stradale, eccetera.
Anche se non è un avvocato, un giudice o un giurista.
Il cittadino deve conoscere quali doveri, quali divieti lo riguardano.
Anche se non è un avvocato, un giudice o un giurista.
E non essendo un avvocato, un giudice o un giurista può non scendere nei dettagli: non occorre sapere quali articolo del codice penale punisca l'omicidio, basta sapere che l'omicidio è reato. Eccetera.
Stesso discorso vale per i diritti: un cittadino dovrebbe conoscere i propri diritti ed agire per farli rispettare. Se non lo fa e subisce, è solo ed esclusivamente colpa sua.
Inutile trincerarsi sulle chiacchiere da bar sul fatto che i diritti sono calpestati: provate a farli valere e poi vediamo.
Nel nostro piccolo, ogni volta che uno scalzo ha fatto valere il suo diritto di stare scalzo, se lo è visto riconosciuto, ogni volta che non l'ha fatto ha subito volontariamente un'ingiustizia che poteva evitare.
Tutto il resto sono pippe mentali.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: La legge è uguale per tutti
bfpaul ha scritto:In ogni caso, la legge in Italia esiste - mica siamo nelle giungla - e chi vuole o ha necessità di farla valere può trovare le informazioni corrette. (v. internet ..)
Rei ha scritto:Nel nostro piccolo, ogni volta che uno scalzo ha fatto valere il suo diritto di stare scalzo, se lo è visto riconosciuto, ogni volta che non l'ha fatto ha subito volontariamente un'ingiustizia che poteva evitare.
Tutto il resto sono pippe mentali.
No, siete voi che non volete capire e volete illudervi che andare scalzi sia un vostro sacrosanto ed indiscutibile diritto.
Già basta un minimo regolamento che già calate le braghe.
Io, almeno, a differenza di voi, non gioco a suonare la fanfara dei diritti teorici, però punto a demolire una stortura inamissibile che voi, al contrario, ammettete.
Un regolamento, anche se scritto a carattere cubitali, non può essere anticostituzionale, anche se dopo le ultime elezioni si insiste molto sul fatto che la Costituzione è vecchia, quindi superata (assioma di comodo), perciò deve essere cambiata (ad uso e consumo di chi sappiamo).
La legge non ammette ignoranza, ma fa comodo a chi vi vuole sanzionare: nessuno può conoscere e prevedere i risvolti di un articolo di legge che fa discutere giudici ed avvocati per anni.
Tutti, a quanto pare, conoscono bravi avvocati.
Io ne conosco uno che mi ha detto: <Se vuoi mangiare adesso devi chiudere un occhio, altrimenti chiami i Carabinieri e mangerai, forse, a mezzanotte> e che (questo lo aggiungo io) ti faranno mille domande sul perché vai scalzo, se lo fai per motivi religiosi o politici (ma a loro che gliene frega, visto che la Costituzione Italiana non discrimina in questo senso?).
Alla fine, giustamente, ti chiederanno:
<Ma è proprio necessario che entri scalzo, non ha un paio di ciabatte con lei? Se il buon senso non ce l’ha l’altro, lo può avere lei>.
Alla fine vinci? Ma non me ne frega niente, se poi mangio davanti a qualcuno che non mi gradisce.
Io, almeno, sono molto sensibile a come vengo trattato; se percepisco di non essere gradito preferisco entrare calzato.
Volete che un avvocato come Ares non abbia la capacità di farsi valere?
Vuoi mangiare o vuoi passare la serata fra forze dell’ordine e discussioni con chi è convinto che sei un sozzone?
Certo, qualcuno dice di non aver mai avuto problemi nei locali pubblici.
Era uno sconosciuto o era conosciuto da mesi o anni dall’esercente?
Insomma, la fate troppo facile, a mio umile avviso.
Secondo me in Italia nessuno vince scontatamente, nemmeno se ha la legge dalla sua parte, perché salta sempre fuori il cavillo di chi vede quell’articolo in modo sottilmente diverso dal collega.
Sennò spiegatemi perché oggi vinci, l’avversario fa ricorso e perdi, tu fai ricorso e rivinci (forse).
Internet…..bravi!
Io quando sto male vado da un medico, non leggo l’enciclopedia medica o wikipedia.
E più leggo internet, addentrandomi profondamente negli argomenti in cui mi sono professionalmente specializzato, più mi rendo conto di avventurarmi in un campo minato, pieno di cazzate.
C’è qualche avvocato con le palle che vi farebbe cancellare una multa rimediata a Pavia, perché andavate scalzi ed il divieto è palesemente anticostituzionale o ritenete di avere cose più importanti da fare che perdere tempo e denaro in una battaglia il cui esito non è scontato a priori?
E stiamo parlando di gente che ad andare scalza ci tiene veramente, come me e voi due.
Figuriamoci gli altri.
In conclusione, voglio dire che state mettendo il carro davanti ai buoi.
Finché in Italia ci saranno solo dieci persone che hanno il coraggio di farsi vedere scalze davanti a molte persone e dove più sono note, dimostrando di essere convinte che non stanno facendo qualcosa da fuori di testa e che, quindi, non hanno bisogno di farlo a duecento chilometri da casa, sperando che qualcuno di conosciuto non li noti, ritengo che sia una vana pretesa pensare che basti un articolo di legge per farci rispettare.
Già basta un minimo regolamento che già calate le braghe.
Io, almeno, a differenza di voi, non gioco a suonare la fanfara dei diritti teorici, però punto a demolire una stortura inamissibile che voi, al contrario, ammettete.
Un regolamento, anche se scritto a carattere cubitali, non può essere anticostituzionale, anche se dopo le ultime elezioni si insiste molto sul fatto che la Costituzione è vecchia, quindi superata (assioma di comodo), perciò deve essere cambiata (ad uso e consumo di chi sappiamo).
La legge non ammette ignoranza, ma fa comodo a chi vi vuole sanzionare: nessuno può conoscere e prevedere i risvolti di un articolo di legge che fa discutere giudici ed avvocati per anni.
Tutti, a quanto pare, conoscono bravi avvocati.
Io ne conosco uno che mi ha detto: <Se vuoi mangiare adesso devi chiudere un occhio, altrimenti chiami i Carabinieri e mangerai, forse, a mezzanotte> e che (questo lo aggiungo io) ti faranno mille domande sul perché vai scalzo, se lo fai per motivi religiosi o politici (ma a loro che gliene frega, visto che la Costituzione Italiana non discrimina in questo senso?).
Alla fine, giustamente, ti chiederanno:
<Ma è proprio necessario che entri scalzo, non ha un paio di ciabatte con lei? Se il buon senso non ce l’ha l’altro, lo può avere lei>.
Alla fine vinci? Ma non me ne frega niente, se poi mangio davanti a qualcuno che non mi gradisce.
Io, almeno, sono molto sensibile a come vengo trattato; se percepisco di non essere gradito preferisco entrare calzato.
Volete che un avvocato come Ares non abbia la capacità di farsi valere?
Vuoi mangiare o vuoi passare la serata fra forze dell’ordine e discussioni con chi è convinto che sei un sozzone?
Certo, qualcuno dice di non aver mai avuto problemi nei locali pubblici.
Era uno sconosciuto o era conosciuto da mesi o anni dall’esercente?
Insomma, la fate troppo facile, a mio umile avviso.
Secondo me in Italia nessuno vince scontatamente, nemmeno se ha la legge dalla sua parte, perché salta sempre fuori il cavillo di chi vede quell’articolo in modo sottilmente diverso dal collega.
Sennò spiegatemi perché oggi vinci, l’avversario fa ricorso e perdi, tu fai ricorso e rivinci (forse).
Internet…..bravi!
Io quando sto male vado da un medico, non leggo l’enciclopedia medica o wikipedia.
E più leggo internet, addentrandomi profondamente negli argomenti in cui mi sono professionalmente specializzato, più mi rendo conto di avventurarmi in un campo minato, pieno di cazzate.
C’è qualche avvocato con le palle che vi farebbe cancellare una multa rimediata a Pavia, perché andavate scalzi ed il divieto è palesemente anticostituzionale o ritenete di avere cose più importanti da fare che perdere tempo e denaro in una battaglia il cui esito non è scontato a priori?
E stiamo parlando di gente che ad andare scalza ci tiene veramente, come me e voi due.
Figuriamoci gli altri.
In conclusione, voglio dire che state mettendo il carro davanti ai buoi.
Finché in Italia ci saranno solo dieci persone che hanno il coraggio di farsi vedere scalze davanti a molte persone e dove più sono note, dimostrando di essere convinte che non stanno facendo qualcosa da fuori di testa e che, quindi, non hanno bisogno di farlo a duecento chilometri da casa, sperando che qualcuno di conosciuto non li noti, ritengo che sia una vana pretesa pensare che basti un articolo di legge per farci rispettare.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: La legge è uguale per tutti
Andare scalzi è un diritto e chi te lo nega commette un reato. Credere il contrario è una pippa mentale.lucignolo ha scritto:No, siete voi che non volete capire e volete illudervi che andare scalzi sia un vostro sacrosanto ed indiscutibile diritto.
?lucignolo ha scritto:Già basta un minimo regolamento che già calate le braghe.
Facendo cadere nel vuoto tutte le proposte che sono state fatte? A Milano i divieti a Musei comunali e Metropolitana si potrebbero far togliere con una semplice chiacchierata alle persone giuste, ma lo deve fare uno del posto o almeno vicino: non pretenderai che venga apposta da Roma per farlo io.lucignolo ha scritto:Io, almeno, a differenza di voi, non gioco a suonare la fanfara dei diritti teorici, però punto a demolire una stortura inamissibile che voi, al contrario, ammettete.
Però posso dire ad un "Nordico" come fare e da chi andare.
A Pavia, invece, bisogna aspettare (poco) che l'attuale amministrazione sia sostituita da persone serie.
Basta cercarli.lucignolo ha scritto:Tutti, a quanto pare, conoscono bravi avvocati.
Aveva ragione, ma in questi casi, prima si va a mangiare da un'altra parte, poi, con calma, nei giorni successivi, si organizza la "trappola" con i Carabinieri.lucignolo ha scritto:Io ne conosco uno che mi ha detto: <Se vuoi mangiare adesso devi chiudere un occhio, altrimenti chiami i Carabinieri e mangerai, forse, a mezzanotte>
Pippa mentale: TUTTI i racconti sul Forum di incontri con le Forze dell'Ordine hanno parlato di simpatia, tolleranza ed al limite qualche domanda curiosa.lucignolo ha scritto:e che (questo lo aggiungo io) ti faranno mille domande sul perché vai scalzo, se lo fai per motivi religiosi o politici (ma a loro che gliene frega, visto che la Costituzione Italiana non discrimina in questo senso?).
Unica eccezione, le due Guardie di Finanza a Cagliari che, proprio per questo, persero la divisa grazie ad un maresciallo dei Carabinieri.
Tanto per far vedere come le Forze dell'Ordine devono comportarsi.
Le previsioni di "mille domande" e peggio non si sono MAI avverate, mostrandosi per quello che sono: pippe mentali.
La chiave per interpretare questa pippa mentale sono le parole "giustamente"e "buon senso". Giustamente? Buon senso?lucignolo ha scritto:Alla fine, giustamente, ti chiederanno:
<Ma è proprio necessario che entri scalzo, non ha un paio di ciabatte con lei? Se il buon senso non ce l’ha l’altro, lo può avere lei>.
L'unica cosa che un Tutore della Legge può fare giustamente, senza rimetterci la divisa, è tutelare i diritti dei cittadini, senza sindacare sulla eventuale eccentricità del comportamento del cittadino, finché questi rientra nella legalità. Altro che appellarsi al suo buon senso per farsi calpestare i diritti.
Io preferisco mangiare con il nuovo gestore, dopo che l'altro ha chiuso.lucignolo ha scritto:Alla fine vinci? Ma non me ne frega niente, se poi mangio davanti a qualcuno che non mi gradisce.
Io, almeno, sono molto sensibile a come vengo trattato; se percepisco di non essere gradito preferisco entrare calzato.
La capacità sì, la voglia pochina...lucignolo ha scritto:Volete che un avvocato come Ares non abbia la capacità di farsi valere?
Molti erano degli sconosciuti, quelli (due) che mi conoscono, la prima volta non mi conoscevano, eppure mi hanno accolto bene ugualmente.lucignolo ha scritto:Certo, qualcuno dice di non aver mai avuto problemi nei locali pubblici.
Era uno sconosciuto o era conosciuto da mesi o anni dall’esercente?
Forse è per questo che a noi i gestori non fanno (quasi) mai storie e a te sì.lucignolo ha scritto:Insomma, la fate troppo facile, a mio umile avviso.
Tipica argomentazione da suddito: non faccio valere i miei diritti perché tanto perdo. E intanto chi li fa valere vince.lucignolo ha scritto:Secondo me in Italia nessuno vince scontatamente, nemmeno se ha la legge dalla sua parte, perché salta sempre fuori il cavillo di chi vede quell’articolo in modo sottilmente diverso dal collega.
Sennò spiegatemi perché oggi vinci, l’avversario fa ricorso e perdi, tu fai ricorso e rivinci (forse).
Ma quelli sono cittadini, non sudditi.
Non metto in dubbio che per certe questioni complicate ci vogliano dei professionisti, ma per sapere che, ad esempio, nella cucina di un ristorante non ci devono essere topi, basta un bambino di prima elementare.lucignolo ha scritto:Internet…..bravi!
Io quando sto male vado da un medico, non leggo l’enciclopedia medica o wikipedia.
E più leggo internet, addentrandomi profondamente negli argomenti in cui mi sono professionalmente specializzato, più mi rendo conto di avventurarmi in un campo minato, pieno di cazzate.
Delegare ogni cosa, anche quelle più semplici, ad altri è un atteggiamento da sudditi.
I cittadini conoscono i loro diritti e li fanno valere.
Se paghi, sì. Il problema Pavia, fino a quando non cambierà l'amministrazione, è solo una questione di soldi. Noi non ne abbiamo da spendere e quindi aspettiamo.lucignolo ha scritto:C’è qualche avvocato con le palle che vi farebbe cancellare una multa rimediata a Pavia, perché andavate scalzi ed il divieto è palesemente anticostituzionale o ritenete di avere cose più importanti da fare che perdere tempo e denaro in una battaglia il cui esito non è scontato a priori?
Ma verrà anche il turno di Pavia.
Finché ci sarà gente che parte dal presupposto che ogni angheria e discriminazione vada subita senza fiatare, sarà dura farci rispettare.lucignolo ha scritto:In conclusione, voglio dire che state mettendo il carro davanti ai buoi.
Finché in Italia ci saranno solo dieci persone che hanno il coraggio di farsi vedere scalze davanti a molte persone e dove più sono note, dimostrando di essere convinte che non stanno facendo qualcosa da fuori di testa e che, quindi, non hanno bisogno di farlo a duecento chilometri da casa, sperando che qualcuno di conosciuto non li noti, ritengo che sia una vana pretesa pensare che basti un articolo di legge per farci rispettare.
Per fortuna ci sono gli altri.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: La legge è uguale per tutti
Certo che no. Ma non conosco né le persone giuste, né quelle sbagliate.Rei ha scritto:A Milano i divieti a Musei comunali e Metropolitana si potrebbero far togliere con una semplice chiacchierata alle persone giuste, ma lo deve fare uno del posto o almeno vicino: non pretenderai che venga apposta da Roma per farlo io.
E poi, siamo in Lombardia. Hai mai provato a parlare con un......eddai, non farmi dire cose che non voglio dire!
NOOoooooo. Quelli sono coloro che hanno soldi e tempo da sbattere via (ma tanti).E intanto chi li fa valere vince.
Ma quelli sono cittadini, non sudditi.
Ma quali?Per fortuna ci sono gli altri.
Su, per cortesia, consideralo uno sfogo e non ricadiamo nella solita sterile polemica.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: La legge è uguale per tutti
Io non ho una lira, non spendo una lira (figuriamoci un euro), eppure vinco sempre.lucignolo ha scritto:NOOoooooo. Quelli sono coloro che hanno soldi e tempo da sbattere via (ma tanti).Rei ha scritto:E intanto chi li fa valere vince.
Ma quelli sono cittadini, non sudditi.
Gratis.
Però, mio malgrado, ho molto tempo libero.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
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