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Questione di coerenza

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Messaggio  Angelica Lun Nov 11 2013, 16:17

O questione di convenzioni sociali.
Una mia amica è insegnante di Yoga ed ho assistito ad una sua lezione. Come sapete si pratica a piedi nudi e ho visto lei e gli altri uscire in infradito fino alla saletta dove praticano, per togliersele lì.
Girovagando sul suo profilo Facebook ho trovato una sua foto in cui se ne sta allegramente scalza su un prato, zompettando sull'erba come se non ci fosse un domani.
Ora, mi chiedo, non è un controsenso stare scalza sull'erba dove non puoi vedere bene cosa c'è e dove davvero può esserci lo sporco del terriccio e usare le infradito per fare quattro passi sul pavimento pulito? Chiaramente lo è, domanda retorica Very Happy ma voi come la vedete?

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Messaggio  lucignolo Lun Nov 11 2013, 22:06

Angelica ha scritto:Ora, mi chiedo, non è un controsenso stare scalza sull'erba dove non puoi vedere bene cosa c'è e dove davvero può esserci lo sporco del terriccio e usare le infradito per fare quattro passi sul pavimento pulito? Chiaramente lo è, domanda retorica Very Happy ma voi come la vedete?
Il controsenso sarebbe accarezzare chi amiamo con un paio di guanti.
Nessuno lo fa e nessuno lo trova sconveniente.
Però tutti passeggiano con un paio di guanti perché ci hanno inculcato fin da piccoli che i piedi non hanno dignità sensoriale, sono brutti (strano, nessuno usa la maschera Smile ) e puzzano.
Oggi i podologi concordano quasi all'unanimità sui benefici della camminata scalza, ma si tratta di un consenso condizionato: sì alla spiaggia, sì al prato, sì alle superfici variate, al limite il pavimento di casa.
No alla strada cittadina od alla carrareccia di campagna, troppo sporco e troppo pericolo di farsi del male.
Credo che un cultore di yoga dia molta importanza all'aspetto sensoriale che il contatto con la natura esalta al massimo, ma di sicuro non è scevro da condizionamenti centenari, perciò non considera nemmeno lontanamente le sensazioni che può trasmettere anche un pavimento, apparentemente privo di interesse percettivo.
Il terriccio non è sporco, ma cosa è sporco?
Su questo dobbiamo metterci d'accordo, perché se lo sporco è quello che si vede come nero o come cosa maleodorante, allora un'acqua limpida piena di colibacilli dovrebbe essere pulita, come lo sarebbe un ambiente pieno di veleni chimici invisibili.
Se, invece, pensiamo ai mostri invisibili che chiamiamo batteri, allora lo sporco siamo noi, pieni fuori e dentro di un popolo pronto a divorarci in poche ore in caso di morte.
Altro che terriccio.
E guardiamo sempre e soltanto al potenziale patogeno dei microorganismi, senza considerare il loro valore come alleati e tanto meno consideriamo che la sopravvivenza stessa dipende da una pressione selettiva senza sosta esercitata da quel mondo invisibile che ci circonda e che fa parte di noi, mondo dal quale non potremo mai estraniarci, che ci piaccia o no.
Noi barefooter siamo i professionisti misconosciuti, coloro che si fidano delle proprie difese e che sanno fin dove possono spingersi.
Lo dimostrano anni di praticantato senza incidenti di grande rilievo, pur calpestando ambienti che dovrebbero mandarci al Creatore in poche settimane.
Siamo l'evidenza sperimentale che pochi sanno valorizzare: conta di più l'arroganza teorica che la pragmaticità di chi lavora sul campo.
Ed i cultori dello Yoga non rappresentano l'eccezione, né l'illuminazione culturale.
Non me ne vogliano.


Ultima modifica di lucignolo il Mar Nov 12 2013, 21:04 - modificato 1 volta.
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Messaggio  Alexey Mar Nov 12 2013, 09:47

Penso che l'intervento di Flavio sia ineccepibile...
Tutti i giorni viviamo e conviviamo con controsensi, da una parte i condizionamenti sociali e culturali, dall'altra parte quell'istintività naturale che non siamo ancora riusciti ad assopire completamente, che rivendica i propri diritti, e scontrandosi con l'irrazionalità imposta dalle convenzioni sociali e dalla erronea interpretazione dei processi biologici, porta a comportamenti palesemente contraddittori. La gente ha paura di farsi venire i piedi neri e poi si prende l'HIV o altre malattie per rapporti occasionali non protetti, fa schifo mettere i piedi per terra (sono fatti apposta dopotutto...) e poi non fa schifo mettere la bocca su parti intime del primo sconosciuto/a in giro, talvolta senza aver verificato a priori l'igiene intima della persona... Però la suola imbrunita genera terrore...il processo mentale è quello esplicato da Flavio...

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Messaggio  Alexey Mar Nov 12 2013, 09:53

Vorrei fare una domanda a Flavio e Aldo, visto che appartengono ad un mondo scientifico che dovrebbe essere aperto a smentire i falsi miti, come sono in generale i vostri colleghi rispetto all'argomento? Avete avuto modo di parlarne? Se non sono d'accordo, è più per una norma sociale o nonostante l'estrazione scientifica si lasciano condizionare dai falsi miti?

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Messaggio  Alexey Mar Nov 12 2013, 09:56

Il podiatra lo sappiamo, può essere più o meno condizionabile sul fatto fatelo a casa, sul prato, ecc..., ma come sono messi statisticamente gli altri?

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Messaggio  Appleseed Mar Nov 12 2013, 10:47

Anch'io pratico yoga e dallo spogliatoio fino all'ingresso della sala tutti accediamo in infradito, poi le togliamo e pratichiamo scalzi.
Lo interpreto come segno di estremo rispetto per la pulizia della sala in cui si pratica in cui non va portata polvere dall'esterno.
Poi di solito gli altri rimettono le infradito all'uscita. Io no Smile
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Messaggio  lucignolo Mar Nov 12 2013, 21:27

Alexey ha scritto:Vorrei fare una domanda a Flavio e Aldo, visto che appartengono ad un mondo scientifico che dovrebbe essere aperto a smentire i falsi miti, come sono in generale i vostri colleghi rispetto all'argomento? Avete avuto modo di parlarne? Se non sono d'accordo, è più per una norma sociale o nonostante l'estrazione scientifica si lasciano condizionare dai falsi miti?
Parlarne sì, ma poiché non devo dimostrare niente a nessuno il mio coming out podologico è molto cauto e progressivo.
Piano piano si viene a sapere cosa faccio e perché, ma la mia esperienza personale mi insegna che le reazioni dei colti non sono significativamente diverse da quelle che caratterizzano chi non ha una cultura scientifica.
Magari manca quella componente isterica tipica degli ignoranti (fino a prova contraria), ma la perplessità che deriva dal conoscere una pratica inconsueta, aggiunta a delle conoscenze medico-biologiche tradizionali, non rende questi uomini di scienza molto diversi dagli altri comuni mortali.
Anzi, potresti trovare, ad esempio, chi ti chiede se hai evidenze incontestabili sul fatto che la carica microbica della strada è tale da giustificare una certa incoscienza e che un conto è lessare un piede intatto in una scarpa, altra cosa è rischiare un taglio profondo in un ambiente tutt'altro che asettico.
Come dicevo in un altro post, il metodo sofista (ciò che dico appare vero se non conosci gli errori delle premesse) va contraddetto con attenzione, specie con chi ha argomentazioni profonde.
Nessuno sembra voler considerare il nocciolo della questione, cioè l'esperienza sul campo di una persona che smentisce le false evidenze camminando a piedi nudi tutti i giorni, per anni, senza conseguenze importanti.
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Messaggio  lucignolo Mar Nov 12 2013, 21:39

Alexey ha scritto:Il podiatra lo sappiamo, può essere più o meno condizionabile sul fatto fatelo a casa, sul prato, ecc..., ma come sono messi statisticamente gli altri?
Non lo so, ma quei molti che sembrano dissentire dalle vecchie concezioni che attribuiscono al camminare scalzi l'aggravamento del piede piatto (insomma, il contrario del principio dell'adattamento che considera il miglioramento della funzione una diretta conseguenza dell'esercizio), di certo non vi incoraggeranno ad un barefooting estremo come il nostro per il timore di incorrere in pericolose lesioni.
Noi, però, non facciamo molto per fare le cavie attive e per dimostrare il valore della nostra esperienza sul campo, anzi, ci nascondiamo timorosi del giudizio altrui come se ci stessimo masturbando in pubblico.
E non possiamo pretendere grandi cambiamenti, tanto meno a lungo termine con questo tipo di atteggiamento.
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Messaggio  Rei Mer Nov 13 2013, 08:46

lucignolo ha scritto:Non lo so, ma quei molti che sembrano dissentire dalle vecchie concezioni che attribuiscono al camminare scalzi l'aggravamento del piede piatto (insomma, il contrario del principio dell'adattamento che considera il miglioramento della funzione una diretta conseguenza dell'esercizio), di certo non vi incoraggeranno ad un barefooting estremo come il nostro per il timore di incorrere in pericolose lesioni.
Metodo sperimentale: TUTTI i medici che conoscono il mio scalzismo, compresi podologi, dermatologi ed anche il medico (generico) di Mario Monicelli hanno detto "Fai bene!" senza eccezioni e senza parlare di lesioni gravi.
In verità l'ultimo citato mi minaccia scherzosamente di "TSO" (http://it.wikipedia.org/wiki/Trattamento_sanitario_obbligatorio), ma è un amico e lo scherzo non fa che confermare, quando invece parla seriamente da medico, l'approvazione incondizionata allo scalzismo.

Tornando al fatto che nessuno di loro ha mai accennato a ferite o lesioni gravi, posso ipotizzare, non avendoglielo chiesto, che probabilmente sanno, per esperienza sul campo, che i pericoli si annidano altrove.

E a voi, il metodo sperimentale che risultati ha dato?
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Messaggio  Alexey Mer Nov 13 2013, 12:59

Gli studi sulle cariche batteriche ci sono eccome, quando ho un po' di tempo cerco di trovarne qualcuno. Qualche anno fa, ne parlarono anche in un programma su italia1, mi pare la trasmissione presentata da pelizzari se non ricordo male. I ricercatori avevano preso un gamberetto e posato per mezza giornata su varie superfici, quali asfalto, ristoranti, bagni pubblici, e infine lo stesso laboratorio dei ricercatori. Alla fine, hanno verificato la carica batterica presente sul gambero... L'asfalto, con sorpresa dei presentatori, ma meno dei ricercatori, era quello che aveva procurato una carica batterica minore, mentre il pavimento del laboratorio molto superiore... In un'articolo menzionato da un amico straniero (vedo se riesco a farmi dare i riferimenti) pare sia stato poi confrontata la carica batterica della tazza del bagno dei wc pubblici a fine giornata con quella presente in una scarpa da ginnastica...Indovinate chi ha vinto?

Alexey

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Messaggio  lucignolo Gio Nov 14 2013, 21:11

Alexey ha scritto:In un'articolo menzionato da un amico straniero (vedo se riesco a farmi dare i riferimenti) pare sia stato poi confrontata la carica batterica della tazza del bagno dei wc pubblici a fine giornata con quella presente in una scarpa da ginnastica...Indovinate chi ha vinto?
Ci sono due problemi di fondo: il primo è che non riesco a trovare articoli tratti dalla letteratura scientifica e pubblicati da riviste autorevoli, perché è così che si può parlare con dati consistenti alla mano; mica puoi citare un articolo di Focus, con tutti i rispetti per l'interessantissima rivista che, però, sembra più orientata a suscitare stupore che alla ricerca della verità (mia modestissima opinione Wink ).
Il secondo problema è che non basta parlare di numeri, ma anche di potere patogenetico. Per farti un esempio al limite, potresti trovare un milione di vibrioni del colera in una tazza del wc ed un miliardo di innocui batteri saprofiti sul pavimento.
Tu sai che sono convinto che abbiamo mille paure per nulla, ma contro chi ci attacca con argomentazioni biorazionali sono necessarie argomentazioni ancora più solide.
Più che gli specialisti, tuttavia, sono i media che spaventano la gente, ma, d'altra parte, anche vendere Amuchina per lavare l'insalata è un affare.
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Messaggio  aldo1953 Ven Nov 15 2013, 14:06

Alexey ha scritto:Vorrei fare una domanda a Flavio e Aldo, visto che appartengono ad un mondo scientifico che dovrebbe essere aperto a smentire i falsi miti, come sono in generale i vostri colleghi rispetto all'argomento? Avete avuto modo di parlarne? Se non sono d'accordo, è più per una norma sociale o nonostante l'estrazione scientifica si lasciano condizionare dai falsi miti?
Per fortuna che il forum sarebbe noioso... mi distraggo un attimo e trovo tanti nuovi argomenti in cui mettere il naso !
A questa domanda diretta cerco di rispondere al meglio. Il medico di base è per natura e per tipo di lavoro (almeno per ora) il tipico lupo solitario che non frequenta i Colleghi se non in occasioni ufficiali come corsi di aggiornamento o simili, in cui ovviamente si parla d' altro e certo non vado scalzo. Però d' altra parte essendo ormai tre anni che giro esclusivamente (sì anche d' inverno) in infradito e rarissimamente in sandali molti di essi mi hanno visto e qualche volta commentato. Devo dire che nessuno ha mai posto il problema in termini di salute (del tipo "Non hai freddo ?" ) Alcuni, ma pochi, hanno posto il problema della "decenza" intesa come aspetto estetico, ma si tratta di pochi bacchettoni agghindati e un po' supponenti. Gli altri non ci hanno nemmeno fatto caso. Invece sul fatto di stare scalzo devo dire che finora non me la sono sentita nè di farlo nè di dirlo nell' ambiente. Uno solo si è realmente interessato alle mie infradito e alla fine ha giustissimamente concluso che a) - sono fatti miei b)- sono fatti miei c)- sono fatti miei ! E alla fine ha aggiunto che un pensierino d' estate potrebbe anche farcelo (ma poi non è successo).

aldo1953

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