Falsità?
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Alexey
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Falsità?
Promemoria primo messaggio :
Dopo un periodo che sembrava tranquillo a scuola di mio figlio, ieri una nuova mazzata...
Mi sembrava che alla fine i genitori si erano abituati all'idea, anche perché ne avevamo parlato e alcuni mi avevano detto che anche loro andavano scalzi in campagna, al loro paese al sud, ecc.., e che è bello e naturale. Ieri però l'amara scoperta, le maestre hanno detto a mia moglie che gli altri bambini prendono continuamente in giro mio figlio e lui, anche se non reagisce, ci sta male. Secondo mia moglie e le maestre, la mia proposta di fare una presentazione in classe, lo metterebbe ancora più a disagio, per cui lascio perdere e a scuola mi ricalzo, sonora sconfitta...
Ma la cosa che mi ha raccapricciato di più, è un genitore, che in buona fede, è venuto da me e si è aperto confidandomi i suoi problemi e facendomi un discorso che alla fine, ha rivelato il suo pensiero, e quello di altri: pensa che abbia avuto dei problemi e voleva aiutarmi... La cosa mi ha spiazzato veramente, perché dietro alla apparente curiosità e approvazione di qualcuno, si cela in realtà "compassione" per un povero demente che ha dei problemi. A questo punto, è lecito chiedersi quando le domande e l'approvazione di qualcuno è reale o veniamo solamente compatiti? Siamo ancora così indietro da pensare che il sole giri intorno alla terra?
Dopo un periodo che sembrava tranquillo a scuola di mio figlio, ieri una nuova mazzata...
Mi sembrava che alla fine i genitori si erano abituati all'idea, anche perché ne avevamo parlato e alcuni mi avevano detto che anche loro andavano scalzi in campagna, al loro paese al sud, ecc.., e che è bello e naturale. Ieri però l'amara scoperta, le maestre hanno detto a mia moglie che gli altri bambini prendono continuamente in giro mio figlio e lui, anche se non reagisce, ci sta male. Secondo mia moglie e le maestre, la mia proposta di fare una presentazione in classe, lo metterebbe ancora più a disagio, per cui lascio perdere e a scuola mi ricalzo, sonora sconfitta...
Ma la cosa che mi ha raccapricciato di più, è un genitore, che in buona fede, è venuto da me e si è aperto confidandomi i suoi problemi e facendomi un discorso che alla fine, ha rivelato il suo pensiero, e quello di altri: pensa che abbia avuto dei problemi e voleva aiutarmi... La cosa mi ha spiazzato veramente, perché dietro alla apparente curiosità e approvazione di qualcuno, si cela in realtà "compassione" per un povero demente che ha dei problemi. A questo punto, è lecito chiedersi quando le domande e l'approvazione di qualcuno è reale o veniamo solamente compatiti? Siamo ancora così indietro da pensare che il sole giri intorno alla terra?
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Falsità?
Alexey ha scritto:Quindi, tutti a mignotte senza cappuccio o a farsi menare dal trans sadomaso, basta essere poi con il Peuterey, la Vuitton e le Hogan, mentre il piede nudo lo vedono tutti e non va bene...
Vizi privati, pubbliche virtù.
E noi ci sentiamo civili perché portiamo le scarpe e ci copriamo le parti intime.Tutto deve partire dal rispetto per l'individuo, pensa che stavo studiando le società pigmee, dove l'individuo e la sua libertà vengono prima di tutto, poi la famiglia e la tribù, si agisce in cooperazione e quando non si trova l'accordo ognuno fa come crede... Altro che selvaggi...
Qual'è la prima cosa che fanno i civilizzatori? Tieh, beccati un paio di mutandine ed un paio di ciabattine. Adesso sì che sei civile.
Qual'è la prima cosa che essi, sempre loro, i portatori di civiltà in casa altrui, sottolineano per rimarcare la povertà e la miseria? "C'erano molti bambini che giocavano scalzi per la strada".
Ah, quasi dimenticavo.
Mi dispiace per tuo figlio, ma un po' di pelle dura se la deve fare.
Scuse per prenderlo in giro ne troveranno a decine, se ne avranno voglia.
A me succedeva regolarmente solo perché non facevo branco.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Falsità?
Questo mi fa anche venire in mente il post di Aldo del bancomat... Con le scarpe Aldo è uno stimato medico milanese, senza si trasforma nel mostro del bancomat, altro che jekyll e hyde...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Falsità?
Alexey ha scritto:Questo mi fa anche venire in mente il post di Aldo del bancomat... Con le scarpe Aldo è uno stimato medico milanese, senza si trasforma nel mostro del bancomat, altro che jekyll e hyde...
Già, il solo ricordo di quella sera mi fa rabbrividire. Un conto è essere derisi o notati (chissene...) ma essere additati come un pericoloso spostato mentale è un' altra cosa. Non sono per natura spavaldo nè troppo pronto alla battuta e mi spaventai davvero. E non è che sono una mammola, girando e vivendo di cose ne ho viste.
Il problema però guardiamolo dall' altra parte : facciamo che tu sia una persona qualunque, abituata da sempre a mettere le ciabatte anche per andare in bagno di notte, che mai camminerà scalza forse nemmeno in spiaggia, che in definitiva vive di schemi prefissati che la sollevano dalla fatica di pensare. Ti vedi venire incontro un personaggio che certo in miseria non è, si vede dall' abbigliamento, dalla persona. Se poi sai bene o male cosa fa nella vita lo sai anche meglio che povero non è. Ed ecco che noti che è scalzo. L' unica idea che ti può venire è che abbia qualche problema mentale. Se poi potrebbe essere di cattivo esempio (pericolo ?) per tuo figlio, beh allora il problema deve certo esserci. Non è detto che quel padre mandatoti in ambasceria non sia stato scelto apposta per le sue doti diplomatiche (ovviamente completamente inesistenti). Personalmente ho ormai abituato tutti alle mie infradito anche d' inverno ... però mi sembrano spesso una barriera invalicabile. O per la mia mente ancora inibita o per la presenza di persone negative al riguardo. Mi illudo che sia una questione di temperature, un amico davvero intelligente mi disse : " Finchè fa caldo va tutto bene, al più ti guardano, ma col freddo avrai i tuoi problemi". Purtroppo però sono convinto che la strada su cui finalmente potere camminare scalzi sempre o meglio a scelta, sia davvero molto lunga. Questo non significa rinunciare, però sono d' accordo che quando si comincia a cedere il percorso diventa in discesa.
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
Data d'iscrizione : 08.11.11
Re: Falsità?
È vero, ragionando per stereotipi il rasta o lo zingaro hanno la loro "giustificazione", quello vestito bene e scalzo meno... Il problema di fondo però rimane l'ignoranza da una parte, e l'inerzia dall'altra, che è ancora peggio, perché se si tratta solo di ignoranza si può sconfiggere, ma quando anche chi sa che una cosa è giusta ma la condanna ugualmente per non affrontare confronti o con se stesso o con gli altri, è il peggio del peggio. Quel papà non credo sia stato mandato perché è a sua volta un po' isolato perché ha avuto dei problemi (reali) personali. Ha solo pensato in buona fede che anch'io avessi avuto dei problemi come lui e il mio scalzismo fosse dovuto a quello. Sacrosanto il discorso che qui da noi non si fa la fatica di pensare, si deputa sempre agli altri, e infatti guarda dove stiamo finendo...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Falsità?
Guarda , il discorso delle infradito è vero, io prima mi presentavo a scuola tranquillamente in infradito in inverno e al massimo ho ricevuto un "non hai mai freddo?", mentre il semplice togliere quei 2 mm di suola è purtroppo ancora sconvolgente. D'estate è sicuramente meglio, però quella striscia di gomma è un'appiglio ancora troppo forte, e te ne accorgi appunto in certi ambienti. Ripeto, se fossi stato single, probabilmente non me ne sarei accorto, e questo può trarci in inganno, il pensare che quando nessuno ti dice niente è perché automaticamente approva. Ovviamente non è detto nemmeno il contrario, ma secondo me pochi dicono qualcosa proprio per la nostra proverbiale inerzia più che per un'approvazione. D'altronde, solo due persone a scuola hanno chiesto più o meno esplicitamente il mio ricalzamento, ma implicitamente il pensiero comune si è autorealizzato. Detto questo, scuola a parte continuo ad andare scalzo nel resto del mio tempo, sono disposto a concedere solo quella parte, è il limite che mi sono dato al compromesso del mio benessere
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Falsità?
Magari se vedrai qualche genitore con l'orecchino o con un tatuaggio prova a chiedere più o meno esplicitamente che se li tolgano.Alexey ha scritto:...solo due persone a scuola hanno chiesto più o meno esplicitamente il mio ricalzamento
Vediamo cosa ti rispondono.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Falsità?
Ormai però l'orecchino e il tatuaggio sono diventati accettabili, anzi, il tatuaggio è diventato trendy e quasi se non ce l'hai sei out, per i piedi nudi la strada è ancora lunga...se mi dicessero in faccia quello che pensano vedrebbero, il problema è che non hanno gli attributi per farlo, parlare dietro è molto più semplice e privo di rischi.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Falsità?
O prendere la moglie timida è ancora meglio...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Falsità?
Alexey ha scritto:Guarda, sono d'accordo al 100%, però mia moglie non mi ha mica detto di non andare scalzo, mi ha detto di mettermi le scarpe per andare a scuola, punto. Poi, non mi pare che qui tutti abbiano dei compromessi, è bello dire agli altri vai quando noi siamo i primi che quando c' è da andare abbiamo scuse... Del resto, perché Paolo ha aspettato di andare in pensione per diventare barefooter full time se la scuola è così aperta allo scalzismo? Io non voglio fare gare di chi va più scalzo, ma mi pare che qui dentro, a parte Paolo, sia quello che ci va più di tutti, io mi metto le scarpe solo ed esclusivamente al lavoro e in rarissime altre occasioni. Dietro alla tastiera è facile, però quando si tratta di fare è un'altro discorso. Chi qui in Italia lavora, ha famiglia e figli e va scalzo al 100%?
Ci sarebbe da rispondere a tante considerazioni; provo con alcune:
- se tuo figlio ama stare scalzo ed ha abbastanza carattere sopporterà qualche sberleffo, dovresti appurare se non soffra per questo.
- sono dell'idea che parlare del barefooting ai ragazzi della scuola potrebbe essere utile e non meno alle maestre. So peraltro che sapresti esporre bene non tanto le tue ragioni, ma le questioni scientifiche che sono legate al fenomeno e spero che il nostro sito possa esserti di aiuto.
- è più importate per come siamo fatti in questo povero paese, convincere che noi "siamo fighi" piuttosto che far capire la razionalità dei nostri atteggiamenti. Quindi direi di tenere ben presenti queste considerazioni.
- hai citato la mia esperienza e ti assicuro - ove ce ne fosse bisogno - che un insegnante non potrebbe presentarsi scalzo a scuola perché avrebbe l'ostracismo dei colleghi, del Direttore, dei bidelli e rischierebbe pure il posto; ogni suo atteggiamento servirebbe a confermare la sua "uscita di testa" ed i ragazzi potrebbero perfino vergognarsi di averlo come docente. Almenoché non siano verificate condizioni davvero particolari.
- per quanto mi riguarda, ti posso dire che ho sempre spiegato come andare scalzi sia naturale e ciò veniva in conseguenza di considerazioni matematiche (triangolo e sua indeformabilità) e fisiche (baricentro ed equilibrio) per farla breve.
Quindi, se riesci a interagire con il/la Direttore/trice e ti danno la possibilità di parlare ai ragazzi, usa una strategia che ti ponga nelle loro simpatie, esponi argomenti che fanno presa su di loro. Se sei bravo otterrai il risultato di essere il loro eroe e ti difenderanno anche davanti ai loro genitori.
In bocca al lupo!!
bfpaul
- se tuo figlio ama stare scalzo ed ha abbastanza carattere sopporterà qualche sberleffo, dovresti appurare se non soffra per questo.
- sono dell'idea che parlare del barefooting ai ragazzi della scuola potrebbe essere utile e non meno alle maestre. So peraltro che sapresti esporre bene non tanto le tue ragioni, ma le questioni scientifiche che sono legate al fenomeno e spero che il nostro sito possa esserti di aiuto.
- è più importate per come siamo fatti in questo povero paese, convincere che noi "siamo fighi" piuttosto che far capire la razionalità dei nostri atteggiamenti. Quindi direi di tenere ben presenti queste considerazioni.
- hai citato la mia esperienza e ti assicuro - ove ce ne fosse bisogno - che un insegnante non potrebbe presentarsi scalzo a scuola perché avrebbe l'ostracismo dei colleghi, del Direttore, dei bidelli e rischierebbe pure il posto; ogni suo atteggiamento servirebbe a confermare la sua "uscita di testa" ed i ragazzi potrebbero perfino vergognarsi di averlo come docente. Almenoché non siano verificate condizioni davvero particolari.
- per quanto mi riguarda, ti posso dire che ho sempre spiegato come andare scalzi sia naturale e ciò veniva in conseguenza di considerazioni matematiche (triangolo e sua indeformabilità) e fisiche (baricentro ed equilibrio) per farla breve.
Quindi, se riesci a interagire con il/la Direttore/trice e ti danno la possibilità di parlare ai ragazzi, usa una strategia che ti ponga nelle loro simpatie, esponi argomenti che fanno presa su di loro. Se sei bravo otterrai il risultato di essere il loro eroe e ti difenderanno anche davanti ai loro genitori.
In bocca al lupo!!
bfpaul
Re: Falsità?
Concordo in tutto e per tutto con Paul
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: Falsità?
Un caro amico docente di scuola media (si chiama ancora così ?), mi ha raccontato che all' inizio dell' anno scolastico, cioè a Settembrecon ancora un bel caldo, un nuovo docente si è presentato in sandali. Ebbene l' unico che non gli ha fatto pesare la cosa è stato proprio il mio amico che conosce bene tramite me la situazione. Ma gli altri docenti alla fine con battutine e tutto l' armamentario di cui dispone chi non ha il coraggio di parlarti in faccia, lo hanno convinto a rientrare nei ranghi, cioè nelle scarpe.
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
Età : 71
Data d'iscrizione : 08.11.11
Re: Falsità?
Alexey ha scritto:Guarda, sono d'accordo al 100%, però mia moglie non mi ha mica detto di non andare scalzo, mi ha detto di mettermi le scarpe per andare a scuola, punto. Poi, non mi pare che qui tutti abbiano dei compromessi, è bello dire agli altri vai quando noi siamo i primi che quando c' è da andare abbiamo scuse... Del resto, perché Paolo ha aspettato di andare in pensione per diventare barefooter full time se la scuola è così aperta allo scalzismo? Io non voglio fare gare di chi va più scalzo, ma mi pare che qui dentro, a parte Paolo, sia quello che ci va più di tutti, io mi metto le scarpe solo ed esclusivamente al lavoro e in rarissime altre occasioni. Dietro alla tastiera è facile, però quando si tratta di fare è un'altro discorso. Chi qui in Italia lavora, ha famiglia e figli e va scalzo al 100%?
La società, che ci piaccia o no, ha delle regole. Spesso non scritte, diciamo consolidate consuetudini. Infrangerle non è vietato espressamente, ma conduce comunque a essere additati come "estranei". Nulla di male se non si deve nulla a nessuno. Ma chi, lavoratore attivo, può permetterselo ? Credo piuttosto nella tecnica dei piccoli passi al momento opportuno. Alla fine al traguardo ci arriveremo.
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
Età : 71
Data d'iscrizione : 08.11.11
Re: Falsità?
Comincerò col proporre il libro di Howell alle maestre, poi vediamo se riuscirò ad organizzare qualcosa...
Soffermandomi su quanto detto da Paolo e Aldo, giustissimo discorso sul lavoro, anche se ho sperimentato che ci sono altri "ruoli" su cui occorre fare ancora molta strada, come appunto il genitore. Quello che ha raccontato Aldo non succede solo all'insegnante, ma abbiamo visto il vespaio che suscita il papà "strano". Purtroppo, in alcuni ambienti e ruoli, il piede nudo è molto più tabù di una tetta o di un paio di natiche, di quelle si parla un giorno, dei miei piedi nudi da mesi. Quando siamo soli e non abbiamo nulla da perdere (soldi, lavoro, ecc...) chissene, però anche la tutela dei familiari esce allo scoperto in questa società malata... Il fatto, è che per alcuni non è importante anche se ha i piedi deformi, mal di schiena, ecc..., e qui ha ragione Paolo, basta che una cosa sia "figa" e la gente è disposta a farsi male, forse sarà proprio quando il piede nudo diventerà veramente trendy che riusciremo a far breccia, per la salute ci scommetto meno...
Soffermandomi su quanto detto da Paolo e Aldo, giustissimo discorso sul lavoro, anche se ho sperimentato che ci sono altri "ruoli" su cui occorre fare ancora molta strada, come appunto il genitore. Quello che ha raccontato Aldo non succede solo all'insegnante, ma abbiamo visto il vespaio che suscita il papà "strano". Purtroppo, in alcuni ambienti e ruoli, il piede nudo è molto più tabù di una tetta o di un paio di natiche, di quelle si parla un giorno, dei miei piedi nudi da mesi. Quando siamo soli e non abbiamo nulla da perdere (soldi, lavoro, ecc...) chissene, però anche la tutela dei familiari esce allo scoperto in questa società malata... Il fatto, è che per alcuni non è importante anche se ha i piedi deformi, mal di schiena, ecc..., e qui ha ragione Paolo, basta che una cosa sia "figa" e la gente è disposta a farsi male, forse sarà proprio quando il piede nudo diventerà veramente trendy che riusciremo a far breccia, per la salute ci scommetto meno...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
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Re: Falsità?
Parlando ancora di lavoro, penso che quando sarà permesso il piede nudo li, sarà raggiunta la piena accettabilità, quando cioè si andrà in banca e l'impiegato sarà scalzo...chissà se un giorno succederà...
Ho conosciuto un signore sul web di Auckland che va tranquillamente in ufficio di una grande azienda scalzo, meeting, riunioni coi capi ecc.., tutti scalzo... Siamo indietro di secoli...
Ho conosciuto un signore sul web di Auckland che va tranquillamente in ufficio di una grande azienda scalzo, meeting, riunioni coi capi ecc.., tutti scalzo... Siamo indietro di secoli...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Falsità?
Alexey ha scritto:Parlando ancora di lavoro, penso che quando sarà permesso il piede nudo li, sarà raggiunta la piena accettabilità, quando cioè si andrà in banca e l'impiegato sarà scalzo...chissà se un giorno succederà...
Ho conosciuto un signore sul web di Auckland che va tranquillamente in ufficio di una grande azienda scalzo, meeting, riunioni coi capi ecc.., tutti scalzo... Siamo indietro di secoli...
Il problema non è "andare scalzi al lavoro", ma il poterlo fare a scelta personale. Un vicino di casa ebbe alcuni problemi sul lavoro "di rappresentanza" per la sua passione per le cravatte a papillon invece che classiche. Siamo sicuramente ancora troppo legati alle forme e non alla sostanza.
Alcuni giorni fa ero a Dublino, di andare scalzo non se ne parlava nemmeno, troppo freddo, troppi cocci di vetro per strada (sport nazionale del venerdì sera come il vomito dopo avere troppo bevuto) e soprattutto moglie accanto. Però in albergo ho sempre circolato scalzo e nessuno e dico nessuno ci ha fatto caso. E non parlo della mitica (soprattutto per me) Australia, parlo della piccola e un poco retrò Irlanda.
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
Età : 71
Data d'iscrizione : 08.11.11
Dimenticavo
Nei tre giorni a Dublino, nessuno ma proprio nessuno ha fatto caso alle mie infradito.
Però ho visto sulla porta di alcuni pub un cartello dalla scritta misteriosa : "Abbigliamento appropriato" Dove appropriato era a volte espresso con clean e altre volte col francesismo proper. Forse per la stagione estiva o ... non so.
Però ho visto sulla porta di alcuni pub un cartello dalla scritta misteriosa : "Abbigliamento appropriato" Dove appropriato era a volte espresso con clean e altre volte col francesismo proper. Forse per la stagione estiva o ... non so.
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
Età : 71
Data d'iscrizione : 08.11.11
Re: Falsità?
Allora mai.Alexey ha scritto:forse sarà proprio quando il piede nudo diventerà veramente trendy che riusciremo a far breccia, per la salute ci scommetto meno...
Il piede nudo non sarà mai trendy.
Inutile raccontare balle: non si va scalzi per la salute, lo si fa perché piace talmente da non rinunciarvi nemmeno nelle condizioni più avverse, dopo qualche anno di praticantato.
Il piede ha cinque dita, un metatarso al posto del metacarpo ed un tarso al posto del carpo.
Ogni dito ha un unghia.
Posso, di grazia sapere chi può trovare qualche differenza minimamente giustificabile dal punto di vista estetico, morale o razionale?
Una delle cose che gela gli interlocutori è la domanda: <Ma tu porti i guanti? Non hai le mani nude?>.
Non si capisce perché tutti hanno le mani nude, ma i piedi no e quello che conta è che non manco mai di chiederlo.
Ovviamente nessuno mi risponde in modo sensato e tutti se ne vanno con la coda in mezzo alle gambe.
Anche se alla fine rimangono della loro idea, ma almeno non mi impongono proprio nulla nella MIA vita privata.
Retaggio della cultura dell'antica Roma che considerava disdicevole chiunque camminasse senza un paio di sandali anche di infima qualità?
Ma un conto è far marciare le legioni per centinaia di chilometri, altra cosa è fare la vita di tutti i giorni.
Ultima cosa: ma tu, Alexey, hai mai dato un nostro bigliettino a quei signori che trasmettono la loro immensa cultura ai loro altrettanto illuminati figli, artefici del loro e (purtroppo) anche del nostro miserando futuro?
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Falsità?
A chi mi chiede spiegazione non do il bigliettino perché non li ho, ma gli dico di visitare il sito, è facile, basta mettere nati sc su google...non so se il piede nudo diventerà mai trendy, però quello che volevo dire è che qui da noi, per ora, fa più breccia qualcosa di emotivo che razionale...
Poi, secondo me, occorre fare una bella distinzione, anche in risposta al post di Aldo. Un conto è andare scalzo da qualche parte, e in base alla mia esperienza personale, NESSUNO mi ha mai proibito di stare scalzo da qualche parte, sono andato in giro ovunque, supermercati, centri commerciali, negozi, ristoranti "in", mai nessuno mi ha detto be... Questo, non vuol dire necessariamente che la gente approva, ma penso che molto sia dovuto al non voler perdere il cliente unito all'inerzia delle persone. Del resto, anche se uno vede una persona in giro su un elefante rosa, con quanta probabilità andrà a chiedere spiegazioni? Un'altro conto invece è vivere scalzi realmente in mezzo a persone con cui hai a che fare tutti i giorni... Li vedi veramente come la società vive la scelta diversa... Una cosa che vorrei puntualizzare poi, è che come già detto, è facile mandare avanti gli altri... C'e chi dice che va scalzo come hobby, in casa, al parco, ecc...scelta rispettabile, però, chi evita situazioni a priori calzandosi preventivamente, non può poi dare della mammola a chi scalzo ci va veramente dappertutto e poi trova le difficoltà, mi sembra un po' incoerente. Io, se mi fossi calzato davanti a scuola come facevo gli anni scorsi, potrei venire qui a millantare che andare scalzi è figo per tutti e non ho nessun problema, ma è nell'affrontare veramente la vita che si trovano i problemi. È facile prenderla in quel posto se quel posto non è il tuo... Poi quando si organizzano incontri, la maggior parte di questa minoranza non ha nemmeno il coraggio di mangiarsi una pizza scalzo. Ognuno fa quello che si sente, però occorre provare in prima persona, perché le scuse poi sono molte, se mi riconoscono perdo il lavoro, la privacy, ecc..,ma la faccia veramente in pochi ce la mettono. Se avete acquistato Max di Aprile, ci sono, mi pare che la faccia ce la metto eccome, giro tranquillamente con il mio capo scalzo, ecc...
Poi, secondo me, occorre fare una bella distinzione, anche in risposta al post di Aldo. Un conto è andare scalzo da qualche parte, e in base alla mia esperienza personale, NESSUNO mi ha mai proibito di stare scalzo da qualche parte, sono andato in giro ovunque, supermercati, centri commerciali, negozi, ristoranti "in", mai nessuno mi ha detto be... Questo, non vuol dire necessariamente che la gente approva, ma penso che molto sia dovuto al non voler perdere il cliente unito all'inerzia delle persone. Del resto, anche se uno vede una persona in giro su un elefante rosa, con quanta probabilità andrà a chiedere spiegazioni? Un'altro conto invece è vivere scalzi realmente in mezzo a persone con cui hai a che fare tutti i giorni... Li vedi veramente come la società vive la scelta diversa... Una cosa che vorrei puntualizzare poi, è che come già detto, è facile mandare avanti gli altri... C'e chi dice che va scalzo come hobby, in casa, al parco, ecc...scelta rispettabile, però, chi evita situazioni a priori calzandosi preventivamente, non può poi dare della mammola a chi scalzo ci va veramente dappertutto e poi trova le difficoltà, mi sembra un po' incoerente. Io, se mi fossi calzato davanti a scuola come facevo gli anni scorsi, potrei venire qui a millantare che andare scalzi è figo per tutti e non ho nessun problema, ma è nell'affrontare veramente la vita che si trovano i problemi. È facile prenderla in quel posto se quel posto non è il tuo... Poi quando si organizzano incontri, la maggior parte di questa minoranza non ha nemmeno il coraggio di mangiarsi una pizza scalzo. Ognuno fa quello che si sente, però occorre provare in prima persona, perché le scuse poi sono molte, se mi riconoscono perdo il lavoro, la privacy, ecc..,ma la faccia veramente in pochi ce la mettono. Se avete acquistato Max di Aprile, ci sono, mi pare che la faccia ce la metto eccome, giro tranquillamente con il mio capo scalzo, ecc...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
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Re: Falsità?
Le risposte "razionali" della gente al coprire il piede sono sempre le solite, protezione da ferite, freddo, caldo, ecc..., sono sempre il solito tentativo di razionalizzare, quando qualcuno lo fa, altrimenti il decoro è un argomento con il quale non puoi ragionare razionalmente. Occorre magari qualcosa di trascinante, come la moda o un trend che diventa "figo", in questo modo si sono sdoganati negli anni certi costumi. Il fatto del piacere, secondo me è opinabile, ti possono dire, se ti piace fallo in un prato o a casa tua, come hobby appunto, e come le trasgressioni che sono ammesse basta che siano lontane dagli occhi della gente. Ma quando è un hobby, i problemi non ci sono, sorgono quando per te diventa uno stile di vita, perché se non l'avete capito, nella nostra società la libera scelta, anche se razionale e innocua, non è sempre così libera, a meno che non ci si svegli e TUTTI vogliano essere liberi.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Falsità?
Personalmente, anche se non mi è mai successo, preferisco fare le mie ragioni con l'eventuale guardia giurata che non mi fa entrare da qualche parte, o al ristorante, in luoghi dove ho anche la legge dalla mia, avendo a che fare con estranei che non so se rivedrò più, mentre litigare tutti i giorni con la moglie e familiari mi pesa di più, e li non posso tirare fuori nemmeno piu di tanti argomentazioni razionali già dibattute fino all'esaurimento...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
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Re: Falsità?
A questo punto rigiro la domanda: voi, quando vi hanno lanciato da locali ecc, cosa avete fatto?
Attenzione, con questo non voglio criticare, ma solo dire che quando si vive una situazione è diverso che leggerla dal computer.
A me piace essere uniti per trovare soluzioni, non dire questo ha fatto o non ha fatto, ma per risolvere i problemi bisogna prima capirli e metterci anche empatia per gli altri...
Attenzione, con questo non voglio criticare, ma solo dire che quando si vive una situazione è diverso che leggerla dal computer.
A me piace essere uniti per trovare soluzioni, non dire questo ha fatto o non ha fatto, ma per risolvere i problemi bisogna prima capirli e metterci anche empatia per gli altri...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
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Re: Falsità?
Vivo al centro della più grande città d'Italia, in un rione creato dal punto di vista amministrativo dall'imperatore Augusto, ma che esisteva anche prima e che in 2700 anni di storia ne ha viste di tutti i colori, figuriamoci se uno che va scalzo è sufficiente a creare scompiglio.Alexey ha scritto:A questo punto rigiro la domanda: voi, quando vi hanno lanciato da locali ecc, cosa avete fatto?
La cosa spiazzante, per chi non ci vive, che ognuno dei rioni storici, per complesse ragioni che risalgono all'epoca dello spopolamento nell'Alto Medioevo, è come un paesino, ci si conosce tutti.
Sole che i paesini, di solito, sono circondati da campagne e boschi, il mio da altri rioni e quartieri.
Da dieci anni giro scalzo e se critiche alle spalle ci sono state, pian piano sono state soppiantate dall'accettazione e dalla stima.
Non conosco tutti gli abitanti del rione personalmente, ma molti mi conoscono di vista e so per certo che anche chi non mi conosce ha sentito parlare di me.
E sullo scalzismo si parla bene. Se qualcuno critica viene prontamente rimbeccato.
Anche da personaggi che fuori di qui potreste vedere solo in televisione, al cinema o sui giornali, ma qui sono solo dei vicini di casa, magari autorevoli ed ascoltati.
Come "il sor Mario", che per voi non monticiani era Mario Monicelli.
Ma il rispetto per il mio stile di vita me lo sono guadagnato nel tempo, anche facendo metaforicamente "a pezzetti piccoli piccoli" (© Gatto Silvestro) guardie giurate ed altri rompiscalzi, come ho già ampiamente narrato in altri post.
Rispetto che mi sono guadagnato anche fuori dal mio paesino, in altre zone della città e pure fuori, fino al piccolo paesino dell'Alto Lazio dove ha la casa di campagna la mia "gemella" scultrice.
Non ho un carattere facile, ho avuto scontri epici, mi sono fatto nemici giurati, ma neppure loro, ora, criticano il mio scalzismo.
Il mio caratteraccio sì, lo scalzismo no.
Probabilmente è stato anche il mio modo di confrontarmi con gli altri, mai sulla difensiva ma sempre pronto al dialogo.
Ed anche l'atteggiamento di orgoglio della mia scelta, mai di vergogna.
Al punto che più di una volta, negli anni, sono stato fermato da gente che mi aveva notato per mesi, a volte per anni, non per criticarmi ma per informarsi, magari invidiandomi perché non avevano il mio stesso coraggio.
E chi ha provato a criticarmi alle spalle ha ricevuto solo occhiatacce e cali di stima.
Memorabile una notte di febbraio, alle due di notte. Tornavo da una cena e percorrevo Via dei Serpenti, il cuore di Monti. Vista l'ora era deserta non c'era nessuno, salvo una coppia di giovani, lei monticiana, lui sicuramente no.
Li incrocio e mentre mi allontano sento lui scandalizzato che strilla sconvolto: "Ma è scalzo! Ma è scalzo!".
E lei tranquilla: "Lo so, lo conosco. E non strillare che disturbi la gente." Ma si vedeva che il suo interesse per lui stava calando.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Falsità?
In cina mostrare in un dipinto il piede nudo di una donna era più disdicevole che rappresentarla nuda ... il motivo c'è: i piedi erano deformati dalla pratica delle fasciature che veniva praticata per conformare i piedi ad una dimensione più piccola possibile, che, a sua volta, era considerata eroticamente ed esteticamente auspicabile. Quindi anche qui si segue il seppure lieve filo rosso di un rapporto con erotismo che, in qualche maniera si collega al pede o forse all' andatura della donna.
Il fatto che il piede femminile rappresenti in qualche maniera una attrattiva è uno dei motivi che fanno guardare in modo sospetto anche l'uomo che gira scalzo in un contesto in cui ciò è inconsueto.
Questo si aggiunge al ricordo atavico di tempi in cui scalzi giravano i poveri, le donne ed i bambini.
Per il resto si tratta di convenzioni che sono soggette a mutare. Fino al dopoguerra nessuno girava a capo scoperto ... il cappello è un altro apo di abbigliamento che assolve più a funzioni sociali che non di sola utilità pratica. Oggi non lo porta nessuno, salvo che per motivi di protezione dal freddo o dal sole.
inutile farsene un cruccio eccessivo ...
Il fatto che il piede femminile rappresenti in qualche maniera una attrattiva è uno dei motivi che fanno guardare in modo sospetto anche l'uomo che gira scalzo in un contesto in cui ciò è inconsueto.
Questo si aggiunge al ricordo atavico di tempi in cui scalzi giravano i poveri, le donne ed i bambini.
Per il resto si tratta di convenzioni che sono soggette a mutare. Fino al dopoguerra nessuno girava a capo scoperto ... il cappello è un altro apo di abbigliamento che assolve più a funzioni sociali che non di sola utilità pratica. Oggi non lo porta nessuno, salvo che per motivi di protezione dal freddo o dal sole.
inutile farsene un cruccio eccessivo ...
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: Falsità?
.
Alexey di quali incontri parli? Dei nostri? Nell' ultimo incontro a Milano del maggio di quest'anno siamo entrati in una pizzeria ed eravamo tutti scalzi
.Poi quando si organizzano incontri, la maggior parte di questa minoranza non ha nemmeno il coraggio di mangiarsi una pizza scalzo
Alexey di quali incontri parli? Dei nostri? Nell' ultimo incontro a Milano del maggio di quest'anno siamo entrati in una pizzeria ed eravamo tutti scalzi
ALEBO- Numero di messaggi : 527
Data d'iscrizione : 26.01.09
Re: Falsità?
Scusa, non parlavo di noi che c'eravamo, ma di tutti gli iscritti che non riescono a trovare ne il sabato sera ne la domenica, è venuta la contessa dall'Olanda e chi vive a Milano o vicino o a Roma per l'altro incontro e non si presenta mai, tutti gli iscritti al forum sono già una goccia in mezzo al mare, figuriamoci poi quelli che si presentano agli incontri, che sono una rarità in mezzo a una minoranza...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Falsità?
Alexey ha scritto:Scusa, non parlavo di noi che c'eravamo, ma di tutti gli iscritti che non riescono a trovare ne il sabato sera ne la domenica, è venuta la contessa dall'Olanda e chi vive a Milano o vicino o a Roma per l'altro incontro e non si presenta mai, tutti gli iscritti al forum sono già una goccia in mezzo al mare, figuriamoci poi quelli che si presentano agli incontri, che sono una rarità in mezzo a una minoranza...
Stiamo tornando su un discorso vecchio di 10 anni e con questo non intendo dire che non si deve fare.
Giustamente "chi ci mette la faccia" - ed Alexey è senz'altro uno di quelli - dopo tanti discorsi sbotta e dice che troppi di noi sono barefooters da scrivania o da PC e che in realtà trovano le cose facili perché scalzi ci vanno poco e magari solo lontano da casa.
Bene, nessuno se la prenda però, non tutti siamo sullo stesso piano.
Perché una cosa è andare scalzi sempre ed in ogni condizione, altro è andare scalzi solo in estate o solo in città o solo in campagna o solo nel giardino di casa. Con questo non si vogliono fare "gradazioni di scalzismo" ma non c'è dubbio che le motivazioni sono diverse.
E, di conseguenza sono diverse le difficoltà fisiche e psicologiche affrontate.
Tutto ciò vale in generale, poi noi abbiamo un Club di barefooters ai quali non chiediamo niente, salvo essere barefooters.
Addirittura gli Aggregati non versano una quota sociale, mentre a qualche Socio Ordinario risulta pure difficile dare la misera quota annuale che serve al mantenimento del sito ed a stampare bigliettini da visita, non certo ad arricchire i componenti del direttivo.
Voglio dire che quanto le motivazioni sono così labili, è difficile essere barefooter "a tutto tondo" e per questo trovarsi in situazioni di difficoltà come quelle di cui ha parlato Alexey; detto in altro modo: chi "ci mette al faccia" lo comprende e prova anche a dargli idee, suggerimenti o dritte, gli altri forse neppure avvertono il problema.
Se poi guardiamo quanti utenti ha questo Forum e quanti scrivono, si può capire il grado di interesse di chi si è sottoposto alla procedura per attivare l'account; e non voglio parlare dei quasi 200 che hanno provato ad attivarlo e si sono ritirati in buon ordine davanti a poche domande che servivano a capire il loro interesse.
Insomma, il barefooting è senz'altro più un hobby da praticare a determinate e facili condizioni, che uno stile di vita che comporta anche continue difficoltà da superare.
E di superare difficoltà la gente ne ha le piene!!
Giustamente "chi ci mette la faccia" - ed Alexey è senz'altro uno di quelli - dopo tanti discorsi sbotta e dice che troppi di noi sono barefooters da scrivania o da PC e che in realtà trovano le cose facili perché scalzi ci vanno poco e magari solo lontano da casa.
Bene, nessuno se la prenda però, non tutti siamo sullo stesso piano.
Perché una cosa è andare scalzi sempre ed in ogni condizione, altro è andare scalzi solo in estate o solo in città o solo in campagna o solo nel giardino di casa. Con questo non si vogliono fare "gradazioni di scalzismo" ma non c'è dubbio che le motivazioni sono diverse.
E, di conseguenza sono diverse le difficoltà fisiche e psicologiche affrontate.
Tutto ciò vale in generale, poi noi abbiamo un Club di barefooters ai quali non chiediamo niente, salvo essere barefooters.
Addirittura gli Aggregati non versano una quota sociale, mentre a qualche Socio Ordinario risulta pure difficile dare la misera quota annuale che serve al mantenimento del sito ed a stampare bigliettini da visita, non certo ad arricchire i componenti del direttivo.
Voglio dire che quanto le motivazioni sono così labili, è difficile essere barefooter "a tutto tondo" e per questo trovarsi in situazioni di difficoltà come quelle di cui ha parlato Alexey; detto in altro modo: chi "ci mette al faccia" lo comprende e prova anche a dargli idee, suggerimenti o dritte, gli altri forse neppure avvertono il problema.
Se poi guardiamo quanti utenti ha questo Forum e quanti scrivono, si può capire il grado di interesse di chi si è sottoposto alla procedura per attivare l'account; e non voglio parlare dei quasi 200 che hanno provato ad attivarlo e si sono ritirati in buon ordine davanti a poche domande che servivano a capire il loro interesse.
Insomma, il barefooting è senz'altro più un hobby da praticare a determinate e facili condizioni, che uno stile di vita che comporta anche continue difficoltà da superare.
E di superare difficoltà la gente ne ha le piene!!
Re: Falsità?
Leggendo i post di questo tread mi è venuto in mente che qualche tempo fa mi sono imbattuto, su Internet, in un articolo di sociologia che trattava di "Shock Culturale", identificandolo come una sorta di "trauma" che spesso si prova quando si è catapultati in una realtà (geografica, umana e sociale) diversa e soprattutto distante da quella che siamo abituati a vivere.
In pratica, l'esempio più eclatante, riguarda coloro che per svariati motivi (per lavoro principalmente) sono costretti a trasferirsi in un Paese estero, soprattutto quando non ci siamo preparati adeguatamente circa le differenze che andremo ad incontrare.
Tuttavia mi pare errato relegare il concetto solo ed esclusivamente ad un cambiamento di ambiente: penso infatti che, al dilà di casi "estremi" come il trasferimento presso un contesto socio-culturale diverso, gli shock culturali li possiamo vivere anche 8e forse più frequentemente) anche alle nostre latitudini, nella nostra città, nel nostro stesso contesto culturale e sociale. Ciò, a mio parere, può avvenire allorquando ci troviamo di fronte a comportamenti, atteggiamenti, modi di fare e di essere che si discostano non tanto dalla "normalità", quanto dal "consueto", da quei comportamenti, da quelle prassi, da quei modelli ai quali la nostra cultura moderna e occidentale ci ha ormai abituato.
Nonostante la ormai massiccia presenza, ad esempio, di Rom, nel nostro Paese, alcuni loro comportamenti, alcune loro tradizioni, alcuni loro modi di interpretare e di vivere la società, ci "scandalizzano", meglio ci "Shockano", tanto che, oltre ad un ormai diffuso senso di intolleranza, ci comunicano molto spesso addirittura un profondo senso di disprezzo.
Fa meraviglia che ancora oggi, con tutti gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione, per facilitarci l'apprendimento e l'arricchimento della nostra informazione e della nostra cultura, siano ancora troppo pochi coloro che continuano a "subire" traumi e "shock" di questo genere e non si preoccupano invece di indagare più a fondo delle ragioni che stanno alla base di certi comportamenti "difformi" rispetto alla norma, o meglio alla (nostra) consuetudine.
In un certo qual modo, possiamo dire, che quando uno "shock" ci viene occasionato da un nostro connazionale, che, almeno teoricamente, dovrebbe essere allineato ai nostri usi e ai nostri costumi, tendiamo a reagire in maniera ancora più emotiva e il fatto ci "scandalizza" ulteriormente.
Chi si comporta in maniera difforme rispetto alla "norma" viene visto persino come un "traditore" dell'evoluzione civile, uno che, a suo modo, rinnega, fino al disprezzo, tutti i passi avanti che, secondo il "ben pensare", la società ha compiuto nel corso degli anni.
Ora, l'andare scalzi, anche noi nel forum e più di una volta, lo abbiamo identificato come un "emblema" di quella "povertà" dalla quale l'uomo vuole disperatamente fuggire; ma forse ci è sfuggito un altro aspetto; quello del desiderio, da parte di chi pratica il barefooting (questo secondo la mentalità della gente), di un ritorno al passato, non solo come atteggiamento in se e per se, ma come pervaso da una mentalità generale sulla concezione della vita, della società, dei rapporti che si intraprendono all'interno di essa.
Come dire :"Questo è un nostalgico del passato .... se lo è andando a piedi nudi, lo sarà anche nei modi di fare, ad esempio, nella concezione della famiglia, della società, della donna (tema quest'ultimo di dibattiti sempre più accesi nei nostri giorni). In pratica una persona "pericolosa", da non imitarsi, da tenere alla larga; in quanto decisa a rinnegare l'evoluzione culturale e sociale alla quale si è giunti col "sacrificio" di anni. I "restauratori" non sono stati mai ben visti nel corso della Storia.
Se vogliamo esagerare o usare un paradosso, potremmo anche dire che l'andare scalzi, da molti, viene visto come un atteggiamento antistorico.
Quale il rimedio nel caso specifico che Alexey ci ha evidenziato ? Prendo in prestito le parole della frase "moto" di Lucignolo nel forum :"se si vogliono spostare le montagne, occorre iniziare a rimuovere le pietre".
Non so, ad esempio, se una conferenza a scuola aiuterebbe a chiarire le vere motivazioni che spingono Alexey (e tutti quanti noi) ad andare scalzi; perchè sarebbe fin troppo facile spiegarne i motivi "tecnici e contingenti" (la salute in primo luogo), ma spiegarne i motivi "interiori" non sarebbe affatto facile, come non è facile spesso spiegarli neppure a noi stessi.
Penso quindi che non costerebbe nulla creare un semplice foglio, con tutta una serie di linck a documenti e filmati (da distribuire a chi ponesse obiezioni), che , quanto meno possano fornire quel minimo di informazioni sulle ragioni (almeno esteriori) di un comportamento che "antistorico o no" si sta diffondendo e non da parte di persone dementi.
Credo che, almeno per curiosità, se non per sete di cultura, più persone si affaccerebbero almeno ai siti che vi saranno segnalati. Almeno spero ...
In pratica, l'esempio più eclatante, riguarda coloro che per svariati motivi (per lavoro principalmente) sono costretti a trasferirsi in un Paese estero, soprattutto quando non ci siamo preparati adeguatamente circa le differenze che andremo ad incontrare.
Tuttavia mi pare errato relegare il concetto solo ed esclusivamente ad un cambiamento di ambiente: penso infatti che, al dilà di casi "estremi" come il trasferimento presso un contesto socio-culturale diverso, gli shock culturali li possiamo vivere anche 8e forse più frequentemente) anche alle nostre latitudini, nella nostra città, nel nostro stesso contesto culturale e sociale. Ciò, a mio parere, può avvenire allorquando ci troviamo di fronte a comportamenti, atteggiamenti, modi di fare e di essere che si discostano non tanto dalla "normalità", quanto dal "consueto", da quei comportamenti, da quelle prassi, da quei modelli ai quali la nostra cultura moderna e occidentale ci ha ormai abituato.
Nonostante la ormai massiccia presenza, ad esempio, di Rom, nel nostro Paese, alcuni loro comportamenti, alcune loro tradizioni, alcuni loro modi di interpretare e di vivere la società, ci "scandalizzano", meglio ci "Shockano", tanto che, oltre ad un ormai diffuso senso di intolleranza, ci comunicano molto spesso addirittura un profondo senso di disprezzo.
Fa meraviglia che ancora oggi, con tutti gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione, per facilitarci l'apprendimento e l'arricchimento della nostra informazione e della nostra cultura, siano ancora troppo pochi coloro che continuano a "subire" traumi e "shock" di questo genere e non si preoccupano invece di indagare più a fondo delle ragioni che stanno alla base di certi comportamenti "difformi" rispetto alla norma, o meglio alla (nostra) consuetudine.
In un certo qual modo, possiamo dire, che quando uno "shock" ci viene occasionato da un nostro connazionale, che, almeno teoricamente, dovrebbe essere allineato ai nostri usi e ai nostri costumi, tendiamo a reagire in maniera ancora più emotiva e il fatto ci "scandalizza" ulteriormente.
Chi si comporta in maniera difforme rispetto alla "norma" viene visto persino come un "traditore" dell'evoluzione civile, uno che, a suo modo, rinnega, fino al disprezzo, tutti i passi avanti che, secondo il "ben pensare", la società ha compiuto nel corso degli anni.
Ora, l'andare scalzi, anche noi nel forum e più di una volta, lo abbiamo identificato come un "emblema" di quella "povertà" dalla quale l'uomo vuole disperatamente fuggire; ma forse ci è sfuggito un altro aspetto; quello del desiderio, da parte di chi pratica il barefooting (questo secondo la mentalità della gente), di un ritorno al passato, non solo come atteggiamento in se e per se, ma come pervaso da una mentalità generale sulla concezione della vita, della società, dei rapporti che si intraprendono all'interno di essa.
Come dire :"Questo è un nostalgico del passato .... se lo è andando a piedi nudi, lo sarà anche nei modi di fare, ad esempio, nella concezione della famiglia, della società, della donna (tema quest'ultimo di dibattiti sempre più accesi nei nostri giorni). In pratica una persona "pericolosa", da non imitarsi, da tenere alla larga; in quanto decisa a rinnegare l'evoluzione culturale e sociale alla quale si è giunti col "sacrificio" di anni. I "restauratori" non sono stati mai ben visti nel corso della Storia.
Se vogliamo esagerare o usare un paradosso, potremmo anche dire che l'andare scalzi, da molti, viene visto come un atteggiamento antistorico.
Quale il rimedio nel caso specifico che Alexey ci ha evidenziato ? Prendo in prestito le parole della frase "moto" di Lucignolo nel forum :"se si vogliono spostare le montagne, occorre iniziare a rimuovere le pietre".
Non so, ad esempio, se una conferenza a scuola aiuterebbe a chiarire le vere motivazioni che spingono Alexey (e tutti quanti noi) ad andare scalzi; perchè sarebbe fin troppo facile spiegarne i motivi "tecnici e contingenti" (la salute in primo luogo), ma spiegarne i motivi "interiori" non sarebbe affatto facile, come non è facile spesso spiegarli neppure a noi stessi.
Penso quindi che non costerebbe nulla creare un semplice foglio, con tutta una serie di linck a documenti e filmati (da distribuire a chi ponesse obiezioni), che , quanto meno possano fornire quel minimo di informazioni sulle ragioni (almeno esteriori) di un comportamento che "antistorico o no" si sta diffondendo e non da parte di persone dementi.
Credo che, almeno per curiosità, se non per sete di cultura, più persone si affaccerebbero almeno ai siti che vi saranno segnalati. Almeno spero ...
Re: Falsità?
Hai ragione, questo sicuramente è un fattore importante, e il far conoscere alle persone lo è altrettanto. Tutto quello che è "semplice" fa paura, perché la società è abituata a comprare qualcosa per fare tutto, il rinunciare a qualcosa per star bene è come dici tu scioccante... In realtà, la semplicità della vita porta con se i veri valori, le cose autentiche, dove il consumismo compulsivo porta solo a gioie effimere... Chissà, forse con la crisi del mondo occidentale che stiamo vivendo ci si può unire verso la rifondazione di una società più vera. Questo non è guardare al passato, ma al futuro, verso quello che conta veramente, innovare significa imparare dagli errori e lasciarli alle spalle, mentre continuare a portare fardelli inutili è cecità e testardaggine.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
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