Imprinting
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Imprinting
Un argomento di cui mi piace leggere è il cibo, non certo come ricette che spesso snaturamo il prodotto di base, ma come soggetto di studio storico e antropologico. Di recente ho letto dell' imprinting del cibo, cioè che di fatto l' unico gusto innato è il dolce per via del latte materno mentre tutti gli altri gusti e quindi abitudini alimentari sono acquisiti o dall' educazione o dall' esempio. Estremizzando si può parlare della tarantola, gustosa merenda per alcune popolazioni e oggetto di ribrezzo e superstizione in altre. Dato che oggettivamente la tarantola è commestibile e a detta dei mangiatori anche appetibile è chiaro che il problema si annida nell' imprinting. Se fin da bambino ti abituano a mangiarla lo farai per sempre, se al contrario ti abituano ad averne orrore crescerai non pensando ma sapendo con certezza che bisogna rifuggirne. E se un "non mangiatore" vedrà un "mangiatore" all' opera ne avrà un seguito di reazioni di disgusto, negazione, fino al disprezzo e al timore. E se gli chiediamo perchè, alla fin fine ci dirà senza pensarci (perchè non può più pensare), che la tarantola non si mangia, è così e basta.
Ora spostiamoci sul nostro terreno. Prendiamo un bambinetto in culla, mettiamogli scarpe e calze anche se ancora non cammina, ossessiogniamolo ripetendogli di mettersi le scarpe, facciamoci vedere sempre calzati, mostriamoci inorriditi all' idea di camminare scalzi e cosa otterremo ? Le scarpe si portano sempre, è così e basta.
E se vedrà uno scalzo per strada avrà le stesse reazioni. Disgusto : "Che schifo". Disprezzo : "Certe cose non si fanno in pubblico". Timore : " Certo deve avere dei problemi mentali" : Superbia : " Qui da noi non si fa". Autorassicurazione : " A me non può accadere di farlo".
Ecco che così si spiegano le reazioni di alcune persone per strada, tanto più che sono sconvolte dall' aspetto assolutamente "normale" del resto dell' abbigliamento e del comportamento. Io stesso sono stato a volte additato con i rituali : "Che schifo, ma guarda te" come ho riferito in altre occasioni fino ad essere preso per una persona probabilmente pericolosa.
Non stupiamoci quindi, noi siamo a tutto gli effetti dei "mangiatori di tarantole". La prova ? Bastano le infradito per rassicurare : " Be', non saranno scarpe ma qualche cosa ha ai piedi ". E anche i finti, strafinti sandali bastano : " Non capisco bene, però non è scalzo e mi basta perchè non posso neanche concepire che vada scalzo davvero" . E il cosiddetto decoro è salvo.
E a proposito di prevenzioni, imprinting e , scusate, anche ignoranza : ho trascorso gli ultimi dieci giorni in India, paese dove non faccio nemmeno un passo senza sandali per via dello stato dei marciapiedi e delle strade, non certo per schifiltaggine (che certo non mi caratterizza) ma perchè quando ci ho provato mi sono ritrovato quasi subito con ferite e graffi. Ebbene, prima di partire parlando del futuro viaggio con una persona mi sono sentito dire : "Be' lì puoi certo andare a piedi nudi" . Ora pensate se ci riuscite a quanti pregiudizi e convinzioni indotte ci son dietro questa frasetta. Insomma non nel mio giardino, ma in quello di quei poveracci che tanto le scarpe non possono permettersele sì. E si tratta di persone che non saprebbero indicare l' India su un mappamondo !!!!
Ora spostiamoci sul nostro terreno. Prendiamo un bambinetto in culla, mettiamogli scarpe e calze anche se ancora non cammina, ossessiogniamolo ripetendogli di mettersi le scarpe, facciamoci vedere sempre calzati, mostriamoci inorriditi all' idea di camminare scalzi e cosa otterremo ? Le scarpe si portano sempre, è così e basta.
E se vedrà uno scalzo per strada avrà le stesse reazioni. Disgusto : "Che schifo". Disprezzo : "Certe cose non si fanno in pubblico". Timore : " Certo deve avere dei problemi mentali" : Superbia : " Qui da noi non si fa". Autorassicurazione : " A me non può accadere di farlo".
Ecco che così si spiegano le reazioni di alcune persone per strada, tanto più che sono sconvolte dall' aspetto assolutamente "normale" del resto dell' abbigliamento e del comportamento. Io stesso sono stato a volte additato con i rituali : "Che schifo, ma guarda te" come ho riferito in altre occasioni fino ad essere preso per una persona probabilmente pericolosa.
Non stupiamoci quindi, noi siamo a tutto gli effetti dei "mangiatori di tarantole". La prova ? Bastano le infradito per rassicurare : " Be', non saranno scarpe ma qualche cosa ha ai piedi ". E anche i finti, strafinti sandali bastano : " Non capisco bene, però non è scalzo e mi basta perchè non posso neanche concepire che vada scalzo davvero" . E il cosiddetto decoro è salvo.
E a proposito di prevenzioni, imprinting e , scusate, anche ignoranza : ho trascorso gli ultimi dieci giorni in India, paese dove non faccio nemmeno un passo senza sandali per via dello stato dei marciapiedi e delle strade, non certo per schifiltaggine (che certo non mi caratterizza) ma perchè quando ci ho provato mi sono ritrovato quasi subito con ferite e graffi. Ebbene, prima di partire parlando del futuro viaggio con una persona mi sono sentito dire : "Be' lì puoi certo andare a piedi nudi" . Ora pensate se ci riuscite a quanti pregiudizi e convinzioni indotte ci son dietro questa frasetta. Insomma non nel mio giardino, ma in quello di quei poveracci che tanto le scarpe non possono permettersele sì. E si tratta di persone che non saprebbero indicare l' India su un mappamondo !!!!
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
Età : 71
Data d'iscrizione : 08.11.11
Re: Imprinting
Hai perfettamente ragione, è puramente una questione culturale che arriva a far negare addirittura la nostra natura. Non a caso, siamo più attirati dal cibo spazzatura che da quello adatto alla nostra specie, perché mio padre lo mangiava, suo padre pure, e il padre di suo padre pure.. Abituando il corpo e la mente ad accettare quello che non è naturale e a prendere per scemo chi fa quello che è naturale. Inoltre, alcuni tipi di cibo danno anche dipendenza a causa di vere e proprie "droghe" come le esorfine dei cereali o le caseomorfine dei latticini.
Anche le scarpe danno dipendenza in alcuni casi perché quando le si tolgono per la prima volta il piede è atrofizzato e quasi "morto" e si può provare un senso di "stress" psicofisico dovuto alla mancanza di "protezione".
Purtroppo gli stereotipi e i falsi miti sono duri a morire, e il ragionamento induttivo semplice sbaglia spesso perché è viziato da premesse sbagliate. Rimanendo in analogie alimentari, è tutt'ora luogo comune pensare: "mangio troppo colesterolo e ho il colesterolo alto", quando è stato dimostrato che il colesterolo alimentare influenza solo minimamente quello ematico, e che il rischio di deposito è correlato più alla struttura del colesterolo rispetto alla mera concentrazione.
Per la società il piede nudo è stereotipato sotto varie categorie che spaziano dalla follia, alla trasandatezza o associato ai figli dei fiori o zingari (anche se non ne ho mai visto uno scalzo in vita mia...), come del resto è steteotipata qualsiasi "devianza" dalla "normalità", a proposito, l'altro giorno parlando con una ragazza dello scalzismo mi ha detto :" ma è solo per i piedi? La carne la mangi? " lei si vede che associa l'andar scalzi alla filosofia vegana...
Anche le scarpe danno dipendenza in alcuni casi perché quando le si tolgono per la prima volta il piede è atrofizzato e quasi "morto" e si può provare un senso di "stress" psicofisico dovuto alla mancanza di "protezione".
Purtroppo gli stereotipi e i falsi miti sono duri a morire, e il ragionamento induttivo semplice sbaglia spesso perché è viziato da premesse sbagliate. Rimanendo in analogie alimentari, è tutt'ora luogo comune pensare: "mangio troppo colesterolo e ho il colesterolo alto", quando è stato dimostrato che il colesterolo alimentare influenza solo minimamente quello ematico, e che il rischio di deposito è correlato più alla struttura del colesterolo rispetto alla mera concentrazione.
Per la società il piede nudo è stereotipato sotto varie categorie che spaziano dalla follia, alla trasandatezza o associato ai figli dei fiori o zingari (anche se non ne ho mai visto uno scalzo in vita mia...), come del resto è steteotipata qualsiasi "devianza" dalla "normalità", a proposito, l'altro giorno parlando con una ragazza dello scalzismo mi ha detto :" ma è solo per i piedi? La carne la mangi? " lei si vede che associa l'andar scalzi alla filosofia vegana...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Imprinting
Io faccio sempre l'esempio dell'ingessatura: appena tolta ti senti strano e a volte devi fare anche della fisioterapia per tornare alla normalità.Alexey ha scritto:Anche le scarpe danno dipendenza in alcuni casi perché quando le si tolgono per la prima volta il piede è atrofizzato e quasi "morto" e si può provare un senso di "stress" psicofisico dovuto alla mancanza di "protezione".
Ultimo avvistamento noto (a me): una "zingarella" al Verziere (vicino a Piazza Duomo a Milano) nel 1976. Alcuni postanti non erano neppure nati.Alexey ha scritto:zingari (anche se non ne ho mai visto uno scalzo in vita mia...)
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Imprinting
Alexey ha scritto:
Per la società il piede nudo è stereotipato sotto varie categorie che spaziano dalla follia, alla trasandatezza o associato ai figli dei fiori o zingari (anche se non ne ho mai visto uno scalzo in vita mia...), come del resto è steteotipata qualsiasi "devianza" dalla "normalità", a proposito, l'altro giorno parlando con una ragazza dello scalzismo mi ha detto :" ma è solo per i piedi? La carne la mangi? " lei si vede che associa l'andar scalzi alla filosofia vegana...
Eccola.. se vai scalzo qualche altra cosa "strana" devi avercela per forza. Magari ti innaffi i polmoni di incensi, sei vegano, vai in vacanza a meditare sull' Everest e cosette del genere. Tutte cose intendiamoci rispettabilissime e , se davvero sentite, ammirevoli ma distantissime dalla logica ferrea del gretto provincialismo borghese.
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
Età : 71
Data d'iscrizione : 08.11.11
Re: Imprinting
Rei ha scritto:Ultimo avvistamento noto (a me): una "zingarella" al Verziere (vicino a Piazza Duomo a Milano) nel 1976. Alcuni postanti non erano neppure nati.Alexey ha scritto:zingari (anche se non ne ho mai visto uno scalzo in vita mia...)
E io che ti davo al massimo 35 anni
Angelica- Numero di messaggi : 379
Età : 36
Data d'iscrizione : 17.09.10
Re: Imprinting
Curioso, è la stessa cosa che mi disse Giulio Cesare prima di traversare il Rubicone. Io non la presi bene:Angelica ha scritto:E io che ti davo al massimo 35 anni
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Imprinting
Al primo che associa lo scalzismo alla povertà ricordate che Dei e Faraoni d'Egitto andavano scalzi (vedere statue e dipinti, non i film americani che mentono), mentre chi andava calzato erano i soldati (non sempre) ed i poveracci che lavoravano nelle cave ed in altri posti con terreni insidiosi.Alexey ha scritto:Per la società il piede nudo è stereotipato sotto varie categorie che spaziano dalla follia, alla trasandatezza o associato ai figli dei fiori o zingari (anche se non ne ho mai visto uno scalzo in vita mia...)
I costruttori di piramidi no, erano scalzi, anche perché se ti casca su un piede un masso da dieci tonnellate non è che un sandalo minimale faccia la differenza...
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Imprinting
Rei ha scritto:Curioso, è la stessa cosa che mi disse Giulio Cesare prima di traversare il Rubicone. Io non la presi bene:Angelica ha scritto:E io che ti davo al massimo 35 anni
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Ciaoooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Fantasticoooo!!!!!
Il "Numero Uno" in un disegno originale del grandissimo Magnus!!!
Che bel regalo. Bravo, REI!!!!
Ciaoooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!
- A - N - D - Y -
Andy- Numero di messaggi : 301
Data d'iscrizione : 02.01.08
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