Messaggio Subliminale

Mah, alla fine questo messaggio implicito non fa altro che proporre un'osservazione dalla realtà fattuale: più si cresce e sempre meno si va scalzi. Ognuno di noi lo ha visto personalmente e chi ne ha lo nota sui propri figli. E questo si ricollega all'altro tuo topic di oggi: chi va scalzo fuori casa ha parecchie reminiscenze fanciullesche (e meno male!).
Ho visto tempo fa un video dove c'era proprio questa situazione: famiglia con tre figli, mamma con sandali, figli più grandi con ciabatte e figlia di due-tre anni scalza, fra l'altro nell'orto e con punti parecchio pietrosi.

Citando il poeta (Canzone delle osterie di fuori porta. Francesco Guccini)
'Qualcuno è andato per età, qualcuno perché già dottore e insegue una maturità, si è sposato, fa carriera ed è una morte un po' peggiore…'
...
'Qualcuno è andato per formarsi, chi per seguire la ragione chi perché stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi ed è una morte un po' peggiore'

Siamo in una società dove è tutto prestabilito nascere, studiare - laurearsi, lavorare - far carriera, sposarsi - fare figli, andare in pensione, morire. Da 'buon' Cristiano 'battesimo - confessione - comunione - cresima - matrimonio - funerale'. NOTA sei cattolico al 99% perché sei nato qui non ti sei chiesto ma non esiste un altro dio o più dei o non esiste affatto nessun dio fossi nato altrove saresti mussulmano o buddista.
Se vedi solo da pochi anni qualcuno volutamente dice no non mi sposo non voglio figli non voglio far carriera e in qualche caso più raro lascio il lavoro. Per la maggioranza ancora oggi i passaggi sopra indicati sono dati per scontati non viene neppure pensato che ci possa essere un'alternativa. Un po' come la prima volta che vidi uno scalzo sino ad allora non mi era neppure venuto in mente che si potesse andare scalzi in strada a meno di non essere un 'selvaggio / povero' del terzo mondo solo dopo ho scoperto che in altri Paesi più ricchi e direi anche più civili del nostro la cosa non è poi così rara dal nord d'Europa per non parlare della Nuova Zelanda.

GECO ha scritto:

Siamo in una società dove è tutto prestabilito nascere, studiare - laurearsi, lavorare - far carriera, sposarsi - fare figli, andare in pensione, morire.

Si, questo è decisamente vero, il mio compagno lo chiama "binario" questo percorso, perché è una traiettoria obbligata, dove uscendone si deraglia, perché ad occhi di molti non c'è altra alternativa.
Trovo un po' di parallelismi infatti tra lo scalzismo e l'omosessualità su questo specifico punto. Entrambe sono scelte "controcorrente" che la persona media non riesce a capire avendo vissuto sempre su una rotta già pre-impostata dalla nascita

Basta non incappare in uno di questi...



(Catch point inglese)

Grand Choeur ha scritto:Mah, alla fine questo messaggio implicito non fa altro che proporre un'osservazione dalla realtà fattuale: più si cresce e sempre meno si va scalzi. Ognuno di noi lo ha visto personalmente e chi ne ha lo nota sui propri figli. E questo si ricollega all'altro tuo topic di oggi: chi va scalzo fuori casa ha parecchie reminiscenze fanciullesche (e meno male!).

Confermo la tua osservazione.
I miei figli quando erano piccoli stavano scalzi fuori casa molto spesso (e quasi sempre erano loro a manifestare l'intenzione di togliersi le scarpe o uscire direttamente scalzi).
Ora che sono più grandi, al crescere delle loro interazioni e impegni sociali (scuola, oratorio, attività sportiva, frequentazione di amici ecc.) è diminuita la loro propensione a stare a piedi nudi.
Un po' mi dispiace ma è giusto che siano loro a decidere, io credo di aver fatto la mia parte insegnandogli che è possibile anche fare a meno delle scarpe, ma la decisione ultima spetta a loro.

Va comunque detto che viviamo in un Paese in cui tra le regole sociali universalmente accettate c'è quella dell'indossare le scarpe.
Probabilmente se vivessimo in un paese in cui è tollerato stare scalzi (Nuova Zelanda, Australia ecc.) le cose andrebbero diversamente.