Percezione comune

Poco fa mi sono imbattuto per caso in un breve video su Instagram (che ora non trovo più...) dove alcune ragazze/atlete (mi sembra in Islanda) facevano a gara a chi riusciva a stare per più tempo appesa ad una sbarra con le mani. Alla fine ha vinto una ragazza che ha resistito la bellezza di 20 minuti... Il tutto davanti al pubblico non una sfida tra giovani imbecilli. Al momento ho detto caspita brava. Alla fine lei e un'altra ragazza mostrano i palmi delle mani e sono rimasto inorridito da come fossero scorticate quasi sanguinanti.
Al di là della resistenza al dolore e all'insensatezza (a mio giudizio) di una cosa simile ho pensato ai vari commenti su noi che andiamo scalzi.
Ti fai male, sei matto, ecc. E se ti fai anche un minimo taglietto ecco hai visto!
Qui invece grandi applausi complimenti ecc.
Tra l'altro mi viene in mente un amico che ha corso con tanto di scarpe la maratona di Stoccolma e ha postato le foto dei suoi piedi devastati
Se avesse corso scalzo e fosse accaduto lo stesso immagino già i commenti....
Tra l'altro la cosa più curiosa è accaduta a quella che io chiamo vichinga Sara che nella sua vita ha corso 20 maratone e 2 gare da 100km scalza con i piedi praticamente intonsi tranne 1 volta che si è graffiata un alluce. Lo scorso anno per partecipare alla Ironman il regolamento l ha costretta a correre con le scarpe con il risultato che le sono venute le vesciche da sfregamento...

Perché in questo caso è una sfida con sé stessi, contro la propria pigrizia, contro la voglia di mollare, contro la fatica. Nessuno dice che sia piacevole, anzi, spesso la fatica e la sofferenza è proprio ciò che l'atleta cerca.

Andare scalzi è diverso perché non si riesce a percepirla come un'attività che sia benessere, o perlomeno non abbastanza da prenderla come stile di vita. Sono convinto che se andassi volutamente scalzi sui sassi, quelli che fanno male come sfida personale la gente applaudirebbe per la tenacia.

Pape Satàn Aleppe ha scritto:Perché in questo caso è una sfida con sé stessi, contro la propria pigrizia, contro la voglia di mollare, contro la fatica. Nessuno dice che sia piacevole, anzi, spesso la fatica e la sofferenza è proprio ciò che l'atleta cerca.

Andare scalzi è diverso perché non si riesce a percepirla come un'attività che sia benessere, o perlomeno non abbastanza da prenderla come stile di vita. Sono convinto che se andassi volutamente scalzi sui sassi, quelli che fanno male come sfida personale la gente applaudirebbe per la tenacia.

Forse è vero. Infatti quando corro scalzo in qualche competizione ricevo complimenti (spesso nominano il grande Abebe Bikila) mentre se giro scalzo per strada a volte sento commenti schifati.