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Messaggio  Andrea Grasselli Lun Giu 06 2011, 00:06

Promemoria primo messaggio :

ciao Flavio,

approfitto delle tue competenze di biologo!

riprendo qui un passaggio di un tuo intervento molto interessante:
lucignolo ha scritto:Quindi il maggiore controllo delle infestazioni umane ed animali e la lotta contro l'uso di liquami biologici per la concimazione hanno sicuramente dato un grosso contributo all'abbattimento della diffusione di certe fastidiose (alcune pericolose) infestazioni.
qui in svizzera si usa molto concimare i campi sia con le feci animali (soprattutto mucche) che con le loro urine (non ti dico che odori disgustosi, quasi insopportabili). se interpreto bene il tuo messaggio, la svizzera è quindi mooolto indietro sulla questione dei liquami biologici. dico giusto?

esistono alternative abbastanza ecologiche per concimare i campi coltivati?

grazie per le delucidazioni che mi darai e un caro saluto dalla svizzera puzzolente (vivo in campagna)...

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Messaggio  lucignolo Mer Giu 15 2011, 02:08

Biagio ha scritto:L’argomento è di estremo interesse perché riguarda molto da vicino la nostra salute e mette seriamente in discussione l’opportunità stessa di deambulare a piedi liberi.
No, non esageriamo.
Ci sono condizioni limitanti, è vero, ma in linea di massima i rischi, almeno nei paesi progrediti, sono abbastanza limitati, tetano (vaccinazione obbligatoria) e leptospirosi esclusi.
Questa maturazione altro non è che una intensa fermentazione batterica, durante la quale si sviluppano temperature molto elevate, tali da “bruciare” persino i semi presenti. Se si spargesse il letame fresco, senza prima farlo decomporre completamente, si “brucerebbero” le coltivazioni e si seminerebbero quantitativi impressionanti di erbe infestanti.
Pertanto anche i parassiti (parliamo di piccoli vermi in grado di invadere il nostro organismo) eventualmente sfuggiti ai controlli sanitari obbligatori del bestiame dovrebbero essere neutralizzati dalla stagionatura del letame, ma non mi sento di escludere che questi maledetti siano in grado (come il benefico lombrico) di allontanarsi dal cumulo in fermentazione e tornarvi solamente quando questo si è raffreddato.
Se invece il letame viene sparso fresco in autunno, come ho visto fare nei pascoli di montagna, le temperature rigide dei nostri inverni dovrebbero comunque sterminare tutti gli eventuali i parassiti.

Diverso è il discorso per quanto riguarda le deiezioni umane e l’impiego della materia solida recuperata dagli impianti fognari. Di questo non so assolutamente nulla, ma alla voce Fognatura su Wikipedia ho letto che “[…] Comunemente, vi è un serbatoio di separazione usato per separare le sostanze metalliche, ed altre sostanze inorganiche. Successivi serbatoi, a volte riscaldati, raccolgono le immondizie permettendo nel contempo all'aria di penetrarvi lentamente. L'aria tiene le immondizie in continuo movimento (e a questo scopo si possono usare anche dispositivi meccanici) e procura l'ossigeno per i batteri e altri organismi che si nutrono di immondizie. Con questo sistema, si ottiene la distruzione dei batteri dannosi e un certo grado di liquefazione delle materie solide. I liquidi vengono, a volte, spruzzati in aria, dove i batteri rimasti vengono distrutti dall'azione dell'ossidazione e dei raggi ultravioletti del sole. Dopo questo processo, possono venire immessi in corsi d'acqua, ma per maggior sicurezza vi si aggiungono sostanze germicide. I materiali solidi vengono estratti dal serbatoio di decomposizione, detto anche serbatoio digerente, essiccati e venduti come fertilizzanti”

Se tutto ciò è corretto, il potenziale infettivo dei concimi organici nel nostro Paese dovrebbe essere irrisorio e i rischi pressoché irrilevanti.
Come dicevo, ci sono due punti da considerare:

  1. la Natura ci sorprende sempre con la selezione di specie capaci di resistere a condizioni avverse; la sterilità si raggiunge in condizioni talmente drastiche di temperatura e di umidità da non poter contare sulla fermentazione naturale per raggiungerla, anche perché è più verosimile che certe stagionature fossero più alla portata di mano una volta che ai giorni nostri, paradossalmente quando la sorveglianza igienico sanitaria era meno rigorosa e quando non c'era una coltura così pressante.
    La presenza, poi, di specie infestanti (erbe) dipende anche da una questione di competitività fra specie diverse.
    Se lasciamo diffondere le specie "buone", difficilmente cresceranno vegetali dannosi.
    Faccio osservare, ad esempio, che i giardini accuratamente innaffiati difficilmente si infestano di erbacce, ma in quei giardini lasciati spesso a loro stessi si creano delle condizioni avverse (siccità) che spingono la selezione verso quelle specie più adatte a crescere in condizioni difficili. Un ambiente ben curato, aerato, innaffiato e nutrito, ben difficilmente lascerà spazio alle erbacce, un po' il segnale di ambienti lasciati a se stessi.
    Però, non confondiamo: il fatto che non crescano erbacce non vuol dire che non ci possano essere elminti (vermi) dannosi.
  2. il secondo punto è "di metodo": non puoi dichiarare un ambiente bonificato fino a prova contraria.
    È vero quello che scrivi, ma manca uno studio sistematico ed epidemiologico sul campo, quasi in senso letterale.
    Si dovrebbero prelevare campioni di terreno e dimostrare in essi l'assenza di uova di parassiti o di larve in ogni stagione.
    Non lo si fa perché è costoso e nessuno lavora più scalzo in campagna.
L'anchilostomiasi da sintomi evidenti e gravi e non è difficile sottoporla a monitoraggio, ma la strongiloidosi è subdola e difficile da diagnosticare.
Potrebbero passare anni prima di cogliere la presenza di nuovi casi, ma quali? Chi va scalzo in campagna al giorno d'oggi.
Si rischia davvero di sottovalutare la presenza di un parassita capace di "dormire" in condizioni difficili, aspettando la condizione buona per vincere la partita della sopravvivenza.
Allora mi domando: se siamo in presenza di terreni arati e/o concimati è proprio così necessario attraversarli scalzi o possiamo passeggiare più sicuramente sulla stradella sterrata?
Poi si può decidere di correre il rischio per il piacere di affondare i piedi nudi in un terreno soffice o fangoso e sono d'accordo che il rischio potrebbe essere molto basso, però è mio dovere professionale dirvi che qualche rischio lo correte e che non è uguale a zero.
Molto più sicuro il percorso urbano o su sentiero; i sentieri sono tanti e non credo che vi sentireste limitati nel piacere.
Anche la ricerca menzionata da Elan su una indagine epidemiologica in Umbria si riferisce a soggetti di età piuttosto avanzata e pertanto è ragionevole supporre che si tratti di infezioni contratte molti decenni fa, quando in molte aree rurali i moderni impianti fognari e i controlli veterinari obbligatori erano ancora pressoché sconosciuti.
Come dicevo, un conto è dichiarare estinta la presenza di strongiloidosi nell'uomo, perché nessuno va più scalzo nei campi, altra cosa è dire che il parassita è stato totalmente eradicato.
Lo sapremo solo se ci sarà una motivazione ad eseguire sondaggi sistematici sui terreni di casa nostra, altrimenti, lo ripeterò fino alla noia, sappiate che correte qualche rischio.
Confermo che probabilmente non è un grave rischio, ma ricordatevi anche che non state camminando sul tappeto di casa.
Decidete voi.

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Messaggio  Pino Mer Giu 15 2011, 05:14

A Biagio vorrei dire che in genere le urine dei cani come degli umani, sono abbastanza innoque per i nostri piedi nudi, essendo costituite in genere da acqua e sali minerali, oltre all'urea che è anche uno dei componenti delle creme per le screpolature dei talloni.... Bisogna avere proprio la sfiga di finire nei bisognini di qualche individuo portatore di qualche orribile malattia, ma è un caso veramente remoto. Io personalmente vado anche in bagno scalzo, ovviamente dopo aver guardato per terra che non si siano chissà quali schifezze. Ovvio che evito le cacche dei cani e ancor più mi fanno schifo le espettorazioni (sputi) per terra...

Questo mi preoccupava...perché non avendo da camminare scalzo in campi concimati così frequentemente, come invece mi capita, in mezzo a kilometri di "pipi" di cani, spesso inevitabili, al contrario delle feci, contenute e visibili, mi chiedo: benché spesso asciutte, ma, sebbene evaporate ancora "visibili" ... sono sempre innocue? E quelle umane che purtroppo si trovano anch'esse con l'avvento dei nuovi "barbari" ???.... (barboni, drogati, incivili ecc)....
E, poi, per l'appunto, non parliamo degli sputi (tornati di moda sempre a causa dei nuovi barbari...)...
Leggendo quanto avete scritto ... l'incoscenza che avevo e che mi permetteva di correre scalzo su questi ... pericoli, ignorandoli, rischia di abbandonarmi, ora son preso da timore ... pale Sarà infondato?
Quanto meno,penso che mi farò fare l'antitetanica... ma basterà ?
Saranno sufficenti gli anticorpi che ho in me?....
Pino preoccupato.

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Messaggio  lucignolo Mer Giu 15 2011, 10:09

Pino ha scritto:Questo mi preoccupava...perché non avendo da camminare scalzo in campi concimati così frequentemente, come invece mi capita, in mezzo a kilometri di "pipi" di cani, spesso inevitabili, al contrario delle feci, contenute e visibili, mi chiedo: benché spesso asciutte, ma, sebbene evaporate ancora "visibili" ... sono sempre innocue? E quelle umane che purtroppo si trovano anch'esse con l'avvento dei nuovi "barbari" ???.... (barboni, drogati, incivili ecc)....
Forse, proprio a causa delle rigorose leggi veterinarie vigenti, le cacche dei cani sono le più sicure!
Quelle umane forse meno, ma quante probabilità ci sono che la cacca umana che calpesti (spero rara, io non ne ho mai vista una) sia proprio quella infestata? Come già sottolineato, i liquami sono la raccolta di centinaia o migliaia di soggetti.
Ripetutamente sparsi sul terreno, grazie alle capacità di sopravvivenza dei nostri amici perforanti, possono effettivamente diventare una pericolosa fonte di contaminazione, ma in fondo è solo una questione di aumentate probabilità.
E, poi, per l'appunto, non parliamo degli sputi (tornati di moda sempre a causa dei nuovi barbari...)...
Leggendo quanto avete scritto ... l'incoscenza che avevo e che mi permetteva di correre scalzo su questi ... pericoli, ignorandoli, rischia di abbandonarmi, ora son preso da timore ... pale Sarà infondato?
Non è il caso di farsi prendere dal panico. Anche qui c'è da considerare quanto sia robusta la suola di un barefooter e quanto sia probabile che lo sputo (eh, dico, mica li calpesterai tutti tu Smile ) sia infetto e contenente la giusta quantità di microorganismi.
Se lo fosse saresti esposto, ma non infettato.
Se infettato, non vuol dire ammalato.
La pelle è una formidabile barriera difensiva, impenetrabile a meno che non si incontri uno dei perforatori di cui abbiamo parlato, difficile da superare anche se c'è qualche soluzione di continuità.
Quanto meno,penso che mi farò fare l'antitetanica... ma basterà ?
Saranno sufficenti gli anticorpi che ho in me?....
Pino preoccupato.
Secondo me un barefooter acquisisce una resistenza locale formidabile e le difese non sono solo passive.
Mi è capitato di sviluppare una vescica, quando esagero o affronto superfici a cui non sono abituato.
A casa ci sono dovuto arrivare per forza e la vescica si è rotta.
Roba da infezione, con tutto quello che c'è in terra.
Una bella lavata con acqua e sapone e dopo qualche giorno la pelle si è ricostituita più forte di prima, senza traccia di infezioni. Wink
Sarebbe stato così se non fossi barefooter ed avessi lasciato i piedi a macero nel sudore?
Però sì, l'antitetanica la considero obbligatoria.
Ed abbi più fiducia nei tuoi anticorpi, basta evitare alcune situazioni limite, come ho già spiegato.

lucignolo

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Messaggio  Alexey Mer Giu 15 2011, 13:54

Quello che sta dicendo Flavio è che non dobbiamo preoccuparci di vivere la nostra pratica di deambulazione a piedi nudi, che è sicura se si fa l'antitetanica e si evitano le zone a rischio.
E' un discorso giusto e molto istruttivo, ma se non ho capito male non vuole essere una fonte di preoccupazione che mette in discussione la nostra pratica, bensì solo una esaustiva e utile "guida" su quello che è meglio fare e su quello che è meglio evitare, ma questo penso sia presente in ogni cosa che facciamo. Anche praticando uno sport qualsiasi ci sono cose che possiamo fare e cose che è meglio evitare, anche in cuicina è meglio usare le presine (come già detto in un post) per prendere la padella dal forno, ma questo non vuol dire che non dobbiamo usare il forno.
Quindi accompagnati da queste semplici regole pratichiamo tranquillamente il barefooting, visto che le probabilità di effetti collaterali sono di gran lunga inferiori rispetto ai benefici che ne otteniamo.
Anzi, come già detto più volte il nostro sistema immunitario ne beneficia invece di esserne inficiato.
Ci sono persone che vengono colpite da un fulmine, però non per questo usciamo di casa preoccupati al mattino di esserne colpiti anche noi.
Grazie a questi consigli sappiamo come limitare al minimo i rischi.
Voglio ricordare che è molto più probabile incappare in uno degli effetti collaterali dati dalle scarpe che prendersi qualcosa camminando scalzi (ripeto ancora se si seguono le Flavio's rules), però ne siamo molto più preoccupati in fin dei conti perchè la nostra pratica è anticonformista ed è facile entrare nel circolo psicologico del "sentirsi un pò in difetto".
A proposito voglio citare le statistiche che ho trovato sul sito americano foot.com, lo lascio in inglese visto che è di facile lettura:


-3 out of 4 Americans experience serious foot problems in their lifetime.
- Only a small percentage of the population is born with foot problems.
- Women have about four times as many foot problems as men. High heels are partly to blame.

Your feet mirror your general health. Conditions such as arthritis, diabetes, nerve and circulatory disorders can show their initial symptoms in the feet - so foot ailments can be your first sign of more serious medical problems.

Ho voluto citare queste statistiche per dimostrare che grazie alle nostre amiche scarpe 3 persone su 4 soffrono almeno una volta nella vita dei problemi ai piedi e posturali (schiena,anche,ecc...).
Anche se il campione dei barefooter non è così ampio da validare uno studio scientifico approfondito, mi sento di scommettere che molto ma molto meno di 3/4 dei barefooter ha avuto problemi connessi a tale pratica.

Alessio





Arthritis is the number one cause of disability in America. It limits everyday dressing, climbing stairs, getting in and out of bed or walking - for about 7 million Americans.

The average person takes 8,000 to 10,000 steps a day, which adds up to about 115,000 miles over a lifetime. That's enough to go around the circumference of the earth four times.

Alexey

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Messaggio  lucignolo Mer Giu 15 2011, 21:33

Alexey ha scritto:Quello che sta dicendo Flavio è che non dobbiamo preoccuparci di vivere la nostra pratica di deambulazione a piedi nudi, che è sicura se si fa l'antitetanica e si evitano le zone a rischio.
E' un discorso giusto e molto istruttivo, ma se non ho capito male non vuole essere una fonte di preoccupazione che mette in discussione la nostra pratica, bensì solo una esaustiva e utile "guida" su quello che è meglio fare e su quello che è meglio evitare, ma questo penso sia presente in ogni cosa che facciamo. Anche praticando uno sport qualsiasi ci sono cose che possiamo fare e cose che è meglio evitare, anche in cuicina è meglio usare le presine (come già detto in un post) per prendere la padella dal forno, ma questo non vuol dire che non dobbiamo usare il forno.
Bravissimo! Hai interpretato correttamente il mio discorso. sunny
Quindi accompagnati da queste semplici regole pratichiamo tranquillamente il barefooting, visto che le probabilità di effetti collaterali sono di gran lunga inferiori rispetto ai benefici che ne otteniamo.
Anzi, come già detto più volte il nostro sistema immunitario ne beneficia invece di esserne inficiato.
Ci sono persone che vengono colpite da un fulmine, però non per questo usciamo di casa preoccupati al mattino di esserne colpiti anche noi.
Grazie a questi consigli sappiamo come limitare al minimo i rischi.
E se c'è un temporale non cammineremo su una spiaggia dove siamo il punto preminente, la via più breve per scaricarsi a terra.......il senso è quello.
................la nostra pratica è anticonformista ed è facile entrare nel circolo psicologico del "sentirsi un pò in difetto".
Perfetto! Ma noi non siamo in difetto.
Rendetevene conto, convincetevi di compiere un atto dettato da Madre Natura e siate prudenti come in tutte le attività che ci mettono a contatto con fattori di rischio.
Se li conosciamo, li possiamo rendere minimali.
Anche se il campione dei barefooter non è così ampio da validare uno studio scientifico approfondito, mi sento di scommettere che molto ma molto meno di 3/4 dei barefooter ha avuto problemi connessi a tale pratica.
Mancano dati obiettivi ed a lungo termine, purtroppo, ed è molto più facile tuonare ex catedra, laurea alla mano, senza conoscere le implicazioni pratiche del barefooting.
Seguendo certe semplicissime regole ed evitando di buttarsi in ambienti pericolosi senza conoscerne le conseguenze non credo di esagerare affermando che i barefooters con problemi.........beh, adesso la sparo grossa!..........ancora non ne ho conosciuti.
P.S. Non è che sei un filosofo? scratch
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Messaggio  Andy Mer Giu 15 2011, 23:16

lucignolo ha scritto:Ci sono controindicazioni per il barefooting.

  • Il diabete, perché è facile, da piccole ferite, andare incontro a piaghe difficilmente rimarginabili con altissime probabilità di infezione.
  • Le immunodeficienze di qualsiasi tipo, perché provocano assoluta incapacità di difesa nei confronti anche di banalissime infezioni.
    I soggetti sotto terapie immunosoppressive rientrano nella categoria delle persone senza difese e, pertanto, gravemente a rischio.
  • Le vasculiti provocano danni simili a quelli dei diabetici, con la formazione di piaghe difficilmente rimarginabili, inoltre ci sono condizioni autoimmuni che predispongono a geloni ed a gravi problemi se ci si espone alle basse temperature.
Insomma, come fare sano sport: se non si hanno patologie in atto non possiamo far altro che trarne beneficio.
In caso contrario sono d'obbligo limitazioni stringenti.

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Ciaooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ho iniziato a "barefoorare" -un po'-sette anni fà, per poi "spingere" decisamente un anno dopo, grazie alla scoperta del Club cheers
Casualmente, proprio in quel periodo avevo potuto smettere la terapia immunosoppressiva con la ciclosporina cheers cheers
E grazie a questo, ho potuto finalmente fare senza troppi problemi l'antitetanica cheers cheers cheers
Attualmente assumo dosi molto basse di cortisonici e non credo proprio che creino problemi cheers cheers cheers cheers
Però quando hai scritto di vasculiti... mi hai fatto ricordare che oltre ad essere positivo al maledetto HLA B 27 (scusate,... siamo un po' sul tecnico... Flavio sà) in seguito ad altri controlli mi era saltato fuori anche il B5 o B51, non ricordo più. E il Profesciùr -grande luminare- aveva accennato ad una possibile predisposizione a vasculiti (dài, già che ci siamo facciamo l' en-plein!) Sad

Grazie al cielo -e agli anticorpi Cool - in questi sei anni tutto è andato sempre bene e sì che le suole le ho annerite!
Praticamente tutti i giorni! cheers cheers cheers cheers
Tutto sommato -già, nel complesso...- credo di potermi ritenere molto fortunato.
Sovente penso a come sarebbero stati grigi questi ultimi anni se una sera, molto tempo fa, non avessi per caso aperto La Stampa proprio alla pagina in cui si parlava di Club, persone, vip che vanno scalzi ovunque Shocked
Grazie, Club! Grazie, Webmaster! Grazie a tutti Voi del forum! cheers


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Messaggio  lucignolo Mer Giu 15 2011, 23:48

Andy ha scritto:Però quando hai scritto di vasculiti... mi hai fatto ricordare che oltre ad essere positivo al maledetto HLA B 27 (scusate,... siamo un po' sul tecnico... Flavio sà) in seguito ad altri controlli mi era saltato fuori anche il B5 o B51, non ricordo più. E il Profesciùr -grande luminare- aveva accennato ad una possibile predisposizione a vasculiti (dài, già che ci siamo facciamo l' en-plein!) Sad
Per chi non lo sapesse, ragionando per analogia, esistono caratteristiche, scritte nei geni, che si esprimono nei tessuti (reni, fegato, cuore, ecc.) più o meno come quelle dei globuli rossi del sangue (gruppo A, B, AB, O, per farla semplice).
Si è anche scoperto che esiste un'associazione piuttosto stretta fra queste caratteristiche e certe malattie, specialmente quelle autoimmuni.
Insomma un certo HLA, una certa fotografia sulla nostra carta di identità biologica, vuol dire maggiori probabilità di ammalarsi in un certo modo.
E qui, spesso, scoppia il panico od insorgono fraintendimenti.
Non c'è niente di scontato o di ineluttabile, sono informazioni che possono aiutare gli specialisti di settore ad interpretare più correttamente alcuni dati di laboratorio di difficile decifrazione per i profani.
Ma la predisposizione è uno dei concetti più difficili da digerire per chi non se ne intende.
Di fronte a certi segnali, clinici o di laboratorio, lo specialista riterrà più opportuno orientare la propria diagnosi in una direzione piuttosto che in un'altra avendo in mano un certo assetto genetico e fenotipico (che si manifesta con certe caratteristiche bio-molecolari o fisiologiche), ma, ATTENZIONE, chi è predisposto NON è detto che si ammali di quella certa malattia.
È più facile che accada al signor Rossi che è predisposto, piuttosto che al signor Bianchi che non lo è; un po' come se il signor Rossi avesse in mano un dado truccato con una probabilità maggiorata che esca un sei, ma potrebbe uscire un qualsiasi altro numero da uno a cinque per tutta la vita.
Quindi tranquillo, Andy.
Goditi il tuo barefooting senza rovinarti la giornata con patemi molto dannosi psicologicamente.
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Messaggio  Andy Gio Giu 16 2011, 00:25

lucignolo ha scritto:Per chi non lo sapesse, ragionando per analogia, esistono caratteristiche, scritte nei geni, che si esprimono nei tessuti (reni, fegato, cuore, ecc.) più o meno come quelle dei globuli rossi del sangue (gruppo A, B, AB, O, per farla semplice).
Si è anche scoperto che esiste un'associazione piuttosto stretta fra queste caratteristiche e certe malattie, specialmente quelle autoimmuni.
Insomma un certo HLA, una certa fotografia sulla nostra carta di identità biologica, vuol dire maggiori probabilità di ammalarsi in un certo modo.
E qui, spesso, scoppia il panico od insorgono fraintendimenti.
Non c'è niente di scontato o di ineluttabile, sono informazioni che possono aiutare gli specialisti di settore ad interpretare più correttamente alcuni dati di laboratorio di difficile decifrazione per i profani.
Ma la predisposizione è uno dei concetti più difficili da digerire per chi non se ne intende.
Di fronte a certi segnali, clinici o di laboratorio, lo specialista riterrà più opportuno orientare la propria diagnosi in una direzione piuttosto che in un'altra avendo in mano un certo assetto genetico e fenotipico (che si manifesta con certe caratteristiche bio-molecolari o fisiologiche), ma, ATTENZIONE, chi è predisposto NON è detto che si ammali di quella certa malattia.
È più facile che accada al signor Rossi che è predisposto, piuttosto che al signor Bianchi che non lo è; un po' come se il signor Rossi avesse in mano un dado truccato con una probabilità maggiorata che esca un sei, ma potrebbe uscire un qualsiasi altro numero da uno a cinque per tutta la vita.
Quindi tranquillo, Andy.
Goditi il tuo barefooting senza rovinarti la giornata con patemi molto dannosi psicologicamente.
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§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Ciaoooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Giustissimo.
La prima cosa che mi era stata detta (1984) era che l'HLA B 27 non era un fattore causa, ma un fattore rischio. Che, unito a sintomi ben precisi e ad altri episodi molto particolari, ha contribuito alla esatta diagnosi.
Ora, se vai a prendere un'enciclopedia medica dell'epoca e vai a vedere una certa voce... sbianchi! pale
Fortunatamente la farmacologia ha fatto passi enormi, la diagnosi è stata precocissima e... tutto è andato per il meglio.
Il diavolo non è poi così brutto come dicono... Twisted Evil


Ciaoooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!

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Messaggio  Alexey Ven Giu 17 2011, 18:27

lucignolo ha scritto:
Alexey ha scritto:Quello che sta dicendo Flavio è che non dobbiamo preoccuparci di vivere la nostra pratica di deambulazione a piedi nudi, che è sicura se si fa l'antitetanica e si evitano le zone a rischio.
E' un discorso giusto e molto istruttivo, ma se non ho capito male non vuole essere una fonte di preoccupazione che mette in discussione la nostra pratica, bensì solo una esaustiva e utile "guida" su quello che è meglio fare e su quello che è meglio evitare, ma questo penso sia presente in ogni cosa che facciamo. Anche praticando uno sport qualsiasi ci sono cose che possiamo fare e cose che è meglio evitare, anche in cuicina è meglio usare le presine (come già detto in un post) per prendere la padella dal forno, ma questo non vuol dire che non dobbiamo usare il forno.
Bravissimo! Hai interpretato correttamente il mio discorso. sunny
Quindi accompagnati da queste semplici regole pratichiamo tranquillamente il barefooting, visto che le probabilità di effetti collaterali sono di gran lunga inferiori rispetto ai benefici che ne otteniamo.
Anzi, come già detto più volte il nostro sistema immunitario ne beneficia invece di esserne inficiato.
Ci sono persone che vengono colpite da un fulmine, però non per questo usciamo di casa preoccupati al mattino di esserne colpiti anche noi.
Grazie a questi consigli sappiamo come limitare al minimo i rischi.
E se c'è un temporale non cammineremo su una spiaggia dove siamo il punto preminente, la via più breve per scaricarsi a terra.......il senso è quello.
................la nostra pratica è anticonformista ed è facile entrare nel circolo psicologico del "sentirsi un pò in difetto".
Perfetto! Ma noi non siamo in difetto.
Rendetevene conto, convincetevi di compiere un atto dettato da Madre Natura e siate prudenti come in tutte le attività che ci mettono a contatto con fattori di rischio.
Se li conosciamo, li possiamo rendere minimali.
Anche se il campione dei barefooter non è così ampio da validare uno studio scientifico approfondito, mi sento di scommettere che molto ma molto meno di 3/4 dei barefooter ha avuto problemi connessi a tale pratica.
Mancano dati obiettivi ed a lungo termine, purtroppo, ed è molto più facile tuonare ex catedra, laurea alla mano, senza conoscere le implicazioni pratiche del barefooting.
Seguendo certe semplicissime regole ed evitando di buttarsi in ambienti pericolosi senza conoscerne le conseguenze non credo di esagerare affermando che i barefooters con problemi.........beh, adesso la sparo grossa!..........ancora non ne ho conosciuti.
P.S. Non è che sei un filosofo? scratch

Parole sante!! Grazie mille!!

P.S. No no non sono un filosofo!! Very Happy

Ciao!! Very Happy

Alexey

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Messaggio  Andrea Grasselli Dom Lug 03 2011, 02:18

lucignolo ha scritto:Il terreno non può ricaricarsi fisiologicamente: ci vuole un po' di doping. Wink
Le alternative? O i concimi naturali o quelli chimici.
Questi ultimi, dilavati dalle piogge, finiscono in fiumi e laghi, provocando l'eutrofizzazione.
In sostanza, le alghe micro o macroscopiche che vivono negli ambienti acquatici esplodono perché non trovano limitazioni energetiche rappresentate dal cibo.
I concimi naturali dovrebbero essere i migliori, ma se non si controllano bene i cicli parassitari o gli enterobatteri naturalmente presenti nell'ambiente intestinale, allora sono guai seri.
arrivo anch'io, da buon ultimo...

grazie mille Flavio per le delucidazioni. con il tipo di nutrizione e il numero di abitanti della terra attuali non si scappa: ci vuole il doping. e tra concimi naturali e chimici non esistono quelli "perfetti": gli uni e gli altri presentano inconvenienti...

sono quindi soddisfatto della tua risposta, anche se constato che non siamo messi proprio bene. quando passeggio nella "natura" mi dico che in realtà si tratta in gran parte di paesaggio industriale: i campi sono sfruttati e pompati fino all'ultimo centimetro quadrato, la maggior parte delle foreste sono piantagioni... è un po' sconsolante...

cari saluti
Andrea Grasselli
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