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Corsa mattutina e considerazioni

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Messaggio  Angelica Sab Mar 14 2015, 15:37

Stamani mi sono svegliata di buon ora per dedicarmi ad un paio d'ore di corsa, come faccio più o meno ogni sabato mattina. Generalmente corro sempre con le scarpe perché non mi sembra il caso di farlo scalza, correndo penso che rischierei di non vedere eventuali oggetti appuntiti lungo il percorso, tantopiù che vado sempre nella zona dell'argine che durante la notte è sempre un ritrovo di spacciatori, di drogati e di altra gente che meriterebbe d'essere inghiottita dal terreno. Stavolta però chi se ne frega, mi è venuta voglia di correre scalza. Non ho portato delle scarpe con me perché non avrei saputo dove tenerle.
Uscita di casa così e salutato un paio di condomini che si sono certamente accorti dei miei piedi nudi (indossavo i pantaloncini corti, quindi i piedi non erano neanche minimamente nascosti) ma non hanno detto niente a riguardo, anche perché non è certo la prima volta che mi vedono scalza.
Qui viene il bello:
Ho iniziato la corsa su una strada piuttosto trafficata e ho notato qualche sguardo di persone che sembravano aver visto un alieno. Un'auto ha perfino rallentato per vedere meglio. Poi mi sono diretta sull'argine (con buona pace dei suoi rispettabili frequentatori) e così via verso una zona più boscosa dove ho incrociato alcuni escursionisti. Uno mi ha guardato i piedi e ha sorriso a 45 denti, un'altra appena sono passata sono sicura di averla sentita dire "grande, a piedi nudi!"
Mentre tornavo a casa mi sono accorta che stavo iniziando ad avere un principio di abbassamento di pressione, probabilmente un calo di zuccheri dovuto alla stanchezza. Sono entrata in un bar, scalza così com'ero, e ho preso qualcosa da bere per reintegrare. Inutile dire che appena sono uscita ho sentito qualcosa tipo "scarpe" e "zingara".

Quindi, mi chiedo: possibile che quello che in un contesto urbano desti tanta impressione e orrore sia invece così apprezzato in un contesto del tutto naturale? E perché?
L'avevo già notato precedentemente ma ora ne ho avuto la conferma.

Angelica

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Messaggio  Grand Choeur Sab Mar 14 2015, 19:20

Eppure succede. Misteri del cervello umano.
Ma penso che i cervelli svizzeri e tedeschi funzionino diversamente...
Però, ora che ci penso, dev'essere fantasiosa l'immagine di una zingara (che in 38 anni ho visto scalze una sola volta) in pantaloncini che va a correre. Very Happy
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Messaggio  John & Jane Dom Mar 15 2015, 13:51

Oh Angelica!
Suppongo che tu sia capitata in un bar dove nessuno ti conosceva. Si, perché infastidire un graduato degli Alpini e per giunta istruttore di Arti Marziali...
Ebbene, c'è da preoccuparsi Very Happy Very Happy Very Happy
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Messaggio  Massimo Dom Mar 15 2015, 18:05

Dal punto di vista "podalico" la corsa è andata bene?

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Messaggio  Angelica Dom Mar 15 2015, 19:46

Al di là delle mie passate e attuali attività credo di essere una persona piuttosto comune, per quanto possa essere comune una persona che gira scalza Very Happy

Dal punto di vista podalico direi di si, inizialmente un po' di difficoltà perché non c'ero abituata, poi tutto regolare. Solo un dolorino sui talloni per via della pressione maggiore su quella zona durante la corsa rispetto alla camminata ma niente di che, dopo un pediluvio è passato tutto e l'esperienza è certamente da ripetere Very Happy

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Messaggio  Grand Choeur Lun Mar 16 2015, 08:58

A questo proposito segnalo questo canale YouTube sulla tecnica (in inglese)
https://www.youtube.com/user/HowToRunBarefoot/videos

e anche quest'altro video (in inglese).
https://www.youtube.com/watch?v=cQGqoKh9mvs&feature=player_detailpage
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Messaggio  Rei Lun Mar 16 2015, 09:17

Angelica ha scritto:Sono entrata in un bar, scalza così com'ero, e ho preso qualcosa da bere per reintegrare. Inutile dire che appena sono uscita ho sentito qualcosa tipo "scarpe" e "zingara".
Quindi, mi chiedo: possibile che quello che in un contesto urbano desti tanta impressione e orrore sia invece così apprezzato in un contesto del tutto naturale? E perché?
L'avevo già notato precedentemente ma ora ne ho avuto la conferma.
Non è questione di contesto urbano, ma di quoziente intellettivo.
Come scalzista prettamente urbano, ho visto tutta la gamma di reazioni e ho potuto stabilire una perfetta correlazione tra intelligenza/apertura mentale e accettazione dello scalzismo. Quando sembra esserci un'eccezione, tipo persona in posizione di potere che per il ruolo che ricopre dovrebbe avere un QI alto e che reagisce negativamente allo scalzismo, studiandolo un po' ti accorgi che è un povero *@°*°@* (qui certe parole non si possono dire Very Happy ) messo lì a fare danni al posto di una persona competente.
Insomma, in quel bar hai semplicemente incontrato delle persone stupide, che, come scrisse il grande Carlo M. Cipolla in "Le leggi fondamentali della stupidità umana" (1), sono purtroppo facilissime da trovare.
Non potendole sterminare (fatica inutile, si riproducono troppo velocemente), è meglio limitarsi ad ignorarle. Salvo in politica, i giudizi degli stupidi non vengono presi in considerazione, quindi ti suggerisco di concentrarti solo su quelli positivi delle persone con QI superiore alla zucchina bollita.

(1)Carlo M. Cipolla - Wikipedia
P.s.: il libro di Carlo M. Cipolla è fuori commercio, ma cercando in rete forse si può trovarne una copia cartacea o digitale.
Io, ovviamente, ne possiedo una copia.
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Messaggio  cyberteam Mar Mar 17 2015, 08:22

Invece il contesto secondo me conta, a vari livelli:

1) Innanzitutto seleziona le persone che ti trovi ad incontrare. Per i campi avrai incontrato altri podisti/escursionisti, gente che ama la natura, magari qualcuno che ha sentito anche parlare del barefoot running.

2) Fornisce al cervello di chi incontri un quadro di riferimento rispetto a cui catalogare quello che vede. L'equazione persona scalza in contesto urbano = zingaro/barbone/disadattato/persona con problemi è purtroppo inculcata in parecchie persone (anche se gli zingari non vanno scalzi).
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Messaggio  aldo1953 Mer Mar 18 2015, 14:02

Se uno si trova di fronte una bella ragazza in maglietta e pantaloncini, scalza, e pensa solo che potrebbe essere una zingara... beh qualche problema nella testa deve avercelo.

Quanto alle zingare, ne ho vista una sola scalza, una vera professionista del' accattonaggio.

E poi non sarebbe ora di smetterla di usare il termine zingari per includere etnie e socialità differenti ?
Non mi riferisco certo a chi qui scrive dimostrando una apertura mentale decisamente superiore alla media (se no non andrebbe scalzo), ma alla massa che individua sempre nel "diverso" un qualche cosa di pericoloso e repellente, quando non un buon appiglio per propaganda politica becera.

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Messaggio  John & Jane Gio Mar 19 2015, 19:16

aldo1953 ha scritto:Quanto alle zingare, ne ho vista una sola scalza, una vera professionista del' accattonaggio.

E poi non sarebbe ora di smetterla di usare il termine zingari per includere etnie e socialità differenti ?
Non mi riferisco certo a chi qui scrive dimostrando una apertura mentale decisamente superiore alla media (se no non andrebbe scalzo), ma alla massa che individua sempre nel "diverso" un qualche cosa di pericoloso e repellente, quando non un buon appiglio per propaganda politica becera.

Scusa, sto quotando male Smile

Quanto alle zingare, come scrissi in un vecchio post, ne incrociammo un paio io, Rei e mia moglie. Le valenti professioniste si mostrarono sinceramente scandalizzate, neanche volessimo rubare loro il mestiere.
Per il resto: no, sarebbe ora di smetterla di usare locuzioni che vogliano aggirare termini e situazioni che identifichino univocamente un qualunque soggetto.
Uno/a zingaro/a è uno zingaro e basta; il sordo diventa ipoudente; il cieco diventa non vedente; i bidelli diventano operatori parascolastici; gli spazzini diventano operatori ecologici; i sacrestani diventano collaboratori del culto; il caro vecchio infermiere ce lo ritroviamo come paramedico.
E il frolilegio potrebbe continuare.
Continuiamo a chiamere le cose con il proprio nome.

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Messaggio  aldo1953 Gio Mar 19 2015, 19:30

John & Jane ha scritto:Quanto alle zingare, come scrissi in un vecchio post, ne incrociammo un paio io, Rei e mia moglie. Le valenti professioniste si mostrarono sinceramente scandalizzate, neanche volessimo rubare loro il mestiere.
Per il resto: no, sarebbe ora di smetterla di usare locuzioni che vogliano aggirare termini e situazioni che identifichino univocamente un qualunque soggetto.
Uno/a zingaro/a è uno zingaro e basta; il sordo diventa ipoudente; il cieco diventa non vedente; i bidelli diventano operatori parascolastici; gli spazzini diventano operatori ecologici; i sacrestani diventano collaboratori del culto; il caro vecchio infermiere ce lo ritroviamo come paramedico.
E il frolilegio potrebbe continuare.
Continuiamo a chiamere le cose con il proprio nome.

Sì fondamentalmente sono d' accordo. Intendevo dire che il termine usato in senso dispregiativo e generico non mi sembrava adeguato e  corretto. Voglio dire ... tutti gli zingari sono ladri, pezzenti, pericolosi? In effetti sembrerebbe di sì, però non sarà che la nostra cultura "stabile" ci travisa una corretta visione dei fatti ?
Personalmente conosco una famiglia di circensi che non hanno mai vissuto in una casa stabile e  indicano noi stabilizzati come "gaggi" che nel loro linguaggio non è propriamente un complimento. che poi i circensi non c' entrino nulla con gli zingari può essere un dato di fatto però non conosco abbastanza la situazione per parlarne.  Circa poi gli eufemismi sono pienamente d' accordo. Infatti non dico di essere anziano come l' anagrafica direbbe, ma "diversamente giovane" Very Happy Very Happy Very Happy

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Messaggio  Rei Ven Mar 20 2015, 09:00

John & Jane ha scritto:il sordo diventa ipoudente; il cieco diventa non vedente; i bidelli diventano operatori parascolastici; gli spazzini diventano operatori ecologici; i sacrestani diventano collaboratori del culto; il caro vecchio infermiere ce lo ritroviamo come paramedico.
Ok, allora i commentatori al bar incontrati da Angelica li chiameremo "diversamente intelligenti", anche se personalmente preferisco la definizione inventata da Umberto Eco: "persone la cui testa è più adatta alla riproduzione che al pensiero".
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Messaggio  Angelica Sab Mar 21 2015, 15:17

aldo1953 ha scritto:Se uno si trova di fronte una bella ragazza in maglietta e pantaloncini, scalza, e pensa solo che potrebbe essere una zingara...   beh qualche problema nella testa deve avercelo.

Ti ringrazio per il complimento Very Happy
Diciamo piuttosto che si è trovata a crearsi una situazione anomala, un'immagine che il cervello non riesce a catalogare. Il nostro cervello ragiona spesso per immagini e sappiamo che nel pensiero collettivo piedi nudi è uguale a pezzente.

Comunque stamani ho ripetuto la cosa e sono tornata volutamente in quel bar e volutamente scalza. Stavolta nessun commento, perlomeno non mentre potevo ancora sentirne.

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Messaggio  Grand Choeur Sab Mar 21 2015, 15:37

Vedrai che se ripeti la cosa altre volte si abitueranno e, magari, a qualcuno verrà anche il coraggio di chiederti perché (ce l'hai i nostri i bigliettini? Smile ). Dopodiché "quella che va scalza" (perché sono sicuro che così ti pensano) diventerà "Angelica".
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Messaggio  Dave Mack Dom Mar 22 2015, 18:36

Angelica ha scritto:Al di là delle mie passate e attuali attività credo di essere una persona piuttosto comune, per quanto possa essere comune una persona che gira scalza Very Happy

Dal punto di vista podalico direi di si, inizialmente un po' di difficoltà perché non c'ero abituata, poi tutto regolare. Solo un dolorino sui talloni per via della pressione maggiore su quella zona durante la corsa rispetto alla camminata ma niente di che, dopo un pediluvio è passato tutto e l'esperienza è certamente da ripetere Very Happy

Io di tanto in tanto vado a correre, sull'asfalto, e naturalmente solo scalzo. Un parere e consiglio: Se già in qualunque passo, dovremmo adottare la modalità del "metatarso", in corsa dovremmo correre quasi sulle punte, appoggio al metatarso, e il tallone sfiora il terreno, senza colpi. Altrimenti è più dannoso che usar le scarpe!

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Messaggio  Angelica Lun Mar 23 2015, 12:55

Davvero? Non lo sapevo questo...immagino che sarà un po' difficoltoso, comunque voglio provare! Grazie per la dritta!

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Messaggio  Laurentius Lun Mar 23 2015, 14:27

Angelica ha scritto:Davvero? Non lo sapevo questo...immagino che sarà un po' difficoltoso, comunque voglio provare! Grazie per la dritta!

Quello che dice Davide è tutto vero, tra l'altro nel Barefoot Book se ne parla pure, così come se ne è parlato spesso nella SBL su FacciaLibro.

Il fatto è che le scarpe generano attrito anche sulla parte del tallone quindi per chi è scarpato è praticamente normale appoggiare (tra l'altro eseguendo passi più lunghi) prima il tallone perchè tanto restano "in piedi" ugualmente, cosa che per uno scalzo sarebbe impensabile visto che è l'avanpiede quello più deputato alla percezione tattile (tra i due) e di stabilizzazione conseguente dell'intera postura.
Io ricordo agli albori della mia barefootedness quando provai per la prima volta a camminare (non correre) sull'asfalto bagnato scivolai rischiando di sbattere il muso per terra tipo 8-9 volte in 200 metri. Col tempo, poi, ho piacevolmente constatato che la mia andatura si è "adattata" da sola. Ora noto che i miei passi sono molto più corti e, soprattutto, molto più "ponderati", nel senso che il mio intero corpo è molto più reattivo appena il mio avanpiede "percepisce" qualcosa di diverso.

E' incredibile pure per me constatare, a distanza di quasi due anni, come decenni di scarpe mi avessero intorpidito e inibito i recettori tattili sotto le mie piante e di come adesso siano così "diversi".

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Messaggio  Dave Mack Mar Mar 24 2015, 02:41

Angelica ha scritto:Davvero? Non lo sapevo questo...immagino che sarà un po' difficoltoso, comunque voglio provare! Grazie per la dritta!

Si è più stancante, in quanto sono maggiori i muscoli coinvolti nell'atto, e soprattutto se di norma non corri così, sono impreparati!

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Messaggio  Grand Choeur Mar Mar 24 2015, 08:24

Io non sono solito correre, ma presumo che sia più stancante soltanto le prime volte, proprio perché bisogna ricalibrarsi in altro modo e i muscoli lavorano diversamente. Comunque, come quelli che ho postato qualche messaggio più sopra, ci sono diversi video su YT che danno consigli su come correre scalzi.
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Messaggio  Appleseed Mar Mar 24 2015, 11:42

Dave Mack ha scritto:
Angelica ha scritto:Davvero? Non lo sapevo questo...immagino che sarà un po' difficoltoso, comunque voglio provare! Grazie per la dritta!

Si è più stancante, in quanto sono maggiori i muscoli coinvolti nell'atto, e soprattutto se di norma non corri così, sono impreparati!

Ne abbiamo parlato qualche volta in questo forum (il massimo esperto è Alexei) ma ci sono tanti siti e video sul "barefoot running" sicuramente più esaurienti.
Estremizzando molto ci sono due tipi di corsa, quello che prevede l'appoggio preventivo sul tallone e la successiva "rullata" e quello che prevede invece l'appoggio sull'intera pianta del piede.
Il primo consente passi più lunghi, lo puoi fare solo con una scarpa adeguatamente imbottita (atterrando scalzi sui talloni ci si fa male) ma può provocare alla lunga traumi soprattutto alla schiena e alle ginocchia.
Il secondo è il tipo di corsa naturale di chi corre scalzo.  
Atterrare con la pianta del piede consente di distribuire il peso su una superficie più larga e meno rigida del tallone: piedi e polpacci lavorano di più; schiena e ginocchia invece ringraziano.
Il consiglio, per piccola esperienza diretta, è di fare la transizione al "barefoot running" gradualmente, partendo da percorsi non troppo lunghi, in modo da dare il tempo a muscoli e tendini di abituarsi.
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Messaggio  bfpaul Mar Mar 24 2015, 13:29

Appleseed ha scritto:
Dave Mack ha scritto:
Angelica ha scritto:Davvero? Non lo sapevo questo...immagino che sarà un po' difficoltoso, comunque voglio provare! Grazie per la dritta!

Si è più stancante, in quanto sono maggiori i muscoli coinvolti nell'atto, e soprattutto se di norma non corri così, sono impreparati!

Ne abbiamo parlato qualche volta in questo forum (il massimo esperto è Alexei) ma ci sono tanti siti e video sul "barefoot running" sicuramente più esaurienti.
Estremizzando molto ci sono due tipi di corsa, quello che prevede l'appoggio preventivo sul tallone e la successiva "rullata" e quello che prevede invece l'appoggio sull'intera pianta del piede.
Il primo consente passi più lunghi, lo puoi fare solo con una scarpa adeguatamente imbottita (atterrando scalzi sui talloni ci si fa male) ma può provocare alla lunga traumi soprattutto alla schiena e alle ginocchia.
Il secondo è il tipo di corsa naturale di chi corre scalzo.  
Atterrare con la pianta del piede consente di distribuire il peso su una superficie più larga e meno rigida del tallone: piedi e polpacci lavorano di più; schiena e ginocchia invece ringraziano.
Il consiglio, per piccola esperienza diretta, è di fare la transizione al "barefoot running" gradualmente, partendo da percorsi non troppo lunghi, in modo da dare il tempo a muscoli e tendini di abituarsi.
A dire la verità, anche nella pratica sportiva è chiaro da tempo che la corsa si fa appoggiando la pianta per avere maggiore propulsione che è poi quella che fa allungare  i passi.
Infatti le scarpette dei centometristi hanno molti più "chiodi" sotto la pianta del piede che nel tallone. Guardate un centometrista quando è fermo, le sue piante sono sollevate ed il tallone "senza punte" poggia sul terreno. Ma vale anche per i maratoneti, infatti i migliori sono tutti keniani (a cui provano in tutti i modi a rovinare la meravigliosa "postura naturale in corsa") degli altipiani o giù di li, mettendogli le scarpe.
Ma un barefoot runner è un "natural runner" e corre come deve correre un uomo, secondo il progetto della Natura.

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Messaggio  Appleseed Mar Mar 24 2015, 16:43

bfpaul ha scritto:

A dire la verità, anche nella pratica sportiva è chiaro da tempo che la corsa si fa appoggiando la pianta per avere maggiore propulsione che è poi quella che fa allungare  i passi.
Infatti le scarpette dei centometristi hanno molti più "chiodi" sotto la pianta del piede che nel tallone. Guardate un centometrista quando è fermo, le sue piante sono sollevate ed il tallone "senza punte" poggia sul terreno. Ma vale anche per i maratoneti, infatti i migliori sono tutti keniani (a cui provano in tutti i modi a rovinare la meravigliosa "postura naturale in corsa") degli altipiani o giù di li, mettendogli le scarpe.
Ma un barefoot runner è un "natural runner" e corre come deve correre un uomo, secondo il progetto della Natura.

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Bè, la corsa veloce è un po' diversa dal fondo. Di certo nessun centometrista per quanto scarso si sogna di appoggiare i talloni perché bisogna ridurre al massimo il tempo di appoggio sul terreno: l'idea è di pestare forte e rimbalzare come molle. Nella corsa di fondo (intendo dai 5.000 in su fino alle 100 km. su strada) il discorso è un po' diverso, entra in gioco anche il risparmio energetico e quindi la necessità di avanzare solo in orizzontale senza tanti rimbalzi. In effetti si vedono maratoneti correre fianco a fianco con stili di corsa anche molto diversi. Non credo che la corsa cosiddetta "naturale" dia vantaggi cronometrici, probabilmente può ridurre gli infortuni. Di sicuro se fatta a piedi nudi è più piacevole, e non c'è bisogno di spiegarlo...
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Messaggio  Alexey Gio Apr 09 2015, 22:00

Vero, per il centometrista e' la performance che conta, che parte dal grip col terreno e dalla potenza della spinta, la performance e' un conto, la naturalita' e' un altro. Il modo migliore di correre e' quello come gia' detto del "forefoot landing" che permette di utilizzare gli ammortizzatori naturali e di compiere gli adeguati aggiustamenti posturali tramite i meccanorecettori. Atterrare coi talloni porta come detto giustamente a microtraumi reiterati di effetto cumulativo che possono sfociare nel danno.

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