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Classificazione scientifica (?) degli scalzisti

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Biagio
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Messaggio  Appleseed Sab Nov 20 2021, 11:47

Stavo rispondendo al thread di Darwin sulle tribù ma poi la risposta mi si è un po' allargata e riparto.
Vogliamo, per gioco si intende, classificarci?
Aiutiamoci con l'elegante matrice dove/quando:

Classificazione scientifica (?) degli scalzisti Matric12

(Ci sarebbe un'altra dimesione interessante: "perchè". Ma a) mi complicava la rappresentazione grafica b) non sono certo che siamo in grado di rispondere onestamente alla domanda. Al di là delle validissime giustificazioni razionali "ex post" credo che per molti si tratti di una esigenza innata sentita dalla prima infanzia. Per me almeno è stato così.  E quindi chiudo la parentesi).

Le due dimensioni vanno viste come un continuo.
Tra mai e sempre ci sono: raramente, qualche volta, spesso e volentieri e tutti i loro fratelli.
Tra natura e città (una foresta vergine e il pavimento di un centro commerciale) ci sono varie superfici, più o meno antropizzate o artificiali.

Chi ha scelto, quali che siano i suoi motivi, di andare scalzo sempre non può scegliere cosa calpestare: può magari avere delle preferenze ma non può rifiutare niente.
Chi, un po' meno radicale, ci va spesso, diciamo sempre tranne che sul lavoro o in certe circostanze, è più o meno nelle stesse condizioni: a meno che non possa decidere dove vivere calpesta quello che c'è.
Quanto più si accetta di farlo solo saltuariamente, tanto più si ha libertà di scelta.
Chi va solo/prevalentemente in natura (alla Bianchi, per intenderci) cerca la connessione con la Madre Terra.
Chi va solo/prevalentemente in città apprezza un momento di libertà dalle convenzioni sociali.
Tutti sono consapevoli dei vantaggi per la salute (oggettivi), del piacere tattile che si prova (soggettivo), dei rischi connessi (comunque pochi).

P.S.: io sto nel primo quadrante in basso a sinistra, ma abbastanza in alto e parecchio a destra. Voi?
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Messaggio  Biagio Sab Nov 20 2021, 16:01

In città mai, ma nella natura sempre!
Anche oggi, con nebbia e 5° oltre 8km tra prati, foglie secche, fango, ghiaia e asfalto.
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Messaggio  cyberteam Sab Nov 20 2021, 22:37

Classificazione scientifica (?) degli scalzisti Captur10

Io mi colloco così, molto spesso, natura e città, senza fare cose estreme.
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Messaggio  Darwin Mer Nov 24 2021, 23:55

Grazie Appelseed di questa semplice e chiarissima classificazione. Mi piace molto questo sondaggio, spero che rispondano quanti più amici possibile. E mi piace molto anche la considerazione di fondo che alla base del camminare scalzi ci sono esigenze che derivano dalla prima infanzia: penso che accomuni tutti o quasi.
Io, come ho già detto, sono "verde" per eccellenza. In città, mai, non sopporto lo sporco. Talvolta, se e quando capita, adoro le pietre antiche di zone archeologiche, piccoli paesini, chiesine e monasteri sperduti e quindi l'emozione che ne deriva.
Grazie di nuovo, attendiamo le risposte! Classificazione scientifica (?) degli scalzisti 1f440
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Messaggio  GECO Gio Nov 25 2021, 07:54

In generale cammino poco scalzo.
Prevalentemente in natura.
Se riprenderò a correre scalzo la prevalenza andrà all'asfalto magari in un parco cittadino o sui navigli.

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Messaggio  Marco53 Ven Nov 26 2021, 12:08

Ciao amici! Simpatico il quadrato. Direi che dovrei collocarmi onestamente quasi tutto nel quadrato bianco basso di destra ma potrei optare per una soluzione come Cyberteam perché la mia condizione di cittadino che abita al centro di una città mi spinge a muovermi nel mio ambito, anche perché prima di arrivare su un terreno "naturale" devo studiare un percorso e muovermi di km e alla fine mi passa perfino la voglia (a meno di trovare un'occasione per farlo con qualche scalzista). Però non vuol dire che non amo farlo anche in piena natura e non toglie che non lo faccia. Specialmente dopo che il rafforzamento delle suole negli ultimi anni mi consente di camminare abbastanza agevolmente sugli sterrati (compresi i vialetti inghiaiati dei parchi cittadini).
E anche in NatiScalzi :: Scalzi fra la gente: supplemento di vacanza - descrivo alcune mie recenti avventure estive, che comprendono i più di 9km fatti da scalzo a Spoleto, con visite a chiese e altri luoghi interessanti. Questo per dire all'amico Darwin quanto anche a me piaccia appunto visitare pietre antiche sentendole con il di sotto dei piedi.
In quel racconto ho tralasciato di dire che sono stato anche a visitare l'abbazia di Farneta, quasi a cavallo di Toscana e Umbria. Un tempo era un centro di grande rilevanza e persino sede di una delle primissime Università... Poi fu abbandonata e anche parzialmente distrutta, tanto che adesso a vederla sembra una comune chiesetta di campagna. Un affresco del suo tempo migliore, all'interno, rende l'idea di cosa fosse stata una volta!
In ogni caso confesso che non mi disturba lo sporco sotto ai piedi: oltre ad essere inevitabile, per me è segno di distinzione perché dimostra che i piedi si usano per quello che sono. Un formidabile mezzo di trasporto che ci informa con sensazioni in altro modo non percepibili (o appena appena) con le scarpe. In questo periodo tra l'altro, essendoci poco sudore, la pelle del sottopiede raccoglie solo un po' di grigiume, a meno di fare come ho fatto stamattina quando per andare dal barbiere ho attraversato i Giardini Reali dopo la pioggia di ieri e perciò tra fanghetto e tutto il resto sono tornato a casa con delle suole di un indefinibile colore marrone...
In ogni caso è divertente camminare scalzi con 3°C, con giubbotto e cappello, nell'indifferenza pressoché totale dei passanti e capire quanto ci siamo persi per tutto il tempo in cui abbiamo tenuto di avere gli occhi di tutti sulle nostre estremità, e abbiamo rinunciato  a camminare scalzi o a rimetterci velocemente le scarpe... Cool
Saluti novembrini
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Messaggio  Darwin Ven Nov 26 2021, 22:57

Grazie Marco per la bellissima testimonianza.
Goditi i tuoi giri a Torino infischiandoti della gente, che deve imparare a farsi i fatti suoi. Ti posso chiedere gentilmente come ti comporti quando la temperatura va sotto zero? Anche senza neve, i marciapiedi e il selciato sotto i portici devono essere veramente ardui da affrontare. Ad esempio, la scorsa settimana, dopo l'escursione ai formicai giganti, sono andato in quota, oltre i 1600m perché volevo salire sul Falterona, ma la temperatura è andata in breve intorno allo zero e in tarda sera, sicuramente sotto zero. Anche altre volte ho fatto escursioni su terreni molto freddi (anche sulla neve, ma solo per brevi tratti) e i piedi vengono come "narcotizzati". Diminuisce la sensibilità, che può essere utile se prendo una pietra mimetizzata tra le foglie, ma ad un certo punto, su lunghi tratti al freddo, nonostante una certa abitudine, le sensazioni mi risultano alterate e diminuite e quindi alla lunga non mi piace più di tanto perché non percepisco più tutte le sfumature sensoriali che percepisco sullo stesso percorso con temperature più confortevoli.
Mi auguro di avere l'occasione per incontrarci, o a Torino, dove capito talvolta, o in qualche bella escursione in montagna.
Una splendida giornata a te e a tutti, domani e sempre.
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Messaggio  Marco53 Sab Nov 27 2021, 16:21

Difficile che in città la temperatura quando nevica scenda molto sotto lo zero. Un piede allenato può camminare abbastanza a lungo nella neve se le temperature sono attorno allo zero o non scendono sotto ai -3°C. Quando andavo in ufficio per regola mi ero deciso a fare il tragitto tra casa mia e la fermata d'autobus di Piazza Castello (circa 600m) e pur avendo altre fermate alternative, esclusivamente a piedi nudi. Con la pioggia, la neve o la brina (questa sì che è buona, intendo come sensazione di freddo). Poi arrivato alla fermata mi calzavo (sempre senza calze, comunque, come ormai da più di 20 anni) e andavo in ufficio. Di solito la cosa durava al massimo un 7-8 minuti o poco più e non c'era nemmeno tempo che le sensazioni si alterassero.
Un anno che stava nevicando ho deciso di uscire di casa prestissimo (attorno alle 6.30) per fare delle fotografie del centro di Torino innevato ancora in luce quasi notturna. Ovviamente con le scarpe chiuse nella tracolla che mi portavo in ufficio.
Classificazione scientifica (?) degli scalzisti Neve_t10Classificazione scientifica (?) degli scalzisti Neve_t11
Diciamo che ho camminato nella neve evitando accuratamente i portici (se no non vale  Laughing ) per più di un'ora per poi terminare vicino alla stazione di  Porta Nuova e prendere la via dell'ufficio dove sono arrivato a timbrare per le 8 circa.
Quando la temperatura scende sotto ai -3°C, come forse è possibile nella tua esperienza sui 1600 metri, sarebbe consigliabile essere molto cauti e non andare oltre i 10 minuti. In ogni caso tenere sempre d'occhio il colore delle dita. Finché è bello roseo vuol dire che c'é intensa circolazione sanguigna (anche se con un po' di insensibilizzazione), ma se sbiancano è ora di calze calde e scarpe perché vuol dire che il sistema di "riscaldamento" interno non funziona più e si rischia l'ipotermia o quanto meno un gelone...
Inoltre è bene anche valutare lo spessore della neve. Finché il piede "galleggia" in uno strato non troppo spesso ed evita di venire a contatto con la neve anche sul dorso è più facile - mantenendo un buon ritmo - camminare anche a lungo, ma se la neve è profonda e farinosa ne viene coinvolta tutta la superficie del piede e si deve combattere contro il freddo su due fronti (sotto e sopra), cosa poco consigliabile se non per poco tempo. Le guerre su due fronti sono sempre andate perdute!
In tutti i casi è consigliabile avere testa e busto coperti bene.
Le migliori passeggiate sulla neve si fanno in tardo inverno/inizio primavera, quando la temperatura dell'aria già avvicina i 18-20°C ma in montagna c'é ancora neve. Di solito un po' "marcia", cioé in fase di scioglimento. Quella che quando ci cammini sopra affondi di 4-6cm e lasci la tua impronta bella scura perché il tuo peso rompe i cristalli di ghiaccio, libera l'aria che mantiene bianca la neve e tramuta tutto in qualcosa di pestato acquoso col colore del fondo grigio marronastro... non so se mi spiego.
In queste condizioni una volta, circa a metà marzo, ho fatto un'escursione nel biellese sui 1150 metri in una giornata splendida, lasciando le scarpe in auto. Diciamo un'oretta per salire (puff puff) e 50 minuti per tornare, magari con qualche piccolo intervallo per far "respirare" i piedi sulle prime erbe affioranti o qualche sasso...
In questo modo diventa sicuramente una specie di sfida anche divertente e con minori rischi di congelamento. Però non sempre capita il posto giusto e la giornata giusta... Sad .
Avrai inoltre notato che finché si cammina l'alternanza neve-aria e movimento permettono una buona regolazione della temperatura, mentre stare fermi immobili comporta presto qualche problema di raffreddamento perché la neve ha tempo a compattarsi: di nuovo il fenomeno del contatto dell'intera superficie della suola con il ghiaccio e non con acqua ghiacciata mista aria (neve) con un contatto non totale per via proprio dell'aria trattenuta all'interno del manto nevoso. L'aria conduce meno dell'acqua e l'acqua si forma col calore del piede a contatto col suolo ghiacciato o la neve. Più si sta fermi, più acqua si forma e più è possibile sentire freddo.
Beh... Adesso lascio.
Saluti surgelati Cool
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Messaggio  Darwin Sab Nov 27 2021, 16:45

WOW!!! Classificazione scientifica (?) degli scalzisti 2744


Grazie Marco per la bellissima testimonianza.
Mooooooolto interessante e utile. Complimenti per le esperienze estreme e per le info utili e dettagliate. Proverò sicuramente a fare qualcosa questo inverno nelle "mie" montagne seguendo i consigli e poi farò sapere. Mi hai dato quella motivazione e quelle info in più per spingermi dove finora non avevo osato.

Salutoni e buon fine settimana!
Darwin. Classificazione scientifica (?) degli scalzisti 26c4
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