liquami biologici
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liquami biologici
Promemoria primo messaggio :
ciao Flavio,
approfitto delle tue competenze di biologo!
riprendo qui un passaggio di un tuo intervento molto interessante:
esistono alternative abbastanza ecologiche per concimare i campi coltivati?
grazie per le delucidazioni che mi darai e un caro saluto dalla svizzera puzzolente (vivo in campagna)...
Andrea Grasselli
ciao Flavio,
approfitto delle tue competenze di biologo!
riprendo qui un passaggio di un tuo intervento molto interessante:
qui in svizzera si usa molto concimare i campi sia con le feci animali (soprattutto mucche) che con le loro urine (non ti dico che odori disgustosi, quasi insopportabili). se interpreto bene il tuo messaggio, la svizzera è quindi mooolto indietro sulla questione dei liquami biologici. dico giusto?lucignolo ha scritto:Quindi il maggiore controllo delle infestazioni umane ed animali e la lotta contro l'uso di liquami biologici per la concimazione hanno sicuramente dato un grosso contributo all'abbattimento della diffusione di certe fastidiose (alcune pericolose) infestazioni.
esistono alternative abbastanza ecologiche per concimare i campi coltivati?
grazie per le delucidazioni che mi darai e un caro saluto dalla svizzera puzzolente (vivo in campagna)...
Andrea Grasselli
Andrea Grasselli- Numero di messaggi : 396
Età : 58
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: liquami biologici
[quote="lucignolo"[P.S. Bello l'articolo che hai citato.
L'ho salvato nel mio archivio personale, anche se conteneva informazioni a me già note.
E non esitate: chiedete, chiedete sempre senza problemi. [/color][/justify][/quote]
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Ciaooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ho letto un po' affrettatamente l'articolo di cui sopra. OIBO'!! Una decina di anni fa sono stato in camping in riva al lago Trasimeno e, in quel periodo, ero pieno fin sopra ai capelli di ciclosporina & cortisonici Però non praticavo ancora, ero un normale calzato.
In pratica, se ho capito bene, pur essendo a rischio contagio come tutte le persone (camminando scalzi su terreni eventualmente infetti, nei luoghi indicati, ovvio), essendo io però ancora in terapia cortisonica perenne, in caso di contagio la faccenda sarebbe un po' sul catastrofico... o sbaglio?
Saluti sterili
Ciaoooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!
- A - N - D - Y -
L'ho salvato nel mio archivio personale, anche se conteneva informazioni a me già note.
E non esitate: chiedete, chiedete sempre senza problemi. [/color][/justify][/quote]
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Ciaooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ho letto un po' affrettatamente l'articolo di cui sopra. OIBO'!! Una decina di anni fa sono stato in camping in riva al lago Trasimeno e, in quel periodo, ero pieno fin sopra ai capelli di ciclosporina & cortisonici Però non praticavo ancora, ero un normale calzato.
In pratica, se ho capito bene, pur essendo a rischio contagio come tutte le persone (camminando scalzi su terreni eventualmente infetti, nei luoghi indicati, ovvio), essendo io però ancora in terapia cortisonica perenne, in caso di contagio la faccenda sarebbe un po' sul catastrofico... o sbaglio?
Saluti sterili
Ciaoooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!
- A - N - D - Y -
Andy- Numero di messaggi : 301
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: liquami biologici
Ci sono controindicazioni per il barefooting.Andy ha scritto:In pratica, se ho capito bene, pur essendo a rischio contagio come tutte le persone (camminando scalzi su terreni eventualmente infetti, nei luoghi indicati, ovvio), essendo io però ancora in terapia cortisonica perenne, in caso di contagio la faccenda sarebbe un po' sul catastrofico... o sbaglio?
Saluti sterili
- Il diabete, perché è facile, da piccole ferite, andare incontro a piaghe difficilmente rimarginabili con altissime probabilità di infezione.
- Le immunodeficienze di qualsiasi tipo, perché provocano assoluta incapacità di difesa nei confronti anche di banalissime infezioni.
I soggetti sotto terapie immunosoppressive rientrano nella categoria delle persone senza difese e, pertanto, gravemente a rischio. - Le vasculiti provocano danni simili a quelli dei diabetici, con la formazione di piaghe difficilmente rimarginabili, inoltre ci sono condizioni autoimmuni che predispongono a geloni ed a gravi problemi se ci si espone alle basse temperature.
In caso contrario sono d'obbligo limitazioni stringenti.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: liquami biologici
Arrivo buon ultimo ma voglio riferirmi a uno dei primi interventi, quello di Andrea Grasselli circa la Svizzera. E' vero che, tanto per non far nomi, ad Appenzell ogni tanto arriva un odorino di smerdolinature
assortite perché hanno appena cominciato a concimare i campi e i prati coi liquami delle stalle, ma è anche vero che esistono normative precise per lo spandimento dei concimi ed esiste una direttiva europea detta appunto "dei nitrati", che sicuramente la Svizzera ha recepito anche se non fa parte della UE. La Svizzera ha tutta una sua normativa allineata con la UE, sia perché si trova al centro, sia perché ogni tanto fanno un referendum nella speranza che il popolo confederato decida di aderire all'Unione. Finora non è successo, ma i politici tengono tutto a puntino in modo da essere sempre pronti.
Quindi non direi che la Confederazione Elvetica sia indietro rispetto a noi. Se proprio le va male sono alla pari...
Quanto alle alternative biologiche per concimare i campi ce ne sono molto poche e il letame (formato dalle deiezioni degli animali insieme alla lettiera di paglia o altri residui vegetali) una volta "maturo" (raggiunge talora delle temperature assai elevate, tali da ridurre almeno in parte la carica di germi e ne è prova lo stallatico che fuma d'inverno) resta universalmente (agronomicamente) riconosciuto come il miglior concime e strutturante del terreno agricolo. Ovviamente nelle dosi consigliate e senza spargere eccessi di liquami che rischiano solo di inquinare le falde.
A Biagio vorrei dire che in genere le urine dei cani come degli umani, sono abbastanza innoque per i nostri piedi nudi, essendo costituite in genere da acqua e sali minerali, oltre all'urea che è anche uno dei componenti delle creme per le screpolature dei talloni.... Bisogna avere proprio la sfiga di finire nei bisognini di qualche individuo portatore di qualche orribile malattia, ma è un caso veramente remoto. Io personalmente vado anche in bagno scalzo, ovviamente dopo aver guardato per terra che non si siano chissà quali schifezze. Ovvio che evito le cacche dei cani e ancor più mi fanno schifo le espettorazioni (sputi) per terra... ma insomma, mi fido anche del sistema immunitario che, dopo anni di allenamento è o dovrebbe essere sufficientemente reattivo.
Saluti igienici
Marco
assortite perché hanno appena cominciato a concimare i campi e i prati coi liquami delle stalle, ma è anche vero che esistono normative precise per lo spandimento dei concimi ed esiste una direttiva europea detta appunto "dei nitrati", che sicuramente la Svizzera ha recepito anche se non fa parte della UE. La Svizzera ha tutta una sua normativa allineata con la UE, sia perché si trova al centro, sia perché ogni tanto fanno un referendum nella speranza che il popolo confederato decida di aderire all'Unione. Finora non è successo, ma i politici tengono tutto a puntino in modo da essere sempre pronti.
Quindi non direi che la Confederazione Elvetica sia indietro rispetto a noi. Se proprio le va male sono alla pari...
Quanto alle alternative biologiche per concimare i campi ce ne sono molto poche e il letame (formato dalle deiezioni degli animali insieme alla lettiera di paglia o altri residui vegetali) una volta "maturo" (raggiunge talora delle temperature assai elevate, tali da ridurre almeno in parte la carica di germi e ne è prova lo stallatico che fuma d'inverno) resta universalmente (agronomicamente) riconosciuto come il miglior concime e strutturante del terreno agricolo. Ovviamente nelle dosi consigliate e senza spargere eccessi di liquami che rischiano solo di inquinare le falde.
A Biagio vorrei dire che in genere le urine dei cani come degli umani, sono abbastanza innoque per i nostri piedi nudi, essendo costituite in genere da acqua e sali minerali, oltre all'urea che è anche uno dei componenti delle creme per le screpolature dei talloni.... Bisogna avere proprio la sfiga di finire nei bisognini di qualche individuo portatore di qualche orribile malattia, ma è un caso veramente remoto. Io personalmente vado anche in bagno scalzo, ovviamente dopo aver guardato per terra che non si siano chissà quali schifezze. Ovvio che evito le cacche dei cani e ancor più mi fanno schifo le espettorazioni (sputi) per terra... ma insomma, mi fido anche del sistema immunitario che, dopo anni di allenamento è o dovrebbe essere sufficientemente reattivo.
Saluti igienici
Marco
Marco53- Numero di messaggi : 1116
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: liquami biologici
Quello che dici sulle temperature di "fermentazione" è molto interessante e mi piacerebbe approfondire.Marco53 ha scritto:Quanto alle alternative biologiche per concimare i campi ce ne sono molto poche e il letame (formato dalle deiezioni degli animali insieme alla lettiera di paglia o altri residui vegetali) una volta "maturo" (raggiunge talora delle temperature assai elevate, tali da ridurre almeno in parte la carica di germi e ne è prova lo stallatico che fuma d'inverno) resta universalmente (agronomicamente) riconosciuto come il miglior concime e strutturante del terreno agricolo. Ovviamente nelle dosi consigliate e senza spargere eccessi di liquami che rischiano solo di inquinare le falde.
Ma certi parassiti sono corazzati come noi barefooters ed anche di più.
Il miglior controllo è quello a monte, quello dei veterinari.
Se dovesse venire applicato in modo ferreo, sono convinto che nel giro di pochi anni certe forme infestanti sarebbero solo un lontano ricordo.
L'urina è fondamentalmente sterile.A Biagio vorrei dire che in genere le urine dei cani come degli umani, sono abbastanza innoque per i nostri piedi nudi, essendo costituite in genere da acqua e sali minerali, oltre all'urea che è anche uno dei componenti delle creme per le screpolature dei talloni.... Bisogna avere proprio la sfiga di finire nei bisognini di qualche individuo portatore di qualche orribile malattia, ma è un caso veramente remoto. Io personalmente vado anche in bagno scalzo, ovviamente dopo aver guardato per terra che non si siano chissà quali schifezze.
Poi si può contaminare perché germi di varia natura possono risalire fino alla vescica attraverso l'uretra.
Ricordo che per ragioni anatomiche certe contaminazioni, specie da parte dei coliformi (Escherichia, Clebsiella, Proteus, ecc.), sono più frequenti nelle donne.
Nell'urina possono anche essere presenti i micobatteri della tubercolosi, ma, credetemi, in quantità ben lungi dal rappresentare un pericolo.
Insomma, andare scalzi in un bagno pubblico pone di fronte ad una barriera (ribrezzo) che è più psicologica che biologica.
Dovrebbe.Ovvio che evito le cacche dei cani e ancor più mi fanno schifo le espettorazioni (sputi) per terra... ma insomma, mi fido anche del sistema immunitario che, dopo anni di allenamento è o dovrebbe essere sufficientemente reattivo.
Il condizionale è d'obbligo e vi assicuro che non mi pongo troppi problemi.
Nelle regioni tropicali, vi prego, non usate gli stessi criteri di valutazione, perché il prezzo da pagare potrebbe essere troppo alto e non ne vale la pena.
Lì evitate luoghi umidi, fangosi o corsi d'acqua di cui non conoscete le caratteristiche.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: liquami biologici
L’argomento è di estremo interesse perché riguarda molto da vicino la nostra salute e mette seriamente in discussione l’opportunità stessa di deambulare a piedi liberi.
Mi permetto quindi di contribuire con qualche considerazione… e qualche ulteriore dubbio.
Non sono un esperto agronomo, ma so che, come ben diceva Marco, i residui organici sparsi in campagna – il letame, per intenderci- vengono fatti maturare per mesi e mesi prima di essere sparsi. Questa maturazione altro non è che una intensa fermentazione batterica, durante la quale si sviluppano temperature molto elevate, tali da “bruciare” persino i semi presenti. Se si spargesse il letame fresco, senza prima farlo decomporre completamente, si “brucerebbero” le coltivazioni e si seminerebbero quantitativi impressionanti di erbe infestanti.
Pertanto anche i parassiti (parliamo di piccoli vermi in grado di invadere il nostro organismo) eventualmente sfuggiti ai controlli sanitari obbligatori del bestiame dovrebbero essere neutralizzati dalla stagionatura del letame, ma non mi sento di escludere che questi maledetti siano in grado (come il benefico lombrico) di allontanarsi dal cumulo in fermentazione e tornarvi solamente quando questo si è raffreddato.
Se invece il letame viene sparso fresco in autunno, come ho visto fare nei pascoli di montagna, le temperature rigide dei nostri inverni dovrebbero comunque sterminare tutti gli eventuali i parassiti.
Diverso è il discorso per quanto riguarda le deiezioni umane e l’impiego della materia solida recuperata dagli impianti fognari. Di questo non so assolutamente nulla, ma alla voce Fognatura su Wikipedia ho letto che “[…] Comunemente, vi è un serbatoio di separazione usato per separare le sostanze metalliche, ed altre sostanze inorganiche. Successivi serbatoi, a volte riscaldati, raccolgono le immondizie permettendo nel contempo all'aria di penetrarvi lentamente. L'aria tiene le immondizie in continuo movimento (e a questo scopo si possono usare anche dispositivi meccanici) e procura l'ossigeno per i batteri e altri organismi che si nutrono di immondizie. Con questo sistema, si ottiene la distruzione dei batteri dannosi e un certo grado di liquefazione delle materie solide. I liquidi vengono, a volte, spruzzati in aria, dove i batteri rimasti vengono distrutti dall'azione dell'ossidazione e dei raggi ultravioletti del sole. Dopo questo processo, possono venire immessi in corsi d'acqua, ma per maggior sicurezza vi si aggiungono sostanze germicide. I materiali solidi vengono estratti dal serbatoio di decomposizione, detto anche serbatoio digerente, essiccati e venduti come fertilizzanti”
Se tutto ciò è corretto, il potenziale infettivo dei concimi organici nel nostro Paese dovrebbe essere irrisorio e i rischi pressoché irrilevanti.
Anche la ricerca menzionata da Elan su una indagine epidemiologica in Umbria si riferisce a soggetti di età piuttosto avanzata e pertanto è ragionevole supporre che si tratti di infezioni contratte molti decenni fa, quando in molte aree rurali i moderni impianti fognari e i controlli veterinari obbligatori erano ancora pressoché sconosciuti.
Mi permetto quindi di contribuire con qualche considerazione… e qualche ulteriore dubbio.
Non sono un esperto agronomo, ma so che, come ben diceva Marco, i residui organici sparsi in campagna – il letame, per intenderci- vengono fatti maturare per mesi e mesi prima di essere sparsi. Questa maturazione altro non è che una intensa fermentazione batterica, durante la quale si sviluppano temperature molto elevate, tali da “bruciare” persino i semi presenti. Se si spargesse il letame fresco, senza prima farlo decomporre completamente, si “brucerebbero” le coltivazioni e si seminerebbero quantitativi impressionanti di erbe infestanti.
Pertanto anche i parassiti (parliamo di piccoli vermi in grado di invadere il nostro organismo) eventualmente sfuggiti ai controlli sanitari obbligatori del bestiame dovrebbero essere neutralizzati dalla stagionatura del letame, ma non mi sento di escludere che questi maledetti siano in grado (come il benefico lombrico) di allontanarsi dal cumulo in fermentazione e tornarvi solamente quando questo si è raffreddato.
Se invece il letame viene sparso fresco in autunno, come ho visto fare nei pascoli di montagna, le temperature rigide dei nostri inverni dovrebbero comunque sterminare tutti gli eventuali i parassiti.
Diverso è il discorso per quanto riguarda le deiezioni umane e l’impiego della materia solida recuperata dagli impianti fognari. Di questo non so assolutamente nulla, ma alla voce Fognatura su Wikipedia ho letto che “[…] Comunemente, vi è un serbatoio di separazione usato per separare le sostanze metalliche, ed altre sostanze inorganiche. Successivi serbatoi, a volte riscaldati, raccolgono le immondizie permettendo nel contempo all'aria di penetrarvi lentamente. L'aria tiene le immondizie in continuo movimento (e a questo scopo si possono usare anche dispositivi meccanici) e procura l'ossigeno per i batteri e altri organismi che si nutrono di immondizie. Con questo sistema, si ottiene la distruzione dei batteri dannosi e un certo grado di liquefazione delle materie solide. I liquidi vengono, a volte, spruzzati in aria, dove i batteri rimasti vengono distrutti dall'azione dell'ossidazione e dei raggi ultravioletti del sole. Dopo questo processo, possono venire immessi in corsi d'acqua, ma per maggior sicurezza vi si aggiungono sostanze germicide. I materiali solidi vengono estratti dal serbatoio di decomposizione, detto anche serbatoio digerente, essiccati e venduti come fertilizzanti”
Se tutto ciò è corretto, il potenziale infettivo dei concimi organici nel nostro Paese dovrebbe essere irrisorio e i rischi pressoché irrilevanti.
Anche la ricerca menzionata da Elan su una indagine epidemiologica in Umbria si riferisce a soggetti di età piuttosto avanzata e pertanto è ragionevole supporre che si tratti di infezioni contratte molti decenni fa, quando in molte aree rurali i moderni impianti fognari e i controlli veterinari obbligatori erano ancora pressoché sconosciuti.
Biagio- Numero di messaggi : 377
Data d'iscrizione : 19.10.10
Re: liquami biologici
No, non esageriamo.Biagio ha scritto:L’argomento è di estremo interesse perché riguarda molto da vicino la nostra salute e mette seriamente in discussione l’opportunità stessa di deambulare a piedi liberi.
Ci sono condizioni limitanti, è vero, ma in linea di massima i rischi, almeno nei paesi progrediti, sono abbastanza limitati, tetano (vaccinazione obbligatoria) e leptospirosi esclusi.
Questa maturazione altro non è che una intensa fermentazione batterica, durante la quale si sviluppano temperature molto elevate, tali da “bruciare” persino i semi presenti. Se si spargesse il letame fresco, senza prima farlo decomporre completamente, si “brucerebbero” le coltivazioni e si seminerebbero quantitativi impressionanti di erbe infestanti.
Pertanto anche i parassiti (parliamo di piccoli vermi in grado di invadere il nostro organismo) eventualmente sfuggiti ai controlli sanitari obbligatori del bestiame dovrebbero essere neutralizzati dalla stagionatura del letame, ma non mi sento di escludere che questi maledetti siano in grado (come il benefico lombrico) di allontanarsi dal cumulo in fermentazione e tornarvi solamente quando questo si è raffreddato.
Se invece il letame viene sparso fresco in autunno, come ho visto fare nei pascoli di montagna, le temperature rigide dei nostri inverni dovrebbero comunque sterminare tutti gli eventuali i parassiti.
Diverso è il discorso per quanto riguarda le deiezioni umane e l’impiego della materia solida recuperata dagli impianti fognari. Di questo non so assolutamente nulla, ma alla voce Fognatura su Wikipedia ho letto che “[…] Comunemente, vi è un serbatoio di separazione usato per separare le sostanze metalliche, ed altre sostanze inorganiche. Successivi serbatoi, a volte riscaldati, raccolgono le immondizie permettendo nel contempo all'aria di penetrarvi lentamente. L'aria tiene le immondizie in continuo movimento (e a questo scopo si possono usare anche dispositivi meccanici) e procura l'ossigeno per i batteri e altri organismi che si nutrono di immondizie. Con questo sistema, si ottiene la distruzione dei batteri dannosi e un certo grado di liquefazione delle materie solide. I liquidi vengono, a volte, spruzzati in aria, dove i batteri rimasti vengono distrutti dall'azione dell'ossidazione e dei raggi ultravioletti del sole. Dopo questo processo, possono venire immessi in corsi d'acqua, ma per maggior sicurezza vi si aggiungono sostanze germicide. I materiali solidi vengono estratti dal serbatoio di decomposizione, detto anche serbatoio digerente, essiccati e venduti come fertilizzanti”
Se tutto ciò è corretto, il potenziale infettivo dei concimi organici nel nostro Paese dovrebbe essere irrisorio e i rischi pressoché irrilevanti.
Come dicevo, ci sono due punti da considerare:
Potrebbero passare anni prima di cogliere la presenza di nuovi casi, ma quali? Chi va scalzo in campagna al giorno d'oggi.
Si rischia davvero di sottovalutare la presenza di un parassita capace di "dormire" in condizioni difficili, aspettando la condizione buona per vincere la partita della sopravvivenza.
Allora mi domando: se siamo in presenza di terreni arati e/o concimati è proprio così necessario attraversarli scalzi o possiamo passeggiare più sicuramente sulla stradella sterrata?
Poi si può decidere di correre il rischio per il piacere di affondare i piedi nudi in un terreno soffice o fangoso e sono d'accordo che il rischio potrebbe essere molto basso, però è mio dovere professionale dirvi che qualche rischio lo correte e che non è uguale a zero.
Molto più sicuro il percorso urbano o su sentiero; i sentieri sono tanti e non credo che vi sentireste limitati nel piacere.
- la Natura ci sorprende sempre con la selezione di specie capaci di resistere a condizioni avverse; la sterilità si raggiunge in condizioni talmente drastiche di temperatura e di umidità da non poter contare sulla fermentazione naturale per raggiungerla, anche perché è più verosimile che certe stagionature fossero più alla portata di mano una volta che ai giorni nostri, paradossalmente quando la sorveglianza igienico sanitaria era meno rigorosa e quando non c'era una coltura così pressante.
La presenza, poi, di specie infestanti (erbe) dipende anche da una questione di competitività fra specie diverse.
Se lasciamo diffondere le specie "buone", difficilmente cresceranno vegetali dannosi.
Faccio osservare, ad esempio, che i giardini accuratamente innaffiati difficilmente si infestano di erbacce, ma in quei giardini lasciati spesso a loro stessi si creano delle condizioni avverse (siccità) che spingono la selezione verso quelle specie più adatte a crescere in condizioni difficili. Un ambiente ben curato, aerato, innaffiato e nutrito, ben difficilmente lascerà spazio alle erbacce, un po' il segnale di ambienti lasciati a se stessi.
Però, non confondiamo: il fatto che non crescano erbacce non vuol dire che non ci possano essere elminti (vermi) dannosi. - il secondo punto è "di metodo": non puoi dichiarare un ambiente bonificato fino a prova contraria.
È vero quello che scrivi, ma manca uno studio sistematico ed epidemiologico sul campo, quasi in senso letterale.
Si dovrebbero prelevare campioni di terreno e dimostrare in essi l'assenza di uova di parassiti o di larve in ogni stagione.
Non lo si fa perché è costoso e nessuno lavora più scalzo in campagna.
Potrebbero passare anni prima di cogliere la presenza di nuovi casi, ma quali? Chi va scalzo in campagna al giorno d'oggi.
Si rischia davvero di sottovalutare la presenza di un parassita capace di "dormire" in condizioni difficili, aspettando la condizione buona per vincere la partita della sopravvivenza.
Allora mi domando: se siamo in presenza di terreni arati e/o concimati è proprio così necessario attraversarli scalzi o possiamo passeggiare più sicuramente sulla stradella sterrata?
Poi si può decidere di correre il rischio per il piacere di affondare i piedi nudi in un terreno soffice o fangoso e sono d'accordo che il rischio potrebbe essere molto basso, però è mio dovere professionale dirvi che qualche rischio lo correte e che non è uguale a zero.
Molto più sicuro il percorso urbano o su sentiero; i sentieri sono tanti e non credo che vi sentireste limitati nel piacere.
Anche la ricerca menzionata da Elan su una indagine epidemiologica in Umbria si riferisce a soggetti di età piuttosto avanzata e pertanto è ragionevole supporre che si tratti di infezioni contratte molti decenni fa, quando in molte aree rurali i moderni impianti fognari e i controlli veterinari obbligatori erano ancora pressoché sconosciuti.
Come dicevo, un conto è dichiarare estinta la presenza di strongiloidosi nell'uomo, perché nessuno va più scalzo nei campi, altra cosa è dire che il parassita è stato totalmente eradicato.
Lo sapremo solo se ci sarà una motivazione ad eseguire sondaggi sistematici sui terreni di casa nostra, altrimenti, lo ripeterò fino alla noia, sappiate che correte qualche rischio.
Confermo che probabilmente non è un grave rischio, ma ricordatevi anche che non state camminando sul tappeto di casa.
Decidete voi.
Lo sapremo solo se ci sarà una motivazione ad eseguire sondaggi sistematici sui terreni di casa nostra, altrimenti, lo ripeterò fino alla noia, sappiate che correte qualche rischio.
Confermo che probabilmente non è un grave rischio, ma ricordatevi anche che non state camminando sul tappeto di casa.
Decidete voi.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
liquami biologici
A Biagio vorrei dire che in genere le urine dei cani come degli umani, sono abbastanza innoque per i nostri piedi nudi, essendo costituite in genere da acqua e sali minerali, oltre all'urea che è anche uno dei componenti delle creme per le screpolature dei talloni.... Bisogna avere proprio la sfiga di finire nei bisognini di qualche individuo portatore di qualche orribile malattia, ma è un caso veramente remoto. Io personalmente vado anche in bagno scalzo, ovviamente dopo aver guardato per terra che non si siano chissà quali schifezze. Ovvio che evito le cacche dei cani e ancor più mi fanno schifo le espettorazioni (sputi) per terra...
Questo mi preoccupava...perché non avendo da camminare scalzo in campi concimati così frequentemente, come invece mi capita, in mezzo a kilometri di "pipi" di cani, spesso inevitabili, al contrario delle feci, contenute e visibili, mi chiedo: benché spesso asciutte, ma, sebbene evaporate ancora "visibili" ... sono sempre innocue? E quelle umane che purtroppo si trovano anch'esse con l'avvento dei nuovi "barbari" ???.... (barboni, drogati, incivili ecc)....
E, poi, per l'appunto, non parliamo degli sputi (tornati di moda sempre a causa dei nuovi barbari...)...
Leggendo quanto avete scritto ... l'incoscenza che avevo e che mi permetteva di correre scalzo su questi ... pericoli, ignorandoli, rischia di abbandonarmi, ora son preso da timore ... Sarà infondato?
Quanto meno,penso che mi farò fare l'antitetanica... ma basterà ?
Saranno sufficenti gli anticorpi che ho in me?....
Pino preoccupato.
Pino- Numero di messaggi : 93
Età : 76
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: liquami biologici
Forse, proprio a causa delle rigorose leggi veterinarie vigenti, le cacche dei cani sono le più sicure!Pino ha scritto:Questo mi preoccupava...perché non avendo da camminare scalzo in campi concimati così frequentemente, come invece mi capita, in mezzo a kilometri di "pipi" di cani, spesso inevitabili, al contrario delle feci, contenute e visibili, mi chiedo: benché spesso asciutte, ma, sebbene evaporate ancora "visibili" ... sono sempre innocue? E quelle umane che purtroppo si trovano anch'esse con l'avvento dei nuovi "barbari" ???.... (barboni, drogati, incivili ecc)....
Quelle umane forse meno, ma quante probabilità ci sono che la cacca umana che calpesti (spero rara, io non ne ho mai vista una) sia proprio quella infestata? Come già sottolineato, i liquami sono la raccolta di centinaia o migliaia di soggetti.
Ripetutamente sparsi sul terreno, grazie alle capacità di sopravvivenza dei nostri amici perforanti, possono effettivamente diventare una pericolosa fonte di contaminazione, ma in fondo è solo una questione di aumentate probabilità.
Non è il caso di farsi prendere dal panico. Anche qui c'è da considerare quanto sia robusta la suola di un barefooter e quanto sia probabile che lo sputo (eh, dico, mica li calpesterai tutti tu ) sia infetto e contenente la giusta quantità di microorganismi.E, poi, per l'appunto, non parliamo degli sputi (tornati di moda sempre a causa dei nuovi barbari...)...
Leggendo quanto avete scritto ... l'incoscenza che avevo e che mi permetteva di correre scalzo su questi ... pericoli, ignorandoli, rischia di abbandonarmi, ora son preso da timore ... Sarà infondato?
Se lo fosse saresti esposto, ma non infettato.
Se infettato, non vuol dire ammalato.
La pelle è una formidabile barriera difensiva, impenetrabile a meno che non si incontri uno dei perforatori di cui abbiamo parlato, difficile da superare anche se c'è qualche soluzione di continuità.
Secondo me un barefooter acquisisce una resistenza locale formidabile e le difese non sono solo passive.Quanto meno,penso che mi farò fare l'antitetanica... ma basterà ?
Saranno sufficenti gli anticorpi che ho in me?....
Pino preoccupato.
Mi è capitato di sviluppare una vescica, quando esagero o affronto superfici a cui non sono abituato.
A casa ci sono dovuto arrivare per forza e la vescica si è rotta.
Roba da infezione, con tutto quello che c'è in terra.
Una bella lavata con acqua e sapone e dopo qualche giorno la pelle si è ricostituita più forte di prima, senza traccia di infezioni.
Sarebbe stato così se non fossi barefooter ed avessi lasciato i piedi a macero nel sudore?
Però sì, l'antitetanica la considero obbligatoria.
Ed abbi più fiducia nei tuoi anticorpi, basta evitare alcune situazioni limite, come ho già spiegato.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: liquami biologici
Quello che sta dicendo Flavio è che non dobbiamo preoccuparci di vivere la nostra pratica di deambulazione a piedi nudi, che è sicura se si fa l'antitetanica e si evitano le zone a rischio.
E' un discorso giusto e molto istruttivo, ma se non ho capito male non vuole essere una fonte di preoccupazione che mette in discussione la nostra pratica, bensì solo una esaustiva e utile "guida" su quello che è meglio fare e su quello che è meglio evitare, ma questo penso sia presente in ogni cosa che facciamo. Anche praticando uno sport qualsiasi ci sono cose che possiamo fare e cose che è meglio evitare, anche in cuicina è meglio usare le presine (come già detto in un post) per prendere la padella dal forno, ma questo non vuol dire che non dobbiamo usare il forno.
Quindi accompagnati da queste semplici regole pratichiamo tranquillamente il barefooting, visto che le probabilità di effetti collaterali sono di gran lunga inferiori rispetto ai benefici che ne otteniamo.
Anzi, come già detto più volte il nostro sistema immunitario ne beneficia invece di esserne inficiato.
Ci sono persone che vengono colpite da un fulmine, però non per questo usciamo di casa preoccupati al mattino di esserne colpiti anche noi.
Grazie a questi consigli sappiamo come limitare al minimo i rischi.
Voglio ricordare che è molto più probabile incappare in uno degli effetti collaterali dati dalle scarpe che prendersi qualcosa camminando scalzi (ripeto ancora se si seguono le Flavio's rules), però ne siamo molto più preoccupati in fin dei conti perchè la nostra pratica è anticonformista ed è facile entrare nel circolo psicologico del "sentirsi un pò in difetto".
A proposito voglio citare le statistiche che ho trovato sul sito americano foot.com, lo lascio in inglese visto che è di facile lettura:
-3 out of 4 Americans experience serious foot problems in their lifetime.
- Only a small percentage of the population is born with foot problems.
- Women have about four times as many foot problems as men. High heels are partly to blame.
Your feet mirror your general health. Conditions such as arthritis, diabetes, nerve and circulatory disorders can show their initial symptoms in the feet - so foot ailments can be your first sign of more serious medical problems.
Ho voluto citare queste statistiche per dimostrare che grazie alle nostre amiche scarpe 3 persone su 4 soffrono almeno una volta nella vita dei problemi ai piedi e posturali (schiena,anche,ecc...).
Anche se il campione dei barefooter non è così ampio da validare uno studio scientifico approfondito, mi sento di scommettere che molto ma molto meno di 3/4 dei barefooter ha avuto problemi connessi a tale pratica.
Alessio
Arthritis is the number one cause of disability in America. It limits everyday dressing, climbing stairs, getting in and out of bed or walking - for about 7 million Americans.
The average person takes 8,000 to 10,000 steps a day, which adds up to about 115,000 miles over a lifetime. That's enough to go around the circumference of the earth four times.
E' un discorso giusto e molto istruttivo, ma se non ho capito male non vuole essere una fonte di preoccupazione che mette in discussione la nostra pratica, bensì solo una esaustiva e utile "guida" su quello che è meglio fare e su quello che è meglio evitare, ma questo penso sia presente in ogni cosa che facciamo. Anche praticando uno sport qualsiasi ci sono cose che possiamo fare e cose che è meglio evitare, anche in cuicina è meglio usare le presine (come già detto in un post) per prendere la padella dal forno, ma questo non vuol dire che non dobbiamo usare il forno.
Quindi accompagnati da queste semplici regole pratichiamo tranquillamente il barefooting, visto che le probabilità di effetti collaterali sono di gran lunga inferiori rispetto ai benefici che ne otteniamo.
Anzi, come già detto più volte il nostro sistema immunitario ne beneficia invece di esserne inficiato.
Ci sono persone che vengono colpite da un fulmine, però non per questo usciamo di casa preoccupati al mattino di esserne colpiti anche noi.
Grazie a questi consigli sappiamo come limitare al minimo i rischi.
Voglio ricordare che è molto più probabile incappare in uno degli effetti collaterali dati dalle scarpe che prendersi qualcosa camminando scalzi (ripeto ancora se si seguono le Flavio's rules), però ne siamo molto più preoccupati in fin dei conti perchè la nostra pratica è anticonformista ed è facile entrare nel circolo psicologico del "sentirsi un pò in difetto".
A proposito voglio citare le statistiche che ho trovato sul sito americano foot.com, lo lascio in inglese visto che è di facile lettura:
-3 out of 4 Americans experience serious foot problems in their lifetime.
- Only a small percentage of the population is born with foot problems.
- Women have about four times as many foot problems as men. High heels are partly to blame.
Your feet mirror your general health. Conditions such as arthritis, diabetes, nerve and circulatory disorders can show their initial symptoms in the feet - so foot ailments can be your first sign of more serious medical problems.
Ho voluto citare queste statistiche per dimostrare che grazie alle nostre amiche scarpe 3 persone su 4 soffrono almeno una volta nella vita dei problemi ai piedi e posturali (schiena,anche,ecc...).
Anche se il campione dei barefooter non è così ampio da validare uno studio scientifico approfondito, mi sento di scommettere che molto ma molto meno di 3/4 dei barefooter ha avuto problemi connessi a tale pratica.
Alessio
Arthritis is the number one cause of disability in America. It limits everyday dressing, climbing stairs, getting in and out of bed or walking - for about 7 million Americans.
The average person takes 8,000 to 10,000 steps a day, which adds up to about 115,000 miles over a lifetime. That's enough to go around the circumference of the earth four times.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
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Re: liquami biologici
Bravissimo! Hai interpretato correttamente il mio discorso.Alexey ha scritto:Quello che sta dicendo Flavio è che non dobbiamo preoccuparci di vivere la nostra pratica di deambulazione a piedi nudi, che è sicura se si fa l'antitetanica e si evitano le zone a rischio.
E' un discorso giusto e molto istruttivo, ma se non ho capito male non vuole essere una fonte di preoccupazione che mette in discussione la nostra pratica, bensì solo una esaustiva e utile "guida" su quello che è meglio fare e su quello che è meglio evitare, ma questo penso sia presente in ogni cosa che facciamo. Anche praticando uno sport qualsiasi ci sono cose che possiamo fare e cose che è meglio evitare, anche in cuicina è meglio usare le presine (come già detto in un post) per prendere la padella dal forno, ma questo non vuol dire che non dobbiamo usare il forno.
E se c'è un temporale non cammineremo su una spiaggia dove siamo il punto preminente, la via più breve per scaricarsi a terra.......il senso è quello.Quindi accompagnati da queste semplici regole pratichiamo tranquillamente il barefooting, visto che le probabilità di effetti collaterali sono di gran lunga inferiori rispetto ai benefici che ne otteniamo.
Anzi, come già detto più volte il nostro sistema immunitario ne beneficia invece di esserne inficiato.
Ci sono persone che vengono colpite da un fulmine, però non per questo usciamo di casa preoccupati al mattino di esserne colpiti anche noi.
Grazie a questi consigli sappiamo come limitare al minimo i rischi.
Perfetto! Ma noi non siamo in difetto.................la nostra pratica è anticonformista ed è facile entrare nel circolo psicologico del "sentirsi un pò in difetto".
Rendetevene conto, convincetevi di compiere un atto dettato da Madre Natura e siate prudenti come in tutte le attività che ci mettono a contatto con fattori di rischio.
Se li conosciamo, li possiamo rendere minimali.
Mancano dati obiettivi ed a lungo termine, purtroppo, ed è molto più facile tuonare ex catedra, laurea alla mano, senza conoscere le implicazioni pratiche del barefooting.Anche se il campione dei barefooter non è così ampio da validare uno studio scientifico approfondito, mi sento di scommettere che molto ma molto meno di 3/4 dei barefooter ha avuto problemi connessi a tale pratica.
Seguendo certe semplicissime regole ed evitando di buttarsi in ambienti pericolosi senza conoscerne le conseguenze non credo di esagerare affermando che i barefooters con problemi.........beh, adesso la sparo grossa!..........ancora non ne ho conosciuti.
P.S. Non è che sei un filosofo?
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
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Re: liquami biologici
lucignolo ha scritto:Ci sono controindicazioni per il barefooting.Insomma, come fare sano sport: se non si hanno patologie in atto non possiamo far altro che trarne beneficio.
- Il diabete, perché è facile, da piccole ferite, andare incontro a piaghe difficilmente rimarginabili con altissime probabilità di infezione.
- Le immunodeficienze di qualsiasi tipo, perché provocano assoluta incapacità di difesa nei confronti anche di banalissime infezioni.
I soggetti sotto terapie immunosoppressive rientrano nella categoria delle persone senza difese e, pertanto, gravemente a rischio.- Le vasculiti provocano danni simili a quelli dei diabetici, con la formazione di piaghe difficilmente rimarginabili, inoltre ci sono condizioni autoimmuni che predispongono a geloni ed a gravi problemi se ci si espone alle basse temperature.
In caso contrario sono d'obbligo limitazioni stringenti.
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Ciaooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ho iniziato a "barefoorare" -un po'-sette anni fà, per poi "spingere" decisamente un anno dopo, grazie alla scoperta del Club
Casualmente, proprio in quel periodo avevo potuto smettere la terapia immunosoppressiva con la ciclosporina
E grazie a questo, ho potuto finalmente fare senza troppi problemi l'antitetanica
Attualmente assumo dosi molto basse di cortisonici e non credo proprio che creino problemi
Però quando hai scritto di vasculiti... mi hai fatto ricordare che oltre ad essere positivo al maledetto HLA B 27 (scusate,... siamo un po' sul tecnico... Flavio sà) in seguito ad altri controlli mi era saltato fuori anche il B5 o B51, non ricordo più. E il Profesciùr -grande luminare- aveva accennato ad una possibile predisposizione a vasculiti (dài, già che ci siamo facciamo l' en-plein!)
Grazie al cielo -e agli anticorpi - in questi sei anni tutto è andato sempre bene e sì che le suole le ho annerite!
Praticamente tutti i giorni!
Tutto sommato -già, nel complesso...- credo di potermi ritenere molto fortunato.
Sovente penso a come sarebbero stati grigi questi ultimi anni se una sera, molto tempo fa, non avessi per caso aperto La Stampa proprio alla pagina in cui si parlava di Club, persone, vip che vanno scalzi ovunque
Grazie, Club! Grazie, Webmaster! Grazie a tutti Voi del forum!
Andy
Andy- Numero di messaggi : 301
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: liquami biologici
Andy ha scritto:Però quando hai scritto di vasculiti... mi hai fatto ricordare che oltre ad essere positivo al maledetto HLA B 27 (scusate,... siamo un po' sul tecnico... Flavio sà) in seguito ad altri controlli mi era saltato fuori anche il B5 o B51, non ricordo più. E il Profesciùr -grande luminare- aveva accennato ad una possibile predisposizione a vasculiti (dài, già che ci siamo facciamo l' en-plein!)
Per chi non lo sapesse, ragionando per analogia, esistono caratteristiche, scritte nei geni, che si esprimono nei tessuti (reni, fegato, cuore, ecc.) più o meno come quelle dei globuli rossi del sangue (gruppo A, B, AB, O, per farla semplice).
Si è anche scoperto che esiste un'associazione piuttosto stretta fra queste caratteristiche e certe malattie, specialmente quelle autoimmuni.
Insomma un certo HLA, una certa fotografia sulla nostra carta di identità biologica, vuol dire maggiori probabilità di ammalarsi in un certo modo.
E qui, spesso, scoppia il panico od insorgono fraintendimenti.
Non c'è niente di scontato o di ineluttabile, sono informazioni che possono aiutare gli specialisti di settore ad interpretare più correttamente alcuni dati di laboratorio di difficile decifrazione per i profani.
Ma la predisposizione è uno dei concetti più difficili da digerire per chi non se ne intende.
Di fronte a certi segnali, clinici o di laboratorio, lo specialista riterrà più opportuno orientare la propria diagnosi in una direzione piuttosto che in un'altra avendo in mano un certo assetto genetico e fenotipico (che si manifesta con certe caratteristiche bio-molecolari o fisiologiche), ma, ATTENZIONE, chi è predisposto NON è detto che si ammali di quella certa malattia.
È più facile che accada al signor Rossi che è predisposto, piuttosto che al signor Bianchi che non lo è; un po' come se il signor Rossi avesse in mano un dado truccato con una probabilità maggiorata che esca un sei, ma potrebbe uscire un qualsiasi altro numero da uno a cinque per tutta la vita.
Quindi tranquillo, Andy.
Goditi il tuo barefooting senza rovinarti la giornata con patemi molto dannosi psicologicamente.
Si è anche scoperto che esiste un'associazione piuttosto stretta fra queste caratteristiche e certe malattie, specialmente quelle autoimmuni.
Insomma un certo HLA, una certa fotografia sulla nostra carta di identità biologica, vuol dire maggiori probabilità di ammalarsi in un certo modo.
E qui, spesso, scoppia il panico od insorgono fraintendimenti.
Non c'è niente di scontato o di ineluttabile, sono informazioni che possono aiutare gli specialisti di settore ad interpretare più correttamente alcuni dati di laboratorio di difficile decifrazione per i profani.
Ma la predisposizione è uno dei concetti più difficili da digerire per chi non se ne intende.
Di fronte a certi segnali, clinici o di laboratorio, lo specialista riterrà più opportuno orientare la propria diagnosi in una direzione piuttosto che in un'altra avendo in mano un certo assetto genetico e fenotipico (che si manifesta con certe caratteristiche bio-molecolari o fisiologiche), ma, ATTENZIONE, chi è predisposto NON è detto che si ammali di quella certa malattia.
È più facile che accada al signor Rossi che è predisposto, piuttosto che al signor Bianchi che non lo è; un po' come se il signor Rossi avesse in mano un dado truccato con una probabilità maggiorata che esca un sei, ma potrebbe uscire un qualsiasi altro numero da uno a cinque per tutta la vita.
Quindi tranquillo, Andy.
Goditi il tuo barefooting senza rovinarti la giornata con patemi molto dannosi psicologicamente.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: liquami biologici
lucignolo ha scritto:Per chi non lo sapesse, ragionando per analogia, esistono caratteristiche, scritte nei geni, che si esprimono nei tessuti (reni, fegato, cuore, ecc.) più o meno come quelle dei globuli rossi del sangue (gruppo A, B, AB, O, per farla semplice).
Si è anche scoperto che esiste un'associazione piuttosto stretta fra queste caratteristiche e certe malattie, specialmente quelle autoimmuni.
Insomma un certo HLA, una certa fotografia sulla nostra carta di identità biologica, vuol dire maggiori probabilità di ammalarsi in un certo modo.
E qui, spesso, scoppia il panico od insorgono fraintendimenti.
Non c'è niente di scontato o di ineluttabile, sono informazioni che possono aiutare gli specialisti di settore ad interpretare più correttamente alcuni dati di laboratorio di difficile decifrazione per i profani.
Ma la predisposizione è uno dei concetti più difficili da digerire per chi non se ne intende.
Di fronte a certi segnali, clinici o di laboratorio, lo specialista riterrà più opportuno orientare la propria diagnosi in una direzione piuttosto che in un'altra avendo in mano un certo assetto genetico e fenotipico (che si manifesta con certe caratteristiche bio-molecolari o fisiologiche), ma, ATTENZIONE, chi è predisposto NON è detto che si ammali di quella certa malattia.
È più facile che accada al signor Rossi che è predisposto, piuttosto che al signor Bianchi che non lo è; un po' come se il signor Rossi avesse in mano un dado truccato con una probabilità maggiorata che esca un sei, ma potrebbe uscire un qualsiasi altro numero da uno a cinque per tutta la vita.
Quindi tranquillo, Andy.
Goditi il tuo barefooting senza rovinarti la giornata con patemi molto dannosi psicologicamente.[/justify]
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Ciaoooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Giustissimo.
La prima cosa che mi era stata detta (1984) era che l'HLA B 27 non era un fattore causa, ma un fattore rischio. Che, unito a sintomi ben precisi e ad altri episodi molto particolari, ha contribuito alla esatta diagnosi.
Ora, se vai a prendere un'enciclopedia medica dell'epoca e vai a vedere una certa voce... sbianchi!
Fortunatamente la farmacologia ha fatto passi enormi, la diagnosi è stata precocissima e... tutto è andato per il meglio.
Il diavolo non è poi così brutto come dicono...
Ciaoooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!
- A - N - D - Y -
Andy- Numero di messaggi : 301
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: liquami biologici
lucignolo ha scritto:Bravissimo! Hai interpretato correttamente il mio discorso.Alexey ha scritto:Quello che sta dicendo Flavio è che non dobbiamo preoccuparci di vivere la nostra pratica di deambulazione a piedi nudi, che è sicura se si fa l'antitetanica e si evitano le zone a rischio.
E' un discorso giusto e molto istruttivo, ma se non ho capito male non vuole essere una fonte di preoccupazione che mette in discussione la nostra pratica, bensì solo una esaustiva e utile "guida" su quello che è meglio fare e su quello che è meglio evitare, ma questo penso sia presente in ogni cosa che facciamo. Anche praticando uno sport qualsiasi ci sono cose che possiamo fare e cose che è meglio evitare, anche in cuicina è meglio usare le presine (come già detto in un post) per prendere la padella dal forno, ma questo non vuol dire che non dobbiamo usare il forno.E se c'è un temporale non cammineremo su una spiaggia dove siamo il punto preminente, la via più breve per scaricarsi a terra.......il senso è quello.Quindi accompagnati da queste semplici regole pratichiamo tranquillamente il barefooting, visto che le probabilità di effetti collaterali sono di gran lunga inferiori rispetto ai benefici che ne otteniamo.
Anzi, come già detto più volte il nostro sistema immunitario ne beneficia invece di esserne inficiato.
Ci sono persone che vengono colpite da un fulmine, però non per questo usciamo di casa preoccupati al mattino di esserne colpiti anche noi.
Grazie a questi consigli sappiamo come limitare al minimo i rischi.Perfetto! Ma noi non siamo in difetto.................la nostra pratica è anticonformista ed è facile entrare nel circolo psicologico del "sentirsi un pò in difetto".
Rendetevene conto, convincetevi di compiere un atto dettato da Madre Natura e siate prudenti come in tutte le attività che ci mettono a contatto con fattori di rischio.
Se li conosciamo, li possiamo rendere minimali.Mancano dati obiettivi ed a lungo termine, purtroppo, ed è molto più facile tuonare ex catedra, laurea alla mano, senza conoscere le implicazioni pratiche del barefooting.Anche se il campione dei barefooter non è così ampio da validare uno studio scientifico approfondito, mi sento di scommettere che molto ma molto meno di 3/4 dei barefooter ha avuto problemi connessi a tale pratica.
Seguendo certe semplicissime regole ed evitando di buttarsi in ambienti pericolosi senza conoscerne le conseguenze non credo di esagerare affermando che i barefooters con problemi.........beh, adesso la sparo grossa!..........ancora non ne ho conosciuti.
P.S. Non è che sei un filosofo?
Parole sante!! Grazie mille!!
P.S. No no non sono un filosofo!!
Ciao!!
Alexey- Numero di messaggi : 1416
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Re: liquami biologici
arrivo anch'io, da buon ultimo...lucignolo ha scritto:Il terreno non può ricaricarsi fisiologicamente: ci vuole un po' di doping.
Le alternative? O i concimi naturali o quelli chimici.
Questi ultimi, dilavati dalle piogge, finiscono in fiumi e laghi, provocando l'eutrofizzazione.
In sostanza, le alghe micro o macroscopiche che vivono negli ambienti acquatici esplodono perché non trovano limitazioni energetiche rappresentate dal cibo.
I concimi naturali dovrebbero essere i migliori, ma se non si controllano bene i cicli parassitari o gli enterobatteri naturalmente presenti nell'ambiente intestinale, allora sono guai seri.
grazie mille Flavio per le delucidazioni. con il tipo di nutrizione e il numero di abitanti della terra attuali non si scappa: ci vuole il doping. e tra concimi naturali e chimici non esistono quelli "perfetti": gli uni e gli altri presentano inconvenienti...
sono quindi soddisfatto della tua risposta, anche se constato che non siamo messi proprio bene. quando passeggio nella "natura" mi dico che in realtà si tratta in gran parte di paesaggio industriale: i campi sono sfruttati e pompati fino all'ultimo centimetro quadrato, la maggior parte delle foreste sono piantagioni... è un po' sconsolante...
cari saluti
Andrea Grasselli
Andrea Grasselli- Numero di messaggi : 396
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