C’era una volta il mare
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Rei
bfpaul
Bouzono
Marco53
8 partecipanti
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C’era una volta il mare
E al mare si andava scalzi.
Una volta.
In Liguria, a Laigueglia e nella vicina Alassio sono scomparsi i piedi scalzi. A un metro dalla spiaggia non se ne vedono più, e siamo in agosto !!!
Nei cinque giorni (c-i-n-q-u-e) che mi sono fermato ho visto solo tre ragazzini nel “budello” di Alassio, quattro a Laigueglia (di cui tre tedeschi) e un solo barefooter, un giovane in T shirt rossa e pantaloncini corti senza né scarpe né sandali, nemmeno in mano...
Che pena!
In compenso molte infradito ma soprattutto tante scarpe chiuse, specie da ginnastica, e perfino degli stivaletti felpati nei piedi (immagino sudati) di una cretinetta che probabilmente pensava di essere a Cortina d’Ampezzo (anzi d’ampuzzo, visti i piedi sudati) d’inverno....
Una volta al mare si andava scalzi. Almeno lì.
Ho preso scalzo l'autobus da Alassio a Laigueglia perché mia moglie non può più camminare tanto a causa di una caviglia. Alla fermata una bambina con scarpine chiuse mi ha guardato con un misto di compassione, stupore e invidia e ha domandato al padre "Perché quel signore è scalzo ?".
Al che le ho risposto sorridendo "Perché siamo al mare...!!!"
Non avrà sicuramente capito un gran che dalla mia risposta e non ero in animo di scendere in dettagli coi genitori, però tutto ciò è sintomatico della progressiva perdita di contatto della gente con la realtà, almeno secondo me !
Saluti spiaggiati.
Marco
Una volta.
In Liguria, a Laigueglia e nella vicina Alassio sono scomparsi i piedi scalzi. A un metro dalla spiaggia non se ne vedono più, e siamo in agosto !!!
Nei cinque giorni (c-i-n-q-u-e) che mi sono fermato ho visto solo tre ragazzini nel “budello” di Alassio, quattro a Laigueglia (di cui tre tedeschi) e un solo barefooter, un giovane in T shirt rossa e pantaloncini corti senza né scarpe né sandali, nemmeno in mano...
Che pena!
In compenso molte infradito ma soprattutto tante scarpe chiuse, specie da ginnastica, e perfino degli stivaletti felpati nei piedi (immagino sudati) di una cretinetta che probabilmente pensava di essere a Cortina d’Ampezzo (anzi d’ampuzzo, visti i piedi sudati) d’inverno....
Una volta al mare si andava scalzi. Almeno lì.
Ho preso scalzo l'autobus da Alassio a Laigueglia perché mia moglie non può più camminare tanto a causa di una caviglia. Alla fermata una bambina con scarpine chiuse mi ha guardato con un misto di compassione, stupore e invidia e ha domandato al padre "Perché quel signore è scalzo ?".
Al che le ho risposto sorridendo "Perché siamo al mare...!!!"
Non avrà sicuramente capito un gran che dalla mia risposta e non ero in animo di scendere in dettagli coi genitori, però tutto ciò è sintomatico della progressiva perdita di contatto della gente con la realtà, almeno secondo me !
Saluti spiaggiati.
Marco
Marco53- Numero di messaggi : 1116
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: C’era una volta il mare
Ma che tristezza!
La domanda mi sorge spontanea: ma perchè? Cosa sta succedendo?
La domanda mi sorge spontanea: ma perchè? Cosa sta succedendo?
Bouzono- Numero di messaggi : 61
Età : 34
Data d'iscrizione : 25.07.11
Re: C’era una volta il mare
Mi spiace, è già successo.Bouzono ha scritto:Ma che tristezza!
La domanda mi sorge spontanea: ma perchè? Cosa sta succedendo?
Questo e tanto altro, ma o non ce ne siamo accorti, o eravamo su un'altra galassia ....
bfpaul
Re: C’era una volta il mare
Io non amo il mare e quindi è raro che ci vada, ma un paio di anni fa sono stato a Sabaudia da una coppia di amici.
Sempre costantemente scalzo, salvo in spiaggia: dopo le 11 la sabbia era così rovente che era pressoché obbligatorio usare le infradito.
Per fortuna su quella spiaggia non c'erano persone con elettroencefalogramma piatto e quindi si vedevano solo infradito e qualche sandalo di gomma, ma la sabbia bollente non perdonava.
Purtroppo, checché ne dicano i negazionisti, il riscaldamento globale è anche questo: ancora negli anni '90 una mia amica, allora adolescente, andava in Sardegna (Costa Rei, dove c'è lo Scoglio di Peppino immortalato nell'ultimo libro a fumetti di Vanna Vinci), si toglieva le scarpe scendendo dal traghetto e le rimetteva due mesi dopo, quando ripartiva.
Oggi lo potrebbe fare solo di notte, la mattina presto e dopo le 18.
Sempre costantemente scalzo, salvo in spiaggia: dopo le 11 la sabbia era così rovente che era pressoché obbligatorio usare le infradito.
Per fortuna su quella spiaggia non c'erano persone con elettroencefalogramma piatto e quindi si vedevano solo infradito e qualche sandalo di gomma, ma la sabbia bollente non perdonava.
Purtroppo, checché ne dicano i negazionisti, il riscaldamento globale è anche questo: ancora negli anni '90 una mia amica, allora adolescente, andava in Sardegna (Costa Rei, dove c'è lo Scoglio di Peppino immortalato nell'ultimo libro a fumetti di Vanna Vinci), si toglieva le scarpe scendendo dal traghetto e le rimetteva due mesi dopo, quando ripartiva.
Oggi lo potrebbe fare solo di notte, la mattina presto e dopo le 18.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: C’era una volta il mare
Fosse quella la ragione, potrei anche capire, ma qui si tratta di passeggio a pochi metri dalla spiaggia, in un "budello", cioé la tipica via stretta ligure, ben ombreggiata, e in giornate che non hanno superato i 25-26°C, quindi con temperature al suolo più che sopportabili a tutte le ore del giorno da tutti i tipi di piedi, anche quelli dolci !!!!Sempre costantemente scalzo, salvo in spiaggia: dopo le 11 la sabbia era così rovente che era pressoché obbligatorio usare le infradito.
Quest'estate e in quei posti non è perciò possibile dare la colpa al riscaldamento globale....
Saluti mogi
Marco
Marco53- Numero di messaggi : 1116
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: C’era una volta il mare
Ma e' vero che anche al mare gli scalzi sono scomparsi.L'ho sempre detto anch'io.Vado sempre a Rimini e anche adesso sono in procinto di partire dopo il ferragosto.Ma lo so gia' che a piedi nudi ci saro' io e pochi d'altri.Una volta invece ce ne erano molti.Parlo di una ventina di anni fa idietro.Ma addirittura si vede gente che per spostarsi da un punto all'altro della spiaggia,tipo andare al baretto a prendere da bere si mettono non dico le ciabatte ma i calzettoni e le scarpe da ginnastica.L'ho visto fare per davvero....non parliamopoi di uscire dalla spiaggia senza calzature;uno scandalo! Poi vabbe qualcuno raramente lo fa ma veramente pochi.Quest' anno invece in barba ai calzati sto aumentando il mio stare scalzo pubblicamente tiie'.E devo dire senza neanche troppi sguadi stupidi
Saluti estivi. Alberto
Saluti estivi. Alberto
alberto66- Numero di messaggi : 98
Data d'iscrizione : 12.03.09
Re: C’era una volta il mare
Quando vedete un calzato in spiaggia, guardatelo male.
Magari si ravvede.
Magari si ravvede.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: C’era una volta il mare
Ma perchè mai andare scalzi quando si possono investire 300Euro per un bel paio di ciabattine da spiaggia?
E per le signore c'è anche una bella borsa da 500 Euro in cui mettere asciugamani sporchi e costumi bagnati e pieni i sabbia...
Poi se ti metti gli UGG col pelo in spiaggia sei poprio trendy...
La moda ci mette sempre lo zampino...
E la maggior parte delle cavolate sull'andare scalzi sono messe in giro proprio dalle multinazionali...
Tu povero barbone, sei pazzo ad andare in giro scalzo!? investi un bel pò di soldi nelle nostre belle scarpine, ne abbiamo inventato un paio che fanno anche il caffè, il fatto che rovineranno i tuoi piedi e la tua postura è irrilevante, l'importante è essere cool..., e mi raccomando, compra 5 numeri in meno così ti fanno un bel piedino piccolo, peccato che ti rimpiccioliscono anche il cervello...
Saluti modaioli!!
E per le signore c'è anche una bella borsa da 500 Euro in cui mettere asciugamani sporchi e costumi bagnati e pieni i sabbia...
Poi se ti metti gli UGG col pelo in spiaggia sei poprio trendy...
La moda ci mette sempre lo zampino...
E la maggior parte delle cavolate sull'andare scalzi sono messe in giro proprio dalle multinazionali...
Tu povero barbone, sei pazzo ad andare in giro scalzo!? investi un bel pò di soldi nelle nostre belle scarpine, ne abbiamo inventato un paio che fanno anche il caffè, il fatto che rovineranno i tuoi piedi e la tua postura è irrilevante, l'importante è essere cool..., e mi raccomando, compra 5 numeri in meno così ti fanno un bel piedino piccolo, peccato che ti rimpiccioliscono anche il cervello...
Saluti modaioli!!
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: C’era una volta il mare
Caro Rei, lo so che il riscaldamento globale, con possibili o probabili catastrofi naturali collegate, è una tua passione e che sei molto preparato in materia, ma dal mio punto di vista di ingegnere, non può esserci alcuna relazione tra quello e la temperatura raggiunta dalla sabbia a Sabaudia.
L'effetto serra causa il riscaldamento dell'aria, che a sua volta viene riscaldata dal suolo, perchè è trasparente alla lunghezza d'onda della radiazione solare, ma non trasparente alle basse frequenze dell' infrarosso riflesso dal suolo.
Il suolo e la sabbia della spiaggia si riscaldano per irraggiamento diretto dal sole e quindi, a parte fluttuazioni dovute all' attività solare o alla eventuale interposizione di pulviscolo in atmosfera, non vedo motivo per cui oggi la sabbia debba scaldarsi di più o di meno di 100 anni fa.
Oltretutto tu stesso mi insegni che l'aumento di temperatura globale accertato, a livello del suolo, è di 0,4 - 0,6 °C ed è, aggiungo, rilevabile prevalentemente nei mesi invernali ... quindi non può essere proprio responsabile della impossibilità di stare scalzi in Sardegna d'estate solo dieci anni dopo le felici esperienze della tua amica.
Con tutto il mio affetto e la mia stima, mi sembra un discorso simile a quello sentito dal parrucchiere di mia moglie: "il sole non è più quello di una volta..."
L'effetto serra causa il riscaldamento dell'aria, che a sua volta viene riscaldata dal suolo, perchè è trasparente alla lunghezza d'onda della radiazione solare, ma non trasparente alle basse frequenze dell' infrarosso riflesso dal suolo.
Il suolo e la sabbia della spiaggia si riscaldano per irraggiamento diretto dal sole e quindi, a parte fluttuazioni dovute all' attività solare o alla eventuale interposizione di pulviscolo in atmosfera, non vedo motivo per cui oggi la sabbia debba scaldarsi di più o di meno di 100 anni fa.
Oltretutto tu stesso mi insegni che l'aumento di temperatura globale accertato, a livello del suolo, è di 0,4 - 0,6 °C ed è, aggiungo, rilevabile prevalentemente nei mesi invernali ... quindi non può essere proprio responsabile della impossibilità di stare scalzi in Sardegna d'estate solo dieci anni dopo le felici esperienze della tua amica.
Con tutto il mio affetto e la mia stima, mi sembra un discorso simile a quello sentito dal parrucchiere di mia moglie: "il sole non è più quello di una volta..."
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: C’era una volta il mare
Il Sole non è mai quello di una volta: ha dei cicli di circa 11 anni di comparsa e scomparsa delle macchie solari e dei cicli più lunghi di variazione di luminosità che possono contribuire all'avvento di ere glaciali.Elan ha scritto:Con tutto il mio affetto e la mia stima, mi sembra un discorso simile a quello sentito dal parrucchiere di mia moglie: "il sole non è più quello di una volta..."
Sarà una chiacchiera da parruchiere, ma questa volta riflette, involontariamente, una verità.
Ora però, lasciando da parte i parrucchieri, da scienziato (dilettante ma rigoroso) distinguerò tra fatti osservati e teorie che li spiegano.
Che la sabbia (ed i marciapiedi delle zone turistiche attorno a casa mia) scottino più di quanto scottassero dieci o venti anni fa è un fatto.
Il buon Luca Mercalli potrebbe tirare fuori le tabelle adeguate, io non mi ricordo più dove le avevo viste.
E comunque i negozianti di souvenir dei Fori Imperiali concordano con me che la rarefazione di turisti scalzi è data dalla maggiore temperatura dei marciapiedi: li vedono tutti i giorni, alcuni provano a togliersi le scarpe, provati dalle vesciche, ma mentre una volta continuavano scalzi, ora, appena appoggiato il piede sul terreno si ricalzano immediatamente.
Metodologia di ricerca insolita e fuori standard, ma molto attendibile.
Assodati i fatti, si passa alla teoria che spieghi i fatti.
A volte ci si azzecca, a volte no, ma ricordiamoci che una spiegazione (=teoria) totalmente o parzialmente sbagliata non nega il fatto.
Non è che se accertiamo che la teoria che spiega la gravità è sbagliata, questa cessa di esistere e noi cominciamo a fluttuare senza peso.
Detto questo, sapere perché il fatto succede, per la nostra vita quotidiana ha poca importanza: magari non c'entra il riscaldamento globale ma è colpa del Sole che sta aumentando la sua attività (picco di tempeste solari previsto tra il 2012 ed il 2013), ma il punto importante, soprattutto per le nostre suole, è che il terreno scotta di più e andare scalzi in certe ore e su certe superfici non è ne piacevole ne consigliabile.
E se non lo è per noi, figuriamoci per un neofita.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: C’era una volta il mare
Rei ha scritto:Che la sabbia (ed i marciapiedi delle zone turistiche attorno a casa mia) scottino più di quanto scottassero dieci o venti anni fa è un fatto.
No, è una fesseria.
Quando andavo al mare a Riccione (ero un bambinetto) era impossibile calpestare la sabbia, perché era rovente.
Quando ero adolescente era impossibile calpestare la sabbia, perché era rovente.
Oggi è impossibile calpestare la sabbia, perché è rovente.
Ma qualcuno ha misurato in modo serio la temperatura della sabbia nel corso di 50 anni ed elaborato i dati in modo serio?
Mio nonno paterno diceva che una volta non tuonava così forte come nei tempi moderni.
Forse diceva il vero, ma non considerava che urbanizzazione vuol dire più case, più antenne e più parafulmini vicini, quindi una maggiore probabilità che un fulmine si scarichi a distanze minori da noi, provocando un tuono più forte.
Ma volete usare il cervello o no?
Quando andavo al mare a Riccione (ero un bambinetto) era impossibile calpestare la sabbia, perché era rovente.
Quando ero adolescente era impossibile calpestare la sabbia, perché era rovente.
Oggi è impossibile calpestare la sabbia, perché è rovente.
Ma qualcuno ha misurato in modo serio la temperatura della sabbia nel corso di 50 anni ed elaborato i dati in modo serio?
Mio nonno paterno diceva che una volta non tuonava così forte come nei tempi moderni.
Forse diceva il vero, ma non considerava che urbanizzazione vuol dire più case, più antenne e più parafulmini vicini, quindi una maggiore probabilità che un fulmine si scarichi a distanze minori da noi, provocando un tuono più forte.
Ma volete usare il cervello o no?
Il buon Luca Mercalli potrebbe tirare fuori le tabelle adeguate, io non mi ricordo più dove le avevo viste.
Il buon Luca Mercalli è un pò il mio capo, essendo socio da anni della Società Meteorologica Italiana (già Società Meteorologica Subalpina).
Ogni tanto dovrebbe tacere ed evitare i riflettori mediatici, come quando si permise di sconfinare (Che Tempo che fa) in campi che non gli competono, affermando che l'Impero Romano cominciò a declinare quando smise di produrre legioni, dimostrando un'ignoranza storica senza pari.
Da quel momento ha perso 100 000 punti di stima, in primo luogo perché ognuno dovrebbe parlare secondo le proprie competenze specifiche, lasciando le considerazioni storiche a chi le conosce di più, in secondo luogo perché tale comportamento è in netta antitesi con una mentalità scientifica.
Se si leggesse la letteratura internazionale specifica (ritornando al clime) tutti capirebbero, a meno di essere idioti, che ci sono ancora molti lati interpretativi oscuri.
Quando c'è diatriba, vuol dire che non c'è conoscenza.
Non conosciamo gli effetti dell'attività solare che sta attraversando un lungo minimo dalle conseguenze ancora da valutare e poi si comincia a capire che la corrente del golfo non è responsabile diretta del miglior clima in Europa a parità di latitudine.
Nè si conoscono ancora i ruoli esatti delle correnti aeree di alta quota (correni a getto) nel pilotare la genesi di aree di alta e bassa pressione, cicloni ed anticicloni.
Sicuramente l'Uomo ha il dovere di limitare il suo impatto ambientale e di imparare a vivere in armonia con la nave che ci trasporta ogni giorno, ma non darei spazio a conclusioni uterine come la sabbia che scotta più oggi che ieri.
Se mi porterete dati obiettivi di ieri e oggi, allora potrò ascoltare, altrimenti vi inviterò a visitare quel tal paese.
O vogliamo metterci al livello di chi dice che scalzi è incivile perché l'ha detto l'universitario coglione di turno, che pensa di appartenere ad un ceto sociale superiore, grazie ad una pergamena che chiunque può conquistare con un minimo di buona volontà?
Ogni tanto dovrebbe tacere ed evitare i riflettori mediatici, come quando si permise di sconfinare (Che Tempo che fa) in campi che non gli competono, affermando che l'Impero Romano cominciò a declinare quando smise di produrre legioni, dimostrando un'ignoranza storica senza pari.
Da quel momento ha perso 100 000 punti di stima, in primo luogo perché ognuno dovrebbe parlare secondo le proprie competenze specifiche, lasciando le considerazioni storiche a chi le conosce di più, in secondo luogo perché tale comportamento è in netta antitesi con una mentalità scientifica.
Se si leggesse la letteratura internazionale specifica (ritornando al clime) tutti capirebbero, a meno di essere idioti, che ci sono ancora molti lati interpretativi oscuri.
Quando c'è diatriba, vuol dire che non c'è conoscenza.
Non conosciamo gli effetti dell'attività solare che sta attraversando un lungo minimo dalle conseguenze ancora da valutare e poi si comincia a capire che la corrente del golfo non è responsabile diretta del miglior clima in Europa a parità di latitudine.
Nè si conoscono ancora i ruoli esatti delle correnti aeree di alta quota (correni a getto) nel pilotare la genesi di aree di alta e bassa pressione, cicloni ed anticicloni.
Sicuramente l'Uomo ha il dovere di limitare il suo impatto ambientale e di imparare a vivere in armonia con la nave che ci trasporta ogni giorno, ma non darei spazio a conclusioni uterine come la sabbia che scotta più oggi che ieri.
Se mi porterete dati obiettivi di ieri e oggi, allora potrò ascoltare, altrimenti vi inviterò a visitare quel tal paese.
O vogliamo metterci al livello di chi dice che scalzi è incivile perché l'ha detto l'universitario coglione di turno, che pensa di appartenere ad un ceto sociale superiore, grazie ad una pergamena che chiunque può conquistare con un minimo di buona volontà?
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: C’era una volta il mare
lucignolo ha scritto:Rei ha scritto:Che la sabbia (ed i marciapiedi delle zone turistiche attorno a casa mia) scottino più di quanto scottassero dieci o venti anni fa è un fatto.No, è una fesseria.
Quando andavo al mare a Riccione (ero un bambinetto) era impossibile calpestare la sabbia, perché era rovente.
Quando ero adolescente era impossibile calpestare la sabbia, perché era rovente.
Oggi è impossibile calpestare la sabbia, perché è rovente.
Ma qualcuno ha misurato in modo serio la temperatura della sabbia nel corso di 50 anni ed elaborato i dati in modo serio?
Mio nonno paterno diceva che una volta non tuonava così forte come nei tempi moderni.
Forse diceva il vero, ma non considerava che urbanizzazione vuol dire più case, più antenne e più parafulmini vicini, quindi una maggiore probabilità che un fulmine si scarichi a distanze minori da noi, provocando un tuono più forte.
Ma volete usare il cervello o no?Il buon Luca Mercalli potrebbe tirare fuori le tabelle adeguate, io non mi ricordo più dove le avevo viste.Il buon Luca Mercalli è un pò il mio capo, essendo socio da anni della Società Meteorologica Italiana (già Società Meteorologica Subalpina).
Ogni tanto dovrebbe tacere ed evitare i riflettori mediatici, come quando si permise di sconfinare (Che Tempo che fa) in campi che non gli competono, affermando che l'Impero Romano cominciò a declinare quando smise di produrre legioni, dimostrando un'ignoranza storica senza pari.
Da quel momento ha perso 100 000 punti di stima, in primo luogo perché ognuno dovrebbe parlare secondo le proprie competenze specifiche, lasciando le considerazioni storiche a chi le conosce di più, in secondo luogo perché tale comportamento è in netta antitesi con una mentalità scientifica.
Se si leggesse la letteratura internazionale specifica (ritornando al clime) tutti capirebbero, a meno di essere idioti, che ci sono ancora molti lati interpretativi oscuri.
Quando c'è diatriba, vuol dire che non c'è conoscenza.
Non conosciamo gli effetti dell'attività solare che sta attraversando un lungo minimo dalle conseguenze ancora da valutare e poi si comincia a capire che la corrente del golfo non è responsabile diretta del miglior clima in Europa a parità di latitudine.
Nè si conoscono ancora i ruoli esatti delle correnti aeree di alta quota (correni a getto) nel pilotare la genesi di aree di alta e bassa pressione, cicloni ed anticicloni.
Sicuramente l'Uomo ha il dovere di limitare il suo impatto ambientale e di imparare a vivere in armonia con la nave che ci trasporta ogni giorno, ma non darei spazio a conclusioni uterine come la sabbia che scotta più oggi che ieri.
Se mi porterete dati obiettivi di ieri e oggi, allora potrò ascoltare, altrimenti vi inviterò a visitare quel tal paese.
O vogliamo metterci al livello di chi dice che scalzi è incivile perché l'ha detto l'universitario coglione di turno, che pensa di appartenere ad un ceto sociale superiore, grazie ad una pergamena che chiunque può conquistare con un minimo di buona volontà?
E' proprio vero, la laurea non implica di certo il possesso della verità assoluta, anzi, a volte è un ottimo alibi per sedersi...
Io sono laureato in Ingegneria, anche se di lavoro faccio tutt'altro, e mi sono reso conto che se dovessi fare l'ingegnere elettronico non saprei dove iniziare, questo perchè non mi sono mai sbattuto a crescere nel settore per conto mio (ho scoperto tardi che avrei preferito la medicina, però da ragazzo ho seguito le orme di mio padre).
L'università mi ha dato solo una base su cui avrei potuto costruire il resto, ma io non interessandomi più dell'elettronica che ho cominciato ad odiare , mi sono fermato lì alle semplici considerazioni teoriche; potrei spiegare teoricamente il funzionamento di un'amplificatore (potevo perchè ormai mi sono dimenticato pure quello) però non sarei mai stato in grado di progettarne uno funzionante partendo da zero.
Certo sono contento perchè l'università mi ha dato le basi per leggere anche altro (quello che mi interessa), però tante persone e soprattutto tanti medici si sono fermati alla lezioncina imparata sui libri di testo e al contrario di me loro praticano quello che hanno studiato con conseguenze a volte disastrose.
Questo per dire che vale di più una mente assetata senza "titoli" che 1000 pezzi di carta appesi al muro.
Spesso anche lo step finale di uno studio scientifico porta a conclusioni errate perchè interpretate da menti condizionate, come lo studio dei tacchi e delle scarpe basse. I ricercatori hanno visto che le scarpe basse facevano male perchè non hanno considerato che il campione preso in esame erano persone abituate a scarpe alte con inevitabile accorciamento del tendine di Achille.
Poi altri studi hanno dimstrato che il tacco alto fa male, allora cosa hanno detto: se 0 tacco fa male e il tacco 10 fa male, facciamo una bella media, facciamo che il tacco 5 è perfetto!! Molto scientifico, complimenti...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
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Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: C’era una volta il mare
"Malanno, tu sei scatenato, prendi il corso che vuoi" (Shakespeare, Giulio Cesare)
Vi dirò domunque che, ad onda di tutte le attività solari, non ho mai indossato ciabatte in spiaggia, anche se, a volte, l'avvicinamento al mare diventava una specie di percorso a scatti con corsette tra i punti che immaginavo meno arroventati, con soste forzate all'ombra di altrui ombrelloni.
Certamente anche il colore della sabbia gioca un ruolo importante ... un conto è la sabbia bianca di Lignano un altro quella nera di Ostia.
Vi dirò domunque che, ad onda di tutte le attività solari, non ho mai indossato ciabatte in spiaggia, anche se, a volte, l'avvicinamento al mare diventava una specie di percorso a scatti con corsette tra i punti che immaginavo meno arroventati, con soste forzate all'ombra di altrui ombrelloni.
Certamente anche il colore della sabbia gioca un ruolo importante ... un conto è la sabbia bianca di Lignano un altro quella nera di Ostia.
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
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