Gita a Firenze: seconda giornata
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Gita a Firenze: seconda giornata
La sveglia mi riporta lentamente alla realtà, mentre il sole si infiltra tenue fra i tendaggi di un’ampia finestra.
Sono a Firenze, comincio a ricordare.
Hummmm! Avrei dormito volentieri almeno altre due ore, ma una nuova giornata ci aspetta.
Scendiamo puntuali nella sala colazione dove ci aspetta un Paolo piuttosto pimpante.
Da buoni fifoni continuiamo ad avere le infradito ai piedi; ci scoccerebbe davvero ricevere anche un semplice richiamo.
Come sempre stento ad andare in pressione, termino una colazione tipicamente mediterranea e ricevo una telefonata.
Bene, Andrea è arrivato, ma Stefano ed Ares dove sono?
Probabilmente i pigroni si sono riaddormentati, ma quando decido che è meglio andare a dar loro la sveglia, eccoli comparire.
Caspita, Alessandro (Ares) è scalzo, fa incetta di buone cibarie come se niente fosse, passando davanti al personale alberghiero completamente indifferente; merita davvero un applauso e penso che quello sia l’atteggiamento giusto.
Usciamo tutti dall’Hotel scalzi per ricalzarci precipitosamente: il sole ha arroventato talmente strade e marciapiedi da rendere impossibile la marcia a piedi nudi.
Io e Andrea cerchiamo di resistere, ma non c’è proprio nulla da fare.
Fortunatamente ci sono stretti vicoli ombrosi che ci consentono di calpestare comodi lastricati appena tiepidi.
Tentiamo l’ingresso in S. Maria Novella, ma……sorpresa! Ci viene negato l’accesso e non perché scalzi, ma perché è in corso una funzione religiosa.
Non ci sembra una buona ragione e siamo piuttosto indispettiti, anche un po’ insospettiti, ma ci calma l’osservare che anche altre persone regolarmente calzate vengono decisamente respinte.
Fossimo arrivati prima, forse avremmo potuto confonderci con i fedeli che desideravano ascoltare la Santa Messa.
Dobbiamo pensare ad altre mete.
Si vedono i risultati delle Notti Bianche, perché ci sono troppi vetri di bottiglia in giro, in particolare nei pressi degli incroci stradali, stranamente meno puliti dei piccoli vicoli.
Bisogna, quindi, cercare di non distrarsi per evitare spiacevoli conseguenze.
Visitiamo rapidamente una fresca chiesa ortodossa, prima di dirigerci verso Palazzo Pitti.
Vorremmo almeno gustarci i giardini interni, ma, vista l’ora e, soprattutto, il prezzo d’entrata ci consoliamo con un fresco pediluvio presso una fontanella poco distante.
Il fatto è che il biglietto non differenzia una visita completa da quella ai semplici giardini, mentre noi vorremmo esplorare in dettaglio Santa Croce; dobbiamo scegliere perché non siamo stati mattinieri nella nostra escursione.
Riattraversiamo un Ponte Vecchio molto meno affollato e, costeggiando la Galleria degli Uffizi, ci dirigiamo verso il rinomato luogo sacro.
È un percorso un po’ più lungo, ma ombroso; le vie sono decisamente affollate, ai loro margini numerosi venditori di immagini si affaccendano in un curioso rito.
Notiamo una ronda di carabinieri che si avvicina, i venditori raccolgono rapidamente i loro fogli colorati ed in un attimo è come se non fossero mai esistiti; gli agenti passano, sono appena una decina di metri più in là e, come per incanto, il tappeto di immagini ricompare esattamente nello stesso punto di prima.
Come un’onda che si propaga nello spazio, altri venditori più lontani fanno esattamente la stessa cosa; poi la ronda inverte la marcia ed il processo si ripete in senso inverso.
Per quante decine di volte in un giorno?
Ecco Santa Croce; ci mettiamo in coda per acquistare il biglietto d’entrata.
Siamo coperti, solo Stefano è in canottiera, ma abbiamo già pronto un indumento più coprente per lui.
Agli sportelli un impiegato nota chiaramente che siamo scalzi.
Mi dirigo per ultimo verso l’entrata e vedo una strana concitazione.
Porca miseria, doveva accadere prima o poi, no?
Un guardiano (donna) ci blocca.
<No, così non potete entrare>
Al momento restiamo a bocca aperta: ma, come? In una chiesa non si entra scalzi?
La fila si allunga, decidiamo di far passare un po’ di gente prima di riprendere la battaglia.
Io mi trovo ai margini del gruppo, Ares appare molto determinato ed aggressivo, non perdo una parola, ma osservo attentamente le persone in arrivo.
Non vedo contrarietà nei loro volti, qualcuno mi sorride, non so, forse è solo una sensazione, ma sento più solidarietà che ostilità.
<Mi faccia vedere il regolamento e non si inventi cose che non esistono. In ogni caso, se c’è una regola la si espone là, dove c’è la biglietteria. E poi avete fatto entrare persone con un abbigliamento decisamente poco rispettoso>
Arriva un ragazzo, un altro guardiano; si consultano rapidamente.
Udiamo chiaramente che le dice che secondo lui potremmo entrare, ma la ragazza si impunta indispettita:
<Così non vi posso fare entrare. Chiamo il responsabile>
Il suo atteggiamento è decisamente un errore.
Noto una ragazza che si avvicina, pancia nuda dallo stomaco alla zona pubica, con un ancheggiare conturbante…….no, non era indiana e non aveva il turbante.
La guardiana la fa passare: irrompo nel gruppo e le faccio notare la cosa:
<Scusi, secondo lei quella signora sarebbe decentemente vestita? Eppure l’ha fatta entrare>
Mi liquida con un <Non possiamo far coprire tutti>
È il secondo errore.
Dal gruppo parte un mormorio minaccioso.
Ares riparte deciso:
<O ci fate entrare o ci rimborsate il costo del biglietto>
Arriva il responsabile delle guardie.
Ci ribadisce che così non si può, ma commette il terzo errore, forse il più grave, quello che fa impuntare decisamente Alessandro, che, abbandonata l’idea del rimborso, opta per una guerra fino alla resa senza condizioni.
Il signore minaccia di chiamare i carabinieri e ci chiede se andiamo scalzi per cultura o per che altro….
<Macché cultura. Lo facciamo per piacere e per comodità. Comunque chiami pure i carabinieri, li chiami subito. Noi di qui non ci muoviamo. Poi sono Avvocato e non mi venga a raccontare storielle pensando di spaventarci>
<Guardi, lei può essere anche il Presidente della Repubblica, a me non interessa……e se vi fate male perché siete scalzi, con chi ve la prendete? Se trovate un chiodo?>
L’ultimo errore. Parte l’arringa.
<Voi dovete fare in modo che in un luogo simile non ci siano chiodi, caro signore, perché può provocare lesioni gravi anche a chi indossa un paio di infradito od un paio di sandaletti. E non si attacchi alla storia dei piedi nudi, anzi, dovreste vergognarvi a far calpestare certe opere d’arte da quelle orribili scarpacce>
Perdo qualche battuta, ma improvvisamente il capo delle guardie afferra i biglietti, ne stacca il classico pezzettino di convalida ed augura buona visita.
Non credo alle mie orecchie.
Visitiamo la chiesa sotto la solita eruditissima guida di Ares.
Sul pavimento ci sono bassorilievi bellissimi che è davvero un peccato calpestare con certi tipi di calzature, anzi, non dovrebbero proprio essere calpestati, se non da piedi che non sudano, cioè scalzi.
Usciamo in un chiostro per scattare qualche fotografia; mi siedo nell’erba e vedo che mia moglie e Andrea77 parlano con il capo dei guardiani.
Penso a qualche complicazione, poi apprendo che è stato proprio lui, il capo, ad avvicinare Lucina per scusarsi del suo comportamento e di quello della ragazza di sorveglianza.
<Non vorrei che vi rimanesse un brutto ricordo della visita a S. Croce, ma non mi era mai capitata una situazione simile. E poi quel signore mi ha aggredito dicendo che è un avvocato>
Mia moglie risponde che tutto è dipeso dal suo atteggiamento e che non era proprio il caso di fermare delle persone scalze, quando erano entrate persone mezze svestite.
Il signore risponde che bisogna essere tolleranti; appunto, tolleranti anche nei nostri confronti, degli scalzi.
Il capo dei guardiani si scusa ancora e se ne va.
Proseguiamo verso settori che sono vere e proprie ali di un museo; un paio di giovani guardiani si parlano:
<Questi non li faccio passare>, dice uno all’altro.
Una breve comunicazione via radio che sentiamo benissimo e la strada è spianata.
È l’ora che volge al desìo, nel senso di mettersi comodamente con le gambe sotto un tavolo.
Attraversiamo (credo) Borgo dei Greci, poi vicolo dei Gondi, per sfociare in Piazza della Signoria.
La temperatura è davvero torrida, tutti si ricalzano.
Sono soltanto 50 metri prima di raggiungere il nostro obiettivo, ma mi pento rapidamente di essere scalzo: il suolo sarà almeno sei milioni di gradi!
Stringo i denti e accelero il passo; Andrea compie un balzo da stambecco e sfreccia davanti a me, in cerca di una macchia d’ombra.
È la fine: non ci scalzeremo più fino al momento di entrare nella stazione ferroviaria, salvo qualche sporadico momento.
Ah, quella birra irlandese, fresca e spumeggiante!
È talmente fresca ed invitante che Alessandro decide di farci il bagno, rovesciandosi addosso un bel boccalone.
È anche il momento dei ricordi e dei bilanci; siamo tutti soddisfatti, anche se storditi dalla calura opprimente.
Scorrono così un paio d’ore in piacevole compagnia.
Andrea77 sarà il primo a lasciarci, speriamo ne valga la pena.
Apprenderemo solo più tardi l’eliminazione della nostra Nazionale.
Ora tocca a noi.
Ares ci lascia per proseguire verso Roma, per un impegno del tutto personale.
La compagnia si scioglierà definitivamente a Milano Centrale.
Che splendide giornate!
Grazie ancora, ragazzi.
Alla prossima e…..garantito……non ne vedo già l’ora.
Sono a Firenze, comincio a ricordare.
Hummmm! Avrei dormito volentieri almeno altre due ore, ma una nuova giornata ci aspetta.
Scendiamo puntuali nella sala colazione dove ci aspetta un Paolo piuttosto pimpante.
Da buoni fifoni continuiamo ad avere le infradito ai piedi; ci scoccerebbe davvero ricevere anche un semplice richiamo.
Come sempre stento ad andare in pressione, termino una colazione tipicamente mediterranea e ricevo una telefonata.
Bene, Andrea è arrivato, ma Stefano ed Ares dove sono?
Probabilmente i pigroni si sono riaddormentati, ma quando decido che è meglio andare a dar loro la sveglia, eccoli comparire.
Caspita, Alessandro (Ares) è scalzo, fa incetta di buone cibarie come se niente fosse, passando davanti al personale alberghiero completamente indifferente; merita davvero un applauso e penso che quello sia l’atteggiamento giusto.
Usciamo tutti dall’Hotel scalzi per ricalzarci precipitosamente: il sole ha arroventato talmente strade e marciapiedi da rendere impossibile la marcia a piedi nudi.
Io e Andrea cerchiamo di resistere, ma non c’è proprio nulla da fare.
Fortunatamente ci sono stretti vicoli ombrosi che ci consentono di calpestare comodi lastricati appena tiepidi.
Tentiamo l’ingresso in S. Maria Novella, ma……sorpresa! Ci viene negato l’accesso e non perché scalzi, ma perché è in corso una funzione religiosa.
Non ci sembra una buona ragione e siamo piuttosto indispettiti, anche un po’ insospettiti, ma ci calma l’osservare che anche altre persone regolarmente calzate vengono decisamente respinte.
Fossimo arrivati prima, forse avremmo potuto confonderci con i fedeli che desideravano ascoltare la Santa Messa.
Dobbiamo pensare ad altre mete.
Si vedono i risultati delle Notti Bianche, perché ci sono troppi vetri di bottiglia in giro, in particolare nei pressi degli incroci stradali, stranamente meno puliti dei piccoli vicoli.
Bisogna, quindi, cercare di non distrarsi per evitare spiacevoli conseguenze.
Visitiamo rapidamente una fresca chiesa ortodossa, prima di dirigerci verso Palazzo Pitti.
Vorremmo almeno gustarci i giardini interni, ma, vista l’ora e, soprattutto, il prezzo d’entrata ci consoliamo con un fresco pediluvio presso una fontanella poco distante.
Il fatto è che il biglietto non differenzia una visita completa da quella ai semplici giardini, mentre noi vorremmo esplorare in dettaglio Santa Croce; dobbiamo scegliere perché non siamo stati mattinieri nella nostra escursione.
Riattraversiamo un Ponte Vecchio molto meno affollato e, costeggiando la Galleria degli Uffizi, ci dirigiamo verso il rinomato luogo sacro.
È un percorso un po’ più lungo, ma ombroso; le vie sono decisamente affollate, ai loro margini numerosi venditori di immagini si affaccendano in un curioso rito.
Notiamo una ronda di carabinieri che si avvicina, i venditori raccolgono rapidamente i loro fogli colorati ed in un attimo è come se non fossero mai esistiti; gli agenti passano, sono appena una decina di metri più in là e, come per incanto, il tappeto di immagini ricompare esattamente nello stesso punto di prima.
Come un’onda che si propaga nello spazio, altri venditori più lontani fanno esattamente la stessa cosa; poi la ronda inverte la marcia ed il processo si ripete in senso inverso.
Per quante decine di volte in un giorno?
Ecco Santa Croce; ci mettiamo in coda per acquistare il biglietto d’entrata.
Siamo coperti, solo Stefano è in canottiera, ma abbiamo già pronto un indumento più coprente per lui.
Agli sportelli un impiegato nota chiaramente che siamo scalzi.
Mi dirigo per ultimo verso l’entrata e vedo una strana concitazione.
Porca miseria, doveva accadere prima o poi, no?
Un guardiano (donna) ci blocca.
<No, così non potete entrare>
Al momento restiamo a bocca aperta: ma, come? In una chiesa non si entra scalzi?
La fila si allunga, decidiamo di far passare un po’ di gente prima di riprendere la battaglia.
Io mi trovo ai margini del gruppo, Ares appare molto determinato ed aggressivo, non perdo una parola, ma osservo attentamente le persone in arrivo.
Non vedo contrarietà nei loro volti, qualcuno mi sorride, non so, forse è solo una sensazione, ma sento più solidarietà che ostilità.
<Mi faccia vedere il regolamento e non si inventi cose che non esistono. In ogni caso, se c’è una regola la si espone là, dove c’è la biglietteria. E poi avete fatto entrare persone con un abbigliamento decisamente poco rispettoso>
Arriva un ragazzo, un altro guardiano; si consultano rapidamente.
Udiamo chiaramente che le dice che secondo lui potremmo entrare, ma la ragazza si impunta indispettita:
<Così non vi posso fare entrare. Chiamo il responsabile>
Il suo atteggiamento è decisamente un errore.
Noto una ragazza che si avvicina, pancia nuda dallo stomaco alla zona pubica, con un ancheggiare conturbante…….no, non era indiana e non aveva il turbante.
La guardiana la fa passare: irrompo nel gruppo e le faccio notare la cosa:
<Scusi, secondo lei quella signora sarebbe decentemente vestita? Eppure l’ha fatta entrare>
Mi liquida con un <Non possiamo far coprire tutti>
È il secondo errore.
Dal gruppo parte un mormorio minaccioso.
Ares riparte deciso:
<O ci fate entrare o ci rimborsate il costo del biglietto>
Arriva il responsabile delle guardie.
Ci ribadisce che così non si può, ma commette il terzo errore, forse il più grave, quello che fa impuntare decisamente Alessandro, che, abbandonata l’idea del rimborso, opta per una guerra fino alla resa senza condizioni.
Il signore minaccia di chiamare i carabinieri e ci chiede se andiamo scalzi per cultura o per che altro….
<Macché cultura. Lo facciamo per piacere e per comodità. Comunque chiami pure i carabinieri, li chiami subito. Noi di qui non ci muoviamo. Poi sono Avvocato e non mi venga a raccontare storielle pensando di spaventarci>
<Guardi, lei può essere anche il Presidente della Repubblica, a me non interessa……e se vi fate male perché siete scalzi, con chi ve la prendete? Se trovate un chiodo?>
L’ultimo errore. Parte l’arringa.
<Voi dovete fare in modo che in un luogo simile non ci siano chiodi, caro signore, perché può provocare lesioni gravi anche a chi indossa un paio di infradito od un paio di sandaletti. E non si attacchi alla storia dei piedi nudi, anzi, dovreste vergognarvi a far calpestare certe opere d’arte da quelle orribili scarpacce>
Perdo qualche battuta, ma improvvisamente il capo delle guardie afferra i biglietti, ne stacca il classico pezzettino di convalida ed augura buona visita.
Non credo alle mie orecchie.
Visitiamo la chiesa sotto la solita eruditissima guida di Ares.
Sul pavimento ci sono bassorilievi bellissimi che è davvero un peccato calpestare con certi tipi di calzature, anzi, non dovrebbero proprio essere calpestati, se non da piedi che non sudano, cioè scalzi.
Usciamo in un chiostro per scattare qualche fotografia; mi siedo nell’erba e vedo che mia moglie e Andrea77 parlano con il capo dei guardiani.
Penso a qualche complicazione, poi apprendo che è stato proprio lui, il capo, ad avvicinare Lucina per scusarsi del suo comportamento e di quello della ragazza di sorveglianza.
<Non vorrei che vi rimanesse un brutto ricordo della visita a S. Croce, ma non mi era mai capitata una situazione simile. E poi quel signore mi ha aggredito dicendo che è un avvocato>
Mia moglie risponde che tutto è dipeso dal suo atteggiamento e che non era proprio il caso di fermare delle persone scalze, quando erano entrate persone mezze svestite.
Il signore risponde che bisogna essere tolleranti; appunto, tolleranti anche nei nostri confronti, degli scalzi.
Il capo dei guardiani si scusa ancora e se ne va.
Proseguiamo verso settori che sono vere e proprie ali di un museo; un paio di giovani guardiani si parlano:
<Questi non li faccio passare>, dice uno all’altro.
Una breve comunicazione via radio che sentiamo benissimo e la strada è spianata.
È l’ora che volge al desìo, nel senso di mettersi comodamente con le gambe sotto un tavolo.
Attraversiamo (credo) Borgo dei Greci, poi vicolo dei Gondi, per sfociare in Piazza della Signoria.
La temperatura è davvero torrida, tutti si ricalzano.
Sono soltanto 50 metri prima di raggiungere il nostro obiettivo, ma mi pento rapidamente di essere scalzo: il suolo sarà almeno sei milioni di gradi!
Stringo i denti e accelero il passo; Andrea compie un balzo da stambecco e sfreccia davanti a me, in cerca di una macchia d’ombra.
È la fine: non ci scalzeremo più fino al momento di entrare nella stazione ferroviaria, salvo qualche sporadico momento.
Ah, quella birra irlandese, fresca e spumeggiante!
È talmente fresca ed invitante che Alessandro decide di farci il bagno, rovesciandosi addosso un bel boccalone.
È anche il momento dei ricordi e dei bilanci; siamo tutti soddisfatti, anche se storditi dalla calura opprimente.
Scorrono così un paio d’ore in piacevole compagnia.
Andrea77 sarà il primo a lasciarci, speriamo ne valga la pena.
Apprenderemo solo più tardi l’eliminazione della nostra Nazionale.
Ora tocca a noi.
Ares ci lascia per proseguire verso Roma, per un impegno del tutto personale.
La compagnia si scioglierà definitivamente a Milano Centrale.
Che splendide giornate!
Grazie ancora, ragazzi.
Alla prossima e…..garantito……non ne vedo già l’ora.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
Complimenti Flavio per l'efficacia, la precisione e la piacevolezza della tua narrazione, ciò che denota, oltre al dono di madre natura nel saper scrivere come un romanziere, un notevole spirito di osservazione e soprattutto un grande coinvolgimento e partecipazione emotiva in ogni momento vissuto nel passato w.e.
Mi permetto soltanto una piccola precisazione - a scanso di equivoco - laddove riferisci che:
".... Ci ribadisce che così non si può, ma commette il terzo errore, forse il più grave, quello che fa impuntare decisamente Alessandro, che, abbandonata l’idea del rimborso, opta per una guerra fino alla resa senza condizioni.
Il signore minaccia di chiamare i carabinieri e ci chiede se andiamo scalzi per cultura o per che altro….
<Macché cultura. Lo facciamo per piacere e per comodità. Comunque chiami pure i carabinieri, li chiami subito. Noi di qui non ci muoviamo. Poi sono Avvocato e non mi venga a raccontare storielle pensando di spaventarci>".
Non vorrei che qualcuno pensasse che sono o che siamo degli attaccabrighe.
Non è mia abitudine (e sarebbe anche deontologicamente scorretto) millantare la profesione che svolgo, tantomeno per incutere timori o spaventare. Anzi in genere tendo ad omettere di parlarne, per evitare di dover trattare di lavoro anche quando sono fuori dallo studio o dal Tribunale.
In quella occasione ho dichiarato la mia professione in risposta alla domanda posta del responsabile dei custodi, il quale, più o meno esplicitamennte, aveva supposto o sospettato fossimo tutti appartenenti ad una setta di fanatici: mi è sembrato opportuno replicare che eravamo normalissimi cittadini ciascuno con un lavoro normale (avvocato, ricercatore, medico, impiegato etc.) in visita turistica, semplicemente scalzi per propria comodità. Non senza implicitammente lasciar intendere che non aveva a che fare con degli sprovveduti maleducati, ma con persone desiderose di effettuare una visita culturale presso il complesso di Santa Croce.
Diamine, neanche fossimo entrati nudi o con la sigaretta accesa in bocca .....
Mi permetto soltanto una piccola precisazione - a scanso di equivoco - laddove riferisci che:
".... Ci ribadisce che così non si può, ma commette il terzo errore, forse il più grave, quello che fa impuntare decisamente Alessandro, che, abbandonata l’idea del rimborso, opta per una guerra fino alla resa senza condizioni.
Il signore minaccia di chiamare i carabinieri e ci chiede se andiamo scalzi per cultura o per che altro….
<Macché cultura. Lo facciamo per piacere e per comodità. Comunque chiami pure i carabinieri, li chiami subito. Noi di qui non ci muoviamo. Poi sono Avvocato e non mi venga a raccontare storielle pensando di spaventarci>".
Non vorrei che qualcuno pensasse che sono o che siamo degli attaccabrighe.
Non è mia abitudine (e sarebbe anche deontologicamente scorretto) millantare la profesione che svolgo, tantomeno per incutere timori o spaventare. Anzi in genere tendo ad omettere di parlarne, per evitare di dover trattare di lavoro anche quando sono fuori dallo studio o dal Tribunale.
In quella occasione ho dichiarato la mia professione in risposta alla domanda posta del responsabile dei custodi, il quale, più o meno esplicitamennte, aveva supposto o sospettato fossimo tutti appartenenti ad una setta di fanatici: mi è sembrato opportuno replicare che eravamo normalissimi cittadini ciascuno con un lavoro normale (avvocato, ricercatore, medico, impiegato etc.) in visita turistica, semplicemente scalzi per propria comodità. Non senza implicitammente lasciar intendere che non aveva a che fare con degli sprovveduti maleducati, ma con persone desiderose di effettuare una visita culturale presso il complesso di Santa Croce.
Diamine, neanche fossimo entrati nudi o con la sigaretta accesa in bocca .....
Ares- Numero di messaggi : 169
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
Come sempre sei gentile, ma spero che tutti capiscano che ho scritto non per ostentazione, ma perché me l'avete chiesto.Ares ha scritto:Complimenti Flavio per l'efficacia, la precisione e la piacevolezza della tua narrazione, ciò che denota, oltre al dono di madre natura nel saper scrivere come un romanziere, un notevole spirito di osservazione e soprattutto un grande coinvolgimento e partecipazione emotiva in ogni momento vissuto nel passato w.e.
Con ciò voglio dire che ero piuttosto indeciso sul da farsi.
Ha scritto Andrea, poi avete fatto un resoconto più che esauriente sia tu che Paolo Fratter; a questo punto il mio intervento poteva sembrare ridondante e, per certi versi, anche un poco irrispettoso.
Secondo me è giusto che tutti esprimano le loro sensazioni e che non ci sia mai un reporter "di professione": è qui il bello, toccare con mano i diversi modi di percepire la medesima esperienza.
Sapere che apprezzate il mio stile non può che farmi piacere, ma, ripeto, ho preferito raccontare il mio punto di vista su esplicita richiesta.
Mi perdoni chi non è dello stesso parere.
Io non mi preoccuperei più di tanto.Ares ha scritto:Non vorrei che qualcuno pensasse che sono o che siamo degli attaccabrighe.
Non è mia abitudine (e sarebbe anche deontologicamente scorretto) millantare la profesione che svolgo, tantomeno per incutere timori o spaventare.
Il messaggio mi sembra forte e chiaro.
Siamo stati messi con le spalle al muro e minacciati esplicitamente, perciò dovevi qualificarti in qualche modo per difendere le nostre posizioni che erano diventate indifendibili.
In quel momento sei diventato il garante dei nostri diritti civili.
Per quanto riguarda i Carabinieri, al di là di sciocchi pregiudizi, non credo che si sarebbero comportati irrazionalmente, anzi, penso che la brutta figura l'avrebbe fatta proprio il gruppo di guardia.
Ciao.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
E perchè mai? Leggere i racconti sintetici e quelli di una buona penna, è il meglio che possa capitare. Raccontare ciascuno a modo suo senza alcuna censura è un esercizio di democrazia.lucignolo ha scritto:
Ha scritto Andrea, poi avete fatto un resoconto più che esauriente sia tu che Paolo Fratter; a questo punto il mio intervento poteva sembrare ridondante e, per certi versi, anche un poco irrispettoso.
Sarebbe meglio ancora se tutti potessero farlo, e penso a chi non ha facile accesso al computer.
Continuiamo così, a quando la prossima? (mi raccomando: fatemelo sapere in anticipo, così vedo di avvisare i residenti in zona che riesco a rintracciare ....)
bfpaul
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
Carissimi amici scalzi, mi dispiace moltissimo aver mancato di incontrarmi con Lucignolo e Signora, Ares, Paolo e Andrea nella mia città.
In questi ultimi tempi sono stato talmente oberato dal lavoro che non ho quasi mai aperto il forum. E' vero che il 21 e il 22 ero fuori Firenze, però almeno per cortesia mi avrebbe fatto piacere comunicare per tempo la mia assenza, e poi chissà, forse mi potevo comunque organizzare almeno per un incontro di qualche ora.
Spero che Firenze vi abbia accolti bene, è una città un po' contraddittoria dove ognuno può fare quel che gli pare ma dove non si incontra molta cortesia, non perchè i fiorentini siano ostili, ma per i modi bruschi che fanno un po' parte dello stile comunicativo della gente. Mi meraviglio della querelle che c'è stata a S.Croce, bravissimi siete stati a tener duro.
Mi mangio un po' le mani per non aver fatto in modo da almeno sapere che c'eravate.
La mattina del 21 ero in un bosco vicino alla mia casa di campagna dove ho fatto una bellissima camminata di tre ora, scalzo in un sentiero talmente inzuppato dalla pioggia che ho fatto in più punti una terapia con i fanghi ai miei piedi. Al ritorno le piante erano pulitissime dopo una breve sciacquata.
Complimenti a Lucignolo che è un vero scrittore!
Luca
In questi ultimi tempi sono stato talmente oberato dal lavoro che non ho quasi mai aperto il forum. E' vero che il 21 e il 22 ero fuori Firenze, però almeno per cortesia mi avrebbe fatto piacere comunicare per tempo la mia assenza, e poi chissà, forse mi potevo comunque organizzare almeno per un incontro di qualche ora.
Spero che Firenze vi abbia accolti bene, è una città un po' contraddittoria dove ognuno può fare quel che gli pare ma dove non si incontra molta cortesia, non perchè i fiorentini siano ostili, ma per i modi bruschi che fanno un po' parte dello stile comunicativo della gente. Mi meraviglio della querelle che c'è stata a S.Croce, bravissimi siete stati a tener duro.
Mi mangio un po' le mani per non aver fatto in modo da almeno sapere che c'eravate.
La mattina del 21 ero in un bosco vicino alla mia casa di campagna dove ho fatto una bellissima camminata di tre ora, scalzo in un sentiero talmente inzuppato dalla pioggia che ho fatto in più punti una terapia con i fanghi ai miei piedi. Al ritorno le piante erano pulitissime dopo una breve sciacquata.
Complimenti a Lucignolo che è un vero scrittore!
Luca
Luca T- Numero di messaggi : 203
Età : 76
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
Guarda, Luca, Firenze ha lasciato in me un ricordo bellissimo, forse su questa città aleggia ancora lo spirito di cervelli incommensurabili.Luca T ha scritto:Spero che Firenze vi abbia accolti bene, è una città un po' contraddittoria dove ognuno può fare quel che gli pare ma dove non si incontra molta cortesia, non perchè i fiorentini siano ostili, ma per i modi bruschi che fanno un po' parte dello stile comunicativo della gente.
Non mi è sembrato un popolo ostile (provinciale lo fu quello della dotta Padova).
Il mio defunto padre amava molto i toscani in genere, ma mi metteva in guardia dal loro modo di approcciare le persone.
Sono generosi, ma sono ironici ed hanno una lingua che taglia il ferro.
Vedono il mondo secondo una logica che può essere davvero irritante per chi non ha quel tipo di humor, eppure sanno essere estremamente costruttivi.
Mi identifico con questo spirito, perché anch'io posso essere irritante e ostile se non si conosce il mio modo di vedere le cose; per questo motivo Firenze mi ha incantato e mi ha lasciato un retrogusto dolce. Mi si diceva (Augusto o Federico?) che i tedeschi non hanno ironia, eppure sono convinto che si tratti di un'aspetto che a loro piace molto; il tedesco ha uno spirito di corpo ed organizzativo che trova pochi riscontri nel mondo e che io amo al massimo grado, ma credo di non sbagliare pensando che per il popolo tedesco l'italiano "amico" si identifica con il soggetto ricco intellettualmente, imprevedibile e sostanzialmente ordinato e leale come può essere il toscano tipico.
Si tratta, ovviamente, di una pura e semplice impressione, ma spero ti renda l'idea di come ho visto i fiorentini.
È sempre più evidente l'ignoranza di chi è preposto alle operazioni di controllo. Mettiamoci nei loro panni e pensiamo che quasi nessuno conosce il nostro costume. E qui mi fermo.Luca T ha scritto:Mi meraviglio della querelle che c'è stata a S.Croce, bravissimi siete stati a tener duro.
Ti avremmo incontrato volentierissimo!Luca T ha scritto:Mi mangio un po' le mani per non aver fatto in modo da almeno sapere che c'eravate.
Grazie. Troppo buono.Luca T ha scritto:Complimenti a Lucignolo che è un vero scrittore!
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
Mettiamoci nei loro panni e pensiamo che quasi nessuno conosce il nostro costume.
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Io posso capire il loro modo di pensare. Capisco che magari hanno paura che uno si faccia male xò c'è anche da dire che esiste un regolamento. Se questo nn menziona il divieto di entrare scalzi (quasi sicuramente xchè nn gli è neppure passato x la testa la possibilità) dovrebbe essere inteso che è consentito (in quanto nn espressamente vietato).
Ciao
Andrea
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Io posso capire il loro modo di pensare. Capisco che magari hanno paura che uno si faccia male xò c'è anche da dire che esiste un regolamento. Se questo nn menziona il divieto di entrare scalzi (quasi sicuramente xchè nn gli è neppure passato x la testa la possibilità) dovrebbe essere inteso che è consentito (in quanto nn espressamente vietato).
Ciao
Andrea
Andrea77- Numero di messaggi : 1101
Data d'iscrizione : 02.01.08
Italia-Germania
So che il tema e' off-topic e dovrebbe trovarsi nell'ultima sezione (chiacchiere in liberta'), pero' dal momento che Lucignolo ne ha parlato qua sopra voglio rispondergli - a proposito, secondo me troppo spesso esageriamo con le p***e mentali circa il tema off-topic vs. on-topic.
Premetto che sono uno psicologo/sociologo/filosofo della domenica pomeriggio percio' alla fin fine posso solo mettere insieme quel po' di osservazioni che mi capita di fare. Non e' mia intenzione offendere alcuno... e tra l'altro dal momento che si tratta di generalizzazioni e' ovvio che ci sono miliardi di controesempi. Sto solo facendo un tentativo di spiegare delle differenze oggettivamente presenti.
1. Ironia. E' molto semplice: i Tedeschi non capiscono il senso dell'ironia. Questa frase e' da prendersi completamente alla lettera. Con ironia non intendo niente di piu' che il dire una cosa intendendo il contrario ("bella giornata?" quando piove...) - semplicemente la gente ti guarda in modo stranito non capendo perche' dici una cosa cosi' assurda. Per il Tedesco non c'e' nessun motivo di dire cose che non sone vere, e' semplicemente sbagliato. Da questo punto di vista invece gli Austriaci sono del tutto differenti e molto piu' simili a noi. L'unica situazione in cui un Tedesco riconosce l'ironia e' se lo si avvisa esplicitamente (come il pubblico negli spettacoli televisivi quando l'omino dice di applaudire o ridere): esempio tipico e' l'umorismo inglese. I tedeschi sanno che l'Inglese e' ironico percio' sono in grado di riconoscere l'ironia.
2. Senso dell'autorita'. La nostra capacita' di mettere in discussione l'autorita' e' una delle cose per cui noi Italiani veniamo invidiati di piu'. In realta' i Tedeschi non riescono bene a capire dove sta la differenza e pensano che per sentirsi Italiani basta attraversare il semaforo pedonale col rosso. Io penso invece che sia nel rapporto col concetto di "verita'". I Tedeschi sono essenzialmente platonisti/hegeliani (comunque razionalisti) mentre noi siamo in questo senso molto piu' empiristi. La mia teoria e' che ci sia un legame tra questa differenza e il diverso modo di educare i figli. Mi e' capitato di osservare che spessissimo quando una mamma tedesca vieta qualcosa ai figli le argomentazioni sono di tipo: "Non si fa perche' e' sbagliato", cioe' c'e' un appello a delle idee o dei valori assoluti. In Italia per quello che ho potuto vedere io le argomentazioni invece sono tipo "Non si fa perche' lo dice la mamma". E' abbastanza naturale che e' piu' facile mettere in discussione un concetto relativo di autorita' o verita'.
3. Amicizia. Su questo avevo fatto un commento qualche settimana fa che mi sa che e' stato frainteso. L'amicizia in Italia e' un concetto di gruppo - in Germania invece e' un rapporto bilaterale. L'amicizia di X con Y e Z e' completamente indipendente dall'amicizia tra Y e Z. Le uscite di gruppo esistono, ma la "norma" e' l'uscita a due. Io ho un amico psicologo tedesco che ha vissuto quasi 10 anni in Italia. Per lui la piu' grande sofferenza dal punto di vista sociale e' che ogni volta che voleva frequentare qualche amico si ritrovava con altre 10 persone. Specularmente mi racconta che tantissimi Italiani che vanno in cura da lui hanno il problema opposto in Germania, dove non riescono a farsi il "gruppo di amici". Io personalmente apprezzo molto il modo tedesco di essere amici e credo che crei dei rapporti di amicizia molto piu' profondi. Forse anche per questo sono un po' scettico nel confronto dei "raduni" (io sono sicuramente strano, ma questa parola proprio mi mette i brividi) mentre sono molto piu' aperto all'idea di incontri bilaterali dove uno puo' conoscersi. Per la precisione non parlo solo di raduni scalzi.
Ciao,
Augusto
Premetto che sono uno psicologo/sociologo/filosofo della domenica pomeriggio percio' alla fin fine posso solo mettere insieme quel po' di osservazioni che mi capita di fare. Non e' mia intenzione offendere alcuno... e tra l'altro dal momento che si tratta di generalizzazioni e' ovvio che ci sono miliardi di controesempi. Sto solo facendo un tentativo di spiegare delle differenze oggettivamente presenti.
1. Ironia. E' molto semplice: i Tedeschi non capiscono il senso dell'ironia. Questa frase e' da prendersi completamente alla lettera. Con ironia non intendo niente di piu' che il dire una cosa intendendo il contrario ("bella giornata?" quando piove...) - semplicemente la gente ti guarda in modo stranito non capendo perche' dici una cosa cosi' assurda. Per il Tedesco non c'e' nessun motivo di dire cose che non sone vere, e' semplicemente sbagliato. Da questo punto di vista invece gli Austriaci sono del tutto differenti e molto piu' simili a noi. L'unica situazione in cui un Tedesco riconosce l'ironia e' se lo si avvisa esplicitamente (come il pubblico negli spettacoli televisivi quando l'omino dice di applaudire o ridere): esempio tipico e' l'umorismo inglese. I tedeschi sanno che l'Inglese e' ironico percio' sono in grado di riconoscere l'ironia.
2. Senso dell'autorita'. La nostra capacita' di mettere in discussione l'autorita' e' una delle cose per cui noi Italiani veniamo invidiati di piu'. In realta' i Tedeschi non riescono bene a capire dove sta la differenza e pensano che per sentirsi Italiani basta attraversare il semaforo pedonale col rosso. Io penso invece che sia nel rapporto col concetto di "verita'". I Tedeschi sono essenzialmente platonisti/hegeliani (comunque razionalisti) mentre noi siamo in questo senso molto piu' empiristi. La mia teoria e' che ci sia un legame tra questa differenza e il diverso modo di educare i figli. Mi e' capitato di osservare che spessissimo quando una mamma tedesca vieta qualcosa ai figli le argomentazioni sono di tipo: "Non si fa perche' e' sbagliato", cioe' c'e' un appello a delle idee o dei valori assoluti. In Italia per quello che ho potuto vedere io le argomentazioni invece sono tipo "Non si fa perche' lo dice la mamma". E' abbastanza naturale che e' piu' facile mettere in discussione un concetto relativo di autorita' o verita'.
3. Amicizia. Su questo avevo fatto un commento qualche settimana fa che mi sa che e' stato frainteso. L'amicizia in Italia e' un concetto di gruppo - in Germania invece e' un rapporto bilaterale. L'amicizia di X con Y e Z e' completamente indipendente dall'amicizia tra Y e Z. Le uscite di gruppo esistono, ma la "norma" e' l'uscita a due. Io ho un amico psicologo tedesco che ha vissuto quasi 10 anni in Italia. Per lui la piu' grande sofferenza dal punto di vista sociale e' che ogni volta che voleva frequentare qualche amico si ritrovava con altre 10 persone. Specularmente mi racconta che tantissimi Italiani che vanno in cura da lui hanno il problema opposto in Germania, dove non riescono a farsi il "gruppo di amici". Io personalmente apprezzo molto il modo tedesco di essere amici e credo che crei dei rapporti di amicizia molto piu' profondi. Forse anche per questo sono un po' scettico nel confronto dei "raduni" (io sono sicuramente strano, ma questa parola proprio mi mette i brividi) mentre sono molto piu' aperto all'idea di incontri bilaterali dove uno puo' conoscersi. Per la precisione non parlo solo di raduni scalzi.
Ciao,
Augusto
Ospite- Ospite
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
E chi si dovrebbe offendere?Augusto ha scritto:Non e' mia intenzione offendere alcuno...
Ho citato chi mi sembrava avesse affermato la totale mancanza di ironia del popolo tedesco.
Gli unici tedeschi che conosco sono state meteore estive, fra i moltissimi che amano il nostro Paese e, forse, anche il nostro modo di vedere il mondo; tu li hai ritratti con una conoscenza sicuramente maggiore della mia.
Va bene così.
Anzi, grazie per aver espresso il tuo punto di vista.
Perché ne ho parlato? Perché mi andava di farlo.
L'amicizia, quella profonda, quella che ti fa sacrificare tutto ciò che hai per chi ami è un fenomeno talmente raro che non vale nemmeno la pena di discuterne qui.
Poi ognuno coltiva la sua vita pubblica come meglio crede.
Va bene X con Y, X con Y e Z e chi più ne ha ne metta.
Anche questo fa parte del modo fortunatamente vario di concepire le cose.
Ciao.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
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Data d'iscrizione : 02.01.08
De amicitia
Ciao Lucignolo,
sara' che io sono un inguaribile ottimista e la mia fiducia nel prossimo e' pressoche' illimitata, ma non credo che l'amicizia profonda sia una cosa cosi' rara come dici tu. Negli ultimi giorni ho avuto dei problemi personali che sto cercando di superare con l'aiuto di alcune persone veramente straordinarie, una delle quali conosciuta qui sul forum (grazie mille!). Ora puoi chiederti se questa sia l'amicizia profonda di cui tu parli e che porta uno a dare tutto per l'altro. Io non sono ne' saro' mai (spero) in grado di sapere quanto queste persone siano disposte a dare per me, ma sono sicuro che non e' questo quello che conta. La cosa veramente importante e' che so quanto io sono disposto a dare per loro. Per me questo e solo questo e' l'amicizia.
Vorrei aggiungere un altro episodio. L'anno scorso la mia ragazza mi ha presentato a una sua professoressa americana di origini ebraiche che insegna filosofia all'universita' in Pennsylvania ed era a Potsdam per un convegno. Dopo pranzo nel momento di accomiatarsi lei mi dice: "Mi ha fatto molto piacere conoscerti e sapere che tu ti prendi cura di *****. Ora fai parte della famiglia". Io l'ho ringraziata e lei mi ha detto: "Non devi ringraziarmi. Non si tratta di un onore, ma di un impegno".
Beh sai che ripensandoci questo mi episodio mi ha insegnato tantissimo sul concetto di amicizia? Io sono convinto che nell'istante stesso in cui una persona mi chiama "AMICO" nasce in me un impegno e non posso fare a meno di promettere la mia fedelta' da amico.
E' da questo punto di vista che io penso che un'amicizia profonda sia molto piu' difficile quando il rapporto viene vissuto quasi esclusivamente in un ambito pubblico come spesso si fa in Italia. Poi sono d'accordo che a volte e' piu' divertente andare in montagna o a mangiare la pizza quando si e' in tanti, ma come dici tu questo riguarda come uno vuole coltivare la propria vita pubblica.
Saluti e buona notte!
Augusto
sara' che io sono un inguaribile ottimista e la mia fiducia nel prossimo e' pressoche' illimitata, ma non credo che l'amicizia profonda sia una cosa cosi' rara come dici tu. Negli ultimi giorni ho avuto dei problemi personali che sto cercando di superare con l'aiuto di alcune persone veramente straordinarie, una delle quali conosciuta qui sul forum (grazie mille!). Ora puoi chiederti se questa sia l'amicizia profonda di cui tu parli e che porta uno a dare tutto per l'altro. Io non sono ne' saro' mai (spero) in grado di sapere quanto queste persone siano disposte a dare per me, ma sono sicuro che non e' questo quello che conta. La cosa veramente importante e' che so quanto io sono disposto a dare per loro. Per me questo e solo questo e' l'amicizia.
Vorrei aggiungere un altro episodio. L'anno scorso la mia ragazza mi ha presentato a una sua professoressa americana di origini ebraiche che insegna filosofia all'universita' in Pennsylvania ed era a Potsdam per un convegno. Dopo pranzo nel momento di accomiatarsi lei mi dice: "Mi ha fatto molto piacere conoscerti e sapere che tu ti prendi cura di *****. Ora fai parte della famiglia". Io l'ho ringraziata e lei mi ha detto: "Non devi ringraziarmi. Non si tratta di un onore, ma di un impegno".
Beh sai che ripensandoci questo mi episodio mi ha insegnato tantissimo sul concetto di amicizia? Io sono convinto che nell'istante stesso in cui una persona mi chiama "AMICO" nasce in me un impegno e non posso fare a meno di promettere la mia fedelta' da amico.
E' da questo punto di vista che io penso che un'amicizia profonda sia molto piu' difficile quando il rapporto viene vissuto quasi esclusivamente in un ambito pubblico come spesso si fa in Italia. Poi sono d'accordo che a volte e' piu' divertente andare in montagna o a mangiare la pizza quando si e' in tanti, ma come dici tu questo riguarda come uno vuole coltivare la propria vita pubblica.
Saluti e buona notte!
Augusto
Ospite- Ospite
Incontri scalzi: a volte si può essere amici.
Allora beato chi ti incontra! E non scherzo.Augusto ha scritto:La cosa veramente importante e' che so quanto io sono disposto a dare per loro. Per me questo e solo questo e' l'amicizia.
Andando avanti con gli anni si diventa un po' più "cattivi" e le ferite stentano a rimarginarsi.
Il mio augurio è che tu possa ricevere tante soddisfazioni, anche se non necessariamente quante ne dai.
Anche qui ti do ragione, perché l'amicizia non la si può valutare con la bilancia.
Il nostro gruppo lombardo è piccolo, forse rimarrà tale e forse è un bene.Augusto ha scritto:E' da questo punto di vista che io penso che un'amicizia profonda sia molto piu' difficile quando il rapporto viene vissuto quasi esclusivamente in un ambito pubblico come spesso si fa in Italia. Poi sono d'accordo che a volte e' piu' divertente andare in montagna o a mangiare la pizza quando si e' in tanti, ma come dici tu questo riguarda come uno vuole coltivare la propria vita pubblica.
A volte l'amicizia vera nasce dove meno te l'aspetti. Ho imparato a crederci a dispetto di tutte le prove contrarie che ho incontrato nella mia vita.
Prima devi conoscere la persona, poi la puoi valutare (e non dico giudicare).
Io ci spero in un'amicizia duratura e sincera.
Diciamo che il destino ci ha fatto incontrare e ci ha dato una mano, poteva essere in un ambito anche molto diverso.
Calci in c...o ne ho presi tanti, uno più uno meno.......eppure non ho smesso di crederci. Se non è ottimismo questo!
Siamo off topic? Forse ne valeva la pena.
Il mio vuole essere un messaggio positivo.
Non è obbligatorio incontrarsi scalzi né voglio spingervi a farlo, se non volete.
Considerate soltanto che, a volte, il destino gioca a scacchi con noi, forse anche a piedi nudi.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
Ciao Flavio,
Non sono convinto che col tempo ci si debba per forza incattivire. La mia esperienza anzi mi ha dimostrato che il processo può andare pure nella direzione opposta. Se 10 fa mi avessi chiesto l'identikit dell'amico ideale avrei probabilmente descritto una persona intellettuale, magari pure arrogante, che mi permettesse di vedere rispecchiato il mio insopportabile senso di "superiorità". Fortunatamente le cose sono molto cambiate e adesso sto imparando sempre più ad apprezzare altre qualità.
Se ho sbagliato qualcosa nella vita non è stato nello scegliere amici che mi hanno deluso, ma nell'averli deluso io per primo. O addirittura nel sottovalutare la loro disponibilità ad aiutarmi. Semplicemente, errori di questo tipo non voglio più permettermene.
Hai ragione a dire che belle amicizie possono nascere inaspettatamente e che l'unico modo di sapere è provare. Penso però che un certo denominatore comune sia un presupposto fondamentale. In questo momento ho molte difficoltà nelle relazioni con persone che hanno una visione molto razionalista della vita. E' strano per un matematico dire una cosa così... Faccio un esempio e spero di non offendere nessuno. Se guardo come il papa affronta certi temi tipo unioni omosessuali o eutanasia mi rendo conto che la mia visione della vita è completamente diversa. Io non penso a una legge naturale o logica, ma prima di tutto a persone che soffrono. Io la regola la farei in base a questo principio e non sulla base di quella che io credo sia essere la normalità.
Quello che ho constato è che questa superiorità delle idee sugli uomini è emersa più volte in questo forum parlando di temi molto meno seri. Non voglio convincere nessuno del mio modo di vedere le cose. Semplicemente mi sembra che manchi un presupposto fondamentale per un'amicizia vera. Comunque sono pronto a lasciarmi sorprendere.
Saluti da Colonia,
Augusto
Non sono convinto che col tempo ci si debba per forza incattivire. La mia esperienza anzi mi ha dimostrato che il processo può andare pure nella direzione opposta. Se 10 fa mi avessi chiesto l'identikit dell'amico ideale avrei probabilmente descritto una persona intellettuale, magari pure arrogante, che mi permettesse di vedere rispecchiato il mio insopportabile senso di "superiorità". Fortunatamente le cose sono molto cambiate e adesso sto imparando sempre più ad apprezzare altre qualità.
Se ho sbagliato qualcosa nella vita non è stato nello scegliere amici che mi hanno deluso, ma nell'averli deluso io per primo. O addirittura nel sottovalutare la loro disponibilità ad aiutarmi. Semplicemente, errori di questo tipo non voglio più permettermene.
Hai ragione a dire che belle amicizie possono nascere inaspettatamente e che l'unico modo di sapere è provare. Penso però che un certo denominatore comune sia un presupposto fondamentale. In questo momento ho molte difficoltà nelle relazioni con persone che hanno una visione molto razionalista della vita. E' strano per un matematico dire una cosa così... Faccio un esempio e spero di non offendere nessuno. Se guardo come il papa affronta certi temi tipo unioni omosessuali o eutanasia mi rendo conto che la mia visione della vita è completamente diversa. Io non penso a una legge naturale o logica, ma prima di tutto a persone che soffrono. Io la regola la farei in base a questo principio e non sulla base di quella che io credo sia essere la normalità.
Quello che ho constato è che questa superiorità delle idee sugli uomini è emersa più volte in questo forum parlando di temi molto meno seri. Non voglio convincere nessuno del mio modo di vedere le cose. Semplicemente mi sembra che manchi un presupposto fondamentale per un'amicizia vera. Comunque sono pronto a lasciarmi sorprendere.
Saluti da Colonia,
Augusto
Ospite- Ospite
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
Nulla da aggiungere.Augusto ha scritto:Comunque sono pronto a lasciarmi sorprendere.
È raro vedere una concezione così umanistica in un matematico.
Complimenti.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
Grazie per i complimenti, pero' non posso accettarli semplicemente perche' mi sembra di non averli meritati. Tutto quello che sono lo devo a una serie di eventi e persone incontrate nell'arco della mia vita. Fosse stato per me sarei una persona molto diversa (penso peggiore).
Saluti da Colonia,
Augusto
Saluti da Colonia,
Augusto
Ospite- Ospite
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
Va bene.Augusto ha scritto:Grazie per i complimenti, pero' non posso accettarli semplicemente perche' mi sembra di non averli meritati. Tutto quello che sono lo devo a una serie di eventi e persone incontrate nell'arco della mia vita. Fosse stato per me sarei una persona molto diversa (penso peggiore).
Permettimi di risponderti con una battuta.
Potrei dirti di me stesso che a volte non penso di meritare certe critiche, perché mi sembra di non averle meritate. Tutto quello che sono lo devo a una serie di eventi e persone incontrate nell'arco della mia vita. Fosse stato per me sarei una persona molto diversa (penso migliore).
Ma, allora, chi siamo e perché siamo come siamo?
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
lucignolo ha scritto:Va bene.Augusto ha scritto:Grazie per i complimenti, pero' non posso accettarli semplicemente perche' mi sembra di non averli meritati. Tutto quello che sono lo devo a una serie di eventi e persone incontrate nell'arco della mia vita. Fosse stato per me sarei una persona molto diversa (penso peggiore).
Permettimi di risponderti con una battuta.
Potrei dirti di me stesso che a volte non penso di meritare certe critiche, perché mi sembra di non averle meritate. Tutto quello che sono lo devo a una serie di eventi e persone incontrate nell'arco della mia vita. Fosse stato per me sarei una persona molto diversa (penso migliore).
Ma, allora, chi siamo e perché siamo come siamo?
I temi sono come sempre interessanti, ma - abbiate pazienza - siamo abbondantemente fuori tema.
Capisco che vi rompo le scatole, ma secondo voi che dovrebbe fare un moderatore? Anche questo sarebbe un tema no? Ma personalmente non voglio che sia trattato sotto: Gita a Firenze, seconda giornata.
Perciò continuate - vi prego - nel forum apposito, tenendo presente che altrimenti il Forum diventa davvero illeggibile.
Perchè nessuno può ricordare dove aveva letto quella discussione interessante ....
bfpaul
(webmaster, moderatore, rompiscatole......)
Incontri scalzi: a volte si può essere amici.
Ma, no! Aspetta!bfpaul ha scritto:...continuate - vi prego - nel forum apposito, tenendo presente che altrimenti il Forum diventa davvero illeggibile.
Perchè nessuno può ricordare dove aveva letto quella discussione interessante ....
Avevamo anche cambiato titolo, poi per errore è ricomparso quello della gita a Firenze.
Concludo con la morale, nel caso non fossi stato chiaro come spesso accade: fra caso e necessità, tutti dobbiamo rispondere delle nostre azioni, per quanto possano essere imputate in parte a quelle altrui.
Io ho i miei torti, Augusto si prenda i suoi giusti meriti.
Passo e chiudo.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
lucignolo ha scritto:Ma, no! Aspetta!bfpaul ha scritto:...continuate - vi prego - nel forum apposito, tenendo presente che altrimenti il Forum diventa davvero illeggibile.
Perchè nessuno può ricordare dove aveva letto quella discussione interessante ....
Avevamo anche cambiato titolo, poi per errore è ricomparso quello della gita a Firenze.
Concludo con la morale, nel caso non fossi stato chiaro come spesso accade: fra caso e necessità, tutti dobbiamo rispondere delle nostre azioni, per quanto possano essere imputate in parte a quelle altrui.
Io ho i miei torti, Augusto si prenda i suoi giusti meriti.
Passo e chiudo.
Flavio, non fraintendermi: se dico una qualsiasi cosa dopo una lunga discussione, con questo non voglio togliere la parola a nessuno e non voglio avere l'ultima parola.
E sopratutto, non ho ragione se parlo per ultimo; lo faccio solo perchè lascio tutti liberi di esprimersi e mi godo la discussione. C'è tanto da imparare!!
Se poi osservo che si è fuori tema e non l'ho fatto prima, è proprio per non distruggere la discussione; mi auguro sempre che appena il discorso non ha più niente a che fare col titolo del topic, si provveda a rinviarlo ad un nuovo topic. Basta avvertire e aprire un nuovo topic, dov'è la difficolta?
bfpaul
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
Tranquillo, Paolo.bfpaul ha scritto:Flavio, non fraintendermi: se dico una qualsiasi cosa dopo una lunga discussione, con questo non voglio togliere la parola a nessuno e non voglio avere l'ultima parola..........Basta avvertire e aprire un nuovo topic, dov'è la difficolta?
Non ti ho frainteso.
Non era una lunga discussione, ma come sempre è difficile fermarsi in tempo.
Si può mettere un nuovo topic, ma intanto sei andato troppo in là.
Nessuna difficoltà, bisogna sapersi controllare ed agire in fretta.
Siccome siamo impulsivi, di caldo temperamento e, spesso, esuberanti, il cavallo che cavalchiamo prende lo slancio e non sente le redini tirate.
Dobbiamo rassegnarci a sentirci tirare le orecchie dal nostro master e lui si dovrà rassegnare a doverci "bacchettare" ogni tanto sulle dita.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Gita a Firenze: seconda giornata
lucignolo ha scritto:Tranquillo, Paolo.bfpaul ha scritto:Flavio, non fraintendermi: se dico una qualsiasi cosa dopo una lunga discussione, con questo non voglio togliere la parola a nessuno e non voglio avere l'ultima parola..........Basta avvertire e aprire un nuovo topic, dov'è la difficolta?
Non ti ho frainteso.
Non era una lunga discussione, ma come sempre è difficile fermarsi in tempo.
Si può mettere un nuovo topic, ma intanto sei andato troppo in là.
Nessuna difficoltà, bisogna sapersi controllare ed agire in fretta.
Siccome siamo impulsivi, di caldo temperamento e, spesso, esuberanti, il cavallo che cavalchiamo prende lo slancio e non sente le redini tirate.
Dobbiamo rassegnarci a sentirci tirare le orecchie dal nostro master e lui si dovrà rassegnare a doverci "bacchettare" ogni tanto sulle dita.
Caro Flavio, il problema è che il Forum deve essere "leggibile" anche da chi non lo segue da sempre; questa è la mia costante "preoccupazione".
Ricordi, appena inaugurato, come diversi utenti abituali si trovarono leggermente a disagio? Dopo poco tempo, seguire i vari "sottoforum" è diventato semplice, ma credo sia giusto, per chi legge per la prima volta o segue anche costantemente, che ad un certo titolo seguano discorsi coerenti e non che si vada a finire - pur dicendo cose interessantissime - a 180° gradi ...
Ed è per questo che non intervengo subito, perchè si tratta di cose interessanti e non voglio essere fiscale, fidando nella intelligenza di tutti.
Per cui, appena il discorso "devia" dal tema, è molto semplice scrivere: non volendo uscire dal seminato apro un nuovo topic dal titolo: ..... e aprirlo effettivamente.
L'immediatezza non verrà persa perchè il nuovo topic sarà in testa, in evidenza, e quindi chi vuole proseguire prosegue, oppure passa a leggere gli altri eventuali topic...
bfpaul
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