Ah, le scuole di una volta...
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Appleseed
Angelica
Rei
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Ah, le scuole di una volta...
Ex edificio scolastico nel Travemünde:
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Ah, le scuole di una volta...
Probabilmente perchè prima si era molto più poveri e le scarpe erano un lusso. Mi vengono in mente i racconti di mio nonno quando ero piccola, lui sesto di nove fratelli. C'erano due paia di scarpe per tutta la cucciolata, se le mettevano i primi due che si svegliavano e gli altri scalzi. Era una condizione sociale, non certo una scelta come la nostra e io preferisco avere la libertà di scegliere.
Angelica- Numero di messaggi : 379
Età : 36
Data d'iscrizione : 17.09.10
Re: Ah, le scuole di una volta...
Credo che a chi scrive in questo forum stiano strette tutte le imposizioni, comprese quelle dettate dalla povertà.Angelica ha scritto:Probabilmente perchè prima si era molto più poveri e le scarpe erano un lusso. Mi vengono in mente i racconti di mio nonno quando ero piccola, lui sesto di nove fratelli. C'erano due paia di scarpe per tutta la cucciolata, se le mettevano i primi due che si svegliavano e gli altri scalzi. Era una condizione sociale, non certo una scelta come la nostra e io preferisco avere la libertà di scegliere.
Permettimi però due osservazioni:
1) eviterei l'automatismo bambino scalzo = bambino povero. Fino a pochi decenni fa tanti bambini andavano scalzi, soprattutto in campagna, anche avendo i soldi per le scarpe perché questa era la tradizione (restando in Germania guardati un filmino per ragazzi come "Toni Goldwascher" per averne conferma). E non credo i bambini ne fossero tanto dispiaciuti.
2) tu hai la libertà di scegliere se portare o meno le scarpe perchè in età adulta te la sei conquistata. Che libertà lasciamo oggi a un bambino di andare scalzo? I genitori sono quasi sempre i primi a bloccare ogni tentativo dei figli di andare scalzi fuori di casa (e a volte anche in casa). Quanto alla scuola ... In Sud Africa nelle Laerskool (dai 6 ai 13 anni) l'uniforme è obbligatoria e dettagliatamente descritta: quando si arriva alle scarpe specificano che è consentito (e di fatto raccomandato) che i bambini arrivino a scuola scalzi (e non stiamo parlando dei "poveri negri" ma dei bianchissimi afrikaans). In Italia? Chi di noi dà a suo fliglio la libertà di scegliere se mettersi le scarpe o andare scalzo?
Appleseed- Vicepresidente Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 879
Data d'iscrizione : 01.08.13
Re: Ah, le scuole di una volta...
E l'insegna mostra cosa preferissero i fondatori della scuola.Appleseed ha scritto:Fino a pochi decenni fa tanti bambini andavano scalzi, soprattutto in campagna, anche avendo i soldi per le scarpe perché questa era la tradizione (restando in Germania guardati un filmino per ragazzi come "Toni Goldwascher" per averne conferma). E non credo i bambini ne fossero tanto dispiaciuti.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Ah, le scuole di una volta...
Sulla scuola elementare del mio rione c'è un disegno (fatto circa tre o quattro anni fa) dove ci sono dei bambini che alzano le mani verso il cielo per toccare le nuvole e sono a piedi nudi.
Ma purtroppo i bambini veri sono tutti calzati, anche in periodi tiepidi come a maggio. Anche perchè il cortile è stato cosparso di ghiaia spigolosa (mi chiedo chi sia l'intelligentone che ha avuto questa grande idea, si facciamo giocare i bambini nella ghiaia aguzza ) quindi chi mai lascierebbe scalzi i bambini su un terreno come quello?....
Ma non si poteva mettere erba come in tutti i giardini normali??
Ma purtroppo i bambini veri sono tutti calzati, anche in periodi tiepidi come a maggio. Anche perchè il cortile è stato cosparso di ghiaia spigolosa (mi chiedo chi sia l'intelligentone che ha avuto questa grande idea, si facciamo giocare i bambini nella ghiaia aguzza ) quindi chi mai lascierebbe scalzi i bambini su un terreno come quello?....
Ma non si poteva mettere erba come in tutti i giardini normali??
Spyro- Numero di messaggi : 799
Età : 38
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Ah, le scuole di una volta...
Aaaaahhhhh! Sacrosanta verità!Appleseed ha scritto:Credo che a chi scrive in questo forum stiano strette tutte le imposizioni, comprese quelle dettate dalla povertà.
Altrimenti non saremmo barefooters.
La povertà non è una vera imposizione (che, a mio avviso, è tale se qualcuno la applica), è uno stato sociale.
E se nasci in un ceto sociale inferiore hai poco da fare.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Ah, le scuole di una volta...
La povertà non è una imposizione, ma detta imposizioni.lucignolo ha scritto: La povertà non è una vera imposizione (che, a mio avviso, è tale se qualcuno la applica), è uno stato sociale.
E se nasci in un ceto sociale inferiore hai poco da fare.[/color]
Se non hai i soldi per le scarpe non puoi scegliere se andare scalzo o meno.
Ci devi andare per forza (e di sicuro non lo apprezzi).
Poi riesci ad avere i soldi per le scarpe, le compri e le indossi sempre (anche per far sapere a tutti che adesso hai i soldi per le scarpe): è una reazione naturale.
Infine sei nelle condizioni che hai i soldi per le scarpe e non devi più dimostrare di avere i soldi per le scarpe (perché è scontato).
Ma contunui a portarle ugualmente, anche quando fa caldo e non ce ne sarebbe alcun bisogno.
Perché scatta la tendenza a uniformarsi agli altri che per molti (e spesso anche per noi) è una auto-imposizione non meno forte delle precedenti...
Appleseed- Vicepresidente Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 879
Data d'iscrizione : 01.08.13
Re: Ah, le scuole di una volta...
Così forte che c'è sempre l'imbecille che ti grida a cinquanta metri di distanza (troppo difficile guardare una persona negli occhi) "Comprati le scarpe".Appleseed ha scritto:Perché scatta la tendenza a uniformarsi agli altri che per molti (e spesso anche per noi) è una auto-imposizione non meno forte delle precedenti...
Evidentemente richiede troppa intelligenza capire che tutti possono comprarsi un paio di scarpe (per ora) e che se uno va scalzo è perché le scarpe le ha già ed ha deciso di lasciarle a casa.
E a casa potrebbe lasciarle anche lo studente, senza essere accusato di offendere il decoro e la rispettabilità della scuola.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Ah, le scuole di una volta...
Era una questione culturale non indossarle. Chiaramente i bambini non ne erano dispiaciuti perché era l'unica realtà che conoscevano, magari nemmeno sapevano che le scarpe potevano essere usate anche nella vita di tutti i giorni e non solo nelle occasioni più formali, e se lo sapevano non lo ritenevano importante. Un cieco non sa di essere cieco finché qualcuno non glielo dice e finché questo non avviene lui non se ne dispiace, allo stesso modo un bambino abituato a stare scalzo non sa che si può fare diversamente.Rei ha scritto:E l'insegna mostra cosa preferissero i fondatori della scuola.Appleseed ha scritto:Fino a pochi decenni fa tanti bambini andavano scalzi, soprattutto in campagna, anche avendo i soldi per le scarpe perché questa era la tradizione (restando in Germania guardati un filmino per ragazzi come "Toni Goldwascher" per averne conferma). E non credo i bambini ne fossero tanto dispiaciuti.
Così come oggi molte persone sanno che esistono le scarpe e che ci si devono mettere, al massimo si sta scalzi in casa dove si può stare comodi e nessuno ci vede. Nemmeno balena loro in testa che si può stare scalzi anche in giardino o per strada. Non perché non lo sappiano ma perché non sono interessati a saperlo, perché non si sono mai posti il problema. Perché se si cresce con una convenzione sociale (sia che si sta sempre scalzi, sia che le scarpe vanno messe), se ci insegnano da sempre che 2+2 fa 5 non si impara ad essere curiosi e magari fare il conto e scoprire che fa 4. Ci voleva Orwell perché in molti lo sapessero e ci volevamo noi perché venisse rotto qualche schema indotto nella testa della gente. Perché vedere una persona scalza per strada (ben vestita, non un barbone) rompe uno schema mentale, crea qualcosa che il cervello fatica a decodificare. Che ne seguano reazioni di schifo, di scandalo o di ammirazione poco importa da questo punto di vista, l'importante è l'aver anche in minima parte rotto uno schema, creato un precedente.
Angelica- Numero di messaggi : 379
Età : 36
Data d'iscrizione : 17.09.10
Re: Ah, le scuole di una volta...
Sono d'accordo, noi stiamo rompendo uno schema mentale preconfezionato dalla nascita, e questo può aiutare le persone a riflettere. Personalmente, l'andare scalzo, mi ha aiutato anche in altri ambiti a rompere gli schemi mentali, o perlomeno a chiedermi se quello che faccio meccanicamente possa essere corretto o meno...poi si può sbagliare, ci sono tante variabili, però già il fatto di chiedersi il perché delle cose è un'enorme balzo avanti. Il piede nudo in uno imbacuccato col piumino e queste temperature, genera sicuramente sorpresa e interrogativi, molto di più che in estate, dove molte persone la liquidano semplicemente con "avrà caldo".
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Ah, le scuole di una volta...
Angelica ha scritto:Era una questione culturale non indossarle. Chiaramente i bambini non ne erano dispiaciuti perché era l'unica realtà che conoscevano, magari nemmeno sapevano che le scarpe potevano essere usate anche nella vita di tutti i giorni e non solo nelle occasioni più formali, e se lo sapevano non lo ritenevano importante. Un cieco non sa di essere cieco finché qualcuno non glielo dice e finché questo non avviene lui non se ne dispiace, allo stesso modo un bambino abituato a stare scalzo non sa che si può fare diversamente.Rei ha scritto:E l'insegna mostra cosa preferissero i fondatori della scuola.Appleseed ha scritto:Fino a pochi decenni fa tanti bambini andavano scalzi, soprattutto in campagna, anche avendo i soldi per le scarpe perché questa era la tradizione (restando in Germania guardati un filmino per ragazzi come "Toni Goldwascher" per averne conferma). E non credo i bambini ne fossero tanto dispiaciuti.
Così come oggi molte persone sanno che esistono le scarpe e che ci si devono mettere, al massimo si sta scalzi in casa dove si può stare comodi e nessuno ci vede. Nemmeno balena loro in testa che si può stare scalzi anche in giardino o per strada. Non perché non lo sappiano ma perché non sono interessati a saperlo, perché non si sono mai posti il problema. Perché se si cresce con una convenzione sociale (sia che si sta sempre scalzi, sia che le scarpe vanno messe), se ci insegnano da sempre che 2+2 fa 5 non si impara ad essere curiosi e magari fare il conto e scoprire che fa 4. Ci voleva Orwell perché in molti lo sapessero e ci volevamo noi perché venisse rotto qualche schema indotto nella testa della gente. Perché vedere una persona scalza per strada (ben vestita, non un barbone) rompe uno schema mentale, crea qualcosa che il cervello fatica a decodificare. Che ne seguano reazioni di schifo, di scandalo o di ammirazione poco importa da questo punto di vista, l'importante è l'aver anche in minima parte rotto uno schema, creato un precedente.
Bravissima Angelica! Sono d'accordo al 100 per 100.
Il "meccanismo" è esattamente questo, d'altra parte non è una regola generale del commercio che tu prima fai sentire al futuro cliente la "necessità" di possedere qualcosa e poi gliela vendi?
Così si instilla, dalla nascita, nel cervello di un bambino la "regola" che le scarpe lo proteggono e quindi sono necessarie, dopodiché gli si presentano "modelli" senza i quali "non si può vivere"..
E infatti, guardate i giovani di oggi, omologati al massimo, troppo dietro al loro smartphone "che più figo non ce n'è" ed incapaci di un pensiero autonomo...
Non generalizzo, ma non mi dite che descrivo una cosa che vedo solo io
Il "meccanismo" è esattamente questo, d'altra parte non è una regola generale del commercio che tu prima fai sentire al futuro cliente la "necessità" di possedere qualcosa e poi gliela vendi?
Così si instilla, dalla nascita, nel cervello di un bambino la "regola" che le scarpe lo proteggono e quindi sono necessarie, dopodiché gli si presentano "modelli" senza i quali "non si può vivere"..
E infatti, guardate i giovani di oggi, omologati al massimo, troppo dietro al loro smartphone "che più figo non ce n'è" ed incapaci di un pensiero autonomo...
Non generalizzo, ma non mi dite che descrivo una cosa che vedo solo io
bfpaul
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