Festa di Capodanno
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Marco53
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Rei
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Festa di Capodanno
Bene, visto che domani, giorno della Befana, dovrebbe esservi finalmente passato il doposbornia di Capodanno, vi racconto il mio (Capodanno, non doposbornia. Io l’alcool lo reggo bene).
Tutto comincia da un invito della mia “gemella” scultrice: festa nello studio di un pittore a Trastevere, tutti artisti di un certo calibro con “rimorchio” (mogli, mariti, vicini di casa scalzi, ecc.) al seguito.
Mentre mi fa l’invito sento che attende qualcosa.
Io: “Scalzo o con le scarpe?”
Lei: “Come preferisci, sai il freddo...”
Io: “Allora scalzo.”
Mentre andavamo alla festa si svela l’arcano: in effetti non vedeva l’ora di “esibirmi” scalzo, un ottimo modo per avere un argomento di conversazione che rompa il ghiaccio e fornisca argomenti anche nei giorni successivi, come era successo anche per l’inaugurazione alla GNAM.
Sapeva anche che, visto il tipo di persone, come l’altra volta non ci sarebbero stati commenti negativi.
L’unica remora che aveva a chiedermelo era appunto il freddo, ma quella notte le temperature erano miti e quindi non era un problema.
Mentre ci avviamo a piedi dall’auto allo studio del pittore sconvolgo un gruppo di turisti che parlano una lingua credo scandinava e che certamente non si aspettavano un tipo scalzo in giro per Trastevere la notte di Capodanno.
Al contrario dell’aria esterna e del pavimento dello studio, i marciapiedi e le strade erano decisamente freddi: in effetti potevo camminare tranquillamente, ma non era piacevole, anzi, un po’ fastidioso.
Ho spiegato così alla mia “gemella” il perché solitamente in inverno indosso dei sandali: per eliminare quel contatto con il terreno, solitamente piacevole, che con il freddo per me diventa fastidioso. Sopportabile sì, come il breve tratto tra l’auto e la nostra destinazione, ma fastidioso.
Arrivati allo studio del pittore (uno di quegli angoli segreti e magici che Roma nasconde e che sono inaccessibili a chi può solo transitare per le strade senza poterci entrare), sono diventato per un po’ il centro dell’attenzione, rompendo subito il ghiaccio come nei piani della mia gemella.
Poi con il passare del tempo si è parlato d’altro, anche se ogni tanto qualcuno tornava sull’argomento.
Le domande classiche:
Tutte/i: “Ma non hai freddo?”
I maschi (tutti): “Ma non fa male?”
Le donne (tutte): “Non hai problemi sui sampietrini?” (Loro sanno che significa camminare scalze su varie superfici, con le scarpe tacco 12 in mano...)
Le donne (alcune): “E per lo sporco?”
Le frasi classiche:
Le donne (alcune): “Io al mare vado sempre scalza anche per strada.”
Il Maschio Alfa frustrato per non essere al centro dell’attenzione femminile e che non ha sentito la frase precedente: “Quando vado al mare sto senza scarpe per tutto il mese.”
La frase cade nel vuoto dell’indifferenza (soprattutto femminile) ed il Maschio Alfa ci rimane male.
Chiacchiero un po’ con lui e mi accorgo che, quando depone le arie da Maschio Alfa, è una persona simpatica e di talento.
Dopo la piacevole serata, brindisi e quanto altro, finita la festa usciamo per avviarci alle rispettive auto e/o case.
“Ma tu da quanto vai scalzo?”
“Ho festeggiato i dieci anni ad Agosto scorso.”
La mia “gemella” sobbalza: ci conosciamo da molti più anni e per un bel po’, prima che mi “convertissi” allo scalzismo, mi ha visto sempre calzato.
Eppure l’immagine che ha di me, anche di quegli anni, è scalza.
Le spiego così che gli studiosi del comportamento umano si sarebbero fatti una sonora risata e, per sommi capi, per non essere pedante, come il nostro cervello ridefinisca i nostri ricordi in storie che variano nel tempo e che li rendono inattendibili nei dettagli.
Per esempio, ricordiamo perfettamente che una ragazza in prima liceo ci ha dato il due di picche, ma pettinatura e foggia e colore del vestito che visualizziamo nel ricordo potrebbero essere completamente diversi dalla realtà.
La mia “gemella”, talmente abituata a vedermi scalzo, ha sostituito quel dettaglio anche nei ricordi precedenti alla mia “conversione”.
E con questa scoperta (per lei) dei misteri della psiche umana è terminata la nostra serata di capodanno.
Tutto comincia da un invito della mia “gemella” scultrice: festa nello studio di un pittore a Trastevere, tutti artisti di un certo calibro con “rimorchio” (mogli, mariti, vicini di casa scalzi, ecc.) al seguito.
Mentre mi fa l’invito sento che attende qualcosa.
Io: “Scalzo o con le scarpe?”
Lei: “Come preferisci, sai il freddo...”
Io: “Allora scalzo.”
Mentre andavamo alla festa si svela l’arcano: in effetti non vedeva l’ora di “esibirmi” scalzo, un ottimo modo per avere un argomento di conversazione che rompa il ghiaccio e fornisca argomenti anche nei giorni successivi, come era successo anche per l’inaugurazione alla GNAM.
Sapeva anche che, visto il tipo di persone, come l’altra volta non ci sarebbero stati commenti negativi.
L’unica remora che aveva a chiedermelo era appunto il freddo, ma quella notte le temperature erano miti e quindi non era un problema.
Mentre ci avviamo a piedi dall’auto allo studio del pittore sconvolgo un gruppo di turisti che parlano una lingua credo scandinava e che certamente non si aspettavano un tipo scalzo in giro per Trastevere la notte di Capodanno.
Al contrario dell’aria esterna e del pavimento dello studio, i marciapiedi e le strade erano decisamente freddi: in effetti potevo camminare tranquillamente, ma non era piacevole, anzi, un po’ fastidioso.
Ho spiegato così alla mia “gemella” il perché solitamente in inverno indosso dei sandali: per eliminare quel contatto con il terreno, solitamente piacevole, che con il freddo per me diventa fastidioso. Sopportabile sì, come il breve tratto tra l’auto e la nostra destinazione, ma fastidioso.
Arrivati allo studio del pittore (uno di quegli angoli segreti e magici che Roma nasconde e che sono inaccessibili a chi può solo transitare per le strade senza poterci entrare), sono diventato per un po’ il centro dell’attenzione, rompendo subito il ghiaccio come nei piani della mia gemella.
Poi con il passare del tempo si è parlato d’altro, anche se ogni tanto qualcuno tornava sull’argomento.
Le domande classiche:
Tutte/i: “Ma non hai freddo?”
I maschi (tutti): “Ma non fa male?”
Le donne (tutte): “Non hai problemi sui sampietrini?” (Loro sanno che significa camminare scalze su varie superfici, con le scarpe tacco 12 in mano...)
Le donne (alcune): “E per lo sporco?”
Le frasi classiche:
Le donne (alcune): “Io al mare vado sempre scalza anche per strada.”
Il Maschio Alfa frustrato per non essere al centro dell’attenzione femminile e che non ha sentito la frase precedente: “Quando vado al mare sto senza scarpe per tutto il mese.”
La frase cade nel vuoto dell’indifferenza (soprattutto femminile) ed il Maschio Alfa ci rimane male.
Chiacchiero un po’ con lui e mi accorgo che, quando depone le arie da Maschio Alfa, è una persona simpatica e di talento.
Dopo la piacevole serata, brindisi e quanto altro, finita la festa usciamo per avviarci alle rispettive auto e/o case.
“Ma tu da quanto vai scalzo?”
“Ho festeggiato i dieci anni ad Agosto scorso.”
La mia “gemella” sobbalza: ci conosciamo da molti più anni e per un bel po’, prima che mi “convertissi” allo scalzismo, mi ha visto sempre calzato.
Eppure l’immagine che ha di me, anche di quegli anni, è scalza.
Le spiego così che gli studiosi del comportamento umano si sarebbero fatti una sonora risata e, per sommi capi, per non essere pedante, come il nostro cervello ridefinisca i nostri ricordi in storie che variano nel tempo e che li rendono inattendibili nei dettagli.
Per esempio, ricordiamo perfettamente che una ragazza in prima liceo ci ha dato il due di picche, ma pettinatura e foggia e colore del vestito che visualizziamo nel ricordo potrebbero essere completamente diversi dalla realtà.
La mia “gemella”, talmente abituata a vedermi scalzo, ha sostituito quel dettaglio anche nei ricordi precedenti alla mia “conversione”.
E con questa scoperta (per lei) dei misteri della psiche umana è terminata la nostra serata di capodanno.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Festa di Capodanno
Bella esperienza! Io invece mi sono limitato a... imporre a tutti gli amici ospiti della mia serata di Capodanno (in tutto, une decina di persone) di levarsi le scarpe. Le calze no, certo: togliersi anche le calze è affare da scalzisti, e nessuno dei miei amici lo è. Ma va bene anche così.
Non che sia una cosa nuova, in casa mia: sai, con la moquette in tutta la casa, e la mia passione per lo scalzismo, è facile attendersi una cosa simile, e gli amici abitudinari lo sanno.
Ma... sorpresa! E' successa una cosa che mi ha fatto riflettere su tutto quanto sopra.
E' andata così: avevo invitato un vecchio amico d'infanzia, col quale ci siamo ritrovati recentemente.
Come lui stesso aveva annunciato, si è presentato a casa mia con il figlio, un ragazzo di circa ventidue anni.
Bene, ciao, benvenuti, evviva, grazie per la bottiglia... le solite cose... mettete qua le giaccone... e mettete qui le scarpe.
Subito tutti e due in coro: "Cosa? Le scarpe?"
Mamma mia, nemmeno avessi detto loro di mettersi nudi. Ma forse per molti è lo stesso.
E come pensi che sia andata a finire? Che dopo una decina di minuti il mio amico si è tolte le scarpe (approvando poi il senso di libertà che ne derivava...), ma suo figlio... non c'è stato verso! E me l'ha pure detto: io le scarpe non me le tolgo!
Di qui, ovvie considerazioni ed osservazioni sull'educazione: se io entro in una casa, io mi devo adeguare alle abitudini DI QUELLA CASA. Per motivi di cortesia, di educazione, di emulazione e per chissà quanti altri motivi. Poi una prossima volta quella persona deciderà se andare ancora nella casa dove gli fanno togliere le scarpe (orrore! schifo! vergogna!), oppure no.
Sono integralista? Credo di no. O forse sì. Comunque poi la serata è andata avanti benissimo, ovviamente. Il togliersi le scarpe in gruppo voleva essere solo una cosa carina, da accettare con curiosità ed allegria...
Ma volevo dire un'altra cosa. Dalla pervicacia con la quale quel ragazzo, cioè il figlio del mio amico, si è rifiutato di togliersi le sue preziose (e fetide, direi) scarpe, capisco certi sguardi che alle volte mi arrivano dritti dritti quando (da primavera all'autunno) pratico lo scalzismo in giro per Milano.
Tutta gente che probabilmente in casa indossa sempre le scarpe e se va bene le pantofole, ma che non resta mai senza nulla sotto le sue preziose piante dei piedi.
ciao!
lucione
Non che sia una cosa nuova, in casa mia: sai, con la moquette in tutta la casa, e la mia passione per lo scalzismo, è facile attendersi una cosa simile, e gli amici abitudinari lo sanno.
Ma... sorpresa! E' successa una cosa che mi ha fatto riflettere su tutto quanto sopra.
E' andata così: avevo invitato un vecchio amico d'infanzia, col quale ci siamo ritrovati recentemente.
Come lui stesso aveva annunciato, si è presentato a casa mia con il figlio, un ragazzo di circa ventidue anni.
Bene, ciao, benvenuti, evviva, grazie per la bottiglia... le solite cose... mettete qua le giaccone... e mettete qui le scarpe.
Subito tutti e due in coro: "Cosa? Le scarpe?"
Mamma mia, nemmeno avessi detto loro di mettersi nudi. Ma forse per molti è lo stesso.
E come pensi che sia andata a finire? Che dopo una decina di minuti il mio amico si è tolte le scarpe (approvando poi il senso di libertà che ne derivava...), ma suo figlio... non c'è stato verso! E me l'ha pure detto: io le scarpe non me le tolgo!
Di qui, ovvie considerazioni ed osservazioni sull'educazione: se io entro in una casa, io mi devo adeguare alle abitudini DI QUELLA CASA. Per motivi di cortesia, di educazione, di emulazione e per chissà quanti altri motivi. Poi una prossima volta quella persona deciderà se andare ancora nella casa dove gli fanno togliere le scarpe (orrore! schifo! vergogna!), oppure no.
Sono integralista? Credo di no. O forse sì. Comunque poi la serata è andata avanti benissimo, ovviamente. Il togliersi le scarpe in gruppo voleva essere solo una cosa carina, da accettare con curiosità ed allegria...
Ma volevo dire un'altra cosa. Dalla pervicacia con la quale quel ragazzo, cioè il figlio del mio amico, si è rifiutato di togliersi le sue preziose (e fetide, direi) scarpe, capisco certi sguardi che alle volte mi arrivano dritti dritti quando (da primavera all'autunno) pratico lo scalzismo in giro per Milano.
Tutta gente che probabilmente in casa indossa sempre le scarpe e se va bene le pantofole, ma che non resta mai senza nulla sotto le sue preziose piante dei piedi.
ciao!
lucione
Re: Festa di Capodanno
Ho trascorso la serata del 31 dicembre con Marco53, le rispettive consorti e tre amici. Quando Marco é arrivato io stavo cuciando ed ero scalzo, Marco s' era messo le scarpe perché non sapeva esattamente chi fossero gli invitati. Vedendomi scalzo ha deposto immediatamente le protesi (scarpe) e abbiamo festeggiato l' arrivo del nuovo anni scalzi.
Buon 2014 a tutti.
Valerio
Buon 2014 a tutti.
Valerio
tarzone- past President del Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 348
Età : 68
Data d'iscrizione : 05.01.08
Re: Festa di Capodanno
Ciao
Anche io ho fatto Capodanno scalzo, tre amici venivano a casa mia ed in altre occasioni mi avevano già visto scalzo, per cui ne ho approfittato.
Stupore soprattutto da parte della ragazza di un mio amico, quando mi ha visto uscire sul balcone per vedere i fuochi d'artificio.
- "Mammamia, ma non senti freddo ?"
- "No"
Anche io ho fatto Capodanno scalzo, tre amici venivano a casa mia ed in altre occasioni mi avevano già visto scalzo, per cui ne ho approfittato.
Stupore soprattutto da parte della ragazza di un mio amico, quando mi ha visto uscire sul balcone per vedere i fuochi d'artificio.
- "Mammamia, ma non senti freddo ?"
- "No"
cyberteam- Numero di messaggi : 807
Data d'iscrizione : 16.04.09
Re: Festa di Capodanno
Ho trascorso la sera di capodanno al mio maneggio, dove tutti mi conoscono scalzo, ma ero calzato, perchè non sapevo chi c'era ... la cosa ha suscitato sorpresa, perchè di solito al massimo porto i miei zoccoli senza calze, metre quella sero ero proprio calzato in maniera molto conformista.
Per il pranzo della befana però, ieri, mi sono presentato a piedi nudi ... stavolta i commenti li hanno fatti quelli che non mi conoscevano
Durante le due settimane di ferie ho portato qualcosa ai piedi solo 3 o 4 volte ... nonostante un po' di influenza. Del resto non ha mai fatto freddo veramente.
Per il pranzo della befana però, ieri, mi sono presentato a piedi nudi ... stavolta i commenti li hanno fatti quelli che non mi conoscevano
Durante le due settimane di ferie ho portato qualcosa ai piedi solo 3 o 4 volte ... nonostante un po' di influenza. Del resto non ha mai fatto freddo veramente.
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: Festa di Capodanno
Ricordo un detto che più o meno suonava così: «Quel che fai a Capodanno lo ripeti tutto l'anno», niente di meglio perciò che iniziarlo scalzi e che sia di buon augurio.
E pensare che, come ha già detto Valerio, son stato da lui arrivando con scarpe e (orrore) persino le calze, non sapendo se c'erano degli ospiti oltre a noi. Avevo i piedi letteralmente gelati. Meno male che non erano previsti estranei o gente schizzinosa, così ho potuto togliermi le scarpe e le calze e i piedi, a contatto con le piastrelle fresche hanno ripreso calore... Sembra strano ma è così !!!
Felice 2014 a tutti (incrociando le dita e anche "i diti" dei piedi)
Marco53
E pensare che, come ha già detto Valerio, son stato da lui arrivando con scarpe e (orrore) persino le calze, non sapendo se c'erano degli ospiti oltre a noi. Avevo i piedi letteralmente gelati. Meno male che non erano previsti estranei o gente schizzinosa, così ho potuto togliermi le scarpe e le calze e i piedi, a contatto con le piastrelle fresche hanno ripreso calore... Sembra strano ma è così !!!
Felice 2014 a tutti (incrociando le dita e anche "i diti" dei piedi)
Marco53
Marco53- Numero di messaggi : 1116
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Festa di Capodanno
E se c'erano altri ospiti oltre a voi, che cambiava? In una casa privata è il padrone che detta legge.Marco53 ha scritto:E pensare che, come ha già detto Valerio, son stato da lui arrivando con scarpe e (orrore) persino le calze, non sapendo se c'erano degli ospiti oltre a noi.
Arrivare calzato in una simile circostanza è come presentarsi in jeans ad una festa in cui è richiesto l'abito da sera solo perché tra gli invitati potrebbe esserci qualcuno che preferisce gli abiti informali.
Non mi pare il caso.
Invece trovo estremamente maleducato il giovane che in una casa dove vige la regola di togliersi le scarpe, si rifiuta ostinatamente di farlo.
Se non accetti le regole della casa te ne vai, non imponi la tua arrogante maleducazione agli altri.
Se fossi stato io il padrone di casa, l'avrei cacciato.
Ma io ho un caratteraccio...
E comunque, se do una festa, avviso prima che esistono certe regole.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Festa di Capodanno
La cosa migliore sarebbe stata avvisare prima riguardo alla regola... Il discorso di far togliere le scarpe è un po' complicato, parlando con un'amico psicologo mi ha confermato che far togliere le scarpe ad alcuni corrisponde a farli spogliare, il paragone di Lucione è proprio azzeccato, da li la reazione del giovane che probabilmente si è sentito "molestato". Ovviamente, la cosa non è naturale ma deriva sempre da un condizionamento culturale che a volte fa percepire l'esposizione del piede al pari dell'esposizione delle parti intime. Del resto, ogni cosa nascosta che diventa tabù presenta da un lato la "repressione" e dall'altro trasgressione (feticismo...).
Pare difficile trovare una bella visione naturale delle cose, il piede è una parte del corpo fondamentale per la deambulazione, non è né un oggetto maniacale, né un'estremità del corpo poco nobile e poco importante da rinchiudere in bare...
Pare difficile trovare una bella visione naturale delle cose, il piede è una parte del corpo fondamentale per la deambulazione, non è né un oggetto maniacale, né un'estremità del corpo poco nobile e poco importante da rinchiudere in bare...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Festa di Capodanno
Alexey ha scritto:La cosa migliore sarebbe stata avvisare prima riguardo alla regola... Il discorso di far togliere le scarpe è un po' complicato, parlando con un'amico psicologo mi ha confermato che far togliere le scarpe ad alcuni corrisponde a farli spogliare, il paragone di Lucione è proprio azzeccato, da li la reazione del giovane che probabilmente si è sentito "molestato". Ovviamente, la cosa non è naturale ma deriva sempre da un condizionamento culturale che a volte fa percepire l'esposizione del piede al pari dell'esposizione delle parti intime. Del resto, ogni cosa nascosta che diventa tabù presenta da un lato la "repressione" e dall'altro trasgressione (feticismo...).
Pare difficile trovare una bella visione naturale delle cose, il piede è una parte del corpo fondamentale per la deambulazione, non è né un oggetto maniacale, né un'estremità del corpo poco nobile e poco importante da rinchiudere in bare...
C'è stato qualcuno che ha trascorso l'adolescenza con il terrore di esporre i piedi, tanto che andava con le scarpe anche al mare e magari non faceva il bagno; poi per fortuna è diventato/a barefooter.
Se il nostro amico medico psichiatra legge sopra, magari potrebbe darci qualche notizia che "inquadri" questo fenomeno; come si deve definire un processo mentale di questo tipo, e così via.
bfpaul
Se il nostro amico medico psichiatra legge sopra, magari potrebbe darci qualche notizia che "inquadri" questo fenomeno; come si deve definire un processo mentale di questo tipo, e così via.
bfpaul
Re: Festa di Capodanno
A me è successa la stessa cosa, da piccolo avevo vergogna ad esporre i piedi, giravo sempre con scarpe e calze anche d'estate, poi mi sono liberato di false, distorte e irrazionali inibizioni e sono diventato prima un infraditaro perenne, poi un avido barefooter.
Per questo posso capire che il far togliere le scarpe di "prepotenza" ad una persona può essere percepito come una "molestia", occorre fare un lavoro di coinvolgimento ed un aiuto a superare percezioni falsate dalla cultura piuttosto che spingere di forza, perché si può ottenere l'effetto contrario... Quando i miei volevano togliermi le scarpe io le mettevo ancora di più, poi quando ho sperimentato e lavorato da solo, sono passato direttamente alla fazione opposta...
Per questo posso capire che il far togliere le scarpe di "prepotenza" ad una persona può essere percepito come una "molestia", occorre fare un lavoro di coinvolgimento ed un aiuto a superare percezioni falsate dalla cultura piuttosto che spingere di forza, perché si può ottenere l'effetto contrario... Quando i miei volevano togliermi le scarpe io le mettevo ancora di più, poi quando ho sperimentato e lavorato da solo, sono passato direttamente alla fazione opposta...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Festa di Capodanno
Del resto, anche noi ci sentiamo "molestati" e infastiditi da chi ci vuole scarpare, ogni "violazione" della libertà personale ci mette sulla difensiva e ci indispone...
Poi magari il ragazzo aveva semplicemente timore di far sentire il suo olezzo... A volte è meglio che qualche scarpato ci rimanga fino a casa sua, lavorando in negozio mi capita di sentire dei fetori letali provenire dal piede che si toglie le scarpe...
Poi magari il ragazzo aveva semplicemente timore di far sentire il suo olezzo... A volte è meglio che qualche scarpato ci rimanga fino a casa sua, lavorando in negozio mi capita di sentire dei fetori letali provenire dal piede che si toglie le scarpe...
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Festa di Capodanno
Nella mia mansarda vige il divieto di scarpe, con tanto di cartello sulla porta quindi chiunque entri nella mia mansarda deve togliersele, finora tutti i miei amici se le sono tolte regolarmente, senza obiettare.
Ma se quel ragazzo (quello citato da Lucione) aveva la fobia del piede nudo, la fobia non reggeva molto in quanto rimaneva con le calze e quindi i piedi sono sempre coperti, quindi penso che sia più probabile l'ipotesi di Alexei xD.
Questo dimostra che le scarpe possono essere usate come arma chimica di distruzione di massa! xD
Ma se quel ragazzo (quello citato da Lucione) aveva la fobia del piede nudo, la fobia non reggeva molto in quanto rimaneva con le calze e quindi i piedi sono sempre coperti, quindi penso che sia più probabile l'ipotesi di Alexei xD.
Alexey ha scritto: A volte è meglio che qualche scarpato ci rimanga fino a casa sua, lavorando in negozio mi capita di sentire dei fetori letali provenire dal piede che si toglie le scarpe...
Questo dimostra che le scarpe possono essere usate come arma chimica di distruzione di massa! xD
Spyro- Numero di messaggi : 799
Età : 38
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: Festa di Capodanno
Non ho capito, ma a noi non da' fastidio quando qualcuno ci impone le scarpe? E' così strano pensare che a qualcuno possa dar fastidio il contrario?
Magari il tipo, poi, provava schifo a camminare a piedi nudi dove camminavano anche gli altri...
Ho capito che si trattava di un'abitazione privata e non di un luogo aperto al pubblico ma cerchiamo di attivare un po' il buon senso ed evitiamo quelle imposizioni che in primis noi non vogliamo.
Magari il tipo, poi, provava schifo a camminare a piedi nudi dove camminavano anche gli altri...
Ho capito che si trattava di un'abitazione privata e non di un luogo aperto al pubblico ma cerchiamo di attivare un po' il buon senso ed evitiamo quelle imposizioni che in primis noi non vogliamo.
Angelica- Numero di messaggi : 379
Età : 36
Data d'iscrizione : 17.09.10
Re: Festa di Capodanno
Angelica ha scritto:Non ho capito, ma a noi non da' fastidio quando qualcuno ci impone le scarpe? E' così strano pensare che a qualcuno possa dar fastidio il contrario?
Magari il tipo, poi, provava schifo a camminare a piedi nudi dove camminavano anche gli altri...
Ho capito che si trattava di un'abitazione privata e non di un luogo aperto al pubblico ma cerchiamo di attivare un po' il buon senso ed evitiamo quelle imposizioni che in primis noi non vogliamo.
Concordo. Poi bisogna vedere la discussione come si è svolta ma il 99% delle persone le scarpe non le ha solo ai piedi ma anche nel cervello.
Toglierle al di fuori delle situazioni "standard" in cui è previsto è semplicemente inconcepibile.
cyberteam- Numero di messaggi : 807
Data d'iscrizione : 16.04.09
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