Riflessione
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Riflessione
In questi giorni ho cercato di dare un minimo di ordine alle mie (confuse) idee riguardo il camminare scalzo.
Innanzitutto è meglio evitare di strafare: è evidente che per vari motivi non potrò mai essere scalzo sempre e dovunque.
Non è pessimismo, è solo un razionale sguardo verso la realtà, è inutile rodersi dentro e sperare che "domani" venga il miracolo.
Certo, è vero che spesso i "miracoli" siamo noi stessi noi a crearli, quando vogliamo, ma è anche vero che non si può forzare la mano e andare contro la propria natura. Il fatto è che nonostante tutti gli sforzi, quando mi trovo scalzo tra la gente, non sono del tutto a mio agio, la realtà è questa.
Perciò non devo continuare a criminalizzarmi di fronte a quella che ritengo una sconfitta personale. Credo che riconoscere i propri limiti sia indice di maturità, è inutile accumulare frustrazione e rabbia verso il mondo incolpandolo di una mia debolezza!
Questa rabbia porta solo ad acuire i conflitti interiori che spesso mi dominano e non certo mi aiuta a superare le difficoltà.
Se qualcosa di "meglio" noi camminatori scalzi (o presunti tali), nel nostro piccolo, abbiamo rispetto agli altri, è proprio la possibilità di fare a meno delle scarpe SE E QUANDO LO VOGLIAMO. Sottolineo quest'ultima espressione perchè questo deve essere un vantaggio, non un obbligo o un'imposizione auto-inflitta, il cui mancato rispetto ci getta nella disperazione e nello sconforto.
La mia decisione è pertanto di rispettare me stesso e la mia natura, e andare scalzo quando e dove me lo sentirò davvero, senza alcuna imposizione. Se il mio istinto o la mia sensibilità in un dato momento mi sconsiglieranno, allora vi darò ascolto senza rabbia.
Credo che questo atteggiamento alla fine potrà premiarmi in quanto sarò tendenzialmente più tranquillo e in pace con me stesso.
E chissà se proprio questo potrà farmi sentire in pace col mondo ed essere la chiave che mi aprirà nuove visioni della realtà?
Innanzitutto è meglio evitare di strafare: è evidente che per vari motivi non potrò mai essere scalzo sempre e dovunque.
Non è pessimismo, è solo un razionale sguardo verso la realtà, è inutile rodersi dentro e sperare che "domani" venga il miracolo.
Certo, è vero che spesso i "miracoli" siamo noi stessi noi a crearli, quando vogliamo, ma è anche vero che non si può forzare la mano e andare contro la propria natura. Il fatto è che nonostante tutti gli sforzi, quando mi trovo scalzo tra la gente, non sono del tutto a mio agio, la realtà è questa.
Perciò non devo continuare a criminalizzarmi di fronte a quella che ritengo una sconfitta personale. Credo che riconoscere i propri limiti sia indice di maturità, è inutile accumulare frustrazione e rabbia verso il mondo incolpandolo di una mia debolezza!
Questa rabbia porta solo ad acuire i conflitti interiori che spesso mi dominano e non certo mi aiuta a superare le difficoltà.
Se qualcosa di "meglio" noi camminatori scalzi (o presunti tali), nel nostro piccolo, abbiamo rispetto agli altri, è proprio la possibilità di fare a meno delle scarpe SE E QUANDO LO VOGLIAMO. Sottolineo quest'ultima espressione perchè questo deve essere un vantaggio, non un obbligo o un'imposizione auto-inflitta, il cui mancato rispetto ci getta nella disperazione e nello sconforto.
La mia decisione è pertanto di rispettare me stesso e la mia natura, e andare scalzo quando e dove me lo sentirò davvero, senza alcuna imposizione. Se il mio istinto o la mia sensibilità in un dato momento mi sconsiglieranno, allora vi darò ascolto senza rabbia.
Credo che questo atteggiamento alla fine potrà premiarmi in quanto sarò tendenzialmente più tranquillo e in pace con me stesso.
E chissà se proprio questo potrà farmi sentire in pace col mondo ed essere la chiave che mi aprirà nuove visioni della realtà?
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 1601
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Riflessione
Esatto! Nessuno ti obbliga a stare scalzo quando non te la senti.
Una frase che mi ha illuminato poco tempo fa è: "Se tiri l'erba per farla crescere più in fretta, alla fine si strappa".
Rispetta i tuoi tempi di maturazione ma senza adagiarti. Vedrai che avrai degli sblocchi (e lo scalzismo è solo un piccolissimo aspetto) senza che tu nemmeno te ne accorga.
Una frase che mi ha illuminato poco tempo fa è: "Se tiri l'erba per farla crescere più in fretta, alla fine si strappa".
Rispetta i tuoi tempi di maturazione ma senza adagiarti. Vedrai che avrai degli sblocchi (e lo scalzismo è solo un piccolissimo aspetto) senza che tu nemmeno te ne accorga.
Re: Riflessione
young_barefooter ha scritto:In questi giorni ho cercato di dare un minimo di ordine alle mie (confuse) idee riguardo il camminare scalzo.
Innanzitutto è meglio evitare di strafare: è evidente che per vari motivi non potrò mai essere scalzo sempre e dovunque.
Non è pessimismo, è solo un razionale sguardo verso la realtà, è inutile rodersi dentro e sperare che "domani" venga il miracolo.
Certo, è vero che spesso i "miracoli" siamo noi stessi noi a crearli, quando vogliamo, ma è anche vero che non si può forzare la mano e andare contro la propria natura. Il fatto è che nonostante tutti gli sforzi, quando mi trovo scalzo tra la gente, non sono del tutto a mio agio, la realtà è questa.
Perciò non devo continuare a criminalizzarmi di fronte a quella che ritengo una sconfitta personale. Credo che riconoscere i propri limiti sia indice di maturità, è inutile accumulare frustrazione e rabbia verso il mondo incolpandolo di una mia debolezza!
Questa rabbia porta solo ad acuire i conflitti interiori che spesso mi dominano e non certo mi aiuta a superare le difficoltà.
Se qualcosa di "meglio" noi camminatori scalzi (o presunti tali), nel nostro piccolo, abbiamo rispetto agli altri, è proprio la possibilità di fare a meno delle scarpe SE E QUANDO LO VOGLIAMO. Sottolineo quest'ultima espressione perchè questo deve essere un vantaggio, non un obbligo o un'imposizione auto-inflitta, il cui mancato rispetto ci getta nella disperazione e nello sconforto.
La mia decisione è pertanto di rispettare me stesso e la mia natura, e andare scalzo quando e dove me lo sentirò davvero, senza alcuna imposizione. Se il mio istinto o la mia sensibilità in un dato momento mi sconsiglieranno, allora vi darò ascolto senza rabbia.
Credo che questo atteggiamento alla fine potrà premiarmi in quanto sarò tendenzialmente più tranquillo e in pace con me stesso.
E chissà se proprio questo potrà farmi sentire in pace col mondo ed essere la chiave che mi aprirà nuove visioni della realtà?
Ricorda queste cose, dette e stradette:
- vado scalzo perché mi piace (non ho fatto un contratto con nessuno e nemmeno con me stesso)
- vado scalzo quando mi piace (e quando non mi va ci rinuncio)
- non devo dimostrare niente a nessuno (non sono tenuto ad andare scalzo tot ore, tot km o altro; non vinco niente se passo sui vetri, sulle spade affilate o altro; lo so fare, e/o lo posso fare e basta)
Se le terrai bene a mente sono quasi certo che ti aiuteranno ad essere scalzo quanto potrai e desidererai, cioé molto o anche sempre.
Però, come sempre, un passo alla volta!!
Alé!!
bfpaul
- vado scalzo perché mi piace (non ho fatto un contratto con nessuno e nemmeno con me stesso)
- vado scalzo quando mi piace (e quando non mi va ci rinuncio)
- non devo dimostrare niente a nessuno (non sono tenuto ad andare scalzo tot ore, tot km o altro; non vinco niente se passo sui vetri, sulle spade affilate o altro; lo so fare, e/o lo posso fare e basta)
Se le terrai bene a mente sono quasi certo che ti aiuteranno ad essere scalzo quanto potrai e desidererai, cioé molto o anche sempre.
Però, come sempre, un passo alla volta!!
Alé!!
bfpaul
Re: Riflessione
Devi sempre mettere sulla bilancia: mi pesa di più il giudizio altrui o il rinuciare alla mia natura (la tua natura è in verità quella di andare scalzo, l'altro è un condizionamento mentale più che una natura)...poi decidi quando pesa di più uno o l'altro.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Riflessione
young_barefooter ha scritto:
La mia decisione è pertanto di rispettare me stesso e la mia natura, e andare scalzo quando e dove me lo sentirò davvero, senza alcuna imposizione. Se il mio istinto o la mia sensibilità in un dato momento mi sconsiglieranno, allora vi darò ascolto senza rabbia.
Soluzione senz'altro saggia. del resto sono in pochi ad andare scalzi sempre e comunque.
Il tuo problema però non mi pare il giudizio della "gente": la "gente", come hai già verificato visto che giri scalzo per Milano, se non gli dai motivo di fare diversamente, ti ignora, non interagisce, rimane sullo sfondo.
Il problema sono i tuoi "prossimi": la tua famiglia, prima di tutto, poi i vicini, gli amici, i colleghi. Dover andare scalzo di nascosto da tutti loro, lo so per esperienza, è molto faticoso e stressante ... Meglio fare magari qualche chilometro in meno a piedi scalzi ma poterlo fare a viso aperto senza doversi nascondere.
Appleseed- Vicepresidente Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 879
Data d'iscrizione : 01.08.13
Re: Riflessione
Qualche giorno fa, uno mi ha chiesto: "Perché qualche ora fa avevi i sandali?"
Risposta: "Perché mi girava così".
Risposta: "Perché mi girava così".
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