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la corsa sta cambiando?

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Messaggio  Mettlog91 Mer Ago 14 2019, 19:38

Finalmente dopo 4 mesi di stop forzato, avendo scoperto un ernia, sono tornato alla corsa.

Considerando il problema, ho provato a tornare a correre completamente scalzo (prima usavo le Fivefinger che pur essendo minimaliste mi davano comunque quella sensazione di scarpa che non mi permetteva di appoggiare per bene l'avampiede come prima parte del corpo a contatto con il terreno).
Devo dire che fin da subito le sensazioni sono state ottime, con praticamente zero problemi alla schiena.
Qualcuno di voi ha avuto esperienze simili?

La timidezza purtroppo vuole ancora che le mie uscite siano limitate al mattino presto per evitare il più possibile contatto con la gente, e questo mi preoccupa un po' per la stagione autunnale, che complici le corte giornate non mi permetteranno di uscire così presto, e spero il fatto non limiti i miei allenamenti.

Ad ogni modo quello che mi ha fatto piacere notare è un progressivo e sempre più evidente cambio di pensiero riguardo alla corsa, per non entrare troppo nel tecnico, sempre più correnti abbandonano la tecnica della rullata (tallone-punta) per una corsa più naturale appoggiando per primo l'avampiede, limitando così i contraccolpi a schiena e ginocchia.
Conseguenza di questo è un cambio anche nella costruzione delle scarpe andando verso un minimal che da moda sta diventando un vero e proprio punto fermo, laddove la scarpa è vista solo come semplice e mero mezzo di protezione piuttosto che componente tecnica indispensabile per correre efficacemente.

Noto con soddisfazione quindi che molti esperti nel settore consigliano un correre più naturale, dove il meglio sarebbe la corsa a piedi nudi (naturale per eccellenza), ma considerando i vari luoghi comuni (siringhe, deiezioni, vetri) ed effettivamente un vero e proprio allenamento per i piedi stessi a correre scalzi - soprattutto per chi non è mai neanche sceso dal letto senza ciabatte - si consigliano delle scarpe che pur proteggendo il piede, riescano a riprodurre il più possibile la corsa naturale.

Mi auspico che queste correnti attecchiscano anche nell'uomo medio, sperando che prima o poi qualcuno vedendomi correre scalzo non mi prenda più per marziano
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Messaggio  GECO Ven Ago 16 2019, 16:53

Io è più di 1 anno che corro scalzo alternando scarpe minimal quando fa freddo o se il terreno non lo consente.
Purtroppo 15/12 dello scorso anno ho avuto una micro frattura da stress al 2° metatarso del piede destro che mi ha tenuto fermo per circa 3 mesi...
Sospetto che la causa siano state delle ff (five vingers) a cui mi sono approcciato un po' spavaldamente anche se ho il dubbio che invece sia stato un colpo preso su un sentiero quando già avevo comunque un qualche problema al piede. La radiografia l'ho fatta dopo i 2 eventi e quindi non so quale dei due abbia fatto il danno anche se è certo che anche prima del colpo il piede faceva male.

Se vai su FB e cerchi podisti a piede libero trovi un bel gruppetto di corridori scalzi o minimal tra cui le 'mitiche' vichinghe Sara Enge e Paola Corini che corrono maratone e ultra (Sara ha fatto 100km del passatore scalza...).
C'è anche un gruppo FB barefoot runnig dove più o meno trovi le stesse persone.
Dei minimal i più usano FF oppure sandali che trovo scomodissimi oppure altre scarpe più o meno minimal con drop zero (attenzione ci sono 2 marche che fanno scarpe drop zero, vale a dire zero differenza fra tacco e punta, ma con suola di 2 o 3 cm pianta larga anche in questo caso si parla di correre naturale nel senso senza drop e con appoggio di avampiede ma non sono esattamente minimal)
C'è poi il sito, libro, youtube ecc. di Daniele Vecchioni di cui ho appena finito di leggere il libro 'correre naturale' che però intende una cosa diversa per correre naturale, non correre scalzo, ma con un corpo (compresi i piedi dei quali dice che vanno irrobustiti con esercizi non tanto per la suola ma per la muscolatura) debitamente formato per poter correre senza infortunarsi.
Lui però sconsiglia chiaramente di correre scalzi perché si rischiano infortuni. Pur continuando a correre scalzo mi rendo conto che non ha tutti i torti perché la maggior parte di noi non corre su percorsi naturali me su strade che è più semplice se l'asfalto è buono ma il problema vetri o latro si amplifica perché correndo vedi meno e colpisci più forte il terreno rispetto alla camminata. Vedendo i più esperti sopra citati vedo che ogni tanto si fanno male ma cose da poco, certo con le scarpe non si sarebbero fatte nulla. Se poi vai in natura è ancora più dura perché trovi sassi e ghiaia e lì diventa davvero difficile.

In generale tutti i manuali che ho visto in rete e sui libri parlano che il movimento corretto è quello d'appoggio d'avampiede anche se poi sapendo che uno all'inizio non ha una corretta tecnica di corsa e quindi tende a tallonare consigliano scarpe A3 drop 10-12mm in modo da ammortizzare i colpi che però vanno a danno delle ginocchia.

Diciamo che da un po' di anni, credo dall'uscita del libro 'born to run' negli Stati Uniti, si è diffusa questa tendenza al minimal che ha come punta estrema chi corre scalzo.

Per il discorso psicologico per me è meno impattante correre che camminare scalzo nel senso che il più delle volte anche nelle poche gare che ho fatto ho avuto domande pertinenti e complimenti. Certo non passi inosservato ma sono molto rari i commenti negativi di chi ti prende per matto e molti di più chi ti fa i complimenti.

Con la brutta stagione confesso che anche per me potrebbe essere un problema sia psicologico ma anche fisico.

Per ora normalmente la mia tattica è questa. Esco di casa con scarpe minimal e corro così sino ai Navigli. Arrivato sui Navigli (non nella zona
della movida ma andando verso fuori Milano) è tutta una ciclabile dove molti corrono o vanno in bici (qualche punto passa anche qualche macchina ma poco). Lì mi pare che ci siano molti meno vetri e corro più tranquillo.
Da quando ho ripreso ad aprile dopo l'infortunio ho avuto il coraggio di parlare con una mia amica che anche lei corre e ora corriamo insieme lei calzata e io scalzo. Lei mi dice che se non mi faccio male di fregarmene degli altri.
L'importante è fare le cose per gradi. Da quanto ho visto su internet non ci sono praticamente limiti se ci si allena costantemente in modo graduale visto che più di una persona corre scalza 100 e passa km e maratone con ottimi tempi.

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Messaggio  Mettlog91 Mar Ago 27 2019, 16:46

GECO ha scritto:Io è più di 1 anno che corro scalzo alternando scarpe minimal quando fa freddo o se il terreno non lo consente.
Purtroppo 15/12 dello scorso anno ho avuto una micro frattura da stress al 2° metatarso del piede destro che mi ha tenuto fermo per circa 3 mesi...
Sospetto che la causa siano state delle ff (five vingers) a cui mi sono approcciato un po' spavaldamente anche se ho il dubbio che invece sia stato un colpo preso su un sentiero quando già avevo comunque un qualche problema al piede. La radiografia l'ho fatta dopo i 2 eventi e quindi non so quale dei due abbia fatto il danno anche se è certo che anche prima del colpo il piede faceva male.

Se vai su FB e cerchi podisti a piede libero trovi un bel gruppetto di corridori scalzi o minimal tra cui le 'mitiche' vichinghe Sara Enge e Paola Corini che corrono maratone e ultra (Sara ha fatto 100km del passatore scalza...).
C'è anche un gruppo FB barefoot runnig dove più o meno trovi le stesse persone.
Dei minimal i più usano FF oppure sandali che trovo scomodissimi oppure altre scarpe più o meno minimal con drop zero (attenzione ci sono 2 marche che fanno scarpe drop zero, vale a dire zero differenza fra tacco e punta, ma con suola di 2 o 3 cm pianta larga anche in questo caso si parla di correre naturale nel senso senza drop e con appoggio di avampiede ma non sono esattamente minimal)
C'è poi il sito, libro, youtube ecc. di Daniele Vecchioni di cui ho appena finito di leggere il libro 'correre naturale' che però intende una cosa diversa per correre naturale, non correre scalzo, ma con un corpo (compresi i piedi dei quali dice che vanno irrobustiti con esercizi non tanto per la suola ma per la muscolatura) debitamente formato per poter correre senza infortunarsi.
Lui però sconsiglia chiaramente di correre scalzi perché si rischiano infortuni. Pur continuando a correre scalzo mi rendo conto che non ha tutti i torti perché la maggior parte di noi non corre su percorsi naturali me su strade che è più semplice se l'asfalto è buono ma il problema vetri o latro si amplifica perché correndo vedi meno e colpisci più forte il terreno rispetto alla camminata. Vedendo i più esperti sopra citati vedo che ogni tanto si fanno male ma cose da poco, certo con le scarpe non si sarebbero fatte nulla. Se poi vai in natura è ancora più dura perché trovi sassi e ghiaia e lì diventa davvero difficile.

In generale tutti i manuali che ho visto in rete e sui libri parlano che il movimento corretto è quello d'appoggio d'avampiede anche se poi sapendo che uno all'inizio non ha una corretta tecnica di corsa e quindi tende a tallonare consigliano scarpe A3 drop 10-12mm in modo da ammortizzare i colpi che però vanno a danno delle ginocchia.

Diciamo che da un po' di anni, credo dall'uscita del libro 'born to run' negli Stati Uniti, si è diffusa questa tendenza al minimal che ha come punta estrema chi corre scalzo.

Per il discorso psicologico per me è meno impattante correre che camminare scalzo nel senso che il più delle volte anche nelle poche gare che ho fatto ho avuto domande pertinenti e complimenti. Certo non passi inosservato ma sono molto rari i commenti negativi di chi ti prende per matto e molti di più chi ti fa i complimenti.

Con la brutta stagione confesso che anche per me potrebbe essere un problema sia psicologico ma anche fisico.

Per ora normalmente la mia tattica è questa. Esco di casa con scarpe minimal e corro così sino ai Navigli. Arrivato sui Navigli (non nella zona
della movida ma andando verso fuori Milano) è tutta una ciclabile dove molti corrono o vanno in bici (qualche punto passa anche qualche macchina ma poco). Lì mi pare che ci siano molti meno vetri e corro più tranquillo.
Da quando ho ripreso ad aprile dopo l'infortunio ho avuto il coraggio di parlare con una mia amica che anche lei corre e ora corriamo insieme lei calzata e io scalzo. Lei mi dice che se non mi faccio male di fregarmene degli altri.
L'importante è fare le cose per gradi. Da quanto ho visto su internet non ci sono praticamente limiti se ci si allena costantemente in modo graduale visto che più di una persona corre scalza 100 e passa km e maratone con ottimi tempi.


Si, i vari gruppi li conosco ed ogni tanto ci butto un'occhio. Hai ragione, ho notato anch'io che corridori completamente scalzi sono molto pochi.
Sul discorso infortuni probabilmente io sono un po' più fortunato, abitando in un piccolo paesino, trovare vetri od altro per strada è veramente difficile, oltre al fatto che spesso e volentieri corro in campagna, quindi posso partire direttamente scalzo da casa.
Mi sto così abituando a correre sullo sterrato, ed al momento un paio di km su tratti non asfaltati riesco a reggerli e farli tranquillamente.

Speriamo di riuscire a continuare, fortunatamente comunque sto notando che più passa il tempo e meno mi importa delle occhiate degli altri, anche se in ogni caso uscendo presto incontro solo 5-6 persone al massimo e probabilmente sarebbe diverso se fossero di più in orari più affollati. Sicuramente avrei più remore ed imbarazzo.

Per ora nessuno si è mai fermato a chiedere informazioni o fare domande, solo occhiate stupite oppure chi mi conosce, magari, solamente di vista si è limitato a far finta di nulla
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Messaggio  GECO Mer Ago 28 2019, 09:11

Sei fortunato. Io stando a Milano di gente ne incontro parecchia anche perché non riesco ad andare a correre presto quindo vado alla sera per non parlare dl fine settimana e sui navigli anche andando fuori è pieno di gente che corre o va in bici. Ogni tanto ricevo qualche commento ma positivo. In generale molti se ne fregano. Poi ultimamente corro con una mia amica calzata e questo in un certo senso mi rende più 'normale'.

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