Milano 6 ore scalzo con eccezioni
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Milano 6 ore scalzo con eccezioni
Già. Le eccezioni ci sono causa regolamenti cretini che riducono la libertà degli altri in nome sacrificandola in nome di una non precisata sicurezza. Comunque dico subito che l'eccezione ai piedi nudi è rimasta circoscritta alla sola metropolitana . Preciso inoltre che indossare le infradito di gomma nel passaggio dalla metro 3 alla 5 per lunghi corridoi lastricati di marmo o simil-granito, ho rischiato due volte di scivolare perché troppo liscio. A piedi nudi non sarebbe successo.
Terminate le litanie vi racconto com'é andata. Da appassionato d'auto a secco del Salone di Ginevra da 2 anni e del cosiddetto "salone" (notate la s minuscola) di Torino che una insipiente amministrazione grillina ha permesso di trasferirsi a Milano (non ho nulla con i milanesi, hanno fatto bene a farlo comunque), ecco che nasce il Mimo, strana esposizione all'aperto di auto, messe su pedane sotto il sole e senza un minimo di copertura (a Torino presente in molti dei padiglioni).
Dunque arrivo con Italo alle 9.35 e più o meno alle 10 sono a piazza S.Babila che mi risulta improvvisamente estranea per via dei lavori della metro. Sfilo le infradito e perdo subito la strada. Dopo un paio di giravolte riesco a infilare corso Vittorio Emanuele e inizio la visita. Non c'é una piantina a disposizione. La cartellonistica è minimale e per avere informazioni sulle auto bisogna chiedere agli addetti, se ci sono. Alcune auto sono infilate in vie laterali e possono sfuggire, come un bel prototipo Suzuki e le BMW.
Aiuto un tale a fotografarsi davanti a una Jeep modificata, ma deve pagare pegno per fotografare me
Arrivo in piazza Duomo e mi scappa un selfie che come al solito non mi viene molto bene e mi regala un nasone enorme e tondo da somigliare a un noto sindacalista... Probabilmente non amo ammettere di avere un naso enorme e tondo
Per vedere tutte le auto bisogna fare il giro completo del Duomo. Sotto il sole non è male e comincia a far caldo. Pazienza. Si torna al punto di partenza ma poi per andare in là ci sono i portici e così ho tempo di gettare uno sguardo alla mitica Galleria e fare qualche foto che in tanti anni non avevo mai avuto modo di fare. Qualcuno nota i piedi, ma tira dritto. Una coppia anziana (è un eufemismo, perché io sono come loro ma ancora non ci credo ) vicino a una macchina scambia qualche parola cortese e simpatica.
Giù da via Dante fino allo Sforzesco. L'asfalto del piazzale antistante è micidiale, ma sopporto bene: qualche anno fa (in cui finimmo anche un po' a mollo nella fontana - non lo sappia nessuno sennò arriva la multa, ma forse è già prescritta) non sarei riuscito e infatti credo che lì avevo rimesso le infradito.
Invece avanti e indietro e poi a cercare un locale che facesse l'ossobuco con risotto a meno di 24 euro (di solito erano 28). Ne trovo uno a due passi da piazzale Cordusio che chiede 20 euro. Provo. Ottimo e abbondante si potrebbe dire. Quindi sono molto contento di non aver pagato il surplus chiesto da altri locali. Per di più nemmeno un accenno di occhiata di traverso ai miei piedini ormai catramosi (di sotto).
Chiedo al cameriere se mi fa una foto, e lui gentilmente si presta ma l'inquadratura lascia davvero a desiderare. Il poggiabraccia della sedia di fronte fa sembrare che io abbia una gamba normale e una (storta) di legno... pazienza.
Dopo pranzo che fare? Il treno è alle 17.30 e monta il caldo. Decido di andare da Tiny Cars, un negozio per collezionisti di automobiline in via Cenisio 19. Su le infradito, Metro, giù le infradito. Entro in negozio scalzo e vengo accolto molto cordialmente dall'amico Sardini, il titolare. Resto a curiosare (e comprare) per quasi un'ora e poi decido che ho ancora tempo per fare un salto alla Libreria dell'Automobile a corso Palestro. Qui l'altro amico carissimo, Sergio Nada, mi accoglie quasi festosamente e poi si accorge che sono scalzo. Subito pensa che sia successo qualcosa alle scarpe e quando gli faccio intravvedere il nero delle suole a conferma che ho sempre camminato senza, si diverte come un bambino e fa un po' di domande. Gli lascio uno dei bigliettini dei Natiscalzi che ho dietro e ci lasciamo in allegria mentre entrano altri clienti. Torno alla Centrale, dove trovo un seggiolino libero per aspettare l'ora del treno. Dal lato binari non c'é modo di sedersi da nessuna parte (criminali) ed ero già abbastanza stanco (accentuato dal caldo) per stare in piedi a lungo. E' poi invalsa la mania di indicare il binario del treno negli ultimi 10 minuti, anche in quelli che hanno i posti assegnati, perciò mi sono mosso dalla sedia, rinfrancato da una bella minerale fresca, solo negli ultimi minuti. Avventura milanese finita: per ora.
Chissà che non ci si riesca a trovare di nuovo in un gruppetto di persone tutte assieme.
Per chi potrebbe recriminare sul fatto che potevo magari dirlo prima e fare un giro assieme delle auto, dirò subito che (1) della faccenda del Mimo mi ero completamente dimenticato e (2) quando me ne sono ricordato era già mercoledì sera. Giovedì ho preso i biglietti e venerdì ero a Milano. Troppo poco tempo per cercare contatti.
Comunque grazie a tutti coloro che eventualmente si sarebbero aggregati.
Saluti meneghini
Marco53
Terminate le litanie vi racconto com'é andata. Da appassionato d'auto a secco del Salone di Ginevra da 2 anni e del cosiddetto "salone" (notate la s minuscola) di Torino che una insipiente amministrazione grillina ha permesso di trasferirsi a Milano (non ho nulla con i milanesi, hanno fatto bene a farlo comunque), ecco che nasce il Mimo, strana esposizione all'aperto di auto, messe su pedane sotto il sole e senza un minimo di copertura (a Torino presente in molti dei padiglioni).
Dunque arrivo con Italo alle 9.35 e più o meno alle 10 sono a piazza S.Babila che mi risulta improvvisamente estranea per via dei lavori della metro. Sfilo le infradito e perdo subito la strada. Dopo un paio di giravolte riesco a infilare corso Vittorio Emanuele e inizio la visita. Non c'é una piantina a disposizione. La cartellonistica è minimale e per avere informazioni sulle auto bisogna chiedere agli addetti, se ci sono. Alcune auto sono infilate in vie laterali e possono sfuggire, come un bel prototipo Suzuki e le BMW.
Aiuto un tale a fotografarsi davanti a una Jeep modificata, ma deve pagare pegno per fotografare me
Arrivo in piazza Duomo e mi scappa un selfie che come al solito non mi viene molto bene e mi regala un nasone enorme e tondo da somigliare a un noto sindacalista... Probabilmente non amo ammettere di avere un naso enorme e tondo
Per vedere tutte le auto bisogna fare il giro completo del Duomo. Sotto il sole non è male e comincia a far caldo. Pazienza. Si torna al punto di partenza ma poi per andare in là ci sono i portici e così ho tempo di gettare uno sguardo alla mitica Galleria e fare qualche foto che in tanti anni non avevo mai avuto modo di fare. Qualcuno nota i piedi, ma tira dritto. Una coppia anziana (è un eufemismo, perché io sono come loro ma ancora non ci credo ) vicino a una macchina scambia qualche parola cortese e simpatica.
Giù da via Dante fino allo Sforzesco. L'asfalto del piazzale antistante è micidiale, ma sopporto bene: qualche anno fa (in cui finimmo anche un po' a mollo nella fontana - non lo sappia nessuno sennò arriva la multa, ma forse è già prescritta) non sarei riuscito e infatti credo che lì avevo rimesso le infradito.
Invece avanti e indietro e poi a cercare un locale che facesse l'ossobuco con risotto a meno di 24 euro (di solito erano 28). Ne trovo uno a due passi da piazzale Cordusio che chiede 20 euro. Provo. Ottimo e abbondante si potrebbe dire. Quindi sono molto contento di non aver pagato il surplus chiesto da altri locali. Per di più nemmeno un accenno di occhiata di traverso ai miei piedini ormai catramosi (di sotto).
Chiedo al cameriere se mi fa una foto, e lui gentilmente si presta ma l'inquadratura lascia davvero a desiderare. Il poggiabraccia della sedia di fronte fa sembrare che io abbia una gamba normale e una (storta) di legno... pazienza.
Dopo pranzo che fare? Il treno è alle 17.30 e monta il caldo. Decido di andare da Tiny Cars, un negozio per collezionisti di automobiline in via Cenisio 19. Su le infradito, Metro, giù le infradito. Entro in negozio scalzo e vengo accolto molto cordialmente dall'amico Sardini, il titolare. Resto a curiosare (e comprare) per quasi un'ora e poi decido che ho ancora tempo per fare un salto alla Libreria dell'Automobile a corso Palestro. Qui l'altro amico carissimo, Sergio Nada, mi accoglie quasi festosamente e poi si accorge che sono scalzo. Subito pensa che sia successo qualcosa alle scarpe e quando gli faccio intravvedere il nero delle suole a conferma che ho sempre camminato senza, si diverte come un bambino e fa un po' di domande. Gli lascio uno dei bigliettini dei Natiscalzi che ho dietro e ci lasciamo in allegria mentre entrano altri clienti. Torno alla Centrale, dove trovo un seggiolino libero per aspettare l'ora del treno. Dal lato binari non c'é modo di sedersi da nessuna parte (criminali) ed ero già abbastanza stanco (accentuato dal caldo) per stare in piedi a lungo. E' poi invalsa la mania di indicare il binario del treno negli ultimi 10 minuti, anche in quelli che hanno i posti assegnati, perciò mi sono mosso dalla sedia, rinfrancato da una bella minerale fresca, solo negli ultimi minuti. Avventura milanese finita: per ora.
Chissà che non ci si riesca a trovare di nuovo in un gruppetto di persone tutte assieme.
Per chi potrebbe recriminare sul fatto che potevo magari dirlo prima e fare un giro assieme delle auto, dirò subito che (1) della faccenda del Mimo mi ero completamente dimenticato e (2) quando me ne sono ricordato era già mercoledì sera. Giovedì ho preso i biglietti e venerdì ero a Milano. Troppo poco tempo per cercare contatti.
Comunque grazie a tutti coloro che eventualmente si sarebbero aggregati.
Saluti meneghini
Marco53
Marco53- Numero di messaggi : 1116
Data d'iscrizione : 02.01.08
A Grand Choeur e GECO piace questo messaggio.
Re: Milano 6 ore scalzo con eccezioni
Il divieto di piedi scalzi imposto da ATM sulla metro e sui mezzi di superficie è davvero assurdo, lo dico da sempre e sempre lo ripeterò: unica città al mondo dove esiste tale divieto. Come se Milano fosse popolata da frotte di camminatori scalzi o se tutti i mendicanti e i disperati di Milano fossero scalzi...
Peccato che i furbastri che abitualmente viaggiano scarpati ma senza biglietto spesso la facciano franca, alle volte anche sotto gli occhi degli addetti ai controlli, che fanno finta di nulla per evitare rogne. Invece una persona rispettabile e onesta ma senza scarpe la fermano
Comunque complimenti per la tua trasferta milanese. E ti è andata bene col caldo, tutto sommato venerdì si respirava, il weekend è stato davvero torrido!
Peccato che i furbastri che abitualmente viaggiano scarpati ma senza biglietto spesso la facciano franca, alle volte anche sotto gli occhi degli addetti ai controlli, che fanno finta di nulla per evitare rogne. Invece una persona rispettabile e onesta ma senza scarpe la fermano
Comunque complimenti per la tua trasferta milanese. E ti è andata bene col caldo, tutto sommato venerdì si respirava, il weekend è stato davvero torrido!
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
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