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Messaggio  Luca T Dom Gen 27 2008, 18:40

Promemoria primo messaggio :

Ciao scalzi
Qui non vedo nessuno che racconta più le proprie piccole prodezze quotidiane. Forse prima si esagerava, ma ora...
Dunque, io oggi non ho indossato né scarpe nè calzini. Ho lavorato in giardino per più di 4 ore e sono stato benissimo. Solo per pochi secondi ho indossato scarpe da lavoro per andare a prendere la legna, e mi sono sentito così a disagio che me le sono tolte subito. Sono andato scalzo con la carriola su di un sentiero dove c'erano anche dei ricci di castagno, ma non mi è successo niente: potenza del cuoio naturale! Sono poi rientrato in casa e dopo una bella sbruschinata ho pranzato, ho visto la partita eccetera. Ho indossato un maglione in più visto che in casa ci sono solo 16 gradi. Ho le mani caldissime! Fra l'altro la Fiorentina ha vinto con una fortuna sfacciata, che porti anche bene?
Ho cominciato a partecipare ad un forum sulle sostanze stupefacenti, aperto dal Comune di Firenze, che si chiama www.sostanze.info dietro richiesta degli operatori che gestiscono il sito. Indovinate il mio nick? è: lo skalzo
Ciao
Luca
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Messaggio  Luca T Ven Dic 04 2009, 16:33

Carissimi scalzi amici, anche se in modo intermittente sono sempre in collegamento con il forum, e soprattutto sono sempre più felice di vivere molta parte della mia giornata scalzo.
L'ultima, graditissima sorpresa l'ho avuta facendo lezione in una scuola di specializzazione per psicoterapeuti dove sono docente.
Ho tenuto quattro lezioni partendo dalla definizione di dipendenza positiva.
E' una dipendenza positiva quel comportamento ripetitivo che arricchisce la vita. Sono dipendenze positive lo sport in ogni sua forma, la lettura, il volontariato, la musica tanto ascoltata quanto eseguita, l'amore, l'amicizia, e non ultimi gli stili di vita salutari come lo yoga il vivere scalzi e via dicendo.
Quindi, per dare esempio di una dipendenza positiva e per tenere ben sveglia la mia testa, ho tenuto le mie lezioni scalzo. Gli allievi sono piuttosto grandicelli, vanno dall'età dei 25 ai 40 anni.
Le lezioni distanziavano tra loro di circa due settimane.
L'ultima lezione era l'ultima del loro corso prima dell'esame finale, ed era stata preceduta da una lunga mattinata di lezioni.
Un allievo ed una allieva (un trentaduenne e una trentottenne) si sono tolti scarpe e calzini, e se ne sono stati in prima fila beati e attenti, grati di poter sentirsi liberi con un docente. In tutto erano circa dodici persone, quindi la percentuale non era altissima, ma anche gli altri hanno detto che l'avrebbero fatto volentieri se non avessero avuto paura di soffrire freddo o di maleodorare (occasione anche questa per dire che i piedi tenuti nudi non puzzano!)
Inoltre ho letto un'intervista con il trentacinquenne figlio di John Lennon che parlava di suo padre nei suoi ricordi di'infanzia, e dice che il nostro idolo dei Beatles girava sempre scalzo, al massimo di rado portava ciabatte...

Quando d'inverno porto scarpe chiuse (meno che posso) io non indosso mai calzini. Ho letto anche (fra le tante citazioni che chissà se sono vere) che Einstein a 14 anni decise che i calzini erano inutili, e non li ha mai più portati. In effetti i calzini impicciano la possibilità di mettersi velocemente scalzi.
Uso scarpe lavabili, del genere Terraplana o, se ho bisogno di scarpe calde, dei doposci senza allacciatura, con gli elastici. Ce ne sono di ottime della Salomon e della North pole, e si tolgono e si mettono in un baleno. Le solette si lavano, e ogni tanto, quando cominciano a minacciare di puzzare, infilo le scarpe in lavatrice programma 4 a 30°. Ne ho un quattro paia in modo da poterle ruotare. Che ne dite?
Ora sono nel mio studio, mi suona un paziente e vado ad aprire, naturalmente scalzo..
Ciao
Luca

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Messaggio  ChiccoB Ven Dic 04 2009, 21:56

Luca T ha scritto:Carissimi scalzi amici, anche se in modo intermittente sono sempre in collegamento con il forum, e soprattutto sono sempre più felice di vivere molta parte della mia giornata scalzo.
L'ultima, graditissima sorpresa l'ho avuta facendo lezione in una scuola di specializzazione per psicoterapeuti dove sono docente.
Ho tenuto quattro lezioni partendo dalla definizione di dipendenza positiva.
E' una dipendenza positiva quel comportamento ripetitivo che arricchisce la vita. Sono dipendenze positive lo sport in ogni sua forma, la lettura, il volontariato, la musica tanto ascoltata quanto eseguita, l'amore, l'amicizia, e non ultimi gli stili di vita salutari come lo yoga il vivere scalzi e via dicendo.
Quindi, per dare esempio di una dipendenza positiva e per tenere ben sveglia la mia testa, ho tenuto le mie lezioni scalzo. Gli allievi sono piuttosto grandicelli, vanno dall'età dei 25 ai 40 anni.
Le lezioni distanziavano tra loro di circa due settimane.
L'ultima lezione era l'ultima del loro corso prima dell'esame finale, ed era stata preceduta da una lunga mattinata di lezioni.
Un allievo ed una allieva (un trentaduenne e una trentottenne) si sono tolti scarpe e calzini, e se ne sono stati in prima fila beati e attenti, grati di poter sentirsi liberi con un docente. In tutto erano circa dodici persone, quindi la percentuale non era altissima, ma anche gli altri hanno detto che l'avrebbero fatto volentieri se non avessero avuto paura di soffrire freddo o di maleodorare (occasione anche questa per dire che i piedi tenuti nudi non puzzano!)
Inoltre ho letto un'intervista con il trentacinquenne figlio di John Lennon che parlava di suo padre nei suoi ricordi di'infanzia, e dice che il nostro idolo dei Beatles girava sempre scalzo, al massimo di rado portava ciabatte...

Quando d'inverno porto scarpe chiuse (meno che posso) io non indosso mai calzini. Ho letto anche (fra le tante citazioni che chissà se sono vere) che Einstein a 14 anni decise che i calzini erano inutili, e non li ha mai più portati. In effetti i calzini impicciano la possibilità di mettersi velocemente scalzi.
Uso scarpe lavabili, del genere Terraplana o, se ho bisogno di scarpe calde, dei doposci senza allacciatura, con gli elastici. Ce ne sono di ottime della Salomon e della North pole, e si tolgono e si mettono in un baleno. Le solette si lavano, e ogni tanto, quando cominciano a minacciare di puzzare, infilo le scarpe in lavatrice programma 4 a 30°. Ne ho un quattro paia in modo da poterle ruotare. Che ne dite?
Ora sono nel mio studio, mi suona un paziente e vado ad aprire, naturalmente scalzo..
Ciao
Luca
Non ho molto da aggiungere,se non quello di dire "CHE MERAVIGLIA"!!!! Chicco.

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Messaggio  Enzo Sab Dic 05 2009, 07:58

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Messaggio  lucignolo Sab Dic 05 2009, 13:02

Luca T ha scritto:Ora sono nel mio studio, mi suona un paziente e vado ad aprire, naturalmente scalzo..
Eh, Luca! È così importante fare interventi come questo che spero vivamente che tu troverai più tempo per noi del forum, anche solo 5 minuti ogni 15 giorni.
Non so qual'è la percezione che possono avere di noi i lettori disattenti ed occasionali, però credo che pochi riflettano profondamente sul fatto che fra noi ci sono molti seri professionisti, anche in ambito sanitario.
Questo per dire che tutti noi pratichiamo un'attività in modo ponderato, consapevoli dei limiti e dei rischi che essa comporta, la maggior parte dei quali frutto più di pregiudizio che di verità comprovate.
Tu sei la conferma più interessante: uno psichiatra matto? Very Happy
Forse, ma in grado di spiegare con autorevolezza che camminare scalzi per la strada non solo non è incoscienza sanitaria, ma nemmeno il sintomo di qualche malattia della nostra mente.
E se è vero che per gli scettici incalliti nessuna prova è sufficiente, è altrettanto vero che la gente vuole rassicurazioni autorevoli e tu lo sei, come medico e come psichiatra.
Hai anche la fortuna, in quanto psicoterapeuta, di poter dare un calcio nel didietro a certe etichette tenacemente radicate e metastatizzate nella nostra società basata più sulla visibilità e sull’immagine che sui reali valori individuali.
Spero davvero di sentirti ancora, perché scrivi poco, ma quando scrivi esponi sempre argomenti interessantissimi.

A proposito di fonti autorevoli, voglio citarti una frase scritta alle pagine 419-421 (pag. 420 è totalmente occupata da una figura) di un ottimo testo di parassitologia, edizione 2005 (non credo di poterne citare qui titolo ed autori), riguardo ad infestazioni di strongiloidi:
Significativo il fatto che out-breaks di infestazioni vengano periodicamente riportate in Centri dove sono istituzionalizzati cronicamente malati con deficit mentali gravi che, come tali, presentano comportamenti anomali (cammino a piedi nudi negli spazi verdi, igiene approssimativa, manipolazione di materiale fecale, coprofagia).
Ora, io comprendo che molti alienati abbiano la tendenza a liberarsi di vestiti e calzature (si liberano istintivamente di certe sovrastrutture mentali?) e che l’essere scalzi non dovrebbe essere condizione sufficiente per definire una persona psicodeviata, ma certi accostamenti, da parte di specialisti che scrivono testi destinati ad Università e/o a coloro che esercitano una professione legata alla salute mi lasciano davvero perplesso.
Ancora di più accostare l’andare a piedi nudi negli spazi verdi alla coprofagia.
Di certo frasi come questa non giovano ad eliminare l’idea preconcetta che chi va scalzo è matto.

Ultimo argomento.
Parlavi di endorfine, create dal benessere indotto dal contatto delle nostre suole nude col terreno.
Ed allora ti chiedo: noi barefooters spesso rifiutiamo l’idea di usare finti sandali e ci teniamo a farci vedere scalzi, non cerchiamo adepti, ma riteniamo che sia importante far capire agli altri che camminare a piedi nudi non è una cosa così assurda come si potrebbe pensare.
Ci sentiamo anche più liberi e soddisfatti ad andarcene a zonzo con le nostre zampette nude bene in vista e qualcuno di noi non si pone nemmeno il problema.
Altri vedono le impennate di qualcuno di noi Smile come battaglie contro i mulini a vento.
Ma se il decoro, il nostro peggior nemico, è dovuto alla visibilità, perché non togliere questa visibilità con un paio di finti sandali? Tanto le endorfine le produciamo lo stesso, perché non ci viene tolto il piacere del contatto con la madre terra.
Dunque in noi c’è solo desiderio di libertà o anche un po’ di voglia di trasgressione e di esibizionismo?
Tu come la vedi?
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Messaggio  Luca T Sab Dic 05 2009, 18:19

Grazie Lucignolo per gli apprezzamenti, la domanda è molto interessante, ti rispondo appena ho un po' di tempo.
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Messaggio  Enzo Dom Dic 06 2009, 09:07

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Ultima modifica di Enzo il Gio Dic 02 2010, 07:49 - modificato 1 volta.

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Messaggio  Daniela Dom Dic 06 2009, 19:12

Provo indignazione e molta tristezza per le parole riportate da Flavio, e mi sorprende che ci si limiti a rilevarne il disgusto (sicuramente esistente) verso chi compie la libera scelta di camminare scalzi. Per dirla tutta, non me la sento neanche di condannare chi ha firmato queste parole, pur sentendomi agli antipodi come visione del mondo rispetto a loro. E' ovvio che le persone fanno le proprie scelte non da tutti condivise e anzi da alcuni considerate moralmente sudicie o comunque ributtanti, pensi forse che per es. chi e' apertamente omosessuale non suscitera' disgusto e ribrezzo nei cattolici osservanti, o nei musulmani osservanti, o anche in alcuni cittadini non religiosi? E chi abortisce? (Altra cosa e' quando un gruppo di cittadini va a mettere in discussione il diritto altrui di comportarsi in contrasto con le proprie prescrizioni religiose! Ma mi pare sia un diritto di tutti non condividere le scelte altrui ed eventualmente anche sentirsene infastidito.)

Mi domando invece come si possa, nel 2005, quindi dopo ormai 25 anni che Franco Basaglia e' purtroppo, assente da questo confuso pianeta, su un testo medico - non e' chiaro se di autori italiani, cosa che sarebbe a mio avviso ancora peggio, scrivere frasi che trasudano disprezzo verso il cittadino (C-I-T-T-A-D-I-N-O) che ha (o al quale si attribuisce) una qualche non meglio specificata disabilita' o patologia "mentale" (d'altronde, la stereotipizzazione e' alla radice della deumanizzazione, no?) che:

Significativo il fatto che out-breaks di infestazioni vengano periodicamente riportate in Centri

Centri? dovremmo chiamarli di fatto manicomi? o sbaglio?

dove sono istituzionalizzati

se non era chiaro dalla prima riga, ecco qui che usiamo la parola giusta per definirlo

cronicamente

C'e' una grossa differenza tra essere malati cronici, ed essere malati senza speranza.

malati con deficit mentali gravi

come sopra! tutti in un unico calderone, dai Down (ne conosco uno che fa il bibliotecario all'universita', peraltro meglio di colleghi col numero giusto di cromosomi) ai devianti, dagli alzheimer alle vittime della societa' che sarebbero sanissimi se non avessero passato una vita di stenti e violenze....

che, come tali, presentano comportamenti anomali

e qui si chiarisce il punto di vista degli Autori, secondo cui questi "infelici" sono "malati" senza speranza alcuna di migliorare le proprie condizioni di vita

(cammino a piedi nudi negli spazi verdi,

dunque nell'idilliaco ospedale dove questi rifiuti umani vengono pudicamente coperti alla vista della societa', c'e' ovunque merda animale e/o umana e per giunta piena di parassiti? E' cosi' che concimano le aiuole, cosicche' si vedono belle verdi in TV nei servizi su come funzionano bene i "Centri"?

igiene approssimativa,

quindi se una persona in uno di questi "Centri" non e' in grado di aver cura della propria igiene personale (e ricordo che puo' capitare anche a persone perfettamente lucide, per esempio perche' tetraplegici o affetti dalle varie sclerosi e malattie degenerative o anche "solo" con difficolta' motorie e molto anziani) resta a giacere nei propri escrementi?

manipolazione di materiale fecale, coprofagia).

E' vecchio il giochino di tentare di indurre schifo nell'interlocutore, per tentare di mettere offline la logica e il cervello. Piuttosto, domandiamoci com'e' che questi cittadini (molti dei quali hanno pagato le tasse per decenni, fin tanto che ne sono stati in grado, prima di aver bisogno di assistenza) vengono lasciati con degli escrementi a disposizione? E i "centri", che riscuotono dallo stato rette mica poi tanto irrisorie, non potrebbero acquistare della banale plastilina atossica? Se poi vogliono risparmiare, si possono sempre utilizzare commestibilissime miscele di acqua farina e sale. E magari offrire un po' di cioccolato ogni tanto a questi cittadini che hanno difficolta' a chiederlo e che non possono andarselo a comprare.


Senza contare che, nel bene e nel male, la vita media si allunga, e dobbiamo aspettarci che i nostri genitori possano veder ridotte le loro capacita' intellettuali e comunicative, dobbiamo aspettarci che succeda a noi, ai nostri fratelli, al nostro coniuge, e dobbiamo aspettarci che possa succedere anche ai nostri figli.

Sarei molto curiosa di sentire cosa ne pensi Luca T in quanto cittadino e in quanto medico psichiatra, ma sarei naturalmente curiosa di sentire anche cosa ne pensate tutti voi.

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Messaggio  lucignolo Dom Dic 06 2009, 19:47

Daniela ha scritto:non e' chiaro se di autori italiani........
Purtroppo confermo: tre autori italianissimi dell'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) San Matteo di Pavia.........ma guarda che caso..... Wink
Giuro che non ho scelto di proposito il capitolo, anzi, data la bontà tecnica del testo non avevo nemmeno prestato molta attenzione alla provenienza dei suoi autori.
Comincio a pensare che da quelle parti giri qualche strano virus contagioso!
Che sia il Podovirus Calzatus (sottogruppo Cheschifus)? Very Happy
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Messaggio  Luca T Dom Dic 06 2009, 19:51

Ciao amici, sto cercando di scrivere qualcosa ma il mio computer mi fa strani scherzi. Ho già avuto la interruzione di due messaggi mentre li scrivevo e non ne ho trovato più traccia. Il primo messaggio che ho scritto tra l'altro era molto lungo.
Intanto vi mando questo saluto, e subito mi metto a scrivere, vediamo se questa volta riesco ad inviare le mie opinioni
Segue, quindi,altro messaggio

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Messaggio  Daniela Dom Dic 06 2009, 19:56

Mi viene segnalata (dall'amico e medico psichiatra Carlo O) questo post, che chiarisce il reale rapporto che molti pazienti psichiatrici (molti, ricordiamolo, vittime non di una patologia ma di una inimmaginabile ingiustizia, di famiglie disperate che attuavano questa orribile scelta per stare a galla a spese del piu' debole) hanno con le loro scarpe. Si', perche' il trattato di parassitologia mi aveva lasciato esterrefatta: non e' abituale vedere questa tipologia di internati o ex-internati compiere il gesto liberatorio di togliersi le scarpe, anzi spesso li si riconosce da questo dettaglio per es. quando vediamo una persona anziana che indossa le scarpe in spiaggia, e hanno tutti la medesima storia da raccontare, ne' piu' ne' meno di come chi indossa una camicia bianca dalle maniche lunghe o ha terrore dei cani e dei medici ha probabilmente un numero tatuato sulla pelle. Ma non avevo mai compreso la ragione di questo. Se leggerete, diventera' chiaro il perche'.

http://blog.libero.it/gemutlich/8089576.html?ssonc=1318728566&ssonc=118792719

Pietro arrivò dai noi nell’80, quando il volontariato non era ancora onlus e la legge 180 stava chiudendo i manicomi.
Lui una casa non ce l’aveva, non l’aveva mai avuta per la verità, a Collegno era entrato ragazzino ed ora che aveva più o meno 40 anni usciva “libero” senza un posto dove andare e anni di elettroshock da dimenticare.
Parlava poco e, se lo faceva, era per chiedere una sigaretta o i soldi per un caffè.
Si fermava a tratti ed all’improvviso con gli occhi lucidi diceva:
“sai, io non sono sempre stato così, ero un bel ragazzo io, avevo i soldi, poi mio fratello mi ha chiuso là”…. E qui il suo sguardo si spegneva.
Non toglieva mai le scarpe Pietro, ci andava persino a dormire con le scarpe, una coperta buttata sulle spalle e i piedi che sporgevano dal letto, scarpe comprese.
Non capivamo perché.
Un giorno ci disse che “là” dove lui stava, venivano loro portate via le scarpe affinché non potessero allontanarsi nel cortile.
Gli comprammo delle pantofole ed un paio di scarpe nuove.
Per qualche giorno le scatole rimasero chiuse, accanto al suo letto poi, una sera, ci chiamò tutti in camera per mostrarsi con ai piedi le pantofole e in mano le sue scarpe nuove.
Sul volto il più bello dei sorrisi.

Daniela

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Messaggio  lucignolo Dom Dic 06 2009, 19:57

Luca T ha scritto:Ho già avuto la interruzione di due messaggi mentre li scrivevo e non ne ho trovato più traccia. Il primo messaggio che ho scritto tra l'altro era molto lungo.
Ciao, Luca.
Capita spesso quando si accavallano due messaggi in trasmissione.
Inoltre, dopo alcuni minuti la sessione di collegamento scade e perdi tutto, soprattutto quando si scrivono messaggi piuttosto lunghi.
Per questo motivo preferisco scrivere il post su Word e poi fare un copia-incolla.
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Messaggio  Luca T Dom Dic 06 2009, 20:18

Dunque cerco di rispondere a Lucignolo ma devo fare un inquadramento piuttosto ampio altrimenti non mi sento completo ed obbiettivo.
Ci sono tre livelli di base:
1) il comportamento personale: io giro scalzo.
2) la possibile reazione di chi mi vede girare scalzo fuori dagli schemi prevalenti.
3) le possibili mie reazioni a questo pensiero, che potrebbero in teoria essere negative o positive.
A questo si può aggiungere una quarta voce, "scambio di pareri ed opinioni".
Queste sono le voci-base, con significati variabili a seconda delle persone.
1) Ognuno di noi si può divertire a chiedersi perché gira scalzo, cosa che lo può incentivare a farlo ancora di più. "Perché lo faccio?" può allargarsi: "Cosa significa per me?"
2) Sulle reazioni degli altri c'è un universo di possibilità che spaziano in una vasta gamma dal positivo al negativo, a seconda di diversi fattori. Quando ad esempio vi ho detto che ero in studio e andavo ad aprire a un paziente stando "naturalmente" scalzo avrei dovuto spiegarvi anche che quel paziente è in perfetta sintonia con questa mia abitudine e non ci fa nemmeno caso. Se si tratta di una persona che viene da me per la prima volta o comunque di una persona dalla mentalità un po' chiusa io non mi sogno di andare ad aprire la porta scalzo, perché sarebbe un segno troppo personale per un paziente che ha diritto di non essere distratto dalle mie faccende private.
Ci sono però casi in cui mi scalzo proprio per mandare un messaggio terapeutico di libertà di pensiero, ad esempio con giovani ragazzi che diffidano del dottore dove l'hanno portato i genitori. Ho sempre ottenuto così una veloce rottura della barriera di diffidenza, perché loro sentono benissimo che non è un mio trucco per "farli parlare".
Fuori dal mio caso personale: questo forum è pieno di racconti dove ognuno ha potuto parlare delle reazioni di chi l'ha visto scalzo.
Poi c'è il terzo punto: la mia reazione al pensiero degli altri. Qui naturalmente la possibilità di una certa dose di esibizionismo ci può anche essere, ma anche non esserci. E anche se ci fosse esibizionismo non è detto che sia una perversione, può essere semplicemente il piacere di condursi in libertà. C'è chi è contento di seguire la moda e chi invece è contento di abbigliarsi e pettinarsi come più gli piace. Tutti hanno anche un certo piacere di apparire, e perché noi non dovremmo provare questo piacere? Siamo forse dei trasgressivi? Cosa vuol dire "trasgressivo?"
Invio il post prima che sparisca e poi proseguo
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Messaggio  Daniela Dom Dic 06 2009, 20:25

lucignolo ha scritto:Purtroppo confermo: tre autori italianissimi dell'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) San Matteo di Pavia.........ma guarda che caso..... Wink
Giuro che non ho scelto di proposito il capitolo, anzi, data la bontà tecnica del testo non avevo nemmeno prestato molta attenzione alla provenienza dei suoi autori.
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Che sia il Podovirus Calzatus (sottogruppo Cheschifus)? Very Happy

Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy
Guarda, secondo me non c'e' altro da fare che rispettare la liberta' delle persone di essere cio' che vogliono essere (eventualmente, anche degli stupidi). Detto questo le credenziali scientifiche delle persone mi pare di capire che siano impeccabili nel settore della parassitologia, quindi giusto imparare quanto scrivono e anche essere grati per la loro preparazione e competenza; ma essere un genio e un luminare della parassitologia (o in qualunque altro settore) non fa necessariamente di una persona un maestro in altri settori (lascia anzi lo spazio a dire cazzate clamorose facendo la figura del cretino) ne' ha alcuna correlazione con altri aspetti di una persona umana e del suo carattere.
Dal punto di vista strettamente scientifico forse pero' non hanno detto una cosa del tutto sbagliata anche se non la intendevano dire.... cioe' mi pare che hanno banalmente osservato come in una situazione deumanizzante, alienante, e per dirla tutta anche in condizioni igienico-sanitarie discutibili, il rischio di parassitosi aumenta sensibilmente.


PS Flavio questa e' la terza volta che riscrivo il post! ci deve essere qualche casino sul sito....
EDIT: e' successo anche a Luca

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Messaggio  Luca T Dom Dic 06 2009, 20:37

Ora mi chiamano a cena, seguirò il conbsiglio di Flavio partendo da word
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Messaggio  Luca T Dom Dic 06 2009, 22:54

Cari amici, vado avanti con il tema.

Dunque che vuol dire “trasgressione”?
Anche qui abbiamo una vasta gamma di possibili interpretazioni. E’ trasgressivo chi trasgredisce. Trasgredisce cosa? Regole? Quali regole, di grazia? Stabilite da chi?
Io sono vecchiotto, sono del 1948 e nel 68 avevo vent’anni, ero al primo anno di Medicina ed ho contribuito all’abbattimento del conformismo di allora che era pesantissimo. Poi ho visto con dolore amici e compagni di viaggio diventare dei conformisti ancora peggiori, magari avendo in mano la bandiera rossa che mi avevano sventolato davanti agli occhi quando mi accusavano di non essere un comunista totalitario.
Nel nostro modo di pensare comune è trasgressivo chi trasgredisce le regole non scritte ma condivise dal modo di pensare conformista e prevalente. Quindi non regole fondate sulla ponderata riflessione di un eventuale legislatore, ma condivise implicitamente dai più nella linea del conformismo e della protezione dei propri privilegi. Come ho già detto altrove, i piedi nudi sono molto spiazzanti per il conformista perché sono una nudità non imputabile.
Ecco perché quello là citato da Marco in un post precedente ha associato lo stare scalzi con l’essere gay. Nella mente di una persona che ha bisogno di binari perché ha una paura tremenda di deragliare scaturiscono accuse folli: feticista, gay, e poi cosa? PAZZO! Ecco ancora il nesso con altre frontiere della trasgressione: la marginalità, i barboni i tossici e via dicendo.
Guarda caso, io con i tossici ci ho lavorato, e lavoro nella mia città alla lotta contro la droga.
Ho imparato tanto dai marginali, anche cose molto sottili, come il fatto che i “normali” hanno bisogno di avere schifo dei marginali per sentirsi puliti dalle loro paure. Ma il buon Sigmund Freud ha insegnato questo semplice principio: tanta paura, altrettanto desiderio…forse nel nostro caso solo desiderio inconscio di togliersi scarpe e calzini, e se non se li tolgono peggio per loro...
Io non sono assolutamente una persona trasgressiva. Non trasgredisco le regole della convivenza, rispetto e vengo rispettato. Parlo di un rispetto autentico. Sono, comunque, anche una “persona rispettabile”, altrimenti sarei già morto di fame perché il mio lavoro, se passassi da persona inattendibile, non lo potrei certo fare. Mi sento serio in quanto è seria la vita, e bisogna essere fedeli a se stessi nel rispetto degli altri e della realtà. Ho fatto sempre quello che credevo giusto anche se altri non capivano, sono membro di una associazione spirituale internazionale che ha parlato alla mia anima, con riti e modalità nuovi. (www.sukyomahikarieurope.org) Amore per la stravaganza? Ma fatemi il piacere! Direi ricerca della gioia.
Per quel che riguarda i miei piedi nudi io non li esibisco, ma se gli altri me li vedono mi fa piacere per me e per loro.
Vi saluto, ho scritto su word e ora provo il copia incolla, vediamo se qualche spiritello burlone mi cancella anche questo messaggio!
Luca
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Messaggio  Daniela Dom Dic 06 2009, 23:00

Tutti i vicini pensano
che noi siamo
strani.
E noi pensiamo
lo stesso di loro.
E facciamo
tutti
centro.

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Messaggio  bfpaul Mar Dic 08 2009, 18:43

Daniela ha scritto:Provo indignazione e molta tristezza per le parole riportate da Flavio, e mi sorprende che ci si limiti a rilevarne il disgusto (sicuramente esistente) verso chi compie la libera scelta di camminare scalzi. Per dirla tutta, non me la sento neanche di condannare chi ha firmato queste parole, pur sentendomi agli antipodi come visione del mondo rispetto a loro. E' ovvio che le persone fanno le proprie scelte non da tutti condivise e anzi da alcuni considerate moralmente sudicie o comunque ributtanti, pensi forse che per es. chi e' apertamente omosessuale non suscitera' disgusto e ribrezzo nei cattolici osservanti, o nei musulmani osservanti, o anche in alcuni cittadini non religiosi? E chi abortisce? (Altra cosa e' quando un gruppo di cittadini va a mettere in discussione il diritto altrui di comportarsi in contrasto con le proprie prescrizioni religiose! Ma mi pare sia un diritto di tutti non condividere le scelte altrui ed eventualmente anche sentirsene infastidito.)
............................
............................

Sarei molto curiosa di sentire cosa ne pensi Luca T in quanto cittadino e in quanto medico psichiatra, ma sarei naturalmente curiosa di sentire anche cosa ne pensate tutti voi.
Dico che hai detto straordinariamente bene e con la solita lucidità, quanto non avrei mai saputo esprimere meglio.
Sono totalmente d'accordo con le tue osservazioni.

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Messaggio  bfpaul Mar Dic 08 2009, 18:48

Luca T ha scritto:Ciao amici, sto cercando di scrivere qualcosa ma il mio computer mi fa strani scherzi. Ho già avuto la interruzione di due messaggi mentre li scrivevo e non ne ho trovato più traccia. Il primo messaggio che ho scritto tra l'altro era molto lungo.
Intanto vi mando questo saluto, e subito mi metto a scrivere, vediamo se questa volta riesco ad inviare le mie opinioni
Segue, quindi,altro messaggio

Luca
Attenzione: il Forum non funziona male, il problema è che se si scrive a lungo il tempo concesso per scrivere, termina.
E' successo anche a me più volte, eppure lo so! Consiglio di scrivere su un Blocco Appunti e quando si è finito, rientrare nel forum che nel frattempo si sarà disconnesso e con un copia e incolla, provvedere all'invio.

Insomma, confermo quanto ha già scritto Flavio.

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Messaggio  Luca T Mer Dic 09 2009, 18:00

Ciao scalzi, approfitto di un raro momento libero per fare alcune considerazioni sull’inverno.
Mentre d’estate stare scalzi si riduce ad una semplice eliminazione di infradito o sandali, d’inverno la temperatura non suggerirebbe di stare a piedi nudi. Quindi il piede viene sollecitato in modo molto più forte, ci sono molti che hanno raccontato, ed io lo confermo, di una rivoluzione nella circolazione della pianta.
Se qualcuno mi chiede se sento freddo gli rispondo che percepisco il freddo ma non soffro il freddo. Stando ben coperto sul torace ieri sono stato nella mia casa di campagna con la temperatura di 16 gradi e me ne stavo benissimo seduto senza soffrire freddo. Non che sia stato seduto tutto il giorno: nella mattinata avevo fatto anche una bella corsa, naturalmente scalzo, come anche ho spinto una carriola piena di legna da ardere per un sentiero in salita dalla catasta a casa. E’ chiaro che si prepara anche meglio la suola per le più lunghe camminate estive.

saluti scalzi
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Messaggio  ChiccoB Gio Dic 10 2009, 00:02

Luca T ha scritto:Ciao scalzi, approfitto di un raro momento libero per fare alcune considerazioni sull’inverno.
Mentre d’estate stare scalzi si riduce ad una semplice eliminazione di infradito o sandali, d’inverno la temperatura non suggerirebbe di stare a piedi nudi. Quindi il piede viene sollecitato in modo molto più forte, ci sono molti che hanno raccontato, ed io lo confermo, di una rivoluzione nella circolazione della pianta.
Se qualcuno mi chiede se sento freddo gli rispondo che percepisco il freddo ma non soffro il freddo. Stando ben coperto sul torace ieri sono stato nella mia casa di campagna con la temperatura di 16 gradi e me ne stavo benissimo seduto senza soffrire freddo. Non che sia stato seduto tutto il giorno: nella mattinata avevo fatto anche una bella corsa, naturalmente scalzo, come anche ho spinto una carriola piena di legna da ardere per un sentiero in salita dalla catasta a casa. E’ chiaro che si prepara anche meglio la suola per le più lunghe camminate estive.

saluti scalzi
Luca
Aggiungo che stando scalzo,quest'anno che per me è il secondo inverno che sto a piedi nudi,sento molto meno il freddo anche in casa,anche stando seduto al computer. Il fisico si tempra notevolmente,non solo i piedi. Piccole grandi scoperte del barefooting..... Chicco.

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Messaggio  Luca T Ven Dic 11 2009, 16:44

Mi piacerebbe sapere qual'è la temperatura minima in cui riuscite a stare fuori scalzi e per quanto tempo. La giratina mattutina che faccio col mio cane nel buio delle 7 del mattino è di circa 4-500 metri e ce la faccio bene anche con la temperatura di solo 1 grado, però penso che se fosse più prolungata non ce la farei mica tanto.
Come stimolo alla circolazione ha un effetto formidabile, una bella doccia calda mi lascia al caldo tutto il giorno!
Luca
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Messaggio  lucignolo Ven Dic 11 2009, 21:52

Luca T ha scritto:Mi piacerebbe sapere qual'è la temperatura minima in cui riuscite a stare fuori scalzi e per quanto tempo.
È una domanda interessante e, per quanto mi riguarda, sto cercando il mio limite.
Lo vedo lontano, perché in questa stagione fa buio presto, le temperature precipitano dopo il tramonto ed i miei orari di lavoro non mi consentono passeggiate diurne, eppure non ho ancora percepito segnali che mi facciano pensare di essere vicino ai miei confini fisiologici.
Recentemente ho avuto qualche problema di ipotermia, allora ho deciso di indossare una giacca un po' più pesante ed un cappellino di pile.
Tieni calda la testa ed hai risolto almeno il 70% dei problemi.
Ci vogliono circa venti minuti prima che le suole nude comincino a percepire correttamente le superfici calpestate, a patto che si cammini velocemente (almeno 5 Km/ora).
Non è un problema da poco, perché, a mio avviso, l'iniziale senso di anestesia impedisce di percepire situazioni di pericolo.
Eppure sono convinto che un buon allenamento invernale (come succedeva con le corse campestri per gli atleti) possa portarci alla primavera con delle suole davvero super.
Non c'è alcun obbligo né abilità pseudo-aliene da dimostrare, ci mancherebbe, ma sono sicuro che i piedi nudi hanno dei limiti che vanno molto al di la di quelli comunemente tracciati.
Se le dita cominciano a diventare bianche ed insensibili, correte presto ai ripari!!
Quando ciò avvenga, be', è tutto da verificare.
Buon divertimento ai barefooters polari. Smile
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Messaggio  ChiccoB Ven Dic 11 2009, 22:32

Luca T ha scritto:Mi piacerebbe sapere qual'è la temperatura minima in cui riuscite a stare fuori scalzi e per quanto tempo. La giratina mattutina che faccio col mio cane nel buio delle 7 del mattino è di circa 4-500 metri e ce la faccio bene anche con la temperatura di solo 1 grado, però penso che se fosse più prolungata non ce la farei mica tanto.
Come stimolo alla circolazione ha un effetto formidabile, una bella doccia calda mi lascia al caldo tutto il giorno!
Luca
Per quanto mi riguarda,sin dall'anno scorso,quando è arrivato l'inverno,riuscivo a camminare scalzo anche su marciapiedi innevati,o comunque gelati. Quest'anno ho replicato,anche se le temperature, che sono già scese bene,non hanno comunque ancora toccato livelli bassi. Anche se non vado sempre a piedi nudi,comunque sono SEMPRE in infradito,(come sempre sotto gli occhi straniti e increduli di chi mi incontra e non mi conosce,mentre gli amici ormai lo sanno bene per cui per loro vedermi così è la normalità Wink ). Chicco.

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Messaggio  Luca T Sab Dic 12 2009, 09:35

Ammiro moltissimo chi usa i sandali o gli infradito d'inverno perchè per me c'è una grande differenza proprio per quel che riguarda la resistenza al freddo: io resisto meglio con la pianta del piede a contatto con il suolo invece che con una suola sotto il piede nudo perchè il freddo percepito dal dorso del piede è per me molto forte. Invece se sono completamente scalzo la pianta del piede mi stimola evidentemente la circolazione per cui reggo bene il freddo. Chissà..
Flavio, mi dai un input molto forte. Quando corro, effettivamente corro scalzo anche per mezz'ora d'inverno, ma non ho mai provato con la camminata veloce. Vedremo.
Il Club dei nati scalzi mi ha sempre stimolato a fare qualcosa "oltre". Mi ricordo che quando scoprii l'esistenza del sito, nel 2005, andai subito a fare una passeggiata di tre ore, scalzo, nel sentiero vicino a casa mia in campagna. Tornai con i piedi dolenti e felici. Nel pomeriggio di quel giorno riuscii a scrivere un capitolo del mio libro che da tempo languiva senza che io riuscissi a sbloccarmi. Fu allora che verificai chiaramente il meccanismo delle endorfine e sposai definitivamente la causa, con cui del resto ero già fidanzato da molti anni!
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Messaggio  Andrea D Sab Dic 12 2009, 09:37

federicob ha scritto:Per quanto mi riguarda,sin dall'anno scorso,quando è arrivato l'inverno,riuscivo a camminare scalzo anche su marciapiedi innevati,o comunque gelati.
Anche a me è successo di camminare su strade di città innevate. Ero a Innsbruck nel mese di febbraio, in una giornata coperta. Credo di aver fatto quattro o cinque camminate lunghe da un quarto d'ora a mezz'ora, inframmezzate da riposi in autobus o ambienti chiusi. Nel pezzo per arrivare al museo del castello di non ricordo come si chiama credevo di essermi congelato, ma per fortuna ero arrivato a destinazione (bella raccolta di armature). È stata la mia esperienza piú fredda, insieme ad una sera sul lago di Ginevra. Camminare scalzi sulla neve di montagna d'estate col sole, è molto meglio.

Freddamente Vs.,

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Messaggio  Enzo Sab Dic 12 2009, 17:19

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Ultima modifica di Enzo il Gio Dic 02 2010, 07:49 - modificato 1 volta.

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Messaggio  Luca T Dom Dic 13 2009, 23:10

Aggiungo una nota. Dopo aver fatto la mia corsa e una doccia bollente sono stato scalzo in casa con la temperatura di 16 gradi e tre maglioni, entrando e uscendo e camminando fuori dove c'erano solo 3 gradi. Avevo veramente caldo! Che stia svalicando il punto d'ingresso nell'inverno acclimatandomi grazie alle mie piante dei piedi?
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Messaggio  Marco53 Lun Dic 14 2009, 08:21

Vedo che state scoprendo quanto predico da anni, e cioé che non bisogna avere paura del freddo. Il piede è un meccanismo tutto da scoprire e l'uomo ha camminato scalzo centinaia di migliaia di anni in tutte le condizioni. Trovo giusto che ognuno scopra i propri limiti, a patto che sappia riconoscerli quell'attimo prima di averne danni.
Desidero ricordare che lo scorso inverno, qui a Torino, nel pieno di una nevicata memorabile (sui 20-25 cm alle 6 del mattino), ho avuto la pensata di uscire per fare delle foto notturne/neve che sono venute benissimo. Per non bagnare irrimediabilmente le scarpe le ho messe da subito nel mio tascapane e ho iniziato a passeggiare nei Giardini Reali per trovare scorci poetici, e poi su, fino a Piazza Castello, ma facendo tutto il giro della piazza, fotografando Palazzo Madama e poi ancora mi sono diretto a Piazza S.Carlo, dove lì'effetto neve si combinava con le cosiddette "luci d'artista" create un po' di anni fa e riciclate annualmente in occasione del Natale. E per arrivare in Piazza S.Carlo NON sono passato sotto i portici di Via Roma, bensì dietro piazzetta Carignano e vie circostanti, insomma: sempre con i piedi nella neve, un po' meno alta che ai Giardini, ma sempre nella neve. Shocked
In totale oltre 50 minuti a "mollo" e avrei potuto continuare non si fosse fatta l'ora di andare a lavurà...
Ricordate bene questo:
1)- la temperatura "di esercizio" dei piedi è - in generale - fino attorno a 0° o -1°C e comunque finché le dita dei piedi restano ben rosee (circola bene il sangue)
2)- Se la temperatura dell'aria è sotto -1° regolatevi di accorciare l'esposizione del piede (se le dita diventano bianche correte in casa o nei calzini doppi e scarpe... Neutral )
3)- Se la neve è molto alta e coinvolge il dorso del piede si sentirà più freddo (il piede combatte su due fronti: la suola e il dorso) = riducete il tempo di esposizione e appena si percepisce il freddo, casa o scarpe.
4)- Se la temperatura dell'aria è elevata (15-20°C), come ad esempio in primavera o in estate in quota Cool , è più facile stare scalzi sulla neve. Io ho un record di passeggiata scalza sulla neve vecchia depositata a terra che rasenta le due ore e passa Very Happy , fatta in una bellissima giornata di fine marzo con almeno 21°C di temperatura dell'aria.
Saluti freschissimi.
Marco
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