Scalzo a barcellona

La più lunga e bella camminata che ho fatto a piedi scalzi in città é stata a barcellona dalla Rambla verso il centro . Li molta gente lo fa , é stata una sensazione bellissima , per non parlare poi di quanto mi piace vedermi le piante completamente nere dopo ore di cammino

Condivido pienamente, l'anno scorso mi sono fatto un week end a Madrid in compagnia di un amico barefooter spagnolo ed abbiamo camminato quasi sempre scalzi....bellissimo e piedi nerissimi!....però di altri scalzi nemmeno l'ombra, solo un mare di infradito! Mi sa che quest'anno dirotterò anch'io su Barcellona!! Ciao e a risentirci.
Paolo

Io vado a Barcellona dal 14 al 17 maggio e la girero' tutta scalzo.
Deve essere una bella citta' e soprattutto libera
Maurizio

Come ho accennato in un altro thread, ho passato la settimana scorsa in Spagna, tra Valenza, Barcellona e alcune cittadine minori. Ho portato le scarpe solo in due occasioni (le prime due sere per cena, più che altro per dare tregua alle mie piante, che poi ho capito che non ne avevano molto bisogno) più un altro caso, per camminare in un campo di agrumi (che spesso hanno delle spine spaventose).

Una delle esperienze più interessanti è stata al castello di Xàtiva, dove gli avvisi all'ingresso includono il suggerimento di portare scarpe comode. Le mie erano decisamente le più comode (essendo non presenti), nonostante un bel po' di ghiaino appuntito e bastardissimo, che però dopo un po', per chi è allenato, diventa una specie di riflessologia gratuita, e quindi neanche spiacevole.

L'impressione generale è ottima. Ovviamente, come sempre, le occhiate sono state molte, ma nessuno ha mai detto nulla. Non so che cosa potesse pensarne la gente: gli unici commenti che ho sentito (non direttamente rivolti a me) erano da un paio di ragazzi americani in metropolitana a Barcellona, che hanno detto 1) che schifo, e 2) che forse era un segno della rilassatezza della Spagna. Non sapevano che non ero spagnolo, né che capivo esattamente tutte le sciocchezze che dicevano. Il bello di tutto questo è che la cosa non mi ha né stupito né scoraggiato. (Poi il discorso sugli americani e sul barefooting negli Stati Uniti sarebbe un capitolo separato—so che è un argomento pieno di miti e di incomprensioni.)

Ho incontrato un solo altro scalzo, a Barcellona. Era un "vagablogger" con cui ho parlato (non di mia iniziativa, comunque, e non in relazione al barefooting), che a quanto pare (stando al suo blog, che non linko perché non mi pare di molto interesse) era scalzo perché i sandali gli facevano male. Almeno ha fatto la scelta giusta, no? Per il resto, la maggioranza degli spagnoli mi è parsa ancora nella mentalità simil-italiana del "siamo in aprile, quindi è ancora freddo," con cappotti e sciarpe che andavano per la maggiore. Nello stesso tempo, però, un buon numero di persone (specie a Barcellona, e non solo i turisti), erano già in infradito e calzoni corti—e giustamente, visto che per lo più c'erano tra i venticinque e i trenta gradi.

Gli italiani erano molti e anche di più. Molte gite scolastiche. Come è stato già segnalato altrove sul forum, sembra che le infradito in Italia siano state una delle solite mode importate dagli Stati Uniti (mi fregio di essere stato uno dei precursori una decina di anni fa) e che all'arrivo della moda successiva sono state in parte soppiantate. Sono sempre dell'idea che ognuno può fare quel che vuole dei propri soldi (eh, sono il primo della lista), ma credo che il peso che la pubblicità e il marketing della moda hanno in Italia sia superiore a qualsiasi altro posto io conosca. (È un fenomeno da studiare, e infatti c'è chi lo fa.) Altrimenti non si spiegherebbe la diffusione di una gamma infinita di scarpe pseudo-sportive, portate anche in stagioni e in situazioni che non lo raccomanderebbero. Vi ricordate gli anni '80 e '90? Stanno tornando.

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Via, non c'è da stupirsi. La televisione di consumo ha bisogno di gente da quattro soldi che faccia un po' di rumore. Spenta la TV, il pubblico si è già dimenticato quello che ha sentito.

october ha scritto:Via, non c'è da stupirsi. La televisione di consumo ha bisogno di gente da quattro soldi che faccia un po' di rumore. Spenta la TV, il pubblico si è già dimenticato quello che ha sentito.

A meno che il concetto espresso non venga ripreso e ampilficato nelle ore e giorni successivi dai media, come accade, ad esempio, per certe dichiarazioni dei politici.
Per nostra fortuna, certe scemenze scompaiono per sempre dalla memoria del pubblico senza lasciare traccia pochi millesimi di secondo dopo che sono state pronunciate.

Rei ha scritto:
A meno che il concetto espresso non venga ripreso e ampilficato nelle ore e giorni successivi dai media, come accade, ad esempio, per certe dichiarazioni dei politici.

Chiaro, ma mi riferivo al caso riportato da Enzo. Credo che la televisione della domenica, o del weekend in genere, sia di quella che viene dimenticata in fretta.