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Perché ci piace camminare scalzi

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Messaggio  Darwin Dom 09 Apr 2023, 02:09

Il titolo di questo post è tratto da un articolo comparso qualche tempo fa sul sito www.psicoadvisor.com, scritto da Anna De Simone, Psicologo, divulgatore di scienze e tecniche psicologiche, neurobiologia e genetica comportamentale. Scrittore e Fondatore di Psicoadvisor.

Premetto che ho contattato direttamente Anna De Simone ed ho ottenuto il permesso scritto per pubblicare sul forum, a patto, ovviamente, di citare la fonte.

Parlando con vari componenti del forum, ho osservato che per la maggior parte (se non tutti) il desiderio di camminare scalzi affonda le radici profonde nell'estrema fanciullezza, grazie ad una situazione, un episodio o un'impressione che ha lasciato in quel bambino il desiderio pressoché irresistibile a camminare scalzo anche da adulto. Anche la mia storia è di questo tipo.

La psicologa Anna De Simone fa un'analisi psicologica di questo desiderio che vorrei sottoporre al giudizio di tutti. Riporto pertanto ampi stralci dell'articolo in questione, che è visionabile integralmente all'indirizzo:

https://psicoadvisor.com/perche-ci-piace-camminare-scalzi-8663.html  

...."Perché ci piace camminare scalzi:

Come accade spesso nel simbolismo della psicoanalisi, tutto parte dalla nostra infanzia e dal rapporto che il bambino ha con le scarpe.

Per un bambino che ha da poco imparato a camminare, le scarpe rappresentano un ostacolo non da poco conto.

Per un bambino camminare con le scarpe è più difficile.
Le scarpe rappresentano il primo tangibile segno di crescita e di evoluzione, il bambino sente che deve staccarsi dalle braccia della madre e andare avanti con i suoi piedi.
Le scarpe rappresentano una imposizione, il bambino deve metterle anche se spesso non vuole.
In questo contesto l’atteggiamento dell’ignara mamma non aiuta. A molti di noi, le scarpe ci sono state imposte con frasi come “su, metti le scarpe che devi andare a scuola”, “Non togliere le scarpe! Te le ho appena messe…” Potrebbero fare la differenza frasi motivazionali come “Come sono belle queste scarpe… così possiamo fare tante passeggiate insieme”. Insomma, durante la nostra infanzia ci approcciamo alle scarpe con sentimenti contrastanti, anche se in modo inconsapevole, ciò che è tangibile è una nostra tendenza al rifiuto delle calzature che innesca nel genitore la necessità di imporle..."

..."Ogni qual volta sentiamo il bisogno di toglierci le scarpe e viviamo questo gesto come una liberazione, il nostro inconscio lo ricollega alla spensieratezza della prima infanzia, quando non avevamo obblighi di alcun sorta.
Se ami camminare a piedi nudi in casa, probabilmente c’è una parte di te che non accetta di buon grado gli obblighi imposti dalla società"....

..."Il bisogno di camminare scalzi si amplifica in quelle persone che hanno dovuto assumersi più responsabilità del dovuto, fin dalla tenera età. Questo desiderio è amplificato in tutte quelle persone che sono state costrette a “crescere in fretta” e imboccare una via più per responsabilità che per scelta deliberata"...

....."Per chi ama camminare a piedi nudi in casa:

Se ami camminare scalzo solo in casa, hai deciso di “abbracciarti la croce” dei tuoi compiti e del ruolo che ti sei ritagliato nella vita. Si evince, così, una certa passività nell’accettare il carico pesante delle responsabilità, della crescita e degli obblighi imposti dalla vita e dalla società. Per questo motivo, ami camminare scalzo solo all’interno della tua zona di comfort.

Per chi ama camminare a piedi nudi ovunque:

Se non ti limiti a camminare scalzo in casa e per te ogni occasione è buona per liberare i piedi e affondarli in un prato, nel terreno, in un corso d’acqua… affronti gli obblighi della vita con una certa reattività e cerchi di accrescere o consolidare la tua autoaffermazione. A te, camminare scalzo non solo dà un senso di liberazione ma è anche una valvola per liberarti dall’ansia....."

...."Per chi ama camminare su rocce, sassi e ghiaia

Volendo fare ancora una distinzione, c’è chi ama camminare su sassi, rocce, ghiaia e sui suoli più difficili. Se si tratta del tuo caso, sappi che probabilmente lo fai perché senti la necessità di amplificare le tue emozioni per confermare il tuo diritto alla vita, il tuo diritto di esserci.

Chi ama camminare su “terreni difficili” ha bisogno di riscattarsi per qualcosa che gli è stato negato...."

..."Anche Steve Jobs amava camminare scalzo
Steve Jobs firmò il primo contratto d’acquisto della neonata Apple a piedi nudi, presentandosi scalzo negli uffici dell’imprenditore Paul Terrell, il primo cliente Apple che ordinò 50 computer.....
Per Steve Jobs, il barefooting era un modo di mostrare al mondo il suo essere un ribelle, ancor prima di riscrivere la storia del settore tecnologico e di dimostrarlo coi fatti. Nella sua vita, si è presentato più volte scalzo a lavoro; molte persone lo giudicherebbero un pazzo ma con un’occhiata più approfondita si capisce che Steve Jobs era una persona che odiava profondamente le regole e non voleva essere vincolato a nulla....".

Mi piacerebbe sapere cosa pensano gli amici del Club e i frequentatori del forum: vi riconoscete nell'analisi di Anna De Simone? Ci sono altri tipi di valutazioni o altre motivazioni? Mi sembra molto interessante analizzare i perché, e credo sia interessante anche per la psicologa che potrà verificare la veridicità o meno delle sue analisi da chi ha fatto dello scalzismo il proprio stile di vita, totale o parziale che sia.

Approfitto dell'occasione per esprimere i migliori Auguri di Buona Pasqua a tutti.

Darwin.
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Messaggio  Appleseed Dom 09 Apr 2023, 19:12

Al bambino che deve mettersi le scarpe arrivano due ordini di messaggi:
- proteggiti perchè intorno a te ci sono tanti pericoli (il freddo, lo sporco, i famosi chiodi ...)!
- vedi che tutti hanno le scarpe? Uniformati, fai come loro.
Le scarpe come elemento di difesa da rischi veri e immaginari e di integrazione forzata.
E il piccolo scalzista che fa resistenza perchè intravede già in fondo al tunnel il suo posto nel muro di watersiana memoria.
Se non è vero è almeno suggestivo!
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Messaggio  Marco53 Dom 09 Apr 2023, 19:27

Belle riflessioni in parte tutte condivisibili, specialmente da quelli di noi che stanno portando lo scalzismo a modo di vivere a 360°. Mi si addice in particolare una frase:
Se ami camminare a piedi nudi in casa, probabilmente c’è una parte di te che non accetta di buon grado gli obblighi imposti dalla società
Ma non nella prima parte. Perché io cammino scalzo tanto in casa quanto fuori: questo post l'ho letto dopo una passeggiata pomeridiana fatta uscendo di casa senza scarpe fin dal primo centimetro, mentre stamattina che sono stato al "Gran Balon" (versione di lusso del mercato delle pulci che si fa solo ogni 2ªdomenica) ho circolato coi sandali finché ero lì, e li ho messi appena arrivato all'inizio e tolti solo allontanandomi. Il motivo è che in precedenza avevo tentato due volte di vedere il mercato delle pulci senza scarpe, ma tutte quelle due volte ho "forato"... scheggine di vetro piccole, praticamente nessun danno, ma solo fastidio. Però il fatto è che lo sguardo si concentra sulle bancarelle e nelle vie dove si tiene il mercatino di roba di vetro finita per terra in mille e duemila pezzo ce n'é sempre stata. Ben diverso da certe Fiere o Borse scambio tenute in luoghi chiusi, che mi hanno già visto "nature" alcune volte.
Però corrisponde a ciò che dice la De Simone, ovvero io, in quanto me stesso, non amo sentirmi obbligato specialmente se l'obbligo non ha nessun senso: come ad esempio l'obbligo di cravatta in certi posti ecc ecc... A causa di problemi respiratori che ho avuto nella mia infanzia e che sono scomparsi nell'adolescenza, io non ho mai sopportato di sentirmi il collo ristretto da una cravatta (perfino dai maglioni tipo "dolce vita"). L'ho indossata in 70 anni una ventina di volte e praticamente mai sul luogo di lavoro. Ne ho anche di belle, compreso una molto vistosa comprata in America in viaggio di nozze, ma riposa a penzoloni in armadio avendo visto la luce solo un paio di volte.
Lo stesso vale per le scarpe e sono felice di aver già molte volte affrontato alcuni supermercati a Torino entrandovi senza calzature...
Mentre sono a disagio quando mi chiedono di metterle (recentemente al Museo ferroviario di Savigliano) perché non vogliono grane se uno pesta qualche pezzo di metallo che (peraltro) non dovrebbe esserci...
Saluti liberatori
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Messaggio  GECO Mar 11 Apr 2023, 10:56

Appleseed ha scritto:Al bambino che deve mettersi le scarpe arrivano due ordini di messaggi:
- proteggiti perchè intorno a te ci sono tanti pericoli (il freddo, lo sporco, i famosi chiodi ...)!
- vedi che tutti hanno le scarpe? Uniformati, fai come loro.
Le scarpe come elemento di difesa da rischi veri e immaginari e di integrazione forzata.
E il piccolo scalzista che fa resistenza perchè intravede già in fondo al tunnel il suo posto nel muro di watersiana memoria.
Se non è vero è almeno suggestivo!

Non so dire se da molto piccolo cercassi di togliermi le scarpe ma non credo.
Ora non ricordo neppure quanti anni avevo diciamo 12 anni quindi non proprio piccolo quando vidi per la prima volta durante le vacanze estive sul lago di Garda dei bambini tedeschi camminare scalzi nei paesi di Bardolino e Garda che alcuni di voi hanno visto con me negli scorsi anni durante i nostri incontri.
Non so neppure dire cosa fu esattamente la scintilla. Forse i ragionamenti che descrivo ora sono rivisti con gli occhi di adesso e non sono esattamente quelli del ragazzino d'allora. Mi stupii del fatto che dei genitori lasciassero camminare scalzi i propri figli senza dire nulla riguardo ai pericoli sopra citati in particolare la cosa che più mi colpiva erano le suole nere di cui rimanevo affascinato e sbalordito perché quello sporco viene associato a chissà quali malattie che ti puoi prende. Non dissi nulla ai miei genitori perché sapevo già senza doverlo chiedere che sarebbero stati contrari vista come mia madre pulisce casa in modo maniacale.
Però da quella volata quando scendevamo sul lago per prenderci un gelato poi si faceva una passeggiata lungo lago e nelle viuzze del centro e io quando vedevo qualche ragazzino scalzo lo seguivo e una volta seminati i miei genitori provavo pure io a togliermi le scarpe (o visto che era estate sandali e infradito) per provare.
Quando poi un po' più grande ho preso la patente capitava che i miei non avessero voglia di scendere al lago nelle giornate torride e mio padre mi concedeva di usare la macchina per andare per conto mio sul lago.
Tutte le volte lo stesso copione. Non avevo il coraggio di scalzarmi direttamente quindi cercavo sino a quando non trovavo qualcuno che andava scalzo e a quel punto mi toglievo le scarpe e lo seguivo a distanza. Mi rendo conto che la cosa può sembrare da pazzo maniaco ma mi piaceva stare scalzo ma anche vedere altri scalzi. Ero affascinato dalle suole nere dalla sfida di riuscire a camminare su strade roventi e vedere che lo facevano senza apparente fastidio.
Nel frattempo iniziando a lavorare non avevo più 3 mesi di ferie ma 2 o 3 settimane e mentre i miei ormai in pensione andavano sul lago io ero a Milano con il primo modem gracchiante e alla sera mi piaceva navigare su internet. Non so neppure se c'era già google ma credo che ai tempi ci fosse yahoo come primo motore di ricerca.
Non ricordo bene cosa cercavo ma ad un certo punto credo nel 1999 mi imbatto nei post di quello che poi ora è questo forum.
Il forum ha circa 1 anno. Scopro il sito fatto da Franco Agrippa e inizio a leggermi tutti i post restando sbalordito nello scoprire che ci sono persone in Italia che VIVONO scalze o almeno vanno in giro scalze dappertutto sui sentieri con le pietre, nelle città sporche, sui mezzi pubblici, ecc.
La cosa per me ha un fascino enorme. Passo ore a leggere sino a quando esce un post dove si propone un incontro in Liguria.
Non posso farmelo scappare. Parto con il treno da Milano e non mi passa dalla mente di stare scalzo. Scendo dal treno e non ho il coraggio di togliermi i sandali. Mi guardo in giro sino a quando senza il minimo dubbio identifico Franco con qualche altro scalzo. Mi tolgo i sandali e via!
Dopo un po' si decide di prendere un treno per spostarci e resto stupefatto del fatto che per loro è normale salire scalzi. Mi tranquillizzano che non ci sono divieti o pericoli neppure ad entrare nei bagni affraid
Da allora ci sono stati svariati incontri e la storia la sapete ma ancora oggi trovo il fascino delle suole nere, la sfida di camminare scalzo su terreni impervi o caldi o freddi e persino di correre per svariati km ma sembrerà assurdo ma ancora oggi ho un certo imbarazzo a scalzarmi se sono solo. Non oso uscire di casa direttamente scalzo perché continuo ad avere le mie seghe mentali (i vicino di casa ecc) quindi faccio magari 100m giro l'angolo , vedo che in quel momento non c'è nessuno e mi tolgo le scarpe. Ancora oggi non ho detto nulla ai miei parenti e solo qualche amico sa di questa mia stranezza e hanno reagito meglio di quanto potessi pensare. So che questa cosa è assurda ma non ho voglia di stare a discutere soprattutto con i miei genitori che si preoccupano che mi faccio male, ecc.

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Messaggio  Marco53 Mar 11 Apr 2023, 14:00

Bel "coming out" carissimo! Mi hai fatto venire in mente i miei acerbi tentativi. Da piccolo piccolo però ero troppo condizionato e scalzo solo sulla spiaggia. Eppure qualcosa ronzava già nelle dita dei miei piedi. Ricordo che detestavo andare a comprare le scarpe nuove, che poi andavano cambiate quando appena appena avevano preso la forma del piede e diventavano pseudo-comode.
I miei primi impatti con gente scalza risalgono addirittura a un filmino b/n su Napoli visto alle elementari (2ª o 3ª). Spesso erano inquadrati scugnizzi scalzi in giro per la città e non sulla spiaggia e questo me lo ricordo bene perché avrò detto almeno tre o quattro volte al mio vicino di sedile "Guarda sono scalzi!". Credo sia il mio ricordo più vecchio.
Poi c'erano i telefilm di Tarzan del mitico Weissmuller, sempre scalzo, come la sua Jane e poi un ragazzino nato già grande, nel senso che apparve nei telefilm già come se avesse 7o8 anni. Che odio molti Tarzan cinematografici belli, atletici, poco vestiti, ma con i sandali Embarassed !
Attorno ai 10-12 anni ricordo che andavo a trovare in campagna degli amici dei nonni e occasionalmente sparivo nelle stradine attorno alla cascina e mi sfilavo i sandali per sentire quel morbido polverino color crema che imbellettava i piedi e lasciava giù delle inequivocabili orme.
Come per Appleseed però il velo si è squarciato del tutto quando a 16 anni andai con i miei a San Candido, Val Pusteria, Tirolo. Lì ne ho visti tanti di ragazzi/ragazzini e bambine scalze, nei campi a fare la fienagione con i genitori, ma anche per le vie di Lienz (Austria) con le loro belle suole nere. E, l'ho già raccontato ma lo faccio di nuovo per quelli più nuovi, la mia prima lunga escursione scalza in natura. Non ricordo dov'erano andati i miei. Io avrei dovuto restare in albergo a studiare latino ( Mad ) perché quello fu l'anno in cui rimasi rimandato in latino (unica volta e unica materia in vita mia). E invece presi la seggiovia solo andata e ridiscesi per direttissima (ovvero seguendo i pali della seggiovia e non il sentiero molto più lungo) con le scarpe in mano. Non volevo tornare in albergo dopo che fossero arrivati i genitori, ovviamente. Che sensazione, che rugiada!
E poi con la patente le prime gite dove potevo stare insieme agli amici ma non insieme alle scarpe, per arrivare alla scoperta dei siti su internet, prima tedeschi, poi americani e ultimo i natiscalzi...
Adesso, e anche questo lo ricordo ai più timorosi, non solo esco da casa senza scarpe, ma faccio cose davvero incredibili.
Confesso di essere attratto dal fatto di ritrovarmi con le suole nere. Non so se classificarlo come edonismo o desiderio di dimostrare che i piedi li uso dappertutto...
Perché ci piace camminare scalzi 2008_m10
Nel 2008 ho giocato il tutto per tutto. Andando con gli amici a Friedrichshafen (sul lago di Costanza lato tedesco), ma pernottando ad Appenzell in Svizzera dal lato svizzero e complice l'organizzazione teutonica che ti permette di arrivare all'imbarco del Ferry boat per attraversare il lago comprando il biglietto speciale con già compreso l'ingresso della Fiera a Friedrichshafen e il bus navetta), non ho pensato niente di meglio che lasciare le scarpe addirittura all'estero, cioé in Svizzera e andare a visitare la mostra senza scarpe. Al ritorno sul Ferry i piedi erano quello che erano, con un po' di leggero rossore per via della suola non ancora perfettamente formata (dal 2010 già non succedeva più, anzi nel 2010 avevo anche prenotato il volo su aereo storico Junkers Ju52, sul quale sono salito assolutamente scalzo senza obiezioni da parte di nessuno).
Insomma abbandonare le scarpe comporta una doppia sensazione di libertà, la prima tattile e benefica per il contatto diretto col suolo, e la seconda quella di poter essere liberi di essere sé stessi almeno fin che non si incontra il cretino di turno che viene a rompere gli zebedei in nome delle "sue" idee che non prevedono questa possibilità. Menti chiuse e impedite. Pazienza. Per fortuna i casi che ho incontrato nella mia esperienza decisamente lunga sono davvero pochi.
Saluti aperti
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Messaggio  Biagio Mar 23 Mag 2023, 10:29

Credo che l'umanità faccia uso di calzature da decine di migliaia di anni, come di qualunque altro indumento. E' indubbio che queste abbiano una funzione ben definita nel proteggere dalle condizioni climatiche e dalle asperità estreme. Ma che credo anche che gli umani  abbiano sempre fatto a meno delle stesse quando non si rivelavano necessarie - e questo fino a non molto tempo fa. In fondo non è tanto diverso dall'uso delle maniche: lunghe quando servono e corte quando non servono.    

Solo ora, nell'ultimo secolo, nel mondo occidentale si è arrivati ad un vero e proprio tabù, come se avessimo imbarazzo a mostrare i gomiti e ci scandalizzassimo delle maniche corte. Ma tutto questo un bambino, che - nuovo di questo mondo e dei nostri usi - è senza pregiudizi, lo percepisce. Vede gli adulti privarsi di un qualcosa di semplice e piacevole come posare i piedi per terra e percepire liberamente la realtà sotto di essi e non ne vede la ragione. Poi, crescendo, qualcuno si adegua mentre in qualcun altro scatta la molla della reazione all'insegna del...  "al diavolo, mi riprendo tutto ciò di cui mi avete privato per tanti anni!" e credo che questo descriva il caso nostro e di tutti quelli che durante l'infanzia hanno subito una privazione più intransigente e ottusa del normale.
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Messaggio  bfpaul Mer 24 Mag 2023, 11:37

Biagio ha scritto:Credo che l'umanità faccia uso di calzature da decine di migliaia di anni, come di qualunque altro indumento. E' indubbio che queste abbiano una funzione ben definita nel proteggere dalle condizioni climatiche e dalle asperità estreme. Ma che credo anche che gli umani  abbiano sempre fatto a meno delle stesse quando non si rivelavano necessarie - e questo fino a non molto tempo fa. In fondo non è tanto diverso dall'uso delle maniche: lunghe quando servono e corte quando non servono.    

Solo ora, nell'ultimo secolo, nel mondo occidentale si è arrivati ad un vero e proprio tabù, come se avessimo imbarazzo a mostrare i gomiti e ci scandalizzassimo delle maniche corte. Ma tutto questo un bambino, che - nuovo di questo mondo e dei nostri usi - è senza pregiudizi, lo percepisce. Vede gli adulti privarsi di un qualcosa di semplice e piacevole come posare i piedi per terra e percepire liberamente la realtà sotto di essi e non ne vede la ragione. Poi, crescendo, qualcuno si adegua mentre in qualcun altro scatta la molla della reazione all'insegna del...  "al diavolo, mi riprendo tutto ciò di cui mi avete privato per tanti anni!" e credo che questo descriva il caso nostro e di tutti quelli che durante l'infanzia hanno subito una privazione più intransigente e ottusa del normale.

Sono molto d'accordo, davvero!!

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