La Via dell’Arte a Via Margutta
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La Via dell’Arte a Via Margutta
Anche quest’anno Via Margutta (Roma) si è trasformata nella Via dell’Arte, dove pittori e scultori italiani espongono una o più opere nelle vetrine dei negozi della via.
La mia vicina di casa, scultrice ed amica, espone due opere.
Come spesso accade, mi ha chiesto di accompagnarla all’inaugurazione e come sempre accade, le ho chiesto se dovevo venire con le scarpe o senza.
Essendo lei al centro della scena, era giustamente lei a decidere e finora mi aveva sempre detto “Con le scarpe”.
Stavolta però ho cambiato la domanda: “Facciamo teatro o metto le scarpe?”
Lei ci ha pensato un attimo, ha sorriso e ha detto di venire scalzo.
E così mi sono trovato al rinfresco, in mezzo ad artisti, galleristi e critici d’arte, scalzo e tenendo il cane della mia vicina al guinzaglio.
Ora, finché ti guarda negli occhi, spesso la gente non si accorge di nulla, ma TUTTI abbassavano gli occhi per dare un’occhiata al cane, una bellissima bastardina dal musetto dolce ed il pelo del colore dell’oro rosso.
E vedevano i miei piedi nudi.
Non potevano non vederli.
Su circa un centinaio di persone incrociate e con cui abbiamo scambiato almeno una battuta, TUTTE, salvo tre, non hanno fatto una piega, non hanno chiesto nulla, hanno chiacchierato tranquillamente con me e la mia amica scultrice, ed alcuni si sono chinati ad accarezzare il cane.
Le tre persone che hanno avuto reazioni sono:
1) Un’altra nota scultrice, che conosco da tempo e che mi ha visto sempre scalzo a casa sua e calzato alle inaugurazioni precedenti, che ha esclamato ridendo “Finalmente scalzo!”.
2) Un gallerista, che mi conosceva già ma NON mi aveva mai visto scalzo ed ha esclamato “Ma sei scalzo!” col tono di uno che dice “Ma oggi hai messo la cravatta!”. Dopodiché abbiamo parlato del più e del meno come al solito.
3) La moglie di un collezionista. Dopo due ore e mezzo in cui praticamente nessuno, salvo i due precedenti, non aveva detto nulla, approfittando di una mia frase buttata a proposito del sole che batteva e del fatto che sentivo i sanpietrini più caldi nelle zone assolate, mi ha chiesto informazioni sullo scalzismo. Ma solo perché avevo introdotto io l’argomento.
4 (fuori categoria) Intanto che parlavo con la numero 3, è passata una turista (credo americana) che ha guardato i miei piedi con incredulità e stupore.
Non con disgusto, con incredulità e stupore. C'è una bella differenza.
Concludendo: ho una mezza idea che se alla prossima inaugurazione mi presentassi in tutù rosa e camminando sulle punte, la maggior parte dei presenti non batterebbe ciglio. La mia amica mi dice che nel mondo dell’arte si vedono abitualmente personaggi molto più strani ed ormai quelli del “giro” ci hanno fatto l’abitudine.
A conferma di ciò, a distanza di una settimana, la mia amica mi ha detto che, per vari motivi, ha parlato, dal vivo o al telefono, con almeno una quindicina delle persone incontrate e nessuno, ripeto NESSUNO, le ha chiesto lumi sui piedi nudi del tipo che chiaramente era il suo accompagnatore.
I più pettegoli volevano avere lumi sul nostro rapporto, la spiegazione "Siamo vicini di casa" non li soddisfa, ma sui piedi nudi, nulla.
La mia vicina di casa, scultrice ed amica, espone due opere.
Come spesso accade, mi ha chiesto di accompagnarla all’inaugurazione e come sempre accade, le ho chiesto se dovevo venire con le scarpe o senza.
Essendo lei al centro della scena, era giustamente lei a decidere e finora mi aveva sempre detto “Con le scarpe”.
Stavolta però ho cambiato la domanda: “Facciamo teatro o metto le scarpe?”
Lei ci ha pensato un attimo, ha sorriso e ha detto di venire scalzo.
E così mi sono trovato al rinfresco, in mezzo ad artisti, galleristi e critici d’arte, scalzo e tenendo il cane della mia vicina al guinzaglio.
Ora, finché ti guarda negli occhi, spesso la gente non si accorge di nulla, ma TUTTI abbassavano gli occhi per dare un’occhiata al cane, una bellissima bastardina dal musetto dolce ed il pelo del colore dell’oro rosso.
E vedevano i miei piedi nudi.
Non potevano non vederli.
Su circa un centinaio di persone incrociate e con cui abbiamo scambiato almeno una battuta, TUTTE, salvo tre, non hanno fatto una piega, non hanno chiesto nulla, hanno chiacchierato tranquillamente con me e la mia amica scultrice, ed alcuni si sono chinati ad accarezzare il cane.
Le tre persone che hanno avuto reazioni sono:
1) Un’altra nota scultrice, che conosco da tempo e che mi ha visto sempre scalzo a casa sua e calzato alle inaugurazioni precedenti, che ha esclamato ridendo “Finalmente scalzo!”.
2) Un gallerista, che mi conosceva già ma NON mi aveva mai visto scalzo ed ha esclamato “Ma sei scalzo!” col tono di uno che dice “Ma oggi hai messo la cravatta!”. Dopodiché abbiamo parlato del più e del meno come al solito.
3) La moglie di un collezionista. Dopo due ore e mezzo in cui praticamente nessuno, salvo i due precedenti, non aveva detto nulla, approfittando di una mia frase buttata a proposito del sole che batteva e del fatto che sentivo i sanpietrini più caldi nelle zone assolate, mi ha chiesto informazioni sullo scalzismo. Ma solo perché avevo introdotto io l’argomento.
4 (fuori categoria) Intanto che parlavo con la numero 3, è passata una turista (credo americana) che ha guardato i miei piedi con incredulità e stupore.
Non con disgusto, con incredulità e stupore. C'è una bella differenza.
Concludendo: ho una mezza idea che se alla prossima inaugurazione mi presentassi in tutù rosa e camminando sulle punte, la maggior parte dei presenti non batterebbe ciglio. La mia amica mi dice che nel mondo dell’arte si vedono abitualmente personaggi molto più strani ed ormai quelli del “giro” ci hanno fatto l’abitudine.
A conferma di ciò, a distanza di una settimana, la mia amica mi ha detto che, per vari motivi, ha parlato, dal vivo o al telefono, con almeno una quindicina delle persone incontrate e nessuno, ripeto NESSUNO, le ha chiesto lumi sui piedi nudi del tipo che chiaramente era il suo accompagnatore.
I più pettegoli volevano avere lumi sul nostro rapporto, la spiegazione "Siamo vicini di casa" non li soddisfa, ma sui piedi nudi, nulla.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: La Via dell’Arte a Via Margutta
Qualcuno dirà che in un ambiente artistico andare a piedi scalzi è più normale, ma ho verificato che la cosa è accettata anche in ambienti tutt'altro che artistici.
Saluti ottimisti.
Saluti ottimisti.
Andrea D- Numero di messaggi : 222
Data d'iscrizione : 09.01.08
Re: La Via dell’Arte a Via Margutta
Ieri sera, inaugurazione di una mostra vicino a Campo de' Fiori.
Scalzo.
Dopo aver cercato invano una donzella che mi accompagnasse scalza (in due si fa più "scena"), ci vado con una amica fotografa (in sandali, ma in casa sta sempre scalza: a volte bisogna accontentarsi...).
Qualche raro sguardo sorpreso, qualche commento positivo, nessuno negativo.
Il gallerista e sua moglie più di una volta hanno attirato, quasi mostrandoli con orgoglio, l'attenzione degli invitati sui miei piedi nudi, anzi, hanno invitato una signora che aveva i piedi doloranti (tacchi su sampietrini e lunga camminata) a togliersi le scarpe seguendo il mio esempio.
La signora, pur guardandomi con un po' di invidia, si è tenuta le scarpe ed ha continuato a soffrire.
Contenta lei...
E così scopro che il fratello del gallerista, che vive a Torino, gira spesso scalzo, anche quando va al supermercato, conosce il sito ma non ci scrive (l'ho invitato a farlo), ma anche lui confessa, come Lucignolo, di sentirsi a volte a disagio per sguardi e commenti della gente.
Però ha concordato subito con me che spesso il commento o l'atteggiamento negativo è "chiamato" proprio dal nostro (vostro, ci mancherebbe! e la mia fama di killer?) atteggiamento colpevole.
Scalzo.
Dopo aver cercato invano una donzella che mi accompagnasse scalza (in due si fa più "scena"), ci vado con una amica fotografa (in sandali, ma in casa sta sempre scalza: a volte bisogna accontentarsi...).
Qualche raro sguardo sorpreso, qualche commento positivo, nessuno negativo.
Il gallerista e sua moglie più di una volta hanno attirato, quasi mostrandoli con orgoglio, l'attenzione degli invitati sui miei piedi nudi, anzi, hanno invitato una signora che aveva i piedi doloranti (tacchi su sampietrini e lunga camminata) a togliersi le scarpe seguendo il mio esempio.
La signora, pur guardandomi con un po' di invidia, si è tenuta le scarpe ed ha continuato a soffrire.
Contenta lei...
E così scopro che il fratello del gallerista, che vive a Torino, gira spesso scalzo, anche quando va al supermercato, conosce il sito ma non ci scrive (l'ho invitato a farlo), ma anche lui confessa, come Lucignolo, di sentirsi a volte a disagio per sguardi e commenti della gente.
Però ha concordato subito con me che spesso il commento o l'atteggiamento negativo è "chiamato" proprio dal nostro (vostro, ci mancherebbe! e la mia fama di killer?) atteggiamento colpevole.
Rei- Numero di messaggi : 2678
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: La Via dell’Arte a Via Margutta
Sono proprio queste testimonianze che aiutano tutti noi a superare i disagi e a "buttarsi", perchè tra tante critiche ci sono anche reazioni positive. Fortunatamente ci sono anche persone aperte, magari approvano perchè piacerebbe anche a loro l'idea, o magari anche loro ci capiscono perchè fanno cose considerate "non normali" per la maggioranza delle persone.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 43
Data d'iscrizione : 11.04.11
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