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A piedi nudi in Parlamento

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Messaggio  Riccardo Dom Lug 08 2012, 11:02

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Messaggio  lucignolo Dom Lug 08 2012, 23:04

Mio Dio!!!
Ma come si fa!!
Senza scarpe in Parlamento!!
Non c'è limite all'abisso della politica italiana!
Questi sono i veri problemi che ci toccano.
Vogliamo renderci conto che risolvendoli, coltivando di più il decoro, potremmo diventare più potenti della Germania?
Insomma, coprite quelle zampacce nude!
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Messaggio  Elan Lun Lug 09 2012, 14:43

NON E' SOBRIO!!!
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Messaggio  mic60 Mar Lug 10 2012, 19:55

Il commesso di Montecitorio sara' il fratello del tipo della base Lufthansa di Malpensa......
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Messaggio  aldo1953 Mer Lug 11 2012, 13:12


Ho visto anch' io la foto, ma soprattutto mi ha colpito il commento del giornalista. Personalmente credo che ci siano situazioni e luoghi dove una "tenuta" corretta sia consigliabile per una questione di immagine (anche se poi le risse anche fisiche in Parlamento non mancano). Certo Gandhi girava in dhoti, ma lui era Gandhi. Credo che il commesso avrebbe potuto glissare al momento e poi alla fine della seduta fare una cosa meno plateale . Quello che, dicevo, non mi è andato giù è il riferimento al disagio dei colleghi vicini di posto. Ma quale disagio, pensate a lavorare invece.

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Messaggio  Alexey Dom Lug 15 2012, 15:42

Certo, finchè pensiamo all' apparenza e al decoro, la società non crescerà mai, i potenti e i ricchi lo saranno sempre di più, i poveri saranno sempre più poveri e "il medio" sarà sempre più in basso, perchè siamo ridotti così?
Perchè il decoro e il conformismo è uno dei tanti strumenti che funzionano ad hoc per tenere schiava l' umanità, molti nelle mani di pochi, questo è il nocciolo della questione, la dittatura senza fine, il subdolo controllo di ogni nostro movimento e pensiero...
Poi il tutto viene mistificato e "naturalizzato" come tradizione, rispetto, ecc..., ma chi sa ragionare veramente e guarda al di sopra del proprio naso capisce che sono tutte ca..te create con l' unico scopo di avere milioni di "soldatini" senza personalità che lavorano sempre di più e si godono sempre di meno la vita, al servizio di un ristretto gruppo di persone che poi cosa da in cambio? Povertà, oppressione, sofferenza, guerre, morte, umiliazione, inquinamento e malattie, ecc...
Svegliamoci finchè siamo ancora in tempo,basta solo avere la volontà di cambiare il sistema e le regole, per rompere questo motore e tornare ad essere una specie cooperativa atta a massimizzare il bene comune, come avveniva prima dell' età del bronzo.
Noi si che siamo esseri civili e superiori, allora perchè siamo soggiogati dai pochi al potere, dipendenti dalle multinazionali e incapaci di vivere una vita veramente libera e serena? Perchè accettiamo di lavorare fino alla morte o forse ancora peggio trovarci vecchi senza avere quasi da mangiare dopo esserci fatti un mazzo tanto per tutta la vita per far diventare i ricchi sempre più ricchi e noi affogare nella m..da?
Perchè sempre più persone non riescono ad avere una vita almeno dignitosa?
E non proviamo a rispondere che così è la vita o è inevitabile e bisogna accettare tutto, perchè è proprio quello che ci vogliono fare credere e pensare, l' accettazione di una vita miserabile e oppressa... si può cambiare solo c'è la volontà, a cominiciare nel nostro caso dall' accettazione dell' andar scalzi e poi via via con il resto.
Per quanto riguarda il caso del parlamentare invece, forse è anche un bene che se le sia rimesse, provate a stare vicino a uno che si leva le scarpe chiuse dopo mezza giornata... Very Happy





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Messaggio  Riccardo Dom Lug 22 2012, 14:30

Hanno anche mal giudicato una docente scalza su MessinaWebTv http://www.messinaweb.tv/bianco/rubriche/cerimonia-di-laurea-a-piedi-scalzi/ ecco il link.
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Messaggio  Alexey Dom Lug 22 2012, 19:42

"Non si conoscono i motivi personali che possano indurre una docente universitaria a presentarsi a piedi nudi, con tanto di Toga, durante la Cerimonia di Laurea del Corso di Informatica"

Non ti sei chiesta quali possano essere e se possano essere più o meno validi?

"Si ritiene alquanto indecoroso e irrispettoso presentarsi in tali condizioni ad un momento ufficiale, come rappresentante dell’Università degli Studi di Messina, al cospetto di giovani laureandi e di un folto pubblico di familiari presenti nell’Aula Magna della Facoltà di Scienze, incuriositi da tale stravaganza."

Forse doveva scrivere: "Ritengo"

"Mi chiedo come avrebbe giudicato la Commissione un giovane laureando che si fosse presentato allo stesso modo o magari in bermuda e ciabatte."

Perchè andare vestiti bene e scalzi è uguale ad andare in bermuda e ciabatte?

Pensate che negli USA, paese che pare non essere tra i più barefoot-friendly (almeno da quanto si può leggere sui loro forum...) esistono alcuni campus nei quali gli studenti possono girare liberamente a piedi nudi e ho letto anche di alcune cerimonie di laurea dove molti studenti si sono presentati liberamente scalzi.
Sarebbe interessante sapere come sarebbe accolto qui da noi uno studente a piedi nudi, mia moglie ne ha avvistato uno un paio di settimane fa all' università Cattolica di Milano, le ho detto che poteva fermarlo ma mi ha risposto: "Non ci penso neanche"...
Forse potrebbero essere più di aiuto i nostri giovani universitari del forum, io ormai non posso più, perchè l' ho finita da 6 anni ormai, e poi andavo a Pavia!!! Twisted Evil











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Messaggio  Rei Dom Lug 22 2012, 21:02

Riccardo ha scritto:Hanno anche mal giudicato una docente scalza su MessinaWebTv http://www.messinaweb.tv/bianco/rubriche/cerimonia-di-laurea-a-piedi-scalzi/ ecco il link.
C'è anche un commento, che in pratica da della mentecatta alla persona che ha scritto la critica.
Sopravvalutandola. Very Happy
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Messaggio  Marc_63 Lun Lug 23 2012, 01:35

Conscio di far "adirare" probabilmente l'amico Flavio, ma non solo; vorrei che riflettessimo su un punto che spesso ci sfugge.
Tutte le leggi e i regolamenti si basano su quelle che vengono definite le "fonti del diritto", ovvero ogni atto ed ogni fatto a cui l'ordinamento giuridico deve far riferimento per emanare, modificare o estinguere una o più norme giuridiche.
Una di queste fonti è rappresentata dalla "consuetudine", "Consuetudo quasi lex", dicevano i Romani.
Si tratta di regole non scritte, convenzionali stabilizzate, oggettivizzate, createsi nel tempo e radicate nella coscienza giuridica che trovano la loro ragione e il loro fondamento nella cultura, nelle abitudini e nelle consuetudini di un dato popolo.
Sulla base di questa fonte del Diritto, nascono altre norme, scritte o non scritte, ma sulle quali si esige comunque la massima osservanza, soprattutto in certi ambienti dove la forma è d'obbligo.
Il termine "normale" significa proprio "secondo la norma", mentre "anormale" significa "contro la norma"; laddove per norma, in questo caso, non si intende una norma legislativa o l'articolo di un dato regolamento, ma si intende proprio l'uso, il costume, la prassi.
Andare scalzi, sarà salutare, naturale, piacevole, innocuo, ma non è ancora un comportamento "normale", nel senso che va contro le abitudini, le prassi, i costumi ormai consolidati da noi ed accettati universalmente; se vogliamo si discosta da quei "canoni di integrazione sociale" che regolano la nostra vita nel contesto civile.
(Tanto è vero che in alcuni posti l'andare scalzo è rigorosamente priobito, come sappiamo).
Questo però non deve indurci minimamente a rinunciare o ad aver paura di affrontare scalzi la vita; anzi, considerando che la nostra società, seppur a piccoli passi, si sta rendendo sempre più tollerante e disposta ad accettare il nuovo, il nostro compito è quello di non demordere e di continuare a fare ciò in cui crediamo, anche con la consapevolezza che non solo non facciamo del male a nessuno, ma che anzi proponiamo un nuovo stile che oltre che bello è anche salutare. Vale la pena, credetemi, sfidare la "normalità" andando scalzi, soprattutto laddove la "normalità", possa rappresentare la gabbia della evoluzione della civiltà, del progresso e del buon senso. Wink
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Messaggio  bfpaul Lun Lug 23 2012, 11:13

Marc_63 ha scritto:Conscio di far "adirare" probabilmente l'amico Flavio, ma non solo; vorrei che riflettessimo su un punto che spesso ci sfugge.
Tutte le leggi e i regolamenti si basano su quelle che vengono definite le "fonti del diritto", ovvero ogni atto ed ogni fatto a cui l'ordinamento giuridico deve far riferimento per emanare, modificare o estinguere una o più norme giuridiche.
Una di queste fonti è rappresentata dalla "consuetudine", "Consuetudo quasi lex", dicevano i Romani.
Si tratta di regole non scritte, convenzionali stabilizzate, oggettivizzate, createsi nel tempo e radicate nella coscienza giuridica che trovano la loro ragione e il loro fondamento nella cultura, nelle abitudini e nelle consuetudini di un dato popolo.
Sulla base di questa fonte del Diritto, nascono altre norme, scritte o non scritte, ma sulle quali si esige comunque la massima osservanza, soprattutto in certi ambienti dove la forma è d'obbligo.
Il termine "normale" significa proprio "secondo la norma", mentre "anormale" significa "contro la norma"; laddove per norma, in questo caso, non si intende una norma legislativa o l'articolo di un dato regolamento, ma si intende proprio l'uso, il costume, la prassi.
Andare scalzi, sarà salutare, naturale, piacevole, innocuo, ma non è ancora un comportamento "normale", nel senso che va contro le abitudini, le prassi, i costumi ormai consolidati da noi ed accettati universalmente; se vogliamo si discosta da quei "canoni di integrazione sociale" che regolano la nostra vita nel contesto civile.
(Tanto è vero che in alcuni posti l'andare scalzo è rigorosamente priobito, come sappiamo).
Questo però non deve indurci minimamente a rinunciare o ad aver paura di affrontare scalzi la vita; anzi, considerando che la nostra società, seppur a piccoli passi, si sta rendendo sempre più tollerante e disposta ad accettare il nuovo, il nostro compito è quello di non demordere e di continuare a fare ciò in cui crediamo, anche con la consapevolezza che non solo non facciamo del male a nessuno, ma che anzi proponiamo un nuovo stile che oltre che bello è anche salutare. Vale la pena, credetemi, sfidare la "normalità" andando scalzi, soprattutto laddove la "normalità", possa rappresentare la gabbia della evoluzione della civiltà, del progresso e del buon senso. Wink
Esisteva un qualche editto, legge o che altro del famoso ventennio, per cui era vietato entrare scalzi a scuola e probabilmente negli edifici pubblici, che forse è essere sfuggito alla pira di Calderoli.
Se un qualche nostro seguace esperto di leggi è in grado di sapere se è ancora in vigore, avrebbe la nostra riconoscenza ed un caffè offerto dal sottoscitto.
E' per questo credo, che la mia ex preside mi disse di non tornare e scalzo a scuola; per la cronaca mi rimisi i sandali e me ne andai, ma solo perché li avevo ...
Racconto in un altro topic alcune cose di stamattina che hanno attinenza con la "normalità".
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Messaggio  Marc_63 Lun Lug 23 2012, 11:54

Bfpaul ha scritto : Racconto in un altro topic alcune cose di stamattina che hanno attinenza con la "normalità".

Per le stranezze della gente, caro Paolo, ci vorrebbe un forum intero e un nuovo Club, quello dei "Nati tolleranti" Very Happy

Marc_63
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Messaggio  bfpaul Lun Lug 23 2012, 12:21

Marc_63 ha scritto:
Bfpaul ha scritto : Racconto in un altro topic alcune cose di stamattina che hanno attinenza con la "normalità".

Per le stranezze della gente, caro Paolo, ci vorrebbe un forum intero e un nuovo Club, quello dei "Nati tolleranti" Very Happy

Eh, caro mio, scalzi si nasce, tolleranti si diventa. E che fatica!!!!!
Grrr....

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Messaggio  Rei Lun Lug 23 2012, 12:49

bfpaul ha scritto:
Esisteva un qualche editto, legge o che altro del famoso ventennio, per cui era vietato entrare scalzi a scuola e probabilmente negli edifici pubblici,
Non era una legge ma un regolamento scolastico:
Negli anni venti, si andava a scuola senza grembiule, successivamente ci fu l’obbligo di indossarlo, e serviva soprattutto per nascondere i poveri stracci che molti portavano addosso.
Succedeva spesso, anche in pieno inverno, che i bambini vestissero con solo qualche camiciola di tela e che si presentassero a scuola scalzi.
Negli anni trenta il regolamento scolastico vietò, per salvaguardare la dignità della scuola, di accettare in classe i bambini scalzi, ma il Regime non aiutava i poveri né col patronato scolastico, né con la tanto declamata “Befana fascista” e succedeva così che le mamme andavano dai maestri per implorarli di accettare in classe i loro bambini senza scarpe, e questi erano stretti fra l’incudine ed il martello, perché se rifiutavano, il bambino in questione avrebbe abbandonato la scuola, se accettavano, rischiavano un richiamo disciplinare da parte della direzione didattica.
Molti fanciulli, bravi e studiosi, in quel periodo, lasciarono la scuola perché non avevano pane e scarpe.

I fanciulli degli anni venti [Archivio] - Forum
Alla caduta del fascismo tali regolamenti (nazionali o locali che fossero) furono aboliti perché non avrebbe permesso ai bambini poveri di andare a scuola. La famosa foto della scuola di Africo nel 1948:
Scuola di Africo
documenta come gli alunni scalzi fossero stati riammessi.
La tua ex-preside non era aggiornata.
E comunque non c'è mai stata una legge, al massimo dei regolamenti scolastici.
bfpaul ha scritto:
che forse è essere sfuggito alla pira di Calderoli.
È sfuggita alla pira solo perché NON è una legge.
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Messaggio  Marc_63 Lun Lug 23 2012, 13:39

Approfitto dell'intervento di Rei, interessantissimo sul piano storico e sociale, per dare la conferma del fatto che in Chiesa nulla vieta di entrare scalzi, purché la persona mantenga nel resto del vestiario e negli atteggiamenti un contegno garbato.
Il mio direttore spirituale e Rettore della Chiesa che frequento, da me sollecitato, ha effettuato una ricerca e ha avuto la conferma che anzi, lo stare scalzi, se accompagnato da un contegno decoroso, può essere "una grande testimonianza di umiltà e di armonia col Creato".
Se poi lo stare scalzi in Chiesa rappresenta "la sintesi di uno stile di vita" semplice e naturale, ancora meglio, perché allora lo scalzo diventa "testimonianza vivente del Cristo".
Si veda a tal proposito i principi sanciti dalla "Riforma degli Scalzi" (1568) di cui rimangono ancora oggi tante tracce nella Chiesa in diversi ordini che portano proprio ancora almeno il nome (Francescani Scalzi, Agostiniani Scalzi, Carmelitani Scalzi ecc.) i cui membri, volendo, potrebbero stare tranquillamente scalzi; anzi, nonostante la concessione di indossare un paio di sandali, ciò è ancora vivamente suggerito dalla regola che è nata proprio dalla citata Riforma.
Poi, naturalmente, ciascuno di noi si regoli come meglio crede. Wink
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Messaggio  Rei Lun Lug 23 2012, 16:25

Marc_63 ha scritto:Il mio direttore spirituale e Rettore della Chiesa che frequento, da me sollecitato, ha effettuato una ricerca e ha avuto la conferma che anzi, lo stare scalzi, se accompagnato da un contegno decoroso, può essere "una grande testimonianza di umiltà e di armonia col Creato".
Puoi fartelo mettere per iscritto, magari su carta intestata e con tanto di firma accompagnata da cariche e titoli?
Se ci riesci, scannerizzalo e manda il PDF al Webmaster, per metterlo nel sito (accanto alla "letterina" della Polizia Stradale") per usi futuri.
Io ne ho in mente un paio...
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Messaggio  Marc_63 Lun Lug 23 2012, 16:52

Very Happy Ci provo . Wink
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Messaggio  lucignolo Sab Lug 28 2012, 15:28

Marc_63 ha scritto:Conscio di far "adirare" probabilmente l'amico Flavio, ma non solo; vorrei che riflettessimo su un punto che spesso ci sfugge.
Si, mi sono adirato (scherzo Wink ), perché, un poco, offendi la mia intelligenza e la mia cultura.
Quello che hai scritto lo sottoscrivo e, pure, ne ero perfettamente conscio.
Da qui deriva la difficoltà di controbattere l'assurdità (almeno dal nostro punto di vista) di certi regolamenti basati sul comune senso del pudore, della decenza e dell'etichetta.
Ed è qui che dobbiamo insistere facendo percepire alla gente che non è poi così fuori dai binari camminare senza scarpe: oggi per strada od in natura, domani in un supermercato, dopodomani in un museo.
Perfino io continuo a percepire come assurdo e sconveniente un medico scalzo in camice che visita un paziente o che si aggiri così in una corsia di ospedale.
Questione di divisa e questione di igiene.
Ma non esageriamo e cerchiamo di conquistare consensi e simpatia negli ambienti più idonei.
Il resto verrà dopo, ma senza pretendere l'impossibile.
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