Problema di tecnica
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Problema di tecnica
Ciao a tutti!
Da due settimane ho gettato via tutte le mie scarpe (eccetto un paio di ottime five fingers) e mi è sorto un leggero dubbio: la tecnica. Io corro scalzo e sto progressivamente acquisendo una tecnica buona, sia nella falcata (piccolissima, 180+ passi per minuto) e sia nella distribuzione del peso sulle ginocchia e sull'avampiede. Tuavvia persiste in me il dubbio: quando cammino, uso la medeisma tecnica? Voi quando camminate, lo fare 'normalmente' o appoggiate prima sull'avampiede e poi sul tallone?
Da due settimane ho gettato via tutte le mie scarpe (eccetto un paio di ottime five fingers) e mi è sorto un leggero dubbio: la tecnica. Io corro scalzo e sto progressivamente acquisendo una tecnica buona, sia nella falcata (piccolissima, 180+ passi per minuto) e sia nella distribuzione del peso sulle ginocchia e sull'avampiede. Tuavvia persiste in me il dubbio: quando cammino, uso la medeisma tecnica? Voi quando camminate, lo fare 'normalmente' o appoggiate prima sull'avampiede e poi sul tallone?
Re: Problema di tecnica
Sai che ci pensavo oggi?!?! Io mi sono accorto che camminando poggio comunque prima il tallone, anche se il piede va giù in modo diverso da quando è nelle scarpe, nel mio caso almeno. Quando corro mi viene naturale andare di avanpiede e tallone solo in un secondo momento, cosa che fra l'altro risparmia la forza elastica del passo!
Theuth- Numero di messaggi : 93
Età : 35
Data d'iscrizione : 02.06.12
Re: Problema di tecnica
Theuth ha scritto:Sai che ci pensavo oggi?!?! Io mi sono accorto che camminando poggio comunque prima il tallone, anche se il piede va giù in modo diverso da quando è nelle scarpe, nel mio caso almeno. Quando corro mi viene naturale andare di avanpiede e tallone solo in un secondo momento, cosa che fra l'altro risparmia la forza elastica del passo!
Concordo.
Anch'io tendo ad appoggiare il tallone, ma in modo completamente diverso rispetto a qualche anno fa, quando non camminavo abitualmente scalzo.
Fra l'appoggio del tallone e della pianta passa una frazione di secondo: in sostanza il tallone non sbatte mai per terra.
Ho provato pochissimi passi di corsa, cosa per me difficilissima dopo il devastante incidente motociclistico che mi ha cambiato la vita (in senso motorio): in questo caso, appoggio decisamente per primo l'avampiede.
Quando praticavo la corsa di fondo in modo agonistico questo non avveniva, anche se usavo scarpette talmente minimali che era quasi come essere a piedi nudi.
Ma, credetemi, quel quasi pesava come un macigno gigantesco e faceva una grande differenza.
Posseggo anche un paio di five fingers: interessanti, ma le evito perché a piedi nudi si provano sensazioni abissalmente diverse.
Non c'è surrogato che tenga, ma se devo scegliere fra un paio di scarponi e queste calzature minimali, be', scelgo quelle minimali, a meno che l'ambiente imponga una protezione inderogabile.
Ora, vi chiedo, qual'è il confine fra la protezione inderogabile e quella che esiste solo nella nostra mente?
Anch'io tendo ad appoggiare il tallone, ma in modo completamente diverso rispetto a qualche anno fa, quando non camminavo abitualmente scalzo.
Fra l'appoggio del tallone e della pianta passa una frazione di secondo: in sostanza il tallone non sbatte mai per terra.
Ho provato pochissimi passi di corsa, cosa per me difficilissima dopo il devastante incidente motociclistico che mi ha cambiato la vita (in senso motorio): in questo caso, appoggio decisamente per primo l'avampiede.
Quando praticavo la corsa di fondo in modo agonistico questo non avveniva, anche se usavo scarpette talmente minimali che era quasi come essere a piedi nudi.
Ma, credetemi, quel quasi pesava come un macigno gigantesco e faceva una grande differenza.
Posseggo anche un paio di five fingers: interessanti, ma le evito perché a piedi nudi si provano sensazioni abissalmente diverse.
Non c'è surrogato che tenga, ma se devo scegliere fra un paio di scarponi e queste calzature minimali, be', scelgo quelle minimali, a meno che l'ambiente imponga una protezione inderogabile.
Ora, vi chiedo, qual'è il confine fra la protezione inderogabile e quella che esiste solo nella nostra mente?
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Problema di tecnica
Nel mio caso sono state le Fivefingers a farmi cambiare il modo di camminare e il modo di pensare alla camminata, qualche anno fa: piedi paralleli (mentre una volta erano leggermente divergenti) e passo più felpato. E soprattutto ho imparato a non estendere le dita del piede sollevato, cosa che fa chiunque abbia il piede libero senza essere abituato (incluso, se ci fate caso, chi porta le infradito). Non ho ancora sradicato del tutto questa estensione involontaria, tant'è vero che i miei tendini di tanto in tanto si infiammano (solo se porto le scarpe, e non se vado scalzo, guarda caso). Senz'altro quando cammino l'appoggio sull'avampiede è più limitato rispetto a quando corro, per quella che mi pare una ragione di efficienza, ma è ben lontano dal colpo sul tallone tipico della camminata calzata.
Skatto, da quanto corri scalzo? Correvi anche prima di farlo scalzo? Ti ci sei buttato di istinto o hai letto anche i capisaldi della letteratura del settore?
Skatto, da quanto corri scalzo? Correvi anche prima di farlo scalzo? Ti ci sei buttato di istinto o hai letto anche i capisaldi della letteratura del settore?
october- Numero di messaggi : 124
Età : 48
Data d'iscrizione : 29.04.10
Re: Problema di tecnica
Corro scalzo da circa due mesi, anzi, ho dapprima cominciato con le five fingers, poi le ho tolte e in fine ho tolto definitivamente le scarpe in qualsiasi attimo della giornata. Prima di correre scalzo, siccome ebbi un problema in passato (un infiammazione dell'arco plantare) mi sono ben informato per quanto riguarda la tecnica, e ho seguito anche lo studio condotto ad Harvard. So' che vi è un libro 'Born to run' il quale oltre a parlare della tecnica nel barefoot running, parla anche dello svantaggio apportato dalle scarpe da corsa ecc ecc, però non l'ho letto.
Re: Problema di tecnica
Anch'io ho cominciato con le Fivefingers, ma le ho tolte presto. Le preferisco per camminare (nei mesi freddi, perché in quelli caldi sono dei forni), perché nella corsa credo che mi abbiano causato qualche problema l'anno scorso, dovuto in particolare al fatto che le dita restano poco mobili.
Born to Run è interessante, ma più per la filosofia della corsa che per le questioni della corsa a piedi nudi. Certo, l'autore è un fautore del barefoot running, ma il libro è più un racconto (auto)biografico con elementi tecnici. È piuttosto divertente da leggere, comunque.
Ad ogni modo, congratulazioni e anche in bocca al lupo per la tua decisione. Niente di meglio degli anni dell'università per essere drastici e mettersi alla prova. E se poi scopri che riesci a stare scalzo a oltranza, anche meglio.
Born to Run è interessante, ma più per la filosofia della corsa che per le questioni della corsa a piedi nudi. Certo, l'autore è un fautore del barefoot running, ma il libro è più un racconto (auto)biografico con elementi tecnici. È piuttosto divertente da leggere, comunque.
Ad ogni modo, congratulazioni e anche in bocca al lupo per la tua decisione. Niente di meglio degli anni dell'università per essere drastici e mettersi alla prova. E se poi scopri che riesci a stare scalzo a oltranza, anche meglio.
october- Numero di messaggi : 124
Età : 48
Data d'iscrizione : 29.04.10
Re: Problema di tecnica
october ha scritto:
Ad ogni modo, congratulazioni e anche in bocca al lupo per la tua decisione. Niente di meglio degli anni dell'università per essere drastici e mettersi alla prova. E se poi scopri che riesci a stare scalzo a oltranza, anche meglio.
Grazie spero vivamente anche io di continuare a poter condurre una vita senza scarpe, perché sebbene sia da solo due settimane che le ho tolte definitivamente, quando ho provato a rimettere al piede le fivefingers, pareva d'averlo chiuso dentro una gabbia.
Giacché appunto sono poco esperto, avresti qualche consiglio in merito?
Re: Problema di tecnica
Eh, ormai sarò io a chiedere consigli a te. Capisco la cosa delle Fivefingers. Come ho detto, in estate non riesco a portarle, e se sei abituato a correre scalzo è dura tornare indietro. (Non oso immaginare quanto sia dura tornare alle scarpe.) Figurati che ormai anche solo a camminare in infradito comincio ad avere delle difficoltà: sono stato via un paio di weekend fa, e ho camminato troppo in infradito e mi è venuta una piccola infiammazione a un tendine che finora si era salvato.
(Anticipo la domanda: perché non andare scalzo? Perché ero a Lisbona e 1. era un caldo assurdo e non mi sentivo pronto, e 2. le pietre di cui sono lastricati i marciapiedi sono molto rade e nascondono ovunque cocci di vetro in posizione di attacco.)
Però tre giorni completi scalzo questo weekend mi hanno curato, a quanto pare. Comunque è sempre questione di tecnica: qualsiasi cosa portiamo ci sbilancia il peso in qualche modo, ci costringe a muoverci diversamente, oppure ci protegge in modo tale che non ci accorgiamo più di come il nostro corpo funzioni. Quindi l'unico consiglio che posso dare è: continua così, non voler fare più del necessario (specie nella corsa), e approfitta del fatto che—stando ai tuoi racconti—chi ti sta intorno non ti fa problemi.
(Anticipo la domanda: perché non andare scalzo? Perché ero a Lisbona e 1. era un caldo assurdo e non mi sentivo pronto, e 2. le pietre di cui sono lastricati i marciapiedi sono molto rade e nascondono ovunque cocci di vetro in posizione di attacco.)
Però tre giorni completi scalzo questo weekend mi hanno curato, a quanto pare. Comunque è sempre questione di tecnica: qualsiasi cosa portiamo ci sbilancia il peso in qualche modo, ci costringe a muoverci diversamente, oppure ci protegge in modo tale che non ci accorgiamo più di come il nostro corpo funzioni. Quindi l'unico consiglio che posso dare è: continua così, non voler fare più del necessario (specie nella corsa), e approfitta del fatto che—stando ai tuoi racconti—chi ti sta intorno non ti fa problemi.
october- Numero di messaggi : 124
Età : 48
Data d'iscrizione : 29.04.10
Re: Problema di tecnica
Ciao a tutti,
ho cominciato a correre con le five-fingers e lo faccio tuttora in palestra per i soliti "motivi igienici" derivanti dal regolamento.....
All'inizio facevo passi lunghi e di conseguenza ho avuto qualche infiammazione specie nel piede sx. ed anche una tendinite d'Achille, poi e' passato tutto nel giro di un paio di mesi e attribuisco i problemi ad aver strafatto all'inizio. Il piede senza scarpe viene sollecitato in modo diverso, si deve prima fare "i muscoli" ed e' quindi importante cominciare per passi.....
Le infradito le ho buttate tutte perche' provocano un riflesso del tipo "agrapparsi" che e' del tutto innaturale e dannoso fino a provocarmi crampi nel piede. Uso invece le chappal indiane (se non si pou' andare scalzo).
Se cammino scalzo, metto giu' il tallone prima ma senza "botta"; provando con l'avampiede prima viene innaturale...
Penso che meno si presti attenzione camminando, piu' naturale diventa il passo.
Saluti a tutti,
Mic60
ho cominciato a correre con le five-fingers e lo faccio tuttora in palestra per i soliti "motivi igienici" derivanti dal regolamento.....
All'inizio facevo passi lunghi e di conseguenza ho avuto qualche infiammazione specie nel piede sx. ed anche una tendinite d'Achille, poi e' passato tutto nel giro di un paio di mesi e attribuisco i problemi ad aver strafatto all'inizio. Il piede senza scarpe viene sollecitato in modo diverso, si deve prima fare "i muscoli" ed e' quindi importante cominciare per passi.....
Le infradito le ho buttate tutte perche' provocano un riflesso del tipo "agrapparsi" che e' del tutto innaturale e dannoso fino a provocarmi crampi nel piede. Uso invece le chappal indiane (se non si pou' andare scalzo).
Se cammino scalzo, metto giu' il tallone prima ma senza "botta"; provando con l'avampiede prima viene innaturale...
Penso che meno si presti attenzione camminando, piu' naturale diventa il passo.
Saluti a tutti,
Mic60
mic60- Numero di messaggi : 58
Data d'iscrizione : 20.01.12
Re: Problema di tecnica
Se vai scalzo, però.mic60 ha scritto:Penso che meno si presti attenzione camminando, piu' naturale diventa il passo.
Indiane o no, il problema è dove lo chappal......Uso invece le chappal indiane (se non si pou' andare scalzo).
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: Problema di tecnica
Davvero tu in palestra, usi le five fingers? Io in palestra, uso i calzini "salvapiede", chiamati anche "Pariscarpa". Ottimi soprattutto quando si fa il Tapis Roulant. Già dai miei primi giorni in palestra, avevo espressamente chiesto agli istruttori di poter stare scalzo (con i calzini) per allenarmi, e non c'è stato nessun problema da parte loro, nè dagli altri amici che frequentano la palestra.mic60 ha scritto:Ciao a tutti,
ho cominciato a correre con le five-fingers e lo faccio tuttora in palestra per i soliti "motivi igienici" derivanti dal regolamento.....
All'inizio facevo passi lunghi e di conseguenza ho avuto qualche infiammazione specie nel piede sx. ed anche una tendinite d'Achille, poi e' passato tutto nel giro di un paio di mesi e attribuisco i problemi ad aver strafatto all'inizio. Il piede senza scarpe viene sollecitato in modo diverso, si deve prima fare "i muscoli" ed e' quindi importante cominciare per passi.....
Le infradito le ho buttate tutte perche' provocano un riflesso del tipo "agrapparsi" che e' del tutto innaturale e dannoso fino a provocarmi crampi nel piede. Uso invece le chappal indiane (se non si pou' andare scalzo).
Se cammino scalzo, metto giu' il tallone prima ma senza "botta"; provando con l'avampiede prima viene innaturale...
Penso che meno si presti attenzione camminando, piu' naturale diventa il passo.
Saluti a tutti,
Mic60
Chicco.
ChiccoB- Numero di messaggi : 958
Età : 52
Data d'iscrizione : 05.09.08
tecnica
Mah, parlare di tecnica mi sembra un po' eccessivo. personalmente non corro assolutamente, non lo facevo a trent' anni, figuriamoci adesso. Noto che quando cammino scalzo le cose che più mi stupiscono sono prima di tutto il silenzio, mi pare si strisciare come un gatto, a volte, giuro, mi è capitato di arrivare alle spalle di persone che non se ne erano accorte e si sono stupite che io... ero lì. La seconda cosa è l' attenzione spontanea al terreno, quando portavo scarpe ( eh sì... le ultime scarpe chiuse risalgono al Febbraio), procedevo a "carrarmato" fregandomene (scusate il termine) di quanto era per terra, oggi da scalzo (quando posso) l' occhio è spesso a terra per evitare guai. Lo stesso con le Luna che sono una protezione piuttosto debole, in realtà più una protezione sociale più che fisica. Dimenticavo, ho imparato a cercare l' ombra, magari allunga il percorso ma salva la pelle (dei piedi)
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
Età : 71
Data d'iscrizione : 08.11.11
Re: Problema di tecnica
aldo1953 ha scritto:Mah, parlare di tecnica mi sembra un po' eccessivo.
Parlare di tecnica invece diventa essenziale nel momento in cui cominci a correre scalzo, poiché l'unica forma di ammortizzazione del corpo sono le gambe,, ovvero ginocchia e avampiede, altrimenti rischi infortuni o dolori, ad esempio la tallonite.
Re: Problema di tecnica
skatto ha scritto:aldo1953 ha scritto:Mah, parlare di tecnica mi sembra un po' eccessivo.
Parlare di tecnica invece diventa essenziale nel momento in cui cominci a correre scalzo, poiché l'unica forma di ammortizzazione del corpo sono le gambe,, ovvero ginocchia e avampiede, altrimenti rischi infortuni o dolori, ad esempio la tallonite.
La struttura ad arco del piede è stata proprio creata da Madre Natura per ammortizzare, sono le nostre sospensioni naturali, maggiore energia assorbiamo nell' arco e minore energia arriva alle articolazioni soprastanti (danneggiandole).
L' atterraggio con l' avampiede è preferibile, visto che massimizza questa funzionalità ammortizzante e propriocettiva; all' inizio è molto difficile perchè le scarpe indossate per molti anni hanno del tutto falsato i nostri meccanismi naturali, costringendoci a sbattere e a rullare sui talloni.
Però appena si cammina scalzi, anche se la tendenza ad atterrare sul tallone è quanto più difficile da togliere proporzionalmente agli anni da scarpati, notiamo che l' angolo di atterraggio cala drasticamente, portando da subito giovamento.
Ho notato che "sforzandosi" e ponendo attenzione alla fase della camminata, tutto dopo un pò diventa più naturale, però ci vuole un pò di allenamento e "rieducazione" per riportare con gradualità il nostro corpo alla condizione naturale.
Ogni volta che sbattiamo sul tallone l' urto viene assorbito dalle articolazioni soprastanti con conseguente shock che reiterato nel tempo porta ai problemi vari più volte discussi, soprattutto è correndo che si stressa maggiormente il tutto, per cui occorre cercare la tecnica corretta.
Alexey- Numero di messaggi : 1416
Età : 44
Data d'iscrizione : 11.04.11
Re: Problema di tecnica
Perfetta esposizione e concordo sulla difficoltà iniziale della rieducazione alla giusta tecnica nel camminare quanto nella corsa, e inoltre ammetto che, posando l'avampiede le falcate sono brevissime, cammini più lentamente e vivi più tranquillamente
Re: Problema di tecnica
Da due settimane ho gettato via tutte le mie scarpe (eccetto un paio di ottime five fingers).......
In senso letterale o in senso immaginario (nel senso che ti limiti a non usarle)?
Elan- Numero di messaggi : 1087
Età : 72
Data d'iscrizione : 06.10.10
Re: Problema di tecnica
skatto ha scritto:Ciao a tutti!
Da due settimane ho gettato via tutte le mie scarpe (eccetto un paio di ottime five fingers) e mi è sorto un leggero dubbio: la tecnica. Io corro scalzo e sto progressivamente acquisendo una tecnica buona, sia nella falcata (piccolissima, 180+ passi per minuto) e sia nella distribuzione del peso sulle ginocchia e sull'avampiede. Tuavvia persiste in me il dubbio: quando cammino, uso la medeisma tecnica? Voi quando camminate, lo fare 'normalmente' o appoggiate prima sull'avampiede e poi sul tallone?
Quando cammino a piedi liberi carico molto meno il tallone e non mi succede più di irrigidire il piede gettando avanti la gamba tesa.
Direi però che la differenza fondamentale è che i piedi toccano terra morbidamente rilassati sotto di me e non rigidi e proiettati in avanti. Inoltre mi pare che anche la schiena sia più diritta.
Quanto a correre, mi capita di rado e solo per brevi tratti, perciò non sono la persona più indicata a parlare, ma non sono così sicuro di posare prima l’avampiede. L’unica cosa di cui sono certo è che anche in questo caso il piede tocca morbidamente terra appena davanti al baricentro del corpo e che poi subito dopo il peso passa all’avampiede.
Biagio- Numero di messaggi : 377
Data d'iscrizione : 19.10.10
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