Cronaca di una giornata d' Agosto
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Cronaca di una giornata d' Agosto
Parto dal mattino, anche se il meglio è avvenuto alla sera. Ci arriveremo in crescendo.
Uscita di casa con le Lunasandals nella borsa, lì rimangono anche all' arrivo in studio (lo ammetto, non c'era nessuno ad aspettarmi davanti alla porta). Poi lavoro scalzo. Finisco abbastanza presto e , soprattutto, data la stagione non ho altri impegni a domicilio, così decido di dedicare il pomeriggio a... me stesso. Prima un corroborante caffè freddo al bar dei cinesi, di strada per casa, dove la carinissima barista mi accoglie col solito trillo : " Ecco cliente piedi nudi !" Poi al centro commerciale. Lascio le Luna in macchina e mi avventuro scalzo, in verità è la prima volta, ma sento che o lo faccio ora o mai più. Prima tappa per l' acquisto di un paio di toner, la mia stampante è un po' vecchiotta e quando li trovo ancora ne faccio incetta. Passo sotto il naso del vigilante che non fa una piega. Poi un po' di cibo per la mente dalla Feltrinelli. Qui passo una bella oretta spulciando gli scaffali e alla fine ho un bel bottino di 5 libri. Un po' di coda alla cassa e nessuno fà cenno... Devo dire che mi sentivo assolutamente sicuro e tranquillo e questo viene chiaramente trasmesso agli altri. Anche al vigilante che incrocio nei corridoi, che passa e va. Infine manca ancora uno scorcio di pomeriggio. Metto la macchina nel box e con le Luna intasca mi avvio per le strade del mio quartiere diretto al "mio" bar, dove da bambino mia madre mi comperava il cono gelato da 30 lire e dove oggi continuo ad andare a volte un po' pensieroso sul tempo che è passato . Una solo nota negativa, lì non me la sento di entrare scalzo, lo so è buffo, mi rimetto le Luna un metro prima dell' ingresso e le tolgo un metro dopo essere uscito, ma lì proprio non ci riesco. Ovvio che conosco tutti i clienti abituali e tutti conoscono me, anche se non ci vado più che un pomeriggio alla settimana e a volte nemmeno. Diciamo che un sorriso e un saluto ce l' ho sempre per tutti. Bene, compare un signore che vedo spesso, della mia età, si accomoda al tavolino accanto e si vede che ha voglia di parlare. Io tempo ne ho e così attacca bottone. Dopo le solite frasi sul caldo etc etc mi dice che mi invidia un po'. Gli chiedo per qual motivo dovrebbe e lui indica le mie infradito. Beh , dico, non è un gran motivo di invidia. Ma lui insiste e dice che probabilmente devo a loro l' atteggiamento sereno che sempre dimostro. Rido e spiego che è difficile non essere sereni se si sta perdendo tempo davanti a un buon aperitivo bisognerebbe vedermi altrove... ma lui dice che mi ha studiato e ha notato che sto in infradito anche d ' inverno e che questa deve essere una scelta precisa. Capito ? non parla delle solite sciocchezze come il freddo, le malattie e via discorrendo ma va subito al sodo. Io ammetto che effettivamente avere i piedi liberi dalla morsa delle scarpe mi fa parecchio piacere e visto che ci sono gli dico anche che "fuori" non porto quasi mai anche le infradito. Lui si illumina, dice che mi ha visto ed è lì che mi invidia di più. Che anche lui sul lavoro (giardiniere) sta sempre scalzo e quando va in campagna pure, ma per strada ancora non se la sente. Inevitabile che gli dia subito un bigliettino. Dice che purtroppo non mastica di computer, ma che troverà qualcuno che lo aiuti. Gli spiego che siamo in tanti e lui scivola un po' in un errore non raro : "Ma lo fate per motivi religiosi ? Siete monaci ?" E che, un monaco che si beve un aperitivo al bar e gioca al lotto ? Chiarito l' equivoco ci mettiamo a ridere tuti e due. poi io mi dedico alle mie schedine e lui ad altre persone. Davvero una bella e utile chiaccherata. L' epilogo della giornata è sì, invece, un po' francescano. Abbiamo un ampio terrazzo dove si trova anche un barbecue a caminetto, di muratura. L' avevamo usato l' ultima volta otto giorni fa e ieri sera ci troviamo dentro... un nido di rondine ! Va da sè che per questa stagione il fuoco si farà per terra con le griglie usa e getta.
Uscita di casa con le Lunasandals nella borsa, lì rimangono anche all' arrivo in studio (lo ammetto, non c'era nessuno ad aspettarmi davanti alla porta). Poi lavoro scalzo. Finisco abbastanza presto e , soprattutto, data la stagione non ho altri impegni a domicilio, così decido di dedicare il pomeriggio a... me stesso. Prima un corroborante caffè freddo al bar dei cinesi, di strada per casa, dove la carinissima barista mi accoglie col solito trillo : " Ecco cliente piedi nudi !" Poi al centro commerciale. Lascio le Luna in macchina e mi avventuro scalzo, in verità è la prima volta, ma sento che o lo faccio ora o mai più. Prima tappa per l' acquisto di un paio di toner, la mia stampante è un po' vecchiotta e quando li trovo ancora ne faccio incetta. Passo sotto il naso del vigilante che non fa una piega. Poi un po' di cibo per la mente dalla Feltrinelli. Qui passo una bella oretta spulciando gli scaffali e alla fine ho un bel bottino di 5 libri. Un po' di coda alla cassa e nessuno fà cenno... Devo dire che mi sentivo assolutamente sicuro e tranquillo e questo viene chiaramente trasmesso agli altri. Anche al vigilante che incrocio nei corridoi, che passa e va. Infine manca ancora uno scorcio di pomeriggio. Metto la macchina nel box e con le Luna intasca mi avvio per le strade del mio quartiere diretto al "mio" bar, dove da bambino mia madre mi comperava il cono gelato da 30 lire e dove oggi continuo ad andare a volte un po' pensieroso sul tempo che è passato . Una solo nota negativa, lì non me la sento di entrare scalzo, lo so è buffo, mi rimetto le Luna un metro prima dell' ingresso e le tolgo un metro dopo essere uscito, ma lì proprio non ci riesco. Ovvio che conosco tutti i clienti abituali e tutti conoscono me, anche se non ci vado più che un pomeriggio alla settimana e a volte nemmeno. Diciamo che un sorriso e un saluto ce l' ho sempre per tutti. Bene, compare un signore che vedo spesso, della mia età, si accomoda al tavolino accanto e si vede che ha voglia di parlare. Io tempo ne ho e così attacca bottone. Dopo le solite frasi sul caldo etc etc mi dice che mi invidia un po'. Gli chiedo per qual motivo dovrebbe e lui indica le mie infradito. Beh , dico, non è un gran motivo di invidia. Ma lui insiste e dice che probabilmente devo a loro l' atteggiamento sereno che sempre dimostro. Rido e spiego che è difficile non essere sereni se si sta perdendo tempo davanti a un buon aperitivo bisognerebbe vedermi altrove... ma lui dice che mi ha studiato e ha notato che sto in infradito anche d ' inverno e che questa deve essere una scelta precisa. Capito ? non parla delle solite sciocchezze come il freddo, le malattie e via discorrendo ma va subito al sodo. Io ammetto che effettivamente avere i piedi liberi dalla morsa delle scarpe mi fa parecchio piacere e visto che ci sono gli dico anche che "fuori" non porto quasi mai anche le infradito. Lui si illumina, dice che mi ha visto ed è lì che mi invidia di più. Che anche lui sul lavoro (giardiniere) sta sempre scalzo e quando va in campagna pure, ma per strada ancora non se la sente. Inevitabile che gli dia subito un bigliettino. Dice che purtroppo non mastica di computer, ma che troverà qualcuno che lo aiuti. Gli spiego che siamo in tanti e lui scivola un po' in un errore non raro : "Ma lo fate per motivi religiosi ? Siete monaci ?" E che, un monaco che si beve un aperitivo al bar e gioca al lotto ? Chiarito l' equivoco ci mettiamo a ridere tuti e due. poi io mi dedico alle mie schedine e lui ad altre persone. Davvero una bella e utile chiaccherata. L' epilogo della giornata è sì, invece, un po' francescano. Abbiamo un ampio terrazzo dove si trova anche un barbecue a caminetto, di muratura. L' avevamo usato l' ultima volta otto giorni fa e ieri sera ci troviamo dentro... un nido di rondine ! Va da sè che per questa stagione il fuoco si farà per terra con le griglie usa e getta.
aldo1953- Numero di messaggi : 1171
Età : 71
Data d'iscrizione : 08.11.11
Re: Cronaca di una giornata d' Agosto
Io noto che, col passare del tempo e, in particolare, con l'aumentare della mia (ma penso sia un caso generale) propensione a stare scalzo più spesso, aumenta il numero di persone interessate che ti chiede qualcosa, o se non chiede che guarda interessata.
Per esempio, ieri c'era una mia amica che aveva sentito dire che io camminavo scalzo ma non eravamo mai riusciti ad incontrarci in una situazione simile (perché ci vedevamo al lavoro o nell'unico giorno che ero andato in alta montagna con gli scarponi).
Insomma, finalmente mi ha visto scalzo ed era raggiante: "ah, ma allora è vero!".
Secondo me il nostro "dovere" è, in un certo senso, di mostrare che è una cosa naturale e che si può fare senza vergogna.
Chi vive le cose con questa leggerezza (nel senso non di superficialità ma di naturalezza) catalizzerà, secondo me, un'attenzione positiva.
Al contrario penso che se stiamo scalzi "di nascosto" rischiamo di dare l'idea di una pratica "clandestina" e associarla ancora di più a qualcosa di sbagliato.
Per esempio, ieri c'era una mia amica che aveva sentito dire che io camminavo scalzo ma non eravamo mai riusciti ad incontrarci in una situazione simile (perché ci vedevamo al lavoro o nell'unico giorno che ero andato in alta montagna con gli scarponi).
Insomma, finalmente mi ha visto scalzo ed era raggiante: "ah, ma allora è vero!".
Secondo me il nostro "dovere" è, in un certo senso, di mostrare che è una cosa naturale e che si può fare senza vergogna.
Chi vive le cose con questa leggerezza (nel senso non di superficialità ma di naturalezza) catalizzerà, secondo me, un'attenzione positiva.
Al contrario penso che se stiamo scalzi "di nascosto" rischiamo di dare l'idea di una pratica "clandestina" e associarla ancora di più a qualcosa di sbagliato.
Theuth- Numero di messaggi : 93
Età : 35
Data d'iscrizione : 02.06.12
Re: Cronaca di una giornata d' Agosto
Theuth ha scritto:Io noto che, col passare del tempo e, in particolare, con l'aumentare della mia (ma penso sia un caso generale) propensione a stare scalzo più spesso, aumenta il numero di persone interessate che ti chiede qualcosa, o se non chiede che guarda interessata.
Per esempio, ieri c'era una mia amica che aveva sentito dire che io camminavo scalzo ma non eravamo mai riusciti ad incontrarci in una situazione simile (perché ci vedevamo al lavoro o nell'unico giorno che ero andato in alta montagna con gli scarponi).
Insomma, finalmente mi ha visto scalzo ed era raggiante: "ah, ma allora è vero!".
Secondo me il nostro "dovere" è, in un certo senso, di mostrare che è una cosa naturale e che si può fare senza vergogna.
Chi vive le cose con questa leggerezza (nel senso non di superficialità ma di naturalezza) catalizzerà, secondo me, un'attenzione positiva.
Al contrario penso che se stiamo scalzi "di nascosto" rischiamo di dare l'idea di una pratica "clandestina" e associarla ancora di più a qualcosa di sbagliato.
Parole sante!
bfpaul
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