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Conversazione interessante : capisco ma non accetto

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Messaggio  aldo1953 Dom Apr 06 2014, 17:42

Da molto tempo ho notato in mia moglie un atteggiamento direi bipolare nei confronti del fatto che mi piace andare scalzo quando me la sento ( ed è certamente un " me la sento" non troppo ampio). Parlo naturalmente di quando siamo in giro insieme, su quello che faccio da solo... glissa. In alcune situazioni è perfettamente naturale, allegra come sempre, affettuosa e addirittura a volte mi spinge a scalzarmi. Senza andare tanto lontano nel tempo, proprio ora siamo reduci da un finesettimana in Liguria dove ho camminato scalzo parecchio.
E in perfetta armonia. Sì, ma dove ? In vista del mare, già nei carrugi inizia a cambiare faccia, diventa scostante, si allontana, risponde a monosillabi. Lo stesso , come scrissi, a Greenwich sì e a Londra no. A Venezia sì, ma non in stazione. A Roma nei luoghi storici (beh si fa per dire, tutta Roma è storica) sì, ma nelle strade normali no. E via dicendo. Come se ci fosse un ben definito anche se invisibile confine del tipo : qui si e qui no. A volte addirittura avverto come una specie di reflusso negativo ed improvviso : ho guidato per ore scalzo, per esempio, scendiamo nei box, esco dall' auto per aprire il portone e... : " DOVE vai così scalzo , ma è proprio una manìa la tua !"
Chiaro che al primo segno di nervosismo mi ricalzo e magari, anzi, non ci provo nemmeno. Anche perchè riesce a trasmettermi la sua inquietudine al punto che le mie mai del tutto scomparse paturnie tornano a galla . Parlandone un poco più a lungo sono uscite queste sue conclusioni che vi offro come spunto di discussione e anche per comprendere cosa (forse) pensano in effetti molti altri.

- Non penso nemmeno che tu possa prenderti malattie (Ti credo, non solo anche Lei è un medico, ma pure specializzata in prevenzione !)

- Se hai freddo saranno fatti tuoi (ottima conclusione).

- So che ti piace davvero e non è un capriccio (grazie)

-Credo che in questo modo la tua percezione dell' ambiente sia migliore della mia perchè hai una sensibilità in più.

- Ti invidio la libertà che devi provare perchè io con le scarpe tutto il giorno ci soffro.

- Hai dei piedi invidiabili mentre molti hanno calli, deformazioni e cattivi odori

- Dato l' abbigliamento sportivo che usi sempre, non stai poi male.

- Quando sei scalzo mi sembri a tuo agio e più sereno (vero)

- Non fai nulla di proibito o vietato.

Tutto bene dunque.... aspettate il resto....

- Però girare scalzi è una cosa così anomala che non posso accettare che tu lo faccia e quindi ogni tanto non ce la faccio a starti vicina.

- Mi fai vergognare, tutti ci guardano.

- Quindi trovo giusto che tu lo faccia solo nei posti adatti.

Domanda mia : "Quali sono i posti adatti ?"

Risposta : " Quelli dove anche altri lo farebbero, tipo al mare o in campeggio, o dove ci sono tanti stranieri.. Ma non in città o dove c' è gente normale o che ci conosce."

Domanda mia : " Scusa ma le infradito d' inverno non ti turbano ?"

- Risposta : " No, perchè sono comunque delle calzature, si vede che potresti metterti altro, e quindi si vede che è una scelta consapevole"

- "E quando vado scalzo ?"

- " Si vede che è una scelta anomala e quindi di un matto o comunque di uno che ha dei problemi"

Ora mi scuso per il post troppo lungo, però considerando che mia moglie fa parte delle persone intelligenti, colte e anche esperte della vita (col nostro lavoro lo diventi per forza) ho voluto esporne il pensiero .
Solo un' altra riga, il precedente Primario del servizio dove lavora andava sempre in sandali anche in riunioni ad alto livello... ed era stimatissimo.






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Messaggio  Rei Dom Apr 06 2014, 19:00

Uhmmm, un freudiano avrebbe un orgasmo.
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Messaggio  Rei Dom Apr 06 2014, 19:02

aldo1953 ha scritto:A Roma nei luoghi storici (beh si fa per dire, tutta Roma è storica) sì, ma nelle strade normali no.
Se ripassate per Roma incontriamoci: vi porto in una serie di posti dove si può. Very Happy
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Messaggio  Grand Choeur Lun Apr 07 2014, 08:35

Tua moglie ha esposto onestamente sia la parte razionale che quella irrazionale di sé. Razionalmente afferma che non c'è niente di male e di pericoloso. Irrazionalmente espone apertamente i propri condizionamenti. Secondo me potresti serenamente dirle che sono, appunto, solo condizionamenti sociali e che si possono a poco a poco superare perché altrimenti, alla fine, in questo modo si fa del male da sola, sia fisicamente (soffre con le scarpe) che psicologicamente (logorio nervoso). Secondo me, con questa "confessione" ha posto le basi per un miglioramento.
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Messaggio  aldo1953 Lun Apr 28 2014, 16:41

Grand Choeur ha scritto:Tua moglie ha esposto onestamente sia la parte razionale che quella irrazionale di sé. Razionalmente afferma che non c'è niente di male e di pericoloso. Irrazionalmente espone apertamente i propri condizionamenti. Secondo me potresti serenamente dirle che sono, appunto, solo condizionamenti sociali e che si possono a poco a poco superare perché altrimenti, alla fine, in questo modo si fa del male da sola, sia fisicamente (soffre con le scarpe) che psicologicamente (logorio nervoso). Secondo me, con questa "confessione" ha posto le basi per un miglioramento.

Non è corretto ricollegarsi a vecchi post, d' accordo, però nel nuovo che ho scritto riguardo al delta del Po si è ripresentata la stessa situazione : condizionamenti irrazionali che prevaricano la logica e alla fine logorano tutti e due. Lei lo sa benissimo che sono condizionamenti sociali, lo ammette, ma non vuole o non può superarli. Ripeto che non è un problema grave in sè stesso, bene o male giro da solo per cinque giorni alla settimana e faccio quello che mi sento di fare. Però dimostra come anche una persona decisamente colta e intelligente sia bloccata da condizionamenti sociali obsoleti del tipo scalzo = misero = sporcaccione = persona da evitare = matto = asociale = pericoloso e via dicendo. E se non ce la fai in famiglia come puoi sperare di farcela con gli estranei ?

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Messaggio  Marc_63 Lun Apr 28 2014, 19:58

Aldo1953 ha scritto:E se non ce la fai in famiglia come puoi sperare di farcela con gli estranei ?

Secondo Aldo, è tutto il contrario, e mi spiego : i peggiori scogli che un barefooter deve superare sono proprio quelli familiari; da piccolo la mamma, da giovane la ragazza, da adulto la moglie. Non è forse vero che tante volte si accondiscende e si reindossano le scarpe giusto per una questione di "quieto vivere " in famiglia ? Con gli estranei, alla fine, ce ne può importare di meno ... sono figure che passano e che non ci condizionano il vivere (salvo che non ci affrontino apertamente in pubblico sottoponendoci ad una figuraccia con i presenti), o salvo che non diamo troppa importanza a quello che pensa la gente.
Una cosa però è certa; se noi camminiamo scalzi da soli, non mettiamo in imbarazzo nessuno, se camminiamo scalzi in compagnia di altre persone, è doveroso domandarsi se quella persona magari si sente a disagio ... e lì si deve valutare caso per caso, dipende dalla persona con la quale ci trovia,o. Del resto, se ci teniamo a passare per persone rispettose, la domanda è doveroso porcela. Certi condizionamenti mentali non sono facili da sconfiggere, e lo sappiamo bene ... essi, il più delle volte hanno la meglio anche sulla cultura, sull'istruzione e sull'intelligenza ...  Crying or Very sad 



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Messaggio  Ospite Lun Apr 28 2014, 20:05

Il Moderatore

Aldo1953 ha scritto:Non è corretto ricollegarsi a vecchi post, d' accordo

 Wink Wink Cos'è questa ? Una nuova norma della Netiquette del Forum ? Non la conoscevo !  Very Happy 

Per tutti : fate pure tutti i riferimenti che credete utili, purché si tratti di riferimenti in tema ed espressi in maniera corretta.

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Messaggio  Andy Mar Apr 29 2014, 12:18

aldo1953 ha scritto:

- " Si vede che è una scelta anomala e quindi di un matto o comunque di uno che ha dei problemi"

&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&
Ciaoooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!  cheers 
Quindi, per diagnosticare una malattia mentale, è sufficente osservare che viene effettuata una
" scelta anomala ".  confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused confused    Rolling Eyes .
Bah!...
Saluti cervellotici...

Ciaoooo!!!!!!!
- A - N - D - Y -  geek
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Messaggio  Grand Choeur Mar Apr 29 2014, 12:26

Tutti ci ricordiamo i vecchi giochi per bambini dove c'erano delle forme di legno da infilare in buchi di forma analoga. Penso che se un bambino si ostinasse a oltranza a tentare di infilare un triangolo con il vertice opposto al foro verrebbe presto affidato alle cure di uno psicologo. Quello che mi chiedo è: chissà perché lo psicologo non interviene con la maggioranza degli esseri umani, che fanno la stessa cosa ogni giorno da anni? (Ma forse so già la risposta).
Mi sono espresso in modo troppo inclemente?
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Messaggio  Marc_63 Mar Apr 29 2014, 14:11

Io penso che tutti, nessuno escluso, in qualcosa, rispetto ai comuni canoni sociali, vada "contro corrente", ponendo in essere comportamenti, atteggiamenti, scelte di vita, non comuni alla stragrande maggioranza di persone. Oggi, del resto, la società, è più avezza che nel passato ad accogliere certe "stravaganze" o certe difformità comportamentali.
Sarebbe anche un errore pensare che tutti coloro che ci vedono camminare scalzi possano attribuirci la patente di "pazzo"; certo, ci sono anche quelli, e non possiamo far finta che non esistano.
Tuttavia, ed ecco la domanda che mi pongo da tempo, mi chiedo se noi, barefooters italiani, riuniti in questo forum, abbiamo capito il vero senso della costituzione della nostra Associazione, del Club dei Natiscalzi. Non lo abbiamo costituito solo per gestire un forum, che poteva ben gestirsi anche senza una struttura riconosciuta dallo Stato; ma per valicare i confini di una community dove si discute, dove ci si confronta, dove si condividono esperienze, dubbi, perplessità, paure e desideri.
Lo scopo dell'Associazione è sostanzialmente quello di informare; ma di informare la gente, soprattutto coloro che, presumibilmente, ci danno dei pazzi vedendoci scalzi. Invece cosa sta avvenendo ? Da anni, anche dopo la "legalizzazione" del Club, continuiamo a trovarci nel Forum per esternare i malumori di sempre, le critiche di sempre, le paure di sempre, i disagi di sempre. Leggendo anche vecchi post, mi sto rendendo conto che in un paio d'anni non abbiamo compiuto nessun passo avanti nella direzione giusta. I problemi di ieri sono rimasti i problemi di oggi. Stiamo sfruttando appieno questo strumento di enormi potenzialità che è il nostro Club (badate non solo il forum) ? Disponiamo di risorse umane di grandissimo valore, ma è come se esse fossero delle corazzate chiuse in uno stagno (il Forum appunto), e tutte le nostre energie, o meglio, quelle che sino ad ora abbiamo messo a disposizione, sono concentrate nella partecipazione (tra l'altro non sempre costante) al Forum; uno spazio ristretto che sino ad ora, nonostante i contenuti di grandissimo interesse, rimane una sorta di ghetto chiuso al mondo, alla gente, alla società.
Ho invitato tutti, già in un'altra occasione, ad esprimere idee; idee che ci aiutino a creare dei progetti e poi a realizzarli, anche con i nostri poveri mezzi; possibile che nessuno di noi abbia idee su come trovare il modo di portare la nostra voce fuori da questo stagno ? Mi pare che troppo spesso ci crogioliamo in una sorta di vittimismo improduttivo; ci fa comodo avere un terreno di sfogo, ma, alla fine, rischiamo di perdere di vista la "missionarietà" della nostra Associazione. Siamo come quei cristiani di facciata che si limitano ad "essere tali" solo nelle sagrestie delle chiese, ma che una volta usciti si scordano dell'essere cristiani. La sfida che dobbiamo accettare è quella di portare il barefooting alla gente; al mondo sei calzati benpensanti, alla gente "che sta fuori dal nostro giro", ai potenziali ottusi, ignoranti, chiusi mentalmente. Diciamo che in giro c'è tanta ignoranza; ebbene, cosa facciamo noi per ridurla ? Ci limitiamo a girare intorno al problema parlando tra noi delle cose che invece dovremmo dire "agli altri". Dialoghiamo tra noi ma siamo poi in grado di dialogare coraggiosamente con gli altri ?
Allora ribadisco il mio invito; perché l'Associazione non è il Direttivo della stessa, l' Associazione siamo tutti noi; e ciascuno di noi deve portare il suo contributo a questa "battaglia" indispensabile per far conoscere almeno le nostre opinioni, le nostre ragioni, i nostri "perché", alla gente. Cerchiamo di concentrarci tutti su quali possono essere le idee per portare "fuori dal Forum" e "fuori" anche dall' Associazione, nel mondo quindi, la nostra cultura barefooting. Pensiamoci ed esprimiamo con tutta tranquillità il frutto del nostro pensiero; senza paura di essere giudicati da nessuno. Poi le idee si confrontano, se ne discute e quelle ritenute più praticabili si possono anche trasformare in progetti. Coraggio, non abbiate paura.  Wink 
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Messaggio  Elan Mar Apr 29 2014, 16:07

Evidentemente, caro Aldo, nessuno ti può essere d'aiuto, al massimo di conforto morale Smile 

La mia compagna è molto comprensiva, a volte è andata scalza anche lei, tuttavia a volte borntola, ma veramente di rado  (il mio problema piuttosto è mia figlia, che noN  apprezza proprio).  

Ti butto a mo' di   mezza battuta una proposta che ho fatto un paio di volte alla mia donna (e cge lei purtroppo non ha raccolto)... le ho detto: se vuoi che io tenga le scarpe, basta che stai scalza tu.  Una donna a piedi nudi è uno spettacolo che piace a 7 uomini su dieci e colpisce un po' tutti, quindi se tu decidessi di andare a piedi nudi io mi ricalzerei per non toglierti la scena e non distogliere l'attenzione, dato che vedendo una coppia con lei scalza, molti penserebbero "guarda che donna matura, disinvolta e sexy", mentre se ci vedessero scalzi entrambi, una certa percentuale ripiegherebbe su "ecco due maturi svitati"  Smile

Breve risposta ad Andy: uno stato di patologia mentale può essere palesato da un comportamento "anomalo" che però al soggetto sembra del tutto normale. Per questo quando noto sguardi apprensivi ed interrogativi (se ne ho voglia), perferisco entrare in discorso io e chiarire che, sì, sono scalzo e me ne rendo conto, ma è solo una piccola, innocente passione.





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Messaggio  Marc_63 Mer Apr 30 2014, 09:54

Elan ha scritto:...sì, sono scalzo e me ne rendo conto, ma è solo una piccola, innocente passione.

Ben inteso, non voglio criticare Elan per quello che ha scritto, ma solo citare una sua frase a titolo di esempio.
"Passione", "piacere" nell'andare scalzi; una realtà nostra, la motivazione di fondo per la quale ogni giorno ci esponiamo alla "pubblica gogna" pur di non frapporre tra noi e il suolo che calpestiamo un centimetro di suola. E' vero, se ci pensiamo infatti non c'è seguace di alcuna dottrina che se non provasse piacere nel camminare scalzo, lo farebbe solo in nome di una "ideologia". Noi "Natiscalzi" poi, che, almeno sulla carta, non seguiamo alcun "guru" né defunto, né vivente, ma che pratichiamo il barefooting per puro "piacere sensoriale", sappiamo bene cosa significhi concentrare la propria passione su quelle sensazioni di libertà che l'andare scalzi comporta. Un piacere del tutto naturale, ricercato per se stesso e non per altri fini reconditi o per il gusto di apparire "diversi".
Il problema che si pone però, non è tanto quello della motivazione che ci spinge, che riteniamo assolutamente valida, e che giustifica il nostro "andare contro corrente", il problema è quello della comunicazione agli altri della motivazione più profonda e più vera che sta alla base del nostro comportamento.
In tutti i corsi di comunicazione, si esalta tanto il "linguaggio in positivo", es. "lo faccio perché é bello", "lo faccio perché mi piace", "lo faccio perché è una mia passione". Mi sto rendendo conto, anche nella mia professione, che usare un linguaggio positivo, sia riferito a se stessi, sia riferito alle circostanze della vita, sia riferito a terzi, non sempre dispone bene l'interlocutore nei nostri confronti.
Soprattutto oggi, in un momento di crisi profonda, dove anche ogni più piccolo piacere, seppur gratuito, per molti di noi diventa un "lusso", il sentire che una determinata cosa procura "piacere" ad un altro, può suscitare non solo una sorta di tacita invidia, ma gettare su di noi quasi un alone di discredito.
Del resto, l'andare scalzi, da molti viene inteso come segno di spensieratezza, di libertà, di gioia, di relax, di stacco dai pensieri e dalle "cose del mondo" che assillano la società, soprattutto in questo momento difficile della nostra storia, nel quale il piacere di vivere é offuscato, per molti di noi, da uno spesso velo di affanni e di preoccupazioni di ogni genere.
E' certamente un momento storico in cui la gente non ama cogliere, o non è in grado di farlo, segnali di palese positività e di speranza da parte degli altri, ma, senza dubbio, un momento in cui la gente ha bisogno di "solidarietà", di vedere nell'altro la condivisione di un "dolore", di uno stato di insoddisfazione, di viva partecipazione alla propria situazione (negativa), si consola col famoso detto :"Mal comune e mezzo gaudio". In certe circostanze, l'utilizzo di un linguaggio che ricorra a termini come "li piace", "mi da diletto", "mi fa sentire bene", ci può porre, nei confronti del nostro interlocutore, in maniera del tutto contrapposta, o quanto meno, nella condizione di non essere capiti e/o apprezzati.
Noi, il più delle volte, non conosciamo la situazione "psicologica" nella quale si trova il nostro interlocutore, per cui, tante volte, enfatizzare su un "piacere personale", può urtare la sua suscettibilità.
Personalmente non ho mai risposto, a chi me lo chiedeva, che vado scalzo perché mi piace, ho sempre cercato, soprattutto in tempi recenti, di far si che la risposta "mi piace" arrivasse al mio interlocutore in maniera "indiretta". Preferisco rispondere che, ad esempio, con l'arrivo della bella stagione, le scarpe non le sopporto, aggiungendo magari una frase del tipo :"Queste scarpe di oggi, te le fanno pagare un occhio della testa e ti rovinano i piedi". Guardate, al 95% delle volte, il mio interlocutore ha sorriso e mi ha dato ragione.
In pratica gli ho evidenziato un problema che sicuramente prova anche lui, (quello del rapporto qualità prezzo di una determinata cosa che il più delle volte è pessimo), secondo, il fatto che una scarpa sia comunque apportatrice di malanni e, terzo, il fatto di vivere un "piacere costretto", quasi un "male minore" rispetto a quello di procurarsi danni ai piedi.
In sostanza poi il fatto che "piaccia" è la logica conseguenza del discorso; ma si evince, non lo si apprende in maniera "traumatica".
Il calarsi nella realtà umana di oggi, il fatto di rispondere dicendo alla gente ciò che la gente vuole sentire, non ci fa venire meno a quella che rappresenta per noi la verità: è fuori dubbio infatti che abbiamo piacere di camminare scalzi perché le scarpe ci danno fastidio e perché esse sono apportatrici di problemi ai piedi; ho solo ribaltato il discorso per "farmi più vicino" al mio interlocutore... mi metto dalla sua parte, mi calo nella sua realtà, gli faccio comprendere che non sono una persona "fuori dal mondo" e insensibile ai problemi del mondo tanto da ricercare piacere andando contro corrente e quasi sfidando la società, ma una persona perfettamente calata tra la gente, che prova gli stessi problemi della gente e che partecipa attivamente alla vita che lo circonda nel bene o nel male.
Vi ho solo fatto un esempio, ma ciascuno può trovare la formula che più gli si addice. In certi casi, la negatività è foriera di positività, e, sapete che significa ricevere in risposta un sorriso, anche forzato, di approvazione ?  Wink 


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Messaggio  Alexey Mer Apr 30 2014, 21:41

Penso che dipenda molto anche dalla persona che abbiamo davanti.. Ho sperimentato più volte che con alcuni è meglio usare il positivismo nel senso "scalzi è bello e fa bene" piuttosto che "la scarpa fa male", perché questo tipo di persone, innanzi ad un più o meno diretto "attacco" alla scarpa, reagiscono come se avessimo messo in discussione loro stessi del tipo "io sono furbo e te sei scemo che metti qualcosa che fa male", e di conseguenza entra in gioco la reazione negativa. Secondo me, molto è dovuto ad una predisposizione naturale dell'uomo (gregario che delega le decisioni al leader), e ad un'inerzia collegata al risparmio energetico (non ho voglia, tempo, risorse, ecc.. per mettere in discussione i capisaldi della nostra cultura). Questo porta ad un meccanismo di "buona fede", "se tutti mettono le scarpe ci sarà un motivo, chi sono io per discutere una cosa che si fa da centinaia di anni?" Per mettere in discussione i capisaldi culturali occorre prima mettere in discussione se stessi, e non tutti ci riescono o hanno l'apertura mentale per farlo. Secondo me l'attacco alla scarpa va fatto sulla mente libera e aperta, mentre sul condizionato doc meglio secondo me ripiegare sui benefici dell'andar scalzi piuttosto che sui malefici della scarpa, ponendola come scelta personale che allo stesso tempo non "urta" quella dell'interlocutore.
Questo anche perché mi sono accorto, perlomeno dalle mie parti, che la gente è troppo permalosa, basta mezza parola non pesata e ti odiano per tutta la vita.

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Messaggio  Marc_63 Gio Mag 01 2014, 02:32

Ma infatti,Ale, io porto il discorso su di me : "Io le scarpe non le sopporto", se uno le sopporta , ok.
Poi, certamente, dipende anche dalla persona che abbiamo davanti e dal tono che usa, magari, facendoci la domanda.
Considera che, comunque, dipende anche molto dalla "cultura" nella quale siamo inseriti.
Il sardo, ad esempio, è diffidente per natura; se tu gli dici che una cosa è bella e buona, è difficile che, a primo impatto, ti dia ragione ...  Evil or Very Mad 
Comunque col sistema che ho suggerito mi sono trovato benissimo dovunque : Lazio, Umbria, Toscana, Emilia ecc...  Very Happy 
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Messaggio  Andy Gio Mag 01 2014, 16:29

Elan ha scritto:

Breve risposta ad Andy:  uno stato di patologia mentale può essere palesato da un comportamento "anomalo" che però al soggetto sembra del tutto normale.  Per questo quando noto sguardi apprensivi ed interrogativi (se ne ho voglia), perferisco entrare in discorso io e chiarire che, sì, sono scalzo e me ne rendo conto, ma è solo una piccola, innocente passione.

&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&
Ciaooooooo!!!!!!!!!!!!!! cheers 
Giusto, uno stato di patologia PUO'essere palesato eccetera... ma non è un elemento determinante.
L'esternazione "Si vede che è una scelta anomala e quindi di un matto o comunque di uno che ha dei problemi" mi pare un po' riduttiva o superficiale...
Anche se in effetti di norma i matti sono convinti di essere sani, e ritengono che i matti siano quelli che vogliono rinchiuderli  Rolling Eyes 
- - -
Si, anch'io a volte faccio come te: se attacco il discorso dico subito che mi rendo conto della stranezza della cosa (che è il primo impatto che ha ricevuto l'interlocutore. Questa consapevolezza lo tranquillizza e non teme più di essere davanti ad un matto).
Poi le solite cose, il Club, il numero di praticanti rispetto alla popolazione complessiva (uno ogni centomila abitanti), i club all'estero...
Poi i soliti argomenti,  tra cui la principale difficoltà -sorpresa- NON i soliti vetri, NON i soliti chiodi o siringhe, ma... la principale difficoltà è vincere l'impatto psicologico di essere visti dalla gente comune ed essere preso per matto... A questo punto, l'interlocutore (che ti ha sentito parlare per un pochino, ma quel tanto che basta per farti ritenere una persona normalissima) dimostra un lieve imbarazzo quasi a sentirsi in colpa per averti mal giudicato all'inizio e sovente cerca addirittura di incoraggiarti dicendo cose tipo: "Ma nooo, e perchè mai?? E' una cosa così bella e naturale bla bla bla...
Giuro: non ho ancora parlato con persone che poi siano rimaste ostiche e contrariate.
Per favore, evitate le battutine sui matti che vengono assecondati... Rolling Eyes 


Ciaooooo!!!!
- A - N - D - Y -  geek
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Messaggio  bfpaul Gio Mag 01 2014, 19:52

Andy ha scritto:
...... se attacco il discorso dico subito che mi rendo conto della stranezza della cosa (che è il primo impatto che ha ricevuto l'interlocutore. Questa consapevolezza lo tranquillizza e non teme più di essere davanti ad un matto).
Faccio così anch'io.

Andy ha scritto: Poi le solite cose, il Club, il numero di praticanti rispetto alla popolazione complessiva (uno ogni centomila abitanti), i club all'estero...
Poi i soliti argomenti,  tra cui la principale difficoltà -sorpresa- NON i soliti vetri, NON i soliti chiodi o siringhe, ma... la principale difficoltà è vincere l'impatto psicologico di essere visti dalla gente comune ed essere preso per matto... A questo punto, l'interlocutore (che ti ha sentito parlare per un pochino, ma quel tanto che basta per farti ritenere una persona normalissima) dimostra un lieve imbarazzo quasi a sentirsi in colpa per averti mal giudicato all'inizio e sovente cerca addirittura di incoraggiarti dicendo cose tipo: "Ma nooo, e perchè mai?? E' una cosa così bella e naturale bla bla bla...
Giuro: non ho ancora parlato con persone che poi siano rimaste ostiche e contrariate.
Confermo punto per punto e sono anche piuttosto certo che molti di noi hanno le stesse esperienze.
Giorni fa, sono andato in agenzia a farmi i biglietti per Roma e da Milano (gli incontri previsti, no?)
ed ho mostrato alla signorina il bigliettino che diamo agli "scarpati", al che mi ha detto che avrebbe visitato il sito.
Poiché dovevo confermare, il giorno dopo ci sono tornato e mi ha detto di aver visto il sito e di essere curiosa su tutta la questione e le ho quindi spiegato un po' di cose, proprio secondo lo schema di Andy.
Beh, prima o poi le organizzo uno "hiking" così si rende conto.  
Vedremo...

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Messaggio  Andy Sab Mag 03 2014, 17:21

bfpaul ha scritto:
Confermo punto per punto e sono anche piuttosto certo che molti di noi hanno le stesse esperienze.
bfpaul
 
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Salve, Capo!  Wink   cheerscheerscheers
Credo che, in certi casi, il punto di forza stia proprio qui: informare lo scarpato dell'esistenza di una vera e propria associazione con tanto di atto depositato. Poi i vari Club -anche virtuali- in molti paesi all'estero. E poi... il colpo basso  Cool : vi sono molte stelle dello spettacolo, famosissime, che praticano questa simpatica cosa. E qui attacchi su con le varie Julia Roberts, Demi Moore, Pamela Anderson, Danny De Vito, Lady Gaga... Solitamente, l'italiota medio -scarpato- digerisce male il fatto di passare per ignorantone...
Immaginatevi il fumetto con i bordi da nuvola che contiene il pensiero -e non la frase pronunciata- :"Ma come?! C'è su tutte le riviste! Costui non legge i giornali???" Siamo anche stati sui Tg, in prima serata... "Costui non segue nemmeno i telegiornali!? affraid  Buuuuuu!!! Embarassed
Ecco, dinnanzi al fatto di non sapere dell'esistenza di molte persone che praticano lo scalzismo, lo scarpato esita un po' a sbandierare ostinatamente la propria contrarietà.
Ovviamente, se di colpo si trovasse in mezzo a centomila persone scalze, si toglierebbe le scarpe immediatamente, per non passare per matto... Rolling Eyes

Ossequiiiii!!!!!!!
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Messaggio  Elan Lun Mag 05 2014, 12:02

Mi fa piacere leggere che Paul e Andy la vedono come me ... il punto non è la minimizzazione definendola una piccola ed innocente passione, ma il fatto di tranquillizzare la persona che mostra sorpresa,  facendo capire che ci rendiamo conto di essere scalzi e che questo sia strano ....   insomma non fare come Igor di Frankenstein junior  " .... la gobba? quale gobba?"
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Messaggio  aldo1953 Lun Mag 05 2014, 12:52

[quote="Andy"][quote="Elan"]


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L'esternazione "Si vede che è una scelta anomala e quindi di un matto o comunque di uno che ha dei problemi" mi pare un po' riduttiva o superficiale...




Che sia riduttiva e superficiale mi pare evidente, altrimento non accadrebbe.

aldo1953

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