DUE GIORNI A CACCIA ... DI TRENI
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DUE GIORNI A CACCIA ... DI TRENI
Sabato, alla faccia del bollino nero per il traffico, con due amici ci siamo avventurati in Alto Adige ed in austria a caccia di treni da fotografare.
Parto sabato mattina da casa mia già sclazo e i sandali non li vedrò più fino al ritorno. Caricato a Bologna un conoscente, che però non sapeva del mio camminare scalzo, ci avviamo verso Bolzano. "Senza scarpe?" "Sì - dico io - è una scelta di vita, ormai le metto solo per lavoro", E di scarpe non se ne parlerà più, perchè dove sono andati loro sono andato anch'io senza problemi.
Dopo aver visitato, come fossero santuari, tutte le stazioni aperte e dismesse da Bolzano a Chiusa, qui ci fermiamo perchè alcuni amici hanno esposto il plastico, funzionante, della stazione di quella località ambientato nel 1921, con la ferrovia della Val Gardena in pena attività. Incontro conviaviale, pranzo, forse qualcuno mi nota, ma non dice nulla. Intanto, tra i visitatori assiepatisi davanti al plastico, c'è una mamma, tedesca, con due bambini scalzi, in particolare il maschietto, più grande, dimostra, dal colore delle suole, che non si era appena tolto le calzature ma che era da un bel po' che camminava così.
Il pomeriggio visita alle altre staiozni fino a Brennero, dove nel piccolo centro, ormai semiabbandonato per via dell'apertura delle frontiere, troviamo un confortevole alberghetto che ci opsita per la notte "Sclazo?" mi dice la proprietaria in un italiano quasi tedesco "Sì, sempre" "Ah, bene" fa lei.
Pomeriggio e dopocena a caccia di treni da fotgrafare nella stazione di Brennero; la nostra presenza incuriosisce i ferrovieri (ben poco la Polizia), ma più che altre per la nostra voglia di sapere e conoscere il traffico di quella stazione che non la loro di sapere perchè io sia scalzo.
Ieri tappa a Innsbruck, stazione centrale. Nello scendere verso la città austriaca (sempre con la statale, per rimanere vicini alla ferrovia, capirne il prcorso e visitare le stazioni) noto alcuni valligiani scalzi, per lo più davanti alle loro case, intenti al giardino, o qualche bambino che gioca sull'erba.
Udiete, udite, la stazione di Innsbruck è talmente pulita che nemmeno due ore di su e giù per scale, banchine, atri, negozi mi ha reso nere le suole!!!!!!!
In compenso - per informazione - anche lì vi era il divieto di utilizzare le scale mobili scalzi.
Per rendermi nere le suole siamo dovuto andare a visitare il deposito delle locomotive. Qui, a differenza di altri simili siti italiani, siamo stati accettati cordialmente dal personale presente, che ci ha agevolato la visita e nulla ha obiettato sulle ie calzature che non c'erano. Proprio come in Italia! Da notare che la nostra non era una visita programmata, ma solo un'incursione, qualsi piratesca!
Questa la cronaca. Manderò alcune foto (anche se Paolo mi deve ancora pubblicare quelle di Pecara e roma)
PAOLO G.
Parto sabato mattina da casa mia già sclazo e i sandali non li vedrò più fino al ritorno. Caricato a Bologna un conoscente, che però non sapeva del mio camminare scalzo, ci avviamo verso Bolzano. "Senza scarpe?" "Sì - dico io - è una scelta di vita, ormai le metto solo per lavoro", E di scarpe non se ne parlerà più, perchè dove sono andati loro sono andato anch'io senza problemi.
Dopo aver visitato, come fossero santuari, tutte le stazioni aperte e dismesse da Bolzano a Chiusa, qui ci fermiamo perchè alcuni amici hanno esposto il plastico, funzionante, della stazione di quella località ambientato nel 1921, con la ferrovia della Val Gardena in pena attività. Incontro conviaviale, pranzo, forse qualcuno mi nota, ma non dice nulla. Intanto, tra i visitatori assiepatisi davanti al plastico, c'è una mamma, tedesca, con due bambini scalzi, in particolare il maschietto, più grande, dimostra, dal colore delle suole, che non si era appena tolto le calzature ma che era da un bel po' che camminava così.
Il pomeriggio visita alle altre staiozni fino a Brennero, dove nel piccolo centro, ormai semiabbandonato per via dell'apertura delle frontiere, troviamo un confortevole alberghetto che ci opsita per la notte "Sclazo?" mi dice la proprietaria in un italiano quasi tedesco "Sì, sempre" "Ah, bene" fa lei.
Pomeriggio e dopocena a caccia di treni da fotgrafare nella stazione di Brennero; la nostra presenza incuriosisce i ferrovieri (ben poco la Polizia), ma più che altre per la nostra voglia di sapere e conoscere il traffico di quella stazione che non la loro di sapere perchè io sia scalzo.
Ieri tappa a Innsbruck, stazione centrale. Nello scendere verso la città austriaca (sempre con la statale, per rimanere vicini alla ferrovia, capirne il prcorso e visitare le stazioni) noto alcuni valligiani scalzi, per lo più davanti alle loro case, intenti al giardino, o qualche bambino che gioca sull'erba.
Udiete, udite, la stazione di Innsbruck è talmente pulita che nemmeno due ore di su e giù per scale, banchine, atri, negozi mi ha reso nere le suole!!!!!!!
In compenso - per informazione - anche lì vi era il divieto di utilizzare le scale mobili scalzi.
Per rendermi nere le suole siamo dovuto andare a visitare il deposito delle locomotive. Qui, a differenza di altri simili siti italiani, siamo stati accettati cordialmente dal personale presente, che ci ha agevolato la visita e nulla ha obiettato sulle ie calzature che non c'erano. Proprio come in Italia! Da notare che la nostra non era una visita programmata, ma solo un'incursione, qualsi piratesca!
Questa la cronaca. Manderò alcune foto (anche se Paolo mi deve ancora pubblicare quelle di Pecara e roma)
PAOLO G.
Paolo G- Numero di messaggi : 151
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: DUE GIORNI A CACCIA ... DI TRENI
Grande Paolo!Paolo G ha scritto:Caricato a Bologna un conoscente, che però non sapeva del mio camminare scalzo, ci avviamo verso Bolzano. "Senza scarpe?" "Sì - dico io - è una scelta di vita, ormai le metto solo per lavoro", E di scarpe non se ne parlerà più, perchè dove sono andati loro sono andato anch'io senza problemi.
Toglimi una curiosità, se vuoi: quei tuoi amici gabbati o non preavvertiti, come si comportano?
Poi ritornano con te scalzo o manifestano qualche segno di fastidio?
Anche a me è capitato qualche raro avvistamento, soprattutto ragazzini, ma sempre e comunque stranieri.Paolo G ha scritto:.....c'è una mamma, tedesca, con due bambini scalzi, in particolare il maschietto, più grande, dimostra, dal colore delle suole, che non si era appena tolto le calzature ma che era da un bel po' che camminava così.
Qui in Italia (almeno nel territorio con mentalità italiana) si sarebbero limitati ad un "Ah..." e basta. È anche vero che a noi del gruppo lombardo è capitato di entrare ed uscire scalzi da un paio di alberghi e nessuno ci ha detto nulla, ma è anche vero che in più di un'occasione abbiamo avuto tutti la sensazione che qualche rifiuto in pizzerie o ristoranti, giustificato con il classico Tutto esaurito, in realtà fosse una bocciatura delle nostre estremità nude.Paolo G ha scritto:Il pomeriggio visita alle altre staiozni fino a Brennero, dove nel piccolo centro, ormai semiabbandonato per via dell'apertura delle frontiere, troviamo un confortevole alberghetto che ci opsita per la notte "Sclazo?" mi dice la proprietaria in un italiano quasi tedesco "Sì, sempre" "Ah, bene" fa lei.
A te è capitato qualcosa di simile?
Mah, sbaglierò, ma penso che la Polizia, oltre ad avere cose ben più importanti da fare, abbia canali di informazione che nemmeno ci immaginiamo! Dopo qualche perplessità iniziale, vuoi che non sappiano dell'esistenza di certe minoranze scalze ed innocue?Paolo G ha scritto:.....la nostra presenza incuriosisce i ferrovieri (ben poco la Polizia), ma più che altre per la nostra voglia di sapere e conoscere il traffico di quella stazione che non la loro di sapere perchè io sia scalzo.
Perché lì i divieti sono motivati, reali e giustificati, non basati su concetti legati ai malesseri psicologici individuali o a un decoro di cui nessuno riesce a tracciarne i confini.Paolo G ha scritto:In compenso - per informazione - anche lì vi era il divieto di utilizzare le scale mobili scalzi.
Eh, appunto! Hai sentito del divieto veneziano di mettere i piedi nudi sulle panchine?Paolo G ha scritto:Qui, a differenza di altri simili siti italiani, siamo stati accettati cordialmente dal personale presente, che ci ha agevolato la visita e nulla ha obiettato sulle ie calzature che non c'erano. Proprio come in Italia!
Ciao.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: DUE GIORNI A CACCIA ... DI TRENI
Toglimi una curiosità, se vuoi: quei tuoi amici gabbati o non preavvertiti, come si comportano?
Poi ritornano con te scalzo o manifestano qualche segno di fastidio.
....Tornano, tornano....!!!!!!!!!
Anzi uno di questi era con noi due a Verona (quel signore alto alto e molto magro).
Quanto ad alberghi, ristoranti, areee di servizio, nessuno ha detto nulla o ha manifestato fastidio, anche se qualcuno avrà notato.
PAOLO G
Poi ritornano con te scalzo o manifestano qualche segno di fastidio.
....Tornano, tornano....!!!!!!!!!
Anzi uno di questi era con noi due a Verona (quel signore alto alto e molto magro).
Quanto ad alberghi, ristoranti, areee di servizio, nessuno ha detto nulla o ha manifestato fastidio, anche se qualcuno avrà notato.
PAOLO G
Paolo G- Numero di messaggi : 151
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: DUE GIORNI A CACCIA ... DI TRENI
Mi riallaccio al post di Paolo G. in tema di "treni" per raccontarVi di una mia recente esperienza. Il 28/06 u.s. sono riuscito ad organizzarmi una piccola gita con il “Lago Maggiore Express” ... una giornata intera girando su 3 ferrovie e 2 battelli!
Partenza da Milano Cadorna con treno “Le Nord” sino al capolinea di Laveno Mombello, situato praticamente in riva al lago. Sul treno, piedi nudi, tanto come già noto non vi è alcun divieto. Da Laveno, con coincidenza serratissima, traversata in battello sino a Stresa, situata sulla riva opposta del lago.
Qui', un'ora abbondante a disposizione per girare il centro storico – ma ahimé, lasciato il lungo lago mi rimetto le infradito per evitare ulteriori discussioni con chi mi accompagna – quindi la tabella di marcia impone di prendere un'altro battello: ritornati sul lungolago e rimesse le infradito nello zaino ci imbarchiamo per Locarno. Il battello risale per un paio d'ore l'intero lago maggiore e permette di ammirare scorci e vedute del paesaggio lacuale non visibili da terra. Imbarco/sbarco e permanenza a bordo, tranquillamente a piedi nudi sotto gli occhi del personale della Navigazione Laghi: evidentemente divieti non ve ne sono!
Sbarcati a Locarno, sono costretto a ricalzarmi quasi subito: alle 1500, la temperatura dell'asfalto era davvero elevata e non certo gradevole per camminare sui pulitissimi marciapiedi elvetici! Proseguiamo per un giro nel centro della cittadina sino al castello. Riscendiamo verso la meta successiva, la Stazione: da lì parte la ferrovia a scartamento ridotto detta “Centovallina” (nel tratto elvetico) e “Vigezzina” (nel tratto italiano). Una volta saliti sul treno, chiedo al controllore informazioni su orari e coincidenze. Gentilissimo, mi dà tutte le delucidazioni e nulla dice di fronte ai miei piedi di nuovo scalzi – bene – si parte! Il piccolo trenino risale la valle costeggiando fiumi, cascate, scavalcando forre, in una cornice montana incantevole, fermandosi di tanto in tanto in stazioncine perfettamente conservate.
Dopo un terzo del tragitto, la linea rientra in territorio italiano per poi arrivare al suo punto più alto: il paese di S. Maria Maggiore, nonché capoluogo della Val Vigezzo. Scendiamo dal treno e giriamo per quasi un paio d'ore per il caratteristico borgo: qui camminare a piedi nudi è un vero piacere, nessuno scrupolo da parte mia nemmeno nell'entrare in alcuni negozi per comprare qualche assaggio della gastronomia locale. Ma l'inflessibile orario ferroviario ci richiama all'ordine: riprendiamo il treno che dopo S. Maria Maggiore inizia la sua ripida discesa verso Domodossola: la linea è tutto un susseguirsi di curve, tornati, ponti e gallerie che permettono al trenino di superare il dislivello in semplice aderenza.
La ferrovia “Vigezzina” termina sotto la “Stazione Internazionale di Domodossola” e qui' ecco che arriva la delusione: dei fasti del passato è rimasto ormai solo il nome (la stazione era stata costruita congiuntamente al traforo ferroviario del Sempione). Ora, dopo le celebrazioni del centenario del traforo, le FS se ne sono evidentemente già dimenticate ed il degrado inizia ad impadronirsene, tanto che persino la biglietteria è chiusa “per mancanza di personale” ... pazienza.
Lungo le banchine della stazione – coperte da bellissime pensiline liberty – aspettiamo il ns. 3° ed ultimo treno: lasciamo infatti Domodossola a bordo del Cisalpino che con puntualità svizzera ci riporta alla Stazione Centrale di Milano dove, ricalzandomi, anche i miei piedi terminano la loro giornata “in libertà”.
Saluti a tutti. Gigor
Partenza da Milano Cadorna con treno “Le Nord” sino al capolinea di Laveno Mombello, situato praticamente in riva al lago. Sul treno, piedi nudi, tanto come già noto non vi è alcun divieto. Da Laveno, con coincidenza serratissima, traversata in battello sino a Stresa, situata sulla riva opposta del lago.
Qui', un'ora abbondante a disposizione per girare il centro storico – ma ahimé, lasciato il lungo lago mi rimetto le infradito per evitare ulteriori discussioni con chi mi accompagna – quindi la tabella di marcia impone di prendere un'altro battello: ritornati sul lungolago e rimesse le infradito nello zaino ci imbarchiamo per Locarno. Il battello risale per un paio d'ore l'intero lago maggiore e permette di ammirare scorci e vedute del paesaggio lacuale non visibili da terra. Imbarco/sbarco e permanenza a bordo, tranquillamente a piedi nudi sotto gli occhi del personale della Navigazione Laghi: evidentemente divieti non ve ne sono!
Sbarcati a Locarno, sono costretto a ricalzarmi quasi subito: alle 1500, la temperatura dell'asfalto era davvero elevata e non certo gradevole per camminare sui pulitissimi marciapiedi elvetici! Proseguiamo per un giro nel centro della cittadina sino al castello. Riscendiamo verso la meta successiva, la Stazione: da lì parte la ferrovia a scartamento ridotto detta “Centovallina” (nel tratto elvetico) e “Vigezzina” (nel tratto italiano). Una volta saliti sul treno, chiedo al controllore informazioni su orari e coincidenze. Gentilissimo, mi dà tutte le delucidazioni e nulla dice di fronte ai miei piedi di nuovo scalzi – bene – si parte! Il piccolo trenino risale la valle costeggiando fiumi, cascate, scavalcando forre, in una cornice montana incantevole, fermandosi di tanto in tanto in stazioncine perfettamente conservate.
Dopo un terzo del tragitto, la linea rientra in territorio italiano per poi arrivare al suo punto più alto: il paese di S. Maria Maggiore, nonché capoluogo della Val Vigezzo. Scendiamo dal treno e giriamo per quasi un paio d'ore per il caratteristico borgo: qui camminare a piedi nudi è un vero piacere, nessuno scrupolo da parte mia nemmeno nell'entrare in alcuni negozi per comprare qualche assaggio della gastronomia locale. Ma l'inflessibile orario ferroviario ci richiama all'ordine: riprendiamo il treno che dopo S. Maria Maggiore inizia la sua ripida discesa verso Domodossola: la linea è tutto un susseguirsi di curve, tornati, ponti e gallerie che permettono al trenino di superare il dislivello in semplice aderenza.
La ferrovia “Vigezzina” termina sotto la “Stazione Internazionale di Domodossola” e qui' ecco che arriva la delusione: dei fasti del passato è rimasto ormai solo il nome (la stazione era stata costruita congiuntamente al traforo ferroviario del Sempione). Ora, dopo le celebrazioni del centenario del traforo, le FS se ne sono evidentemente già dimenticate ed il degrado inizia ad impadronirsene, tanto che persino la biglietteria è chiusa “per mancanza di personale” ... pazienza.
Lungo le banchine della stazione – coperte da bellissime pensiline liberty – aspettiamo il ns. 3° ed ultimo treno: lasciamo infatti Domodossola a bordo del Cisalpino che con puntualità svizzera ci riporta alla Stazione Centrale di Milano dove, ricalzandomi, anche i miei piedi terminano la loro giornata “in libertà”.
Saluti a tutti. Gigor
Gigor- Numero di messaggi : 25
Data d'iscrizione : 03.01.08
Re: DUE GIORNI A CACCIA ... DI TRENI
Ohlà, Gigor.
Proprio ieri io, Ares, Paolo Fratter, Stefano e Nancy, durante la visita alla bella Torino, ci stavamo chiedendo dove fosse finito Gigor. Ed eccoti qua, pimpante più che mai.
Bellissimo il tuo giro, mi hai dato una buona idea.
Facciamo eccezione per la meravigliosa Venezia, ormai divenuta famosa per i suoi mille divieti......e prova a prendere un suo battello senza calzature!
Raccontaci ancora avventure così belle e chissà che non capiti nuovamente di ritrovarci insieme.
Ciao.
Proprio ieri io, Ares, Paolo Fratter, Stefano e Nancy, durante la visita alla bella Torino, ci stavamo chiedendo dove fosse finito Gigor. Ed eccoti qua, pimpante più che mai.
Bellissimo il tuo giro, mi hai dato una buona idea.
No, infatti. Piuttosto, spesso sono una giustificazione dei divieti mentali che ci sono in molti di noi.Gigor ha scritto:Sul treno, piedi nudi, tanto come già noto non vi è alcun divieto.
Certo che no, vedi la mia osservazione precedente, che spiegherebbe il motivo per cui puoi incontrare venti membri del personale che ti ignorano, fino ad incappare nel rompiscatole inibito di turno.Gigor ha scritto:Imbarco/sbarco e permanenza a bordo, tranquillamente a piedi nudi sotto gli occhi del personale della Navigazione Laghi: evidentemente divieti non ve ne sono!
Facciamo eccezione per la meravigliosa Venezia, ormai divenuta famosa per i suoi mille divieti......e prova a prendere un suo battello senza calzature!
Altro che i locali dove ti scacciano perché sei in bermuda!!Gigor ha scritto:Scendiamo dal treno e giriamo per quasi un paio d'ore per il caratteristico borgo: qui camminare a piedi nudi è un vero piacere, nessuno scrupolo da parte mia nemmeno nell'entrare in alcuni negozi per comprare qualche assaggio della gastronomia locale.
Bravo, Gigor.Gigor ha scritto:anche i miei piedi terminano la loro giornata “in libertà”.
Raccontaci ancora avventure così belle e chissà che non capiti nuovamente di ritrovarci insieme.
Ciao.
lucignolo- Numero di messaggi : 2661
Età : 70
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: DUE GIORNI A CACCIA ... DI TRENI
la centovallina/vigezzina è una ferrovia molto pittoresca! i paesaggi attraversati sono splendidi per me!
è uno dei treni che utilizzo con una certa regolarità per i miei spostamenti e ci vado sempre scalzo, come dappertutto. mai avuto problemi salvo una volta a locarno: un capotreno mi ha detto che dovevo calzarmi. gli ho risposto di mostrarmi dove sta scritto, cosa che lui non ha potuto fare, quindi ho viaggiato come sempre.
saluti ferroviari (di un ex ferroviere)
andrea
è uno dei treni che utilizzo con una certa regolarità per i miei spostamenti e ci vado sempre scalzo, come dappertutto. mai avuto problemi salvo una volta a locarno: un capotreno mi ha detto che dovevo calzarmi. gli ho risposto di mostrarmi dove sta scritto, cosa che lui non ha potuto fare, quindi ho viaggiato come sempre.
saluti ferroviari (di un ex ferroviere)
andrea
Andrea Grasselli- Numero di messaggi : 396
Età : 58
Data d'iscrizione : 02.01.08
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