A proposito di commessi
5 partecipanti
Pagina 1 di 1
A proposito di commessi
Volevo dire la mia sulla questione "intraprendere o meno la carriera di COMMESSO/A" che era (impropriamente) emersa nel post (ora chiuso) "piedi alla scoperta del mondo" di Pigreco.
E' vero che magari per chi ha grandi ambizioni di carriera o aspira a un lavoro particolarmente creativo fare il commesso possa non rappresentare la massima aspirazione, MA sono sicuro che dati i tempi che corrono più di uno ci metterebbe la firma per avere un impiego fisso come commesso.
Fatta questa premessa è del tutto fuori strada chi pensa che, in Italia, sia possibile passare l'intera vita lavorativa a fare il commesso fino alla agognata pensione. Infatti, a meno che uno non sia il fortunato proprietario di un'attività commerciale che va bene, occorre fare i conti con la legislazione italiana che consente la stipula di ridicoli (almeno per il dipendente che li firma) contratti di formazione/apprendistato.
Questi contratti, che si presume servano a formare i giovani per fargli fare esperienza spendibile in seguito nel mondo del lavoro, hanno di solito una fascia di età massima del dipendente oltre la quale non si possono stipulare e, solitamente, non prevedono trattamenti economici particolarmente ricchi.
Detto così non sembra una cosa tanto malvagia, peccato che i commercianti abusino spessissimo di questo tipo di contratto per risparmiare sulle paghe dei commessi, salvo poi lasciare la gente a casa non appena raggiunta l'età massima oltre la quale occorre stipulare un contratto "vero". Tale età di solito è attorno ai 25 anni.
Personalmente ne so qualcosa perchè in famiglia ho un parente della mia età (classe 1980) che, entrato nel mondo del lavoro con un raro contratto come commesso a tempo indeterminato in una grande catena di abbigliamento, fece la stupidaggine di licenziarsi a causa di alcuni contrasti col capo. Tanto era convinto di trovare un nuovo lavoro, cosa che effettivamente avvenne nel giro di poco.
Peccato che nel frattempo fosse sopraggiunta la recessione economica e la stragrande maggioranza dei negozi aveva preso l'abitudine ad assumere esclusivamente con i ridicoli contratti di formazione/apprendistato di cui sopra. Raggiunti i fatidici 25 anni, nonostante la grande esperienza maturata e il grande talento a convincere i clienti a comprare, non trovò più uno straccio di lavoro come commesso. Le offerte di lavoro erano, guarda caso, tutte "Massimo 25 anni"...
Ora il mio parente è disoccupato da anni e se gli offrissero un posto come commesso in una gelateria, ci resterebbe senza fiatare fino alla pensione!
E' vero che magari per chi ha grandi ambizioni di carriera o aspira a un lavoro particolarmente creativo fare il commesso possa non rappresentare la massima aspirazione, MA sono sicuro che dati i tempi che corrono più di uno ci metterebbe la firma per avere un impiego fisso come commesso.
Fatta questa premessa è del tutto fuori strada chi pensa che, in Italia, sia possibile passare l'intera vita lavorativa a fare il commesso fino alla agognata pensione. Infatti, a meno che uno non sia il fortunato proprietario di un'attività commerciale che va bene, occorre fare i conti con la legislazione italiana che consente la stipula di ridicoli (almeno per il dipendente che li firma) contratti di formazione/apprendistato.
Questi contratti, che si presume servano a formare i giovani per fargli fare esperienza spendibile in seguito nel mondo del lavoro, hanno di solito una fascia di età massima del dipendente oltre la quale non si possono stipulare e, solitamente, non prevedono trattamenti economici particolarmente ricchi.
Detto così non sembra una cosa tanto malvagia, peccato che i commercianti abusino spessissimo di questo tipo di contratto per risparmiare sulle paghe dei commessi, salvo poi lasciare la gente a casa non appena raggiunta l'età massima oltre la quale occorre stipulare un contratto "vero". Tale età di solito è attorno ai 25 anni.
Personalmente ne so qualcosa perchè in famiglia ho un parente della mia età (classe 1980) che, entrato nel mondo del lavoro con un raro contratto come commesso a tempo indeterminato in una grande catena di abbigliamento, fece la stupidaggine di licenziarsi a causa di alcuni contrasti col capo. Tanto era convinto di trovare un nuovo lavoro, cosa che effettivamente avvenne nel giro di poco.
Peccato che nel frattempo fosse sopraggiunta la recessione economica e la stragrande maggioranza dei negozi aveva preso l'abitudine ad assumere esclusivamente con i ridicoli contratti di formazione/apprendistato di cui sopra. Raggiunti i fatidici 25 anni, nonostante la grande esperienza maturata e il grande talento a convincere i clienti a comprare, non trovò più uno straccio di lavoro come commesso. Le offerte di lavoro erano, guarda caso, tutte "Massimo 25 anni"...
Ora il mio parente è disoccupato da anni e se gli offrissero un posto come commesso in una gelateria, ci resterebbe senza fiatare fino alla pensione!
Young_barefooter- Segretario Club NatiScalzi
- Numero di messaggi : 1601
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: A proposito di commessi
Concordo completamente ma è anche giusto che una persona che sta studiando all'università ambisca a qualche cosa di meglio (senza offesa per commessi).
Fare il commesso/a durante gli studi è uan cosa lodevole per mantenersi agli studi ma non credo sia il lavoro sognato per la vita; posto che il famoso posto fisso è sempre più un miraggio per non parlare della pensione...
Che poi uno si rassegni o addirittura vista la situazione sia contento di avere un posto di lavoro a prescindere da che lavoro sia è un altro discorso.
Poi dipende dalla propria ambizione. Uno magari preferisce un lavoro da commesso senza troppi sbattimenti non è che tutti possono diventare manager o scienziati e magari non tutti lo vogliono preferendo un lavoro più tranquillo che gli permetta di avere per esempio più tempo libero per le cose che veramente gli piacciono.
Uno lavora per vivere e non vive per lavorare.
Purtroppo sono in pochi che fanno un lavoro che gli piace veramente nel senso pieno del termine vale a dire che lavora per piacere arrivo a dire che lo farebbe anche se non lo pagassero.
Questa è la triste realtà:
http://www.corriere.it/economia/17_luglio_03/aumenta-disoccupazione-giovani-sale-37-cento-bd6037ae-5fcc-11e7-89db-f0df40559f50.shtml
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2017-05-04/a-milano-si-presentano-50mila-178-posti-comune-130116.shtml?uuid=AEsXBFGB
Fare il commesso/a durante gli studi è uan cosa lodevole per mantenersi agli studi ma non credo sia il lavoro sognato per la vita; posto che il famoso posto fisso è sempre più un miraggio per non parlare della pensione...
Che poi uno si rassegni o addirittura vista la situazione sia contento di avere un posto di lavoro a prescindere da che lavoro sia è un altro discorso.
Poi dipende dalla propria ambizione. Uno magari preferisce un lavoro da commesso senza troppi sbattimenti non è che tutti possono diventare manager o scienziati e magari non tutti lo vogliono preferendo un lavoro più tranquillo che gli permetta di avere per esempio più tempo libero per le cose che veramente gli piacciono.
Uno lavora per vivere e non vive per lavorare.
Purtroppo sono in pochi che fanno un lavoro che gli piace veramente nel senso pieno del termine vale a dire che lavora per piacere arrivo a dire che lo farebbe anche se non lo pagassero.
Questa è la triste realtà:
http://www.corriere.it/economia/17_luglio_03/aumenta-disoccupazione-giovani-sale-37-cento-bd6037ae-5fcc-11e7-89db-f0df40559f50.shtml
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2017-05-04/a-milano-si-presentano-50mila-178-posti-comune-130116.shtml?uuid=AEsXBFGB
GECO- Numero di messaggi : 1082
Data d'iscrizione : 25.05.16
Re: A proposito di commessi
young_barefooter ha scritto:
Fatta questa premessa è del tutto fuori strada chi pensa che, in Italia, sia possibile passare l'intera vita lavorativa a fare il commesso fino alla agognata pensione...
Allo stato attuale delle cose, a meno di qualche eccezione, è proprio difficile arrivare alla pensione.
Punto primo.
Secondo:il lavoro stabile non c'è più. Inutile girarci incontro. Il posto fisso è un ricordo delle generazioni precedenti. E non solo per la crisi che ha colpito gran parte del pianeta. E non solo per le leggi ad minchiam italiane.
E' l'evoluzione naturale del lavoro all'interno dell'evoluzione della società. Punto.
Da una parte è un male. Dall'altra un bene.
Le dinamiche che al giorno d'oggi coinvolgono la stragrande maggioranza delle aziende sono così veloci e mutevoli che pensare alla conservazione del posto dei dipendenti, a vita, è un'illusione.
Qualcosa si potrebbe fare, in termini di formazione, aggiornamento, ecc. Ma qualcosa. E quel qualcosa, tra l'altro, costa. Tantissimo.
Poi, che l'80% delle aziende giochi con i propri dipendenti per un mero tornaconto è palese. Grazie anche alla complicità di alcune leggi.
Ma questo è un altro discorso.
Arky- Numero di messaggi : 220
Data d'iscrizione : 21.02.12
Re: A proposito di commessi
GECO ha scritto:
Poi dipende dalla propria ambizione.
Tutto giusto quello che scrivi.
Molti però cannano il significato vero della parola ambizione; dovrebbe essere qualcosa a cui tendere per la propria felicità. Viene scambiata spesso però per smania di successo (come cantavano i Pooh).
Conosco persone che hanno studiato, tanto, e fanno camerieri, commessi, magazzinieri. Volontariamente. Perchè così hanno inseguito l'ambizione di una vita "tranquilla", con orari ben precisi, gestibili, e più o meno tempo per fare altre cose.
E sono realizzati così.
Credo sia una cosa estremamente intelligente ed invidiabile.
Il migliore lavoro al mondo è quello che ti aiuta a realizzare il tuo concetto di "vita"; come essere umano, come membro della famiglia, della società.
Il resto sono chiacchiere da bar.
Arky- Numero di messaggi : 220
Data d'iscrizione : 21.02.12
Re: A proposito di commessi
Dopo la mia prima laurea ebbi subito la fortuna di vincere una borsa per il dottorato in prospettiva di una precoce carriera accademica, ma per ragioni squisitamente personali mollai tutto, cambiai vita e ripartii da zero.
Da quel momento ho fatto cappuccini, distruibuito giornali nella metro, venduto prodotti porta a porta e servito panini in un Mac. Poi, colto da un'improvvisa curiosità, ho preso un'altra laurea completamente diversa dalla prima, vinto un concorso e iniziato a fare ciò che faccio, felicemente, anche ora.
Quel lungo periodo che però solo oggi posso definire "intermedio", all'epoca l'ho vissuto proprio bene. Non mi sono mai sentito squalificato per il fatto di essere un impiegato "d'ordine" o un manovale: ho avuto la possibilità di conoscere gente di tutti i tipi, imparare un mucchio di cose che sui libri non ci sono e prendere in faccia tanti pesci che ti fanno maturare tanto quanto le lezioni dei migliori accademici.
Non sapevo se quel periodo "umile" e "precario" sarebbe mai finito, ma non mi sono mai posto il problema finché la curiosità e le circostanze non mi hanno spinto altrove, peraltro in modo del tutto naturale.
Ricordo che provavo un certo imbarazzo quando qualcuno, così di default, si sentiva in dovere di consolarmi della mia condizione senza prima indagare se l'avessi scelta o subita, o se mi rattristasse davvero.
Quindi lunga vita all'ambizione, al desiderio di migliorarsi e andare avanti, ma smettiamo di credere a priori al luogo comune che un commesso professionista, così come un gelataio o un trattorista, sia per definizione frustrato e/o limitato.
Più che di "non fare quello a vita" dovremmo forse incominciare ad augurare ai "giovani commessi" di essere felici, realizzati e consapevoli qualunque strada essi decidano di intraprendere o proseguire nel futuro.
Da quel momento ho fatto cappuccini, distruibuito giornali nella metro, venduto prodotti porta a porta e servito panini in un Mac. Poi, colto da un'improvvisa curiosità, ho preso un'altra laurea completamente diversa dalla prima, vinto un concorso e iniziato a fare ciò che faccio, felicemente, anche ora.
Quel lungo periodo che però solo oggi posso definire "intermedio", all'epoca l'ho vissuto proprio bene. Non mi sono mai sentito squalificato per il fatto di essere un impiegato "d'ordine" o un manovale: ho avuto la possibilità di conoscere gente di tutti i tipi, imparare un mucchio di cose che sui libri non ci sono e prendere in faccia tanti pesci che ti fanno maturare tanto quanto le lezioni dei migliori accademici.
Non sapevo se quel periodo "umile" e "precario" sarebbe mai finito, ma non mi sono mai posto il problema finché la curiosità e le circostanze non mi hanno spinto altrove, peraltro in modo del tutto naturale.
Ricordo che provavo un certo imbarazzo quando qualcuno, così di default, si sentiva in dovere di consolarmi della mia condizione senza prima indagare se l'avessi scelta o subita, o se mi rattristasse davvero.
Quindi lunga vita all'ambizione, al desiderio di migliorarsi e andare avanti, ma smettiamo di credere a priori al luogo comune che un commesso professionista, così come un gelataio o un trattorista, sia per definizione frustrato e/o limitato.
Più che di "non fare quello a vita" dovremmo forse incominciare ad augurare ai "giovani commessi" di essere felici, realizzati e consapevoli qualunque strada essi decidano di intraprendere o proseguire nel futuro.
Massimo- Numero di messaggi : 277
Data d'iscrizione : 02.01.08
Re: A proposito di commessi
Massimo ha scritto:si sentiva in dovere di consolarmi della mia condizione senza prima indagare se l'avessi scelta o subita, o se mi rattristasse davvero.
Il discorso è tutto qui. Se uno fa il commesso o il gelataio per scelta ed è contento ok, se però lo fa tento per avere un lavoro (cosa comunque non da poco) ma è infelice.
La felicità non arriva per forza da denaro e potere.
GECO- Numero di messaggi : 1082
Data d'iscrizione : 25.05.16
Re: A proposito di commessi
Se posso portare la mia esperienza: faccio da 10 anni e mezzo il cameriere nel fine settimana per arrotondare. Non è il lavoro della vita. Ma piuttosto che stare a casa ed aspettare che il lavoro bussi alla porta, "ci si accontenta".
Non è semplice. Come non è semplice il lavoro del commesso. Ma piuttosto di far nulla...
Non è semplice. Come non è semplice il lavoro del commesso. Ma piuttosto di far nulla...
FrancoR18- Numero di messaggi : 497
Età : 36
Data d'iscrizione : 20.09.15
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.